“Assaggio” di genetica AO 13/01/14 Ogni carattere ereditario è controllato da due geni simili, uno per ogni genitore. Ogni autosoma in una coppia corrisponde al suo omologo nel tipo di geni che esso contiene. Tipi differenti di geni. Gene dominante - gli effetti sono visibili; capacità di mascherare gli effetti del gene recessivo per lo stesso carattere. (Lettera maiuscola) Gene recessivo - gli effetti sono mascherati da quelli del gene dominante per lo stesso carattere. (Lettera minuscola) Genotipo - combinazione dei geni all’interno della cellula di un individuo. Fenotipo - modo in cui il genotipo viene espresso; come le caratteristiche individuali dipendono dal genotipo. Omozigote - genotipo con due forme identiche di un carattere. Eterozigote - genotipo con due differenti forme di un carattere. Portatore - persona che possiede il gene per un carattere recessivo, ma non lo manifesta. Dove siamo arrivati? 1. Capire il meccanismo di trasmissione delle malattie genetiche attraverso gli alberi genealogici 2. Capire come i geni in alcuni casi mutano (dando luogo a alterazioni che portano a sviluppare malattie come i tumori) o controllano fenomeni complessi La mappatura del DNA ad oggi è stata utile essenzialmente a migliorare la conoscenza dei tumori e a studiare aspetti genetici del CANCRO che, senza questo strumento, sarebbe stato impossibile capire Le leggi della genetica 3° legge Mendel 1° e 2° legge Mendel Gli Alberi genealogici : I simboli maggiormente utilizzati Le malattie genetiche Molte malattie genetiche sono legate ad un singolo gene e possono verificarsi diverse modalità di trasmissione: 1.trasmissione autosomica recessiva 2.trasmissione autosomica dominante 3.trasmissione legata al cromosoma X (dominanti o recessiva) Albero genealogico : mostra la comparsa di fenotipi (e alleli) in più generazioni di individui imparentati I numeri romani indicano la generazione, i numeri arabi identificano, invece, l'individuo. Malattie autosomiche recessive • Le malattie autosomiche recessive sono causate dalla mutazione di un singolo gene, costituito da due alleli: un allele lo ereditiamo dalla madre, l'altro dal padre. • Se il figlio eredita l'allele recessivo mutato da entrambi i genitori sarà malato; se, invece, eredita un allele mutato ed uno normale, si dice che è portatore sano della malattia. • Esempi di malattie autosomiche recessive sono: la fibrosi cistica, la fenilchetonuria, l'anemia mediterranea (o talassemia) o l'albinismo. • Il figlio di due portatori sani ha una probabilità su quattro (ovvero il 25%) di ereditare l'allele mutato da entrambi i genitori e, quindi, di essere affetto dalla patologia. • Caso genitori portatori sani (Aa x Aa) • Caso 1 genitore portatore sano (Aa x AA) Eredità autosomica recessiva • I-1 è malato (omozigote aa) e non ha nessun figlio affetto. Se la malattia fosse stata autosomica dominante, è molto probabile che si sarebbe manifestata in qualcuno dei suoi figli. • I-3 e I-4 sono evidentemente entrambi portatori della malattia così come II-4 e II-5 e questo spiega la presenza di figli malati per entrambe le coppie. Eredità autosomica recessiva • Spesso si tratta di geni rari • Il carattere non si presenta in tutte le generazioni ( salta una generazione). • Di solito un individuo affetto ha due genitori non affetti; però, se entrambi i genitori sono affetti, lo saranno anche tutti i loro figli. • La frequenza è la stessa nei due sessi . Malattie autosomiche dominanti • Solitamente, in questo caso, il bambino eredita un allele normale da un genitore ed uno mutato dall’altro: quello mutato domina ed il bimbo è affetto da una malattia genetica autosomica dominante. • Il problema è che molte di queste malattie si palesano solo in età adulta, come la malattia del rene policistico dell’adulto, il cancro ereditario alla mammella o la Corea di Huntington, ipercolesterolemia familiare • Indipendentemente dal sesso del genitore malato, la malattia autosomica dominante si trasmette ai figli/e con una probabilità del 50%. • Il bambino può essere la prima persona della famiglia affetta dalla patologia autosomica dominante: questo avviene