PER IL PA Z I E N T E
C
Al/Alla signore/a
OME USARE SPRAY E AEROSOL
NON E’ AFFATTO SEMPLICE FAR ARRIVARE LA MEDICINA IN FONDO AI POLMONI, LA’ DOVE E’
DAVVERO NECESSARIA. ECCO QUALCHE SUGGERIMENTO, APPARECCHIO PER APPARECCHIO
COME SI FANNO LE INALAZIONI
Nei disturbi respiratori di adulti e bambini il medico può prescrivere un farmaco per inalazione. Usarlo sembra semplice, ma è stato dimostrato che spesso le manovre fatte per prendere le medicine sono sbagliate.
Invece, perché facciano davvero effetto, è molto importante che vengano inalate correttamente. Il loro scopo,
infatti, è di raggiungere i bronchi e i polmoni: se il respiro è troppo debole o mal sincronizzato si fermeranno
in bocca o in gola dove non sono utili.
Per i farmaci liquidi possono essere necessari apparecchi d’aerosol. A volte, invece, essi sono contenuti in bombolette
spray da tenere in tasca.
Gli ultimi arrivati sono in polvere, ma si usano pressoché nello stesso modo.
QUANDO SI NEBULIZZA
Può essere necessario usare un apparecchio per aerosol, detto anche nebulizzatore. E’ costituito da un compressore d’aria che trasforma in una nebbia, composta di finissime goccioline, la soluzione del farmaco introdotta nell’ampolla di vetro.
La quantità minima perché l’apparecchio funzioni deve essere di almeno 40 gocce, che corrispondono a circa a 2 mL. Se,
per esempio, sono state prescritte 20 gocce di medicina,è necessario aumentare il volume con altre 20 gocce di soluzione fisiologica. Questa è una miscela di acqua e sale, sterile, che si acquista in farmacia sotto forma di fialette.
Non si deve mai usare l’acqua distillata o quella del rubinetto, perché entrambe irritano i bronchi e possono causare attacchi d’asma nelle persone predisposte.
Per maggiore comodità si usano un boccaglio o una mascherina. Entrambi vanno bene,
purché il getto sia diretto verso la bocca del paziente.
distanziatore
COME RESPIRARE
boccaglio
boccaglio
Dato che il farmaco deve raggiungere i
bronchi è necessario respirare profondamente, al massimo della propria capacità e con la bocca semiaperta. Respirare superficialmente significa utilizzaFig.1
re il farmaco in modo inadeguato e ottenere
un effetto insufficiente. Per avere i risultati migliori si deve inspirare profondamente dall’inalatore per 8-10 volte. Dopo questa fase è bene interrompere e riprendere una normale respirazione per almeno 30 secondi. La pausa serve infatti a evitare la stanchezza causata da una respirazione non naturale prolungata.
Durante le pause bisogna ricordarsi di spegnere l’apparecchio per evitare che la medicina si consumi inutilmente.
E’ bene continuare con gruppi di 8-10 atti respiratori, intervallati dalle pause, fino a consumare completamente il contenuto del nebulizzatore.
Un buon apparecchio d’aerosol nebulizza una dose di 40-50 gocce in 5-10 minuti, comprese le pause. Tempi più lunghi significano che l’apparecchio è poco efficiente e che va revisionato o sostituito.
I nuovi apparecchi a ultrasuoni nebulizzano più rapidamente, tanto che vi è il rischio di non riuscire a respirare in modo
abbastanza veloce e profondo, e quindi di non potere stare loro dietro. Così la quantità di farmaco predisposta finisce
prima di poter essere inalata completamente. Per evitare ciò è consigliabile aumentare fino a 70-80 gocce il volume da
inalare, aggiungendo più soluzione fisiologica.
GLI SPRAY SONO SEMPLICI?
A volte il farmaco è contenuto in una bomboletta spray (vedi la figura 1). Questi piccoli dispositivi erogano, sotto pressione, una nuvoletta umida che contiene una quantità dosata di farmaco. La tecnica di inalazione è la seguente: si toglie
il cappuccio dal boccaglio, si agita la bomboletta e si mette il boccaglio davanti alla bocca o fra le labbra e si svuotano i
polmoni espirando.
A questo punto si preme con l’indice sul fondo della bomboletta per far uscire il getto e, contemporaneamente, si inspira
in modo vigoroso.
