Burkina Faso INTRODUZIONE Burkina Faso (nome ufficiale Burkina Faso), stato dell’Africa occidentale; privo di accesso al mare, confina a nord e a ovest con il Mali, a est con il Niger, a sud con il Benin, il Togo, il Ghana e la Costa d’Avorio. Costituitosi nel 1947, diventò nel 1958 una repubblica autonoma all’interno della Comunità francese con il nome di Alto Volta e ottenne la totale indipendenza nel 1960. L’adozione della denominazione attuale (che significa “paese degli uomini integri”) risale al 1984. Lo stato ha una superficie di 274.200 km²; la capitale è Ouagadougou. TERRITORIO Il Burkina Faso occupa un altopiano digradante verso sud, dove è solcato dalle ramificazioni superiori del fiume Volta: il Volta Nero (Mouhoun), il Volta Rosso (Nazinon) e il Volta Bianco (Nakanbe). A est scorrono brevi corsi d’acqua appartenenti al bacino del fiume Niger, nessuno dei quali è navigabile. CLIMA Il paese presenta un clima tropicale con scarse precipitazioni, perlopiù concentrate tra maggio e novembre, mese in cui ha inizio la stagione secca. Le piogge decrescono dai 1.000 mm all’anno delle regioni sudoccidentali – per questo motivo più produttive – ai 200 mm delle aree settentrionali, ma l’acqua scarseggia ovunque; la siccità è un problema ricorrente e ha colpito gravemente il paese dal 1969 al 1974 e dal 1979 alla fine degli anni Ottanta. La temperatura media varia dai 21,1 °C ai 26,7 °C. FLORA E FAUNA La vegetazione del paese è caratterizzata da manto erboso, rade foreste e, a nord, estensioni di savana, steppa e, infine, dal deserto in prossimità del Sahel. Esponenti principali della fauna selvatica sono l’ippopotamo, il bufalo, l’antilope e il coccodrillo. PROBLEMI E TUTELA DELL’AMBIENTE Il Burkina Faso è uno degli stati più poveri del mondo. Il paese è soggetto a desertificazione, favorita da frequenti periodi di siccità. L’alto tasso di incremento demografico, le limitate risorse naturali e il suolo poco fertile non fanno prevedere miglioramenti nelle condizioni del paese. Vi sono vaste aree protette in cui molti animali allo stato selvatico trovano il loro habitat naturale; tra queste il Parco nazionale W du Burkina (così chiamato per la forma a “W” di un’ansa del fiume Niger), contiguo rispetto al Parco nazionale W du Benin. Il governo del Burkina Faso ha ratificato diversi accordi internazionali per la tutela dell’ambiente in materia di desertificazione, cambiamenti climatici, biodiversità, protezione dell’ozonosfera, smaltimento dei rifiuti nocivi, salvaguardia delle specie in via d'estinzione, tutela della vita marina e delle zone umide. POPOLAZIONE Il paese ha una popolazione di 13.902.972 abitanti (2006), con una densità media di 51 abitanti per km², un tasso relativamente alto se si considera il limitato potenziale agricolo del territorio. La popolazione, per l’82% rurale (2003), è concentrata perlopiù nella zona centrosettentrionale, la terra dei mossi, l’etnia maggioritaria (48%). Tra gli altri gruppi etnici i più importanti sono i fulbe (10%), i lobi (7%), i mandingo (7%), i bobo (7%) e i senufo (6%). LINGUA E RELIGIONE Il francese è la lingua ufficiale, ma vengono comunemente utilizzati i numerosi idiomi locali (peul, malinké ecc.). Culti tradizionali animisti e islam costituiscono le religioni prevalenti, ma è presente anche una buona percentuale di cristiani. ISTRUZIONE Sebbene l’istruzione sia gratuita e obbligatoria per i ragazzi dai 7 ai 13 anni di età, il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è del 28,5% (2005). L’unico istituto universitario è l’Università di Ouagadougou. Le condizioni sanitarie sono molto arretrate e la speranza di vita è di 48,9 anni (2006). DIVISIONI AMMINISTRATIVE E CITTA’ PRINCIPALI Il Burkina Faso è amministrativamente suddiviso in 45 province. La capitale, Ouagadougou (709.736 abitanti nel 1996), è anche la maggiore città del paese; tra gli altri centri di rilievo si citano Bobo-Dioulasso, importante nodo commerciale e industriale, e Koudougou. ECONOMIA Uno dei paesi più poveri del mondo, il Burkina Faso si avvale di ingenti aiuti provenienti dall’estero, principalmente dall’Unione Europea. Nel 2004 il prodotto interno lordo ammontava a 4.824 milioni di dollari USA, corrispondenti a un PIL pro capite di 380 dollari. AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO La base dell’economia