Argomenti trattati 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Introduzione - Batteriologia generale 2 mar Virologia generale 6 mar Micologia generale 10 mar Rapporto ospite-parassita 13 mar Batteri responsabili di infezioni/intossicazioni alimentari 17 mar Agenti micotici associati a intossicazioni alimentari 20 mar Virus delle gastroenteriti e delle epatiti virali. 24 mar Le parassitosi intestinali. 27 mar La flora normale 31 mar Prebiotici e probiotici 10 apr 1 • Il risultato dell’interazione tra elementi caratteristici del microbo e fattori tipici dell’ospite che rendono possibile l’infezione 2 Requisiti di patogenicità • accedere ed aderire ai tessuti dell’ospite, penetrare in cellule permissive (contaminazione e colonizzazione infezione) • Un microrganismo è PATOGENO quando è capace di causare malattia nell’ospite • Un microrganismo è più VIRULENTO di un altro quando è dotato di un maggior grado di patogenicità • Esistono germi OPPORTUNISTI che sono incapaci di causare malattia in ospiti sani diventando PATOGENI in alcune situazioni: Immunosoppressione dell’ospite Alterazione delle barriere chimico-fisiche Alterazione della flora residente Presenza in un sito diverso da quello solito • Il processo attraverso il quale un microbo può causare una malattia Patogenicità e virulenza Patogenicità e virulenza • • • • PATOGENESI DELLE INFEZIONI • distruggere o evadere le difese dell’ospite • e quindi, danneggiare i tessuti dell’ospite Fattori di virulenza 1. Fattori che promuovono la colonizzazione/infezione 3 2. Fattori che danneggiano l’ospite 4 1 Patogenesi batterica Patogenesi virale ESPOSIZIONE E DOSE INFETTANTE Patogenicità e virulenza ovvero come i batteri causano malattia Ad agenti patogeni esogeni INGRESSO Acquisizione dell’infezione REPLICAZIONE sito primario VIREMIA E DISSEMINAZIONE REPLICAZIONE organo target Ulteriore crescita DIFFUSIONE 5 Fattori di virulenza Fattori di virulenza 1a. accesso a cellule e tessuti dell’ospite 1. Fattori che promuovono la colonizzazione a. b. c. d. e. f. 6 Accesso a cellule e tessuti dell’ospite Adesione a cellule e resistenza a rimozione fisica Invasione di cellule Resistenza alle difese immunitarie innate Evasione dalle difese immunitarie acquisite Competizione per ferro ed altri nutrienti Flagelli es. Helycobacter pylori 2. Fattori che danneggiano l’ospite a. Esotossine b. Endotossina 7 8 2 Fattori di virulenza Fattori di virulenza 1b. Adesione cellulare e resistenza a rimozione fisica 1c. Invasione di cellule: invasine es. Shigella es. Salmonella es. adesione di Neisseria gonorrhoeae ad epitelio urinario Molecole di adesione pili, fimbrie (G-) proteine di superficie, acidi lipoteicoici G+, polisaccaridi capsulari, polimeri extracellulari, eso-enzimi Type III secretion system 9 Altre agressine o invasine Si tratta di enzimi prodotti dal batterio e liberati nell’ambiente extracellulare: • la ialuronidasi e la collagenasi, che lisano rispettivamente l’acido ialuronico e il collagene, permettendo così al microrganismo di attraversare i connettivi; • le DNasi, che lisano il DNA dell’ospite presente negli essudati purulenti e consentono al batterio di utilizzare le basi azotate liberate per il suo metabolismo; • le IgA-proteasi, con cui sono distrutti gli anticorpi IgA (mucosali) • la coagulasi, che converte il fibrinogeno in fibrina, consentendo la formazione di un coagulo di fibrina che circonda i batteri e ostacola la fagocitosi da parte di fagociti • la chinasi, che dissolve il coagulo attorno ai batteri consentendo loro di invadere altri tessuti per mezzo del circolo ematico; • la lecitinasi, che attacca i fosfolipidi delle nostre membrane, si creano così dei pori utilizzati per entrare nelle cellule; • la emolisina, che attacca gli eritrociti causando la fuoriuscita di materiale cellulare come gli ioni ferro, • la leucocidina, che attacca i leucociti. 