Tourisming World – Guide turistiche
SOMMARIO
Introduzione
1
I fatori che originano il carsismo
2
I fattori di dissoluzione delle rocce carbonatiche
4
Il fenomeno del carsismo ipogeo
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La formazione delle stalattiti
8
Le stalattiti eccentriche
11
La formazione delle vele
12
La formazione delle stalagmiti
13
La formazione delle perle di grotta
14
La storia delle caverne di castellana
15
La genesi delle grotte di castellana
16
Il sistema delle grotte
18
Il percorso nelle grotte di castellana
19
Consigli ai visitatori
27
Contatti
28
Come arrivare
29
Tourisming World – Guide turistiche
Introduzione
Le grotte di Castellana sono uno dei luoghi naturali più suggestivi e
sorprendenti nel cuore della Puglia. Un complesso di cavità naturali
affascinante e unico al mondo ubicato nel Comune di Castellana
Grotte nella parte sud orientale dell’altopiano delle Murge. Le
Grotte sono un tipico fenomeno del carsismo, conseguente
all’erosione operato dall'acqua in rocce calcaree in migliaia di anni.
L’acqua ha scavato fisicamente e chimicamente lo strato roccioso
sotterraneo, dando origine a un fiume e formando dei vuoti che nel
tempo sono stati ingranditi creando le grotte carsiche. Visitare le
Grotte di Castellana significa vivere un’esperienza unica che
trasporta il visitatore in un mondo meraviglioso, la cui storia risale a
circa cento milioni di anni fa’. Il percorso turistico nelle grotte si
snoda per una lunghezza di 3348 metri a circa 70 metri di
profondità, scendendo sino ad un massimo di 122 metri dalla
superficie. Il percorso è costituito da una serie di vaste caverne che
si susseguono in senso orizzontale, collegate da passaggi e da
cunicoli. Nelle Grotte ovunque, stalattiti, stalagmiti, cortine,
colonne, preziosi cristalli. Lungo il percorso il visitatore attraversa
caverne dai nomi fantastici: la lupa, la civetta, il precipizio, il
corridoio del deserto, la cupola, e la grotta bianca. Attraversa i
canyon e profondi abissi, scoprendo fossili, concrezioni dalle forme
incredibili e dai colori inaspettati.
Nel Museo Speleologico "Franco Anelli, ospitato nell’edificio
progettato dall’arch. Favia e inaugurato nel 2000, al visitatore viene
offerta l'opportunità di meglio conoscere la genesi delle grotte,
le caratteristiche ambientali che ne hanno determinato la nascita e
lo sviluppo, la vita che in esse si sviluppa fin nei suoi più remoti
recessi e l'utilizzo che di esse l'uomo ha fatto nel tempo.
La struttura museale si sviluppa su più piani. Al livello inferiore in
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Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana
una prima sala vi sono i pannelli illustrativi fotografici con
integrazione di testi e immagini, che descrivono il territorio carsico,
la storia delle grotte e la vita in grotta. Sul piano superiore sono
presenti mostre fotografiche sulle grotte. Nel piano seminterrato
vengono svolte attività laboratoriali. All’interno del museo è
ospitato il Centro di documentazione Franco Orofino che dispone di
un ricco repertorio iconografico e una ricchissima biblioteca con
volumi anche molto antichi.
I fatori che originano il carsismo
Il fenomeno carsico è una particolare forma di erosione dovuta
all'azione di corrosione e della disgregazione che le acque
esercitano nelle rocce solubili sia di superficie che di sottosuolo.
In natura, i minerali più solubili sono in ordine decrescente di
solubilità: Halite (NaCl), Gesso (CaSO4 2H2O), Calcite (CaCO3),
Dolomie (CaMg (CO3)2). La Halite è anche chiamata salgemma.
