Vernant Mythos e logos

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Vernant
Mythos e logos
Insieme con Marcel Detienne, Jean-Paul Vernant è uno dei più importanti studiosi della sapienza
greca arcaica. In questo brano Vernant presenta le due tesi storiografiche opposte sviluppatesi nel
Novecento sul rapporto fra mito e logos filosofico: quella “discontinuista” di Burnet e quella
“continuista” di Cornford. A esse affianca la propria interpretazione, attenta a individuare sia gli
elementi autonomi e originali elaborati dal pensiero dei primi filosofi, sia quelli di filiazione dalla
cultura mitica a loro precedente.
Il pensiero razionale ha uno stato civile; se ne conosce
pure il prodotto dell’intelligenza che osserva diretta-
la data ed il luogo di nascita: è nel VI secolo prima della
mente la natura. Essa traspone, in una forma laicizzata
nostra era, nelle città greche d’Asia Minore, che sorge
e sul piano d’un pensiero più astratto, il sistema di rap-
una forma di riflessione nuova, interamente positiva,
presentazione che la religione ha elaborato. Le cosmo-
sulla natura. Burnet esprime l’opinione corrente quando,
logie dei filosofi riprendono e prolungano i miti cosmo-
a questo proposito, nota: «i filosofi ionici hanno aperto la
gonici; danno una risposta allo stesso tipo di domanda:
via che la scienza, poi, non ha avuto da far altro che se-
come un mondo ordinato ha potuto emergere dal caos?
guire». La nascita della filosofia, in Grecia, segnerebbe
Utilizzano un materiale concettuale analogo: dietro gli
così l’inizio del pensiero scientifico, e si potrebbe dire:
«elementi» degli Ioni, si profila la figura di antiche divi-
del pensiero tout court. Nella scuola di Mileto, per la pri-
nità della mitologia. Diventando «natura», gli elementi si
ma volta, il logos si sarebbe liberato dal mito, come le
sono spogliati dall’aspetto di dèi individualizzati; ma re-
scaglie cadono dagli occhi del cieco. Più che d’un cam-
stano delle potenze attive, animate ed imperiture, anco-
biamento d’atteggiamento intellettuale, d’un mutamen-
ra sentite come divine. Il mondo d’Omero si ordinava
to mentale, si tratterebbe d’una decisiva e definitiva ri-
mediante una ripartizione fra gli dèi dei domini e degli
velazione: della scoperta dello spirito. Perciò sarebbe va-
onori: a Zeus, il cielo «etereo» (aither, «il fuoco»); a Hai-
no cercare nel passato le origini del pensiero razionale.
des, l’ombra «brumosa» (aer, «l’aria»); a Poseidon, il ma-
Il pensiero vero non potrebbe aver altra origine che se
re; comune a tutt’e tre, gaia, la terra, su cui vivono e
stesso. Esso è esterno alla storia, che non può render ra-
muoiono gli uomini. Il cosmo degli Ioni si organizza me-
gione, nello sviluppo dello spirito, se non degli ostacoli,
diante una divisione delle province, una ripartizione del-
degli errori e delle illusioni successive. Questo è il senso
le stagioni tra potenze opposte, che si equilibrano reci-
del «miracolo» greco: attraverso la filosofia degli Ioni si
procamente.
riconosce, incarnantesi nel tempo, la Ragione intempo-
Non si tratta d’un’analogia vaga: fra la filosofia d’un
rale. L’avvento del logos introdurrebbe dunque nella sto-
Anassimandro e la Teogonia d’un poeta ispirato come
ria una radicale discontinuità. Viaggiatore senza bagagli,
Esiodo, Cornford mostra che le strutture si corrispondo-
la filosofia verrebbe al mondo senza passato, senza ge-
no fin nei dettagli. Anzi, il processo d’elaborazione con-
nitori, senza famiglia; sarebbe un inizio assoluto.
