1 Ruolo del marketing nell’impresa e nella società O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 2 Definire il marketing. Capire alcuni termini importanti del marketing, tra cui: mercato target marketing mix scambi di marketing ambiente di marketing 3 Comprendere il concetto di marketing e quello di orientamento al marketing. 4 Capire l’importanza della costruzione di relazioni con il cliente. 5 Spiegare le principali funzioni del marketing che fanno parte del processo di marketing management. 6 Capire il ruolo del marketing nella società. 2 La Harley-Davidson entra rombando nel suo secondo secolo di successo con i clienti N ell’arco della sua vita la Harley-Davidson ha corso su e giù rombando per la sua strada. Nata nel 1903 da una moto costruita in un capan none, la casa motociclistica vende oggi ogni anno più di 234.000 esemplari negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa. Ma negli anni Settanta del secolo scorso la qualità del prodotto ebbe a soffrire perché la Harley-Davidson si era espansa troppo rapidamente. Alla metà degli anni Ottanta la casa era quasi uscita dal mercato quando il management decise di ridurre la produzione, di concentrarsi sulla qualità e di riprogettare il motore base. I clienti notarono la differenza e le vendite cominciarono ad accelerare nuovamente. La Harley-Davidson ritornò presto in strada a rivendicare il dominio del mercato negli Stati Uniti e a respingere la concorrenza di Yamaha, Honda, Suzuki e Kawasaki. Nonostante l’aumento della domanda, tuttavia, il management ebbe l’accortezza di aumentare soltanto di poco la produzione annuale al fine di mantenere il livello di qualità. Di conseguenza, i clienti bramosi attesero talvolta uno o due anni prima di entrare in possesso dei modelli più popolari e arrivarono a pagare migliaia di dollari in più sul prezzo normale quando si rendeva disponibile un nuovo esemplare. Mentre la Harley-Davidson si preparava per il proprio centenario nel 2003, i clienti furono particolarmente interessati all’acquisto di modelli speciali, in edizione limitata, creati per l’occasione allo scopo di spingere ancora più in alto la domanda. In che modo la Harley-Davidson riesce a capire e a determinare che cosa desiderino i clienti? Per cominciare, quasi la metà dei suoi dipendenti possiede una delle moto della casa. Dovendo comprare le loro moto da rivenditori, i dipendenti scoprono in prima persona come vengono venduti i prodotti della casa e come i riven- CAPITOLO 1 Ruolo del marketing nell’impresa e nella società 3 ditori trattano i clienti. Inoltre, centinaia di dipendenti della Harley-Davidson assistono a rally motociclistici in tutto il paese per mescolarsi con i clienti e osservare le loro preferenze e abitudini. Ed essi, a loro volta, applicano quanto hanno appreso per migliorare il design e il marketing del prodotto. Per esempio, dopo avere osservato come i motociclisti personalizzavano la loro moto con un manubrio insolito e decorazioni esclusive, la Harley-Davidson ha lanciato una linea di moto personalizzate (moto custom) complete di accessori speciali. Queste moto sono vendute a circa 25.000 dollari e fruttano un profitto superiore a quello dei modelli sportivi e turistici normali, venduti da 8000 a 17.000 dollari o più. È chiaro che la casa commercializza più che semplici mezzi di trasporto a due ruote. Quando i clienti si mettono in fila per comprare una Harley-Davidson, sfoggiano un abbigliamento marcato Harley-Davidson e partecipano a cross-country tour organizzati dalla casa a favore di organizzazioni benefiche, compiono anche una scelta di stile di vita. La Harley Owners Group, forte di 640.000 membri, permette agli appassionati di mettersi in contatto l’uno con l’altro e con la casa. Inoltre, eventi come il festival del centenario, sponsorizzati dalla stessa azienda, accentuano il sentimento di appartenenza a una comunità. Tuttavia la Harley-Davidson deve affrontare non poche difficoltà nella ricerca di metodi per attrarre i clienti più giovani e difendersi dai concorrenti. Quindici anni fa l’età media dell’acquirente di moto Harley-Davidson era di 35 anni; oggi è di 45 anni. Inoltre, la quota di mercato sta cominciando a calare perché i clienti comprano modelli ad alte prestazioni dalla concorrenza. In risposta, la Harley-Davidson sta introducendo nel mercato modelli nuovissimi con motore raffreddato a liquido, alcuni dei quali capaci di raggiungere una velocità di 220 km/h. Inoltre, con il programma Rider’s Edge, la casa sta insegnando a una nuova generazione di clienti come viaggiare in moto e come curarne la manutenzione. Per rimanere sulla strada aumentando il fatturato e i profitti, la Harley-Davidson dovrà restare sintonizzata con le richieste della clientela e tenere d’occhio lo specchietto retrovisore per scorgere l’avvicinarsi di concorrenti aggressivi.1 Come tutte le organizzazioni, la Harley-Davidson deve sviluppare prodotti che siano desiderati dai clienti, comunicare informazioni utili al loro riguardo, determinarne un prezzo corretto e renderli disponibili quando e dove i clienti possono desiderare acquistarli. Però, anche se realizza bene tutte queste cose, la concorrenza da parte di altri produttori di moto, le condizioni economiche e altri fattori possono influenzare il successo della casa. Questo capitolo introduce i concetti e le decisioni di marketing strategico trattati in tutto il libro. In primo luogo, elaboreremo una definizione di marketing ed esamineremo in modo particolareggiato ciascun elemento della definizione. Poi introdurremo il concetto di marketing e considereremo alcuni problemi associati alla sua implementazione. Daremo anche una rapida occhiata al concetto di valore per il cliente, osservando che oggi i clienti domandano più che in passato. Quindi esamineremo il processo di marketing management, che comprende la pianificazione, l’organizzazione, l’implementazione e il controllo delle attività necessarie per promuovere gli scambi di marketing. Infine, esamineremo l’importanza del marketing nella società globale. Definizione di marketing marketing Il processo di creare, distribuire, promuovere e prezzare beni, servizi e idee per facilitare relazioni di scambio soddisfacenti con i clienti in un ambiente dinamico Se chiediamo a diverse persone che cosa sia il marketing, probabilmente otterremo un’ampia varietà di definizioni. Ma il marketing abbraccia attività molto più numerose di quelle di cui la maggior parte delle persone è a conoscenza. In questo libro definiamo il marketing come il processo svolto per creare, distribuire, promuovere e prezzare beni, servizi e idee al fine di facilitare relazioni di scambio soddisfacenti con i clienti in un ambiente dinamico. Diamo uno sguardo più da vicino ad alcune parti di questa definizione. 2 Pianificazione delle strategie di marketing O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Descrivere il processo di pianificazione strategica (strategic planning). 2 Spiegare come le risorse e le opportunità di un’organizzazione influenzano il processo di pianificazione. 3 Capire il ruolo del mission statement (enunciato della missione) nella pianificazione strategica. 4 Esaminare la strategia corporate (corporate strategy), la strategia a livello di area d’affari (businessunit strategy) e la strategia di marketing (marketing strategy). 5 Capire il processo di creazione del piano di marketing (marketing plan). 6 Descrivere il processo di implementazione di marketing e i principali approcci all’implementazione di marketing (marketing implementation). Red Bull energizza le vendite con una strategia di marketing stimolante P er molti consumatori Red Bull, la nuova bevanda trendy, ha un potere energizzante grazie al contenuto di caffeina, vitamine, carboidrati e amminoacidi. Un barattolo da 8,3 once fluide* di Red Bull contiene 80 mg di caffeina, più o meno come una tazza di caffè. La Red Bull International sostiene che nel prodotto la caffeina reagisce con gli amminoacidi per rivitalizzare il consumatore e potenziarne la performance e la resistenza. La bevanda è stata accolta calorosamente dai giovani nella fascia di età dai 21 ai 29 anni in cerca di qualcosa in grado di tirarli su dopo il lavoro e prima di andare in un locale notturno; ad alcuni di essi piace anche mescolare Red Bull con il superalcolico preferito per riuscire a ballare tutta la notte. La promozione basata sul passaparola e la forte domanda hanno contribuito a spingere le esportazioni austriache in 45 paesi, compresi gli Stati Uniti e l’Italia. La Red Bull International è diventata in pratica pioniera del mercato delle bevande energetiche quando ha sviluppato Red Bull nel 1987, e oggi la sua bevanda energetica domina il 65 per cento del mercato statunitense di 1,6 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti la bevanda è disponibile in quasi tutti i supermercati, i convenience store, le stazioni di servizio, i bar e i night club. Il prezzo al dettaglio assicura un buon margine ai negozianti e ai distributori. L’azienda fa affidamento sugli intensi sforzi di vendita da parte dei suoi giovani venditori: questi visitano locali notturni e bar trendy e distribuiscono campioni del prodotto, confidando nel passaparola da parte dei clienti. Soltanto quando un mercato è diventato maturo l’azienda ricorre ad annunci pubblicitari televisivi più tradizionali, che attualmente presentano un * Circa 235 grammi. 21 22 PARTE PRIMA Il marketing strategico e il suo ambiente cartone animato in cui un toro proclama «Red Bull gives you wings»*. Inoltre, l’azienda sponsorizza eventi sportivi alternativi ed estremi frequentati verosimilmente da giovani dai 16 ai 29 anni di età. La popolarità di Red Bull ha tratto beneficio anche da forme insolite di pubblicità: corre voce che la bevanda contenga «Viagra liquido» o un ingrediente segreto ricavato dai testicoli di toro, voci che l’azienda comunque smentisce sul suo sito Web. L’impressionante successo di Red Bull ha generato un inasprimento della concorrenza nel mercato delle bevande energetiche. Oltre che con KMX della CocaCola e con 180 della Anhauser-Busch, Red Bull è in concorrenza con piccole imprese regionali, come la Go Fast Beverage Company del Colorado e con bibite per sportivi, come Gatorade. Con un fatturato globale di 1 miliardo di dollari, Red Bull, a quanto pare, ha sviluppato un’efficace strategia globale per rivolgersi ai giovani nella fascia di età dai 16 ai 29 anni che cercano un tonico ad azione rapida e sono disposti a sostenere una moderata differenza di prezzo per acquistarlo (premium price). Red Bull si dimostrerà un’altra moda passeggera, oppure la Red Bull International adatterà la sua strategia per mantenere la leadership del marketing nella battaglia contro powerhouse come la Coca-Cola?1 Al crescere della concorrenza, la Red Bull e molte altre imprese stanno investendo più tempo e risorse nella pianificazione strategica, cioè nella determinazione di come utilizzare mezzi e capacità per raggiungere gli obiettivi aziendali. Anche se la maggior parte di questo libro si occupa di specifiche decisioni e strategie di marketing, questo capitolo concentra l’attenzione sul «quadro d’insieme», ossia su tutte le aree e le attività funzionali – finanza, produzione, risorse umane, ricerca e sviluppo (R&S) – che devono essere coordinate per raggiungere gli obiettivi generali dell’organizzazione. L’implementazione efficace del concetto di marketing – ovvero soddisfare i clienti e raggiungere gli obiettivi d’impresa – richiede che tutte le organizzazioni si impegnino in attività di pianificazione strategica. Iniziamo questo capitolo dando uno sguardo d’insieme al processo di pianificazione strategica. Poi esamineremo in che modo le risorse e le opportunità dell’organizzazione influenzano la pianificazione strategica e il ruolo svolto dal mission statement (enunciato della missione) dell’organizzazione. Dopo avere esaminato lo sviluppo sia della strategia corporate (corporate strategy) sia della strategia a livello di area d’affari (business-unit strategy), esporremo la natura della strategia di marketing e la creazione del piano di marketing. Come vedremo nel resto del libro, questi elementi forniscono un framework (o impalcatura logica) per lo sviluppo e l’implementazione delle strategie di marketing. Capire il processo di pianificazione strategica pianificazione strategica Il processo di stabilire una missione organizzativa e di formulare obiettivi, strategia corporate, obiettivi di marketing, strategia di marketing e un piano di marketing Mediante il processo di pianificazione strategica (strategic planning) un’impresa stabilisce una missione organizzativa e formula obiettivi generali, strategia corporate, obiettivi di marketing, strategia di marketing e, infine, un piano di marketing.2 Per assicurare che l’interesse per la customer satisfaction faccia parte integrante del processo di pianificazione strategica, queste attività dovrebbero essere guidate da un diffuso orientamento al marketing. La Figura 2.1, alla pagina seguente, mostra le componenti della pianificazione strategica. Il processo comincia con un’analisi particolareggiata dei punti di forza e dei punti di debolezza dell’organizzazione e con l’identificazione delle opportunità e delle minacce all’interno dell’ambiente di marketing. Basandosi su questa analisi, l’impresa è in grado di stabilire o di rivedere la sua missione e i suoi obiettivi, e di sviluppare poi strategie corporate per raggiungerli. Successivamente, ciascuna area funzionale dell’organizzazione (marketing, produzione, finanza, risorse umane ecc.) stabilisce i propri obiettivi e sviluppa strategie per raggiungerli.3 Gli obiettivi e le strategie di ogni area funzionale devono * «Red Bull ti mette le ali». 3 L’ambiente, la responsabilità sociale e l’etica nel marketing O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Comprendere l’importanza dell’esplorazione dell’ambiente esterno (environmental scanning) e dell’analisi dell’ambiente esterno (environmental analysis). 2 Esplorare gli effetti dei fattori competitivi, economici, politici, legali e regolamentativi, tecnologici e socioculturali sulle strategie di marketing. 3 Comprendere il concetto di responsabilità sociale e le sue dimensioni. 4 Distinguere tra il concetto di etica e il concetto di responsabilità sociale. I supermercati si adattano a un ambiente esterno mutevole S toricamente i supermercati hanno operato con margini molto ridotti e le limitazioni all’ingresso di nuovi concorrenti nel mercato hanno reso inten samente competitivo questo settore. Negli Stati Uniti, in anni recenti, le catene regionali e locali hanno lottato contro la crescente concorrenza da parte di catene in espansione quali Kroger, Safeway e Albertson’s. Con l’ingresso nel settore della distribuzione grocery* di nuovi concorrenti – compresi i mass merchandiser come Wal-Mart, le warehouse club** come Sam’s Club e i drugstore – per i supermercati tradizionali realizzare un profitto è diventato ancor più impegnativo e stimolante. Per cercare di vincere queste sfide, molti punti vendita di prodotti grocery stanno cambiando le loro strategie di marketing. Anche se i Wal-Mart Supercenter (e i Kmart Supercenter, prima che l’azienda si appellasse al Chapter 11 sulla Bankruptcy protection***) integrano l’offerta dei grandi discount con quella tradizionale di prodotti grocery, le catene tradizionali di supermercati sono state lente a incrementare l’offerta di beni convenience ai consumatori con poco tempo a disposizione e in cerca di one-stop shopping****. Le partnership hanno reso oggi comuni in molti grocery store i servizi di banca, farmacia, sviluppo fotografico e persino lavaggio a secco. Alcune catene hanno cominciato a stringere alleanze meno tradizionali per espandere i propri servizi alla clientela. Per esempio, la Safeway vende * Prodotti confezionati di largo e generale consumo, esclusi i prodotti di massa variabile; di solito generi alimentari e prodotti per l’igiene personale e la pulizia della casa. ** Club di acquisto: tipo di discount simile ai cash & carry, a cui si può accedere previo acquisto di una tessera. *** Disposizione legislativa negli Stati Uniti paragonabile all’amministrazione controllata della legislazione italiana: nella legislazione statunitense il Chapter 11 Bankruptcy protection offre a individui e imprese, anziché la messa in liquidazione, la possibilità di riorganizzarsi e di continuare a operare, sviluppando al tempo stesso un piano di riorganizzazione e un accordo vincolante con i creditori. **** Shopping concentrato in un unico punto vendita. 