è il settore primario, che contribuisce per il 30,8% alla formazione del PIL e occupa il 92% della popolazione attiva (1990); lo sviluppo agricolo è tuttavia minacciato dalle ricorrenti siccità, dalla povertà dei suoli e dalla difficoltà di irrigazione, causata dalla costante scarsità di riserve idriche. I terreni coltivabili (17,7% del territorio) sono concentrati soprattutto a sud e a sud-ovest, e la maggior parte della produzione adempie al fabbisogno alimentare interno. Le colture principali sono sorgo, miglio, mais, canna da zucchero, cotone, arachidi e riso. Il patrimonio zootecnico (soprattutto bovini, ovini e caprini), in via di ricostituzione dopo le grandi siccità degli ultimi decenni, è una delle risorse più importanti, supportata dalle grandi estensioni di territorio destinate al pascolo (21%). RISORSE MINERARIE E INDUSTRIA L’importanza dell’estrazione mineraria, ancora esigua, è tuttavia in costante crescita. A Tambao, nel nord-est, sono presenti vasti giacimenti di manganese e nella stessa zona sono stati rinvenuti alcuni depositi di zinco, bauxite, piombo, nichel e fosfati, ma il loro sfruttamento è limitato a causa dell’inadeguatezza dei trasporti. La produzione maggiore è però data dall’oro; la miniera di Poura è stata riaperta nel 1984 e tre anni dopo sono stati scoperti alcuni depositi ad Assakan, presso il confine con il Mali. Nel paese sono inoltre presenti riserve di rame, minerale di ferro, antimonio e argento. Il secondo piano economico quinquennale (1991-1996) prevedeva la privatizzazione e la ristrutturazione del settore industriale il quale, ancora agli inizi, si basa soprattutto sulla lavorazione di prodotti agricoli (in particolare del cotone), oli e grassi vegetali, zucchero e sulla produzione di articoli di consumo come sapone, calzature, motociclette e motorini. Il comparto industriale fornisce il 19,9% del PIL, occupando il 2% della popolazione attiva. L’energia elettrica è prodotta perlopiù (il 69%) tramite impianti alimentati a combustibile, molti dei quali utilizzano petrolio raffinato; la quota rimanente proviene da impianti idroelettrici. COMMERCIO E FINANZA Come molti paesi in via di sviluppo, il paese importa più di quanto esporti: nel 2002 il valore totale delle importazioni fu di 583 milioni di $ USA, a fronte di esportazioni per 171 milioni di $ USA. Le importazioni consistono in derrate alimentari, petrolio, tessuti, ferro, acciaio, prodotti metallici, veicoli, apparecchiature elettriche e macchinari, mentre tra i prodotti esportati si citano cotone grezzo, bestiame, noci di karité e arachidi. I maggiori partner commerciali sono Francia, Costa d’Avorio, Stati Uniti, Taiwan, Cina e Gran Bretagna. Il paese fa parte della Zona del franco e la sua moneta è il franco CFA. TRASPORTI E VIE DI COMUNICAZIONE Un tratto di 622 km (1991) dell’ex ferrovia Niger-Abidjan si snoda da Ouagadougou verso Abidjan, in Costa d’Avorio, e una linea di 360 km è in via di costruzione per collegare la capitale ai ricchi giacimenti di Tambao. Sono presenti 12.506 km di strade (1999), il 16% dei quali è asfaltato. Ouagadougou e Bobo-Dioulasso sono servite regolarmente dalle linee aeree francesi e dell’Africa occidentale; la compagnia aerea nazionale (Air Burkina) opera solo voli interni. ORDINAMENTO DELLO STATO In base alla Costituzione del giugno 1991, il Burkina Faso è una repubblica presidenziale multipartitica; il capo dello stato, eletto a suffragio universale ogni cinque anni, detiene il potere esecutivo e ha la facoltà di nominare il primo ministro; il potere legislativo è prerogativa di un’Assemblea nazionale composta da 111 membri. Il sistema giudiziario fa capo alla Corte suprema, con sede a Ouagadougou; esistono Corti di appello nella capitale e a Bobo-Dioulasso. È in vigore la pena di morte, ma dagli anni Ottanta non vengono eseguite sentenze capitali. STORIA La storia del paese coincide in gran parte con quella dei mossi che, giunti dalle zone settentrionali dell’odierno Ghana, intorno al XIV secolo formarono diversi stati nei quali svilupparono un forte sistema amministrativo che permise loro di evitare l’assorbimento da parte degli imperi sudanesi tranne, per qualche tempo, di quello songhai. Nell’ultimo decennio del XIX secolo i francesi stabilirono un protettorato sul regno di Ouagadougou, il più potente, e nel 