11 10 Risposta immunitaria innata: fagocitosi Le molecole complessivamente denominate PAMP -Pathogen-Associated Molecular Patterns- (peptidoglicano, acidi lipoteicoici, LPS) non sono presenti nelle cellule eucariotiche Sono riconosciute e si legano ai recettori noti sotto il nome di Endocytic PatternRecognition Receptors sui fagociti che innescano il processo di fagocitosi e distruzione del microrganismo 12 3 Fattori di virulenza Fattori di virulenza 1d. Resistenza a risposta immunitaria innata (1) 1d. Resistenza a risposta immunitaria innata (2) Type III secretion system Fuga dal fagosoma Resistenza alla distruzione Fuga dal fagosoma Listeria monocytogenes, Shigella, Rickettsia Inibizione fusione fagosoma-lisosoma Salmonella, Mycobacterium, Legionella, Chlamydia Resistenza all’interno del fagosoma Inibizione fusione Salmonella Inibizione acidificazione fagosoma Mycobacterium tubercolosis, Legionella Uccisione del fagocita Resistenza alla ingestione: • capsula • Type III secretion system 13 Staphylococcus aureus, Salmonella, Shigella, Streptococcus pyogenes 14 Fattori di virulenza Risposta immunitaria acquisita: produzione anticorpi - opsonofagocitosi 1e. Evasione della risposta immunitaria acquisita (Ab) IgG - Modificazione antigene - Mascheramento antigene es. N. gonorrhoeae es. S. aureus - Distruzione immunoglobuline: IgA proteasi IgG aumentano contatto con fagociti Opsonizzazione e fagocitosi 15 H. influenzae, S. pneumoniae, H. pilori, S. flexneri, N. meningitidis 16 4 Fattori di virulenza Fattori di virulenza 1f. Competizione per ferro ed altri nutrienti Denota la capacità di competere con successo rispetto alle cellule dell’organismo e alla flora residente per l’utilizzo di nutrienti presenti in quantità limitata come ad es. il Fe3+ Secrezione di siderofori che competono per il Fe con i composti chelanti prodotti dal nostro organismo (transferrina, lactoferrina, ferritina, emina) o presenza di recettori per i siderofori di altri batteri 2. Fattori che danneggiano l’ospite Le tossine batteriche Esotossine = tossine proteiche secrete nel mezzo Endotossina = la frazione lipidica del LPS (Gram neg.) : Lipide A 17 Esotossine Esotossine ü proteine tossiche (in genere enzimi), secrete o rilasciate per lisi della cellula, con struttura e meccanismo di azione differenti ü ottimi antigeni (immunogene) ü solubili nei liquidi corporei, trasportate attraverso sangue e linfa ü spesso rappresentano il principale fattore di patogenicità di un patogeno ü i geni sono generalmente su plasmidi o fagi ü molte proteggono i batteri dal sistema immune ü in genere sono labili al calore ü >200 tossine batteriche note 18 19 A. Esotossine che agiscono a livello della superficie cellulare 1.Tossine che agiscono a livello extracellulare 2.Tossine ciliostatiche 3.Tossine che danneggiano membrane cellulari B. Esotossine che penetrano nelle cellule bersaglio 1.Tossine che agiscono alterando il contenuto intracellulare di AMPc 2.Tossine che inibiscono la sintesi proteica 3.Tossine citotossiche per azione sul citoscheletro 4.Tossine che inibiscono la liberazione di neurotrasmettitori (metallo proteasi) 20 5 Esotossine Esotossine 