cettuale, che mette capo alla costruzione naturalistica
Per conseguenza, in questa prospettiva, l’uomo greco si
del filosofo, è già all’opera nell’inno religioso di gloria a
trova innalzato al di sopra di tutti gli altri popoli, prede-
Zeus, cantato dal poeta esiodeo. […]
stinato; in lui il logos s’è fatto carne. «S’egli ha inventato
In un altro passo del poema d’Esiodo, il racconto della
la filosofia – dice ancora il Burnet – è per le sue qualità
creazione dell’ordine si presenta spoglio d’immagini mi-
eccezionali d’intelligenza: lo spirito d’osservazione uni-
tiche, ed i nomi dei protagonisti sono abbastanza tra-
to alla potenza del ragionamento». E, al di là della filo-
sparenti per rivelare il carattere «naturale» del processo
sofia greca, questa superiorità quasi provvidenziale si
che mette capo all’organizzazione del cosmo. All’origi-
trasmette a tutto il pensiero occidentale, nato dalla ci-
ne si trova Chaos, voragine buia, vuoto aereo, nel quale
viltà greca. […]
niente è distinto. Bisogna che Chaos s’apra come delle
Tuttavia, nel corso degli ultimi cinquant’anni, la fiducia
fauci (Chaos è associato etimologicamente a chasma:
dell’Occidente in questo monopolio della Ragione è sta-
«apertura spalancata», chaino, chasko, chasmomai:
ta intaccata. […]
«aprirsi», «tener la bocca aperta», «sbadigliare») perché
Contro Burnet, Cornford mostra che la «fisica» ionica
la «Luce» (aither) ed il Giorno, succedendo alla Notte, vi
non ha niente in comune con quello che noi chiamiamo
penetrino, illuminando lo spazio fra Gaia («la terra») ed
scienza: essa ignora tutto dell’esperimento e non è nep-
Oyranos («il cielo»), ormai disuniti. L’emergere del mon-
© Pearson Italia S.p.A.
a cura di F. Cioffi, G. Luppi, A. Vigorelli, E. Zanette,
A. Bianchi, S. O’Brien; Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori
do prosegue con l’apparizione di Pontos («il mare»), usci-
traverso la sua dimostrazione, che i filosofi si contentino
to, a sua volta, da Gaia. Tutte queste nascite successive
di ripetere, in un linguaggio differente, quello che già di-
sono avvenute, sottolinea Esiodo, senza Eros («amore»):
ceva il mito. Oggi che, grazie a Cornford, la filiazione è
non per unione, ma per segregazione. Eros è il principio
riconosciuta, il problema prende necessariamente una
che ravvicina gli opposti – come il maschio e la femmina
forma nuova: non si tratta più solamente di ritrovare nel-
– e che li lega insieme. Finché esso non interviene, la ge-
la filosofia l’antico, ma di individuarvi quello che è vera-
nesis avviene per separazione d’elementi prima uniti e
mente nuovo: ciò per cui la filosofia cessa d’essere mito
confusi (Gaia partorisce Oyranos e Pontos).
per divenire filosofia. Bisogna definire la mutazione
Si potrà ravvisare, in questa seconda versione del mito,
mentale di cui testimonia la prima filosofia greca, preci-
la struttura di pensiero che serve da modello a tutta la fi-
sarne la natura, l’ampiezza, i limiti, le condizioni stori-
sica ionica. Cornford ne dà schematicamente l’analisi se-
che.
guente: 1) all’inizio, c’è uno stato di confusione, in cui
Quest’aspetto della questione non è sfuggito a Cornford.