43 44 PARTE PRIMA Il marketing strategico e il suo ambiente gift card* per conto di altre imprese commerciali quali Nordstrom, Blockbuster e Pier 1. La catena di supermercati Giant Food ha unito le forze con il distributore di giocattoli Toys «R» Us, e partecipa agli utili sulle vendite di giocattoli all’interno del supermercato. Queste partnership offrono benefici potenziali sia ai retailer sia al supermercato, oltre che ai loro clienti. Kroger, Safeway e Albertson’s stanno sperimentando anche l’offerta di servizi di shopping online e di consegna a domicilio di prodotti grocery nell’ambito delle loro strategie di marketing. Per aumentare la propria competitività i supermercati stanno sperimentando anche altre strategie. Per esempio, le in-house discount card** possono aiutare i supermercati ad accrescere la fedeltà della clientela (customer loyalty) e a farsi un’idea approfondita di chi siano i loro clienti. Mediante queste carte fedeltà i supermercati possono offrire sconti sulle merci offerte nei punti vendita ai consumatori che forniscono informazioni su se stessi. Talvolta le carte possono essere usate per acquisti presso i partner, quali i distributori di carburante e le linee aeree. Per esempio, le carte Safeway Club possono essere usate per ricevere uno sconto di 5 centesimi su ogni gallone di benzina presso le stazioni di rifornimento partner e consentono ai clienti di accumulare miglia sul programma frequent flyer della United Airlines. D’altra parte, le carte dei supermercati sono uno strumento la cui efficacia è alquanto controversa, anche perché alcuni consumatori, preoccupati per la propria privacy, si rifiutano di sottoscrivere il programma. Per continuare a competere con successo contro i giganti in continuo sviluppo nel settore dei prodotti grocery quali i Wal-Mart Supercenter e i Neighborhood Market, oltre che contro concorrenti non tradizionali quali farmacie e warehouse club, i supermercati tradizionali devono monitorare e analizzare continuamente il proprio ambiente di marketing e trovare un modo per offrire un maggiore valore ai clienti. Le alleanze con retailer complementari quali Blockbuster e Toys «R» Us, nonché l’uso di strumenti di marketing quali le carte fedeltà del cliente (customer loyalty card), lo shopping online e la consegna a domicilio (home delivery), possono aiutare questi supermercati a sopravvivere in un marketplace sempre più competitivo.1 Per avere successo nell’attuale contesto di mercato altamente competitivo i supermercati quali Albertson’s, Safeway e Kroger devono rispondere ai cambiamenti nell’ambiente di marketing, in particolare ai mutamenti dei desideri dei clienti. Il successo richiede sempre più che le imprese agiscano responsabilmente ed eticamente. Poiché la capacità di riconoscere e rispondere a questi cambiamenti nell’ambiente di marketing ha un’importanza cruciale per il successo del marketing, in questo capitolo si esaminano analiticamente le forze che contribuiscono ai mutamenti ambientali. Nella prima parte saranno esaminate le forze competitive, economiche, politiche, legali e regolamentative, tecnologiche e socioculturali che costituiscono l’ambiente di marketing. Questa trattazione pone in risalto l’importanza di esplorare e analizzare l’ambiente di marketing nonché di conoscere come ciascuna delle forze elencate influenza le decisioni sulla strategia di marketing. Nella seconda parte del capitolo sarà preso in considerazione il ruolo della responsabilità sociale e dell’etica. Queste forze, sempre più importanti, fanno emergere numerosi aspetti critici quali la protezione dell’ambiente naturale e la tutela del consumatore, che costituiscono altrettante minacce e opportunità per le imprese. * Carta prepagata donata come regalo, specialmente durante le festività, e utilizzabile come buono spesa. ** Carta di sconto interna. 4 E-marketing e customer relationship management O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Definire il marketing elettronico (e-marketing) e il commercio elettronico (e-commerce) e comprendere la loro crescente importanza nella pianificazione strategica. 2 Comprendere le caratteristiche del marketing elettronico – indirizzabilità (addressability), interattività, memoria, controllo, accessibilità e digitalizzazione – e come esse distinguono il marketing elettronico dalle attività di marketing tradizionali. 3 Esaminare come le caratteristiche del marketing elettronico influenzano la strategia di marketing. 4 Comprendere come il marketing elettronico e la tecnologia dell’informazione (IT) possono facilitare il customer relationship management (CRM). 5 Identificare le considerazioni etiche e legali nel marketing elettronico. Google ha successo con la tecnologia e le relazioni positive G oogle è diventato il quinto sito Web (www.google.com; Google Italia: www.google.it) più popolare: fornisce un motore di ricerca (search engine) con una capacità portentosa di generare risultati pertinenti. Per rispecchiare la propria missione di organizzare la quantità di informazioni apparentemente infinita disponibile sul Web, Google ha tratto il proprio nome dal termine googol, inventato negli anni Quaranta del secolo scorso da Milton Sirotta, nipote di nove anni del matematico Edward Kasner della Columbia University, a cui questi aveva chiesto come avrebbe potuto essere chiamata la 100esima potenza di 10 (1 seguito da 100 zeri). Google fornisce risultati per più di 150 milioni di ricerche Internet al giorno, di cui circa la metà si origina fuori degli Stati Uniti. L’impresa, fondata da Sergey Brin e Larry Page nel 1998, impiega 300 persone e registra entrate annue di 60-70 milioni di dollari, di cui circa il 50 per cento proviene da pubblicità online. Google, seguendo una strategia prudente, fornendo un motore di ricerca semplice, facile da usare, e sviluppando relazioni efficaci con gli inserzionisti (advertiser), ha avuto successo dove molte altre «dotcom» hanno fallito. L’impresa ha rifiutato fin dall’inizio di seguire il gruppo delle Internet startup* spendaccione e invece si è concentrata su ciò che sa fare meglio: fornire l’accesso più efficiente alle informazioni contenute in Internet. Google è capace di esaminare più di 3 miliardi di * Avvio di un’impresa in Internet. 68 CAPITOLO 4 E-marketing e customer relationship management 69 documenti e di presentare i risultati della ricerca in meno di mezzo secondo. Un comune motore di ricerca genera risultati basati sul numero di volte che i criteri di ricerca ricorrono nel contenuto di un sito Web. Google cerca iperlink (hyperlink) che indirizzano a una pagina Web da altri siti per ottenere un risultato di ricerca più affidabile. La metà delle entrate dell’impresa proviene dalla vendita di advertisement basati su testo (text-based) che gli utenti vedono insieme ai risultati della ricerca. Ma Google non consente banner e pop-up, che molti utenti Internet trovano fastidiosi, né accetta pagamenti dagli inserzionisti per assegnare loro una migliore collocazione nel risultato della ricerca. Invece, gli inserzionisti di Google traggono beneficio dall’apprezzamento, da parte dei Web surfer, della capacità dell’impresa di generare risultati pertinenti, oltre che da una frequenza di cliccaggio (clickthrough) sugli advertisement che è 5 volte quella dello standard di Internet. L’impresa raccoglie e analizza continuamente dati per identificare gli argomenti e le locuzioni ricercati più frequentemente e poi sollecita gli inserzionisti nei settori industriali pertinenti. Google pone in risalto l’importanza dell’istituire forti relazioni con gli inserzionisti e opera per trovare accordi benefici con ciascun cliente. Oltre a fornire ai Web surfer un motore di ricerca premiato con prestigiosi riconoscimenti, Google ha stipulato accordi per fornire servizi di ricerca a più di 300 siti Web aziendali, tra cui Sony e Cingular Wireless. L’impresa si propone di espandere questi e altri servizi di ricerca ad altri clienti aziendali in tutto il mondo. Sta anche prendendo in considerazione di offrire un nuovo servizio che permetterà agli utenti di Internet di navigare online in cataloghi stampati «scannerizzati» e poi introdotti nei server di Google. Seguendo una strategia prudente, Google è diventato il quinto sito Web più popolare ed è anche il più grande motore di ricerca del mondo.1 La crescita fenomenale di Internet offre entusiasmanti opportunità a imprese come Google di creare relazioni interattive con i consumatori e i clienti aziendali. La natura interattiva di Internet, in particolare del Web, ha permesso di indirizzarsi ai mercati con maggiore precisione e anche di raggiungerne alcuni un tempo inaccessibili. Internet facilita anche il customer relationship management (CRM) permettendo alle imprese di collegarsi in rete con produttori, grossisti, dettaglianti, fornitori e aziende di outsourcing per servire più efficientemente i clienti. Grazie alla propria capacità di potenziare lo scambio di informazioni tra cliente e imprese, Internet è diventato un importante componente delle strategie di marketing della maggior parte delle imprese. Dedichiamo questo capitolo all’esplorazione di questa nuova frontiera. Definiremo anzitutto il marketing elettronico (e-marketing) ed esamineremo il suo contesto nell’ambito delle strategie di marketing. Poi esamineremo le caratteristiche che distinguono le attività di marketing elettronico da quelle tradizionali e analizzeremo come le imprese usano strategicamente Internet per costruire un vantaggio competitivo. Quindi esamineremo più attentamente il ruolo di Internet e del marketing elettronico nel CRM. Infine considereremo alcune delle implicazioni etiche e legali che influenzano l’Internet marketing. Internet marketing commercio elettronico (e-commerce) La condivisione di informazioni commerciali, il mantenimento di relazioni commerciali e la conduzione di transazioni commerciali mediante reti di telecomunicazioni Per designare le attività di marketing e le transazioni commerciali su Internet sono stati coniati numerosi termini. Uno di quelli usati più frequentemente è commercio elettronico (e-commerce), che è stato definito come «la condivisione di informazioni commerciali, il mantenimento di relazioni commerciali e la conduzione di transazioni commerciali mediante reti di telecomunicazioni».2 In questo capitolo concentreremo l’attenzione sulla relazione di Internet, specialmente del Web, con tutti gli aspetti del marketing, compresa la pianificazione strategica. Useremo quindi il ter- 5 Mercati globali e marketing internazionale O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Comprendere la natura dei mercati globali e del marketing internazionale. 2 Analizzare le forze ambientali che influenzano gli investimenti di marketing internazionale. 3 Identificare le principali alleanze commerciali, i mercati e gli accordi internazionali a livello regionale. 4 Esaminare diversi approcci all’attività di marketing internazionale. 5 Comprendere che le strategie di marketing internazionale si situano lungo un continuum che va dalla personalizzazione alla globalizzazione. 88 Xbox va in Giappone L a Microsoft ha introdotto nel mercato giapponese la nuova console per videogame Xbox dopo un lancio negli Stati Uniti che ha infranto ogni primato. La console Xbox rappresenta il gaming system di nuova generazione della Microsoft: si basa sui progressi nella tecnologia di calcolo per offrire una grafica di alta qualità, una piattaforma online e funzionalità DVD e HDTV (high definition television, televisione ad alta definizione). L’introduzione della console Xbox nel mercato giapponese iniziò il 2 febbraio 2002 con conferenze stampa entusiastiche tenute da Bill Gates, presidente della Microsoft, e da altri executive dell’azienda, oltre che con una campagna promozionale aggressiva. L’azienda tappezzò le strade del distretto di Shibuya, il ritrovo più popolare di Tokyo tra i giovani alla moda, con striscioni pubblicitari di Xbox e loghi verdi a forma di X dominarono il cielo dai grattacieli del distretto. Anche un concerto tenuto da un famoso gruppo musicale hip-hop giapponese e un evento di snowboarding misero in risalto il nome Xbox nelle settimane che precedettero il lancio del sistema. Centinaia di appassionati di videogame si accamparono durante la notte nel distretto di Shibuya nella speranza di essere tra i primi a comprare una Xbox. Lo stesso Bill Gates vendette la prima console a un appassionato e poi fu visto gareggiare in una corsa automobilistica virtuale in una dimostrazione pratica di Xbox con una delle più grandi rock star giapponesi. In preparazione del debutto giapponese, la Microsoft apportò alcune modifiche alla console Xbox. L’azienda creò una Xbox in edizione speciale esclusiva per i primi 50.000 acquirenti. A differenza dell’involucro di colore nero uniforme presente nelle console vendute nel mercato statunitense, queste console in edizione speciale avevano un involucro traslucido di colore nero verdastro ed erano offerte con una catenella portachiavi argentata su cui era incisa la firma di Bill Gates. La ricerca a questo riguardo mostrò che la catenella portachiavi, uno sforzo di trarre vantaggio dalla fama di cui Bill Gates gode in Giappone, fu assai apprezzata dai clienti giapponesi che furono tra i primi a comprare il videogame system. Inoltre, i controller per le console Xbox giapponesi sono un po’ più piccoli rispetto alla versione statunitense e hanno una disposizione dei pulsanti modificata che si conforma meglio allo stile di gioco giapponese con i videogame. CAPITOLO 5 Mercati globali e marketing internazionale 89 Tradizionalmente le aziende statunitensi non consideravano il Giappone come un mercato importante per i videogame. Secondo la Jupiter Media Metrix, tuttavia, il Giappone conta un terzo delle vendite mondiali totali di console per videogame. Anche se il mercato dei videogame è dominato da lungo tempo da imprese quali Sony, Nintendo e Sega, gli executive della Microsoft non se ne preoccupano. La marca Microsoft ha avuto una presenza continua e forte in Giappone, un mercato che è molto familiare all’impresa. Ciò nonostante, per assicurarsi il successo, l’azienda ha istituito relazioni chiave con eminenti game developer giapponesi, per mostrare l’impegno dell’impresa verso il mercato giapponese, dei videogame. La Microsoft ha anche creato una divisione separata per sviluppare videogame Xbox personalizzati in base alle preferenze dei giapponesi e per corteggiare i game developer locali.1 Adattamento dei prodotti e della promozione La Palm (www.palm.com) adatta i suoi prodotti e la sua promozione alla Francia. marketing internazionale Lo sviluppo e la conduzione di attività di marketing oltre i confini nazionali I progressi tecnologici e le condizioni politiche ed economiche in continuo e rapido cambiamento stanno rendendo sempre più facile per le imprese come la Microsoft commercializzare i propri prodotti all’estero oltre che nel proprio paese. Il marketing internazionale implica lo sviluppo e la gestione di attività di marketing oltre i confini nazionali. Dato che la maggior parte della popolazione mondiale e 2/3 del potere d’acquisto totale sono fuori degli Stati Uniti, i mercati internazionali rappresentano per gli Stati Uniti enormi opportunità di crescita. Per esempio, la MTV (www.mtv.com) raggiunge oggi 1 miliardo di persone in 18 differenti lingue in 164 paesi. Degli utenti della MTV 8 su 10 vivono fuori degli Stati Uniti.2 L’accesso a questi mercati è in grado di promuovere l’innovazione, mentre l’intensificazione della concorrenza globale stimola le imprese a commercializzare prodotti di qualità migliore e prezzo inferiore. In ragione della natura sempre più globale del marketing, dedichiamo questo capitolo alle caratteristiche peculiari dei mercati globali e del marketing internazionale. Esamineremo dapprima le forze ambientali che creano opportunità e minacce per le imprese internazionali. Poi considereremo alcune tipologie di alleanze commerciali, mercati e accordi internazionali a livello regionale. Infine considereremo i livelli di impegno che le imprese hanno nei confronti del marketing internazionale e il loro grado di coinvolgimento in tali attività. Questi fattori sono molto importanti e devono essere presi in considerazione in ogni piano di marketing che contenga una componente internazionale. Forze ambientali nei mercati internazionali Le imprese che entrano nei mercati esteri riconoscono di dovere apportare rilevanti adattamenti alle strategie di marketing. Le forze ambientali che influenzano i loro mercati esteri possono differire drasticamente da quelle che influenzano i mercati interni. Perciò, affinché una strategia di marketing internazionale abbia successo, è necessaria un’accurata analisi dell’ambiente esterno. Sviluppare ricerche volte a comprendere i bisogni e i desideri dei clienti esteri ha importanza cruciale per il successo del marketing internazionale. Per esempio, la politica della MTV di diffon- 6 Ricerca di marketing e marketing information system O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Definire la ricerca di marketing e comprenderne l’importanza. 