CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 INDICE 1 DESCRIZIONE INTERVENTO 2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO 3 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA ELETTRICO DI PRODUZIONE 4 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA ELETTRICO DI ALIMENTAZIONE DEGLI IMPIANTI AUSILIARI 5 CRITERI DI COLLEGAMENTO ALLA RETE PUBBLICA 6 COORDINAMENTO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE 7 DISPOSITIVI DI SEZIONAMENTO, COMANDO E INTERRUZIONE 8 CRITERI DI SICUREZZA 9 SCHEMA UNIFILARE DI IMPIANTO 10 IMPIANTO DI MESSA A TERRA 11 PRESCRIZIONI GENERALI RELATIVE AI CIRCUITI 12 ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE 13 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA 14 TUBI PROTETTIVI, CANALI E SCATOLE DI DERIVAZIONE 15 DERIVAZIONI 16 PROTEZIONE DEI CONDUTTORI E DELLE PRESE 17 PRESE A SPINA 18 CIRCUITI 19 CADUTE DI TENSIONE 20 QUADRI ELETTRICI BT 21 FRUTTI 22 PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE 23 ALLEGATI CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 1 DESCRIZIONE INTERVENTO L’intervento che si andrà a realizzare ha per oggetto la installazione di due impianti di produzione che convertono energia utile di tipo idrico in energia elettrica in corrente alternata. Le macchine di generazione della energia elettrica sono sostanzialmente costituite da due turbine idrauliche a cui saranno accoppiati direttamente due generatori elettrici sincroni funzionanti alla tensione 690Vac e tutte le apparecchiature, strumenti, movimentazioni per il loro comando, controllo, regolazione e supervisione. Gli impianti di generazione della energia elettrica funzioneranno in parallelo con la rete pubblica di II categoria sia per ragioni funzionali sia per integrare la propria produzione. Gli impianti elettrici saranno progettati e realizzati in accordo alla norma CEI 11-20, edizione quarta, fascicolo 5732 del 08-2000. Gli impianti saranno del tipo ad installazione fissa, collegati in parallelo alle reti pubbliche in condizioni nelle quali viene soddisfatta pienamente la richiesta di energia elettrica senza che, a regime stazionario, vengano superati i limiti di funzionamento di alcun componente del sistema elettrico. Gli impianti di produzione saranno composti dai seguenti componenti: fonte di energia: 2 turbine idrauliche macchina elettrica: 2 generatori sincroni bilancio energetico: impianto senza accumulo e con produzione di energia esclusivamente elettrica che sarà completamente riversata nella rete pubblica All’intero degli ambienti non saranno installate apparecchiature alimentate a gas combustibile. Per quando riguarda la classificazione dei locali, delle zone in cui si effettueranno gli interventi e del tipo di attività presente, si indica che: i gruppi elettrogeni, di cui negli impianti oggetto della presente è prevista la sola predisposizione, saranno alimentati a gasolio e comunque di tipo portatile, installati all’esterno dei locali. I gruppi elettrogeni normalmente non sono presenti nelle zone limitrofe ai locali costituenti la centrale ma saranno trasportati in prossimità della centrale solamente in caso di grave necessità (piene o altri eventi catastrofici) ed installati all’esterno. Per la loro alimentazione non è qui prevista la presenza di alcun tipo di serbatoio fisso sito all’aperto e/o interrato per cui, nel caso in cui sia necessario avere un gruppo elettrogeno, il solo carburante presente nell’area sarà quello contenuto nel serbatoio del gruppo elettrogeno stesso; all’interno dei locali oggetto della presente non saranno presenti macchine, generatori di calore o altro equivalente alimentati a gas e combustibili fossili. Per i locali oggetto della presente non è prevista la presenza di alcun tipo di riscaldamento; all’interno dei locali oggetto della presente non saranno presenti materiali infiammabili in quantità significative. All’interno della centrale e degli altri locali ad essa asserviti sarà sostanzialmente manipolata solamente acqua del fiume Secchia assolutamente non riscaldata prima e dopo il suo passaggio negli impianti. I trasformatori MT/BT che saranno installati non conterranno oli minerali ma sanno isolati in resina. Nei locali non è prevista la presenza di legname o altri composti/manufatti combustibili ma solamente manufatti in CLS e metallo; nei locali di intervento non è prevista, in condizioni normali, la presenza di acqua in quanto l’acqua in convogliamento e manipolazione sarà sempre contenuta in vasche, condotte forzate chiuse, macchine idrauliche, ecc. In caso di presenza acqua per perdita tenute, rotture apparati, pluviosità elevata, ecc. saranno presenti sistemi, pompe di sentina, in grado di evacuare all’esterno tale acqua; tutte le aree interne ed esterne della centrale in cui saranno presenti impianti oggetto della presente saranno facilmente raggiungibili, ispezionabili ed accessibili. Pertanto non si prevede alla data di redazione della presente la presenza di persone ed impianti in luoghi classificabili quali “luoghi conduttori ristretti” all’interno dei locali oggetto della presente non saranno previsti locali classificabili quali “Ambienti ed applicazioni particolari” di cui alla parte 7 della norma CEI 64-8; all’interno degli locali oggetto della presente non è prevista la presenza in pianta stabile di persone. La centrale infatti sarà completamente automatizzata e quindi di tipo “non presidiata”. Pertanto la presenza di persone nei locali sarà sporadica e solamente per poche ore per le normali operazioni di manutenzione ordinaria e in caso di manutenzione straordinaria; la altezza massima dei locali fuori terra non supererà i 3 m; In definitiva, per quanto sopra riportato, non esistono valide motivazioni per classificare i locali e le aree interne/esterne a servizio della centrale come facenti parte degli “Ambienti ed applicazioni particolari” di cui alla parte 7 della norma CEI 64-8. Per tale motivo gli ambienti in cui verranno installati i nuovi impianti elettrici saranno considerati quali “ambienti di tipo ordinario”. L’impianto elettrico del sistema di produzione comprenderà: Le macchine rotanti dell’impianto di produzione dell’energia. Nel caso in esame sono i due generatori sincroni collegati direttamente senza una trasmissione meccanica alla girante della rispettiva turbina. Ogni generatore determinerà la produzione di energia mediante un sistema trifase equilibrato di tensioni a valore di circa 690Vc.a. La posizione di installazione del generatore sarà sopra alla rispettiva turbina idraulica. I quadri di controllo e comando che realizzano le funzioni di: CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 1. Arrivo linea da ENEL zona punto di consegna individuato nella cabine MT di consegna. I quadri realizzeranno le protezioni delle parti elettriche del sistema rete pubblica 2. protezione smistamento linee MT; 3. regolazione e livellamento della energia prodotta; 4. comando e supervisione impianti zona centrale di produzione (quadri automazione e sistemi di controllo e monitoraggio a distanza) 5. comando e supervisione impianti zona vasca di carico (quadri automazione e sistemi di controllo e monitoraggio a distanza) 6. protezione parti elettriche del sistema produttore energia; 7. interfaccia e messa in esercizio sulla rete pubblica della energia prodotta; 8. sicurezza di esercizio degli impianti; 9. protezione dei trasformatori elevatori; 10. protezione sistema per alimentazione servizi ausiliari di centrale; 11. protezione del trasformatore per alimentazione servizi ausiliari centrale; 12. organi di misura energia prodotta e energia consumata per servizi ausiliari di centrale: misura energia prodotta affidata ad ENEL, misura della energia assorbita dagli usi di centrale tassati a cura del produttore con apposito contatore UTF; 13. apparecchi di protezione circuiti ausiliari di centrale; 14. alimentazione protezione degli apparati nella zona di presa; I quadri di cui ai punti 1 saranno installati nel locale utente della cabina MT di consegna. I quadri di cui ai punti 2,3,4,6,7,8,9,10,11,12 e 13 e 11 saranno installati all’interno della zona di produzione. I quadri di cui al punto 1 saranno installati all’interno del locale cabina ENEL. I quadri di cui ai punti 4 e 13 saranno installati nella zona vasca di carico. Tutti i quadri elettrici presenteranno il grado di protezione minimo IP43 e saranno accessibili solamente da parte di personale addestrato. Gli schemi dei quadri elettrici BT ed MT sono allegati alla presente e contenuti nell’apposito elaborato mentre le caratteristiche dei quadri sono elencate in modo dettagliato all’apposito paragrafo della specifica tecnica allegata alla presente. Trasformatori elevatori BT/MT. Al fine di rendere compatibile il sistema di tensioni generato con quello della rete pubblica sarà necessario trasformare il valore di tensione originario all’uscita di ogni generatore sincrono di circa 690V a.c. in 15KV a.c. A questo scopo sarà installato un trasformatore elevatore in ragione di un trasformatore per ogni generatore sincrono all’interno del locale centrale di produzione nel settore riservato a tale funzione. Le caratteristiche dei trasformatori innalzatori, isolati in resina, sono riportate in modo dettagliato all’apposito paragrafo della specifica tecnica allegata alla presente. Trasformatore MT/BT. Al fine di alimentare i sistemi ausiliari, gli impianti di illuminazione e fem interni alla centrale funzionanti a tensione 400/220V a.c., ecc. dovrà essere realizzata la fornitura in bassa tensione a partire dalla rete funzionante a 15KV a.c. A questo scopo sarà installato un trasformatore MT/BT 15.000/400Vac potenza 100KA all’interno del locale centrale di produzione nel settore riservato a tale funzione all’interno del locale trasformatori. Le caratteristiche del trasformatore per alimentazione ausiliari, isolato in resina, sono riportate in modo dettagliato all’apposito paragrafo della specifica tecnica allegata alla presente. Servizi ausiliari di centrale. Gli impianti serviranno per: 1. azionare i sistemi di commutazione e inserzione in parallelo alla rete; 2. azionare i sistemi di interfaccia; 3. azionare i sistemi di protezione; 4. illuminare gli spazi di lavoro e produzione energia; 5. fornire energia per le operazioni di manutenzione, riparazione, controllo, misura, ecc.; Servizi ausiliari in zona vasca di carico. Gli impianti serviranno per: 1. azionare sistemi di controllo flussi idrici quali paratoie, ecc.; 2. azionare i sistemi di pulizia vasca di carico; 3. illuminare gli spazi di lavoro e produzione della zona vasca di carico; 4. Impianti di messa a terra. Impianti a servizio di misurazioni di parametri idrici quali porte volumetriche, portate del fiume, livelli in vasca e nel fiume, ecc. Impianti di alimentazione e comando per sistemi di regolazione portate e flussi idrici quali paratoie, valvole motorizzate, ecc.; CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Impianti per ricezione/trasmissione segnali a mezzo di fibre ottiche Impianti di TVCC; Luglio 2015 Impianti di illuminazione esterna. Si sottolinea allo scopo che detti impianti, previsti per la zona centrale e zona vasca di carico, saranno normalmente spenti ed accesi solamente in caso di emergenza e/o quando le condizioni ambientali e di manutenzione della zona centrale e vasca di carico lo richiedano (ad esempio durante lavorazioni da eseguirsi in orari notturni, durante piene particolarmente rilevanti e pericolose per la centrale, ecc.) Gli impianti oggetto del presente progetto definitivo possono essere suddivisi in due grandi categorie: 1. Impianti elettrici di distribuzione intendendo con tale termine gli impianti: o a servizio della cabina MT/BT di consegna o a servizio del collegamento BT ed MT tra cabina di consegna MT e locale centrale di produzione o a servizio della distribuzione e protezione MT interni alla centrale di produzione; o a servizio degli ausiliari della intera centrale a partire dal trasformatore 15.000/400Vac di alimentazione di detti circuiti; o impianti BT di protezione e distribuzione della energia elettrica a partire dai generatori sincroni con relativa trasformazione da 690/15.000Vac; o a servizio della distribuzione e protezione dei circuiti elettrici presenti nella zona vasca di carico; o illuminazione interna, illuminazione esterna e illuminazione di emergenza/sicurezza per tutti i locali della intera centrale di produzione; o impianti fem per alimentazione di prese interne e prese in campo, alimentazione di utenze utilizzate per il riscaldamento/raffrescamento locali, alimentazione di utenze utilizzate per il trattamento dell’acqua; o quadri elettrici a servizio delle utenze e servizi di cui sopra; o dorsali di distribuzione con condutture di vario tipo (cavo, blindosbarra, ecc.) a servizio dei quadri elettrici e degli impianti di cui sopra; o alimentazione dell’interruttore generale posto a bordo dei quadri di automazione e controllo locale/a distanza a servizio dell’intero impianto; o impianti di messa a terra; 2. Impianti, opere, realizzazioni a servizio di tutte le utenze, macchine, quasi-macchine, impianti, comandi, sicurezza, controllo e supervisione, dispositivi di sicurezza, ecc. di nuova realizzazione che saranno. presenti nell’area della intera centrale al fine di realizzare ed attuare il controllo di processo della produzione di energia elettrica costituiti da: o utenze senza quadri elettrici ed impianti elettrici a bordo quali generatori sincroni, pompe, sistemi di regolazione, sistemi di protezione, ecc. per turbine idrauliche e generatori elettrici sincroni; o macchine complete di quadro elettrico ed impianto elettrico a bordo da alimentare ed inserire all’interno della logica complessiva di controllo e supervisione dell’intero sistema di gestione e supervisione del depuratore quali ad esempio sistemi di sgrigliatura, centraline