Il fenomeno del carsismo interessa tutte le rocce, ma soprattutto
quelle a solubilità maggiore, ovvero le rocce carbonatiche (Calcari e
Dolomite) e quelle evaporitiche (Gessi e Salgemma). Questo tipo di
rocce costituisce circa il 15% delle terre emerse, pertanto il
fenomeno del carsismo è ben diffuso sul pianeta. Sul territorio
italiano le rocce costituite da calcite e dolomite sono molto diffuse
rispetto a quelle formate da minerali più solubili come il gesso o
l’halite. Esistono due tipi di carsismo: il carsismo superficiale e il
carsismo profondo, quest’ultimo detto ipogeo. Entrambi i fenomeni
sono conseguenti all'azione delle acque di origine meteorica,
definito "classico" in quanto è quello più diffuso sulla superficie
terrestre; ma vi sono anche fenomeni di carsismo legati alla
presenza di acque di mare in prossimità della linea di costa, oppure
là dove si ha la risalita di acque profonde che vengono in contatto
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Tourisming World – Guide turistiche
con acque di origine meteorica in corrispondenza di importanti
faglie. Particolarmente importante nel carsismo è l'azione
dell'anidride carbonica (CO2) disciolta nell'acqua. Questa è, almeno
in parte, presente sotto forma di acido carbonico (H2CO3) in grado
di sciogliere nell’acqua (solubilizza) alcuni minerali, in particolare i
carbonati di calcio e magnesio, praticamente insolubili in acqua
pura. L’anidride carbonica è uno dei gas che compone l’atmosfera
presente con percentuali, però, molto basse appena lo 0,03 atm,
cioè rappresenta solo lo 0,03 per cento dei gas presenti in
atmosfera. La concentrazione di anidride carbonica conferisce
all'acqua un maggiore grado di acidità che le consente di attaccare e
corrodere le rocce carbonatiche trasformando il carbonato di calcio,
poco solubile, in bicarbonato di calcio, la cui solubilità è tre volte
maggiore. Altri minerali, come il quarzo o il salgemma, invece, sono
del tutto insensibili alla presenza di CO2 nelle acque con cui
vengono a contatto, e la solubilità resta quindi immutata. La CO2
nell'acqua diminuisce notevolmente con l'aumentare della
temperatura e questo fa sì che le acque fredde siano di fatto più
aggressive nei confronti del calcare rispetto a quelle calde, anche se
la minor velocità con cui questa reazione avviene attenua in parte
questo effetto. Per tale ragione nell’acqua piovana l’anidride
carbonica si trova in concentrazione maggiore soprattutto se
l’acqua è fredda e se ristagna in particolari tipi di terreni. L’acqua
che filtra dal soffitto in ambiente di grotta si libera dell'anidride
carbonica formando carbonato neutro. La concentrazione di
anidride carbonica aumenta nelle acque che attraversano spessi
strati di suoli coperti da abbondante vegetazione, anche a seguito
della decomposizione delle sostanze organiche. Vi sono dei terreni
che riescono a immagazzinare aria in cui l’anidride carbonica si
trova fino a cento volte più concentrata che nell’atmosfera,
rendendo decisamente acide le acque che li pervadono. Per questa
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Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana
ragione acque che filtrano attraverso il suolo si arricchiscono di CO2
e risultano più aggressive di acque che cadono direttamente sulla
roccia nuda e si infiltrano rapidamente.
Oltre all'acido carbonico, le acque che danno origine al carsismo
contengono spesso altri acidi in soluzione che possono essere di
origine organica, oppure da emanazioni vulcaniche, come l'acido
solfidrico H2S.
I fattori di dissoluzione delle rocce carbonatiche
Il biossido di carbonio (CO2), anche detta anidride carbonica, è
quello che gioca il ruolo più importante nei fenomeni carsici. La
solubilità della calcite in acqua pura (quindi senza CO2) a 25°C è
intorno a 14 mg/L, solo di
poconascosto
superiore al quarzo (ca. 10 mg/L).