se si verifica una nuova mutazione genetica nella cellula uovo o nello spermatozoo che hanno dato origine alla nuova vita. • Nessuno dei due genitori è affetto e raramente la coppia avrà un altro bambino con lo stesso problema; il bambino malato potrà, però, trasmettere la malattia ai suoi futuri figli. Eredità autosomica dominante • Dato che l'allele dominante con un tratto patologico è abbastanza raro, è difficile trovare omozigoti dominanti AA per quel carattere. • Il carattere si presenta in tutte le generazioni. Normalmente un individuo affetto ha almeno un genitore affetto. • Compare con la stessa frequenza nei due sessi. Eredità legata ai cromosomi sessuali • Ci sono delle patologie genetiche che dipendono da geni collocati sul cromosoma sessuale X, che presenta molti geni importanti per la crescita di un individuo. • Il cromosoma Y, invece, è piccolo e contiene i geni necessari per lo sviluppo maschile e la produzione degli spermatozoi: eventuali difetti su questo cromosoma sono correlati a deficit della fertilità maschile. Nessun gene vitale risiede solo sul cromosoma Y. Esempi di malattie recessive legate all’X sono l’emofilia, il daltonismo e la distrofia muscolare di Duchenne. Eredità recessiva legata a X • Il maschio che presenta una mutazione recessiva legata al cromosoma X la evidenzia nel fenotipo, la femmina, invece, sarà portatrice sana. Proprio per questo vi è un numero maggiore di maschi colpiti rispetto alle femmine. Eredità dominante legata a X • Il padre affetto trasmette il carattere a tutte le figlie, che ne saranno affette ed a nessun figlio maschio. • il maschio trasmette la malattia a tutte le figlie femmine che, a loro volta, la trasmetteranno a metà dei loro figli, indipendentemente dal sesso. Eredità legata al cromosoma Y • I padri trasmettono il tratto ai figli maschi. Se ci sono delle mutazioni patologiche in questa sede spesso la persona affetta non può avere figli perchè si tratta di mutazioni in geni che regolano la fertilità. Un'eredità di un tratto legato al cromosoma Y presenta questo andamento, esclusivamente maschile: • Molti caratteri sono detti multifattoriali cioè dipendono dalla azione combinata di più geni. – Colore occhi – Altezza – Colore della pelle • In alcuni casi si verifica il fenomeno della Codominanza (es.gruppi sanguigni) Genetica dei gruppi sanguigni cromosoma 9 Il sistema Rh cromosoma 1 1940 Landsteiner e Wiener : scoperta antigene D denominato fattore Rh. In seguito sono stati scoperti altri antigeni denominati C (C grande), c (c piccolo), E (E grande), e (e piccolo) che insieme all’antigene D (D grande) formano il sistema Rh. L’antigene più importante è il D ed è presente in circa l’85% dei soggetti. Trasmissione autosomica dominante . Rh + : hanno D Rh - : non hanno D (d) Esiste una variante chiamata Du. Il Du è considerato Rh positivo come donatore e Rh negativo come ricevente. Gli anticorpi del sistema Rh sono anticorpi immuni (si formano in un individuo solo in seguito al contatto con un antigene), per cui se un sogetto Rh negativo riceve sangue Rh positivo (attraverso trasfusione di sangue o passaggio dei globuli rossi dal neonato alla madre) si ha produzione di anticorpi diretti contro i globuli rossi che possiedono antigene D. I globuli rossi trasfusi sono distrutti. Malattia emolitica del neonato • La malattia emolitica del neonato da incompatibilità Rh si può verificare qualora i globuli rossi del figlio Rh positivo passino per via transplacentare nel circolo della madre Rh negativa, durante la gravidanza o il parto. • Se la madre s’immunizza, forma cioè alloanticorpi anti-Rh positivo, generalmente anti-D, questi potranno attraversare la placenta e distruggere i globuli rossi di un successivo figlio Rh positivo. • Anche altri antigeni del sistema Rh, in particolare c ed E, se presenti nel figlio e assenti nella madre possono stimolare in essa anticorpi e quindi malattia emolitica del neonato. • Con l’uso delle immunoglobuline (IgG) anti-D, ricavate dal siero di soggetti con anticorpi anti-Rh e iniettato alle donne Rh negative dopo il parto di un figlio Rh positivo, si previene l’immunizzazione