DiMatteo_imp:4_DiMatteo_imp 19-04-2010 14:19 Pagina 71 I. Di Matteo et al. Large Animal Review 2010; 16: 71-75 Il tumore nasale enzootico della pecora in Italia 71 l I. DI MATTEO¹, G. MAGI¹, E. LEPRI¹, G. FILIPPINI², S. MATTIACCI³, G. VITELLOZZI¹ ¹ Dipartimento di Scienze Biopatologiche ed Igiene delle Produzioni Animali e Alimentari, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Perugia, Via S.Costanzo 4, Pg ² Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, Via Salvemini 1, Pg ³ Libero professionista, Pg RIASSUNTO Il tumore nasale enzootico (ENT) è una neoplasia ad eziologia virale degli ovini e dei caprini: l’infezione è trasmissibile orizzontalmente tramite secreti ed escreti, e può coinvolgere numerosi soggetti del gregge, alcuni dei quali sviluppano il tumore dopo una lunga incubazione. L’agente responsabile è un retrovirus di tipo ibrido B/D denominato ENTV (Enzootic Nasal Tumor Virus), con strette analogie genomiche sia con il virus dell’adenocarcinoma polmonare (Jaagsiekte Sheep Retro Virus: JSRV) che con i retrovirus endogeni della pecora (enSRV). Di questo virus esistono due varianti, ENTV-1 responsabile della malattia negli ovini, e ENTV-2, patogeno per la capra, sebbene non esista una rigida specie-specificità e siano possibili infezioni crociate. L’ENT è diffuso su scala mondiale in tutti i paesi a forte vocazione zootecnica per gli ovicaprini, con le sole eccezioni di Australia e Nuova Zelanda, dove il tumore non è mai stato riportato. In Italia sono stati segnalati casi nella specie caprina ma, in base alla letteratura disponibile, nessun caso è mai stato descritto nella specie ovina. Lo scopo della presente segnalazione è di descrivere due tipici casi di tumore intranasale enzootico della pecora per poter sottolineare i risvolti epidemiologici e di sanità pubblica veterinaria che quest’infezione potrebbe avere. PAROLE CHIAVE Pecora, tumore nasale enzootico, retrovirus. INTRODUZIONE Ovini e caprini sono classicamente ritenuti specie a bassa incidenza di neoplasie spontanee; tra le neoplasie riportate si annoverano i carcinomi squamosi delle porzioni muco cutanee depigmentate, il linfoma, il melanoma, ed alcuni tumori, in particolare l’adenocarcinoma polmonare, l’adenocarcinoma intestinale e il tumore nasale enzootico, che per frequenza e caratteri epidemiologici sono ritenuti ad eziologia virale, quindi trasmissibili1. L’adenocarcinoma nasale enzootico a basso grado di malignità della pecora e della capra, conosciuto in passato anche con il nome di Adenopapilloma infettivo o Adenocarcinoma nasale infettivo, è ormai concordemente definito Tumore Nasale Enzootico (Enzootic Nasal Tumor: ENT). È un tumore la cui origine virale è stata sospettata già nel 19782. Il virus responsabile è un retrovirus di tipo ibrido B/D denominato ENTV, strettamente correlato a JSRV (Jaagsiekte Sheep Retro Virus) responsabile della jaagsiekte o OPA (Adenomatosi Polmonare Ovina) con un’omologia totale superiore al 95%3, ed al gruppo dei retrovirus endogeni degli ovini (endogenous Jaagsiekte Sheep Retro Virus: enJSRV). Due virus differenti sul piano genetico-molecolare sono responsabili della stessa malattia nella pecora e nella capra, e sono indicati rispettivamente come ENTV-1 e ENTV-23, 4. Il meccanismo oncogenetico di ENTV e JSRV è simile: essi so- Autore per la corrispondenza: Irene Di Matteo ([email protected]). no privi del gene onc, tipico dei retrovirus definiti “rapidamente trasformanti”, ma posseggono una proteina oncogena strutturale dell’envelope, codificata dal gene env. Tale proteina è in grado di attivare, al contatto con la cellula, alcune vie di segnalamento intracellulare che innescano la replicazione cellulare, trasformando così la cellula in una linea tumorale. Le vie di segnalamento attivate in vivo potrebbero essere la fosfatidilinositolo-kinasi/akt (PI-3K/Akt-mTOR) e Ras-MEKMAPK, analogamente a come dimostrato in colture cellulari