LE PRINCIPALI PATOLOGIE DELLA TIROIDE Che cos`è la

LE PRINCIPALI PATOLOGIE DELLA TIROIDE
Che cos’è la tiroide
La tiroide è una ghiandola endocrina situata alla base del collo che produce l’ormone tiroideo, per il
90% sotto forma di tiroxina (T4) e il restante 10% di triiodiotironina (T3). In generale i valori normali
su decilitro di sangue variano per la tiroxina da 5 a 12 mcg, per la triiodiotironina da 80 a 180
nanogrammi. Pur essendoci una differenza di valori così rilevante, sia il T3 che il T4 rivestono la
medesima importanza, infatti una parte considerevole della tiroxina viene trasformata in
triiodotironina nei tessuti periferici.
Per poter essere trasportati e liberati nei tessuti, gli ormoni tiroidei si legano a delle proteine. E’
tuttavia la forma libera (FT3 e FT4) quella biologicamente attiva.
L’ormone tiroideo regola numerose funzioni del metabolismo, tra cui lo sviluppo del sistema
nervoso centrale e l'accrescimento corporeo. Per mantenere il metabolismo ad un livello normale
deve essere continuamente secreta esattamente la giusta quantità di ormoni tiroidei, infatti piccole
variazioni possono avere ripercussioni notevoli sull'organismo. La sintesi e la secrezione degli
ormoni tiroidei è controllata da ghiandole presenti nel cervello: l’ipofisi e l’ipotalamo.
La tireotropina, nota con la sigla TSH, è un ormone prodotto dalla ipofisi, una piccola ghiandola
endocrina posta alla base del cranio, il cui compito è di far aumentare la secrezione degli ormoni
tiroidei. Il TSH è a sua volta controllato da un ormone prodotto dall’ipotalamo, noto con la sigla
TRH.
L’importanza dello iodio
Per poter funzionare correttamente, la tiroide necessita di un adeguato apporto nutrizionale
giornaliero di iodio pari a 150 ug. Lo iodio, a sua volta, viene assorbito dalla ghiandola tiroidea
sottoforma di ioduro e combinato chimicamente con l’aminoacido tirosina per sintetizzare l’ormone
tiroideo.
La carenza di iodio è responsabile dell’insorgenza di patologie più o meno gravi, come la ridotta
produzione di ormone tiroideo da parte della ghiandola.
Soprattutto durante la vita fetale e neonatale, la carenza di ormone tiroideo può portare anche a
gravi conseguenze sullo sviluppo intellettivo come ad esempio sviluppo di ritardo mentale,
sordomutismo e paralisi spastica. Per tale ragione, il fabbisogno di iodio è particolarmente elevato
nelle donne in gravidanza e nei bambini.
Le patologie tiroidee
Le patologie tiroidee rappresentano un problema di salute molto comune, soprattutto nel sesso
femminile. Infatti, si stima che una donna in età adulta abbia il 20% di probabilità di sviluppare nel
corso degli anni una patologia tiroidea.
Gozzo
Il termine gozzo indica un ingrossamento della tiroide. Questa condizione è generalmente legata a
una riduzione dei livelli plasmatici di T3 e T4 e quindi a un’aumentata stimolazione della tiroide da
parte del TSH, che in questi casi aumenta in modo anche considerevole.
Nelle fasi successive, si possono formare anche dei noduli che, nel 95 per cento dei casi, si
rivelano benigni, ma che nel 5 per cento dei casi, soprattutto in presenza di un solo nodulo
dominante tra altri, può essere un tumore maligno che prevede un’asportazione chirurgica.
Una delle cause dello sviluppo di gozzo è la carenza di iodio nell’alimentazione o nelle acque. In
alcune aree del Mondo, la carenza è tanto accentuata da far diventare il gozzo una malattia
endemica.
1
Ipertiroidismo
Si manifesta se la tiroide funziona in eccesso, rilasciando troppo ormone nell’organismo. Le cause
possono essere molteplici: da un’assunzione eccessiva di ormone tiroideo, al morbo di Basedow
(malattia caratterizzata da eccessiva e inappropriata stimolazione diretta della tiroide da parte di
particolari anticorpi), a una inappropriata secrezione di TSH, a forme tumorali, come quelle
ovariche o a metastasi di tumori tiroidei differenziati.
Ipotiroidismo
Si manifesta quando la tiroide non è in grado di produrre ormoni in sufficienza. L’ipotirodismo può
avere differenti cause, dovute sia a fattori genetici che ambientali, tra cui la carenza di iodio e
alcune patologie autoimmuni, come ad esempio la tiroidite di Hashimoto, detta anche tiroidite
linfocitaria. Quest’ultima, che è l’infiammazione della tiroide più diffusa al mondo, è caratterizzata
dalla progressiva distruzione della tiroide da parte di anticorpi prodotti dall’organismo che non
riconosce più la tiroide come parte di sé, considerandola quindi un “nemico” da eliminare. La
conseguenza clinica è la progressiva riduzione della produzione di ormoni tiroidei e quindi
l’evoluzione verso l’ipotiroidismo.