Testo
Con piccole quantità di CO2 disciolto (Pco2 = pressione parziale
dell’anidride carbonica in acqua = 0,001 bar) e a temperatura di
25°C in 1 litro d’acqua si sciolgono 60 mg di calcite, 50 di dolomite,
10 di quarzo, 2400 di gesso e 360.000 di sale. Quando invece la
Pco2 è di 100 volte più alta (0,1 bar) alla stessa temperatura la
solubilità dei carbonati aumenta notevolmente (400 mg/L di calcite
e 300 mg/L di dolomite), mentre quella degli altri minerali non
varia. L’anidride carbonica e acqua portano alla formazione di acido
carbonico secondo la seguente reazione:
CO2
anidride
carbonica
+
H2O
H2CO3
acqua
acido
carbonico
A condizioni atmosferiche normali, la CO2 è un gas incolore e
inodore. E’ presente nell’aria che respiriamo ed è una componente
fondamentale nei processi di respirazione e fotosintesi. In natura la
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CO2 si trova anche disciolta nell’acqua dolce, nei mari e nel
sottosuolo. Non è infiammabile, non esplode e fino ad elevate
concentrazioni non è tossica.
Il processo di scioglimento della calcite e dolomite in acqua con
CO2, che prende il nome di corrosione, è il seguente:
CaCO3
+
CO2
carbonato
di calcio
(calcite)
anidride
carbonica
+
H2O
Ca (HCO3)2
acqua
bicarbonato
di calcio
Per la dolomite, la reazione è molto simile:
CaMg(CO3)2
+
carbonato doppio
di magnesio e calcio
2CO2 +
anidride
carbonica
2H2O
CaMg(HCO3)2
acqua
bicarbonato
di calcio
Nelle formule sopra menzionate la reazione del carbonato di calcio
(CaCO3) è una reazione reversibile, cioè dal bicarbonato si può
formare nuovamente il carbonato. La componente H2CO3 è acida,
mentre il il carbonato di calcio è un solido bianco e poco solubile
in acqua.
Quello che li differenzia le reazioni è la velocità con cui questo
processo ha luogo che è nettamente inferiore per la dolomite.
Il fenomeno del carsismo ipogeo
L'acqua d’infiltrazione esercita la sua azione mediante processi sia
di corrosione chimica, sia di erosione meccanica. Con il passare del
tempo la pioggia buca la roccia e si insinua sempre di più nelle
spaccature e tra i massi, facendovi scivolare anche la poca terra
disponibile con la conseguenza che più copiosa anidride carbonica si
5
Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana
Il colore delle concrezioni dipende dai minerali in esse contenuti,
dalla la struttura del reticolo cristallino (grossi cristalli tendono ad
essere più colorati dei microcristalli) e dalla presenza di materiali
e/o contaminanti organici. I diversi minerali colorano le concrezioni
come indicato nella seguente tabella:
Minerali e colorazione delle concrezioni
Carbonato di calcio
bianco
Ferro
giallo, rosso bruno, marrone
Manganese
blu, grigio, nero
Piombo
grigio
Rame
verde, blu
Nichel
giallo scuro (calcite)
verde chiaro (aragonite)
Zinco
rosso, marrone, nero
Argilla
marrone
Il minerale di cui sono formate le concrezioni calcaree, detto
alabastro, si origina per deposizione di calcite da acque carsiche o
da acque termali calcarifere. Si presenta traslucida e a seguito dei
diversi tipi di sali contenuti nell'acqua percolante assume colori
variabili molto diversi e di diverse tonalità bianco, giallo, bruno,
rossiccio.
