LA FATICA ACUTA
L’esercizio fisico intenso sollecita l’organismo ad attivare gli aggiustamenti metabolici,
neuroendocrini e cardiorespiratori necessari per le aumentate richieste metaboliche imposte
dal carico di lavoro.
Se l’intensità dell’esercizio è notevole (intensità massimale) e si protrae nel tempo, tali
aggiustamenti divengono progressivamente meno efficienti cosicchè l’organismo mostra
i sintomi della FATICA ACUTA.
La fatica acuta comporta una limitazione acuta della prestazione, che implica
sia un aumento della percezione dello sforzo necessario per sostenere un dato carico,
sia un’incapacità di sostenere l’intensità, la durata e eventualmente il ritmo imposto.
La fatica acuta è caratterizzata da 2 elementi fondamentali:
1) oggettivo: il calo della prestazione
2) soggettivo: aumento percezione di sforzo
LA SAGGEZZA DEL MUSCOLO
Il muscolo affaticato tende ad autoproteggersi limitando le sue prestazioni:
esso cerca di non sovraccaricare ulteriormente le sue fibre per evitare danni sia macroscopici
(stiramenti, strappi ecc) che microscopici, caratterizzati da lesioni delle singole fibrocellule.
LA SAGGEZZA DEL MUSCOLO:
FATICA
Riduzione progressiva
Velocità di rilasciamento
Riduzione frequenza
di attivazione necessaria
per provocare la max attivazione
Riduzione frequenza
di scarica dei motoneuroni
Accumulo di H+ e Pi
eccitazione terminazioni nervose
afferenti III e IV
FATICA METABOLICA
LE CAUSE DELLA FATICA ACUTA:
Ø ESAURIMENTO DEI SUBSTRATI ENERGETICI:
la riserva di ATP è sufficiente per un numero limitato di contrazioni massimali:
la creatina-fosfato viene utilizzata per la sintesi di nuovo ATP e si esaurisce → debito
alattacido che se non pagato impedisce al muscolo di continuare a contrarsi.
Nelle attività sportive di lunga durata →
esaurimento delle scorte di glicogeno senza il quale i muscoli possono lavorare utilizzando le
riserve di grassi: processo + lento, maggiore necessità di O2.
L’esaurimento delle scorte di glicogeno porta a crollo della glicemia con malessere e tremori.
La ricostituzione delle scorte di glicogeno richiede tempi lunghi (36-48 ore) ma si abbreviano
con assunzione, al termine dello sforzo, di carboidrati. E’ consigliata anche assunzione di
carboidrati (maltodestrine, fruttosio) durante la gara e dieta ricca di carboidrati complessi
nei giorni che precedono la gara.
Ø ALTERAZIONI DELL’EQUILIBRIO IDRO –ELETTROLITICO
dovute alla perdita con il sudore di H2O e di elettroliti
(sodio, cloro, potassio e magnesio) indispensabili alla
contrazione muscolare e all’integrità delle membrane
cellulari. Tali perdite sono molto più gravi se l’attività
viene effettuata in ambiente caldo.
CONSEGUENZE:
• riduzione volume del sangue e aumento viscosità = aumento della fatica del cuore
• riduzione del flusso di sangue ai reni = danno alle cellule renali (proteinuria, ematuria
micro e macroscopica)
Ø PROGRESSIVO ACCUMULO DI ACIDO LATTICO
per gli esercizi di intensità superiore alla soglia anaerobica.
L’a. lattico, se in eccesso, diminuisce il pH dei liquidi intercellulari fino a valori così bassi
da interferire con la contrazione muscolare.
•
Dolore muscolare precoce:
insorge durante l’esercizio e scompare con l’interruzione, è dovuto a ↓ del pH e
accumulo di radicali liberi nelle fibre muscolari.
•
Dolore muscolare tardivo (DOMS = delayed onset muscle soreness):
stessa origine ma con danno cellulare e perdita di enzimi dosabili nel sangue.
Insorge 24-72 ore dopo lo sforzo. Impotenza funzionale.→ riposo x 5-7 gg con
blandi esercizi di stretching.
LA FATICA CRONICA O SINDROME DA OVERTRAINIG
Attualmente il sensibile incremento di volume ed intensità degli allenamenti, reso necessario
dall’esigenza di primeggiare e mantenere a lungo posizioni di vertice, porta sempre più spesso
al rischio di sovrallenamento.
Il sovrallenamento può essere definito come la sindrome che si presenta a
seguito di eccesso di allenamenti, competizioni e fattori esterni che provoca
riduzione delle prestazioni e che permane anche dopo appropriato periodo di
riposo
Se invece dopo un adeguato periodo di riposo si ottiene il ritorno alla normalità si parla di
eccessivo affaticamento (overreaching) che compare dopo esposizione acuta ad un carico
eccessivo (es. 3 partite di calcio molto intense in 7 gg) ma che recede dopo un breve riposo.
La diagnosi:
Ø Calo delle prestazioni
Ø Cambiamenti di umore
Ø Disturbi del sonno
Ø Mancanza d’appetito
Ø Perdita di peso
Ø Dolenzia muscolare, DOMS
Ø Alterazione di PA e FC a riposo, durante e dopo sforzo
Ø Aumento del cortisolo
Ø Riduzione del testosterone
Ø Aumentata suscettibilità alle infezioni
L’indebolimento delle difese immunitarie conduce ad un circolo vizioso:
INFEZIONE-SOVRALLENAMENTO-INFEZIONE
pericoloso se non si rispetta il riposo durante gli episodi infettivi e se non si adottano le
corrette terapie.
Es. miocardite con aritmie e compromissione cardiaca fino alla morte improvvisa da sport.
INDICI STRUMENTALI O DI LABORATORIO utilizzati per la diagnosi:
Ø
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Ø
Ø
Ø
Ø
Rapporto testosterone/cortisolo
Livello di catecolamine nelle urine della notte
Riduzione del rapporto linfociti T4/T8
Riduzione nel sangue del livello di glutamina
Riduzione nel sangue del livello di emoglobina
Riduzione nel sangue del livello di ferritina
Per la diagnosi non sono sufficienti le informazioni ottenute dagli indici di laboratorio,
bisogna che siano presenti il calo delle prestazioni e i sintomi già citati, che sono il segnale
delle alterazioni a carico dei vari organi ed apparati.
La precocità della diagnosi è necessaria per correggere errori nella programmazione degli
allenamenti e delle gare e per somministrare un
periodo di riposo adeguato, unica medicina in grado di curare tale malattia.