materna quasi nel 99% dei casi. Altri sistemi….. • Oltre agli antigeni del sistema AB0 e Rh esistono sui globuli rossi numerosissimi altri antigeni raggruppati o no in sistemi: Kell, Duffy, Kidd, MNSs, P, Lutheran,Lewis, Diego, Auberger, Scianna, Sid ecc. • Tutti gli antigeni eritrocitari sono ereditati come caratteri mendeliani semplici autosomici. • Tra gli antigeni menzionati, sono implicati in problemi trasfusionali e nella malattia emolitica da incompatibilità maternofetale principalmente il Kell (K), il Duffy (Fy) e il Kidd (Jk). Distribuzione nella popolazione Rh+ Rh- Gruppo 0 79% 21% Gruppo A 76% 24% Gruppo B 89% 11% Gruppo AB 97% 3% O A B AB Italia Settentrionale 40% 44% 11% 5% Italia Centrale 39% 45% 12% 4% Italia Meridionale 41% 19% 28% 12% Media sull'intero territorio 40% 36% 17% 7% Media in Europa 40% 40% 15% 5% Curiosità……. Bocciata la dieta dei gruppi sanguigni "Non è scientificamente valida" Uno studio dell'Università di Toronto, pubblicato su Plos one, sconfessa il metodo inventato dal naturopata statunitense D'Adamo. "Il modo in cui ciascun individuo risponde a un'alimentazione vegetariana o povera di carboidrati ha a che vedere solo con la sua capacità di adattarsi a quello specifico regime dietetico" Repubblica, 20 Gennaio 2014 ABO Genotype, ‘Blood-Type’ Diet and Cardiometabolic Risk Factors Jingzhou Wang, Bibiana García-Bailo, Daiva E. Nielsen, Ahmed El-Sohemy mail Published: January 15, 2014 Abstract Background The ‘Blood-Type’ diet advises individuals to eat according to their ABO blood group to improve their health and decrease risk of chronic diseases such as cardiovascular disease. However, the association between blood type-based dietary patterns and health outcomes has not been examined. The objective of this study was to determine the association between ‘blood-type’ diets and biomarkers of cardiometabolic health and whether an individual's ABO genotype modifies any associations. Methods Subjects (n = 1,455) were participants of the Toronto Nutrigenomics and Health study. Dietary intake was assessed using a one-month, 196-item food frequency questionnaire and a diet score was calculated to determine relative adherence to each of the four ‘Blood-Type’ diets. ABO blood group was determined by genotyping rs8176719 and rs8176746 in the ABO gene. ANCOVA, with age, sex, ethnicity, and energy intake as covariates, was used to compare cardiometabolic biomarkers across tertiles of each ‘Blood-Type’ diet score. Results Adherence to the Type-A diet was associated with lower BMI, waist circumference, blood pressure, serum cholesterol, triglycerides, insulin, HOMA-IR and HOMA-Beta (P<0.05). Adherence to the Type-AB diet was also associated with lower levels of these biomarkers (P<0.05), except for BMI and waist circumference. Adherence to the Type-O diet was associated with lower triglycerides (P<0.0001). Matching the ‘Blood-Type’ diets with the corresponding blood group did not change the effect size of any of these associations. No significant association was found for the Type-B diet. Conclusions Adherence to certain ‘Blood-Type’ diets is associated with favorable effects on some cardiometabolic risk factors, but these associations were independent of an individual's ABO genotype, so the findings do not support the ‘Blood-Type’ diet hypothesis. • "Non ci sono basi scientifiche solide per dimostrare questa tesi. Per validare una teoria occorrono evidenze epidemiologiche, cliniche, indagini che forniscano dati solidi con strumenti comprovati scientificamente e che qui non ci sono. I gruppi sanguigni più noti, e su cui si basa la dieta, sono quattro, in realtà i fattori ematici che si potrebbero prendere in considerazione, per voler tentare un'improbabile distribuzione della popolazione su questa base, sono almeno una ventina". E' ancora presto per proporre un regime alimentare che si basa sulla genetica? "Da quando abbiamo gli strumenti per indagare il genoma, la ricerca sulle relazioni tra genetica e alimentazione risulta sempre più complessa - dice Virgili, - ci stiamo rendendo conto di quanti fattori, sia genetici che ambientali, concorrano a