ADUNANZA DELLA SEDE DI FIRENZE 107 Il medico Tgen, ritiene la pianta Tu-kiuo-lien molto velenosa ed atta ad uccidere i vermi intestinali. Di queste piante, oltre i medici, parlano anche i letterati. Così Su-tun-puo, nella collezione delle sue poesie, ritiene che colui il quale si ciba di questa pianta diviene immortale. Sum-ci, altro letterato, dice che questa pianta è detta erba-vereconda, alludendo alla sua infiorescenza, che stando nascosta sotto la grande foglia, a mo' di ombrello, sembra vergognarsi a riguardare il cielo. Vari sono inoltre i metodi consigliati dai medici per preparare il tubero di questa pianta a scopo medicinale. Così Sum-ci consiglia la seguente ricetta : Raccolti i tuberi e seccati all' ombra, si pestano in un mortaio e si riducono in polvere sottile: dopo si mescola qiresta polvere con miele cotto, fino a farne una pasta, con la quale si formano piccole pillole che si prendono in tutte le malattie provenienti da vento (!). E utile a sapere che i medici cinesi attribuiscono al vento ogni sorta di malattie: non è raro difatti che un medico, dopo avere tastato per mezz' ora il polso ad un malato, caratterizzi la malattia con questa ssmplice, espressione : Sciu-leo-fon ( = ha preso o raccolto il vento). Secondo un' altra ricotta, il tubero di queste piante è consigliato nei parti difficili. Seccato e polverizzato il tubero, si prende la decima parte di un' oncia di questa polvere, si mescola bene con alcool e si fa bollire fino a che non sia ridotta all'ottava parte di un'oncia: dopo si amministra nei parti difficili. Ma ove volessimo raccogliere tutti i metodi consigliati dai medici cinesi per preparare questa medicina, e indicare in quali casi essi la usano, noi dovremmo scrivere molto, senza speranza di averli tutti esauriti. Ci basti concludendo di dire che, secondo i libri di medicina cinesi, questa pianta « guarisce tutti i mali ». Così è rimedio sicuro contro i vermi, sì interni che esterni; disinfetta l'aria cattiva (!); espelle il vento nascosto nei visceri; è antidoto contro ogni avvelenamento ; è usata con profitto contro la febbre, la tosse, l'etisia, la debolezza; risana gli occhi; guarisce i bubboni, le ulceri, le ferite, dal morso dei serpenti, dei cani ecc. ecc. Come si vede è un medicamento che fa concorrenza a molti di quelli citati nella quarta pagina dei giornali. Dopo di che il Segretario BARONI annunzia che hanno fiorito nell'Orto botanico fiorentino, diverse piante di Gigli, provenienti da bulbi dello Schen-si settentrionale, i quali debbono ritenersi nuovi, perchè non figurano tra quelli descritti da Elwes ed illustrati da Fitch, nè tra quelli illustrati posteriormente nel Botanica! Magazine: per tre di queste piante che già hanno fiorito propone per la prima il nome di Lilium chinense n. sp. ; per la seconda, che è una varietà della prima, il nome di L. chinense a) atropurpicreum n. var. e per la terza il nome di L. Biondi n. sp., in onore del sig. An-