1. Tossine che agiscono a livello extracellulare tossina esfoliativa o epidermolitica di Staphylococcus aureus A. Esotossine che agiscono a livello della superficie cellulare Aree di scollamento epidermico superficiale Sindrome della cute ustionata 21 Interferisce con le proteine della matrice presenti tra le cellule compromettendo la stabilità dello strato granulomatoso per cui la pelle si danneggia al minimo insulto Esotossine 22 Esotossine 2. Tossine ciliostatiche Provocano asincronia o paralisi completa del movimento ciliare con perdita di efficienza da parte dei tessuti interessati nel ripulire le mucose (Bordetella pertussis, Pseudomonas aeruginosa) 3. Tossine che danneggiano membrane cellulari (emolisine e citolisine) • attraverso la formazione di pori o canali transmembrana • per azione enzimatica sui lipidi e proteine di membrana Staphylococcus aureus H2O Tossina α Fosfolipasi C bassa osmolarità Idrolizza la fosforilcolina delle membrane cellulari alta osmolarità MEMBRANA DESTABILZZATA 23 Le cellule dell’ospite si gonfiano, lisano e muoiono 24 6 Esotossine Esotossine Lecitinasi: tossina α di Clostridium perfringens Dissolveilipididi membrana,aumentala permeabilitàdicapillarie cellulemuscolari(edema) gangrena gassosa Proteasi: esotossina B di Streptococcus pyogenes B. Esotossine che penetrano nella cellula bersaglio distruzionedelle membranedelle celluledelderma fascite necrotizzante 25 Esotossine 1) Tossine che alterano il contenuto intracellulare di cAMP o bloccano EF2 a) attività enzimatica ADP-ribosilante: tossina colerica, tossina difterica 26 Esotossine 4) Tossine che inibiscono la liberazione di neurotrasmettitori Neurotossina di Clostridium tetani blocca gli impulsi inibitori spinali inibisce la liberazione dei neurotrasmettitori dai neuroni inibitori del sistema nervoso centrale PARALISI SPASTICA il gruppo ADP-ribosio è rimosso dal co-enzima NAD ed è legato in modo irreversibile ad una proteina bersaglio (G-protein, EF-2)è écAMP, blocco sintesi proteica 28 7 Endotossina Esotossine 4) Tossine che inibiscono la liberazione di neurotrasmattitori Neurotossina di Clostridium botulinum: blocca il del rilascio di acetilcolina dalle vescicole presinaptiche delle giunzioni neuromuscolari con conseguente Rilascio di LPS (Lipide A, endotossina) dalla parete dei Gram - Rilascio di molecole infiammatorie INIBIZIONE DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE PARALISI FLACCIDA 29 Ø Stabile al calore: non viene distrutta da bollitura o autoclave Ø Continuamente rilasciata dai Gram-, non è immunogenica: no vaccini Ø Si lega ai macrofagi e causa rilascio di molecole infiammatorie - Effetto pirogeno, Shock settico Ø L’effetto è dose dipendente: Basse dosi -> febbre, infiammazione 30 Alte dosi ->infiammazione sistemica, shock Il concetto iceberg dell’infezione Patogenesi delle infezioni virali 32 Nel soggetto sano adulto (eccezioni, Morbillo, Vaiolo, Rabbia, Influenza,) la produzione di malattia, punto focale della patogenesi, è un evento relativamente inusuale dell’infezione virale 33 8 L’esito finale dipende dal bilanciamento di due processi • Recettori per l’ingresso • Fattori di crescita per la replicazione • Possibilità di trasmissione ad altre cellule • Ceppo virale (patogenicità e virulenza) • Dose infettiva • Via d’ingresso Infezione acuta Persistenza • Latenza • Regolazione del potenziale litico • Possibilità di evasione dal sistema immune Malattia Clearence • Background genetico • Età • Sesso • Stato immune • Condizioni