Testo di riferimento: [Congiu] – 9.1-9.3 (pg. 253–264) Tecniche di parallelismo, processori RISC 09.a Pipelining Altre tecniche di parallelismo Processori superscalari Caratteristiche dei processori RISC Esempi di processori RISC Fasi per elaborazione di un istruzione 1 IF (Instruction Fetch) ● Lettura dell'istruzione da memoria, incremento PC ID (Instruction Decode) ● Decodifica istruzione e prelievo operandi da registri EX (Execution) ● Esecuzione dell'istruzione MEM (Memory) ● Accesso in memoria (scrittura o lettura, solo per certe istruzioni WB (Write Buffer) ● Scrittura del risultato nel registro opportuno (register file) Architettura degli Elaboratori 32 © 2009 Pipelining 2 Se le fasi sono eseguite da sezioni indipendenti di hardware, possono essere tutte contemporaneamente attive (su istruzioni diverse) 32 transitorio Dopo il transitorio: istruzione completata ad ogni stadio Architettura degli Elaboratori Hardware in più Nuovi registri fra ogni stadio del pipeline per memorizzare i risultati parziali di ogni ciclo. Architettura degli Elaboratori © 2009 3 32 © 2009 Evoluzione 4 32 Architettura degli Elaboratori © 2009 Pipelining: esempio numerico 5 32 Se le 4 fasi sono eseguite da 4 sezioni indipendenti di hardware, possono essere tutte 4 contemporaneamente attive (su istruzioni diverse): Da T3 in poi viene completata una istruzione ogni 20 ns. Architettura degli Elaboratori © 2009 Pipelining: vantaggi 6 Il tempo richiesto per l’esecuzione di un programma di N istruzioni con la tecnica del pipelining descritta nella figura precedente è pari a: 32 TE = 80 + 20 × (N - 1) ns Senza pipeline il tempo necessario sarebbe: TE = 80 × N ns Per N abbastanza grande, il pipeline riduce il tempo di esecuzione di un fattore 4. Architettura degli Elaboratori © 2009 Pipelining: fattore di speed-up 7 Fattore di speedup SK: indica quanto più veloce l’uso di un pipeline rende l’esecuzione di un programma (ovvero di quanto viene ridotto il tempo di esecuzione), rispetto al caso in cui il pipeline sia assente: 32 ● TK = tempo di esecuz. di N istruzioni con pipeline di k fasi, ● T1 = tempo di esecuz. di N istruzioni senza pipeline; fattore di speedup SK: SK = T1/TK = (NkT ) / [kT + (N-1)T ] = Nk / (k+N-1 ) ● k = numero di fasi del pipeline, ● T = tempo di esecuzione di una fase. ● Per N grande, SK tende ad essere uguale a k. quando k è grande (> 8) il processore si dice superpipelined. Architettura degli Elaboratori © 2009 SuperPipeline 8 Incremento della lunghezza del pipeline per aumentare la velocità di esecuzione del singolo stadio (riduzione tk) Se lo stadio ALU ha una durata superiore rispetto agli altri moduli, considero stadi ALU separati per ridurre il tempo sprecato dagli stadi più brevi È necessaria una unità di controllo più complicata per gestire il pipeline e gli “inceppamenti” 32 Intel Pentium 4 - superpipeline con 20 stadi Architettura degli Elaboratori © 2009 Inceppamento del pipeline 9 Il fattore di speedup Sk è un valore teorico raggiunto solo se il pipeline opera, a regime, avviando sempre, ad ogni periodo del clock, una nuova istruzione (e completandone una): in realtà il pipeline può incepparsi (subire un pipeline stall ) per problemi dovuti a: ● accessi alla memoria (cache miss), ● conflitti dei dati (data hazard), ● conflitti di salto (branch hazard); in conseguenza a questi stall, il fattore di speedup si riduce. Architettura degli Elaboratori 32 © 2009 Cache miss 10 Le fasi di fetch e di accesso a operandi/risultati hanno una durata pari alle altre fasi (un periodo di clock), solo se gli accessi alla memoria si risolvono nella cache (cache hit). 