Biologia Mattia Schipani La cellula La cellula può essere considerata come l’unità biologica fondamentale: dotata di organuli che svolgono funzioni più o meno complesse, capace di riprodursi e trasmettere materiale ereditario (DNA). In natura, esistono due tipi di cellule: procariota ed eucariota. Cellula procariota La cellula procariota è la cellula più antica, solitamente le cellule procariote sono batteri e fanno parte del regno delle monere. Esse solitamente svolgono funzioni biologiche importanti (per esempio, si trovano batteri nell’intestino umano, la cosiddetta “flora intestinale”) e non necessariamente nocivi (tuttavia alcune portano gravi malattie, come il tetano). Le cellule procariote sono unicellulari o al massimo formano colonie. Le cellule procariote sono prive di mitocondri e nucleo e, quindi, di pori nucleari. Il materiale genetico si trova in una zona detta nucleoide ed è DNA circolare. Una funzione simile a quella svolta dai mitocondri (la respirazione cellulare) nelle cellule eucariote è svolta dai mesosomi (invaginazioni della membrana cellulare); tali mesosomi sono presenti solo nelle cellule procariote e molto più abbondanti nelle cellule gram-positive. I procarioti possono essere eterotrofi, fotoautotrofi e chemioautrotrofi (batteri nitrificanti, ammonificanti , denitrificanti). 1 Chemioautotrofi: ricavano energia (ATP) dall’ossidazione di molecole inorganiche semplici Fotoautotrofi: sfruttano l’energia solare e l’ossidazione del biossido di carbonio per ottenere sostante organiche (glucosio). Eterotrofi: non sono in grado di sintetizzare le molecole organiche necessarie al loro sostentamento e devono ricavarle da altri organismi. I procarioti possiedono una membrana cellulare e una parete cellulare fatta di peptidoglicani, polimeri che conferiscono una certa rigidità alla cellula procariota e la proteggono. I peptidoglicani sono molto abbondanti nelle cellule gram-positive e meno abbondanti in quelle gram-negative. Inoltre, ancora più esternamente vi può essere uno strato più spesso e meno rigido detto capsula che può avere diverse funzioni: resistenza all’essicamento, adesione, riserva e virulenza (può infatti contenere tossine responsabili di processi patogeni). Nel citoplasma si trova la molecole di DNA circolare in una particolare zona detta nucleoide. I batteri, inoltre, possiedono un'altra molecola di DNA, il plasmide. Esso non è necessario per il corretto manifestarsi delle funzioni biologiche, ma fornisce delle “funzioni” in più come, per esempio, la resistenza agli antibiotici. Inoltre i plasmidi fungono da veicolo per la trasmissione del materiale genetico. I plasmidi si distinguono dal DNA batterico per le ridotte dimensioni e contribuiscono alla variabilità genetica. Infatti, sono in grado di spostarsi da una cellula all’altra fornendo “caratteristiche speciali”. I ribosomi sono sede della sintesi proteica e si possono trovare immersi nel citoplasma (ribosomi liberi) dove sintetizzano proteine che verranno utilizzate dalla membrana cellulare o dal citoplasma stesso. I ribosomi batterici sono generalmente più piccoli di quelli delle cellule eucariote (sono 70S). Essi sono formati da molecole di rRNA e strutturalmente si possono individuare due subunità. I ribosomi hanno il compito di “tradurre” l’RNA messaggero (mRNA) e, attraverso il tRNA, e di assemblare le proteine grazie alla corrispondenza codone-amminoacido. Infatti, ad ogni codone corrisponde uno specifico amminoacido. Nelle cellule eucariote, i ribosomi sono situati anche nel reticolo endoplasmatico rugoso (RER), nei mitocondri e vengono assemblati nel nucleolo. Alcune cellule procariote sono dotate di appendici proteiche filamentose dette pili che si trovano sulla parete cellulare e vengono utilizzati per la coniugazione batterica. 