Soft Secrets IT 06-10 Leggere online

GRATIS
Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
Bugie e contraddizioni della war on drugs
In questa edizione:
Caccia all’untore
di Franco Casalone
Marijuana ed epilessia
L’1% degli italiani è affetto da epilessia, una patologia che porta a un disturbo ricorrente dell’attività celebrale, attività motoria incontrollabile e alterazioni sensoriali. Stefano Cucchi, trovato morto
in prigione lo scorso anno in seguito a un arresto
per qualche grammo di fumo, era epilettico. Per la
cura vengono utilizzati farmaci anticonvulsionanti
(benzodiazepine e barbiturici) ma, a fronte di
diversi effetti collaterali, diventa necessario trovare una valida alternativa. Negli ultimi decenni
sempre più pazienti hanno riferito del beneficio
derivante dall’uso di marijuana.
23
L’uomo, e tutti gli esseri viventi, hanno
bisogno di poter cambiare stato mentale. Questo cambiamento è continuo e
viene provocato da qualunque attività
fisica o mentale. Da anni è in atto una
campagna di criminalizzazione delle
persone che cercano anche nell’uso di
sostanze un mezzo per cambiare stato
di coscienza. Ultimamente, in Italia, si
sono raggiunti livelli di persecuzione
pesantissima e di imposizione di un’ideologia basata su ipocrisia, bigottismo, bugie e cecità.
A livello governativo si riescono a dire
menzogne incredibili: dopo l’ultima
conferenza internazionale sugli stupefacenti, la delegazione italiana ha comu-
nicato che “l’Europa è d’accordo con le
nostre posizioni sulla lotta alle droghe”,
mentre da ogni parte d’Europa si diceva
che “l’Italia è l’unico stato che si rifiuta di
fare una sperimentazione intesa come
riduzione del danno e che rifiuta di
depenalizzare il consumo e la coltivazione per uso personale di cannabis”.
Ultimamente c’è stato un attacco pesantissimo alle libertà del singolo ed ai diritti
del cittadino, con obblighi di sottoporsi ad
analisi umilianti per moltissimi lavoratori
e tranquilli cittadini al volante delle loro
auto, ed alle proteste (pochissime) contro
questo attentato alla capacità di gestire la
propria vita, viene risposto con frasi deliranti e dati presi da studi faziosi.
Numero 6 - 2010
Questo attacco è diretto anche contro
tutti quei posti (smartshops, growshops,
centri sociali) dove si fa un’informazione
diversa da quella “ufficiale”, dove c’è la
possibilità che le sostanze non vengano
demonizzate con foga inquisitoria ma
valutate in modo obiettivo, e la critica sia
diretta non contro un oggetto, ma contro
il modo di gestirlo da parte del potere.
Si spediscono giornalisti a far domandetrabocchetto ai gestori di questi luoghi,
per mettere in cattiva luce un’ideologia
che da fastidio, perché critica contro un
potere che si serve della disinformazione
per creare “il nemico di turno”. Perché
così non ci si accorge delle loro ruberie
continue e della loro collusione con gli
ambienti che hanno tutto l’interesse a
mantenere il proibizionismo.
Sento dire, a livello governativo, che “la
cannabis danneggia il cervello in modo
permanente”, è causa di incidenti stradali,
provoca danni fisici, ed altre amenità del
Continua a pagina 3
Per una buona resa
Che bella la nostra passione, è l’unico hobby che
ti ripaga” e in effetti è vero, se penso ai soldi che
un grower risparmia e soprattutto non paga alla
narcomafia. Per cominciare servono pochi euro
e del tempo. Anche il minimo investimento in
più si trasforma in dieci volte tanto il suo valore
quando si raccoglie. Prendendo un prezzo medio
di strada è facile, facendo due conti, rendersi
conto di che risparmio enorme si genera producendo da soli la Cannabis. Anche un novellino
con pochi soldi a disposizione troverà soddisfazione nell’autoproduzione.
33
Sempre in questo numero:
La bimba di pagina 3 (Page 3 Girl)
Caro Soft Secrets
Prodotti
Comic
Così in cielo come in terra
Jorge Cervantes
Fiera anti proibizionista
Porco Dio, la band
GrowerPlanet
Ed Rosenthal
Il Giardino Idroponico
Music reviews
La seconda venuta
Coltivazione outdoor per novizi
Malati e perseguitati
Thanks for smoking
Pin up
Shop reviews
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43
44
45
Haze
Automatic
Best Automatic Ever by Dinafem
w w w. d i n a fe m . o r g
3
Continua dalla prima pagina
genere, che i cannabinoidi sintetici usati
in alcuni sostituti della cannabis sono
“scarto della ricerca scientifica e quindi
pericolosi per la salute”, che “ogni sostanza che provoca modificazioni dell’attività
mentale è da proibire”. Su PubMed e su
tutti i siti di informazione medica, ci sono
circa 20.000 studi scientifici che trattano
della cannabis, e, a parte poche decine
(perlopiù sponsorizzati da interessi proibizionisti), sono tutti concordi nell’affermare che è una delle sostanze meno tossiche, meno pericolose per la guida e con
più applicazioni terapeutiche esistenti.
Power Flower è un ceppo commerciale molto conosciuto. Facile, rapido e affidabile. Questa varietà si
adatta alla coltura indoor e outdoor e si comporta
molto bene in un buon terreno, ma una volta piantata in idroponico, Power Flower esploderà di cime
e THC. A predominanza indica, la Power Flower ha
un’influenza sativa che energizza il suo effetto,
incrementandolo fino a farlo diventare potentemente fisico. La Power Flower è perfetta per i novizi
e un sogno diventato realtà per i professionisti.
La Power Flower produce una resa affidabile e
consistente (fino a 150 grammi per pianta!) di cime
molto dense e appiccicose. Detto questo, è senz’altro un ceppo vincente!
Background genetico:
Altezza:
THC:
Periodo di fioritura:
Resa:
Raccolto outdoor:
Foto: Royal Queen Seeds
a predominanza indica
con influenza sativa
100 – 140 cm
circa 15%
da 7 a 8 settimane
± 500 g per m2
inizi di ottobre
Power Flower
Il responsabile del dipartimento antidroghe chiede di valutare le ricerche scientifiche, e se ne esce con l’affermazione che
“il THC crea una frammentazione del DNA
dei neuroni dell’ippocampo”.
Ho cercato “cannabis e ippocampo”, e ho
trovato studi che concludono che l’uso di
cannabis porta a sviluppo cerebrale, che
protegge il cervello in caso di traumi, che
non causa problemi psicologici, non crea
danni cerebrali permanenti, è efficace nel
curare e/o nel ridurre i sintomi di moltissime malattie, gravi e non, inclusi numerosi
tipi di cancro. Si legge sui quotidiani “è
partita la caccia ai coltivatori di marijuana”. Siamo forse animali? Girano elicotteri
delle forze dell’ordine per individuare e
fotografare poche piantine su un balcone
ma non dicevano che non hanno nemmeno i soldi per la benzina delle volanti?
E quanto costa individuare tre piantine
su un balcone con gli elicotteri? Quanto
costa appostarsi per giorni in un bosco,
sperando di sorprendere qualcuno che
vada a bagnare poche piante assetate?
A chi stanno facendo del male queste
persone perseguitate come se fossero la
peggior feccia della società?
Leggo su un quotidiano nazionale
“Precipita dal 4° piano. Oggi l’autopsia che chiarirà quanto aveva bevuto e fumato. Caccia a chi ha venduto
l’hashish per la festa”. L’articolo prosegue: “Bisogna accertare quanto principio attivo aveva l’HASHISH circolato in
quella serata maledetta e se Bianca ha
fumato (o no) uno spinello. Quel tipo
di stupefacente, secondo molti esperti,
rischia di non rientrare più nella liste
delle droghe leggere, a causa della percentuale molto alta di principio attivo, in
grado di provocare alterazioni mentali
gravi” . Incredibile quanto si riesca a diffamare una sostanza con notizie false,
che si contraddicono da sole nello stesso
articolo: la tipa aveva bevuto, ma ci sarà
la “caccia a chi ha venduto l’hashish”.
Si sente su televisioni locali: “i carabinieri hanno scoperto 5 grammi di hashish,
33 semi di marijuana, un taglierino ed
una confezione di cartine!” ed anche:
“Scoperti 50 grammi di semi di canapa. Denunciati tre agricoltori. Raffica
di perquisizioni degli uomini delle
Compagnie Carabinieri di xxx che, con
il supporto dei loro colleghi delle unità
cinofile e dello Squadrone Eliportato
xxx, hanno passato al setaccio le campagne di xxx. Sono stati denunciati
tre agricoltori della zona e perquisiti
vasti appezzamenti di terreno ed edifici rurali solitamente utilizzati per il
ricovero degli animali e degli attrezzi
agricoli....50 grammi di semi di canapa
indiana sono stati rinvenuti all’interno
di una cassapanca posta nell’abitazione di xxx, denunciato per detenzione
abusiva di sostanze stupefacenti”. Due
compagnie di carabinieri, unità cinofile
ed elicotteri passano al setaccio le campagne per 50 grammi di mangime per
uccelli: siamo proprio scemi a permettere uno stato di cose del genere!
Che i nostri politici siano in contatto
costante con ambienti mafiosi è cosa
risaputa, che difendano i loro interessi è
logico, e per questo si scatenano contro
chi, in qualche modo, cerca di sfuggire
da questa ipocrisia e di non alimentare
un mercato nero.
È ora che questi politici se ne vadano.
Che non siano più riconosciuti come
rappresentativi della volontà popolare e
che smettano di ricavare profitti enormi
dal loro lavoro, che viene svolto non
per l’interesse del cittadino ma solo per
gonfiare il proprio portafogli. È ora che
venga fatta un’informazione reale, obiettiva, su tutto: l’uso delle sostanze è solo
un esempio dell’ipocrisia e delle menzogne che ci vengono raccontate su tutto
da questo branco di delinquenti!
4
Lettere dai lettori
Mantis
Fantastico Mantis: donna e cime. O hai una sorgente luminosa molto potente o la sai lunga. In ogni caso hai fatto un buon
lavoro, ci piace.. ci gustano proprio le cime grasse e ben formate. Da catalogo direi!
Attenzione lettori
italiani!
Volete vincere semi FEMMINIZZATI di DINAFEM?
Mandateci una fotografia della vostra stanza di
coltura o della vostra miglior pianta di cannabis,
dove si veda chiaramente una copia di Soft
Secrets e DINAFEM vi manderà una confezione
3 semi femminizzati. Se nella fotografia dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie
o ragazza che indossano un micro bikini sexy
o dell’intimo molto allettante, riceverete una
confezione 2 x 3 di semi femminizzati. La fotografia del mese riceverà una confezione 3 x 3 di
semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un
omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM!
Mandate le vostre fotografie via e-mail a
[email protected] o mandatele alla
nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà
gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfuocate e non ci piacciono le
fotografie di piante in fase vegetativa. Vogliamo
vedere grosse cime e belle tette! Buona fortuna!
Cara redazione di Soft Secrets
Vi invio le foto del mio 2° esperimento, questa volta riuscito meglio. La pianta in questione è una S.A.D. coltivata con una
lampada da 250W. HPS e la linea completa di fertilizzanti della Bio Bizz. Grazie continuate cosi siete grandi!
Anonimo
Terremo questa foto per ricordarci quanto un vaso grosso influenzi la produzione.. Solo 250 Watt per un piantozzo da acquolina, complimenti. Il terzo esperimento, se ci sarà, ancora bio!
Soft Secrets Italia,
PoBox 17250,
1001 JG Amsterdam,
Paesi Bassi
E-mail:
[email protected]
Anonimo
Se è fatta outdoor
probabilmente ha il
vaso troppo piccolo,
peccato non vederla
nella sua integrità!
E’ forse una madre
portata a fioritura?
Perchè noto un tronco grosso ma cime
smilze smilze. Big up
per il lavoro fatto, al
prossimo giro cura di
più I dettagli e avrai
cime grasse e grosse.
Aspettiamo una tua
foto e magari anche
la firma!
Mi chiamo Claudio,
queste sono le mie ultime selvagge
Bubblegum e mi spiace se non ho tette
e culi da abbinarci. Grazie a tutta la
redazione e alla prossima!
Anonimo
Eh Clod che ti posso dire... una cima lunga
come un braccio e niente culi..è una proposta strana? :) Complimenti per la formazione florale, da ritagliare. Ah... quel braccio
alzato è solo per indicare la grandezza,
nevvero? ;) Big up!
6
Ecco le miei bimbe!
Per il mio primo ciclo, ho realizzato
un armadio con una lampada grow
da 400 W., con 5 White Widow e una
Top 44, il tutto in 4 mesi, 65 giorni di
fioritura, coltivazione con prodotti
interamente biologici. Che ne dite,
me la sono cavata? Il raccolto non è
stato entusiasmante come quantità,
circa 35 per piccola, ma buonissima!
Grazie anche alla mia “infermiera”
che le ha seguite fin dall’inizio!
Complimenti per la rivista!
Anonimo
Ma invece complimenti a te! Se
avessi usato vasi più grossi e una
600 Watt raffreddata avresti raccolto
molto di più, ma vatti a lamentare di fronte a piante esplose così!
Complimenti!!! E mandaci la dottoressa che uno di noi è svenuto....
Salve Soft Secrets
Questo è il risultato
della mia prima esperienza da pollice verde,
sono tre trovatelle fatte
outdoor in montagna,
putroppo le ragazze
non hannno dato il
meglio di loro. Un
saluto.
Loveganja
Se con ragazze intendi
le piante allora ritieniti
soddisfatto per essere
trovatelle. Cime enormi
outdoor, queste sono
lunghe ma comunque
non paiono piccole. Le
signorine, invece, anzichè ascoltare Ligabue
potrebbero mostrarsi
di più ;)
Al prossimo giro prova
genetiche conosciute,
coi trovatelli non si sa
mai. Enjoy!
7
Ciao ragazzi,
vi presento la mia bambina, una Sativa coltivata in outdoor! Grazie per tutti i vostri
consigli, saluti dal vostro grower
Anonimo
Sativa sinonimo di qualità. Fumerai bene, ma che foglioni!!! Non prenderla come una critica perchè come si fa a criticare un incappucciato?
Sempre sativa e complimenti per l’avvventura!
Ciao, Mando queste fotine. Continuate così.
Anonimo
E noi te le commentiamo subito le tue fotine! Non sei certo un principiante, l’occhio esperto ha subito notato il sog con luce raffreddata... e quello sembra cocco... Man detto alla Corleonese suonerebbe
all’incirca così: “Minchia che lavoro coi controfiocchi!”.
Ottimo lavoro: sempre un occhio al compromesso resa/rischio.
10 e lode. Fai sentire orgoglioso il popolo di growers italiano: EHI
MONDO GUARDA QUA!
Che stile, che classe...
Salve,
Vi mando le foto del mio primo ciclo indoor due Weed Skunk in fioritura da un mese
e mezzo, tirate su con due Ufo Led e nutrite con Advanced Hydroponics. Per essere la
mia prima esperienza che ne dite , devo potenziare di piu l illuminazione? Spero di
avere qualche semino di Moby Dick o Ak 47 Un saluto e continuate cosi...
Liuk77
Allora, piante non male, purtroppo giudicarle a 3 /4 di fioritura sul prodotto finale. Ma con
un’HPS e vasi più grandi avresti inciccionito di più quelle buds.
10 per la prima esperienza, prova a variare il setup, vedrai che tenderai sempre più all’innalzamento della qualità. Beeella Man!
9
Hola carissimi,
Condivido con voi le mie 3 bimbe, una buonissima Blue Cheese, una Vanilla Kush e una Crimea Blue, e ovviamente pure uno dei piu bei culi della storia! Mia terza esperienza
in assoluto, e prima volta che uso un impianto a led da 150W. A dir poco spettacolare! Niente consumi e una resa proprio speciale! Siete dei grandi e ci date una grossa mano!
Grazie di esistere, Soft Secrets!
Matteo
Genetiche cool, setup cool e un gran bel culo. Le piante sembrano un pochetto allungate, però non posso dir di più, I led ancora mi mancano e purtoppo non vedo come li
hai utilizzati... Ma non riesco a distogliere lo sguardo dalla foto piccola... Respect!
Anonimo
Anonimo
We all love outdoor! Ma non ci divi che è, che le stai dando... Ci lasci solo l’acquolina in boccaaaaaaaa!
Sdraiate per far la foto e poi ancora appese.. Tra poco taglierai le foglioline alla
base dei cimotti e dopo ancora poco tempo in barattolo saranno pronte per
gustarle... Te le auguriamo dolci come l’estathè. Beeella!
Skunk#1
White Widow
Blue Mistic
Indoor Mix
Outdoor Mix
Critical
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
E8,-
E20,-
E8,-
E20,-
E8,-
E20,-
E8,-
E20,-
E8,-
E20,-
E9,-
E23,-
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
E30,-
E55,-
E30,-
E55,-
E30,-
E55,-
E30,-
E55,-
E30,-
E55,-
E35,-
E65,-
Ice
Power Flower
Fruit Spirit
Northern Light
Shining Silver Haze Amnesia Haze
Royal Cheese
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
E9,-
E23,-
E9,-
E23,-
E9,-
E23,-
E9,-
E23,-
E9,-
E23,-
E10,-
E27,-
E9,-
E23,-
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
E35,-
E65,-
E35,-
E65,-
E35,-
E65,-
E35,-
E65,-
E35,-
E65,-
E40,-
E75,-
E35,-
E65,-
Special Kush #1
Special Queen #1 Royal Moby
Easy Bud
Quick One
Royal Automatic
Royal Dwarf
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
1 semi
3 semi
E3,50
E8,50
E4,-
E8,75
E13,-
E34,-
E7,-
E17,50
E8,-
E20,-
E8,50
E21,50
E6,-
E15,-
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
5 semi
10 semi
E13,-
E23,-
E13,50
E25,-
E54,-
E90,-
E27,-
E50,-
E30,-
E55,-
E32,50
E60,-
E25,-
E45,-
INGROSSO
+39-(0)23 984 59 08
+39-(0)12 134 11 86
Royal Queen Seeds +31-73-5479916 [email protected]
www.royalqueenseeds.com
11
GROWING
L’esperienza di un lettore
di Lowy76
Ciao sono Lowy76, un grower italiano del
profondo e freddo nord, Trentino Alto
Adige per la precisione. Qui da noi non c’è
molta possibilità di fare outdoor A causa
della forte presenza di polizia forestale,
fungaioli e cacciatori, ed è quindi duretta
trovare posti piccoli assolati e comodi
dove piantare una o tre piante al Massimo.
Ogni anno piu del 70 % scompare, quindi
si lavora sopprattutto indoor.
Da un anno e mezzo circa ho fatto un po’ di
esperienza con le autofiorenti out e in, ho
fatto un po’ di incroci con le regolari della
Doctor Joint Blueberry, incrociando con
altre ditte: discreti risultati, quasi buoni
direi. Ora ho invece provato ad incrociare
una Critical Royal Queen Seeds da indoor
con una Purlple Royal Queen Seeds da
outdoor, ho sacrificato una femmina da
outdoor che mi ha dato un discreto raccolto e una bella busta di semi tigrati e
maturati 3 mesi di stagionatura sulla piñata: ora provo a coltivarla in indoor.
Ho sentito parlare bene di luci sodio e bene
anche delle fluorescenti neon, ma ero ideciso e quindi le ho prese entrambe. Ora volevo vedere gli effetti che potevano dare le
varie luci e come si evolvevano, lavorando
sulla stessa piñata, con la stessa temperatura, umidità, aria e terra ma in 2 aree separate. Dapprima ho cimato la pianta molto
bassa per divedere poi le 2 cime principali e
piano piano incanalarne una sotto la sodio
e l’altra sotto la fluorescente al neon, il tutto
non senza fatica e con molti metri di spago.
Quindi le mando in fioritura dopo 28 giorni
di vegetative: sin dall’inizio i fiori sotto alla
lampada al sodio da 400 watt erano enormi
ma con i peli bianchi del fiore molto corti e
la cima era rigogliosa; invece quelli sotto la
fluorescente da 200 watt erano piu piccoli
di dimensione ma ricoperti di peli lunghissimimi. Entrambe le lampade però davavano
i fiori a forma di fragolone e la struttura e il
disegno di base simili.
Dopo 2 mesi di fioritura e comunque un
allungamento esagerato delle due cime
principali, noto che le cime sono sempre
piu divese tra loro: sotto sodio sono enormi a forma di fragola, con forte aroma e
colori molto piu autunnali, buon raporto
resina-calici-folglie; sotto la fluo ci sono
invece meno fiori e più piccoli, ma con
un’enorme quantità di resina e foglioline
molto piu verdi .
Tre mesi e il raccolto è in arrivo. Comincio a
smontare la doppia camera e già si sentono i due aromi diversi, slego il tutto e tiro
fuori la mia bestiola. Tagliando le foglie
per la cimatura, noto con mia incredulità
che la luce al sodio aveva fatto montare
bene le cime, ma la resina era poca ma
aveva un profumo fruttato ¬– con richiami un po alla Skunk – che dominava sull’odore dell’altra cima; invece la lampada
neon aveva ricoperto in modo esagerato
le cime che davano un odore piu da hash,
molto incensato. Quindi taglio, cimo e poi
essicco per 12 giorni. Infine circa 2 mesi e
venti giorni di concia in vetro al buio.
Momento del test finale con i miei fidati
amici: assaggiamo! Apriamo e notiamo
soppratutto il colore che le fa sembrare
uguali il viola della Purple si nota bene in
entrambi ma, gurdando meglio con una
lente, sono molto diverse sia nella grandezza dei fiori che nella resina (quantita e
grandezza della stessa). Alla fine la sodio
si è dimostrata più produttiva e puzzona,
con i toni della Skunk e un dolcissimo
aroma, con peli rossi in quantità e sballo
buono per farsi 4 risate. La fluo ha reso
meno ma è tuttora ricoperta di resina, ha
un sapore da incenso e lo sballo è pari a
quello dell’hash di ottima qualità.
Germinazione
2 piatti e scottex
Terriccio
Per vegetativa: humus di lombico, torba ,
terriccio Bio canna
Per fioritura: torba, dolomia, guano, terriccio Plangron
Vasi
Per vegetativa: 2 litri, 7,5 litri
Concimi
Nessun radicante
Per vegetative: sangue di bue e
Green Sensation
Per fioritura: Alga Bloom e Green Sensation
Plagron, Bloom-c organic Atami
Luci
Sodio: 400 watt cool tube
Fluorescente: 200 watt solo fioritura
Voto finale
Sodio: potenza 9, sapore 8, durata 7
Fluorescente: potenza 9, sapore 5,
durata 10
12
PRODOTTI
ATAMI Root-C
Un sistema radicolare ampio e sano contribuisce notevolmente a un buono sviluppo della pianta. Perché ciò
sia possibile, questo stimolatore radicolare organico
garantisce una crescita rapida e vigorosa del sistema
radicolare e previene le malattie del terreno come
Pythium, Fusarium e i pidocchi delle radici. Le radici
si svilupperanno rapidamente e in particolare il volume aumenterà, offrendo maggior presa alla pianta.
