Acea Distribuzione S.p.A.
Direzione Operazioni
Unità Materiali, Appalti e Patrimonio
Unità Unificazione Impianti e Materiali
Specifica Tecnica
DMT9
Edizione 2, Febbraio 2008
RILEVATORE DI GUASTO DIREZIONALE E DI PRESENZA
TENSIONE (RGDAT) PER CABINA SECONDARIA
Elaborato da
Daniele Giustini
Respons. U. Unificazione I. & M. Respons. U. Materiali, Appalti e Patrimonio
Roberto Bevilacqua
Rodolfo Lenci
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SOMMARIO
1
2
3
4
OGGETTO ....................................................................................................................... 3
NORME DI RIFERIMENTO ......................................................................................... 3
GENERALITÀ ................................................................................................................. 4
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE....................................................................... 5
4.1
Caratteristiche elettriche ........................................................................................... 7
4.1.1
4.1.2
4.1.3
4.1.4
4.1.5
4.1.6
4.2
4.2.1
4.2.2
4.2.3
4.2.4
4.3
4.4
4.4.1
4.4.2
5
6
Circuiti di rilevazione .............................................................................................. 13
Circuito per la rilevazione direzionale del guasto singolo monofase a terra ....................... 13
Circuito per la rilevazione del corto circuito tra le fasi ....................................................... 14
Circuito per la rilevazione del guasto doppio monofase a terra .......................................... 15
Circuito per la rilevazione presenza/assenza della tensione MT ......................................... 15
Uscite ed ingressi logici ........................................................................................... 16
Programmazione / configurazione del dispositivo ................................................... 17
Funzionalità di configurazione ........................................................................................... 17
Funzionalità di monitoraggio e diagnostica ........................................................................ 17
DOCUMENTAZIONE TECNICA ............................................................................... 17
PROVE DI TIPO E DI ACCETTAZIONE ................................................................. 18
6.1
Prove di tipo ............................................................................................................. 19
6.1.1
6.1.2
6.1.3
6.1.4
6.1.5
6.1.6
6.2
6.2.1
6.2.2
6.2.3
7
8
9
Alimentazione ....................................................................................................................... 8
Caratteristiche dei trasduttori di corrente .............................................................................. 8
Connessione con i trasduttori di corrente ............................................................................ 10
Caratteristiche delle prese capacitive dei quadri MT .......................................................... 10
Connessioni per il prelievo dei segnali di tensione ............................................................. 11
Connessione all’Unità Periferica di Telecontrollo e caratteristiche .................................... 11
Esame a vista ...................................................................................................................... 19
Prove di rigidità dielettrica e d’isolamento ......................................................................... 19
Verifica di tutte le funzioni ................................................................................................. 19
Prove di alimentazione fuori limite..................................................................................... 27
Prova di comportamento termico ........................................................................................ 28
Prove d’immunità ............................................................................................................... 28
Prove di accettazione ............................................................................................... 29
Esame a vista ...................................................................................................................... 29
Prove di rigidità dielettrica ................................................................................................. 29
Prova d’isolamento ............................................................................................................. 29
COLLAUDO ................................................................................................................... 29
GARANZIA .................................................................................................................... 30
ALLEGATI ..................................................................................................................... 31
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1
OGGETTO
La presente specifica tecnica ha per oggetto i rilevatori di guasto direzionale e di
presenza tensione (RGDAT), destinati a essere installati a bordo di scomparti di media
tensione per cabine elettriche secondarie della rete di distribuzione.
La specifica stabilisce le caratteristiche tecniche nominali, i requisiti per la
costruzione, le modalità delle prove, nonché le regole per il collaudo e le garanzie.
2
NORME DI RIFERIMENTO
Le leggi e norme sotto riportate si intendono comprensive di successivi
aggiornamenti e varianti, e quindi nel testo in vigore alla data dell'ordine, sempre che
tali innovazioni normative non siano in contrasto con la presente specifica. I riferimenti
alla medesima normativa, citati nel seguito della presente specifica, sono suscettibili di
conseguenti modifiche, in congruità a tali aggiornamenti e varianti.
a) D. Lgs. 4 dicembre 1992, n. 476 “Attuazione della direttiva 89/336/CEE
del Consiglio del 3 maggio 1989 , in materia di ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità
elettromagnetica, modificata dalla direttiva 92/31/CEE del Consiglio del
28 aprile 1992”;
b) D.Lgs. 12 novembre 1996, n. 615 “Attuazione della direttiva 89/336/CEE
del Consiglio del 3 maggio 1989, in materia di ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità
elettromagnetica, modificata ed integrata dalla direttiva 92/31/CEE del
Consiglio del 28 aprile 1992, dalla direttiva 93/68/CEE del Consiglio del
22 luglio 1993 e dalla direttiva 93/97/CEE del Consiglio del 29 ottobre
1993”;
c) D.M. del 30/12/1993 “Elenco delle norme armonizzate sulla compatibilità
elettromagnetica”;
d) Norma CEI 20-22/2 “Prove di incendio su cavi elettrici - Parte 2: Prova di
non propagazione dell'incendio”;
e) Norma CEI EN 50081-2 “Compatibilità elettromagnetica. Norma generica
sull'emissione - Parte 2: Ambiente industriale”;
f) Norma CEI EN 50082-2 “Compatibilità elettromagnetica - Norma
generica sull’immunità - Parte 2: Ambiente industriale”;
g) Norma CEI EN 50160 “Caratteristiche della tensione fornita dalle reti
pubbliche di distribuzione dell’energia elettrica”;
h) Norma CEI EN 60068-2-1 “Prove ambientali – Parte 2: Prove - Prova A:
Freddo”;
i) Norma CEI EN 60068-2-2 “Procedure di prova ambientali di base Parte
2: Prove - Prova B: Calore secco”;
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j)
k)
l)
m)
n)
o)
p)
q)
r)
3
Norma CEI EN 60068-2-14 “Prove ambientali Parte 2: Prove - Prova N:
Cambio di temperatura”;
Norma CEI EN 60068-2-30 “Prove ambientali Parte 2: Prove - Prova Db:
Caldo umido, ciclico (ciclo di 12h + 12h) a”;
Norma CEI EN 60068-2-33 “Prove ambientali Parte 2: Prove - Guida alle
prove di cambio di temperatura”;
Norma CEI EN 60068-2-78 “Prove ambientali Parte 2-78: Prove - Prova
Cab: Caldo umido, regime stazionario”;
Norma CEI EN 60068-3-1 “Prove ambientali Parte 3: Informazioni di
base
Sezione 1: Prove di freddo e di caldo secco”;
Norma CEI EN 60068-3-4 “Prove ambientali Parte 3-4: Documenti di
supporto e guida - Prove di caldo umido”;
Norma CEI 70-1 (EN 60529) “Gradi di protezione degli involucri (Codice
IP)”;
Norma CEI EN 61810-1 “Relè elementari elettromeccanici Parte 1:
Requisiti generali e di sicurezza”;
Norma UNI 7687 “Viti a testa cilindrica con calotta ed impronta a croce.
Filettatura metrica ISO a passo grosso. Categoria A.”;
GENERALITÀ
L’RGDAT è un dispositivo previsto per essere istallato negli scomparti “linea”,
motorizzati e non, e negli scomparti “utente” delle cabine secondarie.
Lo scopo del componente è di fornire la segnalazione locale e a distanza dei cortocircuito e dei guasti verso terra che possono verificarsi nelle linee di distribuzione e
linee dell’utente esercite a media tensione, oltre alla presenza/assenza della tensione di
alimentazione e alla misura della corrente di fase.
Tramite l’RGDAT è possibile localizzare il tronco di rete affetto da guasto. Esso
rileva, per mezzo di trasduttori di corrente apribili istallati sui cavi MT in arrivo negli
scomparti e utilizzando i segnali di tensione forniti dai divisori di tensione capacitivi
normalmente alimentanti le lampade indicatrici di presenza tensione, il verificarsi dei
seguenti eventi sulla linea MT sotto controllo:
• passaggio di sovracorrenti di fase superiori a una soglia Ipol = 600÷900 A
regolabile con gradini di 50 A;
• passaggio di correnti omopolari dovute a guasto doppio monofase a terra
superiori a una soglia I2t = 100÷200 A regolabile con gradini di 50 A;
• passaggio di correnti residue, in presenza di tensione omopolare, dovute
a guasto singolo monofase a terra a valle del dispositivo, con possibilità
di invertire il senso di rilevamento;
• presenza o assenza di tensione su tutte e tre le fasi MT;
• misura della corrente di fase.
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L’RGDAT deve poter funzionare indistintamente sia su reti con neutro isolato sia
su reti con neutro compensato, senza necessità di modifiche alle predisposizioni nel
passaggio da una configurazione di rete all’altra.
Il dispositivo RGDAT deve rilevare, tramite pre-taratutra in fabbrica, condizioni
di guasto a valle del punto di installazione rispetto al normale verso di alimentazione
della linea.
Il dispositivo viene installato sugli scomparti “linea” della cabina secondaria, ed
essendo questa inserita solitamente in configurazione ad anello, almeno un dispositivo
deve rilevare condizioni di guasto a valle. Per soddisfare questo requisito in tutte le
condizioni di alimentazione della linea MT, viene richiesta una funzionalità specifica
detta “inversione”. L’inversione di direzione deve poter essere comandata a distanza
attraverso l’Unità Periferica di Telecontrollo (UPT).