di fibroblasti e cellule epiteliali5. Sia ENTV che JSRV infettano cellule epiteliali secernenti e ne inducono la trasformazione neoplastica; è la loro presenza, piuttosto che la replicazione, responsabile della trasformazione delle cellule. Un aspetto intrigante delle infezioni retrovirali dei piccoli ruminanti riguarda la risposta immunitaria dell’ospite. In letteratura sono disponibili informazioni contrastanti sulla risposta immunologica indotta da ENTV e JSRV, ma sembra che l’infezione spontanea non induca alcuna reazione immunologica umorale, dimostrata dall’assenza di anticorpi circolanti specifici3; mancano del tutto studi sulla risposta immunitaria cellulo-mediata. L’apparente mancanza di una risposta anticorpale nei confronti tanto del JSRV quanto di ENTV può essere dovuta alla presenza di retrovirus endogeni strettamente omologhi a JSRV (enSRV) tipici dei piccoli ruminanti, che impedirebbero il riconoscimento di ENTV e JSRV come “non self ” e che giustificherebbe almeno in parte una certa immunotolleranza nei confronti dei retrovirus esogeni. Una seconda ipotesi è la comprovata azione immunodepressiva di JSRV, ENTV-1 e ENTV-2, che infettando le cellule linfoi- DiMatteo_imp:4_DiMatteo_imp 72 19-04-2010 14:19 Pagina 72 Il tumore nasale enzootico della pecora in Italia di potrebbe interferire con lo sviluppo di un’immunità specifica nei loro confronti. La mancanza di una immunità umorale impedisce l’applicazione di protocolli diagnostici sierologici indiretti; questo limita i test diagnostici applicabili in vitam alla dimostrazione di attività transcriptasica inversa o di proteine/genoma virale nell’essudato nasale con esami biomolecolari (tecniche Western blot e RT-PCR rispettivamente). In particolare la RT-PCR si è dimostrata una tecnica utilizzabile, sensibile e specifica, per la diagnosi intra vitam quando applicata all’essudato nasale6; tuttavia una sua applicazione su larga scala può essere limitata da fattori di tipo economico. La sintomatologia clinica dell’ENT è caratterizzata da scolo nasale, starnuti e rantoli respiratori, ed in questo accomunata ad altre, più note e comuni, malattie delle cavità nasali delle pecore, in particolare la miasi da Oestrus ovis. L’ENT è segnalato in tutti i paesi a forte connotazione zootecnica per le specie ovi-caprine, ad eccezione di Australia e Nuova Zelanda dove la malattia sembra non esser presente. Anche nel Regno Unito la malattia è raramente segnalata. Diversi dati epidemiologici indicano che la prevalenza del tumore nei greggi colpiti è quanto mai variabile. I dati più dettagliati derivano da studi compiuti in Spagna nel 1998, da cui emerge una prevalenza della malattia in greggi di pecore stimata essere attorno allo 0,1%-0,3% degli effettivi7; altre precedenti indagini realizzate in Germania e Nigeria la indicavano compresa tra il 2-15%8 e 0,3-2%9 rispettivamente. Lo stesso studio spagnolo indica che la prevalenza non incrementerebbe di anno in anno nei greggi colpiti7; altri studi riportano invece un incremento nell’incidenza del tumore dallo 0,6 al 6,6% nel corso degli anni. Non si hanno specifiche indicazioni di carattere epidemiologico sulla possibile trasmissione interspecie, sebbene De Las Heras (1991) abbia riportato casi di malattia in pecore e capre provenienti dalla stessa zona10. A conoscenza degli autori, l’ENT nella pecora non è mai stato riportato nel territorio italiano mentre è stato segnalato un grave episodio di ENT nelle capre11. Lo scopo del presente lavoro è quello segnalare e descrivere due casi di ENT nella pecora diagnosticati per la prima volta in Italia, con l’obiettivo di sensibilizzare coloro che si occupano di patologia degli ovicaprini ad includere l’ENT tra le diagnosi differenziali delle malattie croniche delle cavità nasali degli adulti che si manifestano con scolo nasale cronico, al fine di controllare la malattia ed impedirne la diffusione negli allevamenti. trambi