Tumori
Come si è detto per il gozzo, lo sviluppo di noduli tiroidei è solitamente un fenomeno di natura
benigna. In caso di noduli maligni, i tumori più comuni sono gli adenocarcinomi papillari o papillarifollicolari (misti) che rappresentano rispettivamente circa il 75% e il 15% per cento dei tumori
maligni della tiroide. La prognosi, rispetto ad altre forme tumorali, è in genere buona, con oltre il 90
per cento di probabilità di guarigione. Le donne sono colpite con una frequenza di 4 volte maggiore
rispetto agli uomini. Tra le cause principali va ricordata l’esposizione a radiazioni ionizzanti della
regione del collo.
La tiroide in gravidanza
Durante la gravidanza si verificano normali modificazioni fisiologiche del funzionamento della
tiroide quali: riduzione dei valori circolanti di TSH nel primo trimestre, aumento della proteina
veicolante gli ormoni tiroidei, con conseguente incremento degli ormoni totali e riduzione delle
frazioni libere; innalzamento dei valori sierici di tireoglobulina, conseguenti all’aumentato impegno
della ghiandola; aumentata escrezione urinaria di iodio per incremento della diuresi.
In alcuni casi si possono evidenziare vere e proprie situazioni patologiche, quali:
Ø Ipertiroidismo
Le cause più comuni di ipertiroidismo in gravidanza sono rappresentate dal gozzo tossico diffuso
(Morbo di Basedow), dall’adenoma tossico, da un’eccessiva quota di gonadotropina corionica
umana (hCG) circolante. L’ipertiroidismo in gravidanza non è facile da riconoscere in quanto i
disturbi si possono confondere con manifestazioni tipiche da gestazione quali tachicardia,
intolleranza al caldo, vomito, perdita di peso, astenia, ansia.
Il sospetto clinico dovrà quindi essere sostenuto da elementi anamnestici, dalla particolare
intensità dei sintomi riportati e dal reperto obiettivo palpatorio della ghiandola.
La conferma dello stato di tireotossicosi clinicamente rilevante si basa sull’evidenza laboratoristica
di TSH sierico inferiore al normale associato a valori di FT4 e di FT3 superiori ai limiti della norma.
E’ poi consigliabile effettuare, per conferma della diagnosi, un’ecografia tiroidea.
Se l’ipertiroidismo non è adeguatamente trattato possono insorgere complicanze anche gravi: nella
mamma si possono verificare: ipertensione gravidica, preeclampsia, distacco di placenta, aborto
spontaneo (8-25%), parto pre-termine, scompenso cardiaco, anemia; nel bambino: basso peso in
2
neonati con normale età gestazionale, prematurità (15-45%), morte endouterina (7-25%), morte
neonatale, malformazioni congenite (6%), ipertiroidismo fetale o neonatale.
Ø Ipotiroidismo
Come per l’ipertiroidismo, anche nell’ipotiroidismo in gravidanza i sintomi sono facilmente
sovrapponibili ad altri tipici della gestazione: astenia, difficoltà di concentrazione, intolleranza al
freddo, perdita capelli, mixedema, voce rauca, riflessi osteotendinei ritardati.
Nella maggior parte dei casi per effettuare diagnosi di ipotiroidismo sono fondamentali i dati
anamnestici e la valutazione dell’assetto degli ormoni tiroidei circolanti (FT3, FT4, TSH), che
evidenzieranno riduzione di FT3 e FT4 e incremento di TSH, nonché degli anticorpi contro
particolari molecole (Tg-Ab e TPO-Ab).
In gravidanza l’ipotiroidismo non trattato può comportare conseguenze anche gravi: ipertensione
gravidica, distacco placentare, basso peso del feto alla nascita, morte intrauterina del feto,
malformazioni congenite, emorragia post-partum.
L’ipotiroidismo materno, fetale e neonatale provoca un danno irreversibile dello sviluppo
neurologico e intellettivo, che nella sua forma più grave configura il quadro clinico del cretinismo
endemico.
Tiroidite post-partum
E’ una infiammazione della ghiandola tiroidea che, generalmente, si manifesta entro un anno dal
momento del parto e colpisce circa il 5% delle donne che hanno avuto una gravidanza. Nel
decorso della malattia si verificano solitamente 2 fasi: l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo. Nella prima
fase, che dura da 2 a 4 mesi, la tiroide rilascia nel sangue un eccesso di T3 e T4. Tra i sintomi
manifestati ci sono rapida perdita di peso, accelerazione del battito cardiaco, nervosismo,
sudorazione eccessiva, ipersensibilità al caldo, ecc.
Se non si ripristina una condizione di normalità, si entra nella seconda fase di ipotiroidismo,
caratterizzata da gozzo, aumento ponderale non associato a variazioni dell’alimentazione,
affaticamento ed astenia, depressione, cute secca ed unghie fragili, perdita di capelli, aumentata
sensibilità al freddo.
Nelle donne che sviluppano la seconda fase, circa 1 su 5 sviluppa un ipotiroidismo permanente
entro 3 o 4 anni e necessita, come in tutti i casi di ipotiroidismo permanente, di una terapia
sostitutiva con ormone tiroideo, l-tiroxina, per tutta la vita.
3