I passaggi della corrente di guasto devono essere segnalati localmente, mediante
l’accensione di led sul fronte del dispositivo, e a distanza, mediante la chiusura
contemporanea di due contatti elettrici distinti: uno per le sovracorrenti dovute a guasti
polifase o doppio monofase a terra, uno per le correnti residue per guasto singolo
monofase a terra a valle del dispositivo, cioè lato linea nella configurazione di
alimentazione “normale” o lato sbarra quando, con alimentazione “di rovescio”, viene
attivata l’inversione di direzione. Qualora quest’ultima sia attiva deve essere segnalata
localmente mediante un led. Anche l’assenza di tensione deve essere segnalata
localmente, attraverso lo spegnimento di tre led indipendenti per le tre fasi posti sul
fronte del dispositivo e normalmente indicanti, se accesi, la presenza tensione su
ciascuna fase, e a distanza, tramite la chiusura di un ulteriore terzo contatto elettrico.
I segnali vengono inviati all’Unità Periferica di Telecontrollo (UPT) o al
Concentratore oppure ad altro dispositivo idoneo alla loro trasmissione: l’UPT li
elabora, li registra cronologicamente e li invia al Centro di telecontrollo della rete per la
ricerca e l’isolamento del tronco guasto o per coadiuvare l’azione di manutenzione della
rete MT; il Concentratore o altro dispositivo di trasmissione, invece, li trasmettono a
detto Centro per segnalare lo stato di guasto e/o di presenza tensione.
4
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
L’RGDAT deve essere alloggiato in un contenitore di acciaio o altro metallo
equivalente dal punto di vista della compatibilità elettromagnetica.
Il contenitore, che deve avere dimensioni massime 250 × 200 mm, deve essere
realizzato in esecuzione sporgente, per fissaggio verticale mediante 4 viti disposte
secondo la dima di fissaggio riportata a pag. 5 degli allegati. Il detto contenitore deve
essere dotato di un coperchio facilmente asportabile.
L’RGDAT deve essere fornito completo delle 4 viti di fissaggio M5, secondo
norma UNI 7687, realizzate in acciaio inox e di lunghezza idonea a farle sporgere di una
misura compresa tra 5 e 10 mm dal fondo del predetto contenitore, e predisposto con
apposito morsetto per il collegamento a terra tramite conduttore di protezione.
Per il rilevamento locale dei guasti e della presenza tensione devono essere
previsti otto led, rispettivamente:
• uno, di colore giallo, per la segnalazione locale di guasto polifase, ossia
dell’eccitazione del relé di massima corrente di fase;
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• uno, di colore arancione, per la segnalazione locale di guasto doppio
monofase a terra, ossia dell’eccitazione del relé di massima corrente
omopolare (questa funzione può essere accorpata in un unico led insieme
a quella di cui al precedente, purché a luce intermittente anziché fissa);
• uno, di colore rosso, per la segnalazione locale di un guasto singolo
monofase a terra a valle del dispositivo, ossia dell’eccitazione del relé
direzionale di terra (normalmente lato linea se non è attiva l’inversione di
direzione);
• uno, di colore bianco, per la segnalazione locale di attivazione della
funzione di inversione del relè direzionale di terra;
• tre, di colore verde, per la segnalazione locale di presenza tensione sulle
tre fasi della linea MT;
• uno, di colore rosso lampeggiante, per la segnalazione locale di anomalia
interna.
I primi tre led (arancione, giallo e rosso), che segnalano i guasti di massima
corrente e/o di terra, devono memorizzare l’ultimo intervento verificatosi.
Il successivo intervento di una delle altre soglie, rispettivamente di massima
corrente di fase o di massima corrente omopolare o di guasto singolo monofase
(direzionale di terra), azzera la memorizzazione dell’evento precedente se questo è di
tipo diverso. Tutte le memorizzazioni vengono cancellate o allo spegnimento
dell’apparato oppure, in seguito all’interruzione dell’alimentazione per guasto o
manovra di rete, al ritorno della terna di tensioni sulla linea MT inerente il medesimo
apparato per almeno 250 ms.
Ciascuno dei tre led verdi è associato alla presenza di tensione sulla
corrispondente fase, secondo quanto descritto nella seguente figura 1.
VR,S,T
80% Vn
20% Vn
t
stato led verde
acceso
spento
t
Figura 1
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Accanto a ogni led deve essere posta una scritta, esplicativa della funzione che
assolve, come indicato nella tabella 1, stampata in modo indelebile sul contenitore
metallico con caratteri di altezza minima 5 mm.
Colore LED
giallo
arancione
(giallo interm.)
rosso
Scritta
51
bianco
INV. 67N
verde
V4
verde
V8
verde
rosso
lampeggiante
V 12
51 N
67N
ANOMALIA
Tabella 1
Deve essere prevista l’uscita di tre cavi dall’RGDAT, uno dal suo lato superiore e
diretto all’UPT o al Concentratore, tramite connettore da pannello cavo-RGDAT,
circolare a 14 poli con contatti maschio (pag. 4 degli allegati), e gli altri due dal lato
inferiore dedicati alle connessioni con i trasduttori di corrente e con i partitori capacitivi.
Per le uscite di questi ultimi devono essere utilizzati idonei passacavo.
Globalmente l’RGDAT deve soddisfare un grado di protezione IP3X, come da
norma CEI 70-1 (EN 60529), anche dopo eventuali fori realizzati sul contenitore per
l’alloggiamento dei led sopra riportati, del connettore da pannello cavo-RGDAT e dei
passacavo.
4.1
Caratteristiche elettriche
Le condizioni della rete e le caratteristiche degli scomparti MT muniti di RGDAT
sono le seguenti:
− Tensione nominale
24 kV
− Tensione di esercizio
20 e 8,4 kV
− Numero delle fasi
3
− Frequenza nominale
50 Hz
− Corrente nominale in servizio continuo
400 A
− Corrente nominale ammissibile di breve durata per 1s:
25 kA
− Corrente nominale ammissibile di picco (limite dinamica):
62,5 kAcr
− Corrente massima di guasto a terra monofase
500 A
L’RGDAT viene istallato all’interno delle cabine elettriche secondarie e le
condizioni ambientali cui si trova a lavorare sono:
− Temperatura d’esercizio
- 5 ÷ + 40 °C
− Temperatura di magazzinaggio
- 10 ÷ + 50 °C
− Umidità relativa
≤ 90 %
− Pressione atmosferica
70 ÷ 110 kPa
− Altitudine s.l.m.
< 1000 m
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4.1.1
Alimentazione
La tensione di alimentazione deve essere di 24 V in corrente continua, con il
circuito di alimentazione isolato da terra; il corretto funzionamento del dispositivo deve
essere garantito nel campo ± 20% della tensione nominale, anche in presenza di una
eventuale componente alternata di ampiezza < 10 % della tensione di alimentazione. Per
valori della tensione di alimentazione tali da non garantire il corretto funzionamento del
dispositivo, questo non deve emettere nessuna segnalazione impropria, locale e a
distanza.
L’RGDAT deve essere protetto contro l’inversione della polarità della tensione di
alimentazione e viene alimentato in tampone tramite le batterie di accumulatori presenti
nell’UPT o nel Concentratore.
L’RGDAT in assenza di guasti e in presenza o assenza di tensione MT, deve avere
un auto-consumo ≤ 3 W.
4.1.2
Caratteristiche dei trasduttori di corrente
I trasduttori di corrente sono parte integrante dell’RGDAT, devono essere del tipo
con primario a cavo passante, apribili e predisposti per consentire un facile montaggio e
fissaggio anche su cavi già installati. Il materiale di cui sono composti i trasduttori deve
essere anticorrosivo.
Trasduttori di corrente di fase
I trasduttori di corrente per la rilevazione della corrente di fase devono potersi
istallare su cavi unipolari MT aventi diametro ≤ 45 mm, a ognuno dei quali viene
affiancata una corda in rame isolata da 25 mm² per la messa a terra dello schermo del
cavo.
I trasduttori di corrente di fase devono essere dimensionati per poter sopportare le
sollecitazioni conseguenti alle seguenti condizioni di funzionamento:
− corrente nominale su ogni cavo
400 A
− corrente termica di corto circuito
25 kA
− corrente dinamica di cresta
62,5 kAcr
Trasduttore di corrente omopolare
Il trasduttore di corrente omopolare deve poter essere istallato su terne di cavi MT
aventi D ≤ 110 mm.
Le caratteristiche del trasduttore di corrente omopolare, o di quelli di fase se usati
per la misura della corrente omopolare, devono essere tali da poter localizzare il guasto
anche con una corrente omopolare aventi le seguenti caratteristiche:
− ampiezza componente unidirezionale
707 A
− costante di tempo componente unidirezionale
150 ms
− valore efficace componente simmetrica
500 A
Per rendere uniformi le condizioni di installazione e svincolarle dal verso
dell’energia all’atto della messa in opera del dispositivo, si conviene che il sensore di
corrente omopolare venga installato sempre con il punto identificativo del primario (P1)
verso l’alto (lato sbarre) del quadro MT di cabina secondaria. Con tale posizionamento
del sensore e in assenza di inversione, come pre-tarato in fabbrica, l’RGDAT deve
presentare il senso di intervento in uscita dalle sbarre MT.
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L’operatore del telecontrollo provvede a invertire a distanza il verso di intervento,
a seconda delle condizioni di alimentazione della cabina.
Il trasduttore di corrente omopolare può generare in uscita una corrente di errore,
per corrente residua nulla. Nelle configurazioni che seguono, atte a determinare l’errore
indotto, si è considerato un circuito monofase che attraversa perpendicolarmente il
toroide; ciò in quanto la considerazione di tre fasi comporterebbe un’elevata aleatorietà
di errore conseguente all’azione contemporanea di tre campi magnetici sul toroide.
