Riconoscere nel cielo la Stella Polare Luca 4,16-30 É importante riconoscere nel cielo la Stella Polare. Però questo serve se sappiamo dove andare, qual é la meta da raggiungere. Allora è importante avere un itinerario, una meta. Luca ci aiuta a comprendere quale era l’itinerario di Gesù, la sua meta in Lc 4,16-30: questa sarà la Stella Polare della sua missione. Prima di addentrarci nel testo facciamo due premesse. La prima riguarda la collocazione della narrazione nella struttura del suo scritto. Sia Marco che Matteo collocano la visita di Gesù a Nazaret all’interno della sua missione (Marco 6,1-6a e Matteo 13,53-58). Luca la colloca all’inizio della missione di Gesù. Luca è un abile narratore, conosce bene il greco ed è intelligente, si accorge che non tutto quadra, dato che la missione non è ancora cominciata. Ma di proposito costruisce la scena, per cui questa ha un significato profondo. Scrive il manifesto di Gesù in caratteri cubitale per avvertire il lettore: fermati, fai attenzione, osserva! La seconda riguarda la struttura della narrazione, seguiamola: 1° vv 16-20 azione di Gesù: entra nella sinagoga e legge il profeta Isaia reazione: tutti gli occhi sono fissi sulla sua persona 2° vv 21-22 azione di Gesù: Gesù parla reazione: testimoniano... ma non è il figlio di Giuseppe? 3° vv.23-29 azione di Gesù: Gesù parla di nuovo reazione: rabbia e decisione di eliminarlo. 4º v.30 conclusione: Gesù passando in mezzo a loro si allontana. È un Gesù misterioso quasi giovanneo. Osserviamo un crescendo: aspettativa – scetticismo – furia omicida. È il manifesto della missione di Gesù, la sua Stella Polare. Luca da a questa narrazione grande importanza e lo capiamo da come la costruzione é curata e le cuciture all’interno del testo sono minuziose. 1. Lc 4,16-20: constatiamo qui come Luca è narratore di primordine, ci prende per mano e ci conduce, indicando il cuore dello scritto, dove dobbiamo fermarci e riflettere. a v 16 va alla sinagoga b v 16 si alza per leggere c v 17 gli diedero d v 17 aprì e lesse e vv 18-19 citazione di Isaia d’ v 20 chiuse il rotolo c’ v 20 lo diede b’ v 20 sedette a’ v 20 nella sinagoga È una struttura concentrica; al centro la lunga citazione del profeta Isaia. Perché questa citazione è importante? In che senso è importante? • È lo Spirito che unge Gesù. Dichiarando queste parole Gesù riconosce che la missione ricevuta nel battesimo è confermata dallo Spirito. La missione non è una proprietà personale, ma di Dio che la conferma con l’unzione dello Spirito. Romano Guardini scrisse: Lo Spirito Santo è presente nei nostri ambienti che risuonano di vuoto. • C’è un’insistenza nell’affermare che il colorito della missione é la liberazione. L’annuncio non è autentico senza la liberazione. Dio libera dalla schiavitù dell’Egitto per realizzare un’alleanza con il suo popolo. La liberazione è il presupposto fondamentale dell’alleanza. Una vera relazione può esistere solo fra persone libere. • Analizzando Is 61,1-2 avvertiamo che non si parla di liberazione degli oppressi che invece si trova nella seconda parte di Is 58,6. Luca lo inserisce qui eliminando la prima parte di questo versetto, che poteva offrire un colorito spiritualista. Luca con insistenza sottolinea la liberazione affermando che l’annuncio, la buona notizia libera e restituisce dignità umana a chi l’ha perduta. Il colore della salvezza è umano. Questo colore è proprio della comunità lucana, nessun’altro evangelista colora la missione di Gesù con il colore dell’umanità, la salvezza non è spiritualizzata, ha un nome: dignità umana. • Notiamo che alla citazione di Isaia elimina 61,2b che parla del giorno della vendetta. L’evangelista sempre presenta la missione di Gesù in senso positivo: Gesù é il volto della paternità di Dio che restituisce la dignità umana. • Annuncia l’anno giubilare indicato nel libro del Levitico. In realtà non si è mai realizzato, come avrebbe potuto! Resta come ideale e indica la nostra