Aumenteranno inoltre le dimensioni al di sopra del
terreno. Una pianta con un sistema radicolare ben sviluppato e ancorato può sostenere più rami di fiori nella
fase finale, il che porterà a un raccolto migliore!
Root-C può essere usato durante tutta la fase di crescita
in aggiunta all’alimentazione utilizzata in fase d’irrigazione della coltura.
Atami consiglia l’utilizzo di Root-C all’inizio del ciclo
di crescita e di passare poi ad Alga-C, lo stimolatore di
crescita organico, dopo tre settimane. Garantiscono i
risultati migliori!
Visitate il nuovo sito atami per avere
campioni omaggio!
www.atami.com
R.I.P. Elemental – Guru e attivista italiano
cannabis è stata evidente sin dall’inizio. Sempre preso nella chat room
di Soft Secrets (e in altre chat room
sulla cannabis) a tradurre dall’inglese all’italiano e dall’italiano all’inglese – lavorando strenuamente per
tutti i membri online, prima ancora
di pensare a se stesso. Ha sempre
condiviso le sue conoscenze con gli
altri e ha espresso i valori di pace e
unità – alimentando le aspirazioni
della gente e l’amore condiviso per
la coltivazione della cannabis.
Agli inizi di agosto Soft Secrets ha
purtroppo appreso la notizia della
dipartita del Guru italiano della
Cannabis: Elemental.
Elemental era ancora giovane, un
pacifico Rastafari, che rispettava
la natura e ogni persona e pianta
avesse mai incontrato sulla sua strada. Elemental è stato un membro
ampiamente rispettato e apprezzato
della comunità internazionale della
cannabis online – un Maestro estemporaneo per tutti noi. Purtroppo si è
spento inaspettatamente ed è stato
un grave shock per tutti coloro che
hanno avuto il piacere di condividere del tempo con lui e di assaporare
la sua saggezza.
La passione unica di Elemental per
tutto ciò che fosse connesso con la
Elemental è noto per il suo ‘avatar’ (logo sul computer) online: una
versione a cartone animato di se
stesso. Analogamente, le fotografie
multicolore, le immagini e gli insegnamenti passo dopo passo su come
trattare tutti gli aspetti della cultura
della cannabis, mancheranno a tutti.
L’approccio di Elemental, orientato costantemente all’informazione,
su come agire in modo organico
(come studente online di Soma) l’ha
trasformato nel Guru dei guru italiani. Le sue parole venivano sempre
ascoltate da tutti.
I post di Elemental su temi diversi,
come le tecniche più recenti di estrazione della resina o sui suoi persona-
li metodi ben studiati per ottenere
fertilizzante organico e tè di guano
a casa, usando i fornelli, sono ora
diventati leggenda e il vero e proprio materiale di cui è fatta la vera
Cultura della Cannabis! Soft Secrets
vuole dunque celebrare il contributo
di Elemental a nome di tutti.
Elemental è stato uno degli Attivisti
più importanti in Italia e in Europa.
In questo momento difficile il nostro
pensiero va ai suoi amici e alla sua
famiglia. Riposa in pace!
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16
HOLY CANNABIS
Le confessioni di un prete antiproibizionista
Così in terra come in cielo
Don Andrea Gallo – mitico animatore della
esperienza genovese della Comunità di
San Benedetto al Porto di Genova – si
definisce da sempre come un prete da
marciapiedi, anche se poi ha fatto il partigiano. Da poco festeggiato il suo ottantesimo compleanno, il nostro, con questa
sua autobiografia, è riuscito a ripassare con
incredibile humour
le fasi salienti di
una
esistenza
tumultuosa. Una
vita avventurosa,
che lo ha portato
dalla militanza nella
Resistenza tra le fila
della Democrazia
Cristiana, fino ad
approdare ai movimenti antiproibizionisti del secondo
millennio. Ma il suo
impegno a fianco
dei diseredati precede di molto il suo
contributo alla nascita del movimento antiproibizionista, movimento che ha preso
forma e sostanza nel corso della conferenza governativa di Genova sulle droghe
dell’ormai lontano novembre 2000.
tramutare il bombardamento di popolazioni inermi in un’azione a difesa della
libertà”. Apriti cielo! A seguito di questa
predica, considerata dai suoi superiori una
vera e propria provocazione, ma probabilmente anche per cercare di recidere il
suo legame con la Genova popolare, Don
Gallo subì dei provvedimenti disciplinari e
fu invitato a recarsi per punizione
all’isola di Capraia,
un’isola dell’arcipelago toscano a
molte miglia dalla
costa e difficilmente raggiungibile. Non distante
però dall’isola di
Montecristo da cui
quasi nessuno era
riuscito ad evadere, fino ad un certo
momento descritto poi in un celebre
romanzo. In questo
caso il Gallo si decise per una evasione
anticipata e, per salvarsi dalla morte civile,
decise di occupare una sacrestia dove si
insediò con una implicita richiesta di soccorso lanciata ad suo collega che da allora
continua ad ospitare lui e i suoi compagni,
nonostante le continue attenzioni della
Curia scandalizzata dalle sue posizioni su
sesso, droghe, aborto, antimilitarismo e
contraccezione. Con questa occupazione
Don Gallo decise di aprire l’esperienza
della Comunità di San Benedetto al Porto,
che nel corso di questi quarant’anni ha
aiutato con l’autogestione e l’empowerment i soggetti deboli e marginali a ritrovare una loro dimensione. Il tutto senza la
minima ombra di autoritarismo. Il succes-
Nel novembre del
2000 Don Gallo ha
partecipato alla
nascita del movimento di massa
antiproibizionista
partecipando alla
Conferenza governativa sulle droghe
Per don Gallo passare dalla Resistenza
all’antiproibizionismo è stato un passo
naturale e quasi spontaneo, anche perché
nel ‘68 genovese Andrea divenne famoso
per una predica che fece in seguito al
ritrovamento di una fumeria di hashish.
Nel sermone incriminato, invece di inveire
contro chi rollava qualche spinello aveva
ricordato “quanto fossero diffuse e pericolose altre droghe, per esempio quella
del linguaggio, talmente fuorviante da
so di questa iniziativa libertaria è testimoniato anche dalle molte attività stabilite
dai ragazzi, anche all’estero, con l’apertura
dell’ormai storico ristorante La Lanterna.
A Don Gallo ogni tanto qualcuno ha pure
passato pure delle strane sigarette. Magari
di puro tabacco, come racconta nel suo
ultimo libro. Ma non è questo il punto,
perché Andrea è divenuto l’antiproibizionista più famoso d’Italia quasi naturalmente essendo un grande amico di
grandi musicisti come Fabrizio De André
e Vasco Rossi e il
principale animatore di una Comunità
basata sulla libertà
come
principale terapia. Dopo
“Angelicamente
anarchico”
e
“L’imbroglio Droga”
don Andrea Gallo
torna nelle librerie
con la sua ultima
fatica “Così in terra,
come in cielo” in cui
ci presenta la sua
vita in una prosa
semplice e graffiante che ripercorre
tanti episodi della
sua vita burrascosa tra i vicoli e gli
emarginati, dai matti per la vela passando
per le prostitute dei carruggi.
di Enrico Fletzer
vavo a presentare un mio libro nel salone
del Comune di Genova quando, dibattendo appunto sulla legge Fini-Giovanardi
appena approvata, un ragazzo del centro
sociale Terra di Nessuno si alzò all’improvviso e disse: “Io questa legge me la fumo!”.
Estrasse di tasca una canna, me l’accese e
me la passò. Senza esitare mi feci un bel
tiro davanti alla platea e conclusi: “Se è
vero quello che dice Fini, adesso sto male
per tre giorni” E poi dico io, se dopo il
diluvio universale la marijuana ancora c’è ,
vuol dire che Noè se l’è portata sull’Arca”.
Ma le cose più interessanti Gallo continua a rivolgerle ad
un altro salesiano,
il sottosegretario
Carlo Giovanardi.
Personaggio che
pur essendo della
stessa parrocchia
ha una visione
diametralmente opposta per
quanto concerne
la canapa. Una
visione d’insieme
ispirata alle teorie
terroristiche della
serie “ti brucia il
cervello” che, oltre
ad essere pedagogicamente sbagliata, ha delle conseguenze terrificanti sullo stato della cultura di
massa del nostro paese. Di tutto questo
e del suo fortissimo impegno parla il
nostro in “Così in cielo e così in terra”
edito nel 2010 per i tipi della Mondadori.
D’altronde qui in terra nessuno è perfetto,
anche se rispetto alla scelta dell’editore lo
stesso don Andrea avrebbe qualcosa da
ridire. Anzi penso che ce l’abbia e sembra
che abbia promesso di non peccare più.
Io li conosco questi preti: è un’affermazione abbastanza cattolica per altro che
molti peccatori reiterano per poi fare i
loro porci comodi. Don Gallo non è uno
di questi ma per una volta mi permetto di
dirlo anch’io: che così sia! Amen!
L’esperienza della
Comunità di San
Benedetto al Porto,
nel corso di questi
quarant’anni ha
aiutato con l’autogestione e l’empowerment i soggetti
deboli e marginali
a ritrovare una loro
dimensione
Come dicevamo sopra, nel novembre del
2000 Don Gallo ha partecipato alla nascita
del movimento di massa antiproibizionista partecipando alla Conferenza governativa sulle droghe. Ma anche tentando
di reagire alla folle legge promulgata da
Fini e Giovanardi. La reazione è stata,
nel caso di don Gallo, una spinta in più
per reagire alla follia proibizionista alla
legge sulle droghe impiegando all’interno
della sua comunità una filosofia che non
potrebbe essere espressa meglio se non
tramite il racconto che lo steso don Gallo
ci propone nel suo ultimo libro: “Mi tro-
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18
Armadio di coltura
Potatura
Voglio coltivare nel mio armadio e leggo tutto
ciò che c’è da sapere per coltivare ormai da
tempo. Ho deciso di usare l’idrocoltura. Dato
che sono un novizio, mi consigliate un armadio
all inclusive? O sarebbe meglio comprare un
sistema idroponico e costruire la mia stanza
di coltura? Vorrei coltivare una Haze: ne avete
una da consigliare a un novizio?
Babel
Cimare la cima principale rallenta la pianta? Incide anche sulle altre
cime e non permette loro di raggiungere il loro pieno potenziale?
Parlo di sative di 3-4 metri negli ultimi due mesi di fioritura.
Zot
Hai già un armadio e sembra che tu abbia fatto
tutti i compiti per bene. Se acquisti un armadio di
coltura, dovrai montarlo al di fuori del tuo armadio. Probabilmente potrai cavartela con il tuo
armadio, purché tu garantisca aerazione a sufficienza. Se non hai un’apertura per l’aerazione,
potresti te lasciare l’anta aperta, sempre che non
sia un rischio a livello di sicurezza.
Il passo seguente è quello di comprare un semplice
sistema idroponico. Una coltura in acqua profonda e nutrimento o un semplice sistema ‘flood and
drain’ sono le scelte più produttive. Assicurati di
ricoprire il pavimento con della plastica spessa per
evitare ogni tipo d’incidente.
Una delle mie preferite è la NL #5 x Haze. Non posso
consigliarti nessun tipo di Haze pura finché non
avrai un po’ di esperienza. Le Haze pure sono un po’
più impegnative e ci mettono più tempo a maturare. La NL #5 x Haze matura in circa 9 settimane
quando riceve un fotoperiodo di 12/12.
Potare o cimare le piante incide sugli ormoni della crescita. Potando
selettivamente si manipolano i livelli dell’ormone dell’auxina nei rami e
sulle punte dei fiori. Togliere un ramo o la punta di un ramo porta a un
cambiamento nell’equilibrio ormonale. Tagliare il meristema (punta)
di una pianta di cannabis porta alla diffusione degli ormoni (auxine) e
alla maggior concentrazione degli stessi nelle punte dei rami inferiori. La
conseguenza è che le cime inferiori hanno maggior vigore e peso.
Usa sempre strumenti puliti quando poti. Un potatore è la scelta ottimale
in questo caso. Disinfetta le forbici e le lame fra un taglio e l’altro strofinandole con alcol. Dopo la potatura, la ferita aperta è un invito per malattie e
insetti infestanti. Lava mani e strumenti prima e dopo la potatura. Pratica
dei tagli con un angolo di 45 gradi per fare in modo che l’umidità non
si depositi sulle ferite. Quando poti durante la fioritura, si diffondono gli
ormoni dei fiori e la fioritura è ritardata. Ci vuole un mese o più perché gli
ormoni possano raggiungere nuovamente le concentrazioni pre-potatura.
Togli i rami più sottili e le parti che non ricevono energia luminosa,
come le foglie morte o morenti. Potare i rami inferiori concentra le
auxine nei rami superiori, il che obbliga la crescita a svilupparsi verso
l’alto. Taglia i rami inferiori in maniera netta in modo tale che non
rimangano ceppi che imputridiscono e attraggono insetti infestanti
e malattie. Se si vuole raccogliere precocemente per fumare il prima
possibile, si tolgono alcuni rami inferiori, in modo tale che il raccolto
diminuirà di poco. Potare i rami sottili e l’interno della pianta apre la
parte centrale e fornisce quindi una circolazione maggiore e migliore.
Permette inoltre alla luce di raggiungere la pianta più all’interno.
DOMANDE
PER JORGE
Jorge Cervantes è l’autore di: Marijuana
Horticulture: the Indoor/Outdoor Medical
Grower’s Bible (Gennaio 2006), Jorge
Cervantes’ Ultimate Grow DVD (girato in BC) e
Jorge Cervantes’ Ultimate Grow DVD II (girato in Spagna), Indoor Marijuana Horticulture:
The Indoor Bible, Marijuana Indoors: Five
Easy Gardens, Marijuana Outdoors: Guerrilla
Growing e Jorge’s Rx. Scrive per 13 riviste in 6
lingue diverse. I libri di Jorge sono pubblicati in
olandese, inglese, francese, tedesco e spagnolo.
Vai al sito www.marijuanagrowing.com
per maggiori informazioni.
Uccidere i ragni infestanti
Volevo sapere qualcosa sugli spray di rotenone e piretro. Cosa hanno a che
fare con i ragni infestanti? Sembra peggiorino. Al microscopio cominciano a
somigliare a Bush e Cheney!
Mr.Steven K.
Guardare un ragno infestante da vicino è decisamente spaventoso! Evita le armi di
distruzione di massa! Scegli il modo migliore.
Il Rotenone è un estratto delle radici di varie piante, fra cui le specie Derris,
Lonchocarpus e Tephrosia. Questo veleno è un insetticida a contatto non selettivo, un
veleno per lo stomaco e un veleno ad azione lenta che agisce sui nervi. Il Rotenone
controlla scarabei, bruchi, mosche, zanzare, tripidi, parassiti e insetti benefici. Devono
mangiarlo per morire. Il Rotenone non uccide i ragni infestanti.
Il Piretro, un pesticida botanico, viene estratto dai fiori del crisantemo piretro, del
Chrysanthemum coccineum e del C. cinerariifoliu. Le Piretrine – piretrine, cinerine e
jasmoline – sono i principi attivi del piretro naturale e uccidono gli insetti al solo contatto. Il Piretro è spesso utilizzato in concomitanza con il rotenone o il ryania per garantire
un’efficacia ad ampio spettro. Gli spray contengono sinergici. Si tratta di un pesticida
ad ampio spettro che uccide per contatto afidi, mosche bianche, ragni infestanti e vari
insetti fra cui quelli benefici. È davvero efficace per controllare gli insetti volanti, ma
devono ricevere una dose letale, altrimenti possono riprendersi e togliersi dai piedi.
Attaccate delle ventole alle corde elastiche o alle cinghie per assorbire le vibrazioni e ridurre il rumore.
Nebulizza attentamente le parti delle piante infestate dai ragni. Gli spray sono
più efficaci sui ragni. Lo spray ha la temperatura del ghiaccio quando esce dall’effusore e se lo si applica a una distanza inferiore ai 30 cm, può bruciare le foglie.
Lo spray contiene un sinergico, il piperonil butossido (PBO) o MGK 264. Sono
entrambi tossici per l’essere umano. Il Piretro si dissolve nel giro di qualche ora
in presenza d’aria, di luce HID e di luce solare. Superate questa limitazione applicando appena prima di spegnere le luci, l’aerazione e i ventilatori per la notte.
Un produttore, Whidmere®, offre Piretro incapsulato sottoforma di spray sotto il
nome di Exclude®. Quando lo spray esce dall’effusore, si forma una bolla attorno
a ogni gocciolina di piretro nebulizzato. Il rivestimento esterno mantiene intatto
il piretro ed estende la sua vita a vari giorni. Quando un insetto infestante entra
in contatto con la bolla, scoppia, rilasciando il piretro. Il piretro liquido e bagnabile applicato con un nebulizzatore a pompa è di difficile applicazione sotto le
foglie dove vivono i ragni infestanti.
19
Un amico mi ha detto di...
Sto coltivando indoor per la prima volta. Ho delle buone piante di un mese.
Un amico mi ha detto di tagliare la punta ma non sono so esattamente dove
tagliare. In questo momento hanno circa quattro foglie ciascuna e delle
nuove stanno uscendo. È questo che devo tagliare? Qualunque suggerimento
sarà apprezzato.
Nic
Lascia stare le piante! Hanno solo un mese e tagliare piante sane non permetterà
certo di farle crescere più rapidamente. Le piante devono essere nutrite e non potate.
In realtà ti sei detto “Ho delle buone piante”. Concentrati sulla crescita di foglie grosse e
sane e poi di cime grosse e sane. Le piante devono essere alte circa 30 cm e avere più di
quattro foglie. Fra le cause più frequenti di crescita rallentata durante i primi due mesi
figurano: mancanza di luce, terreno scarso, eccessiva irrigazione, scarsa aerazione e
controllo della temperatura. Assicurati di avere tutto il necessario nelle proporzioni
adeguate. Se utilizzi fonti HID da 400 w, posiziona le fonti di luce a circa 45 cm di
distanza al di sopra delle piante. Possono essere avvicinate (30 cm) quando le piante
sono cresciute un po’. È un po’ tardi ora per cambiare il terreno. Usa sempre il terreno
migliore che puoi comprare in negozio. La maggior parte dei terreni da risultati migliori se si aggiunge il 10-15% di perlite per accelerare il drenaggio, il che può anche essere
d’aiuto in caso di eccessiva irrigazione. Aumenta l’aerazione e la ventilazione in modo
tale che l’aria venga cambiata nella stanza di coltura ogni 1-5 minuti. Questo contribuirà inoltre a far respirare le piante in modo adeguato. Mantenete la temperatura
attorno ai 25 gradi durante il giorno e ai 22 gradi durante la notte.
Impostate un fotoperiodo di 12/12 quando le piante hanno 8-10 settimane per
indurre la fioritura. Se le piante sono troppo alte e sottili, considera la possibilità
di piegarle in modo tale che la luce raggiunga meglio il fogliame. Piegate le piante in modo tale che il canopo della coltura sia sullo stesso livello. Una volta che
otterrai vari raccolti con successo, capirai che controllare le esigenze di base delle
piante è tutto ciò di cui queste hanno bisogno.
Clonare e coltivare qualsiasi ceppo di Haze è difficile.
Trapiantare da Idro a Terra
Di recente ho comprato una macchina per i cloni, dotata di appositi cesti con rete.
Dopo che il clone si è radicato, come si rimuove il clone e le radici dai cesti con rete
senza danneggiare le radici?
Gman
Togliere le radici, soprattutto se sono più lunghe di 2 cm, senza danneggiarle
neanche un po’ è praticamente impossibile, senza tagliare la rete. Si può minimizzare il danno e permettere alle piccole radici di ricrescere nuovamente, ma ci
saranno graffi e ferite aperte nelle piccole radici delicate, una porta aperta per
gli insetti infestanti e le malattie. Si possono immergere le radici in acqua fredda
per rallentare l’attività biologica. I cesti con rete sono economici e possono essere
facilmente sostituiti. Usa un paio di forbici affilate o uno strumento per la potatura per tagliare la rete in modo che le radici vengano danneggiate al minimo.
Se coltivi in pellet d’argilla espansa, le radici verranno strapazzate e soffriranno
maggiormente. Se i cesti con rete contengono invece lana di roccia, il danno sarà
minore. Se trapianti in terra o mix ‘soilless’, puoi piantare direttamente il cesto con
rete. Se pianti per raccogliere la pianta in meno di tre mesi, questa potrebbe essere
a soluzione migliore. Se la pianta produce radici molto più lunghe, avrà maggior
vigore e la rete in plastica potrebbe ostacolare la crescita.
Bonkers è un buon nome per questo ceppo perché le ghiandole di resina sono
molto alte e si diffondono abbondantemente.
Questa B.C. Kush piena di resina cresce bene sia indoor che outdoor.
I coltivatori olandesi di Nirvana riempiono con le piante ogni centimetro quadrato dello
spazio a disposizione e si assicurano che vi sia aerazione e circolazione d’aria a sufficienza.
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21
IL CANAPAIO
La festa anti proibizionista
parmigiana
strativo, privazione della patente, urine
costosissime presso i SERT, a quello penale, da 6 a 20 anni per spaccio. E per prendere spaccio è sufficiente un quantitativo
davvero minimo. Meno di un grammo.
Come ogni anno da otto a questa parte si
rinnova un appuntamento fondamentale
per chi abbia a cuore un dibattito serio e
articolato sui temi dell’anti proibizionismo
italiano. A Parma presso il circolo Le Male
Club un pubblico numeroso e attento,
composto nella stragrande maggioranza
da giovani (principale obbiettivo dell’attuale repressione legislativa) ha ascoltato
gli esperti invitati da Luca Marola, del
Canapaio Ducale: attivisti, politici e un
persino un rappresentante del sindacato
di polizia. Tutti così distanti dalla sacralità
inamovibile della propaganda di regime,
tutti giunti a raccontare anche in terra di
Emilia gli effetti collaterali del proibizionismo nella sua variante operativa: la legge
fondamentalista Fini-Giovanardi, la quale,
come viene definita dai conferenzieri, rappresenta una delle leggi più ideologiche
varate in Italia dal dopoguerra ad oggi.
rappresentano solo interessi di parte, i
loro, e di questo possiamo davvero esserne sicuri.
Ideologica semplicemente perché la
legge in questione non tiene conto, anzi,
rinuncia esplicitamente al dato scientifico
e quindi all’evidente realtà per quanto
riguarda l’uso e abuso di sostanze stupefacenti, facendo un calderone unico fra
tutte le droghe (come si è sempre sostenuto su queste colonne) e soprattutto,
parlando di cannabis, senza separare il
mero consumo e la coltivazione privata
dalla produzione e dal traffico industriale.