32 In caso di cache miss, l’operazione può richiedere 2 o 3 periodi di clock; di conseguenza il pipeline si inceppa (subisce uno stall ) e l’esecuzione delle istruzioni viene ritardata, come indicato nel seguente diagramma temporale: Architettura degli Elaboratori Data hazard © 2009 11 Data hazard (conflitto dei dati): si verifica quando gli operandi di una istruzione sono i risultati dell’istruzione 32 precedente; in tal caso l’esecuzione dell’istruzione non può procedere e l’esecuzione subisce un ritardo (pipeline stall) (di 2 periodi di clock nell’esempio di figura): Architettura degli Elaboratori © 2009 Rimedi contro i data hazard I data hazard possono essere evitati dal compilatore, con un riordino delle istruzioni (per eseguire altre istruzioni prima di quella cui servono i dati); le conseguenze negative di un data hazard possono essere ridotte dal processore, con la tecnica del by-pass (detta anche data-forwarding): i risultati prodotti dall’ALU vengono inoltrati allo stadio successivo del pipeline, in contemporanea alla (e senza attendere la) loro memorizzazione: Architettura degli Elaboratori Branch hazard 12 32 © 2009 13 Branch hazard (conflitto dei salti): si verifica nelle istruzioni di salto condizionato, quando 32 (prima di conoscere se il salto verrà effettuato) il pipeline viene alimentato con le istruzioni della diramazione che non sarà intrapresa; in tal caso è necessario: ● svuotare il pipeline, ● annullare gli effetti delle istruzioni che ne hanno percorso indebitamente alcune fasi, ● ri-alimentare il pipeline con le istruzioni dell’altra diramazione. Architettura degli Elaboratori © 2009 Gestione dei branch hazard 14 Per gestire correttamente un branch hazard si può: ● ritardare il pipeline (stall): il pipeline non viene alimentato fino a che, valutati gli effetti dell’istruzione precedente, (dai quali spesso dipende la condizione di salto), la diramazione da intraprendere risulta nota; così l’esecuzione subisce sempre un ritardo; ● cercare di evitare questo ritardo usando tecniche di: 32 ▪ delayed branch (salto ritardato), ▪ branch prediction (predizione del salto). Architettura degli Elaboratori Delayed branch © 2009 15 La tecnica prevede che il processore esegua comunque una ulteriore istruzione (successiva a 32 quella di salto) prima di intraprendere il salto; ●il compilatore può allora riordinare le istruzioni in modo da collocarne una (da eseguire comunque) dopo ogni istruzione di salto; ●se non riesce a trovare una istruzione di questo tipo, il compilatore inserisce, dopo l’istruzione di salto, una NOP (comporta un ritardo, ma evita di avviare l’esecuzione di istruzioni che non devono essere eseguite). Architettura degli Elaboratori © 2009 Branch prediction 16 La predizione dei salti (branch prediction) può essere: ● statica: stabilita dal compilatore: ad es. i salti 32 all’indietro nelle iterazioni vengono (quasi) sempre intrapresi; ● dinamica: stabilita dal processore sulla base della storia precedente (stimando che la prossima volta venga intrapresa la diramazione presa più volte in passato); il processore utilizza a questo scopo una cache veloce contenente (su CAM) gli indirizzi delle istruzioni di salto ● il PC viene confrontato con gli indirizzi nella CAM; ● è comunemente usata una di queste due organizzazioni: ▪ BHT (Branch History Table), in cui ciascun elemento indica solo se il salto va intrapreso oppure no; ▪ BTB (Branch Target Buffer), che contiene anche, per ciascun elemento, direttamente l’indirizzo a cui saltare. Architettura degli Elaboratori Altre tecniche di parallelismo © 2009 17 32 • • • • • • Superscalarità Speculative execution Out of order execution VLIW (Very Long Instruction Word) Register renaming SIMD (Single Instruction Multiple Data) Architettura degli Elaboratori © 2009 Superscalarità 18 Le tecniche superscalari, che negli anni ‘60 erano usate solo nei supercomputer (> 1M$) sono ora impiegate anche nei desktop, grazie al numero elevato di transistor/chip reso possibile dalla tecnologia di integrazione. Il termine “superscalare” vuole indicare che questa tecnica consente di andar oltre l’aumento di velocità reso possibile dalla riduzione di scala (delle dimensioni dei componenti) nella tecnologia di integrazione dei microprocessori. Architettura degli Elaboratori 32 © 2009 Processori superscalari 19 Un processore superscalare usa più di un pipeline, in modo da poter avviare l’esecuzione di più istruzioni in parallelo, quando le circostanze lo consentono. 