generali di salute Tipi d’infezioni 1. Infezioni Acute - Localizzate (Hit & run) (RhinoV, FluA) - Sistemiche - diffusione del virus attraverso il sangue come virus libero o associato a cellule (morbillo, parotite, rosolia, HAV) IL VIRUS ALLA FINE E’ ELIMINATO DALL’OSPITE 2. Infezioni Persistenti 34 Infezioni virali localizzate - Nessuna malattia (BKV, JCV) - Malattia Periodica (HSV) - Malattia progressiva con danno del tessuto target (HIV, HCV, HBV) - Tumore (HPV, HBV) IL VIRUS PERSISTE DOPO L’INFEZIONE PER IL RESTO DELLA VITA 35 DELL’OSPITE Infezioni virali localizzate ü REPLICAZIONE LOCALE ü BREVE INCUBAZIONE ü IMMUNITA’ PROTETTIVA IgA-MEDIATA ü VACCINI EFFICACI SE CAPACI DI SUSCITARE UNA RISPOSTA IgA Virus respiratori, gastroenterici (es. rotavirus), virus delle verruche (i papilloma virus) producono infezione alla sede d’ingresso (mucose o cute) con una fugace viremia ma senza disseminazione sistemica 36 37 9 Infezioni virali sistemiche Infezioni virali sistemiche Rosolia ü PERIODO DI INCUBAZIONE ü TRASMISSIONE PRIMA DELLA MALATTIA ü IMMUNITA’ PERMANENTE viremia ü RISPOSTA IgM DIAGNOSTICA ü RISPOSTA IgG PROTETTIVA ü VACCINI EFFICACI Drenaggio per via linfatica dei virus che si trovano nei liquidi extracellulari e immissione in circolo (VIREMIA). Si sviluppano lontano dalla porta d’ingresso, i virus raggiungono l’organo target in38 seguito alla viremia primaria o secondaria 39 Infezioni ESOGENE ed ENDOGENE Infezioni virali persistenti INFEZIONI ESOGENE: ü i microrganismi patogeni provengono da una sorgente esterna ü uomo → antroponosi ü animale→ zoonosi ü ambiente ü IL SISTEMA IMMUNE NON RIESCE AD ERADICARE L’INFEZIONE ü TRASMISSIONE DURANTE LA PERSISTENZA ü IMMUNITA’ NON PROTETTIVA ü VACCINI INEFFICACI (ECCETTO HBV) 40 INFEZIONI ENDOGENE: ü i microrganismi della flora normale ü localizzazione in sede diversa da quella abituale (es.: batteri intestinali → infezioni vie urinarie) ü aumento numerico di una o più specie nella sede normale a causa di condizioni favorenti la moltiplicazione (es.: terapia antibiotica) ü riattivazione di infezioni latenti in relazione a eventi chimici, fisici o infettivi/terapeutici immunosopprimenti (es.: virus erpetici, JCV, BKV etc: Mycobacterium tubercolosis, Treponema pallidum, alcuni miceti opportunisti) 41 10 Vie d’entrata Vie d’uscita 1. Tratto respiratorio: rhinovirus, morbillo, parotite, VZ, CMV, EBV, virus respiratori, Mycobatterium tubercolosis, Streptococcus pneumoniae, agenti di micosi sistemiche 2. Tratto gastroenterico: poliovirus, epatite A, epatite E, rotavirus, Salmonella typhi, Vibrio cholerae 3. Tratto genitale: (trasmissione sessuale) HIV, HSV, HBV, papillomavirus Treponema pallidum, Gonococco, Chamydia tracomatis 4. Cute e mucose: papillomavirus, HSV, Clostridium tetani, agenti di micosi cutanee 5. Sangue: virus a trasmissione parenterale, virus, batteri e protozoi trasmessi da insetti Via d’ingresso e modalità di trasmissione condizionano fortemente le caratteristiche epidemiologiche dell’infezione esempio: Streptococcus pneumoniae agente eziologico di polmonite q se inalato può causare polmonite q se ingerito non provoca malattia 42 Le vie di trasmissione 43 Modelli di trasmissione ü Aerea: inalazione di goccioline es. virus respiratori, morbillo, parotite, rosolia, virus erpetici, Mycobacterium tubercolosis, agenti di micosi sistemiche ü Fecale-orale: i microbi si trovano nelle feci e contaminano alimenti e bevande: es. tra i virus Rotav. Adenovirus, Norovirus, HAV, HEV Poliov, Enterov; tra i batteri