2 Descrivere le fasi fondamentali nella conduzione della ricerca di marketing. 3 Esaminare i metodi fondamentali di raccolta di dati per la ricerca di marketing. 4 Descrivere in che modo strumenti quali i database, i DSS (decision support system, sistema di supporto alle decisioni) e Internet facilitano i MIS (marketing information system) e la ricerca di marketing. 5 Identificare le considerazioni etiche e internazionali essenziali nella ricerca di marketing. 108 La Procter & Gamble conduce ricerche sui gusti, le preferenze e le abitudini dei consumatori O ggi la maggior parte delle imprese conduce ricerche per facilitare lo sviluppo di prodotti capaci di soddisfare i bisogni e i desideri dei consumatori. La Procter & Gamble (P&G) (www.pg.com), che commercializza marche ben note quali Crest, Charmin, Pantene e Comet, non fa eccezione. Anche se il 98 per cento delle famiglie statunitensi ha prodotti P&G in bagno, in cucina o nell’armadietto dei medicinali, soltanto il 33 per cento della popolazione mondiale compra prodotti dell’impresa di Cincinnati. Visto che il fatturato aumenta soltanto di un modesto 2,5 per cento all’anno, la P&G spera di incrementare le vendite identificando nuove modalità per migliorare i prodotti esistenti, svilupparne di nuovi, e trarre vantaggio da nuove opportunità sui mercati all’estero. Per raggiungere questo obiettivo, la P&G spende ogni anno circa 150 milioni di dollari per condurre 4000-5000 studi di mercato, testando ogni cosa, dal colore dello shampoo preferito dalle donne, al modo in cui fanno il bucato, al motivo per cui non amano lavare i piatti dopo aver cucinato. La Procter & Gamble conduce ricerche di marketing fin dal 1882, quando Harley Procter, figlio del cofondatore William Procter, cominciò a invitare i consumatori a parlare delle loro impressioni riguardo al sapone Ivory. Negli anni Quaranta del secolo scorso l’azienda fece ampio uso di focus group, gruppi di consumatori, idee o concept di prodotti. Oggi la P&G impiega imprese di ricerca esterne per condurre focus group, indagini di mercato (survey) e osservazioni dirette, allo scopo di acquisire informazioni sulle abitudini e sulle preferenze dei consumatori e guidare così le decisioni di marketing. Cincinnati, nell’Ohio, ospita 22.000 persone fra dipendenti e pensionati della P&G. Molti dei residenti della città partecipano spesso a studi di ricerca per conto della P&G e considerano la loro partecipazione come un dovere civico. Ovviamente, pochi si oppongono a essere pagati per questa attività e i residenti hanno sottoposto se stessi e le loro famiglie a misteriose patatine fritte, lozioni, shampoo, deodoranti e persino pannolini. Alcuni residenti accolgono in casa i ricercatori della CAPITOLO 6 Ricerca di marketing e marketing information system 109 P&G permettendo loro di osservare attività domestiche quali fare il bucato e lavarsi i denti. Una scuola elementare privata locale, la St. William School, organizza la partecipazione a studi da parte di scolari e genitori per raccogliere fondi per la scuola. Anche se conduce circa il 40 per cento delle proprie ricerche esplorative nell’area di Cincinnati, la P&G conduce ricerche anche in tutto il resto del paese e all’estero, per assicurarsi che i risultati siano validi e affidabili. La ricerca di marketing si è focalizzata tradizionalmente su problemi di cui i consumatori si sono già resi conto, ma i ricercatori della P&G sperano che l’osservazione diretta delle attività e delle abitudini dei consumatori possa aiutare l’azienda a identificare e sviluppare prodotti atti ad affrontare problemi di cui i consumatori non sono consapevoli, almeno finora. Rispetto ad altri metodi di ricerca, l’osservazione diretta è in grado di generare informazioni che i partecipanti alla ricerca potrebbero dimenticare o scegliere di non manifestare quando vengono intervistati o sottoposti a indagine. Per esempio, molti dicono di lavarsi i denti due volte al giorno perché ritengono che sia questa la risposta giusta e attesa. Ma in realtà molti non si lavano affatto i denti con tale frequenza. L’osservazione diretta aiuta anche ad acquisire informazioni approfondite attraverso sforzi di ricerca coordinati e integrati. La P&G può anche incrociare i risultati ottenuti dall’osservazione diretta con quelli dei 50.000 studi memorizzati nel proprio database.1 La ricerca di marketing condotta dalla Procter & Gamble illustra che l’implementazione del concetto di marketing richiede che le imprese ottengano informazioni sulle caratteristiche, sui bisogni e sui desideri dei clienti nel mercato target. Queste informazioni, quando sono utilizzate efficacemente, facilitano il customer relationship management (CRM) aiutando le imprese a focalizzare i loro sforzi sul soddisfacimento, e persino sull’anticipazione, dei bisogni dei clienti. Per un marketing efficace sono quindi essenziali ricerca di marketing e marketing information system (MIS) che siano capaci di fornire informazioni pratiche e oggettive, supportando le imprese nello sviluppo e nell’implementazione delle strategie di marketing. In questo capitolo ci concentreremo su come i marketing manager raccolgono le informazioni necessarie per prendere decisioni di marketing. Prima definiremo la ricerca di marketing ed esamineremo le singoli fasi del processo di ricerca di marketing, compresi vari metodi di raccolta dei dati. Poi esamineremo come la tecnologia aiuta a raccogliere, organizzare e interpretare i dati ottenuti con la ricerca di marketing. Infine esamineremo le considerazioni di carattere etico e internazionale nella ricerca di marketing. Importanza della ricerca di marketing ricerca di marketing Il disegno sistematico, la raccolta, l’interpretazione e la presentazione (reporting) di informazioni per aiutare le imprese a risolvere specifici problemi di marketing o a sfruttare opportunità di marketing La ricerca di marketing è il disegno sistematico, la raccolta, l’interpretazione e la presentazione (reporting) di informazioni per aiutare le imprese a risolvere specifici problemi di marketing o a sfruttare opportunità di marketing. Come il termine ricerca suggerisce, si tratta di un processo di raccolta di informazioni non disponibili ai marketing manager in un dato momento. La ricerca di marketing si prefigge di informare un’organizzazione sui bisogni e i desideri dei clienti, sulle opportunità di marketing per particolari beni e servizi e sul cambiamento degli atteggiamenti e delle abitudini d’acquisto dei clienti. Identificare i cambiamenti dei comportamenti e degli atteggiamenti degli acquirenti aiuta le imprese a mantenersi in contatto con il marketplace continuamente mutevole. Per esempio, le imprese di prodotti per animali da compagnia sarebbero assai interessate a sapere che il 93 per cento dei proprietari di animali compra almeno un regalo all’anno per i propri compagni a quattro zampe e la maggior parte ne compra quattro o più. Un quarto dei proprietari di animali sottoposti a indagine dall’American Hospital Association ha dichiarato di avere comprato attrezzature per i suoi animali, il 44 per cento di avere comprato loro souvenir durante una vacanza e il 74 per cento che si sarebbe indebitato per assicurare il benessere dei propri animali. I 23 miliardi di dollari che i consumatori statunitensi spendono ogni anno per soddisfare i bisogni e i desideri percepiti dei loro animali rappresentano un’e- 7 Mercati target: segmentazione e valutazione O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 2 Conoscere il concetto di mercato. 3 Avere familiarità con le principali variabili di segmentazione. 4 Sapere che cosa sono i profili di un segmento di mercato e come si usano. 5 Comprendere come valutare i segmenti di mercato. 6 Identificare i fattori che influenzano la scelta di segmenti di mercato specifici da usare come mercati target. 7 Acquisire familiarità con i metodi di previsione delle vendite. Comprendere le differenze fra strategie alternative di individuazione e selezione del mercato obiettivo. 130 La Toyota si rivolge agli acquirenti più giovani con nuovi modelli L a Toyota Motor Company è diventata una delle marche di automobili più note negli Stati Uniti, in gran parte grazie alla sua reputazione di marca di alta qualità tra i baby boomer. Ma l’età media degli acquirenti di veicoli Toyota è di 44 anni, e gli executive della Toyota sono preoccupati dell’eventualità che, via via che questi acquirenti invecchiano, non vi siano acquirenti più giovani in numero sufficiente per sostituirli. Gli acquirenti più giovani, a quanto pare, preferiscono marche più all’avanguardia come Honda o Volkswagen. Una recente indagine ha evidenziato che il 63 per cento degli acquirenti compresi nella fascia di età tra i 16 e i 24 anni («Generation Y») considera antiquate e noiose le automobili Toyota. Nel timore che questi automobilisti più giovani possano sviluppare una fedeltà verso altre marche, la Toyota sta cercando di attrarre con una nuova linea – Scion – gli oltre 60 milioni di consumatori statunitensi che nei prossimi anni raggiungeranno l’età per potere conseguire la patente di guida. La linea Scion, introdotta nel 2003, inizialmente comprendeva due veicoli. La microvan bB, che ha debuttato nell’edizione 2002 del New York International Auto Show, è una versione modificata della «Black Box» che la Toyota vende già ai giovani acquirenti in Giappone. La Toyota ha modificato anche una versione della «ist», una berlina hatchback a quattro porte, lanciata nel 2001 in occasione dell’Autoshow di Tokyo. Un terzo veicolo Scion è in corso di sviluppo. Vi saranno poche varianti del modello, ma tutti i veicoli comprenderanno, di serie, climatizzatore, portiere e finestrini ad azionamento elettrico e un sistema audio Pioneer a sei altoparlanti. Gli acquirenti potranno anche personalizzare le proprie Scion aggiungendo sistemi audio, luci posteriori, fari antinebbia, ruote, spoiler e altri accessori per esaltare l’estetica e le prestazioni. Tali accessori potranno essere ottenuti da un’ampia gamma di produttori «aftermarket», relativamente ai quali Toyota si è già assicurata la produzione. Come la Saturn della General Motors, la Scion impiega una politica di prezzo fisso (no-haggle, ovvero non trattabile) e la Toyota si impegna a consegnare le Scion entro una settimana dalla data dell’ordine. A differenza delle Lexus – linea di CAPITOLO 7 Mercati target: segmentazione e valutazione 131 lusso della Toyota – le Scion condividono lo spazio degli showroom dei rivenditori con altri veicoli Toyota, tra cui i modelli Camry e Highlander, anche se in questi stessi showroom alle Scion è riservata un’area differenziata. Questa strategia di distribuzione dovrebbe aiutare la Toyota a ridurre le scorte dei rivenditori e a mantenere bassi i costi. I clienti possono anche ordinare la Scion sul Web e poi perfezionare la transazione e ritirare l’automobile dai rivenditori locali. Negli anni recenti sono stati introdotti molti nuovi brand, scaturiti da spin-off di marche già esistenti; tuttavia, pochi di questi hanno avuto successo. Per esempio, la Geo della GM e la Merkur della Ford hanno avuto vita breve. Tuttavia la Toyota, sperando di imparare dalla GM e dalla Ford, considera la Scion come una marca di entry-level, che integra gli attuali prodotti Toyota. Se la strategia della Toyota di rivolgersi ad acquirenti più giovani con veicoli personalizzabili dovesse ripagare l’azienda con forti vendite e un’immagine ringiovanita, ciò dipenderebbe almeno in parte dall’implementazione della strategia della Scion da parte della Toyota, oltre che dai capricci degli acquirenti di automobili.1 Per competere efficacemente, la Toyota ha selezionato specifici gruppi di clienti verso i quali dirigerà i propri sforzi di marketing. Ogni organizzazione che voglia avere successo deve identificare i propri clienti e sviluppare e mantenere marketing mix capaci di soddisfare i bisogni di questi clienti. In questo capitolo esamineremo i mercati e la loro segmentazione. Definiremo anzitutto il concetto di mercato e considereremo i principali requisiti di un mercato. Poi analizzeremo le fasi nel processo di scelta del mercato obiettivo, che comprendono: l’identificazione dell’appropriata strategia di targeting; la determinazione delle variabili da usare per la segmentazione del mercato di consumo e industriale; lo sviluppo di profili dei segmenti di mercato, la valutazione dei segmenti di mercato rilevanti, e la scelta dei mercati target. Infine esamineremo vari metodi per sviluppare previsioni delle vendite. Che cos’è un mercato? mercato di consumo Mercato costituito da acquirenti singoli e da membri di un nucleo familiare, il cui obiettivo consiste nel consumare o comunque nel trarre un beneficio personale dai prodotti acquistati; l’acquisto di un prodotto in un mercato di consumo non viene effettuato con lo scopo principale di realizzare un profitto. È detto anche mercato businessto-consumer (mercato B2C) mercato industriale Mercato costituito da individui o da gruppi che acquistano un tipo specifico di prodotti con tre possibili scopi: rivendere i prodotti, utilizzarli direttamente nella produzione di altri output o utilizzarli nell’ambito della gestione ordinaria. È detto anche mercato business-to-business (mercato B2B), mercato delle imprese o mercato delle organizzazioni Nel Capitolo 2 abbiamo definito un mercato come un gruppo di soggetti (individui e/o organizzazioni) che hanno bisogno di prodotti, appartenenti a una specifica categoria, e che hanno la capacità, la volontà e l’autorità di acquistarli. Per esempio, gli studenti fanno parte del mercato dei manuali scolastici; ma fanno anche parte dei mercati dei computer, dell’abbigliamento, dei cibi, e della musica. Gli individui possono avere il desiderio, il potere e la volontà di acquistare certi prodotti ma possono non avere l’autorità per farlo. Per esempio, i minorenni possono avere il desiderio, il denaro e la volontà di acquistare bevande alcoliche, ma un produttore di bevande alcoliche non li considera un mercato perché la legge proibisce ai punti vendita di vendere bevande alcoliche ai minorenni. Perciò, un gruppo di individui che siano privi di uno qualsiasi dei quattro requisiti non costituisce un mercato. I mercati rientrano in due categorie: i mercati di consumo e i mercati industriali. Queste due macro-categorie sono definite sulla base delle caratteristiche degli individui e dei gruppi che costituiscono il mercato specifico, nonché degli scopi per cui tali individui acquistano i prodotti. Un mercato di consumo (mercato consumer) è costituito da acquirenti singoli e da membri di un nucleo familiare il cui obiettivo consiste nel consumare i prodotti acquistati o di trarne un personale beneficio e non da soggetti che acquistano prodotti allo scopo principale di realizzare un profitto. I mercati di consumo sono detti anche mercati «business-to-consumer» (mercati B2C). Ciascuno di noi appartiene a numerosi mercati di consumo. I milioni di individui con la capacità, la volontà e l’autorità di acquisto costituiscono una moltitudine di mercati di consumo per prodotti quali le case, i cibi, i capi di abbigliamento, i veicoli, i servizi personali, gli elettrodomestici, i mobili, le attrezzature ricreative, e così via. Un mercato industriale (business market) è costituito da individui o da gruppi che acquistano un tipo specifico di prodotti per tre possibili scopi: rivendere i prodotti, utilizzarli direttamente nella produzione di altri output o utilizzarli nell’ambito della gestione ordinaria. Per esempio, un produttore di lampade elettriche che acquista filo conduttore resistivo da utilizzare nella produzione di lampade fa parte di un mercato 8 Comportamento di acquisto del consumatore O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Descrivere il livello di coinvolgimento e i tipi di processi di problem solving del consumatore. 