2 Trasmissione di materiale genetico nei batteri (cellule procariote) Le cellule procariote possono scambiare materiale genetico attraverso tre metodi: Coniugazione batterica: viene trasferito materiale genetico (plasmidi) attraverso i pili. Trasduzione batterica: viene trasferito materiale genetico attraverso un fago. Trasformazione batterica: le cellule procariote possono acquistare materiale genetico di cellule andate in contro a lisi. Coniugazione batterica E’ un procedimento tramite il quale avviene trasferimento di porzioni di DNA da una cellula ad un'altra attraverso dei pili. Tale fenomeno causa la ricombinazione genetica nei batteri. Il materiale che viene trasferito è una porzione di DNA circolare, detto plasmide, che differisce dal DNA batterico vero e proprio, infatti i plasmidi conferiscono caratteristiche supplementari alle cellule in cui sono presenti, un esempio è la resistenza agli antibiotici. Inoltre, i plasmidi si replicano in modo indipendente. Tra i principali plasimidi si hanno il plasmide F e il plasmide r. Una cellula che possiede il fattore F (F+) funge da donatrice ed una cellula che NON possiede il fattore F (F-) funge da accettore. Il fattore F viene trasmesso dai pori attraverso i pili che congiungono le cellule. Il filamento di DNA circolare viene tagliato e trasferito nell’altra cellula. Nel mentre si attiva la replicazione del DNA nella cellula donatrice e viene sintetizzato il filamento complementare nella cellula ricevente. Esistono cellule, dette cellule HFR, dove il fattore F è integrato nel cromosoma. L’integrazione del fattore F avviene in specifiche sequenze d’inserzione che rappresentano porzioni di DNA batterico e plasmide F omologhe. Il cromosoma si apre e il fattore F viene trasferito alla cellula F- secondo una modalità lineare. Il cromosoma si apre in un particolare punto, detto origine, che corrisponde ad una delle estremità del fattore F integrato. Tanto più un gene è lontano dall’origine e tanto più rischia di non essere trasferito, in quanto il processo di coniugazione potrebbe interrompersi. 3 Trasduzione batterica La trasduzione consiste nel passaggio di DNA di un batterio ad un altro attraverso un fago (un batteriofago o fago è un virus che parassita un determinato batterio e ne può provare la lisi). Questo fenomeno permette la ricombinazione genetica dei batteri. La trasduzione avviene perché durante il ciclo litico vi sono degli errori di replicamento del batteriofago: talvolta può capitare che il batteriofago inglobi porzioni di DNA batterico durante la replicazione e ciò porta alla formazione di virus in grado di infettare altre cellule, esse contengono DNA batterico e NON DNA/RNA virale. Esistono due tipi di trasduzione: Nella trasduzione generalizzata, la porzione di DNA inglobata dal fago è casuale e, quando il batteriofago contente il DNA batterico infetta una nuova cellula, il DNA batterico può essere incorporato nel cromosoma batterico attraverso due o più crossing-over (sempre con numero pari). Nella trasduzione specializzata, molti fagi si inseriscono in loci genetici ben definiti e quindi tendono a trascinare con sé sempre gli stessi geni. Al termine del ciclo litico, alcuni virus avranno porzioni di DNA “misto”. Questo DNA virale “misto” (cioè contente anche i geni batterici) potrà essere inserito in punti specifici detti regioni di omologia in seguito ad infezione di altri batteri. Trasformazione batterica La trasformazione batterica è un metodo attraverso il quale i batteri possono scambiarsi materiale genetico. Alcuni batteri sono in grado di inglobare materiale genetico disperso nell’ambiente proveniente da cellule andate incontro a lisi. Infatti un frammento di DNA batterico disperso nell’ambiente penetra nella membrana cellulare di un altro batterio. 4 Cellula eucariota La cellula eucariota è più complessa rispetto alla cellula procariota: è circa 10 volte più grande e ricca di invaginazione e organuli che svolgono compiti ben precisi e rispecchiano funzioni che avvengono a livello macroscopico: un esempio sono le vescicole, dette lisosoma, che rappresentano lo “stomaco cellulare” in quanto digeriscono e degradano le molecole estranee inglobate per endocitosi (esempio sono i globuli bianchi). La cellula eucariota si distingue a seconda che sia vegetale oppure animale e differiscono tra loro per alcune caratteristiche. Cellula eucariota animale 5 La principale differenza tra una cellula procariota ed una eucariota è la presenza di organuli complessi e del nucleo. Infatti, il nucleo contiene gli acidi nucleici e svolge importantissimi funzioni. Il DNA contenuto nel nucleo è lineare ed avvolto attorno a proteine chiamate istoni. Esso svolge importanti funzioni come la duplicazione del DNA e la maturazione del RNA. Nel nucleo si può distinguere una doppia membrana fosfolipoproteica