oleodinamiche per comando oleodinamico di paratoie, sistemi di accumulo energia, ecc.; o quasi-macchine quali ad esempio inverter, ecc.; o strumentazioni di controllo e regolazione del processo quali ad esempio misuratori di portata, sensori di livello, pressostati, ecc.; o componenti di sicurezza per la realizzazione del funzionamento degli impianti in perfette condizioni di sicurezza o quadro elettrico di automazione, alimentazione utenze-strumenti-macchine di cui sopra, controllo e realizzazione della logica di funzionamento, realizzazione di quanto necessario al fine di ottenere l’uso in perfette condizioni di sicurezza degli impianti del sistema di generazione della energia elettrica sito all’interno della centrale di produzione; o quadro elettrico di automazione, alimentazione utenze-strumenti-macchine di cui sopra, controllo e realizzazione della logica di funzionamento, realizzazione di quanto necessario al fine di ottenere l’uso in perfette condizioni di sicurezza degli impianti del sistema di generazione della energia elettrica sito all’interno del locale vasca di carico centrale di produzione; o cavi, conduttori, condutture per alimentazione, trasporto segnali e comandi; o conduttori, condutture ed apparati e sistemi per gestione della emergenza; o apparati, conduttori, condutture e sistemi per controllo e comando a servizio dell’uso in perfette condizioni di sicurezza degli impianti della intera centrale di generazione della energia da fonte idrica da parte degli utilizzatori finali degli impianti; L’insieme degli impianti di cui al punto 1 sopra indicati sono soggetti alla certificazione ai sensi del DM 37/08 da parte di ditta realizzatrice abilitata per quanto di competenza e costituiscono gli impianti elettrici di trasformazione, trasporto distribuzione, utilizzazione della energia elettrica. CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 L’insieme di quanto indicato al punto 2 di cui sopra, valutato per l’intero insieme composto da 2 turbine idruliche+2 generatori sincroni+tutte le componenti per il loro comando/controllo/supervisione costituiscono nel loro complesso una macchina in seguito denominata “MACCHINA DI GENERAZIONE DELLA ENERGIA ELETTRICA DI CASTELLARANO” a cui si applica il D.lgs. 17/2010 “Attuazione della Direttiva 2006/42/CE” e la Direttiva 2006/42/CE. Per gli impianti di cui al punto 1 sopra indicati si individuano quali punti di delimitazione all’interno dell’impianto: punto di partenza: punto di connessione alla rete pubblica all’interno della cabina MT/BT di consegna. E’ il punto di allacciamento dei conduttori MT (per immissione energia e prelievo della stessa) alle apparecchiature ENEL site nel locale dedicato della cabina di consegna MT della cabina di nuova realizzazione; punto di arrivo: ogni utenza relativa ad illuminazione ordinaria, di emergenza, di sicurezza sia essa interna ed esterna ai fabbricati, punto di posa e messa in esercizio di prese civili e CEE in ambienti ed aree esterne; quadro generale di distribuzione servizi; alimentazione quadri elettrici di automazione fino ai morsetti dell’interruttore generale sito sul ogni quadro automazione stesso, utenze per il condizionamento/trattamento climatico di ambienti ed aree, generatori sincroni; Per gli impianti indicati al punto 2 di cui sopra si individuano quali punti di delimitazione all’interno dell’impianto: punto di partenza: i morsetti di ingresso dell’interruttore generale posto a bordo di ogni quadro automazione punto di arrivo: ogni utenza, macchina, punto di comando, quasi-macchina, organo di comando e controllo in campo, software ed hardware per controllo e realizzazione della logica di funzionamento dell’impianto nel suo complesso, organo e componente di sicurezza, ecc. a servizio di turbine idrauliche, generatori sincroni, sistemi di regolazione e protezione delle suddette macchine, macchine o di parti pericolose dell’impianto, realizzazioni meccaniche, realizzazioni pneumatiche, realizzazioni oleodinamiche, realizzazioni edili, ecc. (quindi non solo macchine e quasi macchine propriamente intese ma anche sistemi e ripari quali ad esempio porte di accesso anticaduta in vasche o altro, cancelli per evitare l’ingresso di persone in aree particolarmente pericolose, barriere per evitare il contatto con parti in movimento, ecc.) nessuna opera/fornitura esclusa che nel loro complesso costituiscono quanto necessario alla perfetta implementazione del richiesto sistema di “generazione della energia elettrica”; Le caratteristiche degli impianti elettrici a servizio degli impianti suddetti, i materiali impiegati, le modalità realizzative, ecc. sono riportate in modo dettagliato agli appositi paragrafi della specifica tecnica allegata alla presente e negli schemi elettrici planimetrie impianti allegati alla presente 2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO Le norme di riferimento, sono quelle emanate dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) il cui rispetto assicura l'assolvimento della legge 1/3/68 n.186, la quale prevede che: "tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d'arte". All'interno delle specifiche particolari relative a materiali o parti di impianto facenti parte del progetto, possono essere richiamate altre norme CEI attinenti e non citate nella presente raccolta, così come possono essere introdotti riferimenti a normative o direttive europee. In particolare devono essere rispettate le norme CEI 0-16, CEI 64-8, CEI 99-3, CEI EN 61936-1, CEI 11-20, CEI EN 61439; N.B.: ogni fascicolo si intende completo degli aggiornamenti, delle appendici, delle varianti, degli eventuali supplementi e riferito all’edizione in vigore al momento dell’intervento. Si dovranno infine rispettare: Tabelle CEI-UNEL. Le prescrizioni della Società Distributrice dell'Energia Elettrica competente per la zona; Disposizioni particolari che possano essere impartite eventualmente da altri Enti ed Autorità (VV.F., USL, UOIA, ISPESL, ecc.) che, per legge, possono comunque avere ingerenze nei lavori. Istruzione dei costruttori per l'installazione delle apparecchiature impiegate. Altre leggi, decreti, circolari, disposizioni e norme eventualmente non citate, ma comunque, vigenti al momento in cui si effettuerà l'intervento. 3 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA ELETTRICO DI PRODUZIONE Il sistema elettrico di produzione che si andrà a realizzare sarà connesso in parallelo ad una rete pubblica di II categoria così definita: “sistema a tensione nominale oltre 1000V in a.c. fino a 30.000V compreso”. Nella rete di categoria II sono normalizzati due valori di tensione: 15KV e 20KV. Nel sistema in questione si utilizza il valore 15KV. Il sistema è gestito con neutro a terra tramite impedenza. La corrente di cortocircuito usuale è 12.5KA ma possono CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 presentarsi valori anche più elevati. Gli impianti sono gestiti radialmente. La ampiezza, la frequenza, la forma d’onda, il contenuto armonico, il livello di severità del flicker della tensione sono definite dalla norma CEI EN 50160. 4 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA ELETTRICO DI ALIMENTAZIONE DEGLI IMPIANTI AUSILIARI Gli impianti ausiliari saranno alimentai a partire da un trasformatore MT/BT 100KVA dedicato espressamente a tale funzione. Gli impianti ausiliari saranno pertanto alimentati in media tensione, mediante un sistema trifase simmetrico di tensioni, tensione nominale 15.000V, frequenza 50Hz. Le masse sono connesse ad un unico impianto di messa a terra per cui il sistema sarà del tipo TN. Poiché il neutro (N) e il circuito di protezione (PE) sono indipendenti ma connessi assieme alla terra, il sistema è di tipo TN-S. 5 CRITERI DI COLLEGAMENTO ALLA RETE PUBBLICA Per quanto concerne gli impianti di produzione il funzionamento in parallelo alla rete pubblica di II categoria è consentito per qualsiasi impianto di produzione trifase. Per il collegamento saranno verificati i seguenti criteri in condizioni di esercizio normali: la potenza complessiva installata sarà compatibile con i criteri di esercizio della rete e non supererà il valore stabilito dal distributore per ilo sfruttamento del trasformatore; i valori di corrente di cortocircuito non supereranno il potere di interruzione degli interruttori; sarà verificata la selettività del sistema; saranno verificati i profili di tensione e i criteri di sfruttamento delle linee; sarà verificata la qualità della forma d’onda della tensione generata; sarà rispettata la normativa specifica CEI 0-16; Lo schema di collegamento per gli impianti di produzione assicurerà le seguenti funzioni: avviamento, esercizio ed arresto dell’impianto di produzione in condizioni ordinarie; arresto del processo di conversione di energia elettrica, quando si manifesti nell’impianto di produzione un guasto o un funzionamento anomalo; distacco dell’impianto di produzione dell’energia dalla rete pubblica tramite dispositivo di interfaccia nel caso di apertura intenzionale del dispositivo della rete pubblica (prevista anche la possibilità di un comando di distacco da remoto da parte del gestore della rete pubblica) e in caso di guasto o funzionamento anomalo della rete pubblica; 6 COORDINAMENTO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE La sequenza di intervento dei dispositivi in funzione dell’evento che si manifesta durante l’esercizio sarà conforme a quanto indicato nella norma CEI 11-20. 7 DISPOSITIVI DI SEZIONAMENTO, COMANDO E INTERRUZIONE I dispositivi di sezionamento, comando e interruzione seguiranno le prescrizioni delle norma CEI 0-16, CEI 64-8 e CEI EN 50522 (CEI 99-3). I dispositivi saranno: Dispositivo generale DG Dispositivo di interfaccia DI Protezione generale PG Protezione di interfaccia PI Dispositivo di Generatore DDG Protezione di generatore Il dispositivo generale DG sarà un interruttore tripolare con sganciatore di apertura e sezionatore tripolare da installare a monte dell’interruttore integrato in un unico involucro. Il Sistema di protezione associato al Dispositivo Generale (ovvero Sistema di Protezione Generale, SPG nel seguito) è composto da: trasformatori/trasduttori di corrente di fase e di terra (ed eventualmente trasformatori/trasduttori di tensione) con le relative connessioni al relè di protezione; relè di protezione con relativa alimentazione; circuiti di apertura dell’interruttore. Nel suo complesso, il SPG deve essere in grado di funzionare correttamente in tutto il campo di variabilità delle correnti e delle tensioni che si possono determinare nelle condizioni di guasto per le quali è stato previsto. Il SPG deve comprendere un relè che realizzi: protezione di massima corrente di fase almeno bipolare a tre soglie(56), una a tempo dipendente, le altre due a tempo indipendente definito; poiché la prima soglia viene impiegata contro il sovraccarico, la seconda viene impiegata per conseguire un intervento ritardato e la terza per conseguire un intervento rapido, nel seguito, per semplicità, ci si riferirà a tali soglie con i simboli: o prima soglia (sovraccarico), dedicata alla rilevazione degli eventi di sovraccarico di piccola entità originati dall’impianto di Utente, indicata nel seguito come soglia I>; CAVANDOLI ing. LORI o RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 seconda soglia (soglia 51, con ritardo intenzionale), dedicata alla rilevazione degli eventi di cortocircuito polifase su impedenza (ovvero di sovraccarico di elevata entità) all’interno dell’impianto di Utente, indicata nel seguito come soglia I>>; protezione di massima corrente omopolare a due soglie(57), oppure (quando il contributo alla corrente capacitiva di guasto monofase a terra della rete MT dell’Utente(58) supera l’80% della corrente di regolazione stabilita dal Distributore per la protezione 51N(59)) protezione direzionale di terra a due soglie(60) e massima corrente omopolare a una soglia(61). protezione direzionale di massima corrente omopolare: o prima soglia, dedicata alla rilevazione degli eventi di guasto monofase a terra durante il funzionamento in regime di neutro compensato, indicata nel seguito come soglia o 67N.S1; o seconda soglia, dedicata alla rilevazione degli eventi di guasto monofase a terra durante il funzionamento in regime di neutro isolato, indicata nel seguito come soglia 67N.S2. Il SPG sarà di tipo non integrato, ovvero SPG che prevede singoli PG, TA, TO, TV, ciascuno rispondente alle rispettive Norme di riferimento, combinati in vari modi previa verifica del corretto funzionamento della combinazione Per il comando di apertura del DG per azione della PG, sarà impiegata una bobina a mancanza di tensione(69). I circuiti di alimentazione della PG (compreso l’eventuale data logger) e i circuiti di comando del DG saranno alimentati da un’unica sorgente di tensione ausiliaria, la cui disponibilità sarà garantita da un UPS o batterie in tampone per almeno un’ora. Poiché si è in presenza di un impianto di produzione che entrano in parallelo con la rete (Utente Attivo), si devono prevedere: o dispositivo d’interfaccia (DDI), in grado di assicurare sia la separazione di una porzione dell’impianto dell’Utente (generatori ed eventualmente carichi privilegiati) permettendo il loro funzionamento in modo isolato, sia il funzionamento dell’impianto in parallelo alla rete; o dispositivo di generatore (DDG), in grado di escludere dalla rete i soli gruppi di generazione singolarmente. È ammesso che, in relazione al particolare schema di impianto dell’Utente, più funzioni siano assolte dallo stesso dispositivo, purché fra la generazione e la rete di distribuzione siano sempre presenti due interruttori in serie tra loro o, in alternativa, un interruttore e un contattore. Il dispositivo generale, d’interfaccia e di generatore devono essere ubicati nell’impianto dell’Utente. Il comando d’apertura del dispositivo