2 Riconoscere le fasi del processo decisionale di acquisto del consumatore. 3 Spiegare in che modo fattori situazionali possono influire sul processo decisionale di acquisto del consumatore. 4 Comprendere i fattori psicologici che possono influire sul processo decisionale di acquisto del consumatore. 5 Essere a conoscenza dei fattori sociali che possono influire sul processo decisionale di acquisto del consumatore. Pedigree aiuta le persone a coccolare i propri animali domestici P edigree (www.pedigree.com) è molto interessata al comportamento dei proprietari di animali domestici, come pure a quello degli animali stessi. Pedigree, di proprietà della Mars (www.mars.com), che produce anche snack come M&M e altri dolciumi, commercializza differenti tipi di cibi per animali da compagnia (petfood). Negli Stati Uniti i proprietari di animali spendono ogni anno quasi 12 miliardi di dollari in cibo per cani e gatti, un mercato competitivo che vede costantemente l’introduzione di centinaia di nuovi prodotti petfood. Pedigree ha stabilito inizialmente un’immagine di prestigio per i propri cibi per animali usando lo slogan pubblicitario «Top breeders recommand it»*. Ma negli anni recenti l’azienda ha dovuto affrontare una concorrenza più dura da parte di forti brand quali Dog Chow e Cat Chow della Ralston Purina (gruppo Nestlé) e Iams della Procter & Gamble. Pedigree, contrattaccando, sta conducendo ricerche per acquisire maggiori informazioni su che cosa pensano e provano i proprietari di animali domestici e su che cosa facciano con essi, al fine di creare prodotti e sforzi promozionali specifici in base alle informazioni acquisite. Le indagini al riguardo indicano che i proprietari di cani e gatti sono appassionati dei loro animali. Più del 60 per cento dice ogni giorno: «Ti voglio bene» ai propri animali; quasi altrettanti hanno inviato ai loro animali una cartolina d’auguri per le festività o ne hanno «ricevuta» una da essi. Il 90 per cento dei single con animali domestici dice che non prenderebbe neppure in considerazione la possibilità di uscire con qualcuno che non ami il suo animale. Mediante la ricerca, Pedigree ha appreso che molti proprietari di animali da compagnia li considerano come membri della famiglia e si preoccupano del loro benessere all’incirca come si preoccupano della salute degli altri membri della famiglia. In risposta a queste informazioni, l’azienda ha sviluppato una linea di cibi * «Li raccomandano i migliori allevatori». 154 CAPITOLO 8 Comportamento di acquisto del consumatore 155 per soddisfare i bisogni nutrizionali dei cani in tre fasi specifiche della loro vita: cucciolo, adulto e anziano. Il petfood viene integrato con particolari ingredienti, come per esempio gli antiossidanti per rafforzare il sistema immunitario. Per promuovere questi prodotti, Pedigree ha creato messaggi pubblicitari diretti ai consumatori e agli intermediari commerciali in cui vengono suggeriti confronti tra la salute del cane e la salute dell’uomo in ogni fase della vita. La campagna pubblicitaria per nuovi cibi per cani rivolta ai consumatori è stata realizzata mediante annunci pubblicitari televisivi e inserzioni pubblicitarie sulla stampa nonché direct mail. Pedigree si è rivolta anche al target dei veterinari e degli allevatori, che spesso raccomandano e usano petfood, con una campagna distinta volta a spiegare i benefici della nuova linea di prodotti. Nel mercato dei cibi per gatti, Pedigree ha usato la stessa strategia per comunicare i benefici per la salute del cibo per gatti LifeStage, che è posizionato come un modo comodo per assicurare la nutrizione completa senza la necessità di mescolare prodotti diversi. Mediante ulteriori ricerche sui consumatori, Pedigree ha rilevato che gli atteggiamenti dei proprietari verso l’alimentazione dei loro animali sono simili agli atteggiamenti che gli stessi hanno riguardo alle abitudini alimentari personali. Molti proprietari di cani temono che essi ingrassino mangiando cibo in scatola per cani. Questo risultato ha indotto Pedigree a lanciare la linea per cani Light and Tasty che comprende biscotti, chews*, ossa e treats («premi»), tutti a basso contenuto di grassi. Sono probabili ulteriori lanci di nuovi prodotti via via che l’azienda condurrà ricerca sul comportamento mutevole dei proprietari di animali domestici e risponderà a questi cambiamenti.1 comportamento di acquisto L’insieme dei processi decisionali e delle azioni delle persone coinvolte nell’acquisto e nell’uso dei prodotti comportamento di acquisto del consumatore Il comportamento di acquisto dei consumatori finali, ovvero persone che acquistano prodotti per l’uso personale o familiare e non a fini di business Gli operatori di marketing in organizzazioni di successo (come il produttore di cibi per animali Pedigree) compiono notevoli sforzi per comprendere i bisogni dei propri clienti e interpretarne al meglio il comportamento di acquisto. La capacità di un’impresa di stabilire e mantenere nel tempo relazioni soddisfacenti con i clienti richiede infatti la comprensione del comportamento di acquisto. Il comportamento di acquisto è l’insieme dei processi decisionali e delle azioni delle persone coinvolte nell’acquisto e nell’uso dei prodotti. Parlando di comportamento di acquisto del consumatore ci si riferisce al comportamento di acquisto dei consumatori finali, intesi come coloro che acquistano prodotti per l’uso personale o familiare e non a fini di business. Gli operatori di marketing tentano di comprendere il comportamento di acquisto per vari motivi. In primo luogo, le reazioni degli acquirenti alla strategia di marketing di un’impresa hanno un notevole impatto sul successo dell’impresa. In secondo luogo, come visto nel Capitolo 1, secondo il concetto di marketing un’impresa dovrebbe creare un marketing mix atto a soddisfare i clienti. Per scoprire che cosa soddisfi i clienti, gli operatori di marketing devono esaminare i principali fattori che influenzano che cosa, dove, quando e come i consumatori acquistano. In terzo luogo, comprendendo meglio i fattori che influenzano il comportamento di acquisto, gli operatori di marketing diventano maggiormente in grado di prevedere come i consumatori risponderanno alle strategie di marketing. In questo capitolo esamineremo anzitutto in che modo il livello di coinvolgimento del cliente influenza il tipo di problem solving da lui adottato; quindi illustreremo i tipi di processi di problem solving del consumatore; infine analizzeremo le fasi principali del processo decisionale di acquisto del consumatore, partendo dal riconoscimento del problema, dalla ricerca di informazioni e dalla valutazione delle alternative e procedendo con l’acquisto e la valutazione post-acquisto. Quindi esamineremo i fattori di influenza situazionale – ambiente circostante, tempo, motivo dell’acquisto, stato d’animo e condizione dell’acquirente – che influiscono sulle decisioni di acquisto. Successivamente considereremo i fattori di natura psicologica che possono influenzare le * Ritagli di pelle bovina da masticare per l’igiene dentale. 9 Mercati e comportamento d’acquisto businessto-business O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Avere familiarità con i vari tipi di mercati industriali. 2 Identificare le principali caratteristiche dei clienti business e delle transazioni business-tobusiness. 3 Comprendere le peculiari caratteristiche della domanda di prodotti industriali. 4 Avere familiarità con le principali componenti di un centro acquisti. 5 Comprendere le fasi del processo decisionale d’acquisto business-tobusiness e i fattori che lo influenzano. 6 Descrivere i sistemi di classificazione industriale e spiegare come possono essere usati per identificare e analizzare i mercati business-to-business. Le aste online cliccano con le imprese E uno..., e due..., e tre, aggiudicato!... su Internet. Anziché spedire prodotti a una società d’asta e aspettare che il banditore picchi il suo martelletto, le imprese ricorrono sempre più alle aste online (online auction) per trovare nuovi clienti business e vendere più prodotti. Il processo è semplice ed efficace in termini di costi e aiuta a mettere in contatto acquirenti e venditori che, altrimenti, potrebbero non essere in grado di incontrarsi. Prima che abbia avvio un’asta business-to-business (BtoB), gli offerenti sono invitati a ispezionare la merce esaminando fotografie digitali o file video sul sito Web. Alcune aste permettono alle imprese di pensare alle proprie offerte per ore o per giorni. Altre aste avvengono in un momento specificato e i partecipanti entrano nel sito d’asta per fare offerte direttamente l’uno contro l’altro nel volgere soltanto di qualche minuto. In entrambi i casi, i venditori sono in grado di raggiungere un maggior numero di clienti e i clienti sono in grado di trovare occasioni con riferimento a una gamma estremamente ampia di prodotti. Le imprese acquistano e vendono pressoché ogni cosa attraverso aste online: dai computer, dagli apparecchi scientifici e dai mobili per ufficio alle forniture dentistiche, ai frigoriferi industriali e persino al bestiame. Per esempio, negli Stati Uniti i piccoli allevatori di bestiame del Kentucky erano soliti attrarre un gruppo limitato di offerenti quando mettevano all’asta il proprio bestiame in recinti locali. Oggi videoregistrano semplicemente le mandrie e le mettono all’asta attraverso Cattleinfonet.com (www.cattleinfonet.com) e altri siti. Poiché va aumentando il numero degli acquirenti che accedono ai siti d’asta per fare le proprie offerte – dal Colorado e da altri stati occidentali degli USA – la competizione conduce alla formulazione di offerte vincenti un po’ più alte rispetto a quelle in aste locali più piccole. I principali siti d’asta online quali eBay e Yahoo! ospitano ogni giorno centinaia di aste BtoB. Il sito eBay espone un lungo elenco di prodotti classificati secondo il settore industriale e il tipo, che aiuta gli acquirenti business a trovare rapidamente ciò che desiderano. La Mitsubishi Electric Automation, Inc. (MEAU) [www.meau.com], 177 178 PARTE QUARTA Comportamento dei clienti che produce robot industriali e altri sistemi industriali, trova attraverso aste su eBay clienti business per le proprie scorte diventate obsolete. Yahoo! mette all’asta attrezzature per ufficio, scorte in eccesso e molte altre componenti e forniture. Inoltre, le imprese possono mettere all’asta beni e servizi specifici per l’industria come quelli dedicati all’edilizia, all’agricoltura, ai prodotti aeronautici, ai prodotti farmaceutici e a molte altre categorie merceologiche. Al tempo stesso la nascita di aste BtoB online ha fatto aumentare la domanda di software che permettono alle imprese di monitorare e gestire il processo di offerta ed esecuzione. Per esempio, la Auctionworks (www.auctionworks.com), con sede centrale ad Atlanta in Georgia, produce i sistemi che la Home Depot, la IBM e altre imprese impiegano per impostare e poi monitorare ciò che desiderano vendere mediante aste online. Utilizza il software della Auctionworks anche la Richland Equipment (www.richlandequipment.com), che vende le macchine agricole della John Deere. Dopo soli 18 mesi dal debutto nelle aste online, il retailer registrava quasi un terzo delle entrate proprio attraverso le aste. «Si apre per noi una base di clienti nuova perché riesco a presentarmi alla gente in tutto il paese» dice il CEO della Richland Equipment.1 Per servire efficacemente i mercati industriali si devono comprendere i clienti business. I produttori business-to-business compiono notevoli sforzi per comprendere e raggiungere i propri clienti, talvolta attraverso aste online, per riuscire a fornire servizi migliori e sviluppare e mantenere relazioni di lungo periodo. Come i produttori business-to-consumer, i produttori business-to-business sono interessati a soddisfare i propri clienti. In questo capitolo esamineremo i mercati industriali e i processi decisionali d’acquisto business-to-business. Prima vedremo vari tipi di mercati business e i tipi di acquirenti che costituiscono questi mercati. Poi approfondiremo varie dimensioni dell’acquisto business-to-business, quali le caratteristiche delle transazioni, le caratteristiche e gli interessi degli acquirenti, le modalità d’acquisto e gli elementi distintivi della domanda di prodotti venduti ad acquirenti business (prodotti business). Quindi esamineremo come vengono prese le decisioni d’acquisto business-to-business e chi effettua gli acquisti. Infine, considereremo come si analizzano i mercati business. Mercati business Mercato business-to-business (mercato industriale) Mercato costituito da individui o gruppi che acquistano un tipo specifico di prodotto per tre scopi: rivenderlo, usarlo direttamente nella creazione di altri prodotti o usarlo nelle operazioni di manutenzione mercato dei produttori Mercato costituito da individui e imprese che, allo scopo di realizzare profitti, acquistano prodotti da utilizzare per creare nuovi prodotti o da impiegare nella propria gestione Un mercato industriale (detto anche mercato business-to-business) è costituito da individui o gruppi che acquistano un tipo specifico di prodotti per rivenderli utilizzabili direttamente nella produzione di altri output o utilizzarli nell’ambito della gestione ordinaria. Le quattro categorie di mercati business sono i mercati dei produttori, i mercati dei rivenditori, i mercati delle pubbliche amministrazioni e quelli istituzionali. ■ Mercati dei produttori Gli individui e le imprese che acquistano prodotti allo scopo di realizzare un profitto utilizzandoli per creare altri output o impiegandoli nelle proprie operazioni sono classificati come mercati dei produttori. I mercati dei produttori comprendono gli acquirenti di materie prime nonché di prodotti semifiniti e finiti impiegati per creare altri prodotti. Per esempio, i produttori acquistano materie prime e componenti da usare direttamente nella produzione di altri prodotti. I supermarket fanno parte dei mercati dei produttori con riferimento a numerosi prodotti di supporto quali sacchetti di carta e di plastica, registratori di cassa e scanner per la lettura dei codici a barre. Gli agricoltori fanno parte dei mercati dei produttori per ciò che concerne macchine agricole, fertilizzanti, sementi e bestiame. I mercati dei produttori comprendono un’ampia gamma di industrie, che vanno dall’agricoltura, alla selvicoltura, alla pesca e all’estrazione mineraria all’edilizia, 10 Concetti di prodotto, branding e packaging O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Comprendere il concetto di prodotto e le sue possibili classificazioni. 2 Spiegare i concetti di articolo (item), linea di prodotti e mix di prodotti (product mix) e comprenderne le relazioni. 3 Comprendere il ciclo di vita del prodotto e il suo impatto sulle strategie di marketing. 4 Descrivere il processo di adozione di un prodotto. 5 Spiegare il valore del branding (gestione della marca) e le principali componenti della brand equity. 6 Riconoscere i diversi tipi di brand e come essi vengono scelti e difesi. 7 Identificare tre tipi di politiche di branding, spiegare il co-branding e il brand licensing (concessione in licenza di marca). 8 Descrivere le principali funzioni del packaging, le questioni da considerare nel packaging design e il modo in cui il packaging è usato nelle strategie di marketing. 