Antiproibizionismo parmigiano: uno spazio di approfondimento e controverifica
delle notizie, risultati, statistiche, dati e
conseguenti presunte vittorie, osannate
dai politici come cartina di tornasole di
una politica di salute pubblica che con la
guerra alla droga si definisce e sostanzia.
Franco Corleone, sottosegretario alla
Giustizia nel 1996 e nel 2001, attuale
Garante dei diritti dei detenuti di Firenze
e segretario del Forum Droghe essendo
un’autorità in materia non spreca il fiato
ed esordisce fornendo senza giri di parole una chiara interpretazione della piega
che sta prendendo a suo parere il paese:
siamo in preda ad un orgia di ossessione securitaria che incide fortemente sul
senso comune dei cittadini. La sicurezza
prima dei diritti, la sicurezza che declina
ogni intervento pubblico dei nostri rappresentanti, i quali, a vederci poi bene,
Ogni giorno si legge di persone, di tutte
le età, rovinate per avere una coltivazione
personale di canapa nella propria casa.
Questa è la nostra civiltà. Questa è una
politica sociale, cioè finalizzata al benessere complessivo, o piuttosto una politica
penale e quindi finalizzata alla persecuzione di uno stile di vita, non condiviso e
non tollerabile? Sulle droghe, prosegue
Corleone, ci viene imposto un pensiero unico, una sola maniera di guardare
alla realtà: la droga fa male ( o meglio è
il male). Da questo punto di partenza
hanno buon gioco ad inserirsi quelle politiche che coniugano la repressione del
consumo, da un punto di vista ammini-
In Italia infatti si preferisce creare un
problema, piuttosto che risolverlo e nel
campo del consumo di stupefacenti
questa prassi si è consolidata negli anni,
nonostante un referendum del lontano
1993, che, oltre alle elezioni, è l’unico
momento nel quale il popolo italiano sia
chiamato in causa, abbia a suo tempo
ribadito la contrarietà degli italiani alla
sanzione penale del semplice consumo.
Invece ai giorni nostri l’informazione racconta quotidianamente, come in una vera
e propria campagna mediatica finalizzata
al raggiungimento di un obbiettivo, un’Italia dove coltivazione e consumo sono
sempre più tratti inestricabili del modo di
essere italiano.
Quali sono allora in definitiva gli effetti
collaterali del proibizionismo?
Nel 2010 ci sono stati ben 92 mila ingressi
in carcere dalla libertà. Ovviamente non
tutti esclusivamente per colpa di questa
legge, ma indubbiamente ha giocato un
ruolo di notevole importanza nel contribuire ad ingolfare il sistema penitenziario
ben oltre la sua reale capienza. Ed oltre
ogni sopportabilità umana: in carcere da
gennaio si sono ammazzate infatti più di
50 persone, 5 al mese. Secondo Giovanardi
poi ci sono stati 26.931 condannati per
spaccio e chiaramente, ci riporta il dato,
esibendolo come un risultato ottenuto
nella sua guerra alla droga: sicuramente si
tratta di tutte persone colpevoli di essere
pericolose per la società? Tutti criminali
incalliti? O c’era anche qualche povero
diavolo che per arrotondare l’elemosina
che guadagna legalmente con il lavoro di
ogni giorno ha deciso di volgersi al traffico
a fini integrativi?
Arriviamo però al cuore degli effetti collaterali con il dato che più dovrebbe far
riflettere: nel 2010 ci sono state 35 mila
segnalazioni al prefetto per consumo e si
calcola che dal 1990 siano avvenute circa
700 mila segnalazioni, il 75% delle quali
per canapa. Che significa questo: semplicemente che negli ultimi 20 anni gli italiani non hanno scelto di rinunciare all’uso di
cannabis e anzi continuano, in barba alla
repressione e le sue conseguenze e allo
spirito paternalista che ispira tale approccio che mistifica, osteggia e reprime con
ogni modo e con ogni propaganda la
realtà dei fatti.
Questo andazzo viene esasperato al
punto tale che sull’onda dei suoi colleghi
su scala nazionale anche il sindaco di
Parma Vignali, lo scorso 11 settembre, si è
sentito in dovere di emanare un’ordinanza
dal titolo: “Disposizioni per contrastare la
diffusione dell’acquisizione di sostanze
stupefacenti”. Ne riportiamo di seguito
alcuni stralci, senza ulteriori commenti,
per far capire ai nostri lettori il tenore
della spinta politica che conduce un sindaco parmigiano a esprimere la propria
preoccupazione per l’acquisto e uso di
sostanze stupefacenti: “ Considerato che
l’acquisizione di droghe, a qualsiasi titolo
e uso, interessa sia gli individui assuntori
abituali, sia individui che ricorrono al loro
consumo per fronteggiare temporanee
situazioni di disagio e di solitudine sia
individui che nutrono scopi illeciti diversi; l’acquisto e l’uso di sostanze stupefacenti provoca, nel soggetto, uno stato
di alterazione psico-fisica, da cui deriva
una condizione di euforia e di alienazione
sociale che comporta la distorsione delle
percezioni sensoriali e della realtà; che
anche le droghe comunemente considerate “leggere” producono danni gravi,
transitori o permanenti, (danni celebrali,
psicosi anche gravi, come la schizofrenia
e il disturbo bipolare, crollo delle difese immunitarie, disfunzioni riproduttive)
o indiretti (induzione a comportamenti
aggressivi, abulia, perdita dell’attenzione,
incostanza) sicuramente pregiudizievoli
per la salute psico-fisica e per l’equilibrio di vita; sono frequenti episodi in
cui sotto l’effetto dovuto all’assunzione di
droghe, vengono compiuti atti criminosi
che mettono a grave rischio non solo l’incolumità degli stessi assuntori, ma anche
delle persone che con loro si relazionano,
generando un grave vulnus alla sicurezza
urbana, in particolare per i cittadini più
deboli. Rilevato che l’acquisto di sostanze
stupefacenti per uso personale, seppur
non rilevante ai fini penali, lo è, senza
alcun dubbio, sotto il profilo sociale e
deve essere considerato quale comportamento generatore di fenomeni pericolosi,
che favoriscono situazioni di isolamento,
malessere sociale e pericolo di comportamenti criminosi e degenerativi della convivenza urbana. Il sindaco ordina che è
fatto divieto di acquisire, a qualsiasi titolo
e uso, sostanze stupefacenti di qualunque
tipo, in luogo pubblico, o in spazi e luoghi
aperti al pubblico, del territorio comunale. Le violazioni della presente ordinanza
comportano nei confronti dei soggetti
responsabili , l’applicazione di una multa
da 25 euro a 500 euro, con facoltà del
trasgressore di estinguere l’illecito con
il pagamento della sanzione in misura
ridotta di euro 300.
Quando si parlava di deriva securitaria
nella quale sguazza la classe politica.
To be continued.....
22
INTERVISTA
Porco Dio
I Porco Dio sono un gruppo metal di Amsterdam composto da due
italiani, un brasiliano e un olandese. Segue una chiacchierata con
il fondatore e cantante (o in altre parole, il porco) Luka sulla vita
nella capitale mondiale della cannabis e sulle ambizioni del suo
Di Martijn Haas // Foto cccp
gruppo. Brwraaaaaag!!!!!
Voi vivete e lavorate ad Amsterdam. È
questo il motivo per cui vi siete uniti
come gruppo internazionale?
Luka: “Sì, io sono originario di Bologna.
Il nostro chitarrista viene dal Brasile.
Anche il nostro bassista è italiano e
il batterista è olandese. Due di noi
lavorano in un ristorante italiano nel
Jordaan (un quartiere trendy nel centro
di Amsterdam - MH) dove lavoro anch’io.
Ci siamo conosciuti dopo esserci incontrati a vari concerti in città e lasciando
annunci nelle sale prove”.
Qual è la vostra posizione per quanto
riguarda il fumo?
“Beh, questo ci riporta alla storia di
Amsterdam. Ho fatto un lungo viaggio
prima di arrivare qui. Da giovane lavoravo in un laboratorio fotografico per
mio padre. A un certo punto ho lasciato
questa attività e sono entrato nel Corpo
di Pace delle Nazioni Unite in Bosnia. Ho
preso parte a situazioni poco simpatiche
laggiù. Mi sono trasferito ad Amsterdam
perché non mi piaceva l’idea di tornare in
madre patria ed ero stanco della vita che
facevo in Italia. Ecco come sono finito a
lavorare in un coffee shop e ho iniziato
a fumare ogni giorno finché la mia faccia
non era blu. È sempre così che ho incontrato un sacco di gente in città”.
Come hanno reagito i tuoi vecchi amici
italiani quando hanno saputo che lavoravi in un coffee shop?
“Haha, ovviamente è un lavoro da sogno,
lavorare in un coffee shop. Ho lavorato
dietro al bancone del Blueberry, un posto
molto conosciuto ad Amsterdam. A volte
sono venuti a passare un fine settimana,
per trascorrere del tempo con me al bar
fumando fino a diventare verdi e gialli”.
Cosa ti è piaciuto e cosa no della
vita qui?
“Trovare un posto dove vivere ad
Amsterdam è un bel casino per i nuovi
arrivati. Io e la mia ragazza abbiamo vissuto in stanze piuttosto sporche e piene di
corrente d’aria. In realtà anche in questo
momento”.
Perché vi chiamate Porco Dio?
“Beh, in Italia non si possono pronunciare le parole porco dio. È vietato dalla
Legge. Per noi è un riferimento al nuovo
Papa, Ratzinger e a tutto il casino che
sta succedendo attorno alla Chiesa. Mi
riferisco alle torture e alla corruzione. Ecco
perché abbiamo raffigurato il Papa che
fa il saluto nazista. Come ho detto, vivo
ad Amsterdam. Nella mia vita quotidiana
non ho più granché a che fare con l’Italia. Amsterdam naturalmente è una città
Porco Dio (da sinistra a destra) Dizzy (chitarra), Siortak (basso), Melvin (batteria)
e il cantante Luka.
internazionale. Si possono comprare quotidiani italiani al negozio all’angolo, vedere le partite di Serie A in diretta all’Irish
Pub, quindi non si è mai davvero lontani
da casa. Posso seguire tutto quello che sta
distruggendo Berlusconi e la rabbia che
questo genera, la posso scaricare con l’aggressività della musica dei Porco Dio”.
Come avete scelto il vostro stile?
“È l’unione di più influenze. A ciascuno di
noi piace un tipo diverso di heavy metal.
A uno piace il trash, all’altro l’hardcore.
Personalmente amo i Ministry, gli Slayer
e i Pantera. Mi piace quando i gruppi
riescono a trasmetter una sorta di minaccia politica, quando sono controversi. In
realtà anche noi cerchiamo di trasmettere un senso di minaccia con i Porco
Dio. Vogliamo rompere le scatole a molta
gente, vogliamo che a loro diano fastidio i
nostri testi e le nostre performance”.
Ah certo, la performance: dicci qualcosa in proposito.
“Suoniamo il più pesantemente e velocemente possibile. L’orso è a briglia
sciolta!, come dicono ad Amsterdam.
In Polonia, dove abbiamo fatto un tour,
siamo riusciti a far aizzare un gruppo
di persone. Ci chiedevano l’autografo e
informazioni su di noi”.
È uscito un vostro CD.
“Esattamente. Speriamo che ci porti
ad altro. Lo possiamo usare come una
specie di biglietto da visita. I nostri
pezzi non sono tutti sul Papa. Abbiamo
anche pezzi sulla morte di due carissimi amici: il batterista Vitek dei
Decapitated e Paul Raven, il bassista
dei Killing Joke, che conoscevo perché
ho lavorato anche come fotografo per
un po’. Si può dire che abbiamo un lato
aggressivo e uno sensibile”.
Vinci il primo CD dei Porco Dio!
Quando i Porco Dio suonano fanno tremare i tetti!
I Porco Dio regaleranno cinque copie del
loro primo CD Veni Vidi Vici! ai lettori di
Soft Secrets. Vuoi essere fra i fortunati
che si aggiudicheranno questo CD di
musica metal prodigiosamente selvaggia?
Mandaci una cartolina con il tuo nome e
indirizzo e le parole ‘Porco Dio’ ed estrarremo i nomi dei cinque fortunati da un
cappello. Il CD verrà spedito direttamente
ai vincitori! Mandate la cartolina a: Soft
Secrets, Postbus 17250, 1001 JG,
Amsterdam. Le cartoline vanno spedite entro il 10 dicembre 2010.
23
MEDICAL CANNABIS
Alcune considerazioni dal dibattito sull’uso terapeutico alla Festa di Radio Onda d’Urto
Marijuana ed epilessia
da la forza di alzarmi, rimettermi a letto e
chiamare soccorso. Arrivata l’ambulanza,
mi portano in ospedale e quando mi sveglio mi dicono che sono epilettico.
Come ti curi?
In ospedale non si accenna alla marijuana
e mi viene detto che devo prendere dei
farmaci per stare
bene. Nel giro di un
anno si ripresentano altre due convulsioni e i medicinali diventano di
due tipi (Tolep e
Kepra). Una quarta convulsione si
presenta potentissima durante
la notte e a quel
punto mi vengono
somministrati i barbiturici (il Gardenale).
Mi curo con questi tre farmaci dal 2001.
Fortunatamente non ho più avuto convulsioni, ma solamente auree che sedo
con la marijuana. Oltre al mitigare gli
effetti collaterali dei farmaci, l’assunzione
regolare di cannabis mi permette di avere
una vita più equilibrata anche dal punto di
vista lavorativo.
a favore della marijuana terapia, malato di
sclerosi multipla e trovato in possesso di
un pò di erba fornita dall’Als, tutto sarebbe più semplice. Eppure, per la stessa
patologia, Alessandra Viazzi, fondatrice e
presidentessa dell’Associazione Pazienti
Impazienti Cannabis (PIC), è riuscita a ottenere una ricetta medica per 45 grammi di
marijuana al mese. Alessandra da18 anni
si cura solo con la marijuana. L’abbiamo
incontrata quest’estate a Brescia durante un dibattito sull’uso terapeutico della
marijuana, alla Festa Antiproibizionista di
Radio Onda d’Urto.
Una normativa
completa dovrebbe
rendere legale l’autocoltivazione e la
coltivazione assistita
per i pazienti.
L’1% degli italiani è affetto da epilessia,
una patologia che porta a un disturbo
ricorrente dell’attività celebrale, attività
motoria incontrollabile e alterazioni sensoriali. Stefano Cucchi, trovato morto in
prigione lo scorso anno in seguito a un
arresto per qualche grammo di fumo, era
epilettico. Le epilessie sorgono prima dei
20 anni per cause non identificabili, ma
possono verificarsi a qualsiasi età in seguito a malattie, traumi o intossicazioni.
Un insieme di sintomi definito aura (fotofobia, perdita delle forze, disturbi del linguaggio), in alcuni soggetti, può precedere l’attacco di emicrania o la crisi epilettica.
Nelle crisi epilettiche parziali il paziente
tende a perdere il contatto con l’ambiente
esterno, in quelle generalizzate si scatenano convulsioni in cui il paziente perde
conoscenza per 1-2 minuti e cade al suolo
rischiando di farsi male.
Per la cura vengono utilizzati farmaci anticonvulsionanti (benzodiazepine e barbiturici), a fronte di effetti collaterali come
sonnolenza, sedazione, danneggiamento delll’attività intellettiva, disturbi del
comportamento,
iper-attività motoria, ostilità, negativismo e eccessiva
salivazione. In un
terzo dei casi i farmaci funzionano,
in un terzo riducono la frequenza
della crisi, mentre il
restante terzo non
risponde ai farmaci e non sopporta
gli effetti collaterali. Diventa quindi necessario trovare una
valida alternativa e, mentre il medico Piero
Arpino già la citava nel 1909 per la cura
dell’epilessia, negli ultimi decenni sempre
più pazienti hanno riferito del beneficio
derivante dall’uso di marijuana. Sulla cannabis esistono studi medici con promettenti evidenze della sua validità e tali da
giusticarne la sperimentazione sull’uomo.
Negli anni ‘80 si è arrivati a identificare
le differenze tra vari principi attivi della
cannabis: mentre il THC può precipitare
le crisi convulsive o avere un’azione anticonvulsionante a seconda delle condizioni
sperimentali, il cannabidiolo (CBD) appare come un valido anticonvulsionante .
Vediamo il caso di Matteo:
SSIT: A che età hai avvertito i primi
disturbi?
A 13 anni ho iniziato a soffrire di emicrania preceduta da aura. Si presentava
giocando a pallacanestro con annebbiamento della vista a zone. A 15 anni ho
dovuto smettere con l’attività sportiva
per il costante ripresentarsi dei sintomi.
L’aura mi porta a stare sdraiato al buio, in
assoluto silenzio, scombussoladomi la vita
per un paio di giorni.
Come hai scoperto di essere epilettico?
A 19 anni ho avuto la prima convulsione.
Già consumavo marijuna ignorandone il
suo potere terapeutico, ma avevo capito
che era in grado di aiutarmi in caso di
aura. Un pomeriggio, con malessere e
dejavu, tra scuola e
lezioni di recupero,
rincaso anticipatamente e, troppo
spaventato
dal
mio stato, mi corico senza fumare
la cannabis. Sono
convinto di dormire invece i miei
sogni sono aure.
Decido di andare
in bagno per pulire
la pipa nella speranza mi passi tutto, ma vengo colpito da
un’altra potente aura, mi volto per tornare
a letto, ma mi raggiunge la convulsione
facendomi cadere a terra sbattendo la
testa contro il muro. Quando mi sveglio
mi rendo conto di esser stato via un pò e
sono tutto tremante. Il pensiero che la mia
sorella minore mi veda in quello stato mi
Sulla cannabis esistono studi medici
con promettenti
evidenze della sua
validità e tali da giusticarne la sperimentazione sull’uomo.
Non tutti i tipi di marijuana hanno un
effetto corretto per sedare la mia epilessia. Preferisco Orange Bud, Blubarry,
Sherazade, Silver Haze, Budda Sister,
Afgan, Kush e Mendocino. Mi sono poi
accorto che la marijuana coltivata outdoor
ha un effetto più lungo, ma più lento nella
percezione terapeutica rispetto all’indoor,
dotata di un effetto più forte e rapido (cosa
importante nei casi di necessità immediata, durante l’aura), ma meno duraturo. In
diversi tipi di hash non riscontro l’effetto
terapeutico; lo percepisco nell’ ice-o-lator,
ma non lo gestisco nella quotidianità per
la sua potenza.
Assumere marijuana solo in caso di auree
riesce a farmele passare, ma sto male
per qualche giorno. Assumendo cannabis
costantemente solitamente mi basta la
sera non si scatenano i sintomi dell’aurea
e gli effetti collaterali dei farmaci sono inibiti. Preferisco inalarla perchè già prendo
diversi farmaci per via orale.
Sto riuscendo a escludere lentamente i
medicinali, aumentando inizialmente il
consumo di cannabis per sedare l’astinenza
dai farmaci, droghe di fatto. Un domani, un
supporto medico sarebbe gradito, magari
riusciendo a non prendere più farmaci.
Sono convinto che se ci fossero gli informatori-venditori di marijuna come per
altre medicine, i medici la prescriverebbero più facilmente. Certo, non fossimo
in un periodo in cui i pazienti si ritrovano i
carabinieri in casa per l’acquisto online di
semi com’è successo a Andrea Trisciuoglio,
dirigente dell’Associazione Luca Coscioni
La discussione ha
sottolineato come
per ottenere la
marijuna terapeutica in Italia non
bisogna essere dei
malati terminali,
come molti pensano. L’erba può
essere prescritta da
qualsiasi medico,
per qualsiasi patologia, su ricetta bianca
non ripetibile e i fiori possono essere ritirati
in farmacia a 30 euro al grammo, oppure
rivolgendosi alla farmacia dell’Asl con il
modulo per l’importazione dei farmaci stupefacenti (scaricalo da http://www.pazienticannabis.org/modello.rtf) compilato da
un medico, il costo si riduce a 7 euro al
grammo, ai quali vanno sommati 300 euro
per le spese di spedizione, ammortizzabili
se la farmacia della Asl riesce ad organizzare una singola richiesta per più pazienti. E’
importante riuscire a ottenere una ricetta
medica scritta perchè può mettere al riparo
il paziente da eventuali guai giudiziari.
Il dibattito ha poi evidenziato il rischio
che potrebbe avere la registrazione del
Sativex (spray sublinguale a base di estratti sintetici di cannabis) da parte dell’Aifa
(Agenzia Italiana del Farmaco), così com’è
avvenuto in Spagna. Se ciò accedesse
diventerebbe un problema ottenere le
infiorescenze dall’Olanda con il modulo
per l’importazione. Il modulo recita infatti
che l’erba non deve essere sostituibile con
altri medicinali registrati e non devono
essere disponibili al momento alternative
terapeutiche. Se il Sativex fosse registrato
resterebbe la possibilità di ottenere i fiori
solo con la ricetta bianca.
I costi, a parte i rari casi in cui sono coperti
dal Asl, restano proibitivi per molti pazienti (almeno 400- 500 euro al mese). Una
normativa completa quindi, oltre a introdurre e rendere la marijuana disponibile
nelle varie forme, dovrebbe rendere legale l’autocoltivazione e la coltivazione assistita per i pazienti.
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SHOP REVIEW
GrowerPlanet, Genova Multedo
il sito internet si possono trovare anche
su Facebook e Twitter.
Ferma il treno a Genova Sestri Ponente, il tempo di prendere un
autobus verso Pegli e sono arrivato. Riconosco la svolta dal benzinaio
giallo sulla destra, attraverso a sinistra e mi avvio verso il mare. Che
non si vede. Dietro, il porto e la Fincantieri. Arrivo seguendo qualche
auto che mi precede e qualche furgone che mi viene incontro.
GrowerPlanet è uno dei maggiori distributori del Nord Italia. In un capannone situato alla periferia del ponente di
Genova, Jacopo ci accoglie mentre è alle
prese con una giornata lavorativa tipo:
via internet gestisce ordini all’ingrosso e
intanto riceve con cortesia e competenza
i suoi clienti. Grazie alla collaborazione
con aziende leader nel settore della coltivazione indoor, Grow in Berlin su tutte,
GrowerPlanet offre tutta l’attrezzature
necessaria per coltivare con soddisfazione e nella maniera migliore.
Come sei entrato in questo mondo e
come nasce Grower Planet?