generale, d’interfaccia e di generatore deve poter essere effettuato sia manualmente da un operatore sia automaticamente dalle protezioni dell’Utente. La manovra del dispositivo generale, d’interfaccia e di generatore è di pertinenza dell’Utente. Il Dispositivo di Interfaccia (DDI) sarà un interruttore tripolare con sganciatore di apertura a mancanza di tensione e un sezionatore installato a monte o a valle dell'interruttore. Il Sistema di Protezione di Interfaccia (SPI) associato al DDI prevede relè di frequenza (anche con sblocco voltmetrico), di tensione, e di tensione residua. La protezione d’interfaccia dell’impianto di produzione deve operare in maniera opportuna contemperando le esigenze locali con quelle di sistema attraverso una opportuna funzione di sblocco voltmetrico, volto alla rilevazione di una condizione di guasto sulla rete MT. Devono quindi essere previste le seguenti protezioni: 1. massima tensione (59, con due soglie); 2. minima tensione (27, con due soglie); 3. massima tensione residua lato MT (59V0, ritardata); 4. massima frequenza (81>.S1, con sblocco voltmetrico); 5. minima frequenza (81<.S1, con sblocco voltmetrico); 6. massima frequenza (81>.S2, ritardata); 7. minima frequenza (81<.S2, ritardata); La funzione di sblocco voltmetrico è basata sulle funzioni: o massima tensione residua (59V0, sblocco voltmetrico per attivazione delle soglie restrittive 81>.S1 e 81<.S1); o massima tensione di sequenza inversa (59Vi, sblocco voltmetrico per attivazione delle soglie restrittive 81>.S1 e 81<.S1); o minima tensione di sequenza diretta (27Vd, sblocco voltmetrico per attivazione delle soglie restrittive 81>.S1 e 81<.S1). Il SPI deve inoltre avere capacità di ricevere segnali su protocollo serie CEI EN 61850 finalizzati alla gestione del comando di telescatto. Per la sicurezza dell'esercizio della rete, per impianti attivi con potenze superiori a 400 kW è necessario prevedere un rincalzo alla mancata apertura del dispositivo d'interfaccia. Il rincalzo consiste nel riportare il comando di scatto, emesso dalla protezione di interfaccia, ad un altro dispositivo di interruzione. Esso è costituito da un circuito, condizionato dalla posizione di chiuso del dispositivo di interfaccia, che agisce a seconda dei casi sul dispositivo CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 generale o sul(i) dispositivo(i) di generatore, con ritardo non eccedente 1 s. Il temporizzatore viene attivato dal circuito di scatto della protezione di interfaccia. Il ripristino del dispositivo di rincalzo deve avvenire solo manualmente. Poiché il SPI agisce in base a grandezze rilevate sulla rete MT, è necessario dotarlo di opportuni TV. Le protezioni del SPI devono essere basate sul rilievo di tensioni secondarie di TV diversi da quelli utilizzati per la misura a fini commerciali (è ammesso l’uso di avvolgimenti secondari dedicati, seppur alimentati dallo stesso avvolgimento primario). I TV-I o TV-NI che forniscono grandezze secondarie alle protezioni di min/max f e min/max V, devono garantire le seguenti caratteristiche: o prestazione nominale dei TV-I: non inferiore a 5 VA; o classe di precisione 0,5-3P; o fattore di tensione 1,2 per 30 s per TV fase-fase; o fattore di tensione 1,9 per 30 s per TV fase-terra. Per i TV-I collegati a triangolo aperto valgono le stesse prescrizioni relative ai TV collegati a triangolo aperto del SPG. Il Dispositivo del generatore (DDG) sarà costituito da un interruttore tripolare con sganciatore di apertura ed un sezionatore installato sul lato rete dell’interruttore. Le Protezioni dei gruppi di generazione (che agiscono su un DDG) hanno la funzione di arrestare il processo di conversione dell’energia quando si manifesti un guasto o un funzionamento anomalo nell’impianto di produzione stesso o nei carichi dell’impianto, al fine di eliminare tale guasto senza compromettere l’integrità del macchinario. Le protezioni devono azionare il dispositivo del generatore e sono definite dalla Norma CEI 11-20 in funzione della tipologia di generatore. Le protezioni sensibili ai guasti ed ai disturbi sulla rete MT esterna all’impianto di generazione devono avere valori di regolazione (soglie e tempi di intervento) selettivi con quelli della protezione di interfaccia (SPI) in modo da evitare scatti anticipati dei generatori rispetto alla separazione dell’impianto di produzione dalla rete comandata dal medesimo SPI. In particolare questa prescrizione si applica alle seguenti protezioni: o minima tensione (27); o massima tensione (59); o minima frequenza (81<); o massima frequenza (81>;) a cui si aggiungono, per i generatori sincroni ed asincroni convenzionali, anche le sotto indicate protezioni: o massima corrente (50/51) o sottoeccitazione (40). 8 CRITERI DI SICUREZZA Lo stato del neutro e la protezione contro i contatti indiretti della parte dell’impianto del produttore sarà compatibile alle norme CEI EN 50522 (CEI 99-3) e 64-8. Poiché il sistema sarà di categoria II funzionante in parallelo ad una rete pubblica di II categoria il regime del neutro della rete del produttore sarà identico a quello della rete pubblica. 9 SCHEMA UNIFILARE DI IMPIANTO Si veda allo scopo l’elaborato in proposito allegato alla presente 10 IMPIANTO DI MESSA A TERRA Alla data di redazione della presente non sono ancora noti i parametri e le caratteristiche della rete pubblica specifiche del punto di connessione dell’impianto alla rete pubblica in quanto detti parametri saranno comunicati solamente al completamento dell’iter di allacciamento alla rete. Tuttavia, visto che ormai detti parametri sono alquanto standardizzati, al fine di valutare il necessario coordinamento tra protezioni e resistenza di terra lato MT si possono considerare con una ragionevole consapevolezza i seguenti parametri : Tensione Nominale 15 kW +/- 10% Frequenza Nominale 50 Hz +/- 1% (95% dell’anno) +4% -6% (100% dell’anno) Tensione Massima per Isolamento 17,5 kV Liv. Isolamento a freq. 50 Hz 38 kV 95 kV Liv. Isolamento impulso 1,2/50 s Corrente di c.to-c.to trifase: (ai fini del 12,5 kA dimensionamento delle apparecchiature) Esercizio del Neutro Neutro a terra tramite impedenza Corrente di guasto monofase a terra (Ie) Minore di 100A Tempo di eliminazione del guasto a terra >> 10 s (tf) Imp. di terra inserito in un impianto di NO terra globale CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Tempo eliminazione doppio guasto a terra Corrente c.to-c.to doppio guasto a terra 340 ms 10,8 kA Luglio 2015 In relazione al tempo di eliminazione del guasto tf di cui sopra ed in relazione alla Tabella A CEI 99-3 riportata di seguito il dispersore di terra e l’insieme dei collegamenti equipotenziali (caso ordinario) devono essere tali che: Durata del Guasto tf (s) Tensione di contatto ammissibile Utp (V) 0,05 716 0,1 564 0,2 537 0,5 220 1 117 2 96 5 86 10 85 > 10 80 Secondo la tabella di cui sopra, in relazione alla durata del guasto tf, la massima tensione di contatto ammissibile che si potrà avere non dovrà in ogni caso essere superiore a Utp 80V. La tensione di contatto è spesso solo una piccola frazione della tensione totale di terra EPR (Earth Potential Rise). Come richiesto alla norma CEI 99-3 , vista la complessità della misura delle tensioni di contatto, per valutare l’idoneità dei valori di terra del presente impianto disperdente ci si rifarà alla seguente formula Ue = Re * Ie. Secondo la norma l’impianto disperdente sarà idoneo se Ue ≤ 2Utp. In ogni caso, a favore della sicurezza, l’impianto disperdente sarà ritenuto idoneo se Ue ≤ Utp. Ne segue pertanto che, detta Re la resistenza dell’impianto di terra, vale la relazione Re * 100A (Ie) ≤ 80 (Utp) Re ≤ 80 V /100A = 0,8ohm Dove: Ie = Corrente massima di guasto monofase a terra del sistema elettrico in media tensione Utp = Tensione di contatto ammissibile valutata nella tabella di cui sopra Re = Resistenza del sistema disperdente (misura effettuata in campo) LA CONDIZIONE RELATIVA ALLE TENSIONI DI CONTATTO E’ VERIFICATA PERTANTO SE LA RESISTENZA DELL’IMPIANTO DI TERRA COMPLESSIVO SARA’ INFERIORE AD 0,8 ohm La norma CEI 99-3, in relazione alla verifica delle tensioni di passo, chiarisce che se un impianto non presenta tensioni di contatto pericolose, come nel caso in esame, è da considerare sicuro e non pericoloso anche nei confronti delle tensioni di passo che possono essere presenti nella zone. Per quanto riguarda il lato BT, la tensione nominale verso terra sarà Uo=230Vac. La protezione contro i contatti indiretti si otterrà mediante interruzione del guasto. Si adotteranno allo scopo interruttori automatici differenziali che in corrispondenza della corrente Ia=Uo/Zs (Zs impedenza del complesso dei conduttori compreso tra il punto di guasto e il sistema di terra) intervengano in un tempo non superiore a 0,4s. Poiché il valore di Zs non sarà facilmente valutabile si dovranno adottare i seguenti provvedimenti: o si effettuano i collegamenti equipotenziali con tutte le masse estranee in modo che la corrente di ritorno al centro stella del trasformatore trovi più vie in parallelo; o si realizzano più collettori di terra collegati in diversi punti al dispersore orizzontale; o si utilizzano interruttori differenziali con correnti di intervento non superiori a 3A per cui Zs=Uo/Ia=76Ω (valore limite dell’impedenza assai semplice da conseguire) con tempo di intervento non superiore a 0,4s. L’impianto di terra a servizio del lato MT sarà connesso all’impianto a servizio del lato BT. All’interno del locale cabina di consegna, centrale di generazione e vasca di carico saranno realizzati collettori di terra collegati al sistema disperdente. Ad essi saranno collegate tutte le masse presenti nel locale e il sistema disperdente. All’interno dei nuovi quadri elettrici BT e MT dovranno essere realizzati i collettori di terra direttamente collegati al sistema disperdente a cui faranno capo tutti i conduttori del sistema di protezione. L'impianto di terra dovrà essere realizzato in modo da permettere le previste visite periodiche di efficienza. Il dispersore, di tipo intenzionale, sarà realizzato con corda in RAME NUDO sez. 50mm² posata in scavo predisposto in intimo contatto con il terreno ad una profondità non inferiore a 0,5 m. Detto la resistività del CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 terreno, L la lunghezza della corda interrata e d il diametro del conduttore, la resistenza di terra che sarà ottenuta si può valutare con la formula: R = (/πL)ln(2L/d) ≤ 0,8Ω posto: =50 Ωm (terreno vegetale agricolo normale) L = 300m d = 0,0039m R = 0,63 ≤ 83Ω Il dispersore di tipo intenzionale dovrà essere connesso in più punti ai ferri del c.a delle strutture. I conduttori di terra dovranno servire a collegare i dispersori tra loro e questi con le tubazioni metalliche accessibili destinate ad adduzione, distribuzione e scarico acqua e con tutte le masse metalliche accessibili di notevole dimensione. I conduttori di terra, se rivestiti con isolamento in PVC di colore GIALLO-VERDE, devono avere sezione eguale alla sezione del conduttore di fase se essa è s ≤ 16mm² oppure pari a s/2 se la sezione di fase e maggiore di 16mm² mentre le parti in corda nuda di rame posate direttamente nel terreno dovranno avere sezione non inferiore a 50mm² e diametro del filo elementare non inferiore a 1,8mm. Il conduttore di protezione, colore GIALLO-VERDE oppure di tipo FG7R opportunamente terminato da fascetta di colore giallo-verde a seconda del tipo di cavo utilizzato per la fase, che a partire dal collettore di terra arriva in ogni ambiente, ad ogni utilizzatore, a tutte le prese di corrente, direttamente alla carcassa metallica di tutti gli apparecchi utilizzatori, al centro stella dei generatori, al centro stella dei trasformatori, ecc. deve avere sezione eguale alla sezione del conduttore di fase se essa è s ≤ 16mm² oppure pari a s/2 se la sezione di fase e maggiore di 16mm². I conduttori equipotenziali principali e supplementare saranno realizzati con cavo in rame protetto da guaina di colore giallo-verde in PVC con sezione minima 6mm². Si ricorda in ogni caso che l’impianto di terra, unico per tutto l’impianto nel suo insieme, dovrà essere mantenuto efficiente nel tempo. Pertanto lo stesso è soggetto a verifiche periodiche prestazionali, eseguite da Asl/Arpa o da idonei enti certificati, nelle modalità e nelle tempistiche previste dal DPR 462/01. Nel caso in esame si dovranno effettuare verifiche periodiche con cadenza quinquennale. 