La formazione delle stalattiti
Le stalattiti si formano in seguito a continui e prolungati depositi di
minerali trasportati da acque percolanti nella grotte con il passare
del tempo e in milioni di anni. La loro crescita avviene per il lento
deposito di carbonato di calcio da parte di acque ricche di
bicarbonato. L'acqua che esce dalla volta forma una goccia che per
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le forze di coesione e adesione in assenza di ventilazione resta
appesa fino a che non raggiunge una dimensione sufficiente
affinché la gravità ne provochi il distacco. Quando l'acqua raggiunge
una cavità non più completamente occupata da acqua o addirittura
svuotata, la brusca diminuzione di pressione provoca uno squilibrio
della CO2 fra la goccia e l'aria, cosicché l'anidride carbonica si
diffonde nell'aria con conseguente deposito del calcare lungo il
cerchio di contatto fra la goccia e la roccia, a causa della tensione
superficiale, formando un anello di calcare. La stalattite cresce
accumulando calcare su questo anello di calcare e formando cosi un
canalicolo interno del diametro di 5-10 mm attraverso il quale filtra
l'acqua responsabile del loro accrescimento. La stalattite si sviluppa
verso il basso alimentato internamente. Il processo,
chiamato stillicidio, continua con l’accrescimento delle stalattiti in
tempi lunghissimi e con velocità di circa 2 mm ogni dieci anni. Se il
tubo viene otturato, per esempio da sostanze solide trasportate
dall'acqua, oppure il carico d’acqua supera la capacità di
scorrimento di questo canale, una parte d’acqua scorre all’esterno
nella forma di un velo che ricopre la concrezione e il calcare si
deposita sulla superficie esterna, la stalattite si inspessisce
formando una concrezione di forma conica. L'evoluzione della
concrezione dipende dalla intensità del flusso d'acqua. Le stalattiti
si distinguono dalle tubolari per la loro forma: le tubolari hanno
forma cilindrica, mentre le stalattiti sonno coniche.
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La formazione delle stalagmiti
Le stalagmiti si accrescono in altezza dal pavimento delle cavità
carsiche verso l’alto. Quando la velocità di caduta delle gocce dal
soffitto è molto elevata, la calcite non si deposita totalmente sul
soffitto, ma cristallizza attorno al punto di caduta sul pavimento,
formando una stalagmite, che si accresce dal basso verso l’alto. La
cui forma cilindrica con l'apice ogivale è dovuta al deposito di
calcare presso il punto di caduta che avviene con intensità
decrescete in modo radiale.
Fgura 5 - Stalagmiti e colonne
Si forma così una deposizione arrotondata a cupola su cui poi cresce
la stalagmite per deposizione di successivi strati emisferici. Vista in
sezione una stalagmite presenta anelli concentrici di spessore
decrescente. In queste condizioni tutto il soluto si deposita sulla
superficie a cupola della stalagmite con spessore uniforme,
formandosi così una successione di cupole una sopra l'altra.
Le stalagmiti hanno una forma arrotondata, più tozza rispetto alle
stalattiti. La forma della stalagmite dipende oltre che dalla velocità
di caduta (e quindi dall’altezza), dalla quantità d'acqua e dal suo
regime. Non essendo limitate dalla gravità arrivano a dimensione
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Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana
enormi, fino a 60-70 metri di altezza. Quando una stalattite si
congiunge a una stalagmite si ha la formazione di una colonna.
La formazione delle perle di grotta
Queste strutture, dette anche pisoliti, sono corpi di forma sferica o
ellittica, più o meno regolare, di dimensione variabile tra alcuni
millimetri e qualche centimetro. Le pisoliti sono costituiti da strati
successivi di calcite originati attorno ad un microscopico nucleo di
materiale estraneo (granellino di sabbia, frammento di roccia o
addirittura un osso). Si formano per precipitazione di carbonato di
calcio nelle conchette sui pavimenti percorsi da un velo d’acqua in
rapido movimento, o nelle pozzette in cui l’acqua è perennemente
rimescolata dallo stillicidio.
Figura 6 - Perle d'acqua
14
Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana
caverne e corridoi percorribili da speleologi e alcune in fase di
allestimento.
La genesi delle Grotte di Castellana
Le origini delle grotte risalgono al periodo geologico chiamato
Cretaceo superiore, quando la Puglia era sommersa da un antico
mare nel quale vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali
marini. Il periodo Cretaceo, la cui durata è stata di 79 milioni di
anni, si estende nel tempo geologico tra 145 e 66 milioni di anni fa.