9 Comprendere le funzioni delle etichette (labelling) e alcune questioni legali. 196 La New Balance corre per una maggiore quota di mercato S enza testimonial d’eccellenza e senza una vasta pubblicità, la New Balance sta lasciando un segno nel mercato delle scarpe da atletica facendo risaltare nella giusta luce i propri prodotti. L’azienda, con sede centrale a Boston, nel Massachusetts, produce calzature per la corsa, l’escursionismo, il basket e attività non sportive. Mentre Tiger Woods giocava a golf calzando scarpe Nike, Allen Iverson era in campo per la Reebok e Kobe Bryant schiacciava la palla calzando scarpe Adidas, la New Balance si creava una reputazione offrendo scarpe da atletica in larghezze differenti, da narrow a extra-extra-wide, una scelta che nessun altro concorrente è in grado di emulare. Questa strategia ha aiutato l’azienda a farsi strada conquistando 1,2 miliardi di dollari di vendite annuali e assicurandosi la posizione numero quattro nella quota di mercato globale, dietro la Nike, la Reebok e la Adidas. Inoltre, negli ultimi cinque anni la marca ha guadagnato una maggiore fedeltà della clientela rispetto a ognuno dei suoi concorrenti. La New Balance si è rivolta tradizionalmente a clienti nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni che desiderano scarpe da atletica che calzino bene. Per raggiungere questa clientiela, l’azienda pubblica annunci pubblicitari che raffigurano atleti dilettanti in riviste dedicate a sport e salute. Lo slogan pubblicitario: «Achieve New Balance» (raggiungi un nuovo equilibrio) è in linea con il target, come osserva un executive dell’impresa riferendosi ai clienti: «Prendono sul serio il fitness e il loro desiderio di risultati. I nostri clienti non pensano realmente di essere in grado di vincere la maratona di Boston. Ma sono convinti di poter di battere il tempo che hanno segnato l’anno scorso». Guardando alle crescenti potenzialità di vendite per questo gruppo di clienti core, la New Balance oggi offre anche una linea di scarpe da atletica per bambini in varie larghezze. Gli annunci pubblicitari che promuovono queste scarpe rivolgendosi ai genitori pongono in risalto la calzabilità e la funzionalità piuttosto che la moda. L’azienda produce anche scarpe appropriate ai gusti e ai bisogni dei segmenti più giovani. È stata una delle prime a identificare e rispondere all’interesse del pubblico per le scarpe da trail runner, che combinano le performance degli sti- CAPITOLO 10 Concetti di prodotto, branding e packaging 197 valetti da escursione con la calzabilità e il comfort delle scarpe per la corsa. All’improvviso le scarpe da trail runner della New Balance sono diventate le scarpe scelte dai teenager e dagli studenti di college. Contando sulla popolarità raggiunta, l’azienda ha introdotto una nuova linea di scarpe da baseball ad alte prestazioni, la cui pubblicità è stata trasmessa da MTV, Cartoon Network e Comedy Central. Inoltre, utilizzando il marchio PF Flyers, la New Balance ha creato una linea di scarpe casual di prezzo inferiore per clienti più giovani e più attenti alla moda. Sganciandosi dall’affollato mercato delle scarpe da atletica, dove quasi 10.000 modelli competono per catturare l’attenzione dei clienti, la New Balance ha creato una linea di calzature confortevoli livello top sotto la marca Aravon che echeggia le caratteristiche di calzabilità delle scarpe da atletica della New Balance proponendosi in vari stili, per il lavoro e il gioco. Sostenuta da molteplici linee di prodotti, sotto più marche e per differenti gruppi di clienti, nella corsa alla maggiore quota di mercato1, la New Balance sta colmando il divario con i tre colossi del settore suoi rivali. Il prodotto è una variabile importante nel marketing mix. Prodotti quali le scarpe della New Balance in varie larghezze possono essere il più importante asset di un’impresa e un contatto visibile con gli acquirenti. Se i prodotti di un’impresa non soddisfano i desideri e i bisogni dei clienti, l’impresa fallirà, salvo che non si apportino le necessarie modifiche. Per sviluppare prodotti di successo come le scarpe della New Balance si devono conoscere i concetti fondamentali del prodotto. In questo capitolo definiremo anzitutto il prodotto ed esamineremo come si classificano i prodotti. Poi considereremo i concetti di linea di prodotti e di mix di prodotti. Quindi esamineremo le fasi del ciclo di vita del prodotto e le implicazioni di ciascuna fase per le strategie di marketing. Poi descriveremo brevemente il processo di adozione di un prodotto. Quindi esamineremo il branding (strategia di marca), il suo valore per i clienti e i marketing manager, la fedeltà alla marca (brand loyalty) e la brand equity (il valore della marca). Successivamente esamineremo i vari tipi di marche. Quindi considereremo come le imprese scelgono e proteggono le marche, le varie politiche di branding che impiegano, il co-branding e la concessione di licenza di marca (brand licensing). Considereremo il ruolo critico del packaging come parte del prodotto ed esamineremo le funzioni del packaging, le questioni da considerare nella definizione del packaging e come il packaging può essere un elemento importante nella strategia di marketing. Concluderemo parlando delle etichette (labelling). Che cos’è un prodotto? bene Un’entità fisica tangibile servizio Un risultato intangibile dell’applicazione di sforzi umani e tecnologici a persone o oggetti idea Un concetto, una filosofia, un’immagine o una questione Secondo la definizione presentata nel Capitolo 1, un prodotto è un bene, un servizio o un’idea ricevuti in uno scambio. Un prodotto può essere tangibile o intangibile, e comprende utilità o benefici funzionali, sociali e psicologici. Include anche servizi di supporto quali installazione, garanzie, informazioni sul prodotto e accordi di riparazione o manutenzione. Per esempio, la garanzia di 5 anni/100.000 km che copre alcune nuove automobili fa parte del prodotto stesso. Un bene è un’entità fisica tangibile, quale un personal computer Dell o un Big Mac. Un servizio, per contro, è intangibile; è il risultato dell’applicazione di sforzi umani o tecnologici a persone o oggetti. Sono esempi di servizi una performance del cantante rock Ozzy Osbourne, le agenzie di viaggi online, gli esami clinici, i servizi degli asili nido, i servizi immobiliari e le lezioni di arti marziali. Un’idea è un concetto, una teoria filosofica, un’immagine, una questione o un problema. Le idee forniscono lo stimolo psicologico che aiuta a risolvere un problema o ad adattarsi all’ambiente. Negli Stati Uniti la MADD (Mothers Against Drunk Driving) promuove il consumo sicuro di bevande alcoliche e un’applicazione più rigorosa delle leggi contro la guida in stato di ebbrezza. Quando gli acquirenti comprano un prodotto, essi acquistano in realtà i benefici e la soddisfazione che, secondo loro, otterranno dal prodotto stesso. Per esempio, un orologio Rolex viene acquistato per ostentare successo, non semplicemente per cono- 11 Sviluppo e gestione di beni e servizi O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Comprendere in che modo le imprese gestiscono i prodotti esistenti, come li possono modificare e come possono sviluppare un’estensione della linea (line extension). 2 Descrivere in che modo le imprese sviluppano un’idea (concept) di prodotto, trasformandola in un prodotto commerciale. 3 Riconoscere la rilevanza della differenziazione del prodotto e degli elementi che consentono di differenziare un prodotto da un altro. 4 Spiegare i concetti di posizionamento e riposizionamento del prodotto. 5 Capire in che modo l’eliminazione di un prodotto può consentire di migliorare il mix di prodotti (product mix). 6 Conoscere le caratteristiche distintive dei servizi e sapere quali sfide e stimoli si affrontano quando si sviluppa il marketing mix di un servizio. 7 Avere familiarità con le strutture organizzative impiegate per la gestione dei prodotti. La Porsche ingrana la marcia con il SUV di lusso S portivo e tuttavia spazioso, agile e tuttavia comodo. Seguendo la strada trac- ciata da Mercedes, Lexus, Acura, Cadillac e BMW, la Porsche è entrata nel settore più attrattivo – nello sweet spot – del mercato dell’automobile con un proprio SUV (sport utility vehicle), il Cayenne. Il SUV Cayenne è inequivocabilmente Porsche e incorpora il patrimonio di competenze su automobili sportive ad alta performance della casa di Stoccarda. Ma Porsche è davvero in grado, pur essendo entrata in ritardo su questo segmento, di conquistare un consenso sufficiente per superare i propri concorrenti? Solo 10 anni fa Porsche si trovava in gravi difficoltà finanziarie, causate sia dalla fase discendente del ciclo economico a livello globale sia soprattutto da processi produttivi poco efficienti. Da allora Porsche ha realizzato incrementi significativi di fatturato e profitti con il coupé decappottabile Boxter (il cui prezzo era superiore ai 51.000 dollari) e con il modello sportivo tradizionale 911 Turbo (il cui prezzo era superiore ai 111.000 dollari). Porsche ha inoltre entusiasmato il mercato con la nuova sportiva al top della gamma, la Carrera GT, che è capace di raggiungere una velocità massima di 320 km/h ed è venduta a un prezzo superiore ai 350.000 dollari. Ma Porsche sapeva che le proprie automobili sportive raggiungevano soltanto una piccola parte del mercato. Alla fine degli anni Novanta una ricerca condotta dalla casa rivelò che i possessori di un’auto sportiva Porsche possedevano anche un SUV come secondo veicolo. I «porschisti» sposati e con figli dichiaravano di sentirsi «costretti» a rinunciare a guidare la propria auto sportiva; proprio per rispondere ai propri clienti, Porsche ha iniziato una collaborazione di 4 anni con la Volkswagen, finalizzata a sviluppare il SUV Cayenne. Il Cayenne adotta lo stesso telaio del SUV Touareg Volkswagen ma il motore, lo styling e gli accessori sono progettati e prodotti da Porsche. La carrozzeria è assemblata e verniciata in uno stabilimento della Volkswagen in Slovacchia e poi spedita a uno stabilimento della Porsche in Germania per un’ulteriore finitura. 221 222 PARTE QUINTA Decisioni sui prodotti In Germania, in sole 4 ore, gli specialisti della Porsche installano il motore, assemblano e installano i componenti interni, collegano tutti i sistemi e applicano lo stemma Porsche, il cavallino rampante tratto dallo stemma della città di Stoccarda. A differenza di alcuni SUV, il Cayenne ha la trazione integrale permanente e ammortizzatori controllati elettronicamente, e questo consente un comportamento su strada più regolare. I clienti possono scegliere tra un’ampia gamma di motorizzazioni, ruote e optional per personalizzare il modello scelto. Il prezzo per questo veicolo di lusso ad alte prestazioni parte da 45.000 dollari, collocando il Cayenne all’estremo superiore del segmento. La Porsche è così ottimista sul potenziale del Cayenne che ha costruito ex novo lo stabilimento tedesco con l’obiettivo di produrre 25.000 unità all’anno. La casa esporta il 70 per cento della propria produzione e ha stimato che 15.000 SUV saranno destinati al mercato nordamericano. Il management si aspetta che nel corso del tempo il Cayenne diventi un supporto alla strategia di crescita della Porsche per rappresentare quasi il 50 per cento del fatturato su scala mondiale.1 Per competere efficacemente e raggiungere i propri obiettivi, le imprese come Porsche devono essere in grado di adattare il proprio mix di prodotti (product mix) in risposta ai cambiamenti dei bisogni dei clienti. In un mercato competitivo un’impresa deve continuare a introdurre nuovi prodotti e modificare i prodotti esistenti, ma anche eliminare prodotti che potevano essere di successo soltanto pochi anni prima. Per fornire prodotti capaci di soddisfare i mercati target e raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione, un marketing manager deve sviluppare, modificare e mantenere un efficace mix di prodotti. Questo mix può richiedere diverse modalità di adattamento. Poiché gli atteggiamenti e le preferenze dei clienti cambiano nel corso del tempo, anche il desiderio di uno specifico prodotto può ridursi. In questo capitolo esamineremo alcuni approcci per migliorare il mix di prodotti di un’impresa. Prima esamineremo la gestione dei prodotti esistenti attraverso l’estensione della linea e la modificazione del prodotto. Poi esamineremo le fasi dello sviluppo di un nuovo prodotto. Quindi passeremo a esaminare le modalità con cui le imprese differenziano i propri prodotti nel mercato e, successivamente, il posizionamento e il riposizionamento del prodotto. Successivamente esamineremo le caratteristiche dei servizi come prodotti e il modo in cui le caratteristiche di questi servizi influenzano lo sviluppo di marketing mix per i servizi. Infine, considereremo le strutture organizzative utilizzate per la gestione del prodotto. Gestione del prodotto esistente Un’impresa può trarre beneficio dallo sfruttamento dei prodotti esistenti. Attraverso la valutazione della composizione del mix di prodotti esistente, un marketing manager può identificarne i punti di debolezza e i gap, e identificare azioni quali l’estensione della linea e la modificazione del prodotto, che consentano di migliorare il mix. ■ Estensione della linea estensione della linea Lo sviluppo di un prodotto strettamente correlato con uno o più prodotti nella linea già esistente ma progettato specificamente per soddisfare bisogni alquanto diversi della clientela Un’estensione della linea (line extension) è un’azione di sviluppo di un prodotto strettamente correlato con uno o più prodotti della linea esistente, ma è progettata specificamente per soddisfare bisogni della clientela significativamente diversi. Per esempio, la Hyundai ha introdotto la Elantra GT come estensione della linea del proprio modello best-seller. La Elantra GT ha cinque porte e offre più funzionalità rispetto al modello base.2 Molti dei cosiddetti nuovi prodotti introdotti ogni anno sono in realtà estensioni di una linea già esistente. Le estensioni della linea sono più comuni dei nuovi prodotti perché costituiscono un’alternativa per aumentare le vendite con minori rischi e costi. 12 Fondamenti del pricing O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 2 Comprendere il ruolo del prezzo. 3 Avere familiarità con le curve di domanda e con l’elasticità della domanda rispetto al prezzo. 4 Comprendere le relazioni fra domanda, costi e profitti. 5 Descrivere i fattori chiave che possono influenzare le decisioni di prezzo delle imprese. 6 Avere familiarità con le principali questioni che influenzano il pricing dei prodotti per i mercati business. Identificare le caratteristiche della concorrenza basata sul prezzo e di quella non basata sul prezzo. 