determinare il nostro rapporto con gli alimenti e di riflesso con la nostra salute. La pretesa di determinare la dieta ottimale seguendo la genetica è ancora una cosa assurda, molto prematura e ingiustificata. E' vero che qualcuno può essere più predisposto da un punto di vista genetico a sviluppare malattie cardiovascolari, ma non è detto che si ammali. Questo spiega come mai anche due gemelli possano talvolta ammalarsi di patologie diverse". ( Fabio Virgili del Consiglio per la sperimentazione e Ricerca in Agricoltura, esperto in alimentazione e genetica) Staminali Oncologia Malattie genetiche Dove siamo arrivati???? Telomeri Farmacogenomica Microbioma Micro RNA Test genetici Micro RNA (RNA interference), frammenti di materiale genetico che controllano alcune fasi-chiave dello sviluppo delle cellule tumorali • TEST PREDITTIVI Si iniziano a conoscere, dei circa 23mila geni che compongono il genoma umano, quali sono coinvolti nelle diverse neoplasie Brca1 e Brca2 per i tumori del seno e dell’ovaio (gene p16)Melanoma ereditario Ras per il tumori di pancreas e colon Pml-rar per la leucemia acuta Bcr-abl per la leucemia mieloide cronica recettore Egfr per il polmone • In questi casi, in pratica, test del Dna appositamente studiati dai ricercatori permettono di capire se una persona ha più probabilità di sviluppare un tumore Ereditarietà e tumori • La maggior parte dei tumori sono sporadici, cioè le alterazioni del DNA (mutazioni) si sviluppano casualmente a livello delle cellule somatiche. • Solo una piccola, anche se significativa, percentuale dei tumori sono ereditari. Oggi si stima che circa il 7% dei tumori alla mammella, il 10% dei tumori ovarici, circa il 5-10 % dei tumori colorettali, e circa il 20% dei tumori midollari della tiroide abbiano una componente eredo-familiare. • In questi tumori le mutazioni del DNA insorgono a livello delle cellule germinali o riproduttive e quindi potranno essere trasmesse alla progenie. • L’individuo avrà alla nascita quel difetto genetico su uno o più geni in tutte le cellule dell’organismo, e sarà quindi predisposto a sviluppare una neoplasia quando, nel corso della vita, altre mutazioni si sommeranno a quella predisponente. • Il test di predisposizione genetica è indirizzato a quelle persone che ad una approfondita anamnesi familiare risultano con elevata e specifica incidenza di malattie neoplastiche nelle generazioni precedenti, e pertanto ad elevato rischio di essere portatori di mutazione germinale. Il genetista, con il consenso informato della persona, deciderà se procedere con il test diagnostico di mutazione del DNA. BRCA1 e BRCA2 • BRCA1 e BRCA2 sono geni onco-soppressori localizzati rispettivamente sul cromosoma 17 e sul cromosoma 13 • Il test genetico determina se una persona presenta o meno delle mutazioni ( con perdita della funzione di onco-soppressore) a livello del gene BRCA1 o BRCA2. Circa il 14% dei tumori alla mammella ed il 10% dei tumori ovarici siano causati da mutazioni ricorrenti a livello del gene BRCA1 e BRCA2. Un risultato positivo significa che sono state identificate una o più specifiche mutazioni, e quindi può essere stimato in termini probabilistici il rischio di sviluppare il tumore associato a quel tipo di mutazione. A seguito di approfonditi studi effettuati su famiglie a rischio, è stato accertato che le donne che possiedono mutazioni ereditarie a livello dei geni BRCA1 o BRCA2 rischiano di sviluppare un tumore alla mammella nell’87% dei casi, contro una probabilità del 10% dei non portatori di mutazioni Il rischio di sviluppare un tumore ovarico in caso di ricorrenza di mutazioni in uno dei due geni in questione è, invece, compreso tra il 44-60%, rispetto all’1% di probabilità dei non portatori. • • • EREDITARIETA’: autosomica dominante Campione di sangue necessario: 2 ml Le Leucemie • Le cellule normali che si ritrovano nel sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) prendono origine da cellule immature - dette anche cellule staminali o blasti - che si trovano nel midollo osseo Nelle persone affette da leucemia vi è una proliferazione incontrollata di queste cellule, che