che la separa dal citosol (citoplasma), un materiale filamentoso detto cromatina costituito di proteine ed acidi nucleici e i nucleoli immersi nella sostanza nucleare. La membrana nucleare NON è continua, essa presenta delle interruzioni, detti pori nucleari, che permettono il passaggio di molecole dal citoplasma al nucleoplasma. Il nucleo ha una funzione importantissima per quanto riguarda la trasmissione dei caratteri ereditari (tramite meiosi e mitosi) e nel controllo del metabolismo cellulare. Il nucleolo si trova all’interno del nucleo e svolge importanti funzioni quali la sintesi del RNA ribosomiale (rRNA) di cui sono costituiti i ribosomi, quindi avviene l’assemblamento dei ribosomi. Il nucleolo comunque NON è un organulo, bensì una regione del nucleo particolarmente ricca di materiale genetico e proteico e risulta molto evidente morfologicamente sia al microscopio ottico che elettronico. I lisosomi sono vescicole in grado di digerire e degradare molecole provenienti dall’esterno tramite endocitosi. Essi sono dei veri e propri stomaci cellulari, infatti contengono enzimi idrolitici(“idrolasi acide”) in grado di digerire macromolecole. Tali enzimi si attivano quando il pH basso perché se no vi sarebbe il rischio che la cellula ospitante vada in contro a lisi, dato che il pH della cellula è neutro (circa 7). I meccanismi con i quali gli enzimi idrolitici degradano le molecole sono due: autofagia ed eterofagia. L’autofagia è un processo di degradazione selettivo nel quale mitocondri o parte di citoplasma vengono avvolti in una vescicola a doppia membrana proveniente dal reticolo endoplasmatico, detta autofagosoma, e portati ai lisosomi per la degradazione o processi di riciclaggio. L’eterofagia è un processo di degradazione (utilizzato, per esempio, dai globuli bianchi) in cui un le molecole provenienti dall’esterno vengono avvolte da una vescicola a doppia membrana, proveniente dalla membrana cellulare (endosoma), la quale si fonde con il lisosoma che a sua volta riversa gli enzimi idrolitici provocandone digestione e degradazione. Quando i lisosomi vanno incontro ad autolisi si ha il fenomeno dell’apoptosi, ovvero della morte cellulare programmata che contribuisce al mantenimento del numero cellulare in un determinato sistema. 6 I perossisoma è un organello cellulare contenente alcuni enzimi. E’ molto importante per quanto riguarda la degradazione e l’ossidazione del perossido di idrogeno ( ) e per l’ossidazione di acidi grassi, la sintesi di colesterolo e degli acidi biliari. Sono presenti in quantità superiore nelle cellule epatiche (del fegato) I mitocondri sono organelli di forma allungata presenti in tutte le cellule eucariote e contengono DNA proprio (detto DNA mitocondriale). Essi sono presenti nel citoplasma delle eucariote animali e vegetali (in particolari coloro che svolgono processi aerobici) e sono il centro della respirazione cellulare, essi infatti contengono numero enzimi respiratori. I mitocondri sono costituiti da due membrane: una esterna ed una interna e lo spazio fra queste due membrane è detto spazio intermembrana. Lo spazio delimitato dalla membrana interna è detto matrice mitocondriale e le “pieghe” che si formano dalle invaginazioni della membrana interna nella matrice mitocondriale sono dette creste mitocondriali. Malattie geniche relative al DNA mitocondriale si trasmettono solo per via materna. I mitocondri sono le centrali energetiche: le sostanze organiche vengono demolite a e liberando energia che viene utilizzata per sintetizzare molecole di ATP. Il reticolo endoplasmatico è un insieme di canali e membrane interconnessi tra loro che, assieme all’apparato di Golgi, si occupano della sintesi e del trasporto proteico, della sintesi di lipidi, steroidi e colesterolo, ma anche importanti funzioni quali la detossificazione. Il reticolo endoplasmatico può essere suddiviso in reticolo endoplasmatico rugoso (RER), che presenta ribosomi attaccati sulla sua superficie, e reticolo endoplasmatico liscio. Il RER si occupa principalmente della sintesi di proteine a destinazione NON citoplasmatica (esterno, membrana cellulare e organelli intracellulari), tali proteine vengono poi trasportate all’apparato di Golgi tramite apposite vescicole; il REL della sintesi di lipidi, steroidi e colesterolo, inoltre si occupa anche della detossificazione da veleni e farmaci. 