Il farmaco si deposita meglio sulle vie aeree se si trattiene il respiro per alcuni secondi dopo l’inalazione.
Queste informazioni le sono fornite dal suo medico e
e dalla rivista Occhio Clinico
boccaglio
Fig. 2 ✑ Per ottenere una dose di polvere, basta ruotare una volta
la ghiera alla base del dispenser e aspirare dal boccaglio
ghiera
La manovra appare semplice, ma a volte è difficile coordinare la pressione del dito sulla bomboletta col respiro. Se si inspira troppo presto o troppo tardi la sostanza non
viene veramente inalata.
Per sapere se si procede in modo corretto è utile che un’altra persona osservi la manovra, meglio se controluce davanti alla finestra. Se tutto va bene si vedrà il getto
sparire giù per la gola. Se si procede in modo non coordinato si vedrà la nuvoletta che
fluttua inutilizzata davanti alla bocca o che viene addirittura espulsa. Questo indica
che il farmaco non sta raggiungendo il suo bersaglio.
QUANDO SERVE UN AIUTO
Succede spesso che, provando e riprovando, si impari a usare la bomboletta nel modo corretto, ma
talvolta questo non accade.
In questi casi è utile un distanziatore o spacer (vedi la Fig.3 ✑ Il funzionamento del disco è simile al
figura 1). Si tratta di un accessorio di plastica traspa- turboinalatore. La dose si prepara premendo
rente che trattiene il farmaco erogato dallo spray, dando così alla persona il la levetta sul lato e si aspira attraverso l’apposito boccaglio
tempo di inalarlo in modo efficace ed evitando che si disperda.
L’uso del distanziatore è semplice. Si inserisce la bomboletta nell’apposito foro sagomato. Si prende poi fra le labbra il boccaglio che si trova all’altra
estremità del distanziatore. Si preme sul fondo della bomboletta per
spruzzare il farmaco dentro il distanziatore e, subito dopo, si inspira profondamente, trattenendo poi il respiro per alcuni secondi. Se
sono necessarie due dosi di spray, tutta l’operazione andrà ripetuta a breve distanza.
boccaglio
SE E’ UNA POLVERE
Fino a qui si è parlato di aerosol umidi, in cui il principio attivo è
sciolto in un liquido. Ma di recente sono stati messi a punto gli aerosol secchi, costituti da polveri molto fini.
Anche per questi farmaci sono disponibili dispositivi che permettono
alla sostanza di raggiungere la mucosa dei bronchi profondi. Ne esistono due: un turboinalatore, il Turbohaler® (vedi la figura 2) e un discoilevetta
nalatore, il Diskus® (vedi la figura 3).
La manovra che si deve fare per ottenere la dose è diversa a seconda del dispositivo usato ed è chiaramente spiegata nei vari foglietti illustrativi.
Ciò che più interessa è il fatto che, in entrambi i casi, la sostanza si assume inalando energicamente l’aria attraverso il
boccaglio dell’apparecchio, stretto fra le labbra.
Attenzione però: queste polveri sono molto fini e non hanno né sapore né odore. Quindi chi le usa e si aspetta di provare
qualche sensazione in bocca si sbaglia. Non si prova nessuna sensazione particolare dopo averle respirate. Tuttavia, se
la manovra è stata fatta in modo corretto, il farmaco è sicuramente giunto a destinazione e l’operazione non deve essere
ripetuta.
In tutti i casi, però, la capacità respiratoria deve essere sufficiente da permettere inspirazioni profonde. Il sistema, insomma, funziona poco se si ha un’insufficienza polmonare grave.
IL FIATO CORTO
Il respiro è il veicolo obbligato attraverso il quale avviene la distribuzione del farmaco con tutti i dispositivi considerati.
Quando si ha però un’insufficienza respiratoria grave, la quantità di aria che si riesce a far entrare nei polmoni è molto
diminuita e la distribuzione della sostanza è meno efficace.
In questi casi la terapia migliore per via inalatoria è la nebulizzazione mediante l’apparecchio per aerosol. Si ottiene così una buona assunzione della dose, perché viene frazionata e distribuita nel tempo.
L’inalazione effettuata attraverso un apparecchio d’aerosol rappresenta, inoltre, un’occasione di ginnastica respiratoria, che è sempre molto utile per questo tipo di disturbi.
Scheda a cura di Severino Dal Bo