La detta corrente di errore può essere dovuta a:
• errori di centratura e di simmetria dei 3
cavi passanti rispetto all’asse del toroide
considerando un singolo conduttore che entra
ed esce dal toro con una corrente applicata di
200 A, il segnale di errore in uscita dal
sensore deve corrispondere a una corrente
primaria non superiore a 0,6 A,
indipendentemente dalla distanza “d” tra il
centro del toro e il centro di simmetria dei 2
conduttori e indipendentemente dalla
posizione angolare (α) del traferro sul piano
del toro;
• posizione angolare del traferro sul piano
ortogonale ai cavi passanti
considerando un singolo conduttore che entra
ed esce dal toro ed è posizionato al centro del
toro stesso con una corrente applicata di 200
A, il segnale di errore in uscita dal sensore
deve corrispondere a una corrente primaria
non superiore a 0,2 A, indipendentemente
dalla posizione angolare (α) del traferro;
• correnti indotte dai cavi paralleli delle linee
adiacenti esterne al toroide
considerando un conduttore percorso da una corrente di 200 A, esterno al
toro e parallelo all’asse dello stesso, il segnale di errore in uscita dal
sensore deve corrispondere a una corrente primaria non superiore a 0,3
A, alla distanza di 50 mm tra il bordo esterno del toro e l’asse del
conduttore,
indipendentemente dalla
posizione angolare (α) del
traferro sul
piano del toro;
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4.1.3
Connessione con i trasduttori di corrente
All’interno dell’RGDAT deve essere predisposta una morsettiera (M1 alla pag. 2
degli allegati) idonea ad accogliere conduttori aventi S ≤ 2,5 mm² destinati al
collegamento con i trasduttori di corrente. Tale cablaggio deve essere realizzato tramite
cavi unipolari aventi sezione pari a 1,5 o 2,5 mm², tensione nominale ≥ 300/500 V,
caratteristica di non propagazione dell’incendio secondo Norma CEI 20-22 II, e
comprende:
• n. 2 cavallotti, in cavo unipolare, per l’interconnessione dei morsetti di
terra di ogni trasduttore di corrente così da realizzare un nodo di correnti;
ogni cavallotto deve avere lunghezza pari a 50 cm;
• n. 1 cavallotto, in cavo unipolare, per la connessione a terra del nodo di
correnti, di lunghezza pari a 1 m;
• n. 1 collegamento tra la morsettiera M1 dell’RGDAT, i morsetti di linea
di ogni trasduttore di corrente e il nodo di correnti; questo collegamento
deve essere adeguato al caso di installazione dei trasduttori di corrente in
fondo allo scomparto, quindi di lunghezza minima 3,5 m; deve essere
costituito da n. 4 cavi unipolari da raggruppare e inserire entro un
dispositivo di protezione flessibile tipo calza “rilsan”.
I conduttori devono avere isolante di colore nero ed essere dotati di terminazioni
pre-isolate adatte al tipo di connessione prevista e di contrassegni di identificazione e
riferimento allo schema di cablaggio realizzato dal Fornitore e inserito nella
documentazione a corredo di ciascun quadro. Sulla terminazioni deve essere prevista
una numerazione di colore bianco indicante la dicitura della morsettiera e del numero
del morsetto (es. M1-1).
Per i collegamenti del circuito verso terra (tra trasduttori di corrente e terra) si
devono utilizzare conduttori con S = 1 mm², isolante di colore giallo-verde e
terminazioni verso terra ad occhiello per bulloni ∅ = 10 mm;
Per le connessioni sui trasduttori deve essere previsto un sistema con contatti
dotati di dispositivo contro le sconnessioni involontarie.
4.1.4
Caratteristiche delle prese capacitive dei quadri MT
Il dispositivo deve garantire il suo corretto funzionamento in presenza di partitori
capacitivi caratterizzati dai seguenti parametri di funzionamento, con riferimento alla
figura 2:
Xrgdat
• tensione
ripartita
V2
(rilevabile
alle
prese
Irgdat
attraverso un voltmetro con
impedenza di ingresso di
almeno 10 MΩ) variabile tra
Xc1
Xc2
60 V e 400 V;
• reattanza capacitiva Xc1 di
valore variabile tra 200 MΩ
V2
e 400 MΩ ± 10%(a 50 Hz);
Figura 2
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• la combinazione di tale valore di Xc1 con quello della reattanza Xc2
(misurata con partitore istallato sul quadro) deve permettere, comunque,
il funzionamento del dispositivo, ossia essere tale da poter ottenere, con
una tensione V1 variabile tra il 20% e il 110% del suo valore nominale
(V1n), un valore della corrente di uscita (Irgdat), che si richiude sul circuito
d’ingresso dell’RGDAT, compreso tra ≅ 12,5 e 63 μA;
• gli scostamenti delle tre tensioni alle prese (V2) rispetto ai valori
nominali, dovute a differenze dei valori delle capacità e ad accoppiamenti
parassiti tra i tre partitori, debbono essere inferiori al 30% per quanto
riguarda l’ampiezza e a 15° per quanto riguarda la fase.
In fase di attivazione del dispositivo deve essere effettuata una calibrazione delle
misure prelevate agli ingressi dei 3 partitori capacitivi per compensare gli scostamenti di
tensione V2 sopra citate. Tale calibrazione deve essere effettuata attraverso una
procedura software automatica da terminale di configurazione.
4.1.5
Connessioni per il prelievo dei segnali di tensione
I segnali di tensione sono prelevati dai divisori capacitivi già predisposti sui
quadri MT, utilizzando le prese a spina della parte fissa del dispositivo di
presenza/assenza tensione. Questo dispositivo è descritto nella specifica tecnica Acea
DMT10. Le connessioni per il prelievo dei segnali di tensione devono essere
predisposte utilizzando sei spinotti descritti nella specifica tecnica predetta e tre cavi
schermati di sezione ≥ 2 × 0,5 mm² e di lunghezza pari a 3 m.
Le connessioni suddette devono essere attestate sulla morsettiera M1 come
indicato a pag. 2 degli allegati.
In fase di costruzione deve essere previsto un adeguato provvedimento, atto a
garantire la sicurezza del personale operante, contro i contatti diretti in caso di
cedimento dell’isolamento dei partitori capacitivi, quale ad esempio un dispositivo
limitatore di sovra-tensioni fra l’elettrodo di accoppiamento di ciascuno di tali partitori e
la massa dello scomparto MT.
4.1.6
Connessione all’Unità Periferica di Telecontrollo e caratteristiche
All’interno del RGDAT deve essere predisposta una morsettiera, oltre a quella
citata ai precedenti p. 4.1.3 e 4.1.5, denominata M2 (pag. 2 degli allegati) idonea ad
accogliere conduttori di sezione fino a 2,5 mm², cui va attestato un cavetto 9 × 1 mm2,
per il collegamento su di un connettore da pannello con contatti maschio, posto
sull’involucro dell’RGDAT, compreso nella fornitura e riportato a pag. 4 degli allegati.
Per il collegamento elettrico tra RGDAT e UPT (alimentazione del dispositivo e
trasferimento delle segnalazioni) deve essere fornito un cavo (pag. 2 degli allegati) tipo
H05VV-F, avente lunghezza ≥ 8 m e formazione 9 × 1 mm²; un’estremità del cavo deve
essere equipaggiata con la parte volante del connettore cavo-UPT rettangolare a 9 poli
con contatti maschio indicato a pag. 3 degli allegati; l’altra estremità del cavo deve
essere equipaggiata con connettore volante cavo-RGDAT circolare a 14 poli con
contatti femmina irreversibile (il pin n. 14 deve essere polarizzato), indicato a pag. 4
degli allegati; ciascun conduttore del cavo deve essere dotato di terminazioni a puntale
nonché di contrassegni di identificazione e di riferimento allo schema di cablaggio
realizzato dal Fornitore.
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I connettori devono essere realizzati in materiale isolante di adeguate
caratteristiche elettriche e meccaniche; devono essere completi di pressa-cavo ed
equipaggiati con i contatti, descritti a pag. 3 e 4 degli allegati. Per quanto concerne il
connettore volante cavo-UPT con contatti di tipo maschio (quelli di tipo femmina
equipaggiano la parte fissa installata sulla UPT, non compresa in fornitura), i contatti di
tipo femmina del connettore volante cavo-RGDAT e quelli di tipo maschio del
connettore da pannello sull’RGDAT, questi debbono essere in grado di accogliere
conduttori di sezione fino a 2 mm² e garantire le caratteristiche di seguito riportate:
− tensione nominale d’esercizio
24 Vcc
− portata nominale
13 A
− caduta di tensione su una coppia maschio-femmina
percorsa da una corrente di 5 A
≤ 50mV
− forza di inserzione-estrazione
0,4÷10 N/contatto
Le caratteristiche del cavo devono essere le seguenti:
− tensione nominale
300/500V
− formazione
9 × 1 mm²
− conduttori a corda flessibile di rame ricotto non stagnato
− isolante in PVC di qualità R2
− diametro esterno (sull’isolante) delle anime
≤ 3 mm
− distinzione delle anime, mediante colori, secondo tabella CEI-UNEL 725
− guaina in PVC di qualità Rz
− caratteristiche di non propagazione dell’incendio secondo norma CEI 20-22/2
Su ambedue le estremità del cavo deve essere applicato un dispositivo di
contrassegno a cinturino, in PVC, sul quale va apposta, in fase di posa in opera,
l'indicazione del numero e della denominazione dello scomparto cui si riferisce.
Tutti i componenti della connessione sopra descritti devono essere dimensionati e
realizzati in modo da garantire il corretto funzionamento del dispositivo.