Prima di aprire ho lavorato per due
anni e mezzo per Italgrow, ex Hempatia
e quando il vecchio proprietario ha
deciso di vendere e mi ha fatto un’offerta, io, avendo un’idea del mercato
e delle sue prospettive, e soprattutto
nutrendo una grande passione per il
mondo della coltivazione, ho accettato. Nell’aprile del 2010 nasce quindi
Grower Planet. Ho preso le redini dell’attività e attualmente mi ci dedico al
duemila percento. A livello lavorativo
esisteva già un rapporto con i rivenditori, ed escludendo la parte gestionale
sulla quale orami mi sono fatto le ossa,
l’attività era già avviata.
Qual è la politica commerciale del tuo
negozio, o in altre parole, come soddisfate i vostri clienti?
Qui cerchiamo di fare attenzione al
mondo della coltivazione in generale,
fra i miei clienti ho vivaisti, negozi di
animali e poi ovviamente i canapai,
i grower shops nel senso classico e
gli head shops. Seguendo le orme di
chi ci ha preceduto, continuiamo ad
essere molto forti su internet, sul quale
puntiamo molto, il nostro sito (www.
growerplanet.it) è un po’ il nostro fiore
all’occhiello, lo curiamo molto e adesso
è più funzionale e navigabile per i clienti e con prezzi sempre più concorrenziali. Per i negozianti poi è riservato un
sito dedicato esclusivamente a loro. Il
sito internet contiene descrizioni dettagliate di ogni singolo prodotto è molto
semplice e user friendly, chiunque ci si
può orientare comodamente, dal negoziante interessato a grandi quantità, al
privato interessato al singolo prodotto,
dal novello, che nell’area principianti trova il minimo indispensabile per
non perdersi nel mondo idroponico, al
professionista più scafato, che nell’homepage trova ben organizzate tutte le
informazioni delle quali può avere bisogno: illuminazione, nutrimenti, substrati, irrigazione, germinazione, strumenti
di misura, ventilazione e grow boxes.
Agli amanti delle coltivazioni in interni
e delle piante in genere consiglio una
visita alla gallery fotografica dedicata alle serre idroponiche. Oltre al sito
poi, abbiamo un servizio aggiuntivo
come l’assistenza via Skype e soprattutto gestiamo un gran bel blog (www.
giardinaggioindoor.it).
In che consiste la vostra attività di
blogger?
Il blog ci sta dando molte soddisfazioni ed è anche molto frequentato. Ci
permette di essere sempre vicino ai
nostri clienti, infatti diamo consigli utili
per curare impianti casalinghi di ogni
tipo e pubblichiamo aggiornamenti sui
principali eventi del mondo della floricultura e della coltivazione in generale.
Per i più afecionados o per chi ci volesse seguire in tempo reale sia il blog che
Quali sono i prodotti ai quali i clienti
sono più affezionati, a proposito di afecionados?
Ognuno ha i suoi gusti. Per i nutrimenti soprattutto ADVANCED NUTRIENTS,
GENERAL, HESI, ATAMI e PLAGRON.
Come GrowerPlanet siamo anche
distributori a livello europeo delle CO2
Tabs, le pastiglie che messe nell’acqua servono a facilitare la fotosintesi
e quindi ad ottenere una maggiore
produzione di fiori e frutti. Per il resto,
per quel che riguarda nutrimenti, substrati, irrigazione, germinazione, strumenti di misura, ventilazione e grow
boxes ovviamente trattiamo le migliori
marche del settore. Parlando di illuminazione distribuiamo sia le PHYTOLITE
a basso consumo, che ci permettono
di raggiungere un livello più ampio di
clientela, soprattutto chi vuole risparmiare qualcosa, sia per i professionisti
che hanno esigenze più specifiche le
tradizionali Hps ed MH.
Le principali caratteristiche di
GrowerPlanet sono competenza e
prezzi convenienti. Da GrowerPlanet
si possono trovare dall’idroponica alla
coltura tradizionale in terra o cocco,
dalle lampade per illuminazione ai
vapori di sodio a quelle a risparmio
energetico. E se ancora non avete
messo la giacca perché non avete
capito bene dove rimane il capannone
di Jacopo, tornate a leggervi le indicazioni al principio dell’articolo e poi
chiedete pure informazioni, ricordando che ciascuno troverà nel futuro ciò
che vi avrà messo.
GrowerPlanet
Via Multedo di Pegli 2p rosso. Per
trovarci è utile la cartina sul sito
http://growerplanet.it/contatti.aspx
Sito internet: www.growerplanet.it
E mail:[email protected]
Blog:www.giardinaggioindoor.it
Orari: 9.00-13.00 / 14.00-19.00 dal
lunedì al venerdì.
27
Ed Rosenthal è un’autorità riconosciuta a
livello mondiale nel campo della marijuana.
Considerato in America il “guru della ganja”
da oltre 30 anni, Ed ha scritto e redatto più
di una decina di libri sulla coltivazione della
marijuana e le relative politiche sociali, di cui
sono state vendute più di un milione di copie.
Il suo primo libro, Marijuana Grower’s Guide,
è stata la prima opera sulla cannabis recensita
dalla rubrica del New York Times. Dopo quasi
vent’anni, continua a rispondere a tutti i quesiti sulla marijuana, sulla sua rubrica Ask Ed
(Chiedi a Ed), da lettori di tutto il mondo.
Semi indesiderati
Dalla polvere all’hashish
Coltivo alcune piante in indoor in un ambiente controllato
con aria filtrata. Per nessun motivo evidente le mie piante
producono solo semi. Non ci sono maschi. Le piante sono
nate da talee di una varietà nota. I semi sono abbondanti
in ogni parte della pianta e sono tutti non fertili. È capitato
svariate volte con diverse varietà. Le piante sono estremamente sane e forti e non sono state sottoposte a stress. Non
ci sono insetti nella stanza e le piante sono state coltivate
in alcuni vasi utilizzando fibra di cocco. Coltivo da oltre
vent’anni e non ho mai visto nulla di simile in precedenza.
Hai suggerimenti che potrebbero aiutarmi?
Rod B.
Vivo in una città del Pakistan dove la marijuana cresce
in natura ovunque. Ciò significa che le piante sono
maschio, sebbene abbiano caratteristiche delle piante
femmina, come per esempio dei pilucchi bianchi che
crescono sulla punta della cima. Ho raccolto alcuni
rametti di queste piante e ho fumato l’erba essiccata.
Ero confuso perché ha avuto effetto, un effetto che
non avevo mai provato. Non è l’effetto che si ha con
l’hashish, cioè l’unico che si trova in Pakistan. Vorrei ora
trasformare le piante che mi hanno dato questo effetto
in hashish. Sono riuscito a ottenere la polvere di hashish.
Tuttavia, quando ho provato a estrarre l’hashish dalla
polvere, non sono riuscito a farlo solidificare. Ho provato
riscaldandolo per un bel po’, ma non ha dato risultato.
Le mie domande sono:
(a) La marijuana selvatica che cresce ovunque è
maschio o femmina?
(b) Perché è così impossibile solidificare la polvere
di hashish? Io utilizzo il metodo della rete per setacciare l’hashish.
Adam Kazi, Islamabad, Pakistan
La partenogenesi, lo sviluppo degli embrioni senza impollinazione, non ha luogo nella Cannabis. I semi sono il risultato della
fecondazione dei fiori. Ci sono due modi per cui ciò si può verificare: il primo è che la pianta produce fiori maschio. Dici che
è improbabile perché hai esaminato attentamente la pianta.
Un’altra indicazione del fatto che si sia verificato è che la produzione di semi ha avuto luogo in vari raccolti con varietà diverse.
Se il polline non ha origine nella coltura, deve provenire da fuori
ed essere trasportato dall’aria alla coltivazione. A circa 150
metri dalla tua coltivazione, probabilmente qualcuno sta coltivando delle piante maschio di cannabis e il polline sta dunque
incidendo sulla tua coltura.
Onestamente, delle due possibilità, direi che ci troviamo di
fronte alla prima e non alla seconda. Questo è più probabile,
nel senso che è estremamente improbabile che qualcuno stia
coltivando piante maschio. Le piante maschio nella tua coltura
ti sono sfuggite, ma ci sono.
Il motivo per cui i semi non sono fertili è che le cime sono state
raccolte prima che i semi maturassero.
La marijuana selvatica che trovi ovunque è femmina o
ermafrodita. Le piante maschio di solito fioriscono un po’
prima delle femmine. Dopo la fioritura perdono vitalità e
cominciano a morire.
Per trasformare la polvere setacciata in hashish, devi
applicare calore e pressione. Fare pressione con dei piatti
caldi può essere una buona idea. Per ottenere piccole
quantità di hashish, avvolgi della polvere nel cellophane e
posiziona il pacchetto nel tacco della scarpa. Indossando
anche per poco la scarpa il calore e la pressione del corpo
la trasformeranno in hashish.
Clone in fioritura
Ci sono stati svariati problemi di corrente nella mia regione e la mia pianta principale è morta. Mi è rimasta una parte della cima principale e ho prelevato alcune
talee. Le talee sono state messe ora sotto luce continua. Il problema è che le
foglie sembrano deformate. Le foglie hanno una struttura unica, non frastagliata e
hanno macchie che variano dal verde chiaro al verde scuro. Hai consigli per me?
Nuno, Portugal
Twoje klony są aktualnie pomiędzy fazami kwitnienia, a wzrostu. Musi upłynąć jakiś
czas, aby twoje roślinki powróciły do fazy wegetacji. Po kilku tygodniach zaczną
wytwarzać się liście o normalnej budowie.
Infestazione di acari
Coltiviamo da più di cinque anni e abbiamo un problema costante di acari
ragno. A volte usiamo un pesticida artigianale che otteniamo utilizzando detersivo per piatti, tabacco, alcol e acqua. Questo li elimina per un mese e mezzo o
due, ma poi ritornano. Come arrivano alla nostra coltivazione? Come possiamo
proteggere le nostre piante?
P.O.
Ci sono un paio di spiegazioni plausibili alla base del ripresentarsi degli acari. Una è
che hanno ricolonizzato la coltura dall’esterno e l’altra è che lo spray che utilizzi per
abbatterli, sebbene altamente efficace, non li ha uccisi fino all’ultimo. Anche solo una
fetida femmina può riavviare il ciclo. Il percorso che seguono gli acari per arrivare alla
tua coltivazione ha varie arterie: possono fare l’autostop salendo su scarpe, abbigliamento, capelli o utensili da giardinaggio. Possono cavalcare l’aria o scivolare attraverso un sistema di ventilazione senza filtro fino ad arrivare a un vero e proprio Sea Of
Green. Possono anche veleggiare attraverso una finestra o una porta aperta. Il modo
più facile è quello da coltivazione a coltivazione attraverso una pianta o una talea.
Nulla di più conveniente: possono continuare a mangiare mentre viaggiano. Se la
vostra coltivazione viene reinfestata durante l’inverno, quando non ci sono acari attivi
all’esterno e non avete portato voi un acaro dopo aver visitato un’altra coltivazione,
dovreste dedurne che non avete debellato completamente gli acari o le loro uova e
i sopravvissuti hanno ripopolato la vostra zona di coltura. Le uova degli acari sono
piuttosto difficili da colpire per gli insetticidi. Se è così, la prossima volta che nebulizzate, invece di fare un’unica applicazione, usate il pesticida tre volte, a distanza di tre o
quattro giorni. In questo modo i sopravvissuti o i neonati saranno uccisi.
Botrite cinera, muffa verde che attacca le cime in condizioni di umidità. La cima
essicca e diventa croccante.
28
Raccolto continuo
POTARE NELLA PARTE INFERIORE
Sto seguendo delle cure mediche e sto coltivando S.A.G.E. a partire da cloni.
Quale credi sia il metodo migliore per mantenere un raccolto una volta al
mese? Lo spazio che ho è di 1,85 x 2,15 m e uso due fonti di luce da 400 HPS.
Haltersad
Ho un sistema aeroponico e sto utilizzando il metodo “sea of green”. Il canopo è
enorme, ma le piante sono alte. Voglio potare sotto il canopo in modo tale che
le cime ricevano più luce. Quanto posso potare senza ferire o modificare le cime
delle piante?
T.B.
Le due fonti da 400 watt forniscono abbastanza luce per uno spazio di 4,6 metri quadrati (4,87 x 1,5 m) per favorire l’intensificazione delle cime.
Dato che hai accesso ai cloni, devi solo portarli a maturazione. Ci vogliono circa 10
settimane. Le prime due settimane, subito dopo che i cloni sono stati trapiantati in contenitori più grandi, si trovano in fase vegetativa. Ci vogliono poi 7-8 settimane perché le
cime crescano e maturino.
Durante le prime due settimane, nella fase vegetativa, le piante hanno bisogno di 18-24
ore di luce al giorno, ma durante la fioritura hanno bisogno di 12 ore di buio ininterrotto
al giorno. Queste due fasi devono essere separate nettamente, in modo tale che la luce
non inquini la zona di fioritura nel periodo di buio.
La legislazione del Montana permette a un paziente di avere fino a 10 piante. Per raggiungere l’obiettivo di un raccolto al mese, dovresti dividere la coltura in tre aree, ciascuna
delle quali conterrà 3 piante. Crea una zona separata per ogni fonte di luce. In questo
modo un gruppo di piante sarà in fase vegetativa e le altre saranno in fioritura.
La prima fonte di luce, da aggiungere alla tua coltura, serve per far radicare 3 talee e
farle entrare in fase vegetativa per circa un mese. L’area dovrebbe essere di circa 1,82
metri quadrati (0,6 x 0,9 m). Una fonte di luce HPS da 250 watt o circa 300 watt provenienti da fonti fluorescenti compatte, bianche e calde con l’aggiunta di riflettori, dovrebbero funzionare. Delle CFL a molti watt, come fonti di luce da 50 o 100 watt, potrebbero
semplificare il lavoro.
La seconda e la terza area vengono illuminate ciascuna da una fonte HPS da 400 watt.
Ciascuna di esse copre una superficie di circa 2,7 metri quadrati (0,9 x 0,9 m).
Per iniziare, 3 talee vengono poste nella sezione cloni/vegetativa. Si radicano e poi vengono trapiantate direttamente in contenitori da 11,4-18,9 litri. Rimarranno nei contenitori fino alla fine della fioritura. Quando hanno riempito il canopo, spostale alla Coltura
2, dove avranno luce di maggior intensità e giornate più brevi che le porteranno alla
fioritura in un regime di luce 12/12.
Al contempo prendi 4 cloni dalle piante e ricomincia il ciclo dei cloni. Scegli i migliori
3 da trapiantare in contenitori più grandi. Quando riempiono il canopo, mettili nella
Coltura 3 e portali in fioritura abbassando le luci. Allo stesso tempo, prendi 4 talee delle
piante che stai spostando nella Coltura 3.
Da sette a otto settimane dopo che le piante sono state messe nella Coltura 2, queste
saranno pronte per essere raccolte. Sostituisci le piante e prosegui con il ciclo.
La maggior parte della resa delle cime sarà raccolta dalla punta del canopo, dove la luce
è più intensa. Questa è l’area principale della pianta da trattare con più attenzione.
Una volta che la luce colpisce una cima, una foglia o una superficie non riflettente, la sua
energia viene assorbita. Per questo la luce penetra di soli 25-30 cm nel canopo. Se il canopo
è pieno di vegetazione, tutto ciò che sta sotto questa zona si trova in ombra e non dovrebbero rendere molto. Esistono varie tecniche per aumentare la resa in questa situazione:
primo, togliere le foglie che bloccano la luce che non arriva dunque alle cime. Non raccogliere le foglie che non bloccano la luce perché sono come fabbriche che trasformano la
luce in zuccheri, il che è necessario affinché le piante abbiano energia e crescano bene.
Se c’è dello spazio aperto nel canopo, lega, fascia o blocca i rami in modo che si concentrino in quell’area. Togli i rami, le foglie e i fiorellini poco sviluppati. Sprecano l’energia
della pianta che potrebbe essere utilizzata meglio nelle aree più attive.
Un’altra tecnica è quella di fornire luce laterale alla parte sottostante utilizzando fonti
fluorescenti o HPS. Le fonti fluorescenti a tubo o fluorescenti compatte (CFL) possono
essere posizionate attorno o anche all’interno della coltivazione e talvolta fra le piante,
per permettere alla luce di arrivare alle cime più basse.
Raccogli in modo scaglionato. A volte solo la parte più alta delle cime è matura. Raccogli
la parte matura, ma lascia la parte più bassa sulla pianta qualche giorno in più. Mentre
la parte più bassa matura, quella più alta al di sotto del canopo, dove si trovano le cime
di dimensioni medie che non sono ancora mature, inizia a ricevere più luce e reagisce
crescendo e maturando di più. Nel giro di tre-cinque giorni, le cime più basse maturano
e possono essere raccolte. Questo lascia la parte sotto il canopo completamente esposta
alla luce. Maturerà nei cinque-sette giorni seguenti.
Problema di botrite
Credo di avere un piccolo problema di botrite. Cerco una soluzione organica per
risolverlo. Il problema si è verificato in outdoor e ora non riesco a regolare l’umidità.
Ho trovato una cosa che si chiama GreenCure®: il principio attivo è il bicarbonato
di potassio. È sicuro da utilizzare? Sembra che ci possa essere un altro tipo di muffa
bianca leggera che si sta formando a piccoli gruppi. Si trova solo in due o tre punti
per il momento. Se mi puoi consigliare quindi un buon fungicida organico per risolvere il tutto, te ne sarei grato. Grazie per la disponibilità. Continua così.
Jason
Il Botrite è una muffa e reagisce al bicarbonato di potassio. Le muffe proliferano in un
ambiente acido. Il bicarbonato di potassio è alcalino e quando si scioglie, mantiene il pH
elevato a livello superficiale. Il potassio è un nutriente e viene assorbito dal tessuto della
pianta. Serenade® è un fungicida a base di Bacillus subtilis, un batterio che attacca le
muffe. È organico e può essere utilizzato tranquillamente sulle piante fino al raccolto.
Il fungicida Zero Tolerance, che ho sviluppato e produco, contiene oli naturali vegetali che
attaccano le pareti cellulari delle muffe e distruggono gli organismi. Contiene inoltre bicarbonato di potassio. Ci sono altri fungicidi a base di oli vegetali che sono molto efficaci.
L’olio di neem indebolisce le muffe, ma lascia un residuo oleoso sul tessuto.
Bt per debellare i bruchi
È troppo tardi per nebulizzare con il Bt a due settimane dal raccolto? C’è stata
un’infestazione di bruchi alla fine della stagione. Alcuni stanno attaccando le cime.
Michelle C.
Bt è l’abbreviazione di Bacillus thuringenses, un batterio che attacca i bruchi. Non
è interessato all’ospite ed è dunque considerato sicuro se utilizzato sui vegetali.
Quando il bacillus entra in contatto con un bruco, lo invade e crea un’infestazione.
I bruchi smettono di mangiare e muoiono nel giro di pochi giorni. I batteri si moltiplicano nel bruco e rilasciano spore infette che ne provocano la morte.
Una foglia che ingiallisce sul fondo della pianta indica carenza di N.
Molti insetticidi usano il B. thuringenses come principio attivo. Li si può utilizzare
anche in prossimità del raccolto e sono molto efficaci. Il Bt è molto più sicuro rispetto agli agenti chimici.
Ask Ed —
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LED fixtures
the spectrum
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8-9
30
Sea of green in outdoor
Ho sprecato la mia ultima coltivazione indoor nebulizzando le piante con acido gibberellico quando ho cambiato le luci per la fioritura. Tutte le piante, che erano cloni
femmina, sono diventate ermafrodite. Ho raccolto oltre 3.000 semi da un incrocio di
kush-afghani. Temo che questi semi siano tutti femminizzati. È così?
Vivo in una zona agricola e pensavo d’inserire i semi nella terra a distanza di 15,24
cm, lungo delle file distanziate di 30 cm. Le piante cresceranno per cinque o sei
settimane. Le forzerò poi dal 1° luglio. È corretto aspettarsi che le piante maturino
entro il 15 agosto? Cosa devo prevedere a livello di copertura?
A che profondità dovrei piantare i semi?
Carl Kush
I semi sono tutti femminizzati dato che le femmine sono state indotte alla fioritura chimicamente. Se copri le piante quotidianamente, in modo che ricevano solo 12 ore di luce
al giorno, fioriranno. Copri il tutto con della plastica bianca/nera: bianca all’esterno, per
riflettere la luce, mentre il nero all’interno, per tenere la pianta al buio.
Alla tua latitudine, il 1° giugno, l’alba è alle 5:09 e il tramonto alle 20:36. Il sorgere e il calare del sole si verificano circa mezzora prima e dopo rispettivamente, il che porta gli orari
alle 4:39 —21:06. Per agevolare la fioritura, copri le piante attorno alle 16:30. In questo
modo le piante riceveranno 12 ore di luce e 12 di buio. Dopo le 21:06 togli la copertura, in
modo tale che possa evaporare la rugiada o l’eventuale umidità condensatasi.
Generosa foto di cime di Trainwreck coltivata in outdoor.
Pianta i semi a 12,7 mm di profondità. Assicurati che la terra sia umida e metti la rete
sul campo, in modo che gli uccelli non mangino i semi. I semi dovrebbero germinare nel
giro di una settimana.
Serbatoio caldo
Coltivo utilizzando il sistema ebb and flow. L’acqua nel serbatoio da 151 litri
diventa calda. Ha superato ora i 26°C. Come la posso portare a 20°C, temperatura che vorrei in estate? Ho scoperto che quando l’acqua è fredda, l’aria può
essere un po’ più calda del normale.
Jack M.
Usa un refrigeratore d’acqua per acquari. Questi refrigeratori si trovano in varie
dimensioni e sono utilizzati per tenere fresca la vasca dei pesci. Sono progettati per
non rilasciare minerali nell’acqua. Alcuni refrigeratori sono dotati di tubazioni in rame
che rendono l’acqua velenosa per le piante e vanno dunque evitati.
I refrigeratori sono disponibili su Internet e sono pubblicizzati sulle riviste di acquari.
Limite di sei piante
Sono in cura e coltivo in indoor ad Amsterdam, dove il limite è di sei piante.
Uso molti farmaci per la mia malattia devo coltivare il più possibile. A causa
della Legge non posso tenere molta materia secca, quindi devo produrla continuamente. Cosa dovrei fare?
Didi Smoke
Crea il tuo clone in una piccola area sotto un’unica fonte CFL da 10 watt. Quando si
radica e inizia a crescere, passa a una CFL da 20 watt. Dopo un mese trapiantalo in un
contenitore da 11,4 litri e illuminalo con una fonte CFL da 50 watt in un riflettore. Dopo
un mese prendi due talee dalla pianta e spostala sotto una fonte da 400 watt, dove
diventerà lussureggiante in fase vegetativa per un mese.
I profili dei cannabinoidi e le relative proporzioni dipendono dal semplice
genotipo o l’ambiente di crescita li influenza in modo significativo?