niente si distingue; 2) da quest’unità primordiale emer-
È lecito supporre ch’egli gli avrebbe riservato un posto
gono, per scissione, delle coppie d’opposti, caldo e fred-
maggiore, se avesse potuto condurre a termine l’ultimo
do, asciutto e umido, che differenzieranno nello spazio
lavoro. «Nella filosofia – egli scrive – il mito è “raziona-
quattro province: il cielo di fuoco, l’aria fredda, la terra
lizzato”». Ma che significa questo? Innanzitutto, che es-
asciutta, il mare umido; 3) gli opposti s’uniscono ed in-
so ha preso la forma d’un problema esplicitamente for-
teragiscono, prendendo ognuno volta a volta il soprav-
mulato. Il mito era un racconto, non la soluzione d’un
vento sugli altri, secondo un ciclo indefinitamente rin-
problema. Raccontava la serie delle azioni ordinatrici del
novato, nei fenomeni meteorici, nella successione delle
re o del dio, quali il rito le mimava. Il problema si trova-
stagioni, nella nascita e nella morte di tutto ciò che vive,
va risolto senz’essere stato posto. Ma in Grecia, dove
piante, animali ed uomini.
trionfano, con la città, nuove forme politiche, non sussi-
Le nozioni fondamentali sulle quali poggia questa co-
ste, dell’antico rituale regio, nient’altro più che delle ve-
struzione degli Ioni: scissione a partire dall’unità primor-
stigia, di cui s’è perso il senso; s’è cancellato il ricordo del
diale, lotta ed unione incessanti degli opposti, eterno
re creatore dell’ordine ed artefice del tempo; non appa-
cambiamento ciclico, rivelano il fondo di pensiero miti-
re più il rapporto fra l’impresa mitica del sovrano, sim-
co, nel quale ha radici la loro cosmologia. I filosofi non
bolizzata dalla sua vittoria sul drago, e l’organizzazione
hanno dovuto inventare un sistema di spiegazione del
dei fenomeni cosmici. L’ordine naturale ed i fatti atmo-
mondo: l’hanno trovato bell’e fatto. L’opera del Cornford
sferici (piogge, venti, tempeste, fulmini), diventando in-
segna una svolta nella maniera d’abbordare il problema
dipendenti dalla funzione regale, cessano d’esser intelli-
delle origini della filosofia e del pensiero razionale. Poi-
gibili nel linguaggio del mito, in cui fin allora si esprime-
ché egli doveva combattere la teoria del miracolo greco,
vano. Si presentano ormai come delle «questioni», su cui
che presentava la fisica ionica come la rivelazione bru-
è aperta la discussione. Sono queste questioni (genesi
sca ed incondizionata della Ragione, Cornford aveva co-
dell’ordine cosmico e spiegazione dei meteora) che co-
me preoccupazione essenziale quella di ristabilire, fra la
stituiscono, nella loro nuova forma di problema, la ma-
riflessione filosofica ed il pensiero religioso che l’aveva
teria della prima riflessione filosofica. Il filosofo dà così il
preceduta, il filo della continuità storica; perciò era por-
cambio al vecchio re-mago, signore del tempo: egli fa la
tato a ricercare, fra l’una e l’altro, gli aspetti di perma-
teoria di ciò che il re, una volta, effettuava.
nenza e ad insistere su quello che vi si può ravvisare di
comune. Di modo che si ha, a volte, la sensazione, at-
J.-P. Vernant, Mito e pensiero presso i greci,
Einaudi, Torino 1970
per l’analisi
1 In che cosa consiste la tesi di Burnet del «miracolo
greco» esposta nella prima parte del brano? Perché la
filosofia viene presentata come una «scoperta dello
spirito» e come un «viaggiatore senza bagaglio»?
2 In che modo Cornford argomenta la tesi secondo cui «la
fisica ionica non ha niente in comune con quello che
noi chiamiamo scienza»? Quale legame egli stabilisce tra
filosofia e miti cosmogonici?
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3 Qual è la struttura del mito che rimane, per Cornford,
alla base anche delle prime filosofie?
4 Come possiamo sintetizzare la posizione di Vernant?
Come viene argomentata la tesi per cui la filosofia è “il
mito razionalizzato”?
5 Sulla base dei tuoi studi e delle tue letture, qual è la tua
posizione sulle tre tesi discusse nel brano?
a cura di F. Cioffi, G. Luppi, A. Vigorelli, E. Zanette,
A. Bianchi, S. O’Brien; Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori
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