11 PRESCRIZIONI GENERALI RELATIVE AI CIRCUITI Per tutti gli impianti, se non soggetti a prescrizioni particolari, valgono le seguenti considerazioni. Tutte le linee principali in partenza saranno protette da dispositivi contro le sovracorrenti. Quando le condutture elettriche attraversano solai o pareti, per i quali sono richiesti particolari requisiti di resistenza al fuoco, saranno previsti sistemi per impedire la propagazione dell'incendio. Per tutti gli impianti considerati, ove non siano specificate le sezioni ed i gradi di isolamento, si intende che la sezione minima ammessa per gli stessi è di 1,5mm² ed il grado di isolamento minimo è 3. Alle sezioni minime sopra indicate fanno eccezione i conduttori di protezione, equipotenziali e di messa a terra le cui sezioni dovranno essere tali da soddisfare le più restrittive norme CEI. Le condutture di nuova posa devono essere messe in opera in modo che sia possibile il controllo del loro isolamento e la loro localizzazione in caso di eventuali guasti, in particolare è vietato annegarle direttamente sotto intonaco o nelle strutture. Questa prescrizione vale anche per i conduttori di terra (con la sola esclusione dei collegamenti di equipotenzialità delle strutture). Cavi appartenenti a sistemi diversi saranno installati in modo da essere facilmente distinguibili; in particolare essi non devono essere collocati negli stessi tubi, né fare capo alle stesse cassette a meno che siano isolati per la stessa tensione nominale del sistema a tensione più elevata e che le singole cassette siano internamente munite di diaframma inamovibile fra i morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi. Tutti i materiali e gli apparecchi da impiegarsi negli impianti elettrici in oggetto, dovranno essere delle migliori qualità e tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche e dovute all'umidità, alle quali possono essere esposte durante l'esercizio. Tutti i componenti dell'impianto dovranno essere rispondenti alle norme CEI-UNEL e in particolare i cavi dovranno essere isolati in materiale termoplastico a 0,6KV di tensione per le parti BT e a 20KV per le parti MT ed avere sezioni minime conformi alle norme CEI 64-8 e di tipo conforme alla norma CEI 20-22. La rispondenza dei materiali e degli apparecchi alle prescrizioni di tali norme e tabelle deve essere attestata, per gli apparecchi e i materiali per i quali è previsto il marchio, dalla presenza del Marchio Italiano di Qualità IMQ o equivalente estero. Le eventuali giunzioni dovranno essere realizzate, con appositi morsetti isolati, all'interno delle cassette di derivazione (non sono ammesse giunzioni con nastratura). La conducibilità, l'isolamento e la sicurezza dell'impianto non devono essere alterate da tali giunzioni. Per la posa di circuiti BT in cunicoli, tubi interrati, canalette metalliche E ALL’ESTERNO ANCHE SE POSATI IN CONDUTTURE IP55, si dovranno utilizzare cavi con grado di isolamento non inferiore a 4 es. FG7OR, N1VV-K, ecc.. Per la posa in tubi ALL’INTERNO DI EDIFICI si dovranno utilizzare cavi con grado di isolamento non inferiore a 3 (es. NO7V-K) per circuiti a tensione 220/380V. I conduttori dovranno essere contraddistinti dai seguenti colori: NERO fase L1 GRIGIO fase L2 MARRONE fase L3 BLU CHIARO neutro CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 GIALLO-VERDE terra Per i conduttori di protezione si dovranno utilizzare solo conduttori di colore GIALLO-VERDE. E' vietato l'uso di conduttori verdi o gialli per qualsiasi uso. Per i conduttori neutri e di protezione si dovranno utilizzare sezioni eguali ai conduttore di fase, e solo per sezioni dei conduttori di fase maggiori di 25mm² si potranno utilizzare conduttori di neutro e protezione di sezione pari alla metà del conduttore di fase. Per i conduttori di terra si dovranno utilizzare conduttori di sezione minima di 16mm² se isolati e posati in tubo; di 35mm² se cavi nudi posati direttamente nel terreno. In ogni caso le sezioni dei conduttori dovranno rigorosamente rispettare quanto indicato negli allegati schemi quadri elettrici. Le sezioni minime saranno 1,5mm² per le derivazioni sui circuiti di illuminazione, 2,5mm² per le linee di F.E.M. facenti capo ad una singola utilizzazione. Per i circuiti MT si utilizzeranno cavi unipolari di tipo RG7H1R con conduttori in rame, di tipo unipolare disposti in piano, schermati con nastro in rame, isolamento non inferiore a 20KV, sezione massima 120mmq e minima 95mmq. 12 ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE L'illuminazione artificiale degli spazi e dei locali sarà relativa a locali di servizio con mancanza di compiti visivi gravosi per cui non è necessario adottare particolari provvedimenti. Per la illuminazione dei locali si utilizzeranno plafoniere fluorescenti con grado di protezione IP55. Le caratteristiche di tale impianto quali corpi illuminanti, comandi, ecc. sono riportate nelle planimetrie allegata alla presente. 13 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA Il sistema di illuminazione di sicurezza garantirà una affidabile segnalazione delle vie di esodo, avrà alimentazione autonoma localizzata per mezzo di accumulatori ricaricabili con autonomia non inferiore ad 1h, che, per durata e livello di illuminamento, consentirà un ordinato sfollamento. La dislocazione e le caratteristiche dei corpi illuminanti utilizzati per la illuminazione di sicurezza. sono riportate nelle planimetrie allegata alla presente. I corpi illuminanti utilizzati per la illuminazione di sicurezza utilizzeranno singole lampade con alimentazione autonoma e classe di isolamento II dotate di accumulatori. Il dispositivo di carica degli accumulatori sarà di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 24 h. 14 TUBI PROTETTIVI, CANALI E SCATOLE DI DERIVAZIONE I tubi per la posa a vista dovranno essere di tipo rigido ad elevata resistenza meccanica ed in materiale autoestinguente completi di accessori al fine di garantire il grado di protezione minimo IP55. Le risalite dei montati dalle polifere interatte saranno protette meccanicamente e complete di accessori al fine di garantire un grado di protezione minino IP55. I tubi dovranno essere posati in modo da avere sulle pareti percorsi orizzontali e verticali per cui dovranno essere rigorosamente evitati percorsi obliqui. Il diametro interno dei tubi dovrà essere superiore a 1,3 volte il diametro del cerchi circoscritto al fascio di cavi in esso contenuto, con un minimo di 11mm e con coefficiente di riempimento di 0,4. I canali portacavi impiegati, di tipo metallico o in PVC senza spigoli vivi o asperità, dovranno essere muniti di coperchio. La sezione occupata dai cavi di energia non deve superare il 50% della sezione utili del canale stesso se i canali sono chiusi altrimenti, in caso di passerelle in filo di acciaio possono occupare tutto lo spazio utile. Tali prescrizione non si applicano ai cavi di segnalazione e comando. Le scatole e le cassette di derivazione dovranno essere impiegate quando si debba realizzare una derivazione o uno smistamento di conduttori e quando lo richieda la forma, la dimensione e la lunghezza delle tubazioni al fine di garantire la sfilabilità dei conduttori. Nelle scatole e cassette i conduttori saranno raggruppati circuito per circuito con una posa tale da permetterne la sfilabilità uno a uno. Negli impianti incassati le altezze di posa delle scatola rispetto al pavimento ultimato saranno di 300mm per scatole di derivazione e per scatole porta prese e di 1100mm per scatole porta interruttori. Per le scatole poste in alto la distanza dal soffitto ultimato dovrà essere di 300mm. 15 DERIVAZIONI Le morsettiere, di tipo a serraggio a vite o a pressione in materiale isolante, utilizzate per il serraggio dei cavi dovranno presentare in modo evidente la differenziazione tra i morsetti dedicati al serraggio dei vari conduttori. E' severamente vietato effettuare derivazioni con uso di nastro anche se isolante senza l'uso di morsetti. 16 PROTEZIONE DEI CONDUTTORI E DELLE PRESE I circuiti BT saranno distinti come specificato nelle tavole relative alla distribuzione della energia per i vari quadri facenti parte dell'impianto allegate alla presente. Tutte le linee dovranno risultare protette dagli effetti dei sovraccarichi con idoneo interruttore magnetotermico. Per evitare che la temperatura dei cavi superi il valore ammissibile le correnti del sistema cavo-apparecchio di protezione contro il sovraccarico devono essere verificate le seguenti condizioni: Ib ≤ In ≤ Iz; If ≤ 1,45Iz; in cui In è la corrente nominale o di regolazione dell'apparecchio; Ib alla corrente di impiego della conduttura CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 Iz è la portata della conduttura in regime permanente che deve essere determinata in riferimento alle effettive condizioni di funzionamento; If è la corrente di sicuro funzionamento del dispositivo di protezione Nel caso di utilizzo di interruttori automatici la corrente di funzionamento deve essere 1,3In per interruttori per uso industriale conformi alla norma CEI 60947-2; Nel caso di utilizzo di fusibili la verifica è indispensabile. Le sezioni, le caratteristiche, le condizioni di posa dei conduttori utilizzati e la taratura degli organi di protezione con le relative verifiche è contenuta nei calcoli e dimensionamento cavi e condutture allegati. Tutte le linee saranno protette dagli effetti dei cortocircuiti con idoneo interruttore magnetotermico. Un cavo si considera protetto contro il corto circuito ad inizio linea se I²tK²S² dove I²t espressa in A²s è l’energia specifica lasciata passare dall’interruttore, K è una costante caratteristica dei cavi che dipende sia dal materiale conduttore che dal tipo di isolante (vedere le tabelle specifiche in merito), S è la sezione del conduttore in mm². Il valore di I²t deve essere fornito dal costruttore per gli interruttori di tipo limitatore. Nella relazione di calcolo allegata sono riportati per ogni linea e relativa protezione i valori ottenuti dal calcolo ed è specificato se la condizione di cui sopra è o meno verificata. La norma CEI 64-8 prescrive che l’intervento delle protezioni debba essere verificato anche per corto circuiti a fine linea. Nella relazione di calcolo allegata sono riportati per ogni linea e relativa protezione i valori ottenuti dal calcolo. Nella relazione di calcolo allegata sono riportati per ogni linea e relativa protezione i valori ottenuti dal calcolo per la lunghezza massima protetta dei cavi in funzione dei valori di corrente di regolazione magnetica. Il valore della lunghezza massima protetta è poi confrontato con il valore di lunghezza considerato al fine di valutare il rispetto o meno della condizione. Nel caso in esame si utilizzeranno interruttori automatici BT di tipo magnetotermico per impianti industriali conformi alla norma CEI EN 60947-2. 17 PRESE A SPINA All’interno delle strutture saranno utilizzate prese del tipo industriale della serie CEE. Tutte le prese industriali dovranno presentare il grado di protezione minimo IP55. Qualora la corrente nominale delle prese risulti inferiore a quella dell'organo di protezione del circuito dal quale sono alimentate si dovrà proteggere le stesse con apposito interruttore magnetotermico o fusibili. Le prese industriali saranno installate in appositi contenitori isolanti o su tavolette non propagante la fiamma mediante bulloni. I contenitori e le tavolette potranno essere fissate direttamente sulle pareti e dovranno avere dimensioni tali da contenere oltre alle prese le cassette di derivazione per le connessioni e il cablaggio delle prese stesse. Qualora si utilizzino prese a tensione diversa si avrà cura di evitare che i due sistemi non risultino intercambiabili. 18 CIRCUITI I circuiti saranno distinti come specificato nelle tavole relative alla distribuzione della energia per i vari quadri facenti parte dell'impianto in oggetto i cui schemi sono allegati alla presente. 19 CADUTE DI TENSIONE In condizioni di massimo carico, ai capi di ogni carico si avranno cadute di tensione inferiori al 4%. Particolare cura sarà riservata alla valutazione della caduta di tensione della linea di conferimento della energia prodotta alla rete pubblica in modo che la stessa realizzi un giusto equilibrio tra costo della linea e limitazione delle perdite di energia in linea. 20 QUADRI ELETTRICI BT Nell’impianto saranno realizzati vari quadri elettrici BT come da schemi allegati alla presente. I quadri che saranno realizzati avranno la funzione di “Quadri di distribuzione” e di “Quadri di automazione macchina”. I quadri di automazione saranno asserviti al comando e controllo delle macchine idrauliche e dei generatori della energia elettrica e comprenderanno il comando e controllo non solo delle turbine idrauliche e dei generatori elettrici ma anche dei sistemi ad essi asserviti quali sistemi di regolazione per livelli, paratoie delle varie opere idrauliche, misure di portata idrica ecc. Ai quadri a bordo macchina si applicano le norme EN 60204-1 (il quadro è una parte dell’equipaggiamento elettrico delle macchine) e le norme della serie EN 60439 e EN61439 in quanto il quadro è comunque un componente a sé stante Quadri elettrici di potenza per distribuzione e protezione della energia elettrica A servizio dell’intero impianto nella cabina di consegna MT, nella centrale di produzione e nella zona vasca di carico saranno forniti ed installati nuovi quadri elettrici di distribuzione energia realizzati con strutture metalliche CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 modulari, atte a contenere le apparecchiature di protezione, comando e sezionamento come da schemi allegati, realizzati con i seguenti componenti: - casse, cassette, carpenterie, armadi componibili, corpi modulari, ecc. in numero necessario a realizzare le strutture a pavimento/parete con lati aperti; - pannelli laterali; - sistemi di ventilazione e controllo apertura porte - sistemi di interblocco per accesso a parti in tensione; - segregazioni per sezioni alimentate a tensione diversa; - porte in cristallo in numero necessario per equipaggiare tutte le casse, cassette, carpenterie, armadi componibili, corpi modulari, ecc; - pannelli frontali a cerniera ciechi, dimensioni come da documentazione allegata, in quantità tale da realizzare i quadri come da schemi elettrici allegati; - pannelli frontali fissi ciechi, dimensioni come da documentazione allegata, in quantità tale da realizzare il quadri come da schemi elettrici allegati; - pannelli frontali fissi per interruttori modulari, dimensioni come da documentazione allegata, in quantità tale da realizzare i quadri come da schemi elettrici allegati; - pannelli posteriore dimensioni come da documentazione allegata, in quantità tale da realizzare i quadri come da schemi elettrici allegati; - pannelli laterali dimensioni come da documentazione allegata, in quantità tale da realizzare i quadri come da schemi elettrici allegati; - barre di distribuzione interne ai quadri complete di basette e sistemi di fissaggio; - supporti per guida DIN; - profilati DIN; - golfari, supporti, profilati, ecc. necessari a completare il quadro a regola d'arte. Il tutto dovrà essere completo di: - sezionatori, interruttori magnetotermici, interruttori magnetotermici differenziali, teleruttori, relè passopasso, selettori, strumenti