Magiclic
La pianta è ora pronta per la fioritura. Spostala in un’area di fioritura (FR1) dove sarà illuminata da una fonte HPS da 1000 watt. Starà sotto questa luce per i due mesi seguenti.
Mentre muovi la pianta, prendi nuovi cloni e sposta quelli vecchi nella zona vegetativa1
(V1); le piante da V1 vanno spostate in V2. Un mese dopo sposta tutte le piante di una
zona. La pianta in V2 sarà da spostare in FR2 e il sistema può arrivare a una capacità di
9 o 10 piante.
Il corredo genetico determina il potenziale di crescita di un organismo. L’ambiente
determina come tale potenziale viene influenzato.
Quando il sistema è pieno, ci sarà il primo livello, con 2 cloni sotto una fonte da 10 watt,
per cominciare. Questa sarà sostituita da una CFL da 20 watt dopo due settimane.
Pensa al corredo genetico come a una serie di piani e piani alternativi che dirigono i processi vitali della pianta. Contiene le informazioni di cui ha bisogno la pianta per crescere. Per esempio, se la pianta è in ombra, sente la mancanza di luce
e produce ormoni (gibberellini) che portano il gambo ad allungarsi in modo che
possa raggiungere la luce.
La pianta nel secondo livello (V1) è illuminata da una CFL da 50 watt e dopo due settimane sarà sostituita da una CFL da 100 watt.
Natura o nutrimento
La pianta in V2 è illuminata da una fonte HPS da 40 watt.
Le piante in FR1 e FR2 sono ciascuna illuminata da una fonte da 1000 watt.
Il potenziale di una pianta di produrre THC e le terpine viene influenzato notevolmente dall’ambiente. Prima di tutto la produzione totale di cannabinoidi dipende dalla
crescita in quanto una pianta grande produce più THC rispetto a una pianta piccola,
anche se hanno la stessa potenza. Coltivare una pianta grande e sana utilizzando luce
intensa e molti fertilizzanti aumenta la produzione totale di THC.
Le piante coltivate sotto luce intensa producono una percentuale più elevata di THC
rispetto a quelle coltivate sotto luci più tenui. Non solo la luce a elevata intensità
aumenta la crescita, ma anche la potenza. Inoltre, nelle piante di elevata qualità la
percentuale di THC aumenta anche in proporzione alla luce UV-B.
I nutrienti influenzano anche la qualità dell’effetto. In un esperimento condotto nel
2000 sui fertilizzanti, i cloni hanno prodotto quantità notevolmente diverse di cime
secondo il fertilizzante utilizzato. Le cime apparivano anche molto diverse e ciascuna
ha prodotto un odore lievemente diverso.
Ci sono sei piante nel sistema, ma ogni mese dovrebbero produrre fra 0,9 e 1,8 kg secondo la varietà utilizzata e altre condizioni ambientali.
Potatura alla fioritura
Si può potare quando si passa in fioritura?
Tabuck07
Sì. Si può togliere la vegetazione estranea che non produce cime. Si parla quindi
dei rametti e dei piccoli ramoscelli che interferiscono con la luce e non permettono
dunque che arrivi ai rami più grandi. Se il canopo occupato dalla pianta è piccolo,
pota i rametti e lascia che i più grandi maturino.
31
Perche’ questa coltura non funziona?
Le mie piante sono in fioritura da una settimana. Innaffio con 0ppm di acqua in
osmosi inversa e somministro nutrienti idroponici in quantità di 500ppm su lana di
roccia su un tappetino di cocco da 2,54 cm. Delle radici bianche e vigorose stanno
letteralmente esplodendo fuori da questo e dalla lana di roccia. Il problema comincia dalla parte bassa della pianta. Le estremità laterali della foglia diventano marroni,
poi la foglia diventa gialla e si arriccia. I sintomi si sviluppano dal basso verso l’alto
della pianta. Considerata la situazione, solo la punta delle piante è coperta di fiori.
Perché si verifica tutto ciò? Cosa devo fare per ottenere risultati migliori?
Hal
Le tue piante soffrono di carenza di azoto (N), magnesio (Mg), potassio (K) e calcio
(Ca). Le foglie che diventano gialle iniziano dal fondo della pianta per la mancanza
di N. Inoltre c’è poco K, quindi la pianta reagisce con la nuova crescita, il che porta
le foglie inferiori a morire. La carenza di Mg porta alla formazione di venature verdi
sulle foglie, mentre il resto del tessuto diventa di un giallo biancastro. La carenza di
Ca provoca piccole macchioline su tutta la pianta e la lieve necrosi sulle estremità
delle foglie è provocata dalla carenza di K.
Le piante stanno morendo di fame e stai usando acqua “morta”. Non contiene alcun
minerale. C’è un buon motivo per utilizzare acqua R/O in molte parti d’Europa (per
esempio in Olanda, in alcune zone l’acqua è molto ricca di minerali), dato che il contenuto salino dell’acqua di rubinetto è di circa 450ppm. Prima di fare qualunque altra
cosa, arricchisci l’acqua con una formula di Ca/Mg. La maggior parte dei fertilizzanti
sono formulati per condizioni medie, che hanno parti dissolte di Ca e Mg. Un altro
modo per ottenere questo risultato è quello di utilizzare 1 parte di acqua di rubinetto ogni 3 parti di acqua R/O. Questo aumenta i livelli di Ca e Mg e stabilizza anche
l’acqua in modo che il pH non sia altrettanto variabile.
Dopo aver regolato l’acqua con Ca/Mg, aggiungi nutrienti di fioritura per aumentare il livello a circa 1200-1400ppm. Regola il pH a circa 1,6 e sarai pronto a rollare
in un paio di mesi.
Fertilizzare cloni
Due settimane fa abbiamo trapiantato alcuni cloni nella lana di roccia nel Black
Gold®, un mix di coltura arricchito. Le pianticelle sono ora di color giallo-verde
pallido. Dobbiamo fertilizzare seguendo i dosaggi consigliati o cominciare con
1/4 della soluzione consigliata? Abbiamo appena acquistato Grow (3-1-2) e
Micro (5-0-1) di Humboldt Nutrients. È una buona formula per le piante?
Lanie
Le piante hanno bisogno di molti nutrienti perché si trovano ora in una fase di crescita rapida. Devono ricevere fertilizzante per il ciclo vegetativo a pieno regime, come
indicato sull’etichetta. I fertilizzanti che avete scelto sono poco equilibrati, perché contengono poco fosforo (P), il numero in mezzo riportato sull’etichetta del fertilizzante.
Quel nutriente di solito si trova abbondantemente nella formula di fioritura. Il kit della
Humboldt è un mix in tre parti e manca una componente.
Questa parte è stata tolta dalle piante perché la luce non riesce a filtrare attraverso il
canopo. La mancanza di tale parte consente una buona circolazione d’aria.
Interruzione del ciclo di buio
È vero che la pianta non può essere esposta alla luce di notte perché questo
influenza lo sviluppo delle cime? Ci sono modi per correggere questo effetto?
Una notte, durante la seconda settimana di fioritura, le cime della mia pianta
sono state esposte a una luce molto forte. Ho anche una serra e sospetto che
le cime sono state esposte alla luce dei lampioni sulla strada, a circa 9 metri di
distanza. Ho notato che le cime iniziano a crescere molto e la produzione di
pilucchi si è ridotta. È possibile che queste cime si riempiano? Pensi che l’effetto
sia dato dall’unica esposizione alla luce forte o da quella ai lampioni?
Imantia
Una sola esposizione a una luce forte, anche durante le fasi importanti della seconda
settimana, non ha molto effetto sullo sviluppo della cima. Se le cime diventano più sottili
e lunghe rispetto al solito, deve essere colpa dei lampioni.
Non c’è modo per riparare i danni e la crescita alterata che si è già verificata,
ma puoi fare sin d’ora in modo che la luce non influenzi la crescita futura. Inizia
bloccando la luce dalle piante. Puoi appendere una tendina opaca ogni sera
all’interno della serra. Una linea di bambù su di un lato con della plastica opaca
può essere un’altra possibilità.
Ondata di caldo
Durante le ultime due settimane ho irrigato eccessivamente durante un’ondata di
caldo che ha raggiunto temperature al di sopra dei 41°C. Oltre a lasciare che la terra
si asciughi, mi consigli di aggiungere qualcosa quando annaffio?
Hal Phoenix
Acari che viaggiano su una tela che essi stessi hanno creato.
Quando hai annaffiato eccessivamente, l’acqua d’irrigazione deve essere penetrata nel
terreno e ha continuato a scendere, portando con sé dei nutrienti solubili. Il terreno potrebbe essere dunque a corto di nutrienti, bisognerebbe quindi aggiungere dei fertilizzanti solubili all’acqua d’irrigazione. Il nutriente principale che forse è andato perso è l’azoto.
Se le piante si trovano ancora in fase vegetativa, fai in modo che i nutrienti idrosolubili
abbiano un’elevata percentuale di azoto.
33
GROWING
Approccio tecnico per una buona resa
“Che bella la nostra passione, è l’unico hobby che ti ripaga” e in
effetti è vero, se penso ai soldi che un grower risparmia e soprattutto non paga alla narcomafia. Per cominciare servono pochi euro e
del tempo. Anche il minimo investimento in più si trasforma in dieci
di CBG
volte tanto il suo valore quando si raccoglie.
Una pompa osmotica ad esempio costa
inizialmente diverse centinaia di euro, ma
permette di risparmiarne migliaia in prodotto finito. Prendendo un prezzo medio
di strada è facile, facendo due conti, rendersi conto di che risparmio enorme si
genera producendo da soli la Cannabis.
Anche un novellino con pochi soldi
a disposizione troverà soddisfazione
nell’autoproduzione.
risaputo, non è il numero che conta, perché ostinarsi a voler far le cose male?
L’approccio il più tecnico-scientifico
possibile è basato sul fattore limitante. Niente di nuovo, ogni cosa rende al
massimo del suo fattore limitante, cioè
quel parametro ambientale (chimico o fisico) la cui
assenza o la cui
presenza risulta
determinante per
lo sviluppo biologico della popolazione di un
ecosistema. Ecco,
per farmi capire
dai più svarionati
farò un esempio.
Se integro con
anidride carbonica il mio growbox ma
la quantità di luce rimane la medesima, non avrò nette differenze rispetto
a prima in quanto la luce risulta scarsa, ergo funge da fattore limitante
dell’utilizzo della CO2 da parte delle
piante che si troveranno tanta CO2 ma
poca energia per fare la fotosintesi.
In Italia si rischia il
carcere per due piantine: nel belpaese i
coltivatori autonomi
sono criminali.
Peccato che in
Italia sia illegale. E’
proibito coltivare
Cannabis, è proibito risparmiare, è
obbligatorio comprare schifezze in contesti da favelas. In Italia si rischia il carcere
per due piantine, nel belpaese i coltivatori autonomi sono criminali.
Purtroppo la situazione è questa e di
certo non sarà il mio articolo a cambiar
le cose e qualche consiglio scientifico,
giusto per amor dell’informazione, non
potrà certamente esser perseguito.
Perlomeno d’ora in poi spero cambi
l’approccio al mondo della coltivazione, più saremo informati meno ci prenderanno in giro.
Ovviamente una coltivazione commerciale non è neanche da considerare
nella nostra nazione, per quello ci sono
altri posti nel mondo dalle idee ben
più illuminate. Dovendo coltivare, per
autoconsumo, in un paese dove non è
molto ben tollerato il nostro hobby il
compromesso da cui partire è il rischio
(legale intendo) confrontato con la resa
(il prodotto secco finito).
Insomma l’autoproduzione deve coniugare un basso rischio penale con una soddisfacente resa, sia in termini di quantità
che di qualità.
Quante volte capita di sentire scarsissime rese, oppure invece rese alte ma non
per l’investimento fatto, oppure ancora
si sente spessissimo di giovani con ottimi
setup e rese qualitativamente pessime.
Per non parlare di quelli che consumano
kilowatt di energia elettrica e hanno rese
inferiori al grammo per watt !Sanno questi signori che difficilmente riusciranno a
giustificarsi in tribunale? Mah...
Solitamente il grower medio ragiona
in base alla grandezza dello spazio o al
numero di piante coltivate ma se, come
I fattori limitanti sono: la disponibilità di
luce – cioè quale lampada si usa, di quale
potenza la si scelie e di che tipologia di
spettro –, lo spazio – se si coltiva in un
case da computer difficilmente ci staranno
trenta piante – ed infine il tempo: sceglierei una indica se dovessi raccogliere entro
due mesi, una sativona se invece posso
prendermela comoda e darle anche 3
mesi di fioritura abbondanti.
Nei growshops si trovano lampade HPS
dai 75 Watt ai 1000, e le più comuni sono
250, 400 e 600.
Una lampada, più consuma e più lumen
rende. Quindi se servono tanti lumen per
far fiorire questa pianta, sarà bene adeguare una giusta fonte luminosa al giusto
spazio perché ricordo che i lumen sono
correlati alla distanza dal bulbo sorgente.
Una lampada da 250 Watt HPS copre
adeguatamente e a giusta distanza
dalle piante un’area di circa 60 per 60
centimetri. Una da 400 Watt è perfetta
dagli 80 centimetri al metro per un
metro mentre una 600 Watt si usa dal
metro ai 120 cm per 120. Ecco spiegato
perché i growboxes più venduti sono
il modello medio 1m x1m o il large da
1,2m x1,2m di lato.
Scegliete lo spazio in relazione alla giusta
intensità luminosa che potete dare e viceversa scegliete la luce in base al vostro
spazio. E’ inutile e decisamente stupido
uscire dalle proporzioni consigliate. Se si
dispone di un armadio o di una stanzetta
o di un bugigattolo di dimensioni e forma
strane sarà bene prendere in considerazione di comprare un growbox in tela
smontabile così da ottimizzare la resa.
Senza mai dimenticare che esistono in
commercio degli strumenti particolari
detti Cooltube. Il cooltube è un tubo o
spesso un riflettore chiuso da vetro pirex
resistente alle alte temperature. Con uno
di questi aggeggi collegato ad un estrattore è possibile raffreddare la temperatura nell’ambiente di coltivazione, anche di
parecchi gradi centigradi, in quanto
l’aria in transito
porta il calore al di
fuori dell’ambiente
di lavoro e le piante, sebbene sotto
una 600 Watt, non
cuociono!
L’approccio migliore è decidere come coltivare dopo aver preso lampada adatta
allo spazio scelto.
Poi si possono valutare i vari metodi, a
parità di efficienza luminosa si possono
mettere tante piante quante ce ne stanno,
in vasetti piccoli ed adiacenti, magari dei
cloni e si ottiene il Sea Of Green altrimenti
conosciuto come S.O.G. e qui rimando ai
forum online con tanto di guide molto
ben fatte sul S.O.G.
Altrimenti si può decidere di coprire l’intera area con una o pochissime piante a
formare una rete, un SCR.O.G. acronimo di
Screen Of Green. Una pianta ad esempio
ben legata a coprire lo spazio interessato,
ma anche in questo caso i forum online
sapranno aiutarmi nel delucidare le idee a
chi non ha mai sentito parlare di ciò.
La terza scelta è quella di fare una specie
di S.O.G. con piante da seme, ben distanziate, ma col risultato di coprire omogeneamente lo spazio illuminato.
Qualsiasi altra scelta pare decisamente
azzardata: se son troppo fitte in uno spazio
angusto c’è il grave pericolo che si sviluppino muffe, mentre se son troppo
poche la resa non
sarà equiparata alla
fatica e al rischio.
Non si mettono
quattro piante a
caso sotto una 400
Watt pensando di
fare un buon lavoro.
Intelligentemente
si mettono tante
piante quante ce ne
stanno fisicamente,
sempre contando che lo spazio dev’esser
scelto in base alla potenza luminosa.
L’autoproduzione
deve coniugare un
basso rischio penale
con una soddisfacente resa, sia in termini
di quantità che di
qualità.
Ho visto usare
cooltube in armadi minuscoli con
lampade da 250
Watt, che sono comunque bulbi HPS ad
alto potere calorico ed ottenere risultati
fantastici. Bisogna ricordarsi che una 250
Watt HPS in un growbox chiuso di 60x60
centimetri è una fonte troppo calda che
obbliga ad allontanarla troppo dalle
piante e soprattutto rischia di portare la
temperatura interna oltre i 30 gradi.
Vista la sorgente luminosa corretta in relazione al corretto spazio si passa alla scelta
del metodo di coltivazione che poi porterà alla scelta della genetica più adatta.
Mi raccomando con tutti i neofiti del
growing di curare molto l’aria entrante,
che dev’essere di buona qualità e quella uscente che dev’essere prontamente
pulita da sgradevoli odori, raffreddata ed
espulsa lontano dall’ambiente di coltivazione. Ma questo è un altro discorso.
Prendete coscienza di ciò che potete fare
e andate: il mondo è vostro!
34
SHOP REVIEW
Il Giardino Idroponico, Veneto
In quest’Italia dalle tinte fosche capita di conoscere qualcuno con
le idee chiare ed i sogni cristallini. Perché la differenza, qualsiasi
sia il problema, sta nell’approccio: arrendevole, entusiasta, compromesso, irriducibile. Ognuno cresce secondo le proprie esperienze e nel campo della nostra amata canapa, questo spesso fa la
differenza. Questa è la storia del Guru di Maerne di Martellago che
con passione prosegue per la sua strada, il tempo sarà suo consigliero, il futuro è una carta tutta da scrivere.
Come nasce il Giardino Idroponico e il
tuo amore per la canapa?
Tutto comincia più di 20 anni fa, quando
il mio caro nonno si accorse che iniziavo a
fumare e frequentare luoghi e persone non
molto affidabili(vista la mia giovane età) per
acquistare hashish o canapa. Per fortuna
non mi fece molte ramanzine e non disse
nulla ai miei, disse semplicemente:”Nell’orto
tanto ci stanno gli ortaggi quanto la canapa”. Rimasi di stucco..e subito a pensare
a dove avevo nascosto i semi che avevo
recuperato. Trovati i semi e preparata la
terra iniziò la mia avventura. La chiamerei
proprio così perché non sapevo nulla, ma
proprio nulla sul nutrimento, seguivo quello che davo ai pomodori e agli altri ortaggi,
non sapevo nulla dei fiori maschi e delle
femmine. Non sapevo qual’era la parte
buona e all’epoca, purtroppo, non esistevano internet, Soft Secrets e i semi schedati.
Quindi di giorno in giorno osservavo le mie
creature, notandone tre in particolar modo,
che crescevano a dismisura raggiungendo
i 4/5 metri e magari fossero state femmine!!
Erano invece i miei primi super maschi,
avevano un buon profumo e quindi decisi
di provare ad essiccarli ma......
magico e meraviglioso giardino. Iniziavo
a provare un’emozione unica, iniziai ad
ammirare il suo modo di lavorare in silenzio, in armonia e sintonia con il creato.
Fu così che mi innamorai e so benissimo
che le persone che coltivano con amore
mi capiscono sicuramente. Dopo qualche
anno durante il periodo invernale iniziai
a sentire la loro mancanza così decisi di
provare a coltivare all’interno. Riuscii a
mantenerle senza grandi risultati, ma il
solo vederle mi dava una grande gioia.
Dal sapore estivo. Diventato maggiorenne cominciai a “migrare” e tornare con
delle belle novità che portarono notevoli migliorie alla mia coltivazione, quella indoor soprattutto. Nel 1990 da buon
imprenditore costituisco l’OM. STRADE e
la GREEN SERVICE, due società operanti
nel settore delle opere pubbliche (appalti, costruzione e manutenzione strade e
opere a verde) formate da una trentina
fra collaboratori e dipendenti. Negli anni
successivi sempre con la canapa al mio
fianco, gestii nel migliore dei modi la mia
azienda tanto da non aver mai ricevuto un
ordine di servizio durante l’esecuzione di
un’opera, arrivando in fretta sino al 2003.
Cominciarono così i miei primi dubbi...
Osservavo le altre piante, i pistilli bianchi, i
calici e sempre più pistilli bianchi e incantevoli fiori e un profumo che catturò la
mia anima. Iniziai così a capire quali piante
dovevo tenere e quali allontanare un bel
po’. Tra l’altro tutta la quantità di semi che
avevo prodotto poi sono risultati ottimi
per gli anni successivi.
E poi che succede, dacci la bella notizia...
Il 21 ottobre del 2003 è nata la mia dolce
figlia Chantal ed è grazie a lei che nasce
il Giardino Idroponico. Grazie a lei infatti
sono ritornato alle origine e ho riscoperto
la semplicità della vita, così ho deciso di
chiudere l’azienda e dare più tempo e
meno soldi alla mia bambina, trasformando la mia esperienza e la mia passione in
una professione.
Che successe poi quell’anno?
Iniziò l’inverno più lungo della mia vita,
non ho mai atteso la primavera come
quell’anno, il 1987, non lo dimenticherò
mai. Arrivò la primavera e da quell’anno
l’orto di mio nonno si trasformò in un
Quali sono gli aspetti che più ami del
tuo lavoro?
Un aspetto è coltivare: amo la dolce attesa della germinazione, la curiosità della
crescita, l’incanto della fioritura e la gioia
del raccolto. E per non parlare del dopo!
Purtroppo con la canapa da gennaio di
quest’anno non mi è più possibile farlo,
visto l’arresto e sequestro di piante e semi
avvenuto in casa mia. Con questo volevo
precisare che nel negozio (pur avendo
ricevuto le visite dei NAS)non è mai stato
sequestrato nulla, perché non tengo nessun accessorio per fumatori, non vi sono
misture “magiche” o “sintetiche”, salvie etc.
Praticamente non si tratta di uno Smart
Shop, è un semplice fioreria tecnica. Quindi
ad alcune voci che sentite in giro non dategli peso. Per fortuna ho le mie orchidee,
pomodorini in Bioponia, Girasoli e peperoncini in Aereoponia, piante carnivore,
grasse, etc..., tutte tranne una...vabbé!!
Comunque del mio lavoro amo vedere
come le persone si avvicinano e scoprono le meraviglie di Madre Natura, sono
persone di cuore, rispettose della vita e
dell’ambiente. Amo vedere il rapporto
che si instaura fra me e il cliente di fiducia
e soprattutto di amicizia. Amo vedere il
cliente (amico) venire in negozio solamente per un saluto o consiglio. Amo
vedere con che spirito socializzano. Amo
informare delle mie scoperte. Amo vedere
i clienti che vengono da lontano lontano,
per problemi, soprattutto di idrocoltura e
vederli risolti per la maggiore. Amo ascoltare le loro esperienze perché aiutano a
crescere. Amo vedere la gente entrare nel
mio negozio sempre con un gran sorriso,
perché il problema è stato risolto o perché
siamo gioiosi e positivi di nostro.
Ma spiegami un po’, com’è che sei diventato un Grower Guru?