32 Un processore superscalare con N pipeline è potenzialmente N volte più veloce del suo equivalente con pipeline singola. La potenzialità di una CPU superscalare è sfruttata appieno solo se il codice che viene eseguito è caratterizzato da un alto grado di parallelismo a livello di istruzioni (Instruction Level Parallelism - ILP); altrimenti le prestazioni non differiscono molto da quelle di una CPU tradizionale. Architettura degli Elaboratori © 2009 Prestazioni dei processori superscalari 20 In funzione delle caratteristiche del codice che viene eseguito e del numero di pipeline, l’incremento di velocità ottenuto con la superscalarità, rispetto ad una CPU con pipeline singolo, ha valori comunemente compresi tra il 50% e il 500%; per ottenere buone prestazioni è molto importante individuare le possibilità di ILP nel codice che deve essere eseguito; nei processori superscalari attuali, una porzione significativa dell’hardware (area di silicio) viene usata a questo scopo. Architettura degli Elaboratori © 2009 Esempi storici di processori superscalari Intel Pentium-I: 2-way superscalar (1993). Sun SuperSPARC/Viking: 3-way superscalar (1993). Intel Pentium-II/III: 5-way superscalar (1996-1999). AMD Athlon/K7: 9-way superscalar (1999). Architettura degli Elaboratori 32 21 32 © 2009 Speculative execution 22 • Il termine esecuzione speculativa (speculative execution) è talvolta usato per indicare il fatto che il processore esegue contemporaneamente, su 2 pipeline, entrambi i flussi di istruzioni delle due diramazioni di un salto condizionato, scartandone uno quando il valore della condizione di salto è divenuto noto; 32 • l’esecuzione speculativa comporta un notevole impiego di risorse hardware, dal momento che vengono eseguiti due flussi di istruzioni per raccogliere i risultati di uno solo; • l’Intel Pentium Pro/II/III è un esempio storico di processore con speculative execution. Architettura degli Elaboratori © 2009 Out of order execution 23 • Per le istruzioni tra le quali non vi sono dipendenze, non è necessario che l’esecuzione avvenga nello stesso ordine con cui esse si trovano in memoria; • può essere conveniente alterare questo ordine (out of order execution) in modo da inserire l’esecuzione di queste istruzioni, prive di dipendenze, tra quelle che presentano dipendenze, al fine di evitare inceppamenti (stall ) dei pipeline; • l’esecuzione fuori ordine consente di sfruttare maggiormente i pipeline di un processore superscalare; • per evitare incongruenze, i risultati prodotti dalle istruzioni sono solitamente scritti (in memoria o nei registri) secondo l’ordine originario delle istruzioni. Architettura degli Elaboratori 32 © 2009 Very Long Instruction Word (VLIW) 24 • La tecnologia VLIW, utilizzata in alcuni processori superscalari, prevede che istruzioni (indipendenti) la cui esecuzione può essere avviata contemporaneamente vengano raggruppate in una unica istruzione; • ciascuna istruzione VLIW specifica pertanto più operazioni da eseguire su distinti operandi da parte di più pipeline; • è responsabilità del compilatore individuare le possibilità di ILP (parallelismo a livello di istruzioni) e raggruppare in un’unica VLIW le istruzioni indipendenti; • rispetto ai processori superscalari privi di