7 L’apparato di Golgi è formato da cisterne membranose appiattite ed è sede della sintesi di glicoproteine e di glicolipidi, sostanzialmente ha il compito di rielaborare le sostanze provenienti dal reticolo endoplasmatico e di smistarle. L’apparato di Golgi ha il compito di modificare il contenute delle vescicole provenienti dal RE e, successivamente, di trasferirle in nuove vescicole ai diversi compartimenti cellulari o alla membrana cellulare. L’apparato del Golgi presenta due regioni: una cis, rivolta verso l’interno, ed una trans, rivolta verso l’esterno. I centrioli, presenti SOLO nelle cellule animali, sono organuli formati da nove gruppi di tre microtubuli. Le cellule ne possiedono due che si dispongono ad angolo retto nella regione centrale della cellula. Hanno un ruolo importante durante la mitosi e meiosi, dove sono coinvolti nell’assemblaggio del fuso mitotico. La regione dei centrioli, centro di organizzazione dei microtubuli cellulari, prende il nome di centrosoma. In una coppia di centrioli è presente un centriolo madre, più vecchia di due cicli cellulari, ed un centriolo figlio. Durante la fase S dell’interfase, i centrosomi si duplicano rimanendo nella stessa regione. Durante la profase migrano dando origine a due centrosomi distinti. Il citoscheletro è costituito da un fitto intreccio di filamenti proteici che irrobustiscono la cellula conferendole resistenza meccanica, determinandone la forma e controllano lo spostamento dei cromosomi e di diverse macromolecole. Il citoscheletro è collocato all’interno e all’esterno del citoplasma e non è uno scheletro statico, bensì dinamico in quanto permette a molti organelli di muoversi, costituisce i sarcomeri che permettono la contrazione muscolare, costituisce il fuso mitotico per la divisione cellulare, sostiene i dendriti e gli assoni dei neuroni. Il citoscheletro è formato da tre tipi di filamenti: microtubuli, filamenti intermedi e microfilamenti. I microtubuli sono strutture intracellulari costituite di una proteina chiamata tubulina. Sono componenti essenziali del fuso mitotico e dei centrioli. 8 I filamenti intermedi sono formati da diverse proteine fibrose (come la cheratina) e danno resistenza meccani alla cellula. I microfilamenti sono filamenti di actina, una proteina che permette la contrazione muscolare. Sono coinvolti nei processi di movimento e permettono il movimento degli organuli all’interno della cellula. Sono responsabili della formazione degli pseudopodi, estroflessioni che permettono la fagocitosi e movimenti in alcuni organismi come la amebe. I flagelli e le ciglia sono appendici cellulari che permettono alla cellula di muoversi, sono formate da fasci di microtubuli disposte in modo caratteristico e rivestite da membrana cellulare. Le cellule libere utilizzano li utilizzano per muoversi nei fluidi e quelle fisse per spostare il materiale extracellulare. Un esempio sono le cellule che rivestono i bronchi e i polmoni che sono dotate di ciglia in grado di spostare il muco che riveste l’intero di questi organi ed eventuali sostante estranee; cellule dotate di flagello sono gli spermatozoi. I flagelli sono lunghi e poco numerosi; le ciglia sono corte e numerose. La membrana cellulare o membrana plasmatica o plasmalemma è un sottile rivestimento che delimita la cellula in tutti gli organismi viventi, la separa dall’esterno e regola lo scambio di molecole. E’ formata prevalentemente da fosfolipidi e proteine, ma contiene anche altre sostanze in quantità minore come colesterolo e glicolipidi. I fosfolipidi sono molecole anfipatiche (cioè dotate di una parte idrofoba e una idrofila), sono caratterizzte da una testa “polare” idrofila e da due code idrofobe. I fosfolipidi, per via della loro natura, se dispersi in un mezzo acquoso tendono a formare un doppio strato nel quale le teste idrofile sono rivolte verso l’esterno e le code idrofobe verso l’interno. Molti dei componenti della membrana cellulare solo legati ad una componente glucidica (un oligosaccaride). A seconda del componente che è legato prendono nomi diversi: Fosfolipidi e glucide -> glicolipidi Proteine e glucide -> glicoproteine Proteine e lunghe catene polisaccaridiche -> proteoglicani (presenti nella materia extracellulare) Le proteine di membrana