Salmonella typhi, Vibrio cholerae ü Stretto contatto personale con scambio di fluidi biologici ü contatto diretto con oggetti contaminati (fomiti) es. virus respiratori, v. enterici, agenti di micosi cutanee ü sessuale, es. HSV, CMV, papilloma, HCV, HBV, HIV, gonococco, Treponema pallidum; ü parenterale, trapianti, oggetti taglienti contaminati, es. HSV, CMV, HCV, HBV, HIV, Clostridium tetani ü Placentare: es Rosolia CMV Toxoplasma gondii, Listeria monocytogenes ü Vettori animali: zoonosi a trasmissione diretta dall’animale reservoir es. rabbia; a trasmissione indiretta attraverso insetti ematofagi (infezioni da arbovirus es. virus della febbre gialla; da batteri es. Borrelia burgdorferi, 44 Francisella tularensis, Yersinia pestis; da protozoi, Plasmodium, Trypanosoma) 45 11 Virus viremici Infezione del feto Virus della rosolia, Citomegalovirus, Parvovirus B19 danno viremia e si replicano abbondantemente nella placenta – si trasmettono nel periodo prenatale per via transplacentare INFEZIONI PRENATALI Potenzialmente tutti i virus che diffondono per via ematica alcuni batteri e/o protozoi possono essere trasmessi al feto HIV, HCV, HBV danno viremia, ma non si replicano molto bene nella placenta – si trasmettono preferenzialmente al momento del parto INFEZIONI CONNATALI o PERINATALI attraverso il contatto del neonato con il sangue materno In realtà in molti casi la placenta rappresenta una barriera efficiente 46 47 Stadi dell’infezione Anche virus che non danno viremia possono causare infezioni materno-fetali? Ingresso nell’ospite Adesione ai tessuti Causano principalmente INFEZIONI PERINATALI venendo trasmessi durante il parto per contatto con le secrezioni infette: – Es: Virus dell’ Herpes Simplex e Papillomavirus 48 Norme igieniche Abitudini di vita Repellenti per insetti Screening del sangue Moltiplicazione Vaccini Rilascio di tossine locale o sistemico (batteri) Antibiotici Antivirali Malattia e diffusione 49 12 Terapia antimicrobica La scoperta degli antibiotici 1929 - Sir Alexander Fleming (premio Nobel 1945) scoprì la penicillina prodotta dal fungo Penicillium notatum DISINFETTANTI Azione aspecifica, poca o nulla tossicità selettiva ANTIBIOTICI Azione specifica, tossicità selettiva più o meno ampia 50 51 Terapia antibiotica Caratteristiche degli antibiotici Ø Ø Ø Ø Ø Sostanze organiche a basso peso molecolare Struttura chimica anche molto complessa Composizione elementare varia (C, H, O, N, S, F, ecc…) Non riconducibili ad una singola classe chimica Metaboliti secondari Caratteristiche desiderabili per uso clinico • • • • • • ü Sintetizzati da alcune specie microbiche (Streptomiceti, funghi) ü Non hanno una precisa funzione nel processo di crescita di questi microrganismi ü I ceppi produttori di antibiotici possono perdere per mutazione la capacità di produrli senza apparente svantaggio ü Spesso sintetizzati in fase stazionaria 52 Ampio spettro Non tossico, non allergenico, senza effetti collaterali Capace di raggiungere il sito d’infezione Facile ed economico da produrre Chimicamente stabile Assenza di resistenze 53 13 Criteri di classificazione degli antibiotici Classificazione degli antibiotici: meccanismo d’azione 1. Classificazione in FAMIGLIE Molecole che presentano caratteristiche simili (es. penicilline, cefalosporine, etc.) 2. Classificazione secondo lo SPETTRO D’AZIONE (ampio, medio, stretto) 3. Classificazione secondo il TIPO D’AZIONE (azione batteriostatica o battericida) 4. Classificazione secondo l’ORIGINE Estrattiva, naturale (antibiotici); semisintetica, di sintesi a Inibizione della sintesi del A peptidoglicano Inibizione della sintesi proteica Aminoglicosidi Tetracicline Cloramfenicolo Macrolidi (eritromicina) A Lincosamidi ß-lattamici: Penicilline Cefalosporine Carbapenemici Monobattamici v Inibitori ß-lattamasi Acido clavulanico Glicopeptidi: Vancomicina Teicoplanina a New class! Oxazolidinoni Danno alla membrana A Polimixine A (chemioterapici) 5. Classificazione in base al MECCANISMO D’AZIONE 54 Valutazione dell’attività antibatterica: antibiogramma Azione sugli acidi nucleici Chinoloni Rifamicine Nitroimidazoli New class! Lipopeptidi ciclici Inibizione dei processi metabolici A (acido folico) Sulfamidici 55 Diaminopirimidine (Trimetoprim) Lo sviluppo di batteri resistenti Breakpoint – valori soglia di riferimento • Resistenza naturale (o intrinseca) insensibilità costituzionale nei confronti di un dato antibiotico presente in tutti i ceppi (es: Pseudomonas; Enterococchi) • Resistenza acquisita Ø ENDOGENA Mutazioni, selezione clonale Ø ESOGENA Geni eterologhi, trasferimento genetico orizzontale 56 57 14 Considerazioni sulla resistenza batterica Antibiotici, fitness, resistenza batterica • GLI ANTIBIOTICI SONO PRODOTTI IN NATURA DA ALCUNI MICROORGANISMI PER COMPETERE NELL’ECOSISTEMA • I BATTERI presenti anche in ecosistemi lontani dalla civiltà FRONTEGGIANO QUOTIDIANAMENTE ANTIBIOTICI ED EVOLVONO RESISTENZE • L’AMBIENTE URBANO COMPRENDE ECOSISTEMI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI ANTIBIOTICI • In tali ambienti, I MECCANISMI DI RESISTENZA POSSONO SELEZIONARSI AUTONOMAMENTE O GIUNGERE DA AMBIENTI DIVERSI E QUI EVOLVERE A LIVELLO DI EFFICIENZA E REGOLAZIONE. The survival of the fittest ... 58 CHEMIOTERAPIA ANTIBATTERICA 59 CHEMIOTERAPIA ANTIVIRALE • I virus usano per lo più le vie metaboliche della cellula ospite • I batteri sono organismi indipendenti e molto diversi dalle cellule eucariotiche • E’ difficile trovare farmaci selettivi • E’ relativamente facile trovare veleni selettivi • E’ inoltre molto difficile sperimentarne in vitro l’efficacia 60 61 15 Requisiti di un chemioterapico antivirale CHEMIOTERAPIA ANTIVIRALE La chiave del successo è la selettività • Interferire con un enzima virale non presente nella cellula ospite Un farmaco ideale deve essere • solubile in acqua • stabile chimicamente e metabolicamente • facilmente adsorbito (e quindi sufficientemente lipofilo, apolare) • Interferire con una funzione cellulare indispensabile al virus per la sua replicazione Non deve essere • cancerogeno • allergenico • mutagenico • teratogenico • tossico – cruciale per il virus e non per la cellula – purchè solo le cellule infettate vengono colpite (es. attivazione del farmaco solo nella cellula infettata) 62 Strategie per lo sviluppo di un farmaco • Conoscere al meglio i meccanismi di replicazione del nostro nemico mediante le tecniche di biologia molecolare • Trovare il tallone di Achille , il bersaglio da inibire • Utilizzare il computer per disegnare la molecola attiva su cui lavorare • Utilizzare la chimica combinatoriale per ottenere un gran numero di molecole da saggiare • Identificare il composto attivo che sarà il prototipo da cui partire 64 63 Problemi comunque aperti Tossicità cellulare Sviluppo di farmaco resistenza 65 16 HIV Ogni stadio della replicazione virale può essere il bersaglio della terapia anti-Influenzali ERPETICI, HIV, HCV Inibitori di DNA polimerasi virali, Trascrittasi Inversa, RNApol-RNAdip HIV, HCV anti-influenzali 66 67 17