I contatti dei relè per la segnalazione a distanza del superamento delle soglie
debbono essere in grado di commutare piccole correnti e avere le seguenti
caratteristiche:
− portata nominale
≥2A
− potere d’interruzione a 24 Vcc (con L/R = 40 ms)
≥ 0,1 A
− numero di manovre elettriche garantito
≥ 105
− numero di manovre meccaniche garantito
≥ 106
La misura di corrente deve essere prelevata da uno dei trasduttori di corrente di
fase e convertita, per l’invio all’Unità Periferica di Telecontrollo (UPT), in un valore
analogico di corrente compreso in uno dei due campi sotto elencati:
− livello di uscita (morsetti 4 e 7 a pag. 2 degli allegati)
± 5mA
(sovracc. ± 20%)
− livello di uscita (morsetti 4 e 7 a pag. 2 degli allegati)
4÷20 mA
(sovracc.+20%)
− precisione
± 10%
Ambedue i poli di uscita verso l’ U.P.T. per la trasmissione di tale misura devono
essere svincolati dalla massa.
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I moduli del dispositivo RGDAT con capacità elaborativa devono sviluppare, alla
messa in servizio e ciclicamente, compatibilmente con le esigenze di funzionamento,
attività di autodiagnosi. Tale attività deve comprendere la verifica della correttezza dei
dati e del programma, nonché del proprio hardware. L’eventuale anomalia riscontrata
deve produrre:
− l’apertura di tutte le uscite, compresa quella relativa al segnale di Presenza
Tensione (TS V) che, in tal caso, viene forzato nello stato OFF;
− la segnalazione locale di guasto mediante accensione dell’apposito led rosso
lampeggiante.
4.2
Circuiti di rilevazione
Il funzionamento dell’apparecchiatura deve essere garantito con presenza di
tensione di fase di valore superiore al 60% del valore nominale su tutte le fasi per
almeno 1 sec. Se detta tensione non persiste per un intervallo di tempo ≥ 1 sec,
l’RGDAT non deve emettere alcun segnale in uscita.
Il dispositivo deve poter funzionare correttamente anche se installato su reti aventi
contenuto armonico totale in tensione pari a T.H.D. ≤ 0,2 %, con 5ª armonica < 0,1%.
4.2.1 Circuito per la rilevazione direzionale del guasto singolo monofase a terra
La funzione è quella di rilevare il verificarsi di guasti a terra monofasi sia su reti a
neutro isolato sia a neutro compensato (ad es. con “bobina di Petersen”), senza necessità
di modificare le predisposizioni nel passaggio da un tipo di rete all’altro, e deve essere
indipendente dal verso di alimentazione.
Il dispositivo deve rilevare anche guasti a terra, a valle del punto di istallazione,
conseguenti a manovre di chiusura su guasto. La suddetta condizione di guasto deve
essere riconosciuta anche quando non fosse presente tensione nelle prese capacitive
prima della chiusura su guasto (energizzazione delle prese conseguente alla chiusura
dell’organo di manovra).
Il principio di individuazione del guasto a terra deve basarsi sulla rilevazione dei
moduli e delle fasi di corrente e di tensione omopolare con settori di intervento
caratteristici.
La rilevazione del guasto a terra deve essere garantita fino a valori di resistenza di
guasto tali da determinare, in condizioni di regime:
1) una tensione omopolare (V0) pari ad un valore tarabile (tramite
configurazione locale con PC) almeno nel campo 1 ÷ 16 % (± 15% sul
valore impostato), con un gradino 1 %, della tensione di fase V1n;
2) una corrente omopolare residua (I0), misurata dal TA omopolare, regolabile
(tramite configurazione locale con PC) da 1 a 6 A (± 15% sul valore
impostato), con un gradino 0,5 A.
3) uno sfasamento relativo (α) tra tensione omopolare e corrente omopolare
che rientra nei seguenti settori di intervento (considerando le modalità di
inserzione specificate nel precedente p. 3):
•
•
settore di intervento senza inversione (default)
settore di intervento con inversione
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60° ≤ α ≤ 255°
240° ≤ α ≤ 75°
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•
precisione per tensioni omopolari nel campo
1÷120 % V1n e correnti omopolari nel campo 1÷150 A
± 2°
• isteresi all’uscita del settore
3°
l’effetto dell’inversione deve essere quello di ruotare il settore d’intervento
di un angolo pari a 180° come riportato in figura 3.
Figura 3
La condizione di segnalazione deve corrispondere alla contemporanea presenza
delle tre precedenti condizioni.
Nel caso di valori di resistenza di guasto superiore, o comunque per guasti a terra
tali da non verificare le condizioni di intervento, il dispositivo non deve emettere alcuna
segnalazione.
Non devono essere sicuramente rilevati i guasti che hanno una durata inferiore a
40 ms, mentre devono essere sicuramente rilevati quelli che hanno una durata ≥ 80 ms;
il tempo totale d’intervento della segnalazione deve essere ≤ 150 ms e il tempo di
ricaduta ≤ 100 ms; sono ammessi errori sui tempi pari ± 20 ms.
I tempi di intervento devono essere misurati dall’istante di inizio del guasto
all’istante di emissione del segnale di uscita. L’istante di inizio guasto è definito come
l’istante in cui le tre condizioni sopraddette risultano contemporaneamente verificate.
Per guasti in cui la tensione omopolare raggiunga il valore impostato in un tempo
maggiore della durata del guasto sicuramente da rilevare, è ammesso un tempo
d’intervento corrispondentemente allungato.
In caso di guasto con archi a terra intermittenti, il dispositivo deve dare
segnalazioni corrette nel rispetto dei tempi d’intervento sopra menzionati.
La segnalazione del guasto è fornita all’unità periferica di telecontrollo (UPT)
mediante chiusura di un contatto collegato al morsetto 5 della morsettiera M2, mentre il
comando inversione è inviato dall’UPT al morsetto 8 della stessa morsettiera, tramite il
connettore circolare maschio a 14 poli (vedi allegati).
4.2.2
Circuito per la rilevazione del corto-circuito tra le fasi
La funzione è quella di rilevare il verificarsi di guasti polifase.
Il dispositivo deve rilevare sovracorrenti oltre la soglia prefissata, anche
conseguenti a manovre di chiusura su guasto, e anche partendo da condizioni di assenza
di corrente e di tensione nel punto di installazione dell’RGDAT.
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La soglia di segnalazione (Ipol), misurata dai TA di fase, deve essere regolabile tra
600 ÷ 900 A ± 10%, con gradini di 50 A; non devono essere sicuramente rilevati i guasti
che hanno una durata < 40 ms, mentre devono essere sicuramente rilevati quelli che
hanno una durata ≥ 80 ms.
Il tempo totale d’intervento massimo della segnalazione deve essere ≤ 120 ms per
I = 1,5 × Ipol e ≤ 100 ms per I = 2 × Ipol; i tempi d’intervento per la chiusura su guasto a
partire da assenza di corrente nei TA non hanno nessuna variazione rispetto a quanto
sopra indicato. Il tempo di ricaduta deve essere ≤ 80 ms; sono ammessi errori sui tempi
pari ± 20 ms.
I tempi di intervento devono essere misurati dall’istante di inizio del guasto
all’istante di emissione del segnale di uscita. L’istante di inizio guasto è definito come
l’istante in cui la I supera la soglia prefissata.
La segnalazione del guasto è fornita all’unità periferica di telecontrollo (UPT)
mediante chiusura di un contatto collegato al morsetto 2 della morsettiera M2, tramite il
connettore circolare maschio a 14 poli (vedi allegati).
4.2.3
Circuito per la rilevazione del guasto doppio monofase a terra
La funzione è quella di rilevare il verificarsi del guasto doppio monofase a terra
sia su reti a neutro isolato sia a neutro compensato, senza necessità di modificare le
predisposizioni nel passaggio da un tipo di rete all’altro.
Il dispositivo deve rilevare sovracorrenti oltre la soglia prefissata, anche
conseguenti a manovre di chiusura su guasto, e anche partendo da condizioni di assenza
di corrente e di tensione nel punto di installazione dell’RGDAT.
La soglia di segnalazione adirezionale (I2t), misurata dal TA omopolare, deve
essere regolabile tra 100 ÷ 200 A ± 10 %, con gradini di 50 A; non devono essere
sicuramente rilevati i guasti che hanno una durata < 40 ms, mentre devono essere
sicuramente rilevati quelli che hanno una durata ≥ 80 ms.
Il tempo totale d’intervento massimo della segnalazione deve essere ≤ 120 ms per
I = 1,2 × I2t e ≤ 100 ms per I = 2 × I2t; il tempo di ricaduta deve essere ≤ 80 ms; e sono
ammessi errori sui tempi pari ± 20 ms.
I tempi di intervento devono essere misurati dall’istante di inizio del guasto
all’istante di emissione del segnale di uscita. L’istante di inizio guasto è definito come
l’istante in cui la I supera la soglia prefissata.
La segnalazione del guasto è fornita all’unità periferica di telecontrollo (UPT)
mediante chiusura di un contatto collegato al morsetto 2 della morsettiera M2, tramite il
connettore circolare maschio a 14 poli (vedi allegati).
4.2.4
Circuito per la rilevazione presenza/assenza della tensione MT
L’RGDAT deve avere due soglie d’intervento per quanto concerne la presenza
tensione, rispettivamente pari al 20% e all’80 % della tensione nominale di fase.
La precisione richiesta nella misura è pari al 4%.