248 La Blockbuster si focalizza sulla competizione basata sul prezzo B lockbuster, leader mondiale di distribuzione di entertainment, sa come guadagnare facendo leva sui prezzi dei DVD, dei VHS e dei giochi elettronici che noleggia o vende. Con 7900 videostore sparsi in tutto il mondo – 5500 nei soli Stati Uniti, 235 in Italia – la Blockbuster (www.blockbuster.com) ha 60 milioni di utenti registrati. Questa gigantesca base di clienti spende ogni anno più di 5 miliardi di dollari per noleggiare e acquistare prodotti di entertainment dalla Blockbuster. Negli Stati Uniti, la Blockbuster ottiene copie degli hit movie 45-60 giorni prima che siano diffusi sui canali via cavo pay-per-view (PPV). Grazie all’alta domanda, la catena ottiene la maggior parte dei profitti dal noleggio degli hit movie durante questi brevi periodi. Data la dimensione del business del videonoleggio della Blockbuster e dato il bisogno di uno stock sufficiente di film famosi per il grande pubblico, il management si è preoccupato quando il costo di acquisizione di nuovi release è salito sempre più in alto. Cercando di gestire i costi e di aumentare le scorte, nel 1997 la catena concordò di pagare circa 10 dollari per ogni videocassetta in cambio della compartecipazione agli utili ricevuti dal videonoleggio con le principali case produttrici statunitensi. In base a questo accordo, a esse erano garantiti circa 30 dollari per ogni videocassetta e la Blockbuster riceveva molte più copie per riempire gli scaffali dei suoi store. L’accordo funzionò bene finché non si diffusero i DVD. I DVD costano alla Blockbuster circa 15 dollari l’uno e vengono noleggiati allo stesso prezzo delle videocassette. Finché la Blockbuster non dovrà mettere in compartecipazione gli utili ricevuti dal noleggio dei DVD con le case produttrici, questa parte del business – che rappresenta il 30 per cento o più degli utili complessivi della catena – rimarrà altamente redditizia. La Blockbuster ha già ridotto drasticamente il numero di videocassette nello stock per fare spazio a più DVD. Le case, tuttavia, stanno esercitando pressioni sulla Blockbuster per estendere al noleggio dei DVD la compartecipazione agli utili, mentre il retailer tenta di far decadere o modificare gli accordi CAPITOLO 12 Fondamenti del pricing 249 di compartecipazione agli utili ricevuti dalle videocassette e di evitare accordi simili per il noleggio dei DVD. L’approccio della Blockbuster al pricing è stato influenzato anche dalle scelte fatte da altre imprese di noleggio di DVD che operano su Internet, quali NetFlix e RentMyDVD. Con questi operatori i clienti pagano un canone mensile fisso (quello di NetFlix è di 19,95 dollari), compilano un elenco di film su DVD che desiderano vedere e ricevono per posta fino a 3 dei DVD che hanno scelto. Non pagano spese di spedizione o supplementi di spesa successivi e ricevono automaticamente un altro DVD dell’elenco compilato ogni volta che ne restituiscono uno per posta all’impresa. La NetFlix e altre imprese di noleggio online fanno presa sui clienti che gradiscono la convenienza delle proposte del noleggio per posta e la possibilità di trattenere i DVD più a lungo senza dovere pagare extra. In risposta a questa concorrenza, la Blockbuster ha istituito un canone mensile fisso di 19,95 dollari per il noleggio dei DVD e uno di 29,95 dollari che permette ai clienti di noleggiare una videocassetta, un DVD o un gioco elettronico ogni giorno durante il mese. L’impresa desidera anche costruire fedeltà del cliente con il suo piano di iscrizione Blockbuster Rewards. Per un canone annuale di 9,95 dollari i clienti ricevono un noleggio mensile gratuito di un film di catalogo e possono sceglierne un altro gratuito quando pagano cinque noleggi durante il mese. La Blockbuster sta usando così la leva del prezzo per costruire relazioni con i clienti, battere la concorrenza e mantenere elevati livelli di redditività.1 La Blockbuster usa il pricing per competere contro i principali concorrenti. Però, anche i rivali della Blockbuster, per competere, devono far ricorso alla stessa leva come importante strumento competitivo. In alcuni settori industriali le imprese hanno molto successo anche se non hanno i prezzi più bassi, perché non sempre il prezzo migliore coincide con il prezzo più basso. In questo capitolo concentreremo l’attenzione prima di tutto sul ruolo del prezzo. Poi considereremo alcune caratteristiche della concorrenza basata sul prezzo e di quella non basata sul prezzo. Quindi esamineremo alcuni concetti correlati con il prezzo quali la domanda, l’elasticità e l’analisi del punto di pareggio. Nei paragrafi successivi approfondiremo l’analisi dei numerosi fattori che possono influenzare le decisioni di prezzo. Infine, esamineremo le peculiarità delle scelte tipiche di pricing dei prodotti per i mercati industriali. Il ruolo del prezzo prezzo Il valore scambiato con prodotti in una transazione di marketing Il marketing ha lo scopo di facilitare relazioni di scambio soddisfacenti tra acquirente e venditore. Il prezzo è il valore al quale i prodotti vengono scambiati in una data transazione di mercato. Nella maggior parte delle situazioni di marketing il prezzo è chiaro e noto per entrambe le parti e l’acquirente e il venditore sono consapevoli della quantità di valore che ciascuno deve cedere per concludere lo scambio.2 Però, non sempre il prezzo assume la forma di moneta pagata. In realtà, lo scambio diretto di beni o servizi senza l’intermediazione della moneta, detto baratto, è la più antica forma di scambio. Quindi, uno scambio può avvenire con o senza l’intermediazione della moneta. L’interesse degli acquirenti per il prezzo scaturisce dalle loro aspettative riguardo all’utilità del prodotto o alla soddisfazione che essi ne possono trarre. Gli acquirenti, avendo risorse limitate, le devono allocare per ottenere i prodotti che più desiderano. Devono decidere se l’utilità acquisita in uno scambio valga il potere d’acquisto sacrificato. Pressoché qualunque cosa di valore – idee, servizi, diritti e beni – può essere valutata attribuendole un prezzo. Nella nostra società il prezzo 13 Gestione del pricing O B I E T T I V I Dopo avere letto e studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Comprendere le sei fasi principali del processo impiegato per stabilire i prezzi. 2 Conoscere le questioni correlate con lo sviluppo di obiettivi di pricing. 3 Comprendere l’importanza di identificare come il mercato target valuti il prezzo. 4 Descrivere come gli operatori di marketing analizzano i prezzi della concorrenza. 5 Avere familiarità con le basi usate per stabilire i prezzi. 6 Spiegare i differenti tipi di strategie di pricing. 7 Comprendere come si determina un prezzo specifico finale. Dollar General combina la convenienza con gli everyday low prices I prezzi bassi e la convenienza sono due dei motivi principali per cui i clienti statunitensi nel Southeast e nel Midwest amano fare shopping nei Dollar General Stores. La Dollar General (www.dollargeneral.com), con sede centrale a Goodlettsville, nel Tennessee, gestisce più di 5000 piccoli punti vendita in 25 stati degli USA. L’impresa si rivolge alle donne di età superiore a 30 anni con reddito familiare annuo non superiore a 30.000 dollari, oltre che ai pensionati. Le politiche di pricing della Dollar General sono adeguate in modo specifico ai bisogni e al comportamento del suo mercato target. L’impresa offre merci in 14 fasce di prezzo, da 1 a 20 dollari, anche se la maggior parte dei prodotti è venduta a un prezzo massimo di 5 dollari. Invece di usare cifre dispari come 3,99 dollari, l’impresa prezza le merci in dollari tondi affinché i clienti siano in grado di calcolare facilmente il totale via via che fanno shopping. Sapendo che i propri clienti devono far bastare il budget a disposizione, la Dollar General offre molte marche commerciali a basso prezzo e prodotti generici. Inoltre, completa l’assortimento con prodotti di marche note, come i cereali Kellogg’s. Negli anni recenti la Dollar General ha esteso l’assortimento di prodotti «hardline» quali detergenti per usi domestici, prodotti per animali da compagnia, prodotti cartacei, prodotti per la salute e la bellezza. Poiché i clienti usano questi tipi di prodotti ogni giorno, essi ritornano più e più volte alla Dollar General quando le scorte si esauriscono. A differenza dei grandi punti vendita della catena Wal-Mart, i punti vendita della Dollar General sono relativamente piccoli – soltanto 700 metri quadrati circa – quindi i clienti possono entrare nel punto vendita, localizzare ciò di cui hanno bisogno e uscire dopo solo qualche minuto. Ogni punto vendita vende ogni anno, in media, merci per un valore di 950.000 dollari, il doppio delle vendite medie di soltanto 10 anni fa. La concorrenza viene da discount retailer giganti come la Wal-Mart, nonché da altri dollar retailer: Family Dollar Stores, Dollar Tree Stores, Fred’s e 99 Cents Only Stores. Tutti questi dollar retailer usano la formula del prezzo basso per attirare gli 271 272 PARTE SESTA Decisioni di prezzo acquirenti attenti al portafoglio e che prediligono la convenienza dello shopping in punti vendita più piccoli. Come la Dollar General, questi retailer in competizione continuano ad aprire punti vendita in prossimità dei quartieri a basso reddito e a privilegiare prodotti domestici di uso quotidiano che i clienti acquistano frequentemente. Data la feroce concorrenza, la Dollar General sta concentrando l’attenzione sui costi e sulle attività operative. Da anni non fa pubblicità sui media e oggi impiega la posta diretta, più efficiente in termini di costi, per comunicare l’apertura di nuovi punti vendita. Inoltre, l’impresa sta investendo in nuovi sistemi di gestione delle scorte e aprendo altri centri di distribuzione per supportare la crescita nel futuro. Anche se la Dollar General ha scoperto imprecisioni contabili ed è stata costretta non molto tempo fa a riformulare i propri risultati finanziari, le vendite continuano ad aumentare e l’impresa sta avanzando con un piano di espansione aggressiva per aprire ogni anno un grande numero di punti vendita. Sia che l’economia migliori sia che peggiori, la Dollar General sa che i suoi clienti continuano ad apprezzare i prezzi bassi che consentono loro di far bastare i dollari a disposizione.1 1 Sviluppo di obiettivi di pricing 2 Accertamento della valutazione del prezzo da parte del mercato target 3 Valutazione dei prezzi dei concorrenti 4 Scelta di una base per il pricing 5 Scelta di una strategia di pricing 6 Determinazione di un prezzo specifico Figura 13.1 Fasi nella determinazione dei prezzi I Dollar General Stores si posizionano nella mente dei clienti grazie alla strategia di pricing altamente visibile. La scelta di una strategia di pricing è una delle componenti fondamentali nel processo di determinazione dei prezzi. In questo capitolo esamineremo sei fasi di un processo che i marketing manager possono usare per stabilire i prezzi. Queste fasi sono indicate nella Figura 13.1. La fase 1 è lo sviluppo di un obiettivo di pricing (obiettivo di prezzo) che sia compatibile con gli obiettivi complessivi dell’organizzazione e con i suoi obiettivi di marketing. La fase 2 implica l’accertamento della valutazione del prezzo da parte del mercato target. La fase 3 consiste nella valutazione dei prezzi dei concorrenti: ciò aiuta a determinare il ruolo del prezzo nella strategia di marketing. La fase 4 implica la scelta di una base per la determinazione dei prezzi. La fase 5 è la scelta di una strategia di pricing (strategia di prezzo) o di linee guida per usare il prezzo nel marketing mix. La fase 6, la determinazione del prezzo finale, dipende dalle forze ambientali, dalla comprensione di esse da parte degli operatori di marketing e dall’uso di un approccio sistematico alla determinazione dei prezzi. Queste fasi non sono tappe rigide che tutte le imprese devono seguire; sono piuttosto linee guida che forniscono una sequenza logica per la determinazione dei prezzi. Sviluppo di obiettivi di pricing obiettivi di pricing Obiettivi che descrivono ciò che un’impresa desidera ottenere attraverso il pricing Gli obiettivi di pricing (obiettivi di prezzo) descrivono ciò che un’impresa desidera ottenere attraverso le politiche di prezzo. Lo sviluppo di obiettivi di pricing è un compito importante perché essi formano la base per le decisioni sulle altre fasi del pricing. Perciò, gli obiettivi di pricing devono essere enunciati esplicitamente e l’enunciato dovrebbe includere l’intervallo di tempo per il loro raggiungimento. Le imprese devono accertarsi che gli obiettivi di pricing siano compatibili con gli obiettivi di marketing dell’organizzazione e con quelli complessivi, perché essi influenzano le decisioni in molte aree funzionali, comprendenti la finanza, la contabilità e la produzione. Un marketing manager può usare obiettivi di pricing sia di breve sia di lungo periodo e impiegarne uno o molti. Per esempio, un’impresa può desiderare aumentare del 18 per cento la quota di mercato nei prossimi 3 anni, ottenere un rendimento del 15 per cento del capitale investito e promuovere un’immagine di qualità nel mercato. In questo paragrafo esamineremo alcuni degli obiettivi di pricing che le imprese potrebbero proporsi. 14 Canali di marketing e supply-chain management O B I E T T I V I Dopo avere studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Descrivere la natura e le funzioni dei canali di marketing o di distribuzione. 2 Identificare i tipi di canali di marketing. 3 Esaminare i concetti di leadership, cooperazione e conflitto nelle relazioni di canale. 4 Riconoscere le strategie comuni per l’integrazione dei canali di marketing. 5 Esaminare i principali livelli di copertura di mercato. F Riconoscere l’importanza del ruolo delle attività di distribuzione fisica nel supply-chain management e nelle strategie di marketing complessive. G Esaminare le principali funzioni della distribuzione fisica: gestione degli ordini, gestione delle scorte, movimentazione dei materiali, stoccaggio e trasporto. 292 Negli Stati Uniti i marine mutuano strategie di supply-chain management dal settore privato A lla fine degli anni Novanta del secolo scorso il corpo dei marine degli Stati Uniti aveva frequentemente bisogno di pezzi di ricambio essenziali: quando un soldato richiedeva un pezzo, spesso doveva attendere una settimana prima di riceverlo, anche se il ricambio proveniva dalla stessa base. La maggioranza dei 207 sistemi informatici dei marine, distribuiti in tutto il mondo, non era in grado di far comunicare tra loro i soldati costringendoli a fare affidamento, per inoltrare gli ordini, su mezzi meno efficienti come telefono e fax. Molti criticavano l’inadeguatezza del sistema che definivano sarcasticamente «topaia». Con il cambiamento della natura del conflitto globale, il corpo dei marine si trovò ad avere bisogno di un processo più efficiente e flessibile per stoccare e disporre rapidamente di enormi volumi di materiali, allo scopo di ridurre le spese e permettere ai soldati di mantenere la pace nelle zone calde del mondo. Dopo avere studiato i successi del supply-chain management di imprese del settore privato, quali Wal-Mart, United Parcel Service (UPS) e Swissair, i marine hanno sviluppato un piano decennale di modernizzazione del supply-chain system (sistema della catena di fornitura). Con l’ausilio della Sapient (www.sapient.com), una società di consulenza, e del Center for Logistics Research della Pennsylvania State University, essi hanno cominciato a sfoltire le loro scorte, assicurandosi un risparmio di 200 milioni di dollari e la possibilità di spostare 2000 soldati da incarichi di distribuzione al campo di battaglia. L’unità logistica dei marine ha snellito le procedure necessarie per movimentare 10.000 differenti articoli a 450 unità attraverso 35 centri di distribuzione eliminando diverse fasi di lavoro burocratico, ispezioni e approvazioni. L’unità logistica, inoltre, ha applicato la tecnologia introducendo strumenti high-tech, quali scanner wireless portatili per monitorare gli articoli nei magazzini. Grazie a tali sforzi, i marine hanno potuto abbandonare la politica ormai consolidata di richiedere, per ogni singolo articolo, scorte per 60 giorni. Essi hanno ulteriormente ridotto le scorte delle forniture per ufficio facilmente reperibili e hanno lavorato al CAPITOLO 14 Canali di marketing e supply-chain management 293 miglioramento delle relazioni con i fornitori in modo daassicurarsi la disponibilità di materiali meno accessibili, come i carri armati. Infine, il corpo dei marine sta pianificando il consolidamento di quei 207 sistemi informatici in 30-50 sistemi collegati in rete, affinché i soldati dislocati in tutto il mondo possano localizzare immediatamente dove reperire il ricambio desiderato e disporre che venga spedito quando e dove è necessario. L’unità logistica ha in progetto l’applicazione ai container di transponder a radiofrequenza che possano essere interrogati per identificarne rapidamente il contenuto ed evitare inutili aggravi burocratici. In futuro, le migliori applicazioni derivate dalla riprogettazione dei processi di supply-chain management di questo corpo militare verranno applicate ad altri settori delle forze armate degli Stati Uniti. Il miglioramento del supply-chain management dei marine ha già fatto risparmiare milioni di dollari e, ciò che più importa, ha consentito loro di focalizzarsi sull’adempimento delle missioni militari. Gli sforzi compiuti per migliorare l’efficienza, tra l’altro, sono stati premiati con il «Supply-chain Council Supply-chain Operational Excellence Award».1 distribuzione Le attività che rendono disponibili i prodotti ai clienti