di misura, portafusibili, scaricatori di sovratensione, commutatori, accessori, bobine di sgancio, spie, trasformatori, alimentatori, salvamotori, ecc. per fornire i quadri come da schemi elettrici allegati; - progettazione, stesura e realizzazione circuiti ausiliari per il corretto funzionamento degli dispositivi collegati ai quadri, compresi sezionatori, interruttori magnetotermici, interruttori magnetotermici differenziali, teleruttori, relè passo-passo, selettori, strumenti di misura, portafusibili, commutatori, accessori, bobine di sgancio, spie, trasformatori, salvamotori, centraline, termoregolatori, ecc. per fornire i quadri perfettamente funzionanti e in grado di eseguire tutti i comandi richiesti dalla D.L. e dal committente; - tasca portaschemi e schemi di funzionamento aggiornati a cura della ditta installatrice degli impianti elettrici in questione; - indicazione funzioni interruttori e organi di comando con sistema GRAFOPLAST, o tipo equivalente; - sistema di distribuzione interno a sbarre in rame; - morsettiere per allacciamenti utenze su barra DIN fissata sulla sommità o sul fondo degli armadi o nei vani dedicati con numerazione dei conduttori su ogni interruttore e sul relativo morsetto e ovviamente numerazione dei cavi in partenza; - pannelli, accessori di montaggio, installazione, quota accessori, canalette di circolazione interna cavi, collegamento apparecchiature ausiliarie, installazione, prove funzionali, collaudo, misurazione parametri, dichiarazione di conformità secondo norma CEI 61439 e quant'altro necessario al fine di ottenere l'opera funzionante e realizzata a perfetta regola d'arte. - barre di distribuzione energia e segnali; - barre ed accessori fermacavi; - oneri per opere provvisionali per l'esecuzione di opere interne ed esterne a servizio degli impianti elettrici completi di attrezzatura per piani di lavoro, botole, accesso ai piani, protezioni e quant'altro previsto dalle norme vigenti compresi tiro in alto o calo in basso di materiali, oneri di noleggio, montaggio e ritiro a fine lavoro compreso oneri di carico e scarico dei materiali. Il quadri che saranno realizzati avranno la funzione di “Quadri principali di distribuzione”. Il realizzatore di ogni singolo quadro sarà il responsabile del quadro elettrico nel suo insieme e sarà identificato con CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 il termine “Costruttore del quadro”. Ogni quadro elettrico, ultimato e completato in ogni sua parte, deve avere apposta una targa. Il costruttore di ciascun quadro risponde al nome che compare sulla targa posta a bordo del quadro ultimato e si assume la responsabilità del quadro finito. Il costruttore deve applicare sul quadro la targa marcata in maniera indelebile e posta in modo da essere visibile e leggibile quando il quadro è installato ed in esercizio. La targa va applicata sull'involucro esterno in posizione idonea, ma al limite potrebbe essere accettabile anche dietro la porta se le parti in tensione sono inaccessibili al dito di prova. In targa devono essere riportate obbligatoriamente le seguenti informazioni (EN 61439-1): nome o marchio di fabbrica del costruttore, cioè l'organizzazione che si assume la responsabilità del quadro finito; l'indicazione del tipo, numero o un altro mezzo di identificazione del quadro, che permetta di ottenere dal costruttore tutte le informazioni indispensabili; la data di costruzione; EN 61439-X, ove X sta per la cifra che identifica la norma di prodotto applicabile al tipo di quadro, ad esempio 2 per quadri di potenza come nel caso in esame; Altre informazioni, indicate nella norma specifica per il tipo di quadro, devono essere riportate nella documentazione tecnica da fornire al committente assieme al quadro e possono essere indicate sulla targa. Da un punto di vista elettrico un quadro è specificato dai dati seguenti: tensione nominale (Un); tensioni nominali di impiego dei circuiti (Ue) tensione nominale di tenuta a impulso (Uimp); tensione nominale di isolamento (Ui); corrente nominale (InA); correnti nominali dei circuiti (Inc); corrente nominale ammissibile di breve durata (Icw) e sua durata; corrente nominale ammissibile di picco (Ipk); corrente nominale di cortocircuito condizionata (Icc); frequenza nominale (fn); fattore nominale di contemporaneità (RDF). Vi sono poi ulteriori informazioni che vanno dettagliate nella documentazione allegata al quadro: - prescrizioni relative alle specifiche condizioni di servizio di un'unità funzionale (tipo di - coordinamento, caratteristiche di sovraccarico); - grado di inquinamento; - modi di collegamento a terra (se il quadro non è idoneo per essere installato m qualsiasi sistema TT, TN, o IT); - tipo di installazione: all'interno e/o all'esterno; - tipo di quadro: fisso, trasportabile o mobile; - tipo di costruzione: quadro con o senza parti asportabili; - grado di protezione IP; - utilizzo da parte di persone esperte/avvertite o comuni; - classificazione della compatibilità elettromagnetica (EMC); - condizioni speciali di servizio; - grado di protezione contro l'impatto meccanico (codice IK); - tenuta al cortocircuito e natura del dispositivo di protezione contro il cortocircuito; - misure di protezione contro lo shock elettrico; - dimensioni esterne; - massa, se superiore a 30 kg. 1 Ovviamente le informazioni suindicate non sono sempre necessarie, ma vanno selezionate di volta in volta in relazione al quadro in esame e alla sua norma pertinente. La norma EN 61349-1 non impone di applicare sul quadro alcun cartello per indicare la presenza di parti in tensione all'interno del quadro. La norma 60204-1 per l'equipaggiamento elettrico delle macchine richiede invece di applicare il cartello di avvertimento di tensione elettrica pericolosa su ogni involucro che contenga parti attive accessibili al dito di prova (triangolo con la folgore). Per i quadri elettrici previsti nell’impianto deve essere applicata la norma EN 61439-1 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 assieme alla norma EN 61439-2 in quanto trattasi di quadri di “Quadri di potenza” utilizzati per “distribuire e controllare l’energia per tutti i carichi previsti per applicazioni industriali, commerciali e similari in cui non sono previste operazioni da parte di persone comuni”. La persona comune è una persona che non è addestrata come definito dalla norma CEI 64-8 art. 29.1. La norma CEI 64-8, art. 29.1, definisce la persona addestrata (persona comune è una persona non addestrata): "Persona avente conoscenze tecniche o esperienza (persona esperta), o che ha ricevuto istruzioni specifiche sufficienti per permetterle di prevenire i pericoli dell'elettricità, in relazione a determinate operazioni condotte in condizioni specificate (persona avvertita)”. Il termine addestrato è pertanto un attributo relativo: al tipo di operazione; al tipo di impianto sul quale, o in vicinanza del quale, si deve operare; alle condizioni ambientali, contingenti e di supervisione da parte di personale più preparato La norma EN 61439-1 definisce le operazioni eseguibili con il quadro di potenza in esercizio ed in tensione: ispezione di: o dispositivi di manovra e protezione e altri apparecchi; o regolazioni ed elementi indicatori di relè e sganciatori; o collegamenti dei conduttori e marcatura; regolazione e ripristino di relè, sganciatori e dispositivi elettronici; sostituzione delle cartucce portafusibili; sostituzione delle lampade di segnalazione; alcune operazioni di localizzazione del guasto. La necessità di svolgere tali operazioni nei quadri in oggetto rendono i quadri di potenza previsti nell’impianto in oggetto utilizzabili soltanto da parte di persone addestrate. La norma EN 61439-2 si allinea alle prescrizioni della norma EN 61439-1 e tratta in modo autonomo solo i temi più specificamente "industriali" non previsti nella parte generale. La norma EN 61439-2 indica inoltre il fattore di contemporaneità da assegnare al quadro, in assenza di specifiche informazioni sulle correnti di carico dei circuiti di uscita. Fattore di contemporaneità (RDF) per i quadri di potenza. Numero di circuiti di uscita RDF 2 oppure 3 0,9 4 oppure 5 0,8 da 6 a 9 10 e oltre 0,7 0,6 Nei quadri in oggetto non è prevista la presenza di parti asportabili (una parte è asportabile quando può essere completamente rimossa dal quadro, mentre il circuito, al quale è connessa, è in tensione) né estraibili (una parte è estraibile quando può essere portata in una posizione che assicura una distanza di sezionamento, pur rimanendo meccanicamente unita al quadro) ma solamente fisse. Nel caso in esame si avranno quadri con: esecuzione fissa per interno per la distribuzione della energia involucro chiuso con grado di protezione minimo IP43 involucro a cassa metallica per la zona cabina di consegna MT e zona arrivo e protezione MT/BT del locale della centrale di produzione involucro ad armadi modulari componibili in lamiera di acciaio appoggiati a pavimento per il locale tecnico generale esecuzione in forma 2b; Per quanto riguarda la tenuta al cortocircuito dei circuiti in uscita, realizzate rispettando gli accorgimenti della tabella 5.E della norma. le derivazioni dovranno essere CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 Per i quadri in oggetto, che hanno sempre una corrente non solo inferiore a 3150A (limite di applicabilità della norma CEI 17-43) ma anche ai 1600A a cui fa riferimento la norma EN 61439-1, si può applicare la verifica della sovratemperatura interna con il metodo data dalla norma CEI 17-43. I quadri di potenza in oggetto devono essere conformi alla norma EN 61439-2 e a tale scopo il costruttore di ogni quadro elettrico in oggetto deve dichiarare la conformità del quadro con riscontri puntuali che evidenziano l'esecuzione delle verifiche richieste dalla norma. La tabella qui allegata mostra un fac-sìmile di dichiarazione di conformità di un quadro di potenza che il costruttore ovviamente deve adattare al suo prodotto. Le prove richieste dalla norma quadri possono essere eseguite a cura del costruttore del quadro, oppure dal fornitore di un componente, ad esempio involucro, sbarre, ecc. Nella colonna "Note" potrebbero essere indicati i riferimenti agli eventuali documenti tecnici che riportano i risultati delle verifiche (rapporti di prova, bollettini di collaudo, cataloghi dei fornitori e così via). CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 L’accesso ai quadri avverrà dal fronte, tramite portelle frontali di chiusura, forate in corrispondenza degli organi di manovra delle apparecchiature ulteriori portelli trasparente frontale con chiusura a chiave. La struttura dei quadri dovrà essere tale da consentire l’agevole smaltimento del calore prodotto dalle apparecchiature in essi contenute, considerando le condizioni di esercizio al massimo fattore di contemporaneità presumibile. A porte aperte, tutte le parti che rimangono in tensione saranno opportunamente protette contro i contatti diretti tramite schermature in materiale isolante. Le apparecchiature di comando e protezione saranno di tipo modulare costituite da interruttori automatici in aria con scatola isolante in materiale ad elevata resistenza meccanica e bassa igroscopicità. I quadri saranno dimensionati in modo tale da mantenere spazi liberi nella misura minima del 20% per ulteriori ampliamenti o modifiche. CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 I quadri saranno facilmente ampliabili anche in futuro, senza dover ricorrere a operazioni di taglio o saldatura, ma tramite sole operazioni di imbullonatura di eventuali unità modulari analoghe a quelle già montate. I quadri dovranno essere realizzati in modo che operazioni di manutenzione o sostituzione di componenti possano essere eseguite dal fronte. I quadri dovranno essere completi di morsettiere di appoggio (anche per la montante principale) e morsettiere a clip (sbarre di distribuzione) a tutti i livelli. I quadri avranno grado di protezione come indicato negli schemi allegati e comunque adeguato alle condizioni ambientali e normative. In tutti i quadri le apparecchiature dovranno essere fissate alla struttura posteriore, mentre sul pannello anteriore dovranno essere previste le feritoie adatte al montaggio delle apparecchiature e manovre di comando. È ammesso il montaggio diretto sulle portelle apribili, degli strumenti indicatori di misura, dei pulsanti e operatori vari di comando e dei segnalatori luminosi. La disposizione e il montaggio delle varie apparecchiature dovrà inoltre tenere conto delle necessità dell’esercizio e della manutenzione. Sul fronte di ogni quadro saranno montate targhette di identificazione per ogni apparecchio installato con l’identificazione del tipo di servizio o destinazione o segnalazione che tale apparecchio svolge. Dovrà essere prevista, in posizione facilmente accessibile nella parte anteriore del quadro in tutta la sua lunghezza e nella zona cavi, una sbarra collettrice di terra dimensionata per la massima corrente di guasto di possibile insorgenza nel quadro. Alla sbarra di terra dovranno essere collegati tutti i conduttori di protezione delle utenze, in partenza dal quadro. La sbarra dovrà essere predisposta, alle due estremità per il collegamento alla rete generale di terra dell’impianto. I collegamenti di potenza sono previsti in cavo con arrivo dal basso e, in alcuni casi, dall’alto. Per facilitare l’installazione e il fissaggio dei cavi dovranno essere previsti nell’apposita zona cavi guide fermacavo. Particolare cura dovrà essere posta negli ancoraggi meccanici dei terminali e delle linee, in modo che gli sforzi meccanici dovuti al peso proprio delle linee e alle sollecitazioni elettrodinamiche di eventuali correnti di corto circuito, non gravino direttamente sui terminali dell’interruttore da cui trae origine la linea. I collegamenti di cablaggio all’interno dei quadri dovranno