Tali soglie discriminano il passaggio tra gli stati di presenza/assenza tensione
come appresso specificato:
• partendo dalla condizione di “Assenza Tensione” sulla linea, lo stato
logico “Presenza Tensione” viene riconosciuto se, per almeno 250 ms,
vale la condizione:
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(VR > 80%Vn) o (VS > 80%Vn) o (VT > 80%Vn)
con VR, VS, VT le rispettive tensioni di fase e Vn la tensione nominale di
fase;
• partendo dallo stato logico “Presenza Tensione” attivo, questo non viene
più riconosciuto se la seguente condizione è vera (senza ritardi
intenzionali):
(VR < 20%Vn) e (VS < 20%Vn) e (VT < 20%Vn)
con i simboli usati aventi lo stesso significato del punto precedente.
In caso di caduta della tensione continua di alimentazione del dispositivo, la
funzione logica parte dallo stato di “Assenza Tensione” e attiva lo stato logico di
“Presenza Tensione” se:
(VR > 80%Vn) o (VS > 80%Vn) o (VT > 80%Vn)
Il segnale di “Presenza Tensione” può andare nello stato di “Assenza Tensione”,
anche se è verificata la condizione di presenza tensione, quando le logiche di
diagnostica dell’apparato rilevino un’anomalia interna.
Tale segnalazione è fornita all’unità periferica di telecontrollo (UPT) mediante
chiusura di un contatto collegato al morsetto 3 della morsettiera M2, tramite il
connettore circolare maschio a 14 poli (vedi allegati).
4.3
Uscite e ingressi logici
I riconoscimenti degli eventi di guasto devono essere segnalati a distanza, come
già detto, mediante la chiusura temporanea di due o tre contatti elettrici distinti:
• un contatto per le sovracorrenti dovute a guasto tra le fasi (funzione di massima
corrente di fase), nel seguito indicato TS 51;
• un contatto per il guasto doppio monofase a terra (funzione di massima
corrente omopolare), nel seguito indicato TS 51 N (questa funzione può essere
accorpata in un unico contatto insieme a quella di cui al precedente TS 51);
• un contatto per il guasto singolo monofase a valle del punto di installazione
(funzione di rilevazione direzionale del guasto a terra), nel seguito indicato TS
67 N.
La segnalazione a distanza deve permanere per un tempo pari a quello della
condizione di guasto e comunque non inferiore a 150 ms.
La presenza di tensione deve essere segnalata a distanza tramite la chiusura di un
ulteriore contatto elettrico, nel seguito indicato con TS V.
La mancanza della tensione di alimentazione del dispositivo (24 Vcc) non deve
provocare l’emissione del segnale.
Il segnale di presenza tensione TS V deve essere forzato nella condizione di
“Assenza Tensione”, come detto nel paragrafo precedente, nel caso di anomalia interna
dell’apparato.
Deve essere previsto un ingresso logico che, se attivato (tramite segnale esterno
proveniente dall’UPT), inverta il settore d’intervento come specificato al precedente p.
4.2.1 e in figura 3. In assenza di questo segnale il settore d’intervento è quello di
default.
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4.4
Programmazione / configurazione del dispositivo
L’RGDAT deve prevedere un’interfaccia seriale tipo RS232, con la possibilità di
connettere un adattatore esterno per USB, tali da consentire la connessione a un PC per
la configurazione, il monitoraggio e la diagnostica dell’apparato.
Il software di programmazione compreso nella fornitura (con un numero illimitato
di licenze d’uso) deve essere compatibile con i sistemi operativi Windows 2000, NT e
XP.
4.4.1
Funzionalità di configurazione
Il software di programmazione deve consentire:
• il lancio della procedura di calibrazione degli ingressi di tensione; nel
caso in cui la procedura di calibrazione non andasse a buon fine, il
programma deve fornire l’indicazione del tipo di errore riscontrato;
• la regolazione del valore della soglia di corrente omopolare residua nel
campo 1 ÷ 6 A con gradino di di 0,5 A (valore di default: 2 A);
• la regolazione del valore della soglia di tensione omopolare nel campo 1
÷ 16 % della tensione di fase con gradino 1% (valore di default: 2 %);
• la regolazione del valore della soglia di massima corrente di fase Ipol (51),
tra 600 ÷ 900 A ± 10%, con gradini di 50 A;
• la regolazione del valore della soglia di massima corrente omopolare
adirezionale I2t (51N), tra 100 ÷ 200 A ± 10 %, con gradini di 50 A.
4.4.2
Funzionalità di monitoraggio e diagnostica
Il software di programmazione deve consentire:
• il monitoraggio della tensione omopolare misurata prima e dopo
l’operazione di calibrazione;
• il monitoraggio della corrente di fase e della corrente omopolare residua
in modulo e fase;
• il lancio di un test di diagnostica dell’apparato;
• la simulazione dell’intervento di ciascuna delle segnalazioni previste
dall’apparato, con invio del relativo segnale verso l’Unità Periferica di
Telecontrollo;
• lo scarico del rapporto completo di configurazione, monitoraggio e
diagnostica dell’apparato, comprensivo della sequenza temporale degli
ultimi 100 eventi occorsi (51, 51N, 67N, inversione direzione 67N,
cambio stato presenza/assenza tensione, anomalia interna).
5
DOCUMENTAZIONE TECNICA
Il Fornitore dell’RGDAT in oggetto deve presentare, entro 15 (quindici) giorni
solari dalla data di emissione dell’ordine, la seguente documentazione ad “Acea
Distribuzione S.p.A.– Direzione Ingegneria – Unità Materiali e Appalti – Unificazione
Impianti e Materiali”:
• schemi elettrici dei circuiti di potenza e ausiliari;
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• dimensioni di ingombro del componente;
• descrizione delle caratteristiche costruttive e specifica tecnica
dell’apparecchiatura;
• manuale di uso e manutenzione.
Entro 15 (quindici) giorni solari dalla data di ricezione della documentazione o
delle eventuali integrazioni e/o chiarimenti richiesti a completamento della medesima,
l’Acea emette il proprio nulla osta ai fini della costruzione del componente.
A giudizio insindacabile dell’Acea, una diversa procedura può essere concordata
nel caso il Fornitore abbia già fornito, e l’Acea accettato, apparecchiature della tipologia
di cui all’ordine. E’ compito del Fornitore contattare gli uffici tecnici dell’Acea e, se del
caso, richiedere l’attuazione della diversa procedura di cui sopra.
6
PROVE DI TIPO E DI ACCETTAZIONE
In conformità alle norme elencate nel precedente p. 2, le prove in argomento
vengono avviate, presso lo stabilimento del Fornitore o presso un laboratorio concordato
con l'Acea alla presenza di un collaudatore della medesima, previo accordi e
comunicazione scritta, con almeno 15 (quindici) giorni solari di anticipo, che il
Fornitore deve inviare ad “Acea Distribuzione S.p.A. – Direzione Ingegneria – Unità
Materiali e Appalti– Unità Prove e Collaudi – fax 06/57995755-5810”, di disponibilità
della sala prove per prototipo o lotto di fornitura approntato, della data, della durata e
del luogo (o dei luoghi) previsto(i) reso(i) disponibile(i) per l’esecuzione delle stesse
prove.
Tutte le prove ed esperimenti, eseguiti in fabbrica o presso altri laboratori, sono
compiuti a spese del Fornitore; queste spese comprendono anche il costo dei materiali e
pezzi impiegati che si rendano inservibili, e ciò sia nel caso di accettazione sia di rifiuto
della fornitura. Dalle predette spese sono escluse quelle inerenti al collaudatore Acea,
che rimangono a carico di quest'ultima.
Le partite rifiutate devono essere sostituite o adeguate, per essere nuovamente
sottoposte alle prove prescritte, nel più breve tempo possibile e comunque entro un
periodo non superiore a 1/3 dell'originario termine di consegna stabilito, ferma restando
l'applicazione delle penali per ritardo. Ulteriori prove con esito negativo danno luogo al
rifiuto della fornitura.
L’Acea effettua la verifica della conformità al tipo prevista dalle norme CEI.
L’Acea stessa può soprassedere, a suo insindacabile giudizio, all’effettuazione delle
prove di tipo nel caso che il Fornitore sia in grado di esibire idonea certificazione
rilasciata da Organismi riconosciuti nell’ambito della UE compresi tra quelli indicati nel
Decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 13-6-’89
(G.U. del 24-7-’89), aggiornato da successive disposizioni, oppure accreditati al SINAL
(Sistema Nazionale per l’Accreditamento di Laboratori) e nell’ambito della UE all’EA
(European cooperation for Accreditation).
Qualora, peraltro, l’Acea ritenesse di dover richiedere l’esecuzione delle prove di
tipo anche in presenza di tali certificazioni, le prove sono a carico dell’Acea stessa nel
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caso di esito favorevole e del Fornitore nel caso di esito non favorevole, con
conseguente rifiuto della fornitura.
Si da facoltà al Fornitore di richiedere una prova di appello consistente nella
ripetizione, con esito favorevole, della prova risultata negativa, da eseguirsi su una
campionatura doppia di quella esaminata.
6.1
Prove di tipo
Dopo il nulla osta da parte di Acea alla costruzione del quadro, il Fornitore
predispone un prototipo del medesimo e comunica all’Acea la disponibilità dello stesso,
con le modalità di cui sopra, al fine di consentire a quest’ultima la verifica della
conformità al tipo secondo quanto di seguito esposto.
6.1.1 Esame a vista
Si deve verificare la rispondenza del prototipo ai documenti approvati da Acea
Distribuzione e alla presente specifica, in particolare, la corrispondenza delle
dimensioni geometriche, l'assenza di difetti visibili di fabbricazione, l'accuratezza della
costruzione e la rispondenza al grado di protezione prescritto.
