Piccola Macchia…
interpretando Miro’.
OBIETTIVO DI APPRENDIMENTO: Trasformare materiali con immaginazione
e fantasia, sperimentando forme espressive
evocative dell’arte contemporanea.
Piccola Macchia di Lionel Le Néouanic, oltre che un omaggio allo scrittore illustratore
olandese Leo Lionni, che scrisse “Piccolo Blu e Piccolo Giallo”, vuole essere un remake
di grandi quadri, in onore a pittori come Mirò, Picasso, Matisse, Kandinsky.
Infatti, i giochi che Piccola Macchia realizza con i suoi amici ricordano soprattutto le opere
del surrealista spagnolo Mirò.
“Niente è banale o stupido, anche la cosa più banale può trasformarsi
in qualcosa di meraviglioso.
Segni e macchie mi danno stimoli e idee nuove,
ai miei occhi si trasformano in persone, animali e cose grazie alla qualità magica del segno.”
(Joan Mirò)
Racconto:
Piccola Macchia
di Lionel Le Nèouanic
La protagonista di questa storia non ha una forma: è una macchia.
Una macchia nera senza occhi, bocca, braccia e gambe. Una macchia e basta.
Piccola Macchia è sola e si annoia senza amici; se ne sta tutto il giorno nel suo angolino.
“Perché te ne stai lì tutto il giorno?” dice la mamma. “Vai a cercare qualcuno con cui giocare!”
E Piccola Macchia parte alla ricerca di nuovi amici. Cerca di qua… Cerca di là… Cerca dappertutto.
Ma proprio dappertutto dappertutto, senza però trovare un solo amico. Poi, ad un tratto, sente delle grida.
È un gruppetto di piccole forme che litigano, perché non riescono a mettersi d’accordo per giocare.
Ci sono: Piccolo Quadrato, Piccolo Cerchio, Piccolo Triangolo, Piccolo Rettangolo e Piccolo Rombo.
Piccola Macchia si avvicina e, timidamente, dice:
“Salve ragazzi…ehm… posso giocare con voi?”.
“Ma non ti vedi?” l’apostrofa Piccolo Quadrato.
“Non hai forma!” dice Piccolo Triangolo.
“Sei orripilante!” dice Piccolo Cerchio.
“Sei troppo… niente!” dice Piccolo Rettangolo.
“Già tu non sei come noi!” dice Piccolo Rombo.
E tutti quanti iniziano a gridare: “Vattene, brutta macchia, vattene!”
Piccola Macchia torna a casa in lacrime. Racconta tutto alla mamma e al babbo e, tra mille singhiozzi,
dice che avrebbe fatto meglio a starsene nel suo angolino, perché è orripilante, perché è niente e non avrà
mai amici. La mamma asciuga le sue lacrime con due bacini.
“Dimentica tutte quelle sciocchezze, amore!” dice invece il babbo.
“Niente al mondo potrà impedirti di avere degli amici. Tu non lo sai, ma dentro di te c’è un tesoro,
un tesoro meraviglioso, che devi ancora scoprire e che potrai dividere con gli altri. Ascolta bene…”
Babbo Macchia parla, parla e parla per tanto tempo. Poi alla fine dice: “Ecco Piccola Macchia. Ora sai tutto.
A te la prossima mossa! Vai a far vedere a quei birbanti di cosa sei capace!”.
E Piccola Macchia torna tremante dal gruppetto di amici.
“Ancora tu!” grida Piccolo Quadrato.“Ti avevamo detto di andartene”
“Se cerchi rogne, le hai trovate!” dice Piccolo Triangolo minaccioso.
“No, aspettate, voglio farvi vedere una cosa” risponde Piccola Macchia.
Piccola Macchia si trasforma magicamente in un mostro dalla grande bocca.
“Oooh! Piccola Macchia non c’è più!” Aiuto! Soccorso! Un mostro!
Gridano le piccole forme dandosela a gambe.
“Tornate qui. Non dovete aver paura!” dice Piccola Macchia. “Sono sempre io, non mi riconoscete?”.
Subito dopo Piccola Macchia si trasforma in un elefante tutto nero, poi in una goccia e in tante altre figure!
INCREDIBILE! Piccola Macchia si può trasformare in tutto ciò che vuole!
Le piccole forme sono molto impressionate.
“Ehm… possiamo giocare con te?” chiede imbarazzato Piccolo Quadrato.
“Sì, sì, dai, per favore, dicci come si fa!” supplicano i suoi nuovi amici.
“D’accordo, allora ascoltate bene!”. E Piccola Macchia insegna alle piccole forme come si fa a trasformarsi.
“Wow! Che bello il tuo gioco, Piccola Macchia! ”dicono le forme.
Cominciano così a trasformarsi in una nuvola, un cuore, una scala, una stella…
“Possiamo trasformarci in tanti pezzi così da formare un bellissimo puzzle colorato!”
Gli amici si divertono così tanto che non vogliono più andare a casa.
Ma ormai è quasi sera ed è arrivato il momento di salutarsi. Piccola Macchia abbraccia i suoi amici e dice:
“Buona notte, domani giochiamo a mischiarci! A domani!”.
“A domani Piccola Macchia!”.
Le avventure della protagonista, una macchia nera e informe,
richiamano con immediatezza i quadri del grande surrealista Mirò.
Nelle opere del celebre artista la successione geometrica di forme
e colori è ricca e integrata da linee ritmiche. Ogni forma
contiene un valore espressivo che viene esaltato o attenuato
dalla combinazione con altre forme, segni e colori.
TRASPOSIZONE GRAFICO-PITTORICA
“Piccola Macchia”
TRASPOSIZONE GRAFICO-PITTORICA
“Gli amici di Piccola Macchia”
La scelta di avvicinare i bambini alle opere di Mirò è nata dalla
considerazione che la sua produzione propone una visione
gioiosa della vita e del mondo. Il pittore spagnolo, nella sua ricerca
artistica, ha privilegiato la semplificazione, fissando sulle tele
l’essenziale ovvero pochi segni capaci di racchiudere un
messaggio e una storia da interpretare, così come spesso i
bambini spontaneamente riescono a fare.
I bambini, privi di schermi e sovrastrutture, si sono accostati all’arte
in maniera non pregiudiziale. Le forme geometriche, i colori
“emozionali” e la musicalità che contraddistingue il surrealismo
hanno esercitato su di essi un’attrazione forte e istintiva.
I nostri alunni hanno apprezzato senso e contenuto delle opere,
animando con entusiasmo il dialogo e lo scambio culturale
attraverso la verbalizzazione delle impressioni e delle emozioni
suscitate dall’incontro con Mirò.
“Vedo un gatto, un umano, un pianeta…”
“Vedo un gattino con un pianeta e lo
zainetto sulle spalle, una stella, una faccina
viola che sembra una pietrina…”
“Vedo una faccia, una palla, le corna,
uno zaino e una stella…”
Superando tutto ciò che è figurazione e rappresentazione del
reale, i bambini sono stati incoraggiati ad esprimere le sensazioni
personali, sperimentando la forza che linee, segni e colori possono
comunicare.
“L’arte dei bambini è la manifestazione più fertile della mente!”
Joan Mirò
Le insegnanti
Laura Atena PITARRA
Simona ROSSETTI