gli animali erano nati nell’allevamento dalle pecore importate dalla Francia, nessuna delle quali aveva manifestato sintomi riferibili a ENT. I due soggetti manifestavano da tempo imprecisato una tipica sintomatologia riferibile a malattia delle prime vie aeree con dispnea, tosse, starnuti, scolo nasale muco–catarrale e deformità del profilo dei seni frontali, la cui parete ossea era assottigliata ed atrofica e, in una delle due pecore, discontinua con fistolizzazione del muco accumulato nei seni. Uno dei due soggetti è venuto a morte spontaneamente mentre l’altro è stato sottoposto ad eutanasia. Entrambi i soggetti sono stati sottoposti ad esame necroscopico presso la sezione di diagnostica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche. Sono stati prelevati campioni dalle neoformazioni presenti nelle cavità nasali di entrambi i soggetti e porzioni della mucosa respiratoria nasale macroscopicamente normale. Sono stati inoltre prelevati campioni da linfonodi regionali, polmone, fegato, milza, rene, intestino, muscoli, sistema nervoso per l’esame istologico e ultrastrutturale. RISULTATI Esame necroscopico I due soggetti si presentavano in stato si nutrizione scadente; una delle due pecore mostrava una evidente deformità del profilo del cranio con fistolizzazione di materiale mucoso (Fig. 1). Nel primo caso all’esame delle cavità nasali, eseguito asportando le ossa frontali e nasali, in modo da avere un accesso dorsale alle cavità nasali, si riscontravano neoformazioni a forma di cavolfiore, ricoperte da un essudato viscoso e grigiastro. Le masse polipoidi erano ben delimitate, di aspetto lobulato, colore bianco-rosa, consistenza molle, e superficie translucida, ed invadevano la porzione più aborale della cavità nasale sinistra nella regione etmoidale estendendosi oralmente fino alle porzioni medio-anteriori della cavità nasale e risultando delimitata caudalmente dalle lamine cribrose dell’etmoide che non risultavano ancora infiltrate (Fig. 2). La massa inoltre provocava la deviazione, atrofia e lisi del setto nasale, invadendo così la cavità controlaterale nella porzione più aborale. In alcune porzioni delle neoformazioni era presente del materiale giallastro e friabile riconducibile a MATERIALI E METODI Le nostre osservazioni si riferiscono a due pecore adulte di razza Lacaune di circa tre anni di età, entrambe provenienti da un gregge allevato nel centro Italia. Il gregge consisteva di 700 esemplari in prevalenza di razza Lacaune e 100 soggetti di razza Comisana. Il gregge aveva subito circa 4 anni prima l’abbattimento di tutti gli animali in seguito ad un focolaio di Scrapie; in seguito a questo erano stati introdotti nel 2004 dei soggetti riproduttori per la ripopolazione provenienti da una località nel sud della Francia, Saint Affrique, nella regione dei Midi-Pirenei. Nel gregge non si riportavano precedenti episodi di malattia respiratoria riconducibili a patologie delle cavità nasali. En- Figura 1 - Evidente tumefazione (marcata in verde) della regione frontale da cui fuoriesce liquido mucoso. DiMatteo_imp:4_DiMatteo_imp 19-04-2010 14:19 Pagina 73 I. Di Matteo et al. Large Animal Review 2010; 16: 71-75 tessuto necrotico. Alla sezione i tumori mostravano delle aree cistico-necrotiche disseminate di piccole dimensioni e la gran parte della superficie di taglio aveva le stesse caratteristiche della superficie esterna. 