possono attraversare totalmente il doppio strato fosfolipidico (proteine intrinseche o integrali) oppure possono essere legate ad una delle due facce della membrana cellulare (proteine estrinseche). I fosfolipidi e le proteine associate alla membrana sono libere di muoversi sul piano laterale e per questo motivo tale modello della membrana cellulare è detto modello del mosaico fluido. La membrana cellulare svolge importanti compiti: definisce la forma della cellula e separa il suo contenuto dall’ambiente esterno, regola lo scambio di materiali (ioni, macromolecole…) e inoltre può presentare dei particolari recettori sulla sua superficie a cui si legano ormoni (sintetizzando l’AMP ciclico o attraversando completamente la membrana cellulare) e altri messaggeri che possono modificare il metabolismo cellulare, che possono permettere di riconoscere antigeni (sostanze estranee all’organismo) e sono responsabili dell’inibizione da contatto, importante fenomeno per la regolazione del sistema cellulare in un organismo. 9 Il citoplasma è una sostanza compresa tra la membrana cellulare e la membrana nucleare. Essa è ricca di sostanze: sale, carboidrati, acqua, proteine, ioni, RNA e si trovano anche gli organuli della cellula come ribosomi e mitocondri. La regione di citoplasma che NON contiene organuli è detta citosol. 10 La cellula eucariota vegetale La cellula eucariota vegetale è molto simile alla cellula animale, tuttavia differisce per la presenza/assenza di alcuni organuli (come i centrioli). La parete cellulare è un involucro protettivo formato da cellulosa (un omopolimero la cui unità base è il glucosio) che presenta dei canali, detti plasmodesmi, grazie ai quali le cellule della piante sono in comunicazione tra loro. I plastidi che comprendono i cloroplasti, cromoplasti e leucoplasti: I cloroplasti sono circondati da una doppia membrana e contengono delle vescicole appiattite e interconnesse chiamate tilacoidi; i tilacoidi si dispongono in “pila” formando le cosiddette grana. Questi organuli sono importantissimi in quanto sono sede della fotosintesi clorofilliana. Come i mitocondri, anche essi dispongono di una molecola di DNA circolare propria e si dividono per scissione binaria. Secondo la teoria dell’endosimbiosi, potrebbero essersi differenziati grazie alla rapporto simbiotico tra un batterio e una cellula eucariota primitiva formando così i mitocondri e i cloroplasti. I cromoplasti che contengono varie sostanze colorate (i pigmenti). I leucoplasti che contengono sostanze di riserva 11 I vacuoli (NON sono organuli) sono vescicole contenti acqua e sostanza di vario tipo che occupano gran parte della cellula e la cui funzione principale è mantenere il turgore della cellule vegetali. I vacuoli, con l’invecchiare della cellula, diventano sempre più grandi fino ad occupare quasi l’intero volume della cellula, mentre il citoplasma è ridotto a un piccolo strato sottile schiacciato contro la parete cellulare. I vacuoli, inoltre, sono implicati nel controllo del passaggio di molecole dalla linfa al citosol, mantenimento del pH ottimale e contengono sostanze di scarto e di riserva. Il termine vacuolo è utilizzato in modo specifico per la cellula vegetale anche se alcune cellule animali contengono strutture analoghe dette solo “vescicole”. Si parla di vacuoli per i protozoi che contengono vacuoli nutritivi e vacuoli contrattili per eliminare le sostanze in eccesso dall’ambiente interno. Cellula procariota parete cellulare citoplasma nucleo membrana cell. membrana nucl. pori nucleari nucleolo mitocondri centriolo ribosomi perossisoma lisosomi vacuolo plastidi citoscheletro mesosomi plasmodesmi pili flagello ciglia app. di Golgi Reticolo endopl. presente presente assente presente assente assente assente assente assente presente assente assente assente assente assente presente assente presente presente (senza microbutuli) assente assente assente Cellula eucariota vegetale animale presente assente presente presente presente presente presente presente presente presente presente presente presente presente presente presente assente presente presente presente presente presente assente presente presente assente presente assente presente presente assente assente presente assente assente assente presente presente presente presente presente presente presente 12