VLIW, nei quali la individuazione e lo sfruttamento dell’ILP è compito dell’HW, quelli con VLIW hanno un hardware più semplice; • le prestazioni di un processore VLIW dipendono fortemente dalla qualità del compilatore. Architettura degli Elaboratori CPU tradizionale vs. VLIW 32 © 2009 25 32 Architettura degli Elaboratori © 2009 Emulazione di CISC con VLIW 26 • La tecnologia VLIW viene anche usata per emulare con processori RISC le istruzioni di “vecchi” processori CISC o RISC (backward compatibility); • per ottenere ciò si usano metodi di “traduzione dinamica”, con i quali le istruzioni CISC o RISC vengono tradotte in una singola istruzione VLIW, via software, durante l’esecuzione; • per velocizzare la traduzione, i processori VLIW mantengono in una cache veloce le traduzioni da CISC/RISC a VLIW; • ovviamente la hit rate di questa translation cache è molto importante; • l’IA-64 “Itanium” dell’Intel e il Crusoe della Transmeta sono due esempi di processori con tecnologia VLIW; (chiamata EPIC - Explicit Parallel Instruction Computing da Intel e “code morphing” da Transmeta). Architettura degli Elaboratori © 2009 Register renaming 27 ● Nell’esecuzione fuori ordine delle istruzioni, può accadere che istruzioni indipendenti non possano essere eseguite in parallelo perché usano o modificano lo stesso registro. ● Per sfruttare la possibilità di parallelismo anche in questi casi, il processore può essere dotato di una gran quantità di registri cui vengono assegnati i nomi dinamicamente, per cui a due istruzioni che usano lo stesso registro il processore può assegnare due registri fisici diversi (sistemando le cose alla fine). Architettura degli Elaboratori 32 32 © 2009 Single Instruction Multiple Data (SIMD) Una istruzione opera le medesime elaborazioni, simultaneamente, su un insieme di dati. Questa possibilità è utile negli algoritmi di elaborazione di immagini (le stesse trasformazioni operate su tutti i pixel), nell’elaborazione dei segnali e, in generale, nelle applicazioni multimediali. 28 32 Esempio: istruzioni MMX (Multi Media Extension) e SSE (Streaming SIMD Extension) nelle CPU x86. Architettura degli Elaboratori © 2009 CISC vs. RISC 29 CISC: Complex Instruction Set Computer RISC: Reduced Instruction Set Computer Per un programma di NI istruzioni, eseguito da un processore che impiega in media CI periodi di clock (TC) per eseguire una istruzione, il tempo di esecuzione TE è: TE = NI × CI × TC 32 Entrambe le architetture CISC e RISC perseguono l’obiettivo di ridurre i tempi di esecuzione dei programmi: ● CISC cercando di ridurre NI (poche istruzioni potenti, la cui esecuzione può richiedere molti periodi di clock CI); ● RISC cercando di ridurre CI (molte istruzioni semplici, eseguite velocemente, in pochi periodi di clock CI). Architettura degli Elaboratori © 2009 CISC 30 ● La facilità con cui in un processore microprogrammato si possono definire nuove istruzioni, ha portato a 32 processori dotati di istruzioni complesse, tali da eseguire, con un’unica istruzione, più operazioni che altrimenti richiederebbero più istruzioni di macchina (allo scopo di ridurre NI); ● il risparmio di tempo ottenuto evitando le operazioni di fetch di queste ultime può essere decisamente più consistente del tempo richiesto per gli accessi, ancorché numerosi, alla memoria di controllo; ● quest’ultima affermazione era vera fintanto che i tempi di accesso alla RAM erano molto più lunghi di quelli per l’accesso alla memoria di controllo. Architettura degli Elaboratori © 2009 RISC 31 • Istruzioni con struttura il più possibile uniforme, tale da garantire che il loro prelievo e la loro esecuzione avvengano in un numero costante e piccolo di periodi di clock (lo scopo è di ridurre CI ); • istruzioni progettate per sfruttare bene i pipeline; • niente