Figura 7 - Scala delle ere geologiche
Il periodo è il terzo e ultimo dei 3 periodi nei quali è divisa l’era
Mesozoica. Il nome del periodo Cretaceo deriva dal nome dei
depositi di calcare bianco, friabile e terroso, costituito in gran parte
da resti di microrganismi e utilizzato per formare la creta.
Nel Cretaceo continuò la deriva dei continenti con l’allontanamento
del Nord America dall'Eurasia, la distanza in quel periodo era la
metà di oggi, mentre l'Antartide si avvicinava al Polo Sud e
l'Australia si spostava verso Nord. Le lente modificazioni
geografiche diedero inizio a sempre più percettibili alternarsi delle
stagioni. Durante il Cretaceo, per le alte temperature in quasi tutte
le regioni della Terra non esistevano ghiacciai perenni, per cui le
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acque dei mari raggiunsero il massimo livello di tutta la storia del
nostro Pianeta. Tra l'inizio del Giurassico medio e la fine del
Cretaceo l'area mediterranea e l'Italia erano occupati dall'Oceano
Ligure-Piemontese. Nel Cretaceo buona parte della Puglia era
sommersa dal mare, la parte emersa della regione si presentava
come un arcipelago. Il clia sulla regione era tropicale, mare piatto e
una vegetazione rigogliosissima. Nel mare vivevano vaste colonie di
molluschi e vegetali marini. Per milioni di anni queste forme di vita
morendo lasciarono i loro gusci svuotati e le loro carcasse sul fondo
del mare che accumulandosi formarono un gigantesco deposito di
fango e di sabbia, il cui lento ma continuo accrescimento si era con
il tempo compresso, fino a formare uno strato di calcare dello
spessore di diversi chilometri. L’evoluzione geologica della
“tettonica a zolle” di 130 milioni di anni fa, ha cominciato a spingere
con estrema e impercettibile lentezza verso la superficie i fondali
del calmo mare che ricopriva la Puglia. Questo processo, tutt’oggi in
atto, ha fatto sì che strati carbonatici, formatisi dall’accumulo
stratificato di organismi marini morti, emergessero seguendo la
direttiva del già emerso Appennino, di cui il Gargano, la Murgia e il
Salento altro non sono che la diretta continuazione. Sessantacinque
milioni di anni fa’, la fine del Cretaceo è stata caratterizzata da
cataclismi globali, cambiamenti climatici, con abbassamento delle
temperature durato alcuni decenni e il progressivo innalzamento
delle terre. Al quel tempo la Puglia ancora unita ai Balcani e alla
Turchia, era una terra emersa che assumeva gradualmente il suo
aspetto attuale. A seguito di queste condizioni ambientali,
numerose sono i resti dei fossili nella roccia delle Grotte di
Castellana che testimoniano la loro origine marina. A seguito delle
sollecitazioni tettoniche, i banchi di calcare, poiché fragili, furono
soggetti a numerose fratturazioni attraverso le quali si infiltravano
le acque meteoritiche e superficiali. Nella zona di Castellana l'acqua
17
Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana
fluviale delle intense precipitazioni percolando nel sottosuolo aveva
formato un'estesa falda acquifera sotterranea.
Le acque hanno occupano pian piano tutte le cavità del terreno,
riempiendo i microscopici spazi presenti tra i granuli delle rocce e
disciogliendo gradualmente il calcare. Il fenomeno di generale
infiltrazione e percolazione ha consentito alle acque di falda di
scorrere nelle fratture e all'interno di cavità e formare condotti
carsici. Nel tempo l’azione
delle acque profonde ha
provocato
l’allargamento
delle
fratture
e
crolli
trasformando
progressivamente i condotti in
ambienti sempre più ampi che
unendosi hanno datovita a
veri e propri corsi d’acqua
Figura 8 – Resti fossili nella roccia
sotterranei scavando gallerie e
caverne. L’azione dell’acqua freatica verso l'alto, ha ridotto
gradualmente lo spessore di roccia che separava la cavità
dall'esterno, finché lo strato residuo, ormai assottigliato, è crollato
creando nella superficie profonde voragini.