quando e dove essi desiderano acquistarli Il corpo dei marine degli Stati Uniti ha mutuato dal settore privato molte strategie per migliorare la movimentazione, lo stoccaggio e la gestione delle forniture in tutto il mondo. Queste decisioni attengono alla leva di distribuzione del marketing mix, che si incentra sulle decisioni e sulle azioni che servono a rendere disponibili i prodotti ai clienti quando e dove essi desiderano acquistarli. Nello sviluppo di strategie di marketing, la scelta dei canali di marketing e la gestione delle supply-chain sono questioni di importanza fondamentale. In questo capitolo ci concentreremo sui canali di marketing e sul supply-chain management. Cominceremo con il prendere in esame la natura dei canali di marketing e del supply-chain management, compresa la necessità di intermediari. Poi descriveremo a grandi linee i tipi di canali di marketing e ne considereremo le problematiche di gestione, compresi i pattern comportamentali all’interno di ciascun canale. Analizzeremo anche i metodi per integrare i diversi canali e i modi in cui gli operatori di marketing determinano il livello appropriato di copertura del mercato per un prodotto. Infine considereremo il ruolo della distribuzione fisica all’interno della supplychain, inclusi gli obiettivi e le funzioni fondamentali. Canali di marketing e supply-chain management canale di marketing Un gruppo di individui e di organizzazioni che dirige il flusso di prodotti dai produttori ai clienti intermediario di marketing Operatore che mette in contatto i produttori con altri intermediari o con i consumatori finali tramite accordi contrattuali o l’acquisto e la rivendita di prodotti Un canale di marketing (chiamato anche canale di distribuzione, canale distributivo, sistema distributivo o canale commerciale) è un gruppo di individui e di organizzazioni che dirige il flusso dei beni dai produttori ai clienti. Il compito principale dei canali è quello di rendere disponibili i prodotti al momento giusto, nel luogo giusto e nelle quantità giuste. Alla base delle decisioni del canale di marketing dovrebbe esserci la forza propulsiva di un orientamento alla customer satisfaction; per i membri del canale, in altre parole, i bisogni e il comportamento degli acquirenti sono cruciali. Alcuni sistemi distributivi sono diretti – dal produttore al consumatore –, ma nella maggior parte dei casi esistono degli intermediari di marketing. Un intermediario di marketing è un operatore che mette in contatto i produttori con altri intermediari o con i consumatori finali tramite accordi contrattuali o mediante l’acquisto e la rivendita di prodotti. Gli intermediari di marketing sono in grado di svolgere quasi tutte le attività di marketing. Espletano anche ruoli chiave nel customer relationship management (CRM), non soltanto attraverso le loro attività di distribuzione, ma anche mantenendo database e sistemi informativi utili a tutti i membri del canale per mantenere efficaci relazioni con i clienti. Per esempio, la FedEx (www.fedex. com/it/) consente ai clienti di monitorare la situazione delle spedizioni attraverso Nextel Online (www.nextel.com), un sito Web wireless.2 Questo strumento è in grado 15 Vendita al dettaglio marketing diretto e vendita all’ingrosso O B I E T T I V I Dopo avere studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Comprendere la funzione dei dettaglianti. 2 Identificare i principali tipi di dettaglianti. 3 Esaminare le strategie di vendita al dettaglio. 4 Riconoscere le varie forme di marketing diretto e di vendita diretta. 5 Comprendere la natura e le funzioni dei grossisti. F Capire come si classificano i grossisti. 316 Il centro dell’universo dei giocattoli A New York il non plus ultra dei negozi di giocattoli ha aperto i battenti in Times Square. La nuova ammiraglia della catena Toys ‘R’ Us è molto più che un semplice negozio di giocattoli: è un parco a tema che offre un’esperienza di shopping unica sia ai bambini sia agli adulti. Il punto vendita di Times Square connette quasi 1600 punti vendita gestiti dall’azienda in tutto il mondo: più di 1200 punti vendita Toys ‘R’ Us, 185 punti vendita di abbigliamento per bambino Kids ‘R’ Us, 157 punti vendita Barbies ‘R’ Us e 46 punti vendita Imaginarium. Includendo anche il sito Web dell’azienda, Toysrus.com (www.toysrus.com), nel 2001 i punti vendita hanno registrato un fatturato di 11 miliardi di dollari. Il flagship store – l’ammiraglia –, la cui superficie è di circa 11.000 metri quadrati su tre piani, vende tutte le novità di giocattoli che i bambini si aspettano di trovare in un tipico punto vendita Toys ‘R’ Us. Qui gli acquirenti sono affascinati anche da 20 attrazioni di grandezza maggiore di quella naturale e da 10 feature shop che promuovono prodotti sulla base di release stagionali o cinematografiche. Una ruota panoramica interna di 18 metri rappresenta i veicoli ispirati dai giocattoli e i personaggi più amati dai bambini. Un giro sulla ruota panoramica consente al Toys ‘R’ Us Children’s Fund di reperire i fondi per effettuare donazioni a organizzazioni caritatevoli che promuovono la salute e il benessere dei bambini. Un altro punto di grande attrattiva è la casa di Barbie di 400 metri quadrati su due piani, che espone bambole Barbie e prodotti correlati. Un dinosauro animato di 5 tonnellate, alto 6 metri e lungo 10, ruggisce nella mostra Jurassic Park. Lo shop E.T., che sfoggia una versione animata dell’amato alieno cinematografico insieme con il suo veicolo spaziale di 700 chilogrammi, offre prodotti E.T. esclusivi della Toys ‘R’ Us. I clienti possono soddisfare la loro golosità per i dolci nel Candy Land Shop mentre gironzolano attraverso una versione a grandezza naturale di un gioco da tavolo per bambini. Al terzo piano dell’edificio si trova il punto di ristoro Pepsi Café, CAPITOLO 15 Vendita al dettaglio, marketing diretto e vendita all’ingrosso 317 da cui si può godere una vista panoramica dell’intero punto vendita. E, ovviamente, c’è un gift shop dove i turisti possono acquistare giocattoli come Geoffrey the Giraffe e altri souvenir che ricordano loro la visita al più grande negozio di giocattoli del mondo. Anche se il nuovo punto vendita in Times Square attrae i clienti, gli analisti si chiedono se la Toys ‘R’ Us debba focalizzarsi su un progetto così ambizioso, quando sta cercando di rimodellare i punti vendita e migliorare il servizio ai clienti e la gestione delle scorte. Negli ultimi anni la catena ha perso quote di mercato a favore di discount store quali Wal-Mart e Target. Altri flagship store di «destinazione» non si sono dimostrati redditizi. Verso la fine degli anni Novanta molte imprese hanno creato enormi flagship store come «annunci pubblicitari tridimensionali» per le loro marche, ma poi alcune tra queste, quali la Tommy Hilfiger e la Warner Brothers, li hanno chiusi. Nonostante queste preoccupazioni, gli executive della Toys ‘R’ Us ritengono che i milioni di dollari investiti nel punto vendita in Times Square daranno un buon rientro. Dato che ogni giorno transitano da Times Square un milione e mezzo di persone, John Eyler, CEO e chairman dell’azienda, spera che il nuovo punto vendita diventi un’icona di destinazione per la gioia di tutti – sia dei newyorchesi sia dei turisti – negli anni a venire.1 I dettaglianti come Toys ‘R’ Us sono i membri del canale di marketing più visibili e accessibili ai consumatori. Sono un anello importante nel canale di marketing perché sono sia operatori di marketing per produttori e grossisti sia loro clienti. Svolgono molte funzioni di supply-chain, quali acquisto, vendita, classificazione del prodotto su base qualitativa, assunzione di rischio e sviluppo e mantenimento di database di informazioni sui clienti. I dettaglianti sono in una posizione strategica per sviluppare relazioni con i consumatori e partnership con i produttori e gli intermediari nel canale di marketing. In questo capitolo esamineremo la natura della vendita al dettaglio, del marketing diretto e della vendita all’ingrosso e la loro importanza nella fornitura di beni e servizi ai consumatori. Prima analizzeremo i principali tipi di punti vendita al dettaglio e considereremo decisioni strategiche nella vendita al dettaglio: ubicazione del punto vendita, posizionamento del punto vendita (retail positioning), immagine del punto vendita (store image), scrambled merchandising e ruota del dettaglio. Poi tratteremo il marketing diretto (direct marketing), che include il marketing su catalogo, il direct-response marketing, il telemarketing, l’home shopping televisivo, la vendita al dettaglio online e la vendita diretta (direct selling). Infine, esamineremo l’importanza dei grossisti nei canali di marketing, comprese le loro funzioni e classificazioni. Vendita al dettaglio vendita al dettaglio Ogni forma di transazione in cui l’acquirente intende consumare il prodotto personalmente o nell’ambito familiare dettagliante Un individuo o un’organizzazione che acquista prodotti allo scopo di rivenderli a consumatori finali La vendita al dettaglio (retailing) riguarda tutte le transazioni in cui l’acquirente intende consumare il prodotto personalmente o nell’ambito familiare. Quindi nelle transazioni di vendita al dettaglio gli acquirenti sono i consumatori finali. Un dettagliante (retailer) è un individuo o un’organizzazione che acquista prodotti allo scopo di rivenderli a consumatori finali. Anche se nella maggior parte dei casi i dettaglianti vendono direttamente al consumatore, si possono verificare transazioni non al dettaglio, quando vendono prodotti ad altre imprese. La vendita al dettaglio avviene spesso in punti vendita o in imprese di servizi, ma ha luogo anche attraverso la vendita diretta, il marketing diretto e i distributori automatici all’esterno dei punti vendita. La vendita al dettaglio è una dimensione rilevante dell’economia nazionale. Negli Stati Uniti operano circa 1,6 milioni di dettaglianti.2 Questo dato è rimasto relativamente costante negli ultimi 25 anni, ma il volume di vendite si è più che quadruplicato. Negli Stati Uniti la maggior parte del reddito personale viene speso in punti 16 Comunicazione integrata di marketing O B I E T T I V I Dopo avere studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Esaminare la natura della comunicazione integrata di marketing. 2 Comprendere il ruolo della promozione nel marketing mix. 3 Descrivere il processo di comunicazione. 4 Spiegare gli obiettivi della promozione. 5 Comprendere i principali elementi del mix promozionale (promotion mix). F Descrivere i fattori che influenzano la scelta degli elementi del mix promozionale. G Comprendere le critiche e le difese della promozione. 342 La AutoTrader.com accelera le attività promozionali G uarda il commercial, partecipa al gioco, cerca il tuo modello. AutoTrader.com attira acquirenti di automobili nel suo sito Web mediante numerose attività promozionali integrate, che comprendono una campagna pubblicitaria televisiva, un gioco interattivo e lotterie online nonché una campagna e-mail mirata. Il sito della AutoTrader.com (www.autotrader.com) presenta spot pubblicitari per quasi 2 milioni di automobili nuove e usate. Fondata soltanto qualche anno fa, l’azienda ha costruito il riconoscimento della sua marca (brand recognition) e ha realizzato un buon traffico di visitatori sul suo sito grazie a commercial televisivi trasmessi durante partite di football Super Bowl e NFL, gare NASCAR e partite di basket NBA e di college. A differenza di molti commercial di dot.com, che per attirare l’attenzione si focalizzano sull’entertainment, in realtà gli spot della AutoTrader.com mostrano ai visitatori, passo dopo passo, come usare il sito per ottenere informazioni sull’acquisto di un’automobile. Grazie a questa campagna, il traffico del sito ha superato i 5,5 milioni di visitatori al mese. Gli executive della AutoTrader.com, inoltre, hanno deciso di creare una promozione speciale per le persone di età compresa fra 18 e 24 anni: questo gruppo di individui, che compra per la prima volta un’auto, rappresenta infatti una percentuale rilevante delle vendite di auto usate. L’azienda ha incaricato un’impresa di videogame di adattare il look della campagna televisiva a una promozione online intitolata «Slide into Your Ride». I giocatori accedevano al sito e, abbinando i colori delle automobili usate presentate sullo schermo, potevano subito vincere premi, come casse stereo JBL o palle da golf col marchio Sports Illustrated. Potevano anche concorrere al primo premio di 25.000 dollari da spendere su Autotrader.com oltre che vincere componenti stereo JBL del valore di 2000 dollari e una fornitura di Gatorade per un anno. Sapendo che di solito gli studenti cercano automobili CAPITOLO 16 Comunicazione integrata di marketing 343 usate prima dell’inizio del semestre autunnale del college, la AutoTrader.com ha programmato il gioco per agosto e settembre. Per attirare giocatori, l’azienda ha inserito banner, come il motore di ricerca Ask Jeeves, in siti popolari e ha anche inviato annunci e-mail alle migliaia di persone incluse nella lista per la propria newsletter online e a quelle inserite in una lista selezionata di «Sports Illustrated». In queste attività promozionali, che hanno aumentato la notorietà del brand e hanno attirato 500.000 visitatori nel sito della AutoTrader.com nel solo primo mese, l’azienda ha investito complessivamente 1 milione di dollari. Più della metà dei visitatori che ha partecipato al gioco era costituita da donne e circa un terzo dei giocatori apparteneva al gruppo di età target fra 18 e 24 anni. Più del 60 per cento dei giocatori si è iscritto alla lista per ricevere la newsletter mensile della AutoTrader.com, chiedendo di avere informazioni in merito a nuovi sviluppi sul sito, ma soprattutto durante il periodo promozionale parecchie centinaia di migliaia di giocatori hanno cercato automobili usate sul sito della AutoTrader.com.1 Organizzazioni come la AutoTrader.com impiegano vari metodi promozionali per comunicare con i loro mercati obiettivo. Fornire informazioni ai clienti ha importanza vitale per l’avviamento e lo sviluppo di relazioni di lungo periodo con gli stessi. In questo capitolo considereremo le dimensioni generali della promozione. Discuteremo prima la natura della comunicazione integrata di marketing, successivamente definiremo ed esamineremo il ruolo della promozione. Quindi analizzeremo il significato e il processo della comunicazione e prenderemo in considerazione alcuni motivi per cui viene impiegata la promozione. Poi studieremo i principali metodi promozionali e i fattori che influenzano le decisioni degli operatori di marketing in merito all’adozione di alcuni di essi. Infine, ci occuperemo delle critiche e delle difese della promozione. Che cos’è la comunicazione integrata di marketing? comunicazione integrata di marketing La coordinazione delle attività promozionali per assicurare il massimo impatto informativo e persuasivo sui clienti La comunicazione integrata di marketing (Integrated Marketing Communications, IMC) è costituita dalla coordinazione delle attività promozionali per assicurare il massimo impatto informativo e persuasivo sui clienti. Per produrre questo effetto sinergico, la coordinazione di molteplici strumenti di marketing richiede che un operatore di marketing sia di larghe vedute. Uno degli scopi principali delle comunicazioni integrate di marketing è inviare ai clienti un messaggio coerente. Poiché all’interno delle imprese le attività promozionali sono state tradizionalmente pianificate e implementate da differenti unità sia interne sia esterne, non sempre i clienti hanno ricevuto messaggi coerenti. Le comunicazioni integrate di marketing forniscono a un’organizzazione un metodo per coordinare e gestire le attività promozionali in modo che i clienti ricevano messaggi coerenti, un approccio che favorisce non soltanto relazioni di lungo periodo con gli acquirenti, ma anche l’impiego efficiente delle risorse promozionali. Il concetto di comunicazione integrata di marketing ha incontrato un consenso sempre più ampio per vari motivi. La pubblicità rivolta a un’audience di massa, un metodo promozionale molto popolare in passato, oggi è meno usata a causa del suo costo elevato e della dimensione non prevedibile dell’audience raggiunta. Attualmente gli operatori di marketing sono in grado di sfruttare strumenti promozionali più mirati, quali la televisione via cavo, la posta (direct mail), i CD-ROM, Internet, i periodici specializzati e le videocassette. Il database marketing consente alle imprese di puntare con maggior precisione a singoli clienti. Fino a poco tempo fa nello sviluppo di una comunicazione di marketing erano coinvolte le agenzie di pubblicità che fornivano campagne pubblicitarie, le compagnie specializzate nella promozione delle vendite che mettevano a disposizione attività e materiali, le organizzazioni di public relations che si impegnavano in attività legate all’immagine aziendale. Oggi numerose imprese correlate con la comunicazione offrono one-stop shopping al cliente che cerca contestualmente pubblicità, promozione delle vendite e public relations, riducendo così i problemi di coordinamento per l’impresa. A causa del notevole aumento del costo complessivo delle comunicazioni 17 Pubblicità e public relations O B I E T T I V I Dopo avere studiato questo capitolo dovreste essere in grado di: 1 Descrivere la natura e i tipi di pubblicità. 