microcodice (responsabile della varietà nel numero di cicli di clock necessari per eseguire istruzioni diverse); • il 20% delle istruzioni CISC svolge l’80% del lavoro (regola dell’80/20): l’obiettivo dei RISC è di essere capaci di eseguire solo questo 20% ma velocemente (le operazioni eseguite dal rimanente 80% vengono realizzate tramite combinazioni delle prime) Architettura degli Elaboratori 32 © 2009 Caratteristiche dei processori RISC 32 • Pochissime forme di indirizzamento utilizzate (spesso solo quella “diretta di registro” e “auto-relativa”): le forme di indirizzamento sofisticate richiedono word di estensione, comportano istruzioni di diversa lunghezza e un numero variabile di cicli di clock per la loro esecuzione; • accessi in memoria consentiti solo a pochissime istruzioni (load e store); • un numero di registri elevato (per diminuire la necessità di accedere alla memoria); • le istruzioni che accedono alla memoria richiedono un periodo di clock e una fase di pipeline in più: i rallentamenti che ne derivano sono drasticamente ridotti dalla presenza di memoria cache veloce ed efficiente; • anche l’ordinamento delle istruzioni (prodotto dai compilatori) è tale da evitare fenomeni di data hazard. Architettura degli Elaboratori Confronto RISC vs/ CISC 32 © 2009 33 32 Architettura degli Elaboratori © 2009 Vantaggi dell’impostazione RISC 34 • Il progresso tecnologico nella velocità delle RAM e nelle memorie cache ha ridotto i tempi di accesso alla 32 memoria centrale e ha reso meno significativo il vantaggio della microprogrammazione; • il progresso nelle tecniche di parallelismo dell’hardware ha portato ad usare meccanismi (pipeline, etc) che producono risultati migliori se le istruzioni hanno tutte la stessa lunghezza e vengono eseguite nello stesso numero di periodi di clock; • il progresso nelle tecniche di ottimizzazione dei compilatori ha portato a produrre codice che sfrutta bene le risorse del processore che consentono il parallelismo (registri, cache, pipeline, …). Architettura degli Elaboratori © 2009 CISC vs. RISC 35 • Nonostante tutti i vantaggi dei RISC, il numero di processori CISC esistenti al mondo è almeno 32 1000 volte maggiore di quello dei processori RISC; • gli embedded computer (negli elettrodomestici, nelle automobili, nelle fotocopiatrici, etc.) hanno quasi sempre un chip CISC al loro interno: la potenza e le prestazioni dei processori RISC semplicemente non servono in quelle applicazioni; • anche tra i calcolatori il numero di macchine con istruzioni CISC è almeno 20 volte superiore a quello delle macchine con istruzioni RISC. Architettura degli Elaboratori © 2009 x86: CISC o RISC? 36 • L’architettura x86 è di tipo CISC, ma all’interno dei moderni processori x86 le unità di calcolo eseguono istruzioni RISC (che consentono di sfruttare le possibilità di parallelismo presenti nell’hardware); • le istruzioni di macchina CISC del programma da eseguire vengono convertite dall’hardware in sequenze di istruzioni RISC (chiamate μops dall’Intel e R-ops dall’AMD); sono queste ultime ad essere effettivamente inviate ai pipeline. Architettura degli Elaboratori 32 © 2009 Esempi di processori CISC 37 CISC: 32 ▪ Digital: VAX, PDP-11, ▪ Intel: x86 (fino al Pentium), ▪ Motorola: 68000. CISC con conversione interna a RISC: ▪ Intel: Pentium II/III/4, Core 2, Atom, Core i7 ▪ AMD: Athlon, K6, K8. Architettura degli Elaboratori © 2009 Esempi di processori RISC 38 RISC: ● desktop e server: ▪ ▪ ▪ ▪ ▪ ▪ 32 Silicon Graphics: MIPS, Sun Microsystems: SPARC, Digital: Alpha, Hewlett Packard: PA-RISC, IBM e Motorola: PowerPC, Intel: i860, i960. ● embedded: ▪ ▪ ▪ ▪ Advanced RISC Machines: ARM, Hitachi: SuperH, Mitsubishi: M32R, Silicon Graphics: MIPS16. Architettura degli Elaboratori © 2009 Fine 09.a Le architetture RISC