1904 la regione divenne parte della colonia dell’Alto Senegal-Niger. Nel 1919 fu costituita come colonia separata dell’Alto Volta all’interno del territorio dell’Africa occidentale francese e poi ripartita, per il periodo compreso tra il 1932 e il 1947, tra il Sudan francese, la Costa d’Avorio e il Niger. L’INDIPENDENZA Nel dicembre del 1958 l’Alto Volta divenne una repubblica autonoma nell’ambito della nuova Comunità francese; il governo venne affidato a Maurice Yaméogo, leader dell’Unione democratica. Nel 1959 il paese si unì al Conseil de l’Entente – libera associazione basata su interessi politici ed economici comuni che legava Costa d’Avorio, Niger, Dahomey (oggi Benin) e Togo – e raggiunse l’indipendenza il 5 agosto 1960. Eletto alla presidenza nel 1960, Yaméogo instaurò un regime autoritario, suscitando accese controversie. Nel gennaio del 1966, le misure d’austerità introdotte dal governo provocarono la forte protesta dei sindacati e dei movimenti dell’opposizione, al cui culmine Yaméogo venne costretto a dimettersi e venne sostituito dal colonnello Sangoulé Lamizana. Al fine di risanare l’economia, questi adottò una politica economica draconiana. Nel 1970 varò una nuova Costituzione, introducendo il multipartitismo e associando i civili alla gestione del potere. Gli effetti della carestia provocata dalle siccità e un conflitto frontaliero con il Mali generarono una nuova crisi che portò, nel 1974, alla sospensione della Costituzione. Nel 1977 le forti proteste popolari indussero i militari a convocare nuove elezioni, in seguito alle quali nel 1978 Lamizana venne eletto alla presidenza. Nel 1980, un’ondata di protesta contro l’aumento dei prezzi e il blocco dei salari fornì l’appiglio ai militari per attuare un nuovo colpo di stato, che portò al potere il colonnello Saye Zerbo. Questi fu rovesciato nel 1982 da Jean-Baptiste Ouedraogo. Nell’agosto del 1983, una rivolta dell’ala progressista delle forze armate portò al potere il capitano Thomas Sankara. IL PAESE DEGLI UOMINI INTEGRI Con Sankara, si aprì nel paese un’originale e convulsa fase politica. Eletto a capo di un Consiglio nazionale rivoluzionario, Sankara inaugurò una campagna di moralizzazione e una politica economica attenta alle esigenze delle popolazioni rurali. Altre campagne furono lanciate contro la povertà, la prostituzione, per diffondere l’attività sportiva e l’uso del costume nazionale. Il 3 agosto 1984, nel primo anniversario della presa del potere, la denominazione del paese fu mutata in Burkina Faso (“paese degli uomini integri”). Inviso alle potenze occidentali, nell’ottobre 1987 Sankara fu ucciso in un complotto di palazzo dal suo braccio destro, il capitano Blaise Compaoré . Nel 1990, Compaoré introdusse una blanda riforma democratica e l’anno seguente promulgò una nuova Costituzione. Alla fine del 1991 venne confermato alla carica presidenziale, in elezioni boicottate dall’opposizione, e nel maggio del 1992 si aggiudicò le elezioni legislative con la sua formazione politica (il Congresso per la democrazia e il progresso, CDP). Nel gennaio 1997 Compaoré impose una revisione alla Costituzione che sopprimeva ogni limitazione ai mandati presidenziali. Nelle elezioni legislative del maggio 1997, caratterizzate dalla totale mancanza di garanzie per l’opposizione, il suo partito si assicurò 101 dei 111 seggi al Parlamento. Nel 1998 Compaoré si aggiudicò incontrastato le elezioni presidenziali, conservando un solido controllo sul paese ma avviando tuttavia una cauta democratizzazione del sistema politico. Nelle elezioni legislative del maggio 2002 il suo partito ottenne solo 57 seggi, conservando di stretta misura la maggioranza nel Parlamento burkinabè. Compaoré svolse nel contempo un attivo ruolo politico sulla scena regionale, intervenendo nel conflitto liberiano al fianco di Charles Taylor. Nel settembre 2002, le accuse rivolte a Ouagadougou dal presidente ivoriano Laurent Gbagbo di sostenere la guerriglia antigovernativa in Costa d’Avorio provocarono una grave crisi diplomatica e la chiusura delle frontiere tra i due paesi, che vennero riaperte solo nell’aprile 2004. SVILUPPI RECENTI Nell’ottobre 2003 fallisce un tentativo di colpo di stato contro il presidente Compaoré. Le elezioni presidenziali del novembre 2005 confermano Blaise Compaoré alla presidenza del paese