obbligatoriamente essere realizzati con cavi che presenteranno le caratteristiche di isolamento e posa specificate nella tabella 5.E della norma. Si fa al riguardo notare come l’utilizzo di cavi non propaganti l’incendio di tipo NO7V-K possa non essere corretto in relazione alle condizioni di uso,manto, posa e stipamento dei conduttori. I cavi dovranno essere intestati con appositi capicorda del tipo a puntale. Per l’alimentazione degli interruttori di tipo modulare si dovranno utilizzare (qualora richiesto dalla D.L.) sistemi prefabbricati modulari tipo multiclip o similari. La colorazione dei cavi sarà la seguente: colore nero, marrone e grigio per i conduttori di fase; colore azzurro per il conduttore di neutro. Dovrà essere garantita ovunque la separazione elettrica fra circuiti a tensione diversa e di tipologia diversa (ad es. UPS e F.M., ecc). Nei cablaggi non dovranno mai essere messi due fili sotto lo stesso morsetto, in modo da impedire che l’allentamento, voluto o casuale, del morsetto possa interrompere funzioni diverse da quello ad esso relative; si richiama l’attenzione soprattutto sulle linee di alimentazione della tensione ausiliaria e sui “comuni” di ritorno. Il collegamento a terra deve essere realizzato direttamente sulla barra collettrice di terra. I conduttori ausiliari, appartenenti a sistemi di categoria diversa, dovranno essere fisicamente separati o su percorsi diversi o tramite interposizione di diaframmi. Ciascun conduttore sarà opportunamente contrassegnato alle due estremità e munito di terminali, analogamente saranno contrassegnati i morsetti cui faranno capo i conduttori. La colorazione dei cavi utilizzata per i sistemi ausiliari sarà la seguente: colore blu scuro per i circuiti in corrente continua; colore rosso per i circuiti in corrente alternata; colore arancio per i circuiti di misura. Le connessioni saranno dimensionate per le portate nominali degli interruttori indipendentemente dalla taratura delle protezioni. L’estremità di ciascun cavo porterà il proprio numero distintivo indicato sullo schema funzionale e verrà fatto in modo che la lettura risulti chiara e ben visibile. Per i collegamenti ai morsetti delle apparecchiature e delle morsettiere tutti i conduttori saranno muniti di capicorda del tipo a compressione. Il sistema di siglatura dei cavi ed anche delle apparecchiature interne sarà del tipo ad anelli plastici trasparenti (ad infilaggio sul cavo, a fissaggio adesivo sulle apparecchiature), nei quali saranno fissate per infilaggio le siglature occorrenti, in accordo agli schemi elettrici. Tutte le apparecchiature verranno montate come la casa costruttrice le consegnerà, cioè non verranno assolutamente modificate. I morsetti per i circuiti in partenza dal quadro saranno sistemati in fila orizzontale e suddivisi in gruppi separati per ogni partenza. I morsetti saranno del tipo componibile in materiale isolante e non igroscopico e saranno montati su appositi profilati DIN a fissaggio rapido. I morsetti verranno siglati in modo chiaro e ben comprensibile con la sigla dello schema elettrico funzionale. I morsetti di entrata linea verranno protetti da lastre in bakelite o apposite calotte e contrassegnati con freccia di colore rosso. La siglatura dei morsetti sarà realizzata sia sulla parte superiore che inferiore di ogni singolo morsetto. CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 Tutti i quadri dovranno essere completo di tasca portaschemi con schema elettrico del quadro sezione di potenza e sezione ausiliari aggiornato al come costruito, dichiarazione di conformità , istruzioni d’uso e manutenzione. La realizzazione dei quadri è pertanto da ritenersi comprensiva di ogni onere dovuto a progettazione, fornitura materiali, realizzazione e successiva verifica funzionale e collaudo dei quadri di potenza e del funzionamento dei sistemi di regolazione da essi alimentati. Sarà facoltà della ditta realizzatrice degli impianti elettrici o della D.L. variare le dimensioni ( quelle riportate negli schemi allegati sono le dimensioni minime necessarie per realizzare il quadro perfettamente funzionante), la struttura del quadro, la quantità e la tipologia e i dispositivi di protezione e/o di comando, ecc. senza potere alterare il grado di protezione originale del quadro al fine di realizzare una distribuzione che essa ritenga migliorativa e con uno spazio libero di almeno in 20% del quadro rispetto a quanto proposto senza che ciò determini tuttavia alcun costo aggiuntivo per il committente. Quadri elettrici di comando, controllo e supervisione per la “MACCHINA DI GENERAZIONE DELLA ENERGIA ELETTRICA DI CASTELLARANO” Al fine di comprendere appieno il significato del termine “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” sopra indicato si riportano qui di seguito alcuni estratti normativi del decreto d.lgs. 17/2010 “attuazione della direttiva 2006/42/ce” e della direttiva 2006/42/ce D.lgs. 17/2010 “Attuazione della Direttiva 2006/42/CE” Art. 1 CAMPO D' APPLICAZIONE 1. Le norme del presente decreto legislativo si applicano ai seguenti prodotti, così come definiti all’articolo 2: a) macchine; b) attrezzature intercambiabili; c) componenti di sicurezza; d) accessori di sollevamento; e) catene, funi e cinghie; f) dispositivi amovibili di trasmissione meccanica; g) quasi-macchine. 2. Sono esclusi dal campo di applicazione del presente decreto legislativo: a) i componenti di sicurezza, destinati ad essere utilizzati come pezzi di ricambio in sostituzione di componenti identici e forniti dal fabbricante della macchina originaria; b) le attrezzature specifiche per parchi giochi e/o di divertimento; c) …… omissis …… m) i prodotti elettrici ed elettronici che rientrano nelle categorie seguenti, oggetto della direttiva 2006/95/CE in materia di bassa tensione: 1) elettrodomestici destinati a uso domestico; 2) apparecchiature audio e video; 3) apparecchiature nel settore delle tecnologie dell'informazione; 4) macchine ordinarie da ufficio; 5) apparecchiature di collegamento e di controllo a bassa tensione; 6) motori elettrici. Art. 2 DEFINIZIONI a) «macchina » propriamente detta: 1) insieme equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidamente per un'applicazione ben determinata; 2) insieme di cui al numero 1), al quale mancano solamente elementi di collegamento al sito di impiego o di allacciamento alle fonti di energia e di movimento; 3) insieme di cui ai numeri 1) e 2), pronto per essere installato e che può funzionare solo dopo essere stato montato su un mezzo di trasporto o installato in un edificio o in una costruzione; 4) insiemi di macchine, di cui ai numeri 1), 2) e 3), o di quasi-macchine, di cui alla lettera g), che per raggiungere uno stesso risultato sono disposti e comandati in modo da avere un funzionamento solidale; CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 5) insieme di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidalmente e destinati al sollevamento di pesi e la cui unica fonte di energia è la forza umana diretta. c) 1) 2) 3) 4) «componente di sicurezza»: componente: destinato ad espletare una funzione di sicurezza; immesso sul mercato separatamente; il cui guasto ovvero malfunzionamento, mette a repentaglio la sicurezza delle persone; che non è indispensabile per lo scopo per cui è stata progettata la macchina o che per tale funzione può essere sostituito con altri componenti. L'allegato V contiene un elenco indicativo che può essere aggiornato in base alla specifica misura prevista all'articolo 8, paragrafo 1, lettera a) g) «quasi-macchine»: insiemi che costituiscono quasi una macchina, ma che, da soli, non sono in grado di garantire un'applicazione ben determinata; un sistema di azionamento è una quasi macchina; le quasi-macchine sono unicamente destinate ad essere incorporate o assemblate ad altre macchine o ad altre quasi-macchine o apparecchi per costituire una macchina disciplinata dalla presente decreto; h) «immissione sul mercato»: prima messa a disposizione, all'interno della Comunità, a titolo oneroso o gratuito, di una macchina o di una quasi-macchina a fini di distribuzione o di utilizzazione; i) «fabbricante»: persona fisica o giuridica che progetta e/o realizza una macchina o una quasimacchina oggetto del presente decreto, ed è responsabile della conformità della macchina o della quasi-macchina con il presente decreto ai fini dell'immissione sul mercato con il proprio nome o con il proprio marchio ovvero per uso personale; in mancanza di un fabbricante quale definito sopra, è considerato fabbricante la persona fisica o giuridica che immette sul mercato o mette in servizio una macchina o una quasi-macchina oggetto del presente decreto legislativo; Art. 3 IMMISSIONE SUL MERCATO E MESSA IN SERVIZIO Possono essere immesse sul mercato ovvero messe in servizio unicamente le macchine che soddisfano le pertinenti disposizioni del presente decreto legislativo e non pregiudicano la sicurezza e la salute delle persone e, all'occorrenza, degli animali domestici o dei beni, quando sono debitamente installate, mantenute in efficienza e utilizzate conformemente alla loro destinazione o in condizioni ragionevolmente prevedibili. 2. Possono essere immesse sul mercato unicamente le quasi-macchine che rispettano le pertinenti disposizioni del presente decreto legislativo. 1. 3. Il fabbricante o il suo mandatario, prima di immettere sul mercato e/o mettere in servizio una macchina: a) si accerta che soddisfi i pertinenti requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute indicati dall'allegato I; b) si accerta che il fascicolo tecnico di cui all'allegato VII, parte A, sia disponibile; c) fornisce in particolare le informazioni necessarie, quali ad esempio le istruzioni; d) espleta le appropriate procedure di valutazione della conformità ai sensi dell'articolo 12; e) redige la dichiarazione CE di conformità ai sensi dell'allegato II, parte 1, sezione A, e si accerta che accompagni la macchina; f) appone la marcatura «CE» ai sensi dell'articolo 16. ART. 10 (Procedure di valutazione della conformità delle quasi macchine) 1. Il fabbricante di una quasi-macchina, o il suo mandatario, prima dell'immissione sul mercato, si accertano che: a) sia preparata la documentazione tecnica pertinente di cui all'allegato VII, parte B; b) siano preparate le istruzioni per l'assemblaggio di cui all'allegato VI; c) sia stata redatta la dichiarazione di incorporazione di cui all'allegato II, parte 1, sezione B. 2. Le istruzioni per l'assemblaggio e la dichiarazione di incorporazione accompagnano la quasi macchina fino all'incorporazione e fanno parte del fascicolo tecnico della macchina finale. CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 Direttiva 2006/42/CE Allegato 1 1. Il fabbricante di una macchina, o il suo mandatario, deve garantire che la macchina è progettata e costruita tenendo conto dei risultati della valutazione dei rischi con il processo iterativo in 5 fasi, il fabbricante o il suo mandatario: − stabilisce i limiti della macchina, il che comprende l'uso previsto e l'uso scorretto ragionevolmente prevedibile; − individua i pericoli cui può dare origine la macchina e le situazioni pericolose che ne derivano; − valuta i rischi, tenendo conto della gravità dell'eventuale lesione o danno alla salute e della probabilità che si verifichi; − valuta i rischi al fine di stabilire se la riduzione dei rischi sia richiesta conformemente agli obiettivi della presente direttiva; − elimina i pericoli o riduce i rischi che ne derivano applicando le misure di protezione nell'ordine indicato nel punto 1.1.2, lettera b). 2. Gli obblighi previsti dai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute si applicano soltanto se sussiste il rischio corrispondente per la macchina in questione allorché viene utilizzata nelle condizioni previste dal fabbricante, o dal suo mandatario, o in condizioni anormali prevedibili. Il principio di integrazione della sicurezza di cui al punto 1.1.2 e gli obblighi relativi alla marcatura e alle istruzioni per l'uso di cui ai punti 1.9 e 1.10 si applicano comunque. 3. I requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute elencati nel presente allegato sono inderogabili. Tuttavia, tenuto conto dello stato della tecnica, gli obiettivi da essi prefissi possono non essere raggiunti. In tal caso la macchina deve, per quanto possibile, essere progettata e costruita per cercare di raggiungere tali obiettivi. 1.1.2. Principi d'integrazione della sicurezza a) Per progettazione e costruzione, le macchine devono essere atte a funzionare, ad essere azionate, ad essere regolate e a subire la manutenzione senza che tali operazioni espongano a rischi le persone, se effettuate nelle condizioni previste tenendo anche conto dell'uso scorretto ragionevolmente prevedibile. Le misure adottate devono avere lo scopo di eliminare ogni rischio durante l'esistenza prevedibile della macchina, comprese le fasi di trasporto, montaggio, smontaggio, smantellamento (messa fuori servizio) e rottamazione. b) Per la scelta delle soluzioni più opportune il fabbricante o il suo mandatario deve applicare i seguenti principi, nell'ordine indicato: • Eliminare o ridurre i rischi nella misura del possibile (integrazione della sicurezza nella progettazione e nella costruzione della macchina), • Adottare le misure di protezione necessarie nei confronti dei rischi che non possono essere eliminati, • Informare gli utilizzatori dei rischi residui dovuti all'incompleta efficacia delle misure di protezione adottate, indicare se è richiesta una formazione particolare e segnalare se è necessario prevedere un dispositivo di protezione individuale. Allegato 1 1.4.2.1. Protezioni fisse Il fissaggio delle protezioni fisse deve essere ottenuto con sistemi che richiedono l'uso di utensili per la loro apertura o smontaggio. I sistemi di fissaggio devono rimanere montati alle protezioni o alla macchina al momento dello smontaggio delle protezioni. Se possibile, le protezioni non devono poter rimanere al loro posto in mancanza dei loro mezzi di fissaggio. Allegato II Dichiarazioni 1. CONTENUTO A – macchine B – quasi macchine 2. CUSTODIA CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 Il fabbricante della macchina o il suo mandatario custodisce l'originale della dichiarazione CE di conformità per un periodo di almeno dieci anni dall'ultima data di fabbricazione della macchina. Il fabbricante della quasi-macchina o il suo mandatario custodisce l'originale della dichiarazione di incorporazione per un periodo di almeno dieci anni dall'ultima data di fabbricazione della quasimacchina. Allegato: III Marcatura A. Marcatura CE di conformità - La marcatura CE di conformità è costituita dalle iniziali «CE» secondo il simbolo grafico che segue: Allegato IV Categorie di macchine per le quali va applicata una delle procedure di cui all'art. 12, par. 3 e 4 Segue elenco da 1. a 13. omessi 14. Dispositivi amovibili di trasmissione meccanica, compresi i loro ripari. 