Diffusione dei raggi X da parte di un elettrone Consideriamo un’onda elettro-magnetica piana polarizzata lungo x che si propaga lungo z L’onda interagisce con un singolo elettrone (libero) inducendo un moto di tipo armonico. ax=-eE/me In seguito all’accelerazione impressagli, l’elettrone irraggia. In base all’elettromagnetismo classico, una particella carica accelerata irraggia onde e.m. il cui vettore campo elettrico Eφ, in un generico punto P è dato da: Eφ=e a sinφ / 4πε0 c2 r dove φ è l’angolo tra r ed a. Sostituendo l’espressione per a si ottiene: Eφ=e2 E sinφ / 4πε0 c2 me r In termini di intensità: Iφ/I= Eφ2/E2= e4 (sinφ)2 / (4πε0)2 c 4 me2 r2 dove I è l’intensità dell’onda piana incidente Se l’onda incidente non è polarizzata, è conveniente fissare il piano x-z attraverso il versore z e il vettore r. Il campo elettrico incidente E può essere risolto nelle componenti Ex ed Ey che, in media, sono uguali: <Ex>2 = <Ey>2; inoltre <E>2 = <Ex>2 + <Ey>2 Osserviamo che per la componente lungo x vale: sinφ = cosθ mentre per la componente lungo y vale: sinφ = 1 Quindi l’intensità totale diffusa Is in P diventa: IS = e 4 I [(1/2x1)+(1/2xcos2θ)] / (4πε0)2 c4 me2r2 = I e4 [1+(cos2θ)] / (4πε0 )2 c4 me2r2 dove I è l’intensità dell’onda piana incidente e θ è l’angolo tra r e l’asse z Integrando l’espressione per Is su una sfera di raggio r centrata sull’atomo cui appartiene l’elettrone che diffonde l’onda e.m., si può calcolare la potenza totale diffusa PS come: PS = ∫[ 0,π] Is 2πr2 sinθ dθ = (8π/3)(e2 / 4πε0 c 2 me)2 I dove (e2/ 4πε0 c2 me)2 =2.82 x 10-15 m = re è definito come raggio classico dell’elettrone. Il rapporto tra la potenza diffusa e l’intensità dell’onda incidente è definita come “sezione d’urto di diffusione” ( o coefficiente di diffusione) dell’elettrone libero σe= (8π/3)(e2/ 4πε0 c2 me)2 Il coefficiente di diffusione ha le dimensioni di una superficie. Di tutta la radiazione incidente per unità di superficie, l’elettrone ne diffonde la frazione che “illumina” un’area pari a σe. σe = 0.666 x 10-28 m2 = 0.666 barn ( 1 barn = 10-24 cm2 =10-28 m 2) Diffusione di onde e.m. da parte di un generico centro diffusore φinc= φ 0 cos (k0 .r-ω0 t); onda incidente su un centro diffusore Il centro diffusore emette un’onda sferica che in R vale: φsc= φ 0 A cos(KR- ω0t + α)/R; A= lunghezza di diffusione α= fase dell’onda diffusa A e α dipendono dalla natura del processo di diffusione. Eliminando, per convenienza, le parti dipendenti dal tempo si ottiene: onda incidente su un centro diffusore φinc= φ 0 exp (i k0 .r); onda diffusa φsc= φ 0 a exp (i KR) / R; dove a=A exp(iα) Nel caso di diffusione di raggi X da parte di elettroni legati: A= -re sinβ β= angolo compreso tra R e il vettore di polarizzazione della radiazione incidente. Consideriamo in caso in cui vi siano due centri diffusori, il primo nell’origine del sistema di riferimento e il secondo in un punto che dista r dall’origine. Bisogna introdurre una differenza di fase (k’-k0 ).r, con |k’| = |k0|. Definendo K=k’-k0 possiamo scrivere: φsc= φ 0 a exp (i KR- i K.r) / R Consideriamo due diffusori posti in O e O’. Se un’onda piana li eccita, essi divengono sorgenti di onde sferiche che interferiscono tra loro. Sia n il versore associato alla direzione di propagazione dei raggi X incidenti. La differenza tra la fase dell’onda diffusa da O’ nella direzione definita dal versore n’ e quella diffusa da O nella stessa direzione è: δ= 2π/λ (n’-n).R = 2π r*.R dove r* = 1/λ (n’-n) Il modulo di r* si ricava dalla geometria della figura: r* = 2/λ sin(θ) dove 2θ è l’angolo tra la direzione dei raggi X incidenti e quella di osservazione. n' O' θ θ L 1/λ n' r n B R θ A θ d * O θ K 1/λ n AO= - R . n BO = R . n’ Se tracciamo due piani normali a r* passanti per O e O’ possiamo anche considerare la diffrazione come ottenuta per riflessione speculare rispetto a tali piani. D’altra parte, se