2 Spiegare le fasi principali nello sviluppo di una campagna pubblicitaria. 3 Identificare i responsabili dello sviluppo di campagne pubblicitarie. 4 Riconoscere gli strumenti impiegati nelle public relations. 5 Comprendere come le public relations sono usate e valutate. 362 Rivali si uniscono per fare pubblicità ai corn flakes L a Kellogg, la General Mills, la Post e la Quaker, pur essendo in diretta concorrenza, sono unite nella lotta contro un nemico comune: le vendite insufficienti nella categoria dei cereali pronti per la prima colazione (RTE, ready-to-eat). Dal 1997 in poi, le vendite di cereali negli Stati Uniti sono crollate di più di 500 milioni di dollari, anche a causa degli stili di vita attuali intensi, che lasciano poco tempo per la prima colazione. Inoltre, i consumatori statunitensi hanno oggi a disposizione per la prima colazione una gamma molto più ampia di cibi: bagel, yogurt, dolci da riscaldare nel tostapane, barrette di cereali e cereali pronti per il consumo. Possono anche fare colazione in fretta in molti convenience store e in molte catene di ristoranti fast-food. Di conseguenza, salvo che non riescano a stimolare la domanda primaria, per imprimere una spinta all’intera categoria, i produttori di cereali per la prima colazione devono combattere una difficile battaglia per mantenere la loro quota in un mercato in contrazione. Dopo essersi reso conto che il 25 per cento delle vendite del settore del latte proviene da consumatori che lo impiegano insieme con i cereali per la prima colazione, il California Milk Processor Board ha contattato i quattro produttori di cereali. Per promuovere il consumo di cereali, gli executive del Board hanno proposto una campagna pubblicitaria a livello dell’intero settore, simile alla campagna «Got Milk?» che da tempo viene condotta nel settore lattiero-caseario. I produttori di cereali per la prima colazione hanno concordato di raccogliere 50 milioni di dollari da investire in questa campagna, che comunque non si propone di sostituire gli sforzi promozionali dei singoli produttori di cereali. In realtà, nei 5 anni precedenti l’inizio della campagna pubblicitaria collettiva (a livello di settore), la Kellogg, la General Mills, la Post e la Quaker hanno ridotto i loro investimenti pubblicitari. Nello stesso periodo, però, i concorrenti hanno continuato a lanciare nuovi prodotti e a tentare diverse attività di promozione delle vendite per aumentarle. Un prodotto derivato (spin-off), i Rice Krispies Treats della Kellogg, è diventato la barretta snack più venduta negli Stati Uniti. Sono popolari anche le barrette Fruit and Oatmeal della Quaker e le barrette cereal-and-milk della General Mills. I produttori di cereali per la prima colazione hanno anche messo in rilievo le qualità salutari e nutrizionali nei nuovi prodotti e nelle nuove promozioni. Due importanti successi sono Smart Start (della Kellogg) e Harmony (della General Mills), entrambi posizionati come cereali salutari. La Kellogg, che recentemente ha perso la posizione di leadership di mercato in favore della General Mills, aveva precedentemente sperimentato attività promozio- CAPITOLO 17 Pubblicità e public relations 363 nali finalizzate ad aumentare le vendite della categoria. Qualche anno fa ha collaborato con due catene di supermercati per tentare una promozione, denominata Breakfastland, all’interno dei singoli punti vendita (in-store promotion). La Kellogg ha anche creato campagne pubblicitarie per indurre i consumatori a inserire i suoi cereali salutari come parte di una dieta dimagrante. I messaggi pubblicitari della Quaker si sono focalizzati sulla convenienza e sulle capacità nutritive, due benefici essenziali per i consumatori di cereali indaffarati ma attenti alla salute. Nonostante gli sforzi promozionali individuali dei produttori di cereali per la prima colazione, la categoria nel suo complesso è passata, in 5 anni soltanto, da un fatturato annuo superiore a 7,25 miliardi di dollari a un fatturato annuo di 6,7 miliardi di dollari. Anche se la campagna pubblicitaria a livello di settore è volta a rovesciare questo trend negativo, i critici notano che la campagna «Got Milk?» non è riuscita nel suo intento di fare aumentare le vendite complessive di latte. Le agenzie pubblicitarie a cui si sono rivolti gli operatori del settore lattiero-caseario controbattono che, senza la campagna per stimolare la domanda primaria di latte, le vendite sarebbero diminuite ancora di più. La Kellogg, la General Mills, la Quaker e la Post sperano che la loro pubblicità collettiva sarà in grado di stimolare l’appetito di cereali pronti al consumo sia a colazione sia in altri momenti.1 Le grandi organizzazioni, come la Kellogg, la General Mills, la Post e la Quaker, nonché imprese più piccole, ricorrono alla pubblicità per stimolare la domanda, migliorare l’immagine aziendale, lanciare nuovi prodotti e promuovere le marche esistenti. In questo capitolo esploreremo diversi aspetti della pubblicità e delle public relations. Anzitutto, ci concentreremo sulla natura e sui tipi di pubblicità. Poi prenderemo in esame le principali fasi nello sviluppo di una campagna pubblicitaria e individueremo i responsabili dello sviluppo di queste campagne. Quindi considereremo la natura delle public relations e il loro utilizzo. Esamineremo vari strumenti di public relations e approcci per valutarne l’efficacia. Infine, vedremo come le imprese affrontano le public relations sfavorevoli. Natura e tipi di pubblicità pubblicità Forma di comunicazione impersonale a pagamento relativa a un’organizzazione e ai suoi prodotti, trasmessa a una target audience tramite i mass media pubblicità istituzionale Pubblicità che promuove immagini, idee e questioni politiche di un’organizzazione La pubblicità permea la nostra vita quotidiana. Talvolta la valutiamo positivamente, altre volte la evitiamo. Alcuni tipi di pubblicità ci informano, ci persuadono o ci divertono, altri ci annoiano o possono perfino offenderci. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, la pubblicità (advertising) è una forma di comunicazione impersonale a pagamento trasmessa attraverso i mass media, quali la televisione, la radio, Internet, i giornali quotidiani, i periodici, la posta diretta (direct mail), i display esterni e i cartelloni sui veicoli di trasporto pubblico. Le organizzazioni usano la pubblicità per raggiungere differenti pubblici obiettivo (target audience), che vanno da piccoli specifici gruppi, come i filatelici nell’Idaho, a gruppi molto grandi, come gli acquirenti di scarpe da atletica in tutti gli Stati Uniti. Quando viene interpellata a proposito dei nomi dei principali inserzionisti pubblicitari (advertiser), la maggior parte delle persone menziona immediatamente organizzazioni commerciali. Però traggono vantaggio dalla pubblicità anche molte organizzazioni non commerciali, per esempio pubbliche amministrazioni, chiese, università e organizzazioni filantropiche. Nel 2001, con un investimento di circa 1 miliardo di dollari in pubblicità, la pubblica amministrazione degli Stati Uniti era al ventiquattresimo posto tra i maggiori inserzionisti del paese.2 Anche se qui analizziamo la pubblicità nel contesto delle imprese commerciali, gran parte delle considerazioni sono valide per tutti i tipi di organizzazioni. La pubblicità è impiegata per promuovere beni, servizi, idee, immagini, problemi, persone e qualsiasi altra cosa che gli inserzionisti desiderino pubblicizzare o promuovere. A seconda di che cosa viene promosso, la pubblicità può essere classificata come pubblicità istituzionale o pubblicità di prodotto. La pubblicità istituzionale promuove le immagini, le idee e le questioni politiche inerenti alle organizzazioni. Può 18 Vendita personale e promozione delle vendite O B I E T T I V I Dopo avere studiato questo capitolo, dovreste essere in grado di: 1 Definire la vendita personale e comprenderne lo scopo. 2 Descrivere le fasi fondamentali del processo di vendita personale. 3 Identificare i tipi di personale della forza vendita. 4 Comprendere le decisioni e le attività di gestione delle vendite. 5 Spiegare che cosa sono le attività di promozione delle vendite e come si usano. 6 Riconoscere specifiche tecniche di promozione delle vendite dirette al consumatore e di promozione delle vendite dirette al distributore 384 La realtà virtuale rende più efficace la vendita A nche se molti associano il concetto di realtà virtuale (VR, virtual reality) ai videogame e ai film di fantascienza, questa tecnologia viene sempre più applicata a situazioni di vendita. La realtà virtuale è una tecnologia che permette a una persona di «entrare» in un mondo animato creato da un computer. Di solito un utilizzatore indossa un paio di occhiali speciali che gli permettono di vedere il mondo virtuale creato dal programmatore di computer. I programmi di realtà virtuale sono anche interattivi e consentono di incorporare nel mondo virtuale i movimenti dell’utilizzatore. Un’impresa che lavora da tempo allo sviluppo di strumenti di realtà virtuale per le vendite è la Electronic Data Systems Corporation (EDS) [www.eds.com], che commercializza a livello mondiale sistemi di tecnologia dell’informazione. La EDS ha creato un centro VR dove è in grado di usare questa tecnologia per testare vari aspetti dei suoi prodotti e permettere ai clienti di creare scenari per sperimentare i propri. Per esempio, la Home Depot potrebbe impiegare questa tecnologia per mostrare ai clienti differenti assetti dei mobili da cucina, in termini di stili e colori, prima di procedere all’acquisto effettivo. I clienti potrebbero spiegare a un venditore della Home Depot ciò che desiderano e il venditore potrebbe creare virtualmente la loro cucina ideale. I clienti sono perfino in grado di «usare» la cucina virtuale, simulando la preparazione del cibo, la cottura e le pulizie, e testandone in tal modo la funzionalità. Con pochi click, anziché dover riorganizzare una cucina reale, il venditore potrebbe illustrare ai clienti anche soluzioni diverse: tale tecnologia gli consente di presentare vari prodotti e opzioni di prodotti in una frazione del tempo che avrebbe dovuto impiegare senza la VR. Inoltre, coordinando il sistema VR con il database di gestione delle scorte dell’impresa, il venditore può essere certo di mostrare ai clienti soltanto quei prodotti che sono disponibili nel punto vendita. La EDS offre alle imprese clienti anche l’opportunità di incorporare la realtà virtuale nei loro siti Web, facendo sembrare reali i prodotti. I clienti non devono più affidarsi soltanto all’immagine di un oggetto: essi sono in grado di interagire real- CAPITOLO 18 Vendita personale e promozione delle vendite 385 mente con il prodotto prima di decidere se acquistarlo. Per esempio, un’agenzia immobiliare può usare la VR per mostrare ai potenziali locatari quale aspetto avrà uno spazio destinato a ufficio o a punto vendita al dettaglio. Perfino i venditori stessi possono entrare nell’ambiente vituale per interagire con clienti e prodotti. Questo tipo di applicazione permette al venditore e al cliente di simulare esattamente come funzionerà il sistema. In tutte queste applicazioni potenziali, la realtà virtuale consente al personale di vendita di rendere dinamiche le presentazioni, in modo che i potenziali clienti possano capire se un prodotto è in grado di soddisfare i loro bisogni e desideri.1 Per molte organizzazioni disporre di una forza vendita ben addestrata ed efficace è importante per il mantenimento di relazioni soddisfacenti di lungo periodo con i clienti e per il raggiungimento del successo dell’impresa. Come abbiamo visto nel Capitolo 16, la vendita personale e la promozione delle vendite sono due elementi utilizzabili nel mix promozionale. La promozione delle vendite è talvolta l’unico strumento promozionale di un’impresa, pur essendo generalmente impiegata in associazione con altri elementi del mix promozionale. Essa svolge un ruolo sempre più importante nelle strategie di marketing. La vendita personale sta diventando più professionale e sofisticata e i venditori stanno svolgendo funzioni sempre più simili a quelle di consulenti. In questo capitolo ci concentreremo sulla vendita personale e sulla promozione delle vendite. Prima considereremo gli scopi della vendita personale e poi le sue fasi principali. Quindi esamineremo i tipi di venditori e le modalità della loro selezione. Poi prenderemo in esame le principali decisioni di gestione della forza vendita (sales force management), comprendenti l’istituzione di obiettivi per la forza vendita e la determinazione della sua dimensione; il reclutamento, la selezione, l’addestramento (formazione), la remunerazione e la motivazione dei venditori; la gestione dei territori di vendita e il controllo e la valutazione delle performance della forza vendita. Infine analizzeremo alcune caratteristiche della promozione delle vendite, i motivi per impiegarla e i metodi di promozione delle vendite utilizzabili in un mix promozionale. Che cos’è la vendita personale? vendita personale Comunicazione personale retribuita che mira a informare i clienti e persuaderli ad acquistare prodotti in un contesto di scambio La vendita personale (personal selling) è una forma di comunicazione personale remunerata, che tenta di informare i clienti e di persuaderli ad acquistare prodotti in un contesto di scambio. Per esempio, un venditore che illustra a un cliente i vantaggi di un’asciugatrice Kenmore in un punto vendita della Sears è impegnato in un’attività di vendita personale. La vendita personale ha scopi che variano da impresa a impresa, però comporta di solito di trovare clienti potenziali, persuaderli ad acquistare e mantenerli soddisfatti. Anche se il pubblico può nutrire opinioni negative in relazione alla vendita personale, gli stereotipi sfavorevoli dei venditori stanno cambiando grazie alle attività di grandi imprese, associazioni di vendita professionale e istituzioni accademiche. La vendita personale conferisce agli operatori di marketing la massima libertà di adattare un messaggio in modo da soddisfare il bisogno di informazioni dei clienti. Rispetto ad altri metodi di promozione, la vendita personale è il più preciso, perché permette agli operatori di marketing di focalizzarsi sulle prospettive di vendita più promettenti. Altri elementi del mix promozionale sono diretti a gruppi di persone tra le quali possono non esserci clienti potenziali. Nel mix promozionale la vendita personale è però generalmente la componente più costosa. Il costo medio di una visita di vendita nei mercati industriali (business-to-business) è di circa 170 dollari.2 I venditori devono essere al corrente delle azioni dei concorrenti. Essi devono monitorare lo sviluppo di nuovi prodotti e raccogliere informazioni sulle attività di vendita della concorrenza nelle aree geografiche di propria pertinenza; devono sapere quante volte e quando i concorrenti fanno visita ai clienti e che cosa dicono sia dei propri prodotti sia di quelli degli altri. Per esempio, nella Scientific-Atlanta (ex Power TV)