l’allora Ministro Giovanni Gentile introdusse la religione cattolica come materia obbligatoria in tutte le scuole pubbliche del Regno. Il senatore Polacco, invece, lottò per ottenere una spazio all’interno del quale anche i bambini ebrei potessero studiare la propria religione. Arco di Tito: All’interno del Foro Romano sorge l’arco trionfale in onore di Tito che, nel 70 d.C., aveva conquistato la Giudea. Nel bassorilievo all’interno dell’arco è visibile la Menorah trafugata dal Tempio di Gerusalemme e portata sulle spalle dagli ebrei presi prigionieri. Numerose sono le leggende che riguardano il tesoro di Gerusalemme trafugato in quell’occasione. Per quasi duemila anni, gli ebrei erano soliti non passare sotto l’Arco, che raffigura la caduta di Gerusalemme e il conseguente inizio della Diaspora. In occasione del 50° anniversario della nascita dello Stato di Israele vi si tenne invece una cerimonia simbolica alla presenza delle più alte cariche della Comunità e dell’amministrazione comunale, e si pose quindi termine all’usanza di non passare sotto l’Arco. Fontana delle Tartarughe, Piazza Mattei: Inizialmente era previsto che la Fontana delle Tartarughe venisse eretta in Piazza Giudia, ma su insistenza del duca Mattei questa fu collocata dove si trova oggi. La Fontana fu realizzata nel 1581 da Taddeo Landini su progetto di Giacomo Della Porta. Nel 1658 furono aggiunte, forse da Gian Lorenzo Bernini, le tre tartarughe che sembrano spinte ad abbeverarsi dalle mani degli efebi. Si narra che la tartaruga dovesse rappresentare simbolicamente l’ebreo errante costretto a portarsi la casa sulle spalle. Antico Mercato del Pesce degli ebrei, via San Teodoro 74: Il Mercato era collocato in un’area dove sin dall’antichità si concentrava la vendita del pesce, in ragione della vicinanza con il Tevere e con l’isola Tiberina. Prima dell’unità di Italia, il pesce era venduto nel mercato presso il Portico d’Ottavia; in seguito, fu approvata la costruzione del nuovo mercato in via di San Teodoro e si ordinò la cessazione della vendita del pesce nel Portico d’Ottavia per motivi igienici Caccia al tesoro alla scoperta di Roma ebraica Soluzioni Roseto Comunale: Qui sorgeva il cimitero ebraico dell’Aventino, che era in uso prima di quello del Verano. La strada che attraversa il Roseto fu realizzata in occasione del decennale della Marcia su Roma, e molte tombe furono quindi spostate per fare spazio al nuovo viale. Quando la zona fu spianata, l’antico cimitero fu abbattuto, violando così le norme ebraiche. Negli anni Trenta, il cimitero ebraico fu quindi collocato al Verano. All’ingresso dell’attuale Roseto Comunale ancora adesso sorgono due colonne con iscrizioni in lingua ebraica, mentre all’interno sono visibili alcune lapidi funerarie. A ricordo del precedente uso, le aiuole del Roseto riprendono i sette bracci della Menorah. Campidoglio: Nel 1904, con l’inaugurazione del Tempio Maggiore, l’ebraismo romano dava una nuova immagine di sé alla città; pochi anni più tardi, nel 1907, fu eletto un sindaco ebreo di grande prestigio, Ernesto Nathan, poi confermato nel novembre del 1911. La sua amministrazione si concentrò principalmente su due aspetti: l’edilizia – con la realizzazione di numerose opere pubbliche, come il Vittoriano, il Palazzaccio, la Passeggiata archeologica, lo Stadio Flaminio – e l’istruzione, con l’istituzione di numerosiasili comunali e con il sostegno ad un sistema educativo laico. Si racconta che, quando al neoeletto sindaco venne sottoposto per la prima volta il bilancio, Nathan si stupì di trovarvi la voce “frattaglie per gatti”. Un funzionario gli spiegò che si trattava di fondi per il mantenimento di una nutrita colonia felina che serviva a difendere dai topi i documenti custoditi negli archivi del Comune. Nathan eliminò la voce dal bilancio, spiegando che d’allora in avanti i gatti del Campidoglio si sarebbero sfamati solo con i topi e, nel caso in cui non ve ne fossero stati, sarebbe venuto a cessare anche lo scopo della loro presenza. Da questo episodio