Nei primi anni di attività il mio negozio
si era trasformato in un’aula, con tanto di
lavagna dove esponevo le basi dell’idrocoltura perché la maggior parte della clientela
disponeva dell’attrezzatura necessaria, ma
aveva una gran confusione sia nell’uso dei
sistemi (idro/aereo) che delle tecniche. Una
buona parte dei clienti che avevano abbandonato l’idrocoltura sono tornati ad essere
fieri di tali tecniche ottenendo dei risultati
eccellenti. Che gioia. Per non entrare nel
merito della Bioponia... prossimamente
sarà salvata e recuperata la prima orchidea.
Comunque iniziarono ad arrivare al negozio piante in fin di vita e per la maggiore le
riuscivo a salvare. Dopo poco tempo però
alcune tornavano come prima, se non peg-
gio, così decisi che le piante “accettate” non
le avrei più restituite al cliente una volta
recuperate. Un po’ perché mi ci affeziono e
poi vedendole tornare così mi fa star male.
Il consumo spropositato di energia elettrica ha dovuto limitare il tutto, però solo
momentaneamente perché mi sto attrezzando dei pannelli fotovoltaici!! Così ringrazio il Sole e non l’Enel. Il mio negozio
era diventato un ospedale per piante così
mi chiamavano Dottor Green. Poi con
il passare del tempo, complice anche il
mio aspetto: rasato con Dreadlocks), il
mio modo di esporre le idee, il mio stile
di vita, privo di alcolici, tabacchi e droghe
mi ha portato la definizione di Guru. Per
me è una gioia naturalmente, linfa vitale
per continuare con Amore nel mio lavoro,
dove ogni giorno è una scoperta.
Perché hai deciso di cominciare quest’attività in Italia?
Pur avendo varie opportunità di Olanda
come in Spagna, ho deciso di rimanere
in Italia, per mia figlia e perché ami gli
italiani (quelli fuori da Palazzo Chigi o
dal parlamento) e poi c’è molta informazione da fare.
Quante sedi ha il Giardino Idroponico e
quali sono i tuoi progetti?
Attualmente il Giardino Idroponico ha due
sedi, una in via Giotto n. 21 a Maerne di
Martellago (Venezia) gestita da me e la
seconda in via Santa Lucia di Montebelluno
(Treviso) gestita dal grande Michele
entrambi di cento metri quadrati.Come
progetto sto ultimando in località Olmo di
Mira un nuovo capannone dotato di pannelli fotovoltaici dove trasferisco il negozio
di Maerne. Sempre su richiesta dei miei
clienti sto selezionando un ragazzo/a di
gran cuore e gran esperienza nel nostro
settore per gestire una terza sede a Padova.
Come ultimo abbiamo formato il Consorzio
Canapai Italiani con sani principi e propositi
atti semplicemente a diffondere la verità.
Qual’è il sogno di un Guru?
Visto che nella storia l’Italia è stata la seconda produttrice al mondo di canapa vederla
al primo posto sarebbe Mondiale. Il bello
è che lo potremmo già essere! E invece
importiamo tutto da Spagna e Olanda.
Comunque con il nostro ottimismo ce
la faremo!! Sogno un Mondo Equilibrato
dove tutti i bimbi mangiano in modo
eguale, dove le fabbriche non producono
più armi distruttive, ma energie alternative. Dove chi coltiva canapa non va in galera, ma lavora in una meravigliosa serra!!
Il Giardino Idroponico
via Giotto n. 21 a Maerne di
Martellago (Venezia) via Santa
Lucia n.5 di Montebelluno (Treviso).
Orario: Dal martedì al venerdì
9.30-12.30 e 16.30 19.30
Sabato 15.30- 19.30
Telefono 337 21 16 38
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MUSIC FOR STONEY EARS
The Orb Feat. David Gilmour – Metallic Spheres (Columbia)
RECORD OF THE MONTH
Impossibile quantificare la grandezza degli Orb nella loro fase aurea ma anche in molti snodi, ci vorrebbero un miliardo di pagine e ancora non sarebbe umanamente possibile quantificarla, stiamo parlando sul serio di qualcosa che appartiene a un’altra concezione delle cose, una centrifuga di musica totale che ha fatto di una serena descrittività del disordine delle
cose un ordine superiore di pensiero, con effetti sonori tra i più spettacolari, una delle musiche più fumabili che si possano ricordare. I Pink Floyd furono influenza fondante di quella
macchina britannica fatta poi di molecole ambient, pulsioni house, dub, krautismo, psichedelia e allucinazioni dalla commedia umana, e senz’altro piace ora, a 20 anni dai fasti orbiani,
quando Alex Patterson era affiancato da Thomas Fehlmann come ora ma soprattutto a far girare il tutto era l’ora ex Kris Weston aka Thrash, piace che dopo un periodo di sopravvivenza
non disprezzabile ma a tratti affannato, arrivi questa jam. Il progetto nasce dal momento che l’ex bassista dei Killing Joke, Youth, uno che c’era nella fondazione degli Orb ed ha un’amicizia per la vita con Patterson, entra in studio con David Gilmour per una cover di Chicago di Graham Nash. In quella seduta era arrivato Alex a salutare, e
da lì l’idea di espandere la jam fino a farne un album, con il Pink Floyd che donerà le sue royalties al fondo per Gary Mc Kinnon, programmatore britannico
condannato negli States per hackeraggio militare e che sta cercando di difendersi contro l’estradizione. Gli Orb hanno scomposto i caratteri del meeting
musicale in due parti di 25 minuti, “Metallic Side” e “Sphere Side”, molto ben fatte, che tornano al mood spacey e poi naturalistico e poi dubby e housey dei
primi tempi, sanno dosare in un mix ricco la chitarra e la voce di Gilmour. Ne esce un disco che non è la freakerie bolsa che ci si potrebbe aspettare, seduto
in una sua classicità ma capace, un lavoro che viene fuori in tutta la sua gradevolezza se saprete viverlo al di fuori della vostra quotidianità, o se dentro la
vostra quotidianità riuscirete ad insinuarlo pian piano, per poi raccordarlo a un’epica, quella orbiana, che merita di essere ripercorsa, setacciata, celebrata
come quella terra dell’oro e dell’esplorazione mentale che ancora si ricorda di essere. Disponibile anche in doppio CD, con tecnologia 3D60, che promette
ascolti tridimensionali su qualsiasi impianto o cuffie.
Brian Eno With Jon Hopkins & Leo Abrahams – Small Craft On A Milk Sea (Warp)
ROLL UP
Il cortocircuito sarebbe stato più potente se fosse stato un album del solo Eno su Warp. Certo, Hopkins e Abrahams sono quotati tra gli esegeti della nuova ambient anche se noi li troviamo un filo calligrafici e perfettini. Detto questo ogni però si disgrega mentre scorre questo perfetto update dei prototipi ambientali Eno di fine ’70. Dopo le luci scenografiche della sigla
d’inizio Emerald And Lime, è Complex Heaven che riapre il gran teatro, tensione di arpeggi mesti, scie di desolazione che considerano coraggi impossibili e si
lasciano cadere in acqua. Sono sei minuti che è iniziato il disco ma in un uno due demolitore già scorre quella poetica di terrori in miniatura che contengono
paradisi, tutto quel gioco di altissima enigmistica. Ed è la title-track a certificarlo, 1:49 di volatili occhiate, senza cercare nulla, una rotazione del busto, intorno
l’inferno, intorno la pace. I salti rapidi di Flint March quindi, marciare forte come un’azione orizzontale, passi che battono, sincronie. Horse implode fremiti
elettrici e cadenze, 2 Forms Of Anger, il rock insonorizzato in pastiche allusivo e atmosferico, e Bone Jump ha bassi e passi acquitrinosi e falsi soundtrackismi
come certe stanze di “Music For Films”. Dust Shuffle shakera krautismi pre e post techno in un che di intangibile, Paleosonic la asseconda più aspra e matematica, fino a che c’è una prima glaciazione, Slow Ice, Old Moon, e Lesser Heaven, luci fioche, quasi spente. La discesa è tale, i clangori di Calcium Needles,
lo stucco romantico di Emerald And Stone, la perdita di Written, Forgotten, i titoli di coda di Late Anthropocene. Che dire? Superbo.
Tricky – Mixed Race (Domino)
Dopo la fase aurea, iniziata nel 1995 con “Maxinquaye” e culminata nel 1999 con quel capolavoro di terminalità pop che è stato “Juxtapose”, Tricky si è ritagliato la medietà solo apparente
dei grandi, quella di chi ha un passato ma poi anche nei bassi ha sempre una stazza, e quindi se ne fotte, fa anche il mestiere senza mai andare di mestiere, perché sa che comunque in
quel suo che di selvatico ci sarà sempre un antidoto contro il fallimento. Prima è stato il periodo americano, un’accelerazione di bella serie B, ora da “Knowle
West Boy” del 2008 il ritorno a una vaga artisticità, ancora però con una praticità che spiazza, della serie se questo vi basta ok altrimenti chi se ne frega. È
un disco veloce “Mixed Race”, mandato avanti nella scaletta con una piccola testa di ariete come Kingston Logic, di fatto una rilettura di Technologic dei
Daft Punk, e invece nel mercato da un’altra piccola testa di ariete come il singolo Murder Weapon, su bassi Peter Gunn. In mezzo qualche bel passaggio
fumoso, Ghetto Stars su tutto, la rogna che sa dare, del meticciato gradito nel gesto mediorientale di Hakim, il soffio retro jazzy dell’impalpabile Come To
Me, una chiusa perfetta come il rap su falci ravey di Bristol To London, preceduta da un’occasione sprecata, date le parti in gioco, come Really Real, con
Bobby Gillespie, che non gira ma non inficia la natura di un’idea di canzone legata alla sua caducità che ha radici nelle stanze mortali di “Juxtapose” e che
ora genera un altro disco dotato di una sua classicità.
Underworld – Barking (Edel)
Se il precedente “Oblivion With Bells” del 2007 è stato l’unico calo nella discografia degli Underworld da quando decollarono con l’epocale “Dubnobasswithmyheadman”, questo “Barking”
ce la riconsegna quella gioiosa macchina da guerra, con le sue ammaccature, con le sue esitazioni, ma anche con la sua potenza. Forse per concentrarsi sulla scrittura Karl Hyde e Rick
Smith hanno affidato la produzione a una serie di generalisti, da Dubfire a Paul Van Dyk passando per Mark Knight & D. Ramirez e High Contrast. Tempo
dell’appostamento atmosferico dell’iniziale Bird I, e quando parte Always Loved A Film è uno dei massimi capolavori targati Underworld di sempre, il più
pop tra i tanti anthem creati, ma forte sempre di quel rush estatico che è un’esplosione di cieli. Scribble è UK power ai massimi, un clash tra radio e junglismo, hooliganismo ed eleganza british. E poi parte un’onda chiaroscurale, il ponte della strumentale Hamburg Hotel, la tinta di wave Grace, con chitarre
che lacrimano Cure, e ancora suggestioni melodiche “Seventeen Seconds” si infiltrano nel cosmopolitismo di casa nella panoramica Between Stars. Poi da
Diamond Jigsaw, che perde un po’ di peso, via via nella mancanza di identità di Moon In Water, voce femminile e base fuori fuoco, e nella poca riuscita chiusa
radioheadiana di Luoisiana, c’è un’esitazione finale, ma i picchi del disco, considerando che questa è gente che è in giro da 30 anni (ai primi ’80 facevano i
Fleurs), sono notevoli.
Edward Larry Gordon – Celestial Vibration (SWN 1978)
SMOKERS’ CHOICE
Nato a Filadelfia nel 1943, Edward Larry Gordon ha studiato violino, piano e trombone da bambino, poi ha fatto teoria musicale e composizione all’Università di Washington tra il 1962
e il 1964, dopo di che si è trasferito a New York, dove ha lavorato come attore. Inizia a frequentare ambienti rock, suona il Rhodes nella band jazz-funk Winds Of Change. Dai primi ’70 si
avvicina al misticismo orientale e alla meditazione e comincia a suonare lo zither, uno strumento a corde africano simile al dulcimer, una sorta di sitar, che lui elettrifica. Si esibisce nei
grandi parchi, tipo prima di una lettura New Age. Durante una di queste occasioni viene approcciato da Stuart White, un avvocato newyorchese che aveva un’etichetta, la SWN, e che gli
propone di fare un album intero di quella roba. Nel 1978 quindi, due anni prima di pubblicare per Brian Eno – che gli aveva lasciato un bigliettino durante
una di quelle jam nei parchi, mentre era assorto a suonare, occhi chiusi, in trance - il mitologico “Ambient 3: Day Of Radiance” a nome Laraaji, e iniziare una
carriera da grande guru ambientale, Gordon debuttava con questo splendido “Celestial Vibration”, recuperato ora dalla davvero meritoria Universal Sound.
Registrato in presa diretta, improvvisato, dopo una seduta di meditazione, la mente sgombra, l’anima memore delle suggestioni assimilate dall’ascolto di
Alice Coltrane, Albert Ayler e Sun Ra, come dall’ideale spirituale di madre terra Africa e da tutta una serie di prospettive trascendentali indiane, e poi editato in qualche sua parte, il disco è diviso in due pezzi di 24 minuti l’uno, All Pervading e Bethlehem, ed è una celestiale, serena caduta in acqua, su corde
agili di risonanze gentili, floreali dronaggi dalla grazia immacolata, nel primo pezzo i tratti sono quelli di una cascata cristallina che lava via salvifica tutto il
superfluo, nel secondo quelli di una risoluzione più fisica, con assestamenti sparsi, vuoti e qualche ostacolo, e poi luci, e il cerchio che si compie, come nel
divenire manifesto di un ordine interiore nuovo e la scia di possibilità che rimane. Un grande dono, non solo musicale.
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HOLY CANNABIS
Il Rastafarianesimo e le profezie bibliche sul ritorno del messia
La seconda venuta
Nell’immaginario collettivo, viziato da
stereotipi e pregiudizi privi di fondamento, è cosa comune associare la marijuana
e il suo uso alla figura del “rasta”. Il rasta
non è, come in troppi purtroppo pensano, una particolare acconciatura fatta
intrecciando i capelli in lunghe e corpose
ciocche, ma è l’appellativo che viene
conferito a tutti coloro i quali scelgono
di abbracciare il Rastafarianesimo. Certo
i rasta utilizzano la marijuana come erba
medicinale, ma anche come erba meditativa, apportatrice
di saggezza, ausilio alla preghiera
in quanto credono
che l’erba Ganja
sia nata e cresciuta
sulla tomba del re
Salomone, chiamato il Re Saggio, e da esso ne tragga
forza. La marijuana è poi associata nel
libro sacro dei rasta, il Kebra Negast,
all’Albero della Vita e della Saggezza che
era presente nell’Eden a fianco dell’Albero della conoscenza del bene e del male.
Il Rastafarianesimo è infatti una religione
completa di tutti i crismi, che però prende le sue mosse non tanto da un messia –
come accade solitamente per le religioni
monoteiste – ma da uno dei più importanti movimenti ideologici e politici che
hanno attraversato il XX° secolo. Stiamo
ovviamente parlando del movimento
panafricano che teorizzava il ritorno alla
madrepatria di tutti gli uomini di colore
in risposta allo schiavismo americano e al
colonialismo europeo – che tra il il 1800
e il 1900 aveva completamente disarticolato e sconvolto la geografia politica
del continente nero. Se però pensiamo
al Rastafarianesimo, la nazione che per
prima affiora alla mente è l’Etiopia e il suo
imperatore, il Negus Hailè Selassiè – al
secolo Tafari Maconnen che dopo essersi
insediato sul trono d’Etiopia prese il titolo onorifico di Ras, di qui Ras Tafari.
turale e nazionale degli africani, annientati dalla deportazione e dalla schiavitù, mediante il riferimento spirituale e
politico all’Etiopia. Nei primi del ‘900, gli
etiopisti, guidati da Marcus Garvey (un
sindacalista giamaicano, il cui ministero è
spesso assimilato dai rastafariani a quello
di Giovanni Battista precursore di Cristo)
cominciarono a proiettare una viva attesa
messianica di riscatto sull’Etiopia, e, nel
1930, dopo aver assistito alla sua incoronazione, alcuni discepoli di Garvey, videro
di Giovanna Dark
autorità romane, con la promessa dell’avvento del regno escatologico.
Partendo da questo scritto i rasta
hanno desunto le basi per la loro religione, convinti che Gesù avesse acquisito un altro nome dopo la sua resurrezione, indicativo del rinnovamento
della sua carne e della dignità regale
con cui fu premiato da Dio per la propria ubbidienza e il proprio sacrificio, e
che con tale nome si sarebbe mostrato
alle genti Al capitolo 3, verso 12
della Profezia di
Giovanni, la cosiddetta Apocalisse,
troviamo infatti: “Chi vince io
lo porrò come
colonna nel tempio del mio Dio, ed
egli non ne uscirà mai più; scriverò su
di lui il nome del mio Dio e il nome
della città del mio Dio, e della nuova
Gerusalemme che scende dal cielo da
presso il mio Dio, e il mio Nuovo Nome”.
A quanto dicono i seguaci del Ras Tafari, la
sua incoronazione e il suo regno erano già
scritti da più di un millennio nell’Apocalisse
Il nazionalismo propalato dal Negus era
una corrente di ispirazione cristiana che
rivendicava il recupero della dignità cul-
in Hailé Selassié I il messia tanto atteso,
che non era però, nella loro interpretazione, un generico liberatore politico, ma
Gesù stesso. Questa persuasione diede il
via ad un nuovo e autonomo movimento,
detto in seguito Rastafarianesimo, in virtù
dell’abitudine dei primi fedeli di definirsi
RasTa, per indicare la propria identificazione con Hailé Selassié I, la cui rivelazione
diventò il punto di riferimento essenziale.
Ma cosa ha spinto Garvey e i suoi sostenitori a leggere gli eventi etiopici come il
segnale di una seconda venuta? Le risposte paiono essere molto più vicine di
quanto si possa pensare. A quanto dicono i seguaci del Ras Tafari, la sua incoronazione e il suo regno erano già scritti
da più di un millennio nell’Apocalisse,
la famosa profezia di Giovanni che chiudendo il Nuovo Testamento annuncia
non tanto la fine del mondo, come erroneamente si crede, ma appunto la nuova
venuta di Cristo. L’autore Giovanni – da
non confondersi con il battista – la stese
nella prima metà degli anni ’90 del I secolo indirizzato alle sette chiese dell’Asia
Minore (Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira,
Sardi, Filadelfia e Laodicea) con lo scopo
precipuo di incoraggiare i fedeli durante
la crisi delle persecuzioni da parte delle
Ma le profezie riguardanti Hailè Selassiè
I non finiscono con il libro di Giovanni,
in base a quanto documentano i teologi rastafariani sono svariati i passi della
Bibbia che preconizzano l’Etiopia e il suo
imperatore come i naturali successori di
Cristo e della cristianità. Ad esempio nel
libro della Genesi, il primo che si incontra
nella lettura del tomo, si legge: “Un fiume
usciva da Eden per irrigare il giardino;
poi di lì si divideva
e diventava quattro corsi (....) E il
nome del secondo
fiume è Ghicon:
esso circonda tutta
la terra di Etiopia”.
Ancora, fu un
etiope il primo a
portare fuori dai
confini di Israele,
presso il suo popolo e il suo governo,
l’annuncio della
buona novella di
Cristo,
rendendo l’Etiopia la più
antica nazione cristiana della terra. Così
negli Atti degli Apostoli, capitolo 8: “Ed
ecco che un etiope (...)che era venuto a
Gerusalemme per fare adorazione, se ne
stava ritornando e, seduto sul suo carro,
leggeva il profeta Isaia (...) Allora Filippo
gli annunciò la buona novella di Gesù.
E, mentre proseguivano il loro cammino,
giunsero ad un luogo con dell’acqua. E
l’eunuco disse: Ecco dell’acqua, cosa mi
impedisce di essere battezzato?. Filippo
disse: “Se tu credi con tutto il cuore, lo
puoi”. Ed egli rispose, dicendo: Io credo
che Gesù Cristo è il Figlio di Dio. E comandò al carro di fermarsi. Entrambi scesero
nell’acqua e lo battezzò. Quando uscirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì
Filippo, e l’eunuco non lo vide più; ma
proseguì il suo cammino pieno di gioia”.
C’è poi un particolare passo del libro
di Isaia che confermerebbe le illazioni
di quanti vedono nel Negus d’Etiopia,
la reincarnazione di Gesù Cristo: “Io, il
signore, ti ho chiamato secondo giustizia
e ti prenderò per la mano; ti custodirò
e farò di te l’alleanza del popolo, la luce
delle nazioni, per aprire gli occhi dei ciechi, per far uscire dal carcere i prigionieri
e dalle prigioni quelli che abitano nelle
tenebre”. In questo passo i rasta vedono
profetizzare il destino di Selassiè I che
fu Padre fondatore delle Nazioni Unite,
e originale firmatario della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani; fu artefice
del primo grande progetto di unificazione continentale della storia, l’Organizzazione dell’Unità Africana, nonché fondamentale sostenitore della de-colonizzazione e dell’uguaglianza delle razze e dei
popoli; guida dei
Paesi Non Allineati,
contrari alla divisione del mondo
in sfere di influenza ideologica ed
all’imperialismo
Hailè Selassiè I fu
il primo statista a
scendere in guerra
contro il fascismo,
a seguito dell’occupazione italiana
dell’Etiopia nel
1936, e a sconfiggerlo nel 1941.
Ras Tafari quindi
non fa altro che
riprendere la millenaria cultura cristiana, aggiornando i canoni di fratellanza tra popoli
e accentuando la
necessità di riscossa contro i simboli dell’Anticristo, allora
associato al fascismo di Mussolini. Hailè
Selassiè I fu infatti il primo statista a
scendere in guerra contro il fascismo, a
seguito dell’occupazione italiana dell’Etiopia nel 1936, e a sconfiggerlo con
l’aiuto degli inglesi nel 1941.
Se proprio avete una religione e sentite
di volerla cambiare per i più svariati
motivi (la cattolica ne offre almeno una
a settimana, c’è l’imbarazzo della scelta!) quella del Negus potrebbe fare al
caso vostro: non c’è nemmeno bisogno
del catechismo e la nostra erbetta preferita è finalmente posta all’attenzione
e al rispetto che merita.
life‘s a party...
... smoke it!
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OUTDOOR FOR DUMMIES
Corso di coltivazione di cannabis per novizi IV
Il raccolto
Quando l’estate cede il passo all’autunno, si avvicina l’arrivo della
maratona annuale dei coltivatori. Ora che s’intravede l’arrivo, è
importante non ridurre il ritmo, anzi, bisogna darci dentro un po’
di più, investendo le proprie energie per lo sprint finale, perché
abbassare la guardia può essere come morire quando si è quasi a
riva dopo aver nuotato per miglia.