Il sistema delle grotte
Le grotte di Castellana sono un insieme di cavità carsiche
sotterranee poco ramificate, originate dal corso di un antico fiume
sotterraneo. Il percorso inizia sotto la torre panoramica, alta 28
metri, dove sono due ascensori che in 25 secondi percorrono il
tratto dalla superficie al fondo della Grave, grandiosa voragine a
campana che nel fondo misura circa 100 metri x 50 e alta 62 metri,
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con un imboccatura di metri 12x14 alla sommità della volta. Il
complesso carsico è composto da cavernoni, di dimensioni e forme
diverse collegati da passaggi naturali e artificiali. Lateralmente al
percorso principale si diramano in più punti grotte minori, cunicoli e
caverne in alcune delle quali sono presenti ricchissime decorazioni
stalattitiche e stalagmitiche.
Il percorso nelle Grotte di Castellana
Il percorso prende inizio dalla prima caverna chiamata La Grave,
nome che le deriva dalla voragine profonda 62 metri detta grave nel
dialetto locale. Da questa voragine si è calato il geologo Franco
Anelli scopritore delle
grotte. La grotta viene
utilizzata, per la sua
perfetta
acustica
naturale, quale sede di
spettacoli
teatrali
e
concerti. Nel corso dei
millenni
le
acque
meteoriche, penetrando
nelle fessure della massa
rocciosa insieme dallo
scorrere di un fiume
sotterraneo
hanno
provocato l'erosione ed il
lento sfaldamento della
rocciosa
che
Figura 9 - La Grave e il gruppo dei Ciclopi crosta
costituiva l'arco naturale
della volta, facendolo crollare, ecco perché oggi dall'interno si può
ammirare l'azzurro del cielo. La grotta ha una base vastissima, sulla
19
Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana
caratterizzato da un soffitto del Corridoio è abbondante di
concrezioni disposte ad angolo retto con le pareti che scendono al
suolo. La volta piena, di
concrezioni
alabastrine
disposte a falda, é ricca di
stalattiti
di
modeste
dimensioni.
La
parete
sinistra é segnata dal
distacco provocato dalle
infiltrazioni di acqua su una
estesa falda di roccia. La
parete destra che non ha
subito
scrostamenti
si
presenta nella sua naturale
integrità ricca di concrezioni
cristalline e alabastrine. Il
corridoio è ricco di guglie e
pinnacoli
che
danno
all’ambiente le sembianze di
una
navata
di
una
Figura 12 - Corridoio dell'Angelo
cattedrale
Gotica.
Le
concrezioni ovunque hanno dato origine a numerose decorazioni in
stile Barocco.
Il percorso prosegue nella
Caverna della Civetta dove si
ammarino fastose decorazioni
di alabastro, una ha forma di
uccello notturno e un'altra di
medusa. Alzando gli occhi verso
l’alto si osservano pendere dal
Figura 13 - Concrezione della Civetta
22
soffitto una serie di stalattiti a
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raggiera che somigliano a trine e bellissimi merletti. Queste
concrezioni sono posti nello stesso asse di orientamento lungo il
quale si sviluppa tutto il sistema delle grotte. Alla base di alcune
concrezioni stalagmitiche si
riconosce una civetta che
dà il nome alla caverna.
Sulla parete sinistra vi sono
evidenti segni di antichi
crolli, i massi caduti sono al
centro
della
grotta
dividendola quasi in due. Il
percorso
prosegue
attraverso uno stretto
passaggio tra colonne e
stalagmiti sino ad entrare in
una piccola caverna, detta
Cavernetta del Presepe,
Figura 14 - Concrezione della Madonnina
all’interno della quale si può
ammirare una concrezione a forma di Madonnina che
prega. All’estremità della caverna si percorre il Corridoio del
Serpente nel quale ci si imbatte in un serpente calcareo che spunta
da una cavità della parete. Oltre passando il bivio del Piccolo
Paradiso si viene alla Caverna dell’Altare dove campeggiano alte e
sottilissime concrezioni stalattitiche e stalagmitiche simili a
trasparenti ceri disposti attorno ad un altare. Questo è il punto di
ricongiunzione dei due antichi corsi d'acqua del fiume
sotterraneo. Andando con lo sguardo dall’alto verso il basso di
osservano i passaggi scavati dalle acque, la più antica è quella
scavata più in alto, quella più recente sul fondo della caverna.