73 Nel secondo caso è stata effettuata una sezione sagittale sul cranio seguendo la linea mediana (Fig. 3). Le caratteristiche macroscopiche erano sovrapponibili al primo caso, con maggiore evidenza della dilatazione dei seni frontali associata a rammollimento e discontinuità della parete ossea (osteolisi). Marginalmente alla massa neoformata, in entrambi i casi, si riscontrava la presenza di formazioni edematose polipoidi semitrasparenti, translucide, morfologicamente diverse dalla massa tumorale, che si sollevavano dalla mucosa nasale e protrudevano nel lume delle cavità nasali. Non sono state riscontrate metastasi macroscopicamente apprezzabili nei linfonodi regionali, polmone, cervello o altri organi e tessuti. Esame istologico L’aspetto istopatologico della neoplasia era quello caratteristico del tumore nasale enzootico e sovrapponibile in entrambi i soggetti esaminati. Le cellule neoplastiche erano organizzate in una duplice componente secondo la profondità della sezione. In profondità era presente un’architettura di tipo tubulo-acinoso, mentre in superficie il tumore mostrava aspetti papilliferi (Fig. 4); erano inoltre presenti dilatazioni simil-cistiche contenenti del materiale amorfo PAS-positivo. Le cellule neoplastiche erano principalmente cuboidi, occasionalmente colonnari, polarizzate con nuclei grandi di forma sferica o ovale a localizzazione basale, con evidenti accumuli di cromatina addensata e numerosi piccoli nucleoli. Le figure mitotiche erano rare o assenti. Il tessuto fibroso stromale che sorreggeva le strutture epiteliali era moderatamente abbondante e risultava intensamente infiltrato da plasmacellule, linfociti e macrofagi. Un analogo infiltrato composto da cellule infiammatorie era inoltre rinvenibile nelle porzioni limitrofe al tumore dove si sviluppavano le neoformazioni polipoidi edematose associate al tumore. I vasi sanguigni e linfatici periferici alla neoplasia non risultavano invasi dalle cellule neoplastiche e non sono state rilevate metastasi né nei linfonodi regionali né in nessuno degli altri organi esaminati. Figura 2 - La porzione aborale delle cavità è riempita da tessuto biancastro irregolare, che si estende attraverso il setto fino ad invadere la cavità controlaterale (caso 1). Figura 3 - Sezione trasversale della testa (caso 2) in cui si evidenzia una neoformazione della regione etmoidale della cavità nasale; i seni frontali sono dilatati con rammollimento e discontinuità della parete ossea (osteolisi). Figura 4 - Adenocarcinoma nasale: la porzione esterna appare formata da vegetazioni papillifere delimitate da cellule cilindriche, con un numero limitato di cellule globose. (HE, medio ingrandimento). DiMatteo_imp:4_DiMatteo_imp 74 19-04-2010 14:19 Pagina 74 Il tumore nasale enzootico della pecora in Italia Esame ultrastrutturale Le proliferazioni neoplastiche erano principalmente formate da cellule cuboidi. I nuclei delle cellule neoplastiche variavano in diametro dagli 8 ai 14 μm ed erano di forma da rotondeggiante ad ovoidale, con cromatina tendenzialmente eucromatica e regioni eterocromatiche intensamente elettrondense prevalentemente condensate sulla membrana nucleare. Nel citoplasma erano dispersi granuli di diversa elettrodensità con disposizione casuale, di dimensione variabile da 220 a 540 nm, frammisti a strutture filamentose riferibili a filamenti intermedi. Essenziale è stato il rilevamento a livello ultrastrutturale di particelle sferiche retrovirus-like di diametro 70-90 nm, sia intracitoplasmatiche nella porzione apicale dei microvilli che extracellulari. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI I reperti anatomo-istopatologici evidenziati in entrambi i casi hanno consentito la diagnosi di adenocarcinoma tubulo papillifero a basso grado di malignità compatibile con i caratteri morfologici tipici dell’ENT della pecora e della capra. La dimostrazione di particelle virali con una morfologia e dimensioni simili a retrovirus ha permesso una diagnosi eziologica di sospetta infezione da ENTV. Il virus ENTV è un retrovirus non coltivabile, la cui conferma richiede indagini di tipo biomolecolare su tessuto (ibridazione in situ); tuttavia i peculiari caratteri istopatologici associati alla dimostrazione di particelle virali nel tessuto con la microscopia elettronica sono ritenuti adeguati per una diagnosi definitiva12. La modalità di infezione dei due soggetti non è stata del tutto chiarita; l’ipotesi più plausibile e ovvia