Raccogliere al momento giusto, potare,
essiccare, curare e immagazzinare sono
gli ultimi passaggi della lunga corsa
che abbiamo percorso. Se lo si fa male
si possono rovinare i livelli di THC, per
cui bisogna cercare di mantenere la psicoattività del materiale durante l’intero
processo.
Ultimi giorni
Con la diminuzione delle ore di sole e
con l’avvicinarsi dell’inverno, le piante
accelerano il processo di maturazione
e cominciano a ingrossare i loro fiori.
Le cime si uniscono fra loro e i rami si
piegano a causa del loro peso. È importante tenere le piante sotto controllo,
legando i rami più deboli, oltre a preparare una struttura per coprire le piante
stesse in caso di temporale. Controllate
sempre il meteo per coprire le piante
prima che piova, dato che una volta
bagnato il substrato, coprirlo serve solo
a formare condensa dovuta all’umidità
sulla copertura, che comincerà a evaporare quando esce il sole. Scrutate il cielo
e controllate le previsioni meteorologiche perché aiuta a essere preparati
quando arriva il temporale.
È meglio non concimare le piante
durante questi ultimi giorni, in modo
che possano assimilare i potenziali
Cima poco matura
eccessi presenti. Nella coltura in vaso si
consiglia di lavare bene le radici, somministrando acqua nella misura del
doppio dei litri del substrato. L’acqua
deve defluire abbondantemente attraverso le aperture di drenaggio, dapprima unita ai resti di fertilizzante e
poi più pulita e chiara. I complessi a
base di enzimi aiutano a rompere gli
accumuli di Sali e a disintossicare la
pianta. Esistono anche concimi specifici per migliorare il sapore alla fine
della fioritura, oltre ad altri volti ad
accelerare di alcuni giorni la fine del
processo. È vero anche che nel periodo finale conviene razionare l’acqua,
in modo tale che la pianta riduca un
po’ la produzione,
rafforzando però
le sue proprietà,
sia a livello di fragranza e sapore,
che di effetto.
Naturalmente,
nelle zone più
asciutte o con piante invase dal ragno
rosso non conviene razionare eccessivamente, bensì somministrare alle
piante acqua a sufficienza perché possano arrivare vive al raccolto. Quando
è troppo tardi per nebulizzare o liberare le piante dagli insetti infestanti,
l’unica cosa che si possa fare contro il
ragno rosso è aumentare l’umidità per
rallentare il suo ciclo vitale.
È importante tenere sotto controllo
gli attacchi di muffa e insetti infestanti
durante gli ultimi giorni: la concomitanza di bruchi e umidità elevata può
contribuire a diffondere la temuta Botrite
ai gruppi di fiori. È già tardi per nebulizzare con BT o prendere altri provvedimenti di controllo. La cosa migliore è
controllare quotidianamente, togliendo
i bruchi manualmente, mentre le cime
infette devono essere eliminate prima
che contamino il resto. Quando si lavora
con cime prede delle muffe, bisogna
trattarle con molta precauzione. La cosa
più sicura è togliere l’intero gruppo di
fiori, non solo la parte infetta. Chiudete
la parte tagliata con pasta da potatura
in modo tale che la ferita non costituisca
una porta d’ingresso per le altre infezioni.
Bisogna separare attentamente la parte
ricoperta di muffa e buttarla nel contenitore adatto. La parte sana della cima può
servire invece per un’essiccatura rapida
che darà un’idea della qualità e della
potenza del raccolto. Disinfettate con
alcol e con un panno gli strumenti che
sono entrati a contatto con la muffa.
Scegliere il momento
È normale che il coltivatore di cannabis
sia impaziente e
voglia giungere
al raccolto quanto
prima, ma impugnare le forbici
prima del tempo
diminuisce la produzione, oltre a
portare al raccolto di piante con un
contenuto inferiore di cannabinoidi.
Bisogna dunque portare pazienza, oltre
che controllare costantemente.
Nella fase finale è
meglio razionare
l’acqua.
Alla fine si settembre e all’inizio di
ottobre si raccolgono le Indiche e le
varietà più precoci, mentre gli ibridi
Gruppo di cime maturo
di solito sono pronti in ottobre. Le
piante più Sative possono allungare
la fioritura fino a novembre, dicembre
e persino oltre, per cui prima di piantare una Sativa pura a fioritura lunga,
bisogna essere certi che la zona climatica sia adatta, dato che richiederà
un autunno mite, senza gelate o temporali. Bisogna controllare che le luci
notturne non interrompano il ciclo di
buio, dato che la pianta ha bisogno
di un periodo di buio ininterrotto per
una fioritura completa.
È sbagliato raccogliere secondo le indicazioni riportate nel catalogo o i suggerimenti di altri coltivatori di cannabis che hanno già provato la genetica.
Questi dati sono riferimenti generali, ma la realtà è un’altra. Ogni luogo
e pianta sono realtà a sé. Il metodo
maggiormente noto per determinare
il momento del raccolto è quello dei
pistilli: le cime sono composte di questi
filamenti bianchi, che con la maturazione della pianta abbandonano il colore
bianco immacolato e acquisiscono toni
scuri. Una volta che oltre il 70% del
colore è cambiato, è giunto il momento
di raccogliere. Questo metodo è di facile applicazione, ma non è affidabile al
100%, dato che alcune varietà scuriscono le cime prima di altre e le condizioni
climatiche possono bruciarle leggermente senza che la pianta sia pronta.
Il metodo che prevede l’osservazione
dei tricomi è più affidabile. Con un
microscopio o una lente d’ingrandimento si tengono sott’occhio i tricomi:
quando la pianta è in fase di fioritura,
i tricomi hanno la punta trasparente.
Quando cominciano ad allentarsi le
punte di questi tricomi, abbandonando la loro trasparenza e tornano a un
colore più simile al latte, o addirittura
nei toni dell’ambra. Quando la metà dei
tricomi di un gruppo di fiori ha riacquistato un tono tra il cristallino e il latte,
39
Piante alla fine della fioritura legate con lo spago
è giunto il momento in cui si consiglia
di raccogliere, sebbene ogni coltivatore debba adattare le norme alle sue
esigenze. Da un lato l’impatto climatico
e le previsioni del tempo per i giorni
seguenti, dall’altro il gusto personale.
Se si raccoglie una pianta prima della
maturazione, si avranno meno CBD e
l’effetto sarà più cerebrale, mentre se lo
si fa oltre la maturazione, si otterranno
più CBD e l’effetto
sarà più narcotico. Per crearsi un
criterio personale di coltivatore,
non c’è nulla di
meglio che provare in momenti
diversi ed essiccare separatamente,
in modo tale da
poter poi comparare i risultati
e decidere qual è
più gradevole.
così. Dato che non tutti i gruppi di fiori
maturano allo stesso tempo, si possono raccogliere in modo scaglionato, in
modo tale da avvisare i rimanenti che
resta poco tempo prima della maturazione e da permettere loro di avere
maggior accesso alla luce. Un buon
metodo è quello di raccogliere prima
i fiori più alti e lasciare altro tempo
alle cime più basse meno sviluppate. A
quanto pare, l’ora
in cui si ha il maggior contenuto
di THC è la mattina, per cui sarà
meglio raccogliere molto presto.
La cura consiste
nel togliere le
foglie senza resina dai rami delle
cime. Si comincia
dalle foglie più
grandi e si procede poi a eliminare quelle vicine alle
cime. Tagliate le foglie dalla base per
non lasciare i piccioli e da ultimo le
punte delle foglioline ricoperte di resina. A seconda delle preferenze e della
situazione climatica dove opera il coltivatore, si può scegliere uno stile più o
meno intensivo. L’ideale per il raccolto
è lavorare in squadra, distribuendo
i vari compiti: per esempio, uno si
occupa di tagliare i rami ed eliminare
le foglie più grandi, altri della cura,
una quarta persona controlla il tutto
alla ricerca di insetti infestanti o muffe,
oltre ad appendere i rami fioriti nell’area preposta. Ci sono coltivatori che
preferiscono curare le piante da vive,
prima di raccoglierle e alcuni giorni
prima tolgono le foglie più grandi, per
poi passare alle più piccole. Questo da
alla pianta un segnale del fatto che si
sta avvicinando la fine dei suoi giorni,
il che ne accelera la maturazione.
Un buon metodo è
quello di raccogliere prima i fiori più
alti e lasciare altro
tempo alle cime
più basse meno
sviluppate.
Il raccolto
Nelle operazioni del raccolto e della
potatura, è importante disporre di strumenti adatti e affilati che taglino in
maniera netta. Ci vuole uno strumento
robusto per la potatura o persino un
seghetto per tagliare il tallo o i rami
principali. La potatura delle cime richiede varie paia di forbici affilate. In presenza di muffa, è meglio usare un paio
di forbici a parte per pulire le parti
contaminate. È meglio tenere a portata di mano alcol e panni per pulire
costantemente le forbici. Scegliete dei
modelli comodi, perché dovrete tenerli
in mano molte ore. Esistono forbici da
potatura con una parte morbida all’interno, che facilita il lavoro. Una confezione di guanti in lattice usa e getta è
fondamentale per tenere pulite le mani,
dato che senza protezione sarebbero
ricoperte da uno strato denso di resina. È utile tenere anche contenitori di
plastica o vassoi dove lasciare le cime
prime di passarle all’essiccatura.
Il sistema più tradizionale è quello di
tagliare le piante intere e appenderle a
testa in giù, ma non è necessario farlo
Essiccatura
Quando le si taglia, le piante devono
essere essiccate affinché i cannabinoidi
che contengono diventino psicoattivi.
La luce e il calore degradano il THC,
quindi le piante vanno essiccate in un
luogo buio, fresco e arieggiato. La cosa
Coltura pronta per il raccolto
Essiccatura con deumidificatore
Vassoi per l’essiccatura
normale è quella d’improvvisare dei
luoghi di essiccatura utilizzando dello
spago teso da un lato all’altro di una
stanza o uno stendibiancheria portatile.
Appendere le piante a testa in giù non
aumenta la quantità di THC, sebbene
sia abbastanza comodo e dia al prodotto finale un aspetto più arrotondato. Si
possono acquistare vassoi per l’essiccatura pieghevoli, che sono molto semplici da montare e trasportare, perfetti per
sfruttare meglio lo spazio. Un sistema
per chi voglia un’essiccatura rapida del
raccolto è quello di mettere questi vassoi in un armadio di coltura e di utilizzare un estrattore per creare una corrente
d’aria che acceleri il processo.
Conviene utilizzare un termoigrometro
per controllare i valori corrispondenti.
L’ideale è avere un’umidità di circa il
60% e in presenza di eccessi, un deumi-
40
danno un eccellente hashish, le cime
principali sono quelle con il maggior
effetto, mentre quelle più basse sono
quelle con meno potenza. Sebbene possano sembrare essiccate in superficie, le
cime rimangono umide all’interno, per
cui bisogna aspettare che l’essiccatura
sia uniforme, prima di dichiarare chiuso
il processo. Se non si vuole curare l’erba,
basta aspettare che i talli fini siano ben
croccanti: a questo punto si può stare
certi che sia essiccata. Si da un ultimo
colpetto e si conserva nei recipienti finali.
Bisogna aprire i contenitori regolarmente
per verificare che vada tutto bene, soprattutto all’inizio. Verificate che le cime non
abbiano ripreso umidità: in questo caso
toglietele ed essiccatele ancora un po’
prima di rimetterle nei contenitori.
Per chi è ansioso di provare il raccolto, esistono metodi di essiccatura rapida, sebbene non siano consigliati, perché rovinano
l’aroma e degradano parte del THC. Ad
ogni modo, se il desiderio di un assaggio
precoce è forte, si può fare una prima
essiccatura usando vari sistemi. Il gel di
silicio assorbe l’umidità: mettete in un
recipiente uno strato di silicio, della carta
assorbente e alcune cime. È possibile inoltre utilizzare un forno, dando qualche
colpetto di caldo moderato e lasciandolo
semiaperto. Un deumidificatore al massimo ci mette un paio di giorni, ma l’erba
così è molto più fumabile, rispetto a quanto non sia con metodi più frettolosi.
Cime raccolte precocemente
dificatore può contribuire a mantenere
un ambiente adatto. Se si sono raccolte
piante molto umide e contaminate da
muffa, non ci sono dubbi che bisogna
cercare di assicurarsi il raccolto, dando
una prima spinta di riscaldamento con
aria calda nel luogo di essiccatura e
dopo aver eliminato il rischio che la
muffa si espanda, togliendo il riscaldamento e rallentando la fine del processo, per eliminare la clorofilla. Conviene
utilizzare un ventilatore a bassa potenza
nel luogo di essiccatura per creare una
brezza che tolga l’aria all’interno, senza
incidere direttamente sulle cime.
Imballaggio sotto vuoto
Luogo del raccolto
Il momento ideale oscilla fra due e
tre settimane. Alla fine la pianta deve
aver perso tre quarti del suo peso.
Se la si essicca troppo rapidamente,
la clorofilla rimane intrappolata nei
tessuti vegetali, per cui avrà il sapore
di foraggio per mesi dopo il raccolto,
mentre un’eccessiva lentezza la porta
a marcire. Se il luogo d’essiccatura è
caldo e con bassa umidità, la sfida è
quella di ottenere un’essiccatura lenta.
Appendete le piante intere e con la
maggior parte delle foglie è una buona
risorsa per amministrare correttamente il tempo a disposizione. Nelle zone
umide il problema sta nel fatto che ci
mettono troppo a essiccare: in questo
caso conviene spezzettare al massimo
i rami e curare a fondo. Attenzione alle
cime molto grosse: all’interno si può
nascondere della muffa.
Conviene essiccare separatamente le
varie parti della pianta. Le foglie grandi
sono adatte alla cucina, quelle piccole
Affumicatura e conservazione
L’affumicatura è una sorta di fermentazione controllata, durante la quale
i sapori si condensano e la fragranza
si addolcisce. Per affumicare si rallenta l’essiccatura delle cime, prima che
arrivi alla fase finale e si deve dunque
passare dal luogo di essiccatura a scatole di cartone o cassette di legno,
come quelle usate per il vino quando
si fanno regali natalizi, che sono una
risorsa molto utile in questo caso. Dopo
questo periodo intermedio si porta a
termine l’affumicatura nei contenitori
a tenuta stagna. Se le cime sono un
po’ più umide, questo processo è più
delicato rispetto a un’essiccatura rapida e richiede attenzione e una buona
manualità da parte del coltivatore.
La marijuana essiccata o affumicata
deve essere conservata in contenitori a
tenuta stagna od opachi, che la proteggano della luce, dal calore e dall’aria. La
plastica si dice degradi il THC, per cui di
solito si utilizzano contenitori di vetro,
che si vanno a stoccare in un ambiente
buio. Una volta essiccata, i recipienti
vanno lasciati pieni, in modo tale che
entri meno aria. Si possono anche spezzettare le cime e metterle in contenitori
utilizzando una macchina per il sottovuoto, in modo tale che l’aria non incida
e che non esca odore.
Una volta che il raccolto è nei contenitori, arriva per il coltivatore di cannabis
il momento magico in cui può godersi il
frutto del suo lavoro, mentre progetta
la coltivazione seguente, con l’avvicinarsi della stagione successiva.
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42
MEDICAL CANNABIS
Le disavventure di chi si cura con la canapa in Italia
Storia di chi è malato e passa per
delinquente
Se tutti gli italiani sono uguali, tutti i cittadini dovrebbero poter
usufruire dei servizi del sistema sanitario nazionale con le medesime modalità e soprattutto con la medesima qualità. Per quel
che riguarda il punto di vista di Soft Secrets vogliamo soffermarci
su un aspetto molto delicato perché situato a cavallo fra il diritto
alla salute e il desiderio di frapporre a questo sacrosanto ambito
della vita collettiva, la necessità di trovare un argomento attorno
al quale creare il fatidico consenso politico.
I mezzi sono gli stessi da sempre, semplificando: disinformazione e propaganda,
la manipolazione mediatica è completa e
pronto per l’uso, di solito il più ipocrita. Le
condizioni di chi è malato ovviamente sono
deficitarie rispetto a chi gode di buona
salute e, per arrivare ad un livello “normale”
di esistenza, spesso servono delle medicine che permettano di condurre un buon
tenore di vita, per l’appunto civile.
Le leggi
Nel caso dei pazienti che si curano con
la marijuana invece la situazione risulta
molto complicata. Nonostante, in base
al Decreto Ministeriale del 18 aprile del
2007 – che inserisce il THC e i suoi omologhi sintetici nella tabella II b dei farmaci stupefacenti e quindi prescrivibili con
semplice ricetta bianca non ripetibile – sia
possibile fare richiesta alla farmacie delle
ASL per l’importazione di medicinali registrati all’estero tramite il modulo previsto
dal Decreto Ministeriale dell’11 febbraio
1997, e dal 2009 anche acquistare in una
normale farmacia un preparato magistrale
di infiorescenze di cannabis anche se ad
un prezzo alquanto proibitivo per la maggioranza dei malati (30/40 euro al grammo) e non sempre in tempi rapidi.
La realtà
Nel concreto però l’applicazione del
decreto del ’97 sulle importazioni in tutto
il territorio italiano è discontinua e dettata più dalla volontà dei singoli dirigenti
sanitari e delle Farmacie Territoriali delle
ASL che da un’effettiva prassi consolidata.
Tranne rare eccezioni, nella maggioranza
delle ASL si hanno problemi a mantenere
un regolare approvvigionamento, se non
addirittura a ottenere la prima fornitura.
Dal punto di vista economico poi, a parte
pochissime situazioni dove la richiesta
proviene dalle Farmacie ospedaliere e
l’onere della spesa può essere attribuito a
fondi pubblici, nel resto d’Italia il prezzo di
un grammo di cannabis medica è intorno
ai 7 euro più una serie di spese fisse che a
seconda della quantità richiesta possono
far superare tranquillamente i 10 euro
al grammo. Considerando una necessità
media di tre grammi al giorno si arrivano a
pagare più di 600 euro ogni mese. Inoltre
è possibile effettuare l’ordine per ottenere
il farmaco ogni tre mesi, quindi la cifra da
pagare ogni volta diventa davvero esosa,
e poi, spesso, ci possono essere ritardi nell’autorizzazione o nelle spedizioni.
La giornata tipo di chi si cura con
la cannabis e ha finito le scorte
Immaginiamo che una mattina un cittadino, che ha bisogno di assumere cannabis,
perché malato di sclerosi multipla, epilessia, HIV, cancro o una delle molte altre
patologie curabili con questa pianta, si
svegli e abbia terminato improvvisamente
la scorta di erba, pillole d’erba, derivati
etc etc. Che succede in quel momento? Si
potrebbe supporre in un paese civile che
la medicina di cui si ha bisogno sia di semplice reperimento. Quando ti svegli ed hai
finito la cannabis che dopo molte peripezie burocratiche sei riuscito a ottenere,
cosa succede? O se magari per problemi
economici non hai la possibilità di accedere all’erba olandese importata tramite
ASL o tanto meno al preparato magistrale
venduto in farmacia? Tutto dipende dalle
condizioni fisiche della persona e molto
dalle sue relazioni sociali. A volte può
essere uno spasmo improvviso, un sentore di crisi epilettica, un attacco di asma:
chi è in sedia a rotelle si attacca al telefono
e bersaglia di telefonate gli amici, per
recuperare un po’d’erba, chi può muoversi
sulle proprie gambe, e non conosce nessun rifornitore fidato, corre a prendersi un
pullman o il treno per arrivare nella città
più vicina o sei si è già in città, nella piazza
o via, dove si conosce un giro di spaccio.
Chi è più fortunato in questi casi acquista
direttamente dai canali in nero privati e
già sondati, chi è meno fortunato deve
accontentarsi della migliore merce trovata
su piazza. Per fortuna esistono tutta una
serie di persone che usano cannabis, la
coltivano o l’acquistano, solo per scopi
ricreativi ed in molti di quei casi diventano
veramente indispensabili.
La Soluzione
L’unica soluzione sarebbe avere la possibilità di coltivarsela o potersela far coltivare,
ognuno conoscendo il tipo di prodotto
più indicato per la propria patologia, vista
anche l’estrema variabilità di questa pianta e l’altrettanta soggettività dei suoi effetti. Se abitassi in Canada ad esempio, sarei
tutelata/o rispetto alla continuità terapeutica senza dovermi rivolgere neanche
occasionalmente al mercato nero, potendo scegliere fra la coltivazione personale
o da parte di terzi autorizzati, o avendo
accesso alla cannabis distribuita dal ministero della Salute. Stiamo infatti parlando
di una sostanza legalmente riconosciuta a
scopo terapeutico, con un dibattito a livello mondiale che in paesi non certo arretrati come Canada, Svizzera, Israele, Stati
Uniti per dirne alcuni, ne sostiene l’utilizzo
e non si sta più a livello di sperimentazione o di una novità ancora da testare.
E Invece?
C’è un assoluta ambiguità legislativa. Pur
avendo in tasca la fotocopia dell’autorizzazione ministeriale o la prescrizio-
ne del preparato magistrale, spesso si
viene trattati come persone comuni che
acquistano cannabis a scopo ludico, con
i rischi delle conseguenti sanzioni amministrative e sempre con il rischio di venir
accusati di detenzione o coltivazione a
fini di spaccio. Essendo 0,5 grammi il
limite di THC (che per uso terapeutico a
seconda dei casi basta per una giornata
o al massimo per una settimana) fissato
nelle tabelle dall’ultima modifica di Fini
e Giovanardi della legge 309/90 sugli
stupefacenti, sopra il quale scatta automaticamente l’accusa di spaccio, finché
hai i tuoi barattolini di erba olandese
regolarmente importata o acquista in
farmacia, ancora ancora sei tranquillo,
ma dal momento in cui hai una sostanza
diversa i rischi diventano davvero altissimi. Se poi te la coltivi non ne parliamo. Ti
arrestano direttamente come chiunque
e in teoria la pena prevista è da 6 ai 20
anni di carcere. Anche se alla fine, nella
maggioranza dei casi si arriva ad un’assoluzione si è comunque dovuto affrontare,
magari per anni, l’ingarbugliato sistema
giudiziario italiano con tutto quello che
comporta, oltre ai già notevoli disagi
dovuti alla malattia. E’ come se un malato terminale di cancro dovesse andare
a comprarsi la roba per la strada, invece
che avere garantita dallo stato la sua
dose di morfina.
Nel paese dei paradossi chiedere, curandosi con la cannabis, di poter essere equiparati nel trattamento medico a tutti gli
altri cittadini, sembra una pretesa inaccettabile. Nel frattempo, sulla pelle di chi ne
ha bisogno, mentre proliferano gli anatemi dei politici per la guerra alla droga,
il riconoscere la canapa come necessaria
a scopi terapeutici potrebbe aprire l’opinione pubblica verso un atteggiamento
certamente più sereno e meno di caccia
alle streghe. Per chi volesse approfondire
esiste un’associazione: il P.I.C. ( Pazienti
impazienti Cannabis) che può aiutare a
comprendere tutti gli elementi per interpretare nella maniera più completa, questa vicenda certamente complessa e sicuramente strumentalmente semplificata, in
nome della propaganda politica.