15. Ripari per dispositivi amovibili di trasmissione meccanica. 16. Ponti elevatori per veicoli. 17. Apparecchi per il sollevamento di persone o di persone e cose, con pericolo di caduta verticale superiore a 3 metri. 18. Apparecchi portatili a carica esplosiva per il fissaggio o altre macchine ad impatto. 19. Dispositivi di protezione progettati per il rilevamento delle persone. 20. Ripari mobili automatici interbloccati progettati per essere utilizzati come mezzi di protezione nelle macchine di cui ai punti 9, 10 e 11. 21. Blocchi logici per funzioni di sicurezza. 22. Strutture di protezione in caso di ribaltamento (ROPS). 23. Strutture di protezione contro la caduta di oggetti (FOPS Allegato V Elenco indicativo dei componenti di sicurezza di cui all'articolo 2, lettera c) 1. Protezioni dei dispositivi amovibili di trasmissione meccanica, 2. Dispositivi di protezione per il rilevamento delle persone, 3. Ripari mobili automatici interbloccati progettati per essere utilizzati come mezzi di sicurezza nelle macchine di cui ai punti 9, 10 e 11 dell'allegato IV, 4. Blocchi logici per assicurare funzioni di sicurezza, CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 5. Valvole dotate di mezzi ausiliari per il rilevamento di guasti destinate ad essere utilizzate per il comando dei movimenti pericolosi delle macchine, 6. Sistemi di estrazione per le emissioni delle macchine, 7. Ripari e dispositivi di protezione destinati a proteggere le persone esposte contro le parti mobili coinvolte nel processo di lavorazione delle macchine, 8. Dispositivi di controllo del carico e dei movimenti delle macchine per il sollevamento, 9. Sistemi di ritenzione per mantenere le persone sul sedile, 10. Dispositivi di arresto di emergenza, 11. Sistemi di scarico per evitare la formazione di cariche elettrostatiche potenzialmente pericolose, 12. Limitatori di energia e dispositivi di sicurezza citati ai punti 1.5.7, 3.4.7 e 4.1.2.6 dell'allegato I, 13. Sistemi e dispositivi destinati a ridurre l'emissione di rumore e di vibrazioni, 14. Strutture di protezione in caso di ribaltamento (ROPS), 15. Strutture di protezione contro la caduta di oggetti (FOPS), 16. Dispositivi di comando a due mani, 17. I componenti per macchine progettate per la salita e/o la discesa di persone da un piano all'altro e inclusi nel seguente elenco: a) dispositivi di bloccaggio delle porte di piano, b) dispositivi che impediscono la caduta dell'unità di carico o movimenti ascendenti incontrollati, c) dispositivi di limitazione di velocità eccessiva, d) ammortizzatori ad accumulazione di energia - a caratteristica non lineare; o - con smorzamento del movimento di ritorno, e) ammortizzatori a dissipazione di energia, f) dispositivi di sicurezza su martinetti dei circuiti idraulici di potenza quando sono utilizzati come dispositivi paracadute, g) dispositivi elettrici di sicurezza con funzione di interruttori di sicurezza con componenti elettronici. Allegato VII – A Fascicolo tecnico per le macchine a) un fascicolo di costruzione composto: • da una descrizione generale della macchina, • da un disegno complessivo della macchina e dagli schemi dei circuiti di comando, nonché dalle relative descrizioni e spiegazioni necessarie per capire il funzionamento della macchina, • dai disegni dettagliati e completi, eventualmente accompagnati da note di calcolo, risultati di prove, certificati, ecc., che consentano la verifica della conformità della macchina ai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute, dalla documentazione relativa alla valutazione dei rischi che deve dimostrare la procedura seguita, inclusi: • un elenco dei requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute applicabili alla macchina, • le misure di protezione attuate per eliminare i pericoli identificati o per ridurre i rischi e, se del caso, l'indicazione dei rischi residui connessi con la macchina, • dalle norme e dalle altre specifiche tecniche applicate, che indichino i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute coperti da tali norme, • da qualsiasi relazione tecnica che fornisca i risultati delle prove svolte dal fabbricante stesso o da un organismo scelto dal fabbricante o dal suo mandatario, • da un esemplare delle istruzioni della macchina, • se del caso, dalla dichiarazione di incorporazione per le quasi-macchine incluse e dalle relative istruzioni di assemblaggio, • se del caso, da copia della dichiarazione CE di conformità delle macchine o di altri prodotti incorporati nella macchina, • da una copia della dichiarazione CE di conformità; b) nel caso di fabbricazione in serie, le disposizioni interne che saranno applicate per mantenere la conformità delle macchine alle disposizioni della presente direttiva. Allegato VII – B. Documentazione tecnica pertinente per le quasi-macchine Essa comprende gli elementi seguenti: a) un fascicolo di costruzione composto: CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 da un disegno complessivo della quasi-macchina e dagli schemi dei circuiti di comando, dai disegni dettagliati e completi, eventualmente accompagnati da note di calcolo, risultati di prove, certificati, ecc., che consentano la verifica della conformità della quasi-macchina ai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute applicati, • dalla documentazione relativa alla valutazione dei rischi che deve dimostrare la procedura seguita, inclusi: • un elenco dei requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute che sono applicati e soddisfatti, • le misure di protezione attuate per eliminare i pericoli identificati o per ridurre i rischi e, se del caso, l'indicazione dei rischi residui, • le norme e le altre specifiche tecniche applicate, che indichino i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute coperti da tali norme, • qualsiasi relazione tecnica che fornisca i risultati delle prove svolte dal fabbricante stesso o da un organismo scelto dal fabbricante o dal suo mandatario, • un esemplare delle istruzioni di assemblaggio della quasi-macchina; b) nel caso di fabbricazione in serie, le disposizioni interne che saranno applicate per mantenere la conformità della quasi-macchina ai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute applicati. • • La ditta esecutrice delle opere elettriche a servizio della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” in quanto essendo la ditta a cui compete la individuazione e la corretta realizzazione dei necessari provvedimenti per la realizzazione della logica di funzionamento, comando, supervisione, telecontrollo e sicurezza, ecc. dell’insieme di quanto compone il sistema di generazione della energia elettrica; in quanto persona fisica o giuridica che progetta e/o realizza una macchina o una quasi-macchina; sara’ responsabile della conformità della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” ai fini della prima messa a disposizione, all'interno della comunità, a titolo oneroso, della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” per l’utilizzazione della stessa. In pratica la ditta esecutrice delle opere elettriche a servizio della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” sara’ il “fabbricante” della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” come inteso nel d.lgs. 17/2010 “attuazione della direttiva 2006/42/ce” e dovrà applicare quanto indicato nel d.lgs e nella direttiva 2006/42/ce La ditta esecutrice delle opere elettriche, in quanto fabbricante della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” prima di mettere in servizio la “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” ai sensi del d.lgs.17/2010 dovrà: g) accertarsi che soddisfi i pertinenti requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute indicati dall'allegato i; h) accertarsi che il fascicolo tecnico di cui all'allegato vii, parte a, sia disponibile; i) fornire in particolare le informazioni necessarie, quali ad esempio le istruzioni; j) espletare le appropriate procedure di valutazione della conformità ai sensi dell'articolo 12; k) redigere la dichiarazione ce di conformità ai sensi dell'allegato ii, parte 1, sezione a, e accertarsi che accompagni la macchina; l) apporre la marcatura «ce» ai sensi dell'articolo 16 Alla data di redazione del presente progetto non sono pienamente definite in tutti i particolari esecutivi finali le utenze, macchine, quasi macchine, ecc. da installare all’interno dell’intera centrale per realizzare il processo di generazione della energia elettrica in quanto tale definizione esecutiva finale è inevitabilmente lasciata alle scelte e agli ordini effettivi eseguiti dalla ditta esecutrice di tutte le opere non solo elettriche ma ad esempio anche meccaniche, edili, ecc. (ad esempio una possibile variazione anche minimale di una realizzazione edile può determinare la necessità di installare una macchina piuttosto che una altra, ecc.). Sono infatti disponibili e bene definite allo stato attuale tutte le caratteristiche prestazionali e funzionali delle costruzioni edili, macchine, ecc. del processo di generazione della energia ma sarà a cura della ditta esecutrice dell’intera fornitura e della esecuzione dell’opera definire esattamente le marche e le tipologie esecutive delle utenze, macchine, strumentazioni, ecc. da installare operativamente (ad esempio marche diverse di macchine possono prospettare diverse soluzioni realizzative a parità di prestazioni funzionali per la stessa funzione).. Questo determina che allo stato attuale al momento della redazione del presente progetto esecutivo non è possibile valutare analiticamente ed operativamente tutti i rischi inerenti la sicurezza dell’uso di tutto ciò che sarà inserito nella “MACCHINA DI GENERAZIONE DELLA ENERGIA ELETTRICA DI CASTELLARANO” Per tutti i motivi sopra espressi, la presente progettazione relativamente ai quadri a bordo macchina e agli impianti asserviti alle macchine/apparati/ecc. costituenti la “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” deve essere intesa quale progettazione di tipo definitivo e non esecutivo in quanto non completa, e non potrebbe essere diversamente per quanto indicato, ed esaustiva in tema di conduzione ed utilizzo finale degli impianti costituenti la “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 in oggetto in perfette condizioni non solo dal punto di vista funzionale e prestazionale ma anche, e non sicuramente di minore importanza, dal punto di vista dell’uso della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” in perfette condizioni di sicurezza come previsto dal d.lgs. 17/2010 “attuazione della direttiva 2006/42/ce” Da quanto sopra ne segue che, una volta definite esattamente ed esecutivamente in modo preciso e definitivo le varie utenze, macchine, quasi-macchine, strumenti, controlli, ecc. necessari all’uso funzionale e prestazionale della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” come richiesto dalla stazione appaltante, si dovrà procedere a cura della ditta esecutrice delle opere elettriche a servizio della “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano”a: redarre il documento di valutazione rischi inerenti l’uso in perfette condizioni di sicurezza di tutto quanto necessario al funzionamento e alle prestazioni richieste per la “macchina di generazione della energia elettrica di castellarano” che tenga conto non solamente delle condizioni di uso in perfette condizioni di sicurezza delle varie singole parti dell’impianto ma anche della totalità dell’impianto nella sua forma più ampia considerando le condizioni di sicurezza legate a parti/totalità di impianti che possono anche none essere strettamente dotate di impianto elettrico quali ad esempio vasche, scale, accessi a vasche, percorsi pericolosi, parti meccaniche pericolose, impianti di processo pericolosi, rischi chimici, accatastamento di materiali combustibili, ecc.; individuare in perfetta identità di vedute con i tecnici edili, meccanici, elettrici, ecc, coinvolti nella esecuzione dell’opera tutte le idonee soluzioni per eliminare i pericoli suddetti; sottoporre tale valutazione rischi e le soluzioni proposte da adottare alla Direzione Lavori per approvazione, suggerimenti, osservazioni, ecc,; redarre un progetto esecutivo che tenga conto del presente progetto definitivo, delle richieste della stazione appaltante/committente ma anche delle modalità e prestazioni necessarie a risolvere le problematiche in tema di sicurezza emerse dalla valutazione rischi di cui sopra comprese le eventuali osservazioni, integrazioni, ecc. suggerite dalla Direzione Lavori; fornire tutti materiali e le opere necessarie, nessuna esclusa, per realizzare la “MACCHINA DI GENERAZIONE DELLA ENERGIA ELETTRICA DI CASTELLARANO” in modo completo, a regola d’arte sia dal punto di vista funzionale-gestionale ma anche dal punto di vista della sicurezza dell’utilizzo conformemente al D.lgs. 17/2010 e alla Direttiva 2006/42/CE; Tutti i costi, nessuno escluso, per realizzare quanto sopra, comprese le prestazioni di progettazione esecutiva, marcatura CE, ecc. come sopra indicato sono da intendersi completamente compensati e corrisposti nei prezzi indicati da ogni ditta che parteciperà alla fase di gara per l’affidamento dei lavori per le singole voci delle opere descritte analiticamente nei documenti allegati relativi alle opere elettriche denominati “elenco prezzi unitari e descrizione delle opere da eseguire” e “computo metrico”. 