interferisce con la crescita e lo sviluppo delle normali cellule del sangue. Se la malattia prende origine dalle cellule linfoidi del midollo osseo (dalle quali si sviluppano i globuli bianchi chiamati linfociti) si parla di leucemia linfoide, se invece la cellula di partenza è di tipo mieloide (dalla quale si sviluppano globuli rossi, piastrine e globuli bianchi diversi dai linfociti) si parla di leucemia mieloide. (acuta e cronica). In Italia vengono diagnosticati circa 15 nuovi casi ogni 100.000 persone all'anno Bcr-abl : traslocazione Leucemia mieloide cronica TERAPIA : IMATINIB (GLIVEC) Ab Monoclonale rappresenta il primo esempio in oncologia ed ematologia di un farmaco ideato razionalmente e diretto specificamente contro la proteina anomala BCR-ABL – inibitore attività tirosin chinasica Alterazioni molecolari nei tumori • Le mutazioni a carico dei geni sono in parte responsabili della crescita o della proliferazione delle cellule maligne. alterano la quantità o il comportamento di alcune proteine che alterano la divisione cellulare. • Le due maggiori categorie di geni mutati sono rappresentate dagli ONCOGENI e dai GENI ONCOSOPPRESSORI Gli oncogeni sono forme alterate di geni che normalmente regolano la crescita cellulare • il gene ras è alterato nel 25% circa delle neoplasie umane. • La proteina Ras (codificata dal gene ras) regola o fornisce il segnale per la divisione cellulare. • Nella maggior parte dei casi il gene è inattivo, ma in queste cellule maligne la proteina Ras è attiva e dà alle cellule il segnale per la divisione, anche se in condizioni normali esse non andrebbero incontro a divisione. • Gli oncogeni cellulari sono amplificati in diversi tumori maligni umani (p. es., C-myc e N-myc nel tumore polmonare a piccole cellule, N-myc nel neuroblastoma, C-erb B-2 nel tumore della mammella). • L'attivazione degli oncogeni non è stata del tutto chiarita, ma molti fattori possono contribuire ad essa, compresi i cancerogeni chimici (p. es., il fumo di tabacco) o gli agenti infettivi (p. es., virus). I geni oncosoppressori impediscono, in condizioni normali, lo sviluppo di neoplasie maligne codificando per proteine che bloccano la trasformazione e la crescita • Mutazioni del gene RB si hanno nel 30-40% di tutte le neoplasie umane e consentono alle cellule colpite di dividersi in continuazione. • Un'altra importante proteina regolatrice, la p53, previene la replicazione del DNA danneggiato nelle cellule normali e promuove la morte cellulare (apoptosi) nelle cellule con DNA alterato. La p53 inattiva o alterata permette alle cellule con DNA anormale di sopravvivere e dividersi. Le mutazioni sono trasmesse alle cellule figlie, inducendo un'elevata probabilità di sviluppare un tumore. Il gene p53 sembra essere difettoso nella maggior parte delle neoplasie umane. 2006: Parte il censimento dei geni coinvolti nei tumori • Il progetto, denominato The Cancer Genome Atlas (acronimo TCGA, come le iniziali delle basi che compongono il DNA umano: timina, citosina, guanina adenina), sfrutterà le informazioni contenute nel Progetto Genoma, cioè le sequenze dei geni dell’organismo umano decrittate nel 2000, per confrontarle con quelle ottenute da centinaia di campioni di altrettanti pazienti oncologici, fino a identificare le differenze tra il DNA sano e quello malato. L’obiettivo • Individuare i geni-chiave responsabili dell’ONCOGENESI attraverso lo studio sistematico delle alterazioni che riguardano il Dna . • Creare una banca dati delle mutazioni genetiche coinvolte nello sviluppo di ogni forma di neoplasia, per facilitare lo studio di nuovi farmaci e di terapie sempre più precise ed efficaci. • Individuare per ogni paziente i difetti genetici che hanno portato alla sua patologia, per dargli cure su misura. • Misurare il rischio individuale di malattie, per poter giocare d’anticipo. Una Rivoluzione: la Farmacogenetica • Il DNA è identico in tutti gli individui per il 99,9 %, ma il restante 0,1% fa sì che ognuno di noi sia diverso dagli altri. • Poiché ciò che cambia è un singolo nucleotide, queste variazioni individuali, cioè un Polimorfismo a Singolo Nucleotide (o