infedeltà al Progetto di Dio. 2. Lc 4,21-22: oggi si sono compiute queste scritture. ‘Oggi’ è uno dei temi lucani, lo incontriamo varie volte: 2,11; 4,21; 5,26; 13,32; 19,9; 23,43. È l’oggi della salvezza. La salvezza s’incarna nell’oggi, nel quotidiano. Dio non ha paura delle ambiguità umane, delle sue chiusure, entra nella storia e l’apre alla speranza. Un rabbi chiese ai suoi discepoli: – dove Dio è presente? – risposero – ogni luogo manifesta la presenza di Dio – no, egli rispose, Dio è presente dove lo si lascia entrare. La Scrittura si realizza oggi. È il tema lucano dell’ascolto che ci ricorda che Israele è il popolo dell’ascolto Dt 6,1s. Ascolto che attualizza la Scrittura nell’oggi, nel quotidiano della storia. 3. Lc 4,23-29: Gesù ricorda quanto avvenne ai profeti Elia e Eliseo. Destino dei profeti é di essere rifiutati. Costitutivo della missione, se é fedele alla Stella Polare di Gesù, é il rifiuto. Gesù richiama l’attenzione sul fatto che gli straneiri sono aperti alla buona notizia, al progetto di Dio maggiormente che i propri connazionali. Questo provoca ira! La conclusione della narrazzione ci aiuta a penetrare la dinamica del rifiuto: Gesù andava in mezzo a loro nel suo cammino. Questo verbo andare è al tempo imperfetto nel testo originale greco, è il tempo della continuità. Forse era una dinamica della comunità primitiva, anche Matteo nel capito 10 usa l’imperfetto per ricordare che la missione continua nonostante il rifiuto. Ogni volta che si sperimenta il rifiuto, sia personale che comunitario è importante ricordare che la missione continua, oltre... 4. Alcuni spunti per la riflessione Per la comunità lucana la salvezza ha il colore della dignità umana. Ce lo confermano alcune narrazioni proprie di questo vangelo: la peccatrice (7,36-50), Zaccheo (19,1-10), il figlio che se ne andò e ritorna (15,11-32). In queste narrazioni Gesù restituisce la dignità umana perduta. La Buona Notizia è presenza che annuncia un Dio che ama e libera. Presenza umana che è forza terapeutica che guarisce le ferite dell’umanità. A un amico sindacalista scriveva don Milani: Sono al tuo fianco, sarò con te quando andrai a sfondare i cancelli del ricco che ti ha derubato e quando avremo fatto questo io ritornerò davanti al mio Signore crocefisso. Dostoievski nel suo libro Il Grande Inquisitore scrive: Gesù hai sbagliato quando non hai trasformato le pietre in pane. L’umanità cerca pane, miracoli, potere, cambiare la tua opera per... È chiaro che è necessario dare pane, ma... Questo ci ricorda che non dobbiamo spiritualizzare tutto, nè materializzare tutto, ma essere presenza che rivela la dimensione umana della salvezza. Il rifiuto è la sfida del credente, della comunità. Dipendere dal numero, dal successo... ciò che davvero conta è la fedetà al messaggio. Le masse, gli indici di preferenza, non entrano nella logica evangelica. la logica evangelica non compete con i media, è la logica del resto, dei piccoli, del fiume sotterraneo. Il valore del tema ‘oggi’. Leggiamo il salmo 90 e ci accorgeremo che il nostro tempo non è divino. Ciò che è nostro, umano è la parzialità, il frammento. Questo può logorare, ma ha senso se è fedele alla Stella Polare. È possibile fare programmi eterni? Come farli? L’eternità non è umana, umana è la parzialità, l’oggi, il presente, il quotidiano che assume senso e valore se inserito nel Progetto di Dio, nel Progetto di Vita. Il nostro tempo è tempo di ‘usa e getta’. Tempo di precarietà che può essere riscattato nell’oggi del credente. E’ importante recuperarlo come benedizione: l’eternità non appartiene all’umanità, l’umanità appartiene al quotidiano, la storia. Urge saper attualizzare. Attualizzare, verbo che possiamo condensare in questa espressione: “fedeltà dinamica”. Gesù legge il profeta Isaia e lo attualizza nell’oggi della sua storia. Trascura qualcosa, aggiunge altro... Attualizza per il suo tempo. Per Gesù non esiste dogmatismo, esiste solo la Vita. Tea Frigerio