Successivamente, si percorre il Corridoio Nuovo, un piccolo
passaggio ricco di concrezioni, che conduce alla Caverna del
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che assomigliano ad un ricco Baldacchino. Il percorso continua
attraversando la profondità dell’Inferno, si tratta di un pozzo dalla
vertiginosa profondità 15 metri che viene superato grazie ad un
ponte sospeso, oltre superata il quale si entra nella caverna della
Colonna Rovesciata. La caverna è anche detta della Colonna
rovesciata, nella quale domina un’enorme monolito stalagmitico
caduto e inclinato la cui sommità giace sul pavimento al centro della
caverna che testimonia un remoto assestamento roccioso. Nella
caverna sono possibili ammirare numerose stalattiti eccentriche e
una concrezione che ricorda un altro monumento nazionale la Torre
di Pisa. Dietro la concrezione si trova una breve diramazione
laterale delle grotte, ricca di laghetti di cristalli e una grande varietà
di stalattiti a e cortine. L'incantevole Laghetto dei Cristalli, un
bacino di acque di stillicidio limpidissime caduta dalle stalattiti, che
permane sul fondo impermeabile del piccolo bacino, sulle pareti si
possono ammirare grandi cristalli scalenoedrici di calcite, cioè
cristalli di forma semplice costituita da otto facce triangolari scalene
in cui cristallizza tipicamente la calcite. Nelle acque del laghetto si
riflettono le numerose stalattiti eccentriche.
Figura 16 - Laghetto dei Cristalli
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Il colore bianco domina in tutte le sue sfumature, dall’avorio a
cereo, al niveo. Ma, la vera protagonista di uno spettacolo davvero
unico al mondo è la splendida colonna centrale, unica al mondo nel
suo splendore. Lo scenario fantastico della Grotta Bianca è di
incredibile bellezza e splendore per il quale la Grotta Bianca è
definita « la più bella e splendente grotta del mondo ».
Consigli ai visitatori
La visita alle Grotte di Castellana si snoda su due diversi itinerari,
pensati in base alle diverse esigenze e capacità dei visitatori, sono
previste soste, è consigliato portare una bottiglietta d'acqua. Alla
base della panoramica torre, alta 28 metri, sono sistemati gli
ascensori per la discesa al fondo della voragine. Si può scendere alla
prima voragine, la Grave, anche per una comoda scalinata di 110
gradini, ricavata da una galleria artificiale. All'interno delle grotte è
possibile organizzare tour anche in lingua straniera. L’itinerario
completo lungo 3 chilometri, durata 120 minuti circa; l’itinerario
parziale, lungo 1 chilometro, dura 50 minuti circa più indicato anche
per i bambini. Non è possibile scendere con passeggini ed
attrezzature varie, ma per i bimbi fino a 10kg vengono forniti dei
marsupi ai genitori direttamente all’acquisto dei biglietti. Il percorso
è agevolmente percorribile e con la presenza esperta di guide
multilingue. Le grotte sono illuminate con grande sapienza.
La temperatura degli ambienti sottorranei scende tra i 14° e i 18°, il
tasso di umidità è superiore al 90% è consigliabile una giacca a
vento, non solo per la temperatura ma anche e sopratutto per
l’umidità. Stesso consiglio vale per le scarpe che devono essere da
ginnastica o con suola piatta di gomma. Alcuni passaggi sono
davvero stretti e scivolosi anche se tutto è adeguatamente
illuminato e messo in sicurezza.
Le grotte, infatti continuano a
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