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Orto Botanico di Napoli, Università degli Studi Federico II
Percorso ecologico sul tema dell’aridità
Via Foria 223, 80139 Napoli
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Percorrendo l’itinerario ecologico, si possono apprezzare i cambiamenti delle comunità di piante e gli
adattamenti di queste in funzione della disponibilità di acqua. La visita inizia presso il “Filiceto”, zona
umida e con condizioni che ricordano quelle delle foreste pluviali, e prosegue nell’area della “Macchia
mediterranea”, ospitante svariate sclerofille tipiche delle nostre regioni; in questo settore possono essere
messe in evidenza anche problematiche relative agli incendi e all’erosione del suolo. La visita prosegue nel
“Deserto”. In quest’area, oltre ad esempi dei vari tipi di succulenza e degli adattamenti ad un ambiente così
inospitale, sono esposte specie illustranti il fenomeno della convergenza evolutiva. Il percorso “ecologico”
prevede inoltre soste alle aree della “Spiaggia”, dove sono illustrati gli adattamenti a condizioni di aridità
in presenza di un substrato incoerente e di alte concentrazioni saline, e della “Roccaglia”, in cui sono
esposte specie adattatesi a vivere sui pendii calcarei aridi delle nostre zone; tali settori costituiscono anche
uno strumento per comprendere come l’occupazione di nicchie ecologiche “difficili” possa ridurre
notevolmente la competizione interspecifica.
A:
Filiceto. Le crittogame vascolari sono un gruppo vegetale molto antico che ebbe il momento di
massima diffusione durante il Carbonifero, periodo caratterizzato da paesaggi pianeggianti, zone
acquitrinose, mari poco profondi e condizioni climatiche di tipo tropicale estese anche alle attuali regioni
temperate. Il ciclo vitale delle crittogame vascolari mostra chiaramente il legame di queste piante con
l'acqua. Felci e piante affini, infatti, si riproducono per mezzo di spore e presentano due stadi vitali: la
generazione sporofitica, diploide, e la generazione gametofitica aploide. Quest’ultima è dipendente
dall’acqua, in quanto gli spermatozoidi biflagellati prodotti negli anteridi dei gametofiti devono poter
nuotare per raggiungere le cellule uovo negli archegoni. Gli sporofiti nascono laddove vive il gametofito e
pertanto sono vincolati proprio da questa generazione a vivere in ambienti umidi. Rispetto alle crittogame
vascolari, le piante a seme hanno avuto maggior successo poiché i loro gametofiti sono protetti da speciali
tessuti che evitano i rischi di disidratazione; in questo modo gli sporofiti possono vivere anche in ambienti
aridi e poveri d’acqua riuscendo comunque a completare il loro ciclo vitale.
B: Macchia mediterranea. La macchia mediterranea è un tipo di vegetazione tipico della Regione
mediterranea. Le specie di tale associazione vegetale hanno dovuto adattarsi a condizioni ambientali
peculiari che prevedono inverni miti e piovosi ed estati calde ed aride. Soprattutto in relazione all’aridità
estiva, troviamo nelle piante numerosi adattamenti atti a ridurre la perdita di acqua per traspirazione. Molte
specie hanno foglie piccole e coriacee (sclerofillia) e spesse cuticole con presenza di peli e sostanze cerose
come la pruina. Numerose entità, inoltre concentrano nei loro tessuti oli meno volatili dell’acqua. Alcune
specie presentano periodi di riposo estivo come nel caso di Euphorbia dendroides che entra in una fase
detta di estivazione in cui perde completamente il suo apparato fogliare. Le specie della macchia mostrano
anche adattamenti al fuoco, in seguito ad un incendio, infatti, molte specie sono in grado di emettere nuove
parti verdi a partire dalle radici; inoltre, i semi di diverse entità vengono attivati per la germinazione dalla
alte temperature generate dal fuoco.
C: Deserto. Il Deserto è un’ampia area posta in pendenza e nella parte più soleggiata dell’Orto Botanico.
Qui sono ospitate numerose specie di piante originarie di varie regioni aride del pianeta. “Leggendo” le
forme delle piante è possibile immaginare il tipo di deserto in cui tali vegetali vivono. Molte Cactaceae, con
le loro forme sferiche e cilindriche, prive di foglie e protette da spine rivelano ambienti in cui piove molto
poco ed in cui le piante presentano peculiari adattamenti per la conservazione dell’acqua. Negli ambienti
meno rigidi, le piante invece hanno conservato le foglie che tuttavia appaiono carnose e con diversi
rivestimenti atti a ridurre la perdita di acqua. è interessante notare la convergenza adattativa per cui specie
non affini fra loro assumono forma simile sotto la stessa spinta evolutiva. Molte entità desertiche hanno
fiori che durano solo un giorno, o che si aprono la notte per evitare la disidratazione. Altre specie, come le
stapelie, hanno fiori bellissimi ma con odore nauseabondo in quanto possono contare per l’impollinazione
solo su alcune specie di insetti necrofagi. Infine, alcune entità effettuano una fotosintesi modificata, in cui
sono sfalsate le fasi di assimilazione della CO2 e la consequenziale organicazione; si tratta di un
meccanismo poco efficiente dal punto di vista energetico, ma estremamente utile per evitare la perdita di
acqua dagli stomi, che vengono tenuti aperti solo la notte.
D: Spiaggia. In questo settore sono coltivate alcune delle piante diffuse sui litorali sabbiosi italiani. Le
specie qui presentate mostrano alcuni degli adattamenti necessari per la sopravvivenza in un ambiente,
quale quello della spiaggia, ostile alla vita vegetale essendo caratterizzato da aridità, venti costanti,
substrato mobile ed incoerente e acqua con elevata concentrazione di sali. Alcune delle specie esposte,
come Calystegia soldanella, riescono ad emergere rapidamente dalla sabbia quando sepolte dal substrato.
Pancratium maritum ha bulbi sotterranei che riescono a sfruttare la poca umidità presente nel sottosuolo,
inoltre i suoi semi, come quelli di Cakile maritima, possono galleggiare a lungo così da colonizzare nuove
spiagge. Altre specie come Eryngium maritimum appaiono succulente e coriacee come le piante di altri
ambienti aridi.
E: Roccaglia. In quest’area sono esposte in prevalenza specie tipiche dei pendii rocciosi litoranei delle
regioni meridionali italiane. Le specie che vivono in questi ambienti devono tollerare condizioni di aridità,
venti salsi costanti ed estrema scarsità di substrato. Molte specie hanno cicli vitali molto brevi per cui
all’inizio dell’estate hanno già prodotto i semi e sono ormai secche. Altre entità ricorrono all’estivazione,
entrando in una fase di riposo biologico con perdita delle foglie come Euphorbia dendroides, presente
anche nella macchia mediterranea. Frequentemente questi ambienti promuovono l’isolamento genetico
favorendo la comparsa di endemismi. Tra questi è da annoverare Kochia saxicola scomparsa da Capri ed
Ischia agli inizi del ‘900 e poi riscoperta solo molti anni dopo con un piccolissimo numero di esemplari in
luoghi inaccessibili.
Note:
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