43
BELPAESE
Quando il governo italiano incentiva la droga più mortale
Thank you for smoking
Varcati i cancelli del XXI° secolo la nostra cara penisola rimane un
compendio di contraddizioni e anacronismi. Ci ritroviamo così a
raccontare l’ennesima assurdità che i nostri governanti ci stanno propinando ed è quella che mentre il Governo annuncia pene più severe
per i consumatori di sostanze stupefacenti e spende cifre ingentissime
per perseguirli, si adopera per rilanciare la produzione di tabacco, la
sostanza che uccide più di tutte le droghe proibite messe insieme.
Anni e anni di pubblicità progresso ci
hanno fatto scoprire i catastrofici effetti
del prolungato e massiccio consumo di
tabacco e le innumerevoli ricerche scientifiche sull’argomento hanno delucidato
in tutta la sua ampiezza quanto ogni boccata di fumo in più tagli si il respiro, ma
anche la vita. Con 20 sigarette al giorno si
vive in media cinque anni in meno
se si inizia a fumare a 25 anni. Una
dipendenza letale:
9 casi di tumore
ai polmoni su 10
sono provocati dal
fumo. Come se non
bastasse un fumatore corre molti più
rischi di ammalarsi
di tante altre forme
di tumore: bocca, esofago, laringe, pancreas, reni e stomaco. I danni si estendono
al cuore: ictus, infarto e non solo. Il 30 per
cento delle morti per malattie coronariche
dipende dal vizio. Le ragioni per non smettere sono anche i bambini, quelli nati, più
a rischio se i genitori fumano, quelli che
stanno per nascere, ma anche quelli che
non ci sono ancora. Il fumo, infatti, mette
ko anche le funzioni riproduttive: infertilità
e impotenza sono rischi probabili se non
si smette per tempo. Insomma ci sono
almeno 1000 motivi per lasciare le cossiddette “bionde”. E se da un lato le istituzioni
ci propinano appunto quintalate di spot
per dire no al fumo, dall’altro. nelle stanze.
dei bottoni si ingegnano a legiferare di
modo che l’offerta di tabacco sia sem-
pre maggiore. Non dimentichiamo infatti
che per ogni pacchetto di sigarette, sigari
o tabacco sfuso acquistato, il 75,5% del
prezzo di costo andrà a finire nelle tasche
dello Stato, che grazie all’imposizione del
monopolio trae da questo mortale vizio
linfa vitale per le sue disastrate casse.
Dicevamo insomma che, nonostante si punti pubblicamente il dito
contro il tabacco,
in privato si decide come renderlo
ancora più appetibile. Lo scorso
30 settembre si
è tenuto a Roma,
presso il Ministero
delle Politiche agricole alimentari e forestali, l’incontro tra il
neo ministro Giancarlo Galan – entrato
a far parte dell’esecutivo dopo l’1-2 con
il leghista Zaia che l’ha rimpiazzato sulla
poltrona di governatore del Veneto – e
gli imprenditori della filiera del tabacco.
Al tavolo di trattativa hanno preso parte
rappresentanti del Ministero e della filiera,
nonchè l’Assessore dell’Agricoltura della
Regione Umbria, Fernanda Cecchini, e
l’Assessore dell’Agricoltura della Regione
Campania, Vito Amendolara. Linee guida
dell’Organismo Mondiale della Sanità per
l’uso degli ingredienti nei tabacchi lavorati, accordi con le manifatture, costo di
produzione, e misure agroambientali per
la coltivazione del tabacco: questi i temi
principali affrontati.
Se da un lato le istituzioni ci propinano spot per dire no
al fumo, dall’altro
incentivano la produzione del vizio
più mortale
Per quanto riguarda il tema ingredienti, in
merito alle linee guida dell’Oms in applicazione della Convenzione Quadro sul controllo del tabacco (FCTC), già nei mesi scorsi il Ministero si era attivato per sostenere la
posizione condivisa con la filiera, allo scopo
di garantire - di concerto con il Ministero
della Salute - una posizione unitaria dell’Italia. In parole povere, se da Bruxelles ci
dicono che ogni incentivo all’industria del
tabacco (che sono si, le case produttrici
ma anche i coltivatori della pianta) è tecnicamente proibito a livello istituzionale,
da noi si preferisce incorrere nel rischio di
farsi appioppare l’ennesima sanzione europea e battersi affinché la filiera sia oliata al
punto giusto per poter così produrre più
di quanto è consentito. Tale posizione e’
stata ribadita in questi giorni in relazione
alle riunioni sul tema in corso a Bruxelles
e verrà sostenuta in novembre nella seduta ufficiale dell’OMS chiamata a decidere
sul tema. Durante il tavolo, e’ stato inoltre
riferito come, sul versante degli accordi
con le manifatture, il Ministero delle politiche agricole abbia attivato prima della
pausa estiva una serie di incontri con le
manifatture operanti in Italia, finalizzato a
verificare le condizioni per il rinnovo degli
accordi bilaterali al fine di sostenere il percorso strategico di approvvigionamento
e di riqualificazione che dovrà affrontare
l’intera filiera. Il Ministero ha attivato singoli
rapporti bilaterali con le Manifatture per
la predisposizione dei testi con l’obiettivo
di giungere alla loro
definizione finale e
sottoscrizione per
inizio novembre.
ne del tabacco – ribadiamolo: la dipendenza certificata come la più mortale – , il
Governo non impone il suo sigillo anche
sulla cannabis? Se è vero che in questo
momento il problema principale è il bilancio di Stato, perché non seguire l’esempio
della California? Li, la legge che verrà votata il 2 novembre e deciderà la legalizzazione, prenderebbe – come si suol dire
– due piccioni con una fava: risanando il
deficit che ha prosciugato le casse statali,
risolverebbe allo stesso tempo il problema dell’affollamento delle carceri. Da noi,
oltre che a sanare queste due piaghe, che
sono entrambe esiziali sia in termini di
costi di gestione che in senso più ampiamente sociale, un’eventuale legalizzazione
andrebbe a colpire al cuore le mafie, che
con il traffico di stupefacenti si autofinanziano e riciclano contante; risolverebbe
le contraddizioni insite alla libertà di cura
esonerando poi il sistema sanitario dai costi
di importazione; incentiverebbe la corretta
informazione sull’uso e l’abuso delle
droghe ricreative e,
infine, ridurrebbe
in modo importante l’incidenza del
fumo tra le generazioni più giovani.
Queste infatti, tentate in primo luogo
dalle “bionde” – più
politically correct e
socialmente accettabili – creano
danni fisici che la
marijuana invece non produce nemmeno
in caso di consumo per inalazione.
Se è vero che in
questo momento
il problema principale è il bilancio di
Stato, perché non
seguire l’esempio
della California?
Quindi, da quello che possiamo
intendere, la crisi
economica ha colpito anche questo
settore dell’industria al punto che le
varie lobbies hanno
pensato di far pressione sull’istituzione preposta – il Ministero delle Politiche
agricole appunto – per far si che i limiti
imposti vengano aggirati in nome del
profitto. Profitto che fa gola sia ai signori
del tabacco che, come già detto sopra,
al nostro erario, sempre più scarno e perciò continuamente bisognoso di nuove
entrate. Se infatti il continuo aumento del
prezzo delle sigarette ci viene propinato
come un incentivo a smettere, in realtà
questo è applicato in visone del fatto che
i fumatori abituali non smetteranno ma
al massimo, per risparmiare, migreranno
verso altre marche meno costose; anche
in quel caso però il monopolio riscuoterà
la sua quota di guadagno.
Viene perciò spontaneo farsi una domanda: se davvero il monopolio è una risorsa
così fondamentale per l’economia di Stato
perché, invece di incentivare la produzio-
Ma, come premesso all’inizio di questo
noioso articolo, abbiamo la sfortuna di
essere nati in un paese che culturalmente
rifiuta qualsiasi novità che vada in contrasto con i principi antiquati e ormai privi
di senso di quella che ci dicono essere la
collettività. Perciò è necessario concludere
che lo stesso Stato che per costituzione
dovrebbe “rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese” (art. 3),
preferisce farli ammalare caricandosi dei
costi sociali connessi, piuttosto che indirizzarli verso il benessere e la legalità.
45
SHOP REVIEWS
Hemporium, Vicenza
dotti che ci danno più soddisfazione
comunque sono gli articoli per fumatori, visto che hai sempre a che fare
con clienti molto simpatici.
In che cosa è specializzato il tuo negozio?
Il negozio é specializzato in prodotti
per la coltivazione in generale, articoli
per fumatori come pipe,bong,narghi
lea,pharafenlia,etc. semi di vario tipi,
da orto da fiore e piante esotiche. Poi
abbiamo cosmetici e creme, prodotti
da bagno a base di olio di canapa,
abbigliamento in canapa, cotone biologici e chi più ne ha più ne metta.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il nostro” progetto o sogno” è riuscire a
far si che la “CANAPA” sia libera in tutto
il “MONDO”, ma ad essere sinceri la vedo
ancora dura!!!
Nell’Italia del nord est nella periferia di
Padova esiste un negozio che offre ai
suoi clienti, professionalità, cortesia e
soprattutto un angolo dove rilassarsi e
gustarsi ogni momento con tranquillità. Il conformismo della vita quotidiana
per dire un parolone, o lo stress per
farsi capire, rimane fuori dalla porta.
Hemporium di Davide e Irene rappresenta un posticino a parte di quella
provincia italiana spesso chiusa su se
stessa, senza mai veramente vedersi,
e paurosa dei cambiamenti che giungono dall’Europa e dall’estero. Per non
parlare di canapa ovviamente..
Da quanti anni sei nel business e cosa ti
ha spinto a cominciare?
Abbiamo questa attività da circa 9
anni e quello che ci ha spinto ad aprire è stata la passione per questa pianta e i suoi molteplici usi. Pensando
che con questo lavoro avremmo
avuto molte possibilità di sconfiggere
Amanito, Trento
Alle pendici del monte Bondone, nel
cuore di Trento a due passi dal Duomo
e dall’Università, Alberto ha aperto da
due anni un negozio davvero interessante. Head shop, grow shop e tanto altro in
un locale giovanile con un’atmosfera che
non tradisce certo le attese, anche quelle
dei più scettici. Amanito rappresenta uno
spazio dove i giovani di Trento e provincia
e tutti gli appassionati fumatori di passaggio possono trovare tutto l’assortimento
migliore di oggettistica specializzata per
fumatori, dalla A alla Z. Tutto quello che
conoscete e tutto quello che non avevate
mai visto, tutto quello di cui avete sentito solo parlare e quello che nemmeno
potevate immaginare, il tutto condito da
professionalità e molta attenzione per
tutti i clienti. Amanito si trova anche su
Facebook da dove Alberto riesce a seguire tutti i clienti, i più lontani e quelli che
necessitano di spiegazioni in diretta web.
Da dove nasce la tua passione per il
lavoro che svolgi e come hai deciso di
cominciare proprio in questo ramo?
Ho sempre avuto la passione della coltivazione e del mondo della natura, dove si
possono trovare tante risposte che veramente hanno molto da insegnarci. A questa passione iniziale si aggiunge quella per
i prodotti alternativi, che con la loro esoti-
l’ignoranza che impera attorno a questa pianta e riacquistare un po’ più di
conoscenza e di cultura, che abbiamo
perso, o meglio dire che ci hanno
fatto perdere negli anni.
Quali sono i tuoi prodotti di punta e
quelli che ti danno più soddisfazione?
Ci sono vari prodotti che vanno per la
maggiore è difficile dire quali, anche
perché è un campo molto vasto e il
discorso è un po’ complesso. I pro-
cità e un po’ di immaginazione ti mettono
in contatto con il mondo aldilà di queste
montagne, permettendoci di sognare e
interrogarsi al di fuori della vita quotidiana. Nello specifico ho cominciato in un
grosso magazzino del settore ed avendo
sempre avuto la volontà di intraprendere
un’attività mia ed essendo consapevole
che un mercato in crescita come questo
potesse offrire degli sbocchi interessanti,
ho deciso di lanciarmi in un lavoro che
unisce la voglia di sperimentare in prima
persona all’esperienza e la competenza
maturate durante gli anni sul campo.
Cosa offre il tuo negozio e quali
sono i prodotti più interessanti per
i tuoi clienti?
Il mio obiettivo principale è quello
di creare un rapporto di fiducia con
Hemporium
Strada statale 11 padana
superiore n.279 Vicenza.
Orario di apertura:dal lunedì al
venerdì 15.00/ 19.30
Sabato: 11.00/19.00
Per informazioni:
[email protected]
la clientela, senza soffermarsi ad un
semplice rapporto formale tra commerciante e cliente. Nel negozio siamo
specializzati negli accessori per fumatori e siamo punto Rizla ufficiale per
Trento. Come accessori per fumatori
quindi, ne abbiamo di tutti i tipi e per
tutti i gusti, anche per i più raffinati.
Tutti i tipi di bong, pipe di ogni dimensione e forma, chilum e poi ovviamente gli strumenti per il giardinaggio,
tutto il necessario, sia per il principiante sino a soddisfare le esigenze
più specifiche dei professionisti più
navigati. Inoltre disponiamo di abbigliamento londinese, piercing, dilatatori e accessori di ultima tendenza per
il mondo dei giovani. Insomma tutto,
escluso, prodotti consumabili.
Cosa ti aspetti dal futuro e quali sono i
tuoi progetti?
Non lo so sinceramente, come ti ho
detto, visto il momento politico di deriva proibizionista e disinformazione
di massa, il futuro per questo genere
di cose non mi sembra molto roseo.
Comunque, confidando nella buona
volontà e nella voglia di fare bene per
me ed i miei clienti, continuo a sperare
sempre. Quindi vi aspetto tutti in Via
Cavour 32 in pieno centro a Trento.
Amanito
Via Cavour 32 (vicino piazza
Duomo) Trento.
Orari: lunedì 14.00-19.00
Da martedì a sabato 9.30-12.30 e
14.00- 19.00
46
SHOP REVIEW / INDICE PUBBLICITÀ / COLOFON
BCN Diesel
Kannabia Seeds
Di Suburban
Ambiente:
Metodo:
Substrato:
Nutrienti:
600w HPS
super-cropped
cocco
Canna, Rhizotonic,
Piranha, Voodoo,
PK 13/14
Tempo di crescita: 4 settimane
Tempo di fioritura: 9 e 11 settimane
Struttura della pianta: varia, Diesel
- Malawi
Struttura della cima: varia, Diesel Malawi
Fragranza:
pungente
Taste:
dolce
Effetto:
arioso
Resa:
media
I semi BCN Diesel sono arrivati direttamente da Kannabia Seeds. I semi
erano femminizzati, in confezione da
5. Un seme non è germogliato nel
cocco, ma gli altri 4 sono germogliati
bene. Le pianticelle sono state travasate in vasi di cocco da 15 cm a 2
settimane con aggiunta di Piranha,
Voodoo Juice e Rhizotonic. Dopo altre
2 settimane le piante sono state trapiantate di nuovo in vasi più grandi
da 20 litri di cocco per 10 giorni,
perché si radicassero. Le piante sono
state messe poi in ciclo 12/12 per
la fioritura. La BCN Diesel è cresciuta bene dall’inizio e le piante hanno
risposto bene alla tecnica super-crop-
Northern Light
Royal Queen Seeds
Di Di Mr Mash
Ambiente:
Luce del sole / 400w
HPS con Diamond
shade reflector
Metodo:
SOG
Substrato:
Concime Canna
Professional
Nutrienti:
Te di Guano fatto in casa
Tempo di crescita: 3 settimane
Tempo di fioritura: 7 - 8 settimane
Struttura della pianta: corta, foglie larghe
Struttura della cima: compatta, pilucchi
bianchi spessi
Normalmente non coltiviamo semi femminizzati ma abbiamo coltivato la Northern
Lights molte volte e volevamo fare una
coltivazione di prova della Northern Light
di Royal Queen Seeds. Ci sono voluti due
semi della confezione. Li abbiamo coltivati in un piccolo contenitore di concime
Canna Professional, li abbiamo coperti e
ping. Una delle piante aveva foglie
più grosse. Era corta con cime compatte ed è stata pronta per il raccolto
dopo 9 settimane di fioritura. Le altre
3 piante avevano più Malawi, quindi
ci hanno messo più tempo. Sono state
lasciate a maturare prima del raccolto.
Due delle piante ricordavano molto
la Diesel con una copertura di pilucchi arancione spessi e una fragranza
piacevole. L’altra pianta aveva punte
aguzze con più Malawi. È diventata
verde e grigia una volta potata.
Tutte le piante avevano un aroma
pungente con una fragranza incredibile durante il ciclo di fioritura e
quando sono state essiccate. Le piante sono state appese per un periodo
tra i 10 giorni e le 2 settimane in un
ambiente con circolazione d’aria per
essiccare. Le piante di 11 settimane
con più Malawi erano ancora fruttate.
La resa delle 4 piante è stata migliore
della media. La parte superiore era
bella su tutte e 4 le piante, ben formate, con cime più dense alla base.
Quando fumata, è stata più dolce la
pianta di 9 settimane. Le altre 3 avevano un tocco di dolcezza derivante dalla
Diesel. Nel complesso buone piante da
coltivare e fumare. L’effetto è arioso.
Indice pubblicità
Nome
Amanito
Atami
Barney’s
Big Budda
Buddha Seeds Bank
Chacruna
Delicious Seeds
Dinafem Seeds
Dinafem Seeds
Ed Rosenthal
Fral
Fronte del Porto
Grow Hemp Shop Amsterdam
Growerplanet
Growshop Area 51
Hemp Passion
Hemp Passion
Hemporium
IL Canapaio Ducale
IL Giardino Idroponico
It Grow
Jorge Cervantes
Katsu
L’Hempirico
Mycologics
Mysticanza
OP Papirna
Procare
Professional Seeds
Royal Queen Seeds
Strain.it
Sweet Seeds
World of Seeds
Colofon
Pagina
41
48
8
24-25
5
24-25
2
1
17
29
41
24-25
24-25
1
24-25
1
13
24-25
24-25
41
32
20
41
24-25
41
24-25
37
41
37
10
41
47
32
L’imperdibile SSIT 1/11
esce il 14 gennaio 2011
messi in un luogo caldo. Far germogliare i
semi non sempre è facile senza l’utilizzo di
luci artificiali, ma le pianticelle di Northern
Light di RQS sono cresciute bene mentre
gli altri semi non l’hanno fatto. Una delle
NL RQS è diventata più alta e più sottile
rispetto all’altra. La pianticella più sottile è
stata tolta dal vaso. Questo ha lasciato alla
pianta più sana, più corta e più grassoccia
tutto il vaso.
La Northern Lights è una pianta a fioritura
rapida con un metabolismo veloce. Dato
che la NL RQS era femminizzata è stato
possibile trapiantare la pianticella in un
vaso più grande di concime prima, dopo
che erano spuntate solo poche foglie.
In questo modo il sistema radicolare si
è sviluppato bene nel vaso più grande
prima della fase di fioritura. La pianta è
stata alimentata con te di guano, estratto
di alghe e composto di vermi in circa
1.2 EC nella fase vegetativa e 1.6 EC in
fioritura. L’alimentazione è stata sempre
diversa della lettura sul misuratore per
evitare eccessiva nutrizione. Con cinquesei internodi la pianta è stata messa in
ciclo 12/12 sotto una fonte 400w HPS
utilizzando un riflettore Diamond shade.
In generale la struttura era quella tipica
della Northern Lights che abbiamo colti-
vato in precedenza con metodo SOG. A
predominanza Afgana con una piccola
influenza di Thai nelle foglie. Il colore
smeraldo scuro era familiare e le foglie
erano grassocce e spesse su questa pianta
sin dall’inizio. Dalla prima alla quarta settimana in ciclo 12/12 la pianta è cresciuta
lentamente, all’inizio. Tuttavia alla terza
settimana ha cominciato a svilupparsi
una fragranza pungente. Entro la quinta
settimana l’odore di “skunk” ha superato
l’aroma delle altre piante (tutte sativa)
della coltivazione. I rami laterali della NL
RQS sono cresciuti un po’ e i fiori hanno
cominciato a sviluppare gruppi compatti
di pilucchi bianchi spessi. Dopo la quinta
settimana alla pianta è stata somministrata solo acqua fredda, poco a poco e con
frequenza. Forzata in fioritura in stile SOG,
la pianta è arrivata a un’altezza di oltre 60
cm. Sarebbero cresciute di più con una
fase vegetativa un po’ più lunga e probabilmente con una nutrizione più corposa
durante il ciclo di fioritura.
I fiori erano molto appiccicosi e avevano
una fragranza dolce quando sono state
raccolte dopo 7-8 settimane. La cima
principale si era gonfiata a sufficienza
per iniziare a raccogliere la pianta. La
cima principale è stata tagliata prima
Soft Secrets Italia è pubblicato da:
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Tel: 0031.73.549.81.12
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e-mail: [email protected]
Editore: Cliff Cremer
Collaboratori: Ed Rosenthal, Franco
Casalone, Jorge Cervantes, Enrico Fletzer,
Monsignor Jose Maria, Claudio B., Giovanna
Dark, Davide Calabria, Sicktoy, Carlos Rafael
Esposito e tanti altri.
Traduzioni: Valefizz
Indirizzo redazione:
Soft Secrets Italia
PoBox 17250, 1001 JG Amsterdam, Paesi Bassi
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intendersi implicitamente d’accordo con i
contenuti pubblicati. Nessun contenuto di
questa pubblicazione può essere copiato o
riprodotto in alcun formato senza autorizzazione degli editori.
per consentire
a quelle inferiori di crescere
meglio. I fiori
inferiori hanno
sviluppato
un contenuto
maggiore di
resina con una
fragranza di
hash e il sapore è diventato
anche più forte la settimana successiva. La pianta aveva una forte fragranza
quando è stata appesa, ma questa fragranza è scomparsa dopo l’essiccatura.
Quando sono state potate, le cime avevano una fragranza molto fruttata, una
volta sminuzzate nelle rizla.
Eravamo abbastanza in dubbio sulla
coltivazione di semi femminizzati ma la
Northern Light di RQS è cresciuta bene,
senza dare segni di ermafroditismo o
senza fiori anormali. La qualità finale era
al di sopra della media e fumarla era
rilassante, ma abbastanza forte allo stesso
tempo: sapore piacevole e fruttato delle
cime. Nel complesso la Northern Light di
RQS è un ceppo d’indica che saremo felici
di coltivare nuovamente in futuro!
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