21 FRUTTI I vari frutti da installare negli impianti dovranno essere del tipo modulare componibile, con elevata qualità e da esterno con grado di protezione non inferiore a IP55. 22 PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE Tutti gli edifici in muratura, con la esclusione della cabina di consegna MT la cui valutazione relativa al rischi del fulmine è qui di seguito riportata, saranno completamente interrati per cui non è necessario valutare i provvedimenti da adottare per la protezione contro le scariche atmosferiche per detti edifici. Le sole parti esposte alle eventuali scariche sono le strutture metalliche di paratoie, sgrigliatore, ecc. che tuttavia, in quanto strutture metalliche con altezza assai limitate dell’ordine dei 2-3m fuori terra sono di tipo AUTOPROTETTO. Qui di seguito è stato valutato il rischio per le aree esterne e per il locale cabina di consegna che tuttavia risultano essere di tipo auto protetto. Tutti gli impianti saranno comunque protetti da sovratensione di origine esterna a mezzo di opportuni scaricatori di sovratensione. Questo documento contiene: - la relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine; - la scelta delle misure di protezione da adottare ove necessarie. Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme: - CEI EN 62305-1 "Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi generali" Febbraio 2013; - CEI EN 62305-2 "Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio" Febbraio 2013; - CEI EN 62305-3 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 "Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone" Febbraio 2013; - CEI EN 62305-4 "Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture" Febbraio 2013; - CEI 81-29 "Linee guida per l'applicazione delle norme CEI EN 62305" Febbraio 2014; - CEI 81-30 "Protezione contro i fulmini. Reti di localizzazione fulmini (LLS). Linee guida per l'impiego di sistemi LLS per l'individuazione dei valori di Ng (Norma CEI EN 62305-2)" Febbraio 2014. L'individuazione della struttura da proteggere è essenziale per definire le dimensioni e le caratteristiche da utilizzare per la valutazione dell'area di raccolta. La struttura che si vuole proteggere coincide con un intero edificio a sé stante, fisicamente separato da altre costruzioni. Pertanto, ai sensi dell'art. A.2.2 della norma CEI EN 62305-2, le dimensioni e le caratteristiche della struttura da considerare sono quelle dell'edificio stesso. La densità annua di fulmini a terra al kilometro quadrato nella posizione in cui è ubicata la struttura (in proposito vedere l'allegato "Valore di Ng"), vale: Ng = 1,66 fulmini/anno km² La pianta della struttura è riportata nel disegno (Allegato Disegno della struttura). La destinazione d'uso prevalente della struttura è: industriale In relazione anche alla sua destinazione d’uso, la struttura può essere soggetta a: - perdita di vite umane In accordo con la norma CEI EN 62305-2 per valutare la necessità della protezione contro il fulmine, deve pertanto essere calcolato: - rischio R1; Le valutazioni di natura economica, volte ad accertare la convenienza dell’adozione delle misure di protezione, non sono state condotte perché espressamente non richieste dal Committente. La struttura è servita dalle seguenti linee elettriche: - Linea di energia: Energia MT - Linea di energia: Energia MT prodotta - Linea di energia: Alimentazione BT Le caratteristiche delle linee elettriche sono riportate nel paragrafo Caratteristiche delle linee elettriche. Tenuto conto di: - compartimenti antincendio esistenti e/o che sarebbe opportuno realizzare; - eventuali locali già protetti (e/o che sarebbe opportuno proteggere specificamente) contro il LEMP (impulso elettromagnetico); - i tipi di superficie del suolo all'esterno della struttura, i tipi di pavimentazione interni ad essa e l'eventuale presenza di persone; - le altre caratteristiche della struttura e, in particolare il lay-out degli impianti interni e le misure di protezione esistenti; sono state definite le seguenti zone: Z1: aree esterne Z2: Cabina Consegna Le caratteristiche delle zone, i valori medi delle perdite, i tipi di rischio presenti e le relative componenti sono CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 riportate nel paragrafo Caratteristiche delle Zone. L'area di raccolta AD dei fulmini diretti sulla struttura è stata valutata graficamente secondo il metodo indicato nella norma CEI EN 62305-2, art. A.2, ed è riportata nel disegno (Allegato Grafico area di raccolta AD). L'area di raccolta AM dei fulmini a terra vicino alla struttura, che ne possono danneggiare gli impianti interni per sovratensioni indotte, è stata valutata graficamente secondo il metodo indicato nella norma CEI EN 62305-2, art. A.3, ed è riportata nel disegno (Allegato Grafico area di raccolta AM). Le aree di raccolta AL e AI di ciascuna linea elettrica esterna sono state valutate analiticamente come indicato nella norma CEI EN 62305-2, art. A.4 e A.5. I valori delle aree di raccolta (A) e i relativi numeri di eventi pericolosi all’anno (N) sono riportati nell'Appendice Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi. I valori delle probabilità di danno (P) per il calcolo delle varie componenti di rischio considerate sono riportate nell'Appendice Valori delle probabilità P per la struttura non protetta. I valori delle componenti ed il valore del rischio R1, perdite di vite umane, sono di seguito indicati. Z1: aree esterne RA: 1,20E-09 Totale: 1,20E-09 Z2: Cabina Consegna RA: 1,20E-09 RB: 0,00E+00 RU(Impianti MT): 7,57E-07 RV(Impianti MT): 0,00E+00 RU(Impianti MT utente): 5,30E-08 RV(Impianti MT utente): 0,00E+00 RU(Impianti illuminazione e FEM): 5,30E-08 RV(Impianti illuminazione e FEM): 0,00E+00 Totale: 8,64E-07 Valore totale del rischio R1 per la struttura: 8,65E-07 Il rischio complessivo R1 = 8,65E-07 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05 Poiché il rischio complessivo R1 = 8,65E-07 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05 , non occorre adottare alcuna misura di protezione per ridurlo. CONCLUSIONI: Rischi che non superano il valore tollerabile: R1 SECONDO LA NORMA CEI EN 62305-2 LA PROTEZIONE CONTRO IL FULMINE NON E' NECESSARIA. In relazione al valore della frequenza di danno l'adozione di misure di protezione è comunque opportuna al fine di garantire la funzionalità della struttura e dei suoi impianti. Caratteristiche della struttura Dimensioni: vedi disegno Coefficiente di posizione: isolata (CD = 1) Schermo esterno alla struttura: assente Densità di fulmini a terra (fulmini/anno km²) Ng = 1,66 Caratteristiche delle linee elettriche Caratteristiche della linea: Energia MT La linea ha caratteristiche uniformi lungo l'intero percorso Tipo di linea: energia - aerea Lunghezza (m) L = 10000 Coefficiente ambientale (CE): rurale Schermo collegato alla stessa terra delle apparecchiature alimentate: 5 < R <= 20 ohm/km Caratteristiche della linea: Energia MT prodotta La linea ha caratteristiche uniformi lungo l'intero percorso Tipo di linea: energia - aerea Lunghezza (m) L = 700 Coefficiente ambientale (CE): rurale Schermo collegato alla stessa terra delle apparecchiature alimentate: 5 < R <= 20 ohm/km CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Caratteristiche della linea: Alimentazione BT La linea ha caratteristiche uniformi lungo l'intero percorso Tipo di linea: energia - aerea Lunghezza (m) L = 700 Coefficiente ambientale (CE): rurale Caratteristiche delle zone Caratteristiche della zona: aree esterne Tipo di zona: esterna Tipo di suolo: erba (rt = 0,01) Protezioni contro le tensioni di contatto e di passo: nessuna Valori medi delle perdite per la zona: aree esterne Numero di persone nella zona: 1 Numero totale di persone nella struttura: 1 Tempo per il quale le persone sono presenti nella zona (ore all'anno): 100 Perdita per tensioni di contatto e di passo (relativa a R1) LA = 1,14E-06 Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: aree esterne Rischio 1: Ra Caratteristiche della zona: Cabina Consegna Tipo di zona: interna Tipo di pavimentazione: erba (rt = 0,01) Rischio di incendio: nessuno (rf = 0) Pericoli particolari: ridotto rischio di panico (h = 2) Protezioni antincendio: nessuna (rp = 1) Schermatura di zona: assente Protezioni contro le tensioni di contatto e di passo: nessuna Impianto interno: Impianti MT Alimentato dalla linea Energia MT Tipo di circuito: Cavo schermato o canale metallico (Ks3 = 0,0001) Tensione di tenuta: 1,0 kV Sistema di SPD - livello: Assente (PSPD =1) Impianto interno: Impianti MT utente Alimentato dalla linea Energia MT prodotta Tipo di circuito: Cavo schermato o canale metallico (Ks3 = 0,0001) Tensione di tenuta: 1,0 kV Sistema di SPD - livello: Assente (PSPD =1) Impianto interno: Impianti illuminazione e FEM Alimentato dalla linea Alimentazione BT Tipo di circuito: Cond. attivi e PE su percorsi diversi (spire fino a 50 m²) (Ks3 = 1) Tensione di tenuta: 1,0 kV Sistema di SPD - livello: Assente (PSPD =1) Valori medi delle perdite per la zona: Cabina Consegna Rischio 1 Numero di persone nella zona: 1 Numero totale di persone nella struttura: 1 Tempo per il quale le persone sono presenti nella zona (ore all'anno): 100 Perdita per tensioni di contatto e di passo (relativa a R1) LA = LU = 1,14E-06 Perdita per danno fisico (relativa a R1) LB = LV = 0,00E+00 Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: Cabina Consegna Rischio 1: Ra Rb Ru Rv Frequenza di danno Frequenza di danno tollerabile FT = 0,1 Non è stata considerata la perdita di animali Applicazione del coefficiente rf alla probabilità di danno PEB e PB: no Luglio 2015 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Applicazione del coefficiente rt alla probabilità di danno PTA e PTU: no FS1: Frequenza di danno dovuta a fulmini sulla struttura FS2: Frequenza di danno dovuta a fulmini vicino alla struttura FS3: Frequenza di danno dovuta a fulmini sulle linee entranti nella struttura FS4: Frequenza di danno dovuta a fulmini vicino alle linee entranti nella struttura Zona Z1: aree esterne FS1: 1,06E-03 FS2: 0,00E+00 FS3: 0,00E+00 FS4: 0,00E+00 Totale: 1,06E-03 Z2: Cabina Consegna FS1: 1,06E-03 FS2: 6,26E-01 FS3: 7,57E-01 FS4: 4,65E+00 Totale: 6,03E+00 Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi Struttura Area di raccolta per fulminazione diretta della struttura AD = 6,36E-04 km² Area di raccolta per fulminazione indiretta della struttura AM = 3,77E-01 km² Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta della struttura ND = 1,06E-03 Numero di eventi pericolosi per fulminazione indiretta della struttura NM = 6,26E-01 Linee elettriche Area di raccolta per fulminazione diretta (AL) e indiretta (AI) delle linee: Energia MT AL = 0,400000 km² AI = 40,000000 km² Energia MT prodotta AL = 0,028000 km² AI = 2,800000 km² Alimentazione BT AL = 0,028000 km² AI = 2,800000 km² Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta (NL) e indiretta (NI) delle linee: Energia MT NL = 0,664000 NI = 66,400000 Energia MT prodotta NL = 0,046480 NI = 4,648000 Alimentazione BT NL = 0,046480 NI = 4,648000 Valori delle probabilità P per la struttura non protetta Zona Z1: aree esterne PA = 1,00E+00 PB = 1,0 PC = 0,00E+00 Luglio 2015 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO PM = 0,00E+00 Zona Z2: Cabina Consegna PA = 1,00E+00 PB = 1,0 PC (Impianti MT) = 1,00E+00 PC (Impianti MT utente) = 1,00E+00 PC (Impianti illuminazione e FEM) = 1,00E+00 PC = 1,00E+00 PM (Impianti MT) = 1,00E-08 PM (Impianti MT utente) = 1,00E-08 PM (Impianti illuminazione e FEM) = 1,00E+00 PM = 1,00E+00 PU (Impianti MT) = 1,00E+00 PV (Impianti MT) = 1,00E+00 PW (Impianti MT) = 1,00E+00 PZ (Impianti MT) = 0,00E+00 PU (Impianti MT utente) = 1,00E+00 PV (Impianti MT utente) = 1,00E+00 PW (Impianti MT utente) = 1,00E+00 PZ (Impianti MT utente) = 0,00E+00 PU (Impianti illuminazione e FEM) = 1,00E+00 PV (Impianti illuminazione e FEM) = 1,00E+00 PW (Impianti illuminazione e FEM) = 1,00E+00 PZ (Impianti illuminazione e FEM) = 1,00E+00 Luglio 2015 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Disegno della struttura Area di raccolta per fulminazione diretta AD Luglio 2015 CAVANDOLI ing. LORI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Area di raccolta per fulminazione indiretta Luglio 2015 CAVANDOLI ing. LORI 23 RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI CENTRALE CASTELLARANO Luglio 2015 ALLEGATI Schemi quadri elettrici BT Schema unifilare quadri MT Relazione di calcolo condutture e verifica protezioni Planimetria posizionamento apparecchiature elettriche, cavidotti, utenze, ecc. Specifica tecnica di realizzazione degli impianti elettrici per cabina di consegna MT e l'elettrodotto di collegamento della cabina di consegna MT alla centrale di produzione, centrale di produzione con relativa trasformazione MT/BT, vasca di carico, strumentazione per controllo livelli, portate, ecc. interna ed esterna alla centrale di produzione, quadri elettrici di distribuzione, protezione e comando Specifica tecnica di realizzazione degli impianti elettrici e di automazione per comando, controllo, regolazione e supervisione a servizio delle macchine e dell’intero processo di generazione della energia elettrica (turbine/generatori sincroni/apparati accessori)