deriverebbe il detto romanesco: “Nun c’è trippa pe’ gatti”. Sinagoga di vicolo dell’Atleta: Il vicolo assunse questo nome nel 1873, in seguito al ritrovamento della statua dell’atleta detto Apoxyomenos; un tempo, il vicolo si chiamava “delle Palme”, per la presenza di tali alberi dinanzi all’antica Sinagoga degli ebrei. Infatti, fu proprio in questa zona che si stabilì il primo nucleo della comunità ebraica, prima del suo spostamento nel rione S. Angelo a partire dal XV secolo. La Sinagoga fu fondata dal lessicografo Nathan ben Jechiel (10351106) e si presume che abbia avuto sede in una casa medioevale, con una cornice ad archi su mensolette in pietra e una loggia ad arcate su colonne dove sono visibili ancora oggi alcuni caratteri ebraici scolpiti nel marmo. La Sinagoga andò distrutta a seguito di un grave incendio il 28 agosto 1268. Chiesa di San Gregorio della Divina Pietà e Ponte de Quattro Capi: Nel XVI secolo, il Ponte Fabricio o dei Quattro Capi era noto anche come Ponte dei Giudei, per via della sua vicinanza al Ghetto. Nei pressi del Ponte, si trova la Chiesa di San Gregorio della Divina Pietà dove, in epoca pontificia, si tenevano le messe coatte e le conversioni obbligatorie per gli ebrei. Nel 1858, la Chiesa fu restaurata e vi fu apposta sull’architrave della porta un’iscrizione bilingue, in ebraico e in latino, con un passo tratto da Isaia, 65, 2, a memoria dell’uso di convertirvi gli ebrei: “Io stendo tutto il giorno la mia mano ad un popolo disubbidiente, il quale batte una via la quale non è la retta”. Villa Celimontana: In seguito all’istituzione delle leggi razziali, il consiglio della Comunità istituì la Scuola Media Israelitica nei locali della villa di via Celimontana 23, che comprendeva un Ginnasio, un Liceo, un Istituto Magistrale inferiore e superiore, e un Istituto Tecnico inferiore e superiore. Le lezioni furono inaugurate il 23 novembre 1938 e nell’anno scolastico 1939/1940 vi erano 403 alunni. Nel 1939, la scuola fu trasferita in parte nell’edificio degli Asili Israelitici in Lungotevere Sanzio 13, in parte presso l’Oratorio di Castro in via Balbo. Casa della Memoria e della Storia, via San Francesco di Sales 5: La Casa della Memoria e della Storia è un’istituzione del Comune di Roma alla cui attività e gestione partecipano associazioni che rappresentano la memoria storica dell’antifascismo, della Resistenza e della guerra di Liberazione. Il suo scopo è la ricostruzione, conservazione e promozione della memoria della storia del Novecento. La Casa della Memoria si trova nei pressi dell’Orto botanico, ed è ospitata dai locali che un tempo appartenevano alla scuola ebraica ORT. Il Pitigliani, via Arco de’ Tolomei 1: Prende il nome da Giuseppe e Violante Pitigliani, grazie alla cui volontà nacque un istituto destinato all’accoglienza degli orfani ebrei. Durante l’invasione nazista, l’archivio dell’istituto fu bruciato e molti degli orfani scapparono, alcuni dei quali nell’attuale Israele. Prima orfanotrofio, poi Casa-Famiglia, oggi è un Centro educativo e culturale per bambini e giovani ebrei. Via Arco de’ Tolomei fa angolo con via dei Salumi. Ospedale Israelitico e Tempio dei Giovani, Isola Tiberina: Fino a pochi decenni fa, l’Ospedale Israelitico aveva sede nell’Isola Tiberina, di fronte all’Ospedale Fatebenefratelli, mentre oggi si trova alla Magliana. Tuttavia, l’edificio ospita ancora alcuni ambulatori ed uffici, mentre al piano superiore si trova l’Oratorio Panzieri-Fatucci. Meglio noto come Tempio dei Giovani, l’oratorio è stata l’unica sinagoga rimasta in funzione durante l’occupazione nazista della capitale. Dove oggi si trova la chiesa di San Bartolomeo, un tempo sorgeva il Tempio di Esculapio, dio della medicina, inaugurato nel 289 a.C. in seguito ad una pestilenza. Ex scuola “Vittorio Polacco”, Lungotevere Sanzio 12: I locali dove un tempo sorgeva la scuola elementare ebraica “Vittorio Polacco” furono assegnati alla Comunità dopo che il senatore Vittorio Polacco si oppose alla riforma della scuola da poco varata. Infatti, nel 1923,