si vuole avere un massimo di interferenza, deve valere: δ= 2π r*.R = 2πm (m=0, 1, 2, 3, ...) Ma r*.R è la proiezione di R sulla retta perpendicolare ai piani (che, per costruzione, è parallela a r*). Pertanto la condizione di interferenza si riduce a: 2π d 2sin(θ) /λ = 2πm da cui: 2 d sin(θ) = m λ LEGGE DI BRAGG λ θ d d sin(θ) Costruzione di Bragg per l‘interferenza costruttiva: 2d sin(θ) = m * λ Lunghezza d‘onda Spaziatura tra i piani Numero intero Diffrazione come riflessione speculare tra piani successivi La stessa disposizione degli atomi in un cristallo permette di individuare diversi piani reticolari. L’angolo di Bragg (θ) è la metà dell’angolo totale di deflessione del raggio incidente. I cristalli si comportano come reticoli di diffrazione per la radiazione X di lunghezza d’onda comparabile alle distanze fra i piani reticolari. In particolare, una data fase cristallina diffrange i raggi X con uno spettro caratteristico in cui compaiono massimi di intensità (riflessi, o picchi, di Bragg). Diffrattometro a due cerchi in geometria θ-θ. 2π k0 = nˆ λ k0 − k θ ' 2θ θ 2π ' k = nˆ λ ' Consideriamo ora un insieme di N diffusori posti nei siti r i (i=1, 2, 3, …, N). L’ampiezza del campo diffuso in un punto P lontano dall’aggregato di centri diffusori diventa: φsc= (φ0a / R) exp (i KR) Σ exp (- i K r ) j . j Introduciamo ora la funzione densità: ρ(r)= Σ j δ(r- rj) La φsc può quindi essere scritta come: φsc= (φ0a / R) exp (i KR) ∫ ρ(r) exp (- i K r) dr . La potenza diffusa per angolo solido in un punto R è proporzionale a |φsc |2R2 . Definiamo la sezione d’urto differenziale di diffusione σ(K) come: σ(K)= (| φsc |2 R2 )/| φ inc |2= aa* | ∫ ρ(r) exp (- i K r) dr | . 2 Definiamo la funzione di scattering S(K) come: S(K) = | ∫ ρ(r) exp (- i K r) dr | / ∫ ρ(r) dr . Pertanto: σ(K)= aa* S(K) 2 ∫ ρ(r) dr aa* => Processo fisico (tipo di scattering) S(K) => Struttura (disposizione spaziale ∫ ρ(r) dr => densità di centri diffusori Si può dimostrare che: S(K) = dove ∫ exp (- i K r) [∫ρ(r ) ρ(r +r) dr ] dr / ∫ ρ(r) dr . 1 1 1 ∫ ρ(r ) ρ(r +r) dr = < ρ(r ) ρ(r +r) > 1 1 1 1 1 é la funzione di autocorrelazione della densità. Consideriamo una catena unidimensionale di N centri diffusori equidistanti (a = distanza tra centri adiacenti). Abbiamo quindi un sistema ordinato spazialmente. rm 0 1 Na 2 N-2 a L’ampiezza di scattering sarà quindi proporzionale a: N −1 Φ sc ∝ ∑ e m=0 −iK ⋅rm con rm = m a. N-1 La sommatoria sulle N ampiezze è una serie geometrica troncata: N−1 ∑e −iK ⋅ma − iK⋅ a = 1+ e − iK⋅ 2a +e − iK⋅ ( N−1) a + ...+ e = m= 0 − iK⋅ Na 1 1 1− e − iK⋅ Na −e = −iK ⋅a − iK⋅ a 1− e 1− e 1− e −iK⋅ a Poiché l’intensità diffusa è il modulo quadro dell’ampiezza totale di diffusione: * sc sc I ∝Φ Φ avremo che, ponendo x=Ka 1− e 1− e 2 − 2cosNx sin Nx /2 = − ix + ix = 2 1− e 1− e 2 − 2cos x sin x /2 −iNx +iNx 2 L’ultima espressione ha dei massimi “principali” per x/2=Nπ cioé quando: K . a= 2 Nπ (cfr. con 2π r*.R = 2πm ottenuta in precedenza) Abbiamo quindi determinato una relazione tra: - il vettore d’onda scambiato K = k’-k 0, - un vettore, a, associato alla disposizione ordinata dei centri diffusori nello spazio - i massimi della intensità della radiazione X diffusa Estensione al caso tridimensionale -> diffrazione da cristalli. Consideriamo il caso in cui la distribuzione di carica di un singolo centro diffusore non venga trattato con una delta di Dirac ma con una funzione che abbia una determinata estensione nello spazio. ∫ I(K)=Φ sc* φsc∝ ρ(r) exp (- i K.r) dr 2 La diffusione elastica della radiazione X ci fa conoscere il quadrato della trasformata di Fourier della densità elettronica. Distribuzione simmetrica (sferica) degli elettroni di un atomo: ρ(r) = ρ(r) ∫ I(K) ∝ ρ(r) r2 dr ∫ = 2π ρ(r) r2 dr ∫ exp (- i Krcosχ) sinχ dχ ∫ dφ = 2 [ exp (- i Kr cosχ)/ i Kr ] (χ= 0, χ=π) ∫ 2 = 4π ρ(r) r sin(Kr ) dr 2 Fattore atomico di diffusione