6.1.2 Prove di rigidità dielettrica e d’isolamento
Scopo delle prove è quello di verificare la rigidità dielettrica tra i tre circuiti
indipendenti del RGDAT di seguito descritti:
• ingressi di tensione (prese capacitive)
• ingressi di corrente (toroidi)
• uscite telesegnalazioni e alimentazione a 24 Vcc del dispositivo
Ogni prova deve essere effettuata applicando la tensione pari al valore di seguito
specificato:
• prova di tenuta a impulso convenzionale atmosferico
(1,2/50 μs), di modo comune e di modo differenziale
Vp= 2 kV
• prova di tenuta a frequenza industriale per 1 min. a 50 Hz
Vp= 1 kV
L’impedenza d’uscita del complesso di strumenti da utilizzare per la prova di
tenuta a impulso deve essere ≥ 500 Ω.
Deve inoltre essere misurata la resistenza d’isolamento con una Vp= 500 V,
utilizzando uno strumento avente una resistenza di uscita pari a Ru ≥10 MΩ.
6.1.3 Verifica di tutte le funzioni
Si deve verificare il regolare compimento di tutte le funzioni indicate nella
presente specifica alimentando l’RGDAT, completo di ogni sua parte, all’80%, al 100%
e al 120% della tensione nominale.
Le prove da eseguire riguardano:
Prove sui trasduttori di corrente
Misura delle correnti di errore indotte da condizioni di montaggio del trasduttore
di corrente omopolare (con riferimento al punto 4.1.2).
Si ritiene che i sensori presentino una caratteristica lineare, in caso contrario il
Fornitore deve fornirne la caratteristica.
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Il Fornitore deve indicare l'impedenza degli ingressi dell'RGDAT destinati ad
acquisire le grandezze relative alle correnti, e indicare quale grandezza il dispositivo
impiega per il suo algoritmo (tensione e/o corrente).
Le prove che dovranno essere effettuate sono le seguenti:
• Determinazione della caratteristica: il sensore omopolare viene caricato
con l'impedenza prevista dal Fornitore e si determina la caratteristica
corrente primaria/segnale di uscita (corrente o tensione) fino a 500 A.
• Prova per evidenziare il comportamento del sensore della corrente
omopolare agli errori di centratura e di simmetria dei tre cavi passanti:
per semplicità invece di considerare una terna di correnti si impiega una
spira alta almeno 1500 mm con assi dei conduttori distanti tra loro 45
mm; si inserisce la spira al centro del sensore della corrente omopolare,
facendola attraversare da una corrente di circa 200 A; si sposta la spira
lungo una precisa direzione dal centro fino a toccare il bordo interno del
sensore, registrando il valore della grandezza trasdotta e riportandola alla
corrente primaria; tali misure devono essere ripetute per le otto direzioni
poste a 45° l'una rispetto l'altra che coprono l'intero angolo giro (0°, 45°,
90°, 135°…); almeno due direzioni dovranno coincidere con l'asse dei
traferri; la prova si considera superata se in tutte le condizioni la corrente
residua rilevata non supera (in termini di corrente primaria) 0,6 A (e 0,2
A nel caso di spira perfettamente centrata);
• Prova per evidenziare il comportamento del sensore della corrente
omopolare in presenza di una corrente esterna: questa prova ha lo scopo
di valutare l'influenza sul sensore di corrente omopolare alla corrente
omopolare che fluisce su una terna posta in prossimità al sensore stesso;
per semplicità la prova viene effettuata con una spira alta almeno 1500
mm e larga almeno 1000 mm, sede di una corrente pari a 200 A; ponendo
la spira esternamente al sensore della corrente omopolare e partendo
dalla posizione di contatto tra il sensore e la spira, quest'ultima viene
progressivamente allontanata misurando la grandezza trasdotta e
ricavando la corrente primaria equivalente; la prova deve essere ripetuta
per le stesse otto direzioni previste per il punto precedente; la prova si
considera superata se in tutte le condizioni la corrente residua rilevata,
per distanza tra la spira e il trasduttore ≤ 50 mm, non supera (in termini
di corrente primaria) 0,3 A.
Prove sulla rilevazione della presenza/assenza tensione
Deve essere provato il comportamento del dispositivo in tutti i casi possibili, al
variare della tensione V1 per tutte e tre le fasi tra il 20% e il 110% del suo valore
nominale (V1n).
Verifica del settore angolare di intervento relativo alla funzione di rilevazione del
guasto singolo monofase a terra
Detta verifica deve essere effettuata considerando ambedue i versi di rotazione del
vettore, a passi di 1°, e deve essere eseguita con e senza inversione.
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Verifica delle soglie di intervento
In condizioni di regime sinusoidale devono essere verificate tutte le soglie (in
tensione e corrente) in precedenza specificate, in particolare:
• Verifica delle soglie di massima corrente di fase e massima corrente
omopolare, sia allo scatto sia alla ricaduta;
• Verifica delle soglie (da 1% a 16%) di tensione omopolare (ponendosi
nella condizione di sicuro intervento per i valori di corrente omopolare e
angolo di sfasamento) sia allo scatto sia alla ricaduta;
• Verifica delle soglie (da 1 A a 6 A) di corrente omopolare (ponendosi
nella condizione di sicuro intervento per i valori di tensione omopolare e
angolo di sfasamento) sia allo scatto sia alla ricaduta.
Prove in regime transitorio
Le prove da eseguire riguardano il riconoscimento dei fenomeni di guasto
(monofase a terra, doppio monofase a terra e polifase) e richiusura su guasto, nonché la
rilevazione di presenza tensione, dovuta in particolare a manovre di apertura e chiusura
dell’interruttore di linea e/o degli IMS in Cabina Secondaria. Si riportano di seguito i
determinati tipi di eventi richiamati nelle prove.
Per i transitori di guasto (monofase, doppio monofase e polifase) si ha la seguente
sequenza di eventi:
• fase preliminare di regime (circa 5 s);
• guasto in linea;
• apertura della linea sede di guasto (dopo un opportuno intervallo di
tempo, superiore al tempo di riconoscimento specificato per il dispositivo
RGDAT; ad esempio in Cabina Primaria dopo circa 0,5 s per guasto
monofase a terra);
• rimozione del guasto;
• richiusura della linea (con ritorno delle tensioni al valore precedente al
guasto stesso);
• fase finale di regime (circa 2 secondi).
Per la chiusura (e richiusura rapida) su guasto la sequenza è invece la
seguente:
• fase preliminare di regime (circa 3 s);
• chiusura su guasto;
• apertura della linea sede di guasto (dopo un opportuno intervallo di
tempo i.c.s.);
• richiusura rapida della linea (permanendo la condizione di guasto; ad
esempio in Cabina Primaria dopo circa 300 ms).
Per quanto riguarda i casi di arco intermittente, si sono ipotizzati alcuni casi con
durata inferiore a 80 ms e altri con durata superiore, per verificare l’eventuale capacità
di insensibilità e di rilevazione nei confronti di guasti intermittenti.
La rete ipotizzata per le prove è indicata in figura 4: si tratta di una rete MT a 20
kV costituita da tre linee equivalenti, fra le quali la linea 1 costituisce il 40% dell’intera
rete. La corrente di corto circuito trifase alla sbarra MT è pari a circa 25 kA. La corrente
di guasto a terra può variare tra 100 e 500 A. Nei casi con rete compensata si è
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ipotizzato lo schema con bobina di Petersen connessa al centro stella del trasformatore
AT/MT in Cabina Primaria.
sbarra MT
p1
Linea 1
p2
Linea 2
p3
Linea 3
Tr AT/MT
Rs
L
Rp
Figura 4
Le grandezze in uscita dall’RGDAT da monitorare per la valutazione dell’esito
delle prove di seguito descritte, sono i segnali TS 67 N, TS 51 / 51 N, TS V.
Alimentando il dispositivo RGDAT con forme d’onda di tensione e corrente ottenute da
simulazioni di guasto, si effettua una verifica funzionale del dispositivo in condizioni
transitorie. In particolare i transitori si riferiscono alle seguenti condizioni.
• Prove di guasto fra le fasi: con riferimento alla figura 4, si consideri un
guasto bifase a terra di opportuna resistenza (transitorio di guasto) nel
punto p1 della linea 1 (a circa il 25% della sua lunghezza); il dispositivo
deve essere alimentato con le tensioni R-S, S-T, T-R e le correnti di
linea; si considerano tre casi di guasto caratterizzati dalle rispettive
correnti Ig= 1,5 × Ipol, 2 × Ipol, 8 × Ipol; ciascuna prova deve poi essere
ripetuta attivando nel dispositivo l’inversione di direzione.
• Prove di guasto singolo monofase a terra: viene ipotizzato che questi
guasti avvengano nel momento in cui la tensione di fase abbia il
passaggio per lo 0; questa rappresenta la condizione più critica per il
dispositivo (la corrente di guasto, e quindi omopolare, ha la massima
componente unidirezionale); la prova è costituita da guasti per reti a
neutro isolato e per reti a neutro compensato (ad es. con “bobina di
Petersen”) in modo variabile.