SNPs). • Sono già noti più di 2 milioni di questi SNPs ed esistono mappe di SNPs molto dettagliate, cioè mappe di come gli SNPs sono posizionati nel nostro DNA. • La farmacogenetica si studia come queste differenze determinano risposte diverse ai farmaci e come queste informazioni possano essere sfruttate per poter realizzare una terapia che tenga conto dell'unicità del genoma Un piccolo prelievo di sangue, o addirittura di saliva, sono sufficienti a fornire al medico tutte le informazioni necessarie. Nei prossimi decenni ogni cittadino potrà portare nel portafogli, insieme a carte di credito e fotografie, il suo DNA, o meglio ciò che nel suo DNA è scritto di utile per la sua salute. “Il genotipo in una tessera magnetica!” quali farmaci ci danno effetti collaterali? quali non sono efficaci su di noi? quali sono quelli giusti da somministrare? I TELOMERI L’enzima TELOMERASI (1985) ripara i telomeri che via via si accorciano RNA interference • • • Fire & Mello Nobel 2006 Piccoli RNA che silenziano alcuni geni Dal momento che i processi patologici dipendono solitamente dall'espressione sregolata di diversi geni, la somministrazione di siRNA potrebbe spegnere tale espressione . La fase I dei trial clinici di duefarmaci a RNA (in particolare per il trattamento per la degenerazione maculare) sta in effetti dimostrando che i siRNA sono ben tollerati e mostrano una buona efficacia. I siRNA e la relativa induzione di RNAi, dunque, promettono di dar vita ad una nuova importante classe di farmaci. INCROCI MONOIBRIDI NELL’UOMO • Per dimostrare le leggi di Mendel sulla segregazione si possono usare molti caratteri umani. Questi caratteri sono controllati da un singolo gene che presenta due alleli, ciascuno dei quali causa un fenotipo distinto. • Mento con fossetta. La fossetta nel mento è un carattere dominante. (D, allele per la fossetta; d allele per l'assenza di fossetta). • Lobo dell'orecchio staccato. I lobi sono staccati nella maggior parte delle persone ( E, allele dominante), ma negli individui con due geni recessivi (e) i lobi sono direttamente attaccati al cranio. Per accertare il vostro fenotipo servitevi dello specchio o delle osservazioni dei vostri compagni. • Punta della vedova. L'azione del gene dominante (W) determina la conformazione appuntita, in mezzo alla fronte, dell'attaccatura dei capelli. L'allele recessivo (w) determina una linea continua. Trala-sciale questo carattere se la vostra attaccatura dei capelli risente dell'effetto di qualche gene per la calvizie. • Dita intrecciate. Alcune persone, intrecciando le dita, pongono quasi invariabilmente il pollice sinistro sopra al destro (gene dominante F). Altri mettono invece il destro sopra al sinistro (allele recessivo f). • Mignolo ricurvo. Un gene dominante (B) fa piegare verso il quarto dito l'ultima falange del mignolo (l'allele recessivo per il mignolo diritto è b). Stendete entrambe le mani sul tavolo, rilasciate la musco-latura ed osservate se i vostri mignoli sono diritti o ricurvi. • Pollice dell'autostoppista. Questo carattere, più precisamente detto iperestensibilità distale del pollice, può essere rilevato ripiegando all'indietro il più possibile la falange distale del pollice. Anche se l'e-stensibilità è abbastanza variabile, alcuni individui, per effetto di un allele recessivo h (H dominante), riescono a ripiegare il dito fino a formare un angolo di quasi 90 gradi tra le due falangi. • Muscolo palmare lungo. Chi è omozigote per il gene recessivo (l), possiede un muscolo palmare lungo che si può rilevare esaminando i tendini del polso. Stringete fermamente i pugni, flettete la mano e palpate i tendini del polso. Se ce ne sono tre, possedete il muscolo lungo palmare. Se trovate solo due tendini (manca quello grande centrale) non lo avete. Esaminate entrambi i polsi: se trovate questo carattere in uno o in entrambi avete due geni recessivi, altrimenti avete il gene dominante (L). • La capacità di arrotolare a U verso l'alto la lingua dipende dalla presenza di un allele domi-nante (U, allele recessivo u). Gli individui omozi-goti recessivi per questo allele non riescono ad arro-tolare la lingua a U.