Prove con rete a 20 kV, neutro isolato
Con riferimento alla figura 4, si considera la linea 1 guasta e la linea 2
sana; i valori caratteristici dei guasti e le tarature del dispositivo sono le
seguenti:
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Caso
1
2
Igt (A)
6
6
Taratura
V0 =9%, I0 =1A
V0 =1%, I0 =1A
α (°)
90
90
Rg (Ω)
1060
0
Tabella 2
Il test è caratterizzato da due prove ottenute alimentando il dispositivo
rispettivamente nel punto 1 e nel punto 2; ciascuna prova deve essere
ripetuta attivando l’inversione di direzione; per il caso 1, senza
inversione, si attende lo scatto della 67 N per la linea guasta e nessuno
scatto per quella sana; con inversione, invece, si attende lo scatto della 67
N per la linea sana e nessuno scatto per quella guasta. Per il caso 2 senza
inversione, si attende lo scatto della 67 N per la linea guasta e nessuno
scatto per quella sana; con inversione, invece, si attende lo scatto della 67
N per la linea sana e nessuno scatto per quella guasta.
Prove con rete a 20 kV, neutro compensato
Caso
Igt/Icom (A)
Taratura
Rg (Ω)
α (°)
3
4
500/25
500/250
V0 =1%, I0 =1 A
V0 =15%, I0 =1 A
0
0
184
255,5
Grado di
compensazione
95%
150%
Tabella 3
Il test è caratterizzato da due prove ottenute alimentando il dispositivo
rispettivamente nel punto 1 e nel punto 2, per il caso 3 e 4; ciascuna
prova deve essere ripetuta attivando l’inversione di direzione; per il caso
3, senza inversione, si attende lo scatto della 67 N per la linea guasta e
nessuno scatto per quella sana; con inversione, invece, si attende lo scatto
della 67 N per la linea sana e nessuno scatto per quella guasta; per il caso
4, con inversione, si attende lo scatto delle 51N e 67 N per la linea guasta
e lo scatto della 51 N per quella sana; senza inversione, invece, si attende
lo scatto delle 51N e 67 N per la linea sana e lo scatto della 51N per
quella guasta.
• Prove di guasto doppio monofase a terra
Prove con rete a 20 kV, neutro compensato al 100%
La prova è costituita da guasti per rete con compensazione al 100%; con
riferimento alla figura 4, si considera un guasto sulla linea 1 e sulla linea
3; tenendo fisso il valore della soglia di intervento per massima corrente
omopolare (valore specificato 150 A) gli RGDAT delle linee interessate
dai guasti dovranno intervenire con scatto di massima corrente per
correnti sopra la suddetta soglia; potranno intervenire con scatto
direzionale di terra (in dipendenza dal settore angolare attivo) per
correnti al di sotto della soglia stessa; si considerano i valori riportati
nella tabella 4:
Caso
1
2
Igt (A)
linea 1
250
63
α1 (°)
101
103
Igt (A)
linea 3
350
165
α2 (°)
275
270
Tabella 4
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Il test è caratterizzato da due prove ottenute alimentando il dispositivo
rispettivamente nel punto 1 e nel punto 3, per il caso 1 e 2; ciascuna
prova deve essere ripetuta attivando l’inversione di direzione; per il caso
1, senza inversione, si attende lo scatto della 51 N per la linea 1 e per la
linea 3; con inversione attivata, si attende lo scatto della 51 N sia per la
linea 1 sia per la linea 3; per il caso 2, senza inversione, si attende lo
scatto della 67 N per la linea 1 e lo scatto della 51 N per la linea 3; con
inversione attivata, non si attende nessuno intervento per la linea 1 e lo
scatto della 51 N per la linea 3.
• Prove di chiusura e richiusura rapida su guasto permanente: la prova
riguarda i transitori di chiusura (e richiusura rapida) su linea guasta per
reti a neutro isolato e compensato nelle condizioni di tensioni di linea
preesistenti (RGDAT a monte dell’organo di manovra) e assenti
(RGDAT a valle dell’organo di manovra); queste condizioni vengono
simulate come descritto di seguito; la prova consiste, per ciascun
transitorio e facendo riferimento alla figura 5, in quattro prove ottenute
alimentando il dispositivo con le seguenti grandezze:
a) con tensione Va e corrente I01;
b) con tensione Vb e corrente I01;
c) con tensione Va e corrente I02;
d) con tensione Vb e corrente I02.
Queste riproducono, rispettivamente, le seguenti condizioni:
a) chiusura su guasto a valle, con presenza tensioni prima della chiusura;
b) chiusura su guasto a valle, in assenza di tensioni prima della chiusura;
c) chiusura su guasto a monte, con presenza tensioni prima della chiusura;
d) chiusura su guasto a monte, in assenza di tensioni prima della chiusura.
Queste prove vanno condotte impostando per l’RGDAT una taratura di
V0 = 6%, un valore minimo di I0 = 1 A e senza applicare la modalità di
inversione.
Per quanto riguarda la rete, sia a neutro isolato sia a neutro compensato,
si devono considerare i seguenti transitori:
1) guasto franco con chiusura sincrona dei poli dell’IMS;
2) guasto resistivo con discordanza dei poli dell’IMS pari a td = 2
ms e V0 = 7%;
3) guasto resistivo con discordanza dei poli dell’IMS pari a td = 2
ms e V0 = 5%;
4) guasto franco con discordanza dei poli dell’IMS pari a td = 10
ms.
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sbarra MT
p1
I0 2
Tr AT/MT
p2
Va
Rs
L
Rp
p3
I0 1
cabina
secondaria
Vb
Figura 5
Nel caso di rete a neutro isolato si attendono i risultati riportati in tab. 5:
Caso
1
2
3
4
Va – I01
Scatto 67 N
Scatto 67 N
Nessuno scatto
Scatto 67 N
Vb – I01
Scatto 67 N
Scatto 67 N
Nessuno scatto
Scatto 67 N
Va – I02
Scatto 51 N
Nessuno scatto
Nessuno scatto
Scatto 51 N
Vb – I02
Scatto 51 N
Nessuno scatto
Nessuno scatto
Scatto 51 N
Tabella 5
Nel caso di rete a neutro compensato si attendono i risultati riportati in tab. 6:
Caso
1
2
3
4
Va – I01
Scatto 67 N
Scatto 67 N
Nessuno scatto
Scatto 67 N
Vb – I01
Scatto 67 N
Scatto 67 N
Nessuno scatto
Scatto 67 N
Va – I02
Scatto 51 N
Nessuno scatto
Nessuno scatto
Scatto 51 N
Vb – I02
Scatto 51 N
Nessuno scatto
Nessuno scatto
Scatto 51 N
Tabella 6
• Prove di chiusura e richiusura su guasto evolutivo: la prova riguarda i
transitori di chiusura (e richiusura rapida) su guasto evolutivo per reti a
neutro compensato, nelle condizioni di tensioni di linea preesistenti
(RGDAT a monte dell’organo di manovra) e assenti (RGDAT a valle
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dell’organo di manovra); queste condizioni vengono simulate come
descritto di seguito; la prova consiste, per ciascun transitorio e facendo
riferimento alla figura 5, in quattro prove ottenute alimentando il
dispositivo con le seguenti grandezze:
a) con tensione Va e corrente I01;
b) con tensione Vb e corrente I01;
c) con tensione Va e corrente I02;
d) con tensione Vb e corrente I02.
Queste riproducono, rispettivamente, le seguenti condizioni:
e) chiusura su guasto a valle, con presenza tensioni prima della chiusura;
f) chiusura su guasto a valle, in assenza di tensioni prima della chiusura;
g) chiusura su guasto a monte, con presenza tensioni prima della chiusura;
h) chiusura su guasto a monte, in assenza di tensioni prima della chiusura.
Queste prove vanno condotte impostando per l’RGDAT una taratura di
V0 = 6%, un valore minimo di I0 = 1A e senza applicare la modalità di
inversione.
Per quanto riguarda la rete a neutro compensato si devono considerare i
seguenti transitori:
1) guasto monofase (I0 < 150A) che alla seconda richiusura evolve
come doppio monofase (I0 > 150A);
2) guasto doppio monofase (I0 > 150A) che alla seconda richiusura
evolve come monofase (I0 < 150A);
Si attendono i risultati riportati in tabella 7:
Caso
1
Va – I01
Scatti 67N e 51N
Vb – I01
Scatti 67N e 51N
2
Scatti 51N e 67N
Scatti 51N e 67N
Va – I02
Nessuno scatto
Scatto 51N
(eventuale)
Vb – I02
Nessuno scatto
Scatto 51N
(eventuale)
Tabella 7
• Archi intermittenti: la prova consiste, per ciascun transitorio di
simulazioni di arco intermittente, di due prove ottenute alimentando il
dispositivo con la tensione di fase e la corrente omopolare (in seguito
denominate grandezze) rispettivamente nel punto 1 e nel punto 3 con
riferimento alla figura 4; ciascuna prova deve poi essere ripetuta con il
dispositivo di inversione di direzione attivato; la taratura da impostare
sull’RGDAT per questa prova è V0 = 2% e I0 = 1 A; queste prove si
riferiscono alla rilevazione direzionale del guasto monofase, nell’ipotesi
in cui la corrente di guasto non sia continua ma, per successive estinzioni
e riadescamenti dell’arco, abbia appunto carattere intermittente come
riportato in figura 6. Il modello di arco da utilizzare in questa prova
consiste in un guasto che, innescatosi per una tensione fase-terra di
opportuno valore, mantiene una certa resistenza per una parte del ciclo;
questo valore, poi, deve crescere molto rapidamente provocando
l’estinzione del guasto in circa 1 ms. Le simulazioni di guasto si
differenziano per la durata del fenomeno. La Igt si assume pari a 300 A.
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Per la rete a 20 kV con neutro sia isolato sia compensato si fa riferimento
alla tabella 8:
Caso
1
2
Durata fenomeno
< 40 ms
> 80 ms
Tabella 8
I risultati attesi sono i seguenti:
(con dispositivo di inversione non attivato)
Grandezze
Punto 1
Punto 3
Stato linea
Guasta
Sana
Intervento
Scatto 67
Nessuno scatto
Tabella 9
(con dispositivo di inversione attivato)
Grandezze
Punto 1
Punto 3
Stato linea
Guasta
Sana
Intervento
Nessuno scatto
Scatto 67
Tabella 10
Figura 6 – Corretto comportamento a seguito di guasto monofase e di arco
intermittente. E’ rappresentato un ipotetico andamento della I0 e del
segnale di riconoscimento del guasto all’uscita del dispositivo.
6.1.4 Prove di alimentazione fuori limite
Deve essere verificato che tutte le funzioni dell’RGDAT siano inibite,
alimentando il dispositivo con valori della tensione di alimentazione che non
garantiscono il corretto funzionamento.
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6.1.5 Prova di comportamento termico
Deve essere rilevata la mappa termica dell’RGDAT alimentato con i valori
massimi nel campo nominale; la prova deve essere effettuata nell’ambito delle seguenti
condizioni climatiche normali:
− temperatura:
40 °C
− pressione atmosferica:
106 kPa
− umidità relativa:
75 %
I valori di sovratemperatura, rilevati in prossimità dei singoli componenti,
occorrono per verificare che non sia superata la massima temperatura di funzionamento
ammessa per i componenti stessi. La mappa termica, inoltre, va utilizzata per la
definizione della costante di tempo termica ai fini della prova di variazione di
temperatura.
6.1.6 Prove d’immunità
I requisiti di immunità, richiesti per il campo di frequenza industriale e
radiofrequenza, sono atti a garantire il funzionamento dell’apparato nelle reali
condizioni di inquinamento elettromagnetico che questo può trovare nel suo ambiente di
istallazione.
Le specifiche fornite in questo documento soddisfano i requisiti di immunità della
Direttiva 89/336/EEC sulla compatibilità elettromagnetica (EMC), recepita in Italia con
i D.Lgs.vi e D.M. riportati alle lettere a), b) e c) del punto 2.
Le prove vanno effettuate nelle condizioni funzionali di maggiore suscettibilità
dell’apparato, alle condizioni ambientali specificate nel precedente p. 6.1.5 e alla
tensione nominale di alimentazione.
Le prove di immunità sono considerate superate se il dispositivo funziona
regolarmente quando sottoposto ai fenomeni elettromagnetici condotti / irradiati elencati
nelle tabelle sottostanti.
Fenomeno ambientale
Campo magnetico a 50 Hz
Campo elettromagnetico
irradiato a radiofrequenza
Norma di base
IEC/CENELEC
IEC 1000-4-8
EN 61000-4-8
IEC 1000-4-3
ENV 50140
Valore di prova
100 A/m continui
1000 A/m per 1 sec.
10 V/m
Tabella 11 – Prove di immunità per involucro apparecchiatura
Fenomeno ambientale
Norma di base
IEC-CENELEC
Tensione a 50 Hz
77A/120/CD
Disturbi indotti da campi a
radiofrequenza
77B/144/DIS
ENV 50141
Valore di prova
(modo comune)
10 V continui
100 V per 1 sec.
10 V
Tabella 12 – Prove di immunità per porte di segnale (TA, divisori
capacitivi, cavo collegamento con UPT e mosetto di messa a terra)
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6.2
Prove di accettazione
Le seguenti prove vanno eseguite, presso gli stabilimenti del Fornitore, con una
numerosità del campione pari al 20% delle unità di ciascun lotto e, comunque, su un
numero minimo di 3 e massimo di 20 esemplari della medesima tipologia.
6.2.1 Esame a vista
Si deve verificare la rispondenza del campione ai documenti approvati da Acea
Distribuzione, al prototipo e alla presente specifica, in particolare la corrispondenza
delle dimensioni geometriche, l'assenza di difetti visibili di fabbricazione, l'accuratezza
della costruzione e la rispondenza al grado di protezione prescritto.
6.2.2 Prove di rigidità dielettrica
Scopo delle prove è quello di verificare la tenuta all’applicazione di una
determinata tensione alla frequenza industriale tra i tre circuiti indipendenti
dell’RGDAT di seguito descritti:
• ingressi di tensione (prese capacitive);
• ingressi di corrente (toroidi);
• uscite telesegnalazioni e alimentazione a 24 Vcc del dispositivo.
Ogni prova deve essere effettuata applicando la tensione Vp= 1 kV, per una durata
tp = 1 min a una frequenza di 50 Hz.
6.2.3 Prova d’isolamento
Deve inoltre essere misurata la resistenza d’isolamento con una Vp = 500 V,
utilizzando uno strumento avente una resistenza di uscita pari a Ru ≥ 10 MΩ.
7
COLLAUDO
Il collaudo di tutti i componenti, che abbiano superato le prove di accettazione,
viene effettuato presso l'Acea e la redazione del certificato di collaudo avviene entro 30
(trenta) giorni solari dalla data di consegna delle apparecchiature, di tutti i documenti
tecnici (disegni meccanici e di montaggio, schemi elettrici, istruzioni per la
manutenzione e l’esercizio, ecc…) e delle certificazioni richieste dalla vigente
normativa italiana (ISPESL, ASL, ecc…).
Le operazioni di collaudo consistono nella ripetizione delle prove di cui al
precedente p. 6.2, ma riguardano un campione di RGDAT pari al 10% (dieci per cento)
del lotto di fornitura e in ogni caso non meno di 2 unità.
Della data di inizio delle operazioni di collaudo è dato formale avviso al Fornitore
che può presenziare con un proprio rappresentante.
Qualora nel collaudo anche un solo esemplare del campione risulti non
rispondente alle prescrizioni d’ordine, l’intero lotto deve, a giudizio insindacabile
dell’Acea, previa eventuale adeguamento, essere sottoposto alla ripetizione delle prove
che hanno dato esito negativo, a totale carico del Fornitore.
Il materiale che, sottoposto a collaudo, non soddisfi pienamente alle condizioni
stabilite, viene rifiutato; tuttavia l’Acea, a suo insindacabile giudizio e a tutte spese del
Fornitore, può accordare al Fornitore stesso l’esame in contraddittorio della merce
rifiutata.
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Il ritiro delle partite rifiutate deve farsi a cura e spese del Fornitore, senz’altro
avviso o provvedimento qualsiasi, nel termine di 15 (quindici) giorni solari dalla data
della lettera di rifiuto. In caso diverso, le partite stesse sono rispedite in porto assegnato
all’indirizzo del Fornitore.
Le partite rifiutate devono essere sostituite o eventualmente adeguate, per essere
nuovamente sottoposte alle prove prescritte, nel più breve tempo possibile e comunque
entro un periodo non superiore ad 1/3 dell'originario termine di consegna stabilito,
ferma restando l'applicazione delle penali per ritardo.
Ulteriori prove con esito negativo danno luogo al rifiuto della fornitura.
In caso di divergenza rispetto alle operazioni di collaudo, il Fornitore può
richiedere l’arbitrato o all’atto dell’ultimazione delle operazioni cui abbia presenziato o
entro 15 giorni dalla notifica dei risultati.
Peraltro, se non si addivenisse di comune accordo all’attribuzione dell’incarico
per l’arbitrato entro un mese dall’ultimazione del collaudo, l’Acea ha facoltà di
rivolgersi al Presidente della Federazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica,
Automazione, Informatica e Telecomunicazioni (AEIT) per la nomina di un
collaudatore, il cui giudizio è accettato dalle due parti senza riserva alcuna, a tutti gli
effetti della fornitura.
La richiesta di arbitrato interrompe i termini contrattuali e le conseguenze
economiche sono a carico della parte soccombente, non esclusi i danni per la mancata
disponibilità della fornitura.
8
GARANZIA
Il Fornitore degli RGDAT è l’unico garante nei confronti dell’Acea contro tutti i
difetti del materiale e di costruzione oltre che, indipendentemente dai collaudi effettuati,
per la piena rispondenza alla Specifica Tecnica dell’Acea stessa.
La garanzia prevede qualsiasi riparazione o sostituzione gratuita, trasporti
compresi, nel più breve tempo possibile, ma comunque entro 3 mesi dalla notifica al
Fornitore, degli RGDAT e/o loro componenti:
- per un periodo di 24 mesi dalla messa in servizio, ma non oltre 30 mesi
dalla data di fine collaudo presso l’Acea con esito favorevole, nei casi di
difetti riscontrati;
- per un periodo di 5 anni dalla data di fine collaudo presso l’Acea con
esito favorevole, nei casi di non rispondenza alla Specifica Tecnica
dell’Acea accertata successivamente al collaudo.
Il periodo di sospensione dal servizio dovuto a difetti di materiale e di costruzione
prolunga la durata della garanzia del tempo intercorrente tra la notifica del guasto e la
riconsegna del/degli esemplare/i da parte del Fornitore.
Per tutti i componenti oggetto di questa specifica che, in regime di garanzia, siano
stati sostituiti, riparati o comunque influenzati da tali operazioni, gli obblighi di garanzia
nei casi di difetti riscontrati si estendono di ulteriori 12 mesi, a partire dalla data di
ultimazione della sostituzione o della riparazione effettuata.
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9
ALLEGATI
Si considerano parte integrante della presente specifica i seguenti allegati inerenti
i disegni costruttivi, gli schemi elettrici e i relativi accessori:
1. schema di cablaggio;
2. connessione RGDAT-UPT;
3. connettore volante cavo-UPT;
4. connettore da pannello e volante cavo-RGDAT;
5. dima di fissaggio.
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