è che nei soggetti della prima generazione importati dalla Francia fossero presenti uno o più individui con tumore enzootico non diagnosticato, che abbiano svolto il ruolo di eliminatori, infettando i soggetti discendenti, nati in Italia, per trasmissione orizzontale aerogena tramite essudato nasale. Una seconda ipotesi è che all’infezione non debba necessariamente seguire la malattia, e che quindi possano esistere veri e propri portatori sani, in grado di fungere da reservoir negli allevamenti e diffondere l’infezione; tale ipotesi è fondata sui risultati di uno studio giapponese6 che tramite RT-PCR ha dimostrato la presenza di virus in materiale biologico (essudato nasale) proveniente da soggetti affetti non malati e che probabilmente non lo sarebbero diventati. Una terza ipotesi prende in considerazione la possibilità della trasmissione inter-specie tra capre e pecore. Sebbene non si abbiano specifiche indicazioni di carattere epidemiologico sulla trasmissione interspecie della malattia, sono stati riportati casi di malattia in pecore e capre provenienti dalla stessa zona10, nonostante la differenza eziologica tra i virus della pecora e della capra. Il gregge da dove provenivano le due pecore con ENT era ubicato nel centro-Italia in una zona rurale e, sebbene nell’anamnesi non ne riferisca, potrebbero essersi verificati contatti con greggi di capre. Infine non può essere esclusa la trasmissione verticale del virus attraverso colostro o latte, come recentemente dimostrato verificarsi con il virus dell’adenocarcinoma polmonare (JSRV), molto simile a ENTV13. L’anamnesi remota dell’allevamento non riferiva di pregressi episodi di malattie respiratorie croniche né nei soggetti importati dalla Francia né in altri da essi discendenti; non possiamo tuttavia escludere che si possano essere verificati precedenti episodi che siano passati non diagnosticati. Infatti la sintomatologia clinica si evidenzia in modo chiaro solo nelle fasi terminali della malattia, ed è possibile che alcuni animali affetti da forme precoci, clinicamente sani ma eliminatori, possano essere stati presenti nello stesso allevamento. L’esame di altri soggetti del gregge, macellati o morti per altre cause, non ha consentito di evidenziare altri casi. A tale riguardo corre l’obbligo di ribadire l’importanza dell’esecuzione di un esame anatomopatologico accurato in ogni soggetto venuto a morte, comprendente anche l’apertura delle cavità nasali e della scatola cranica. Solo così, infatti, sarebbe possibile evidenziare animali portatori di tumori ancora clinicamente non manifesti. L’ENT non è inserito nella lista delle malattie sottoposte ad obbligo di segnalazione nel Regolamento di Polizia Veterinaria, né nell’elenco OIE delle malattie denunciabili degli ovicaprini; tuttavia la possibile diffusione della patologia sul territorio nazionale con interessamento di molti soggetti e la conseguente necessità di rigide misure di polizia veterinaria, è un potenziale rischio. La malattia è ormai presente in Italia e per evitare un’ulteriore diffusione si dovrebbe necessariamente svolgere un’attenta attività diagnostico-differenziale nelle greggi di pecore, sensibilizzando contemporaneamente allevatori e veterinari stessi sul possibile rischio sanitario per le greggi e sull’ingente perdita economica che subirebbe una già critica realtà zootecnica ovina. ❚ Enzootic nasal tumour of sheep in Italy SUMMARY Enzootic Nasal Tumor (ENT) is a virus-induced tumor that affects small ruminants; the infection is horizontally transmitted by nasal secretions and excretions, and may infect several animals in the flock, since the term enzootic; some infected animals will develop the tumor after a long period of incubation. The etiologic agent is a virus belonging to the family Retroviridae, type B/D, called ENTV (Enzootic Nasal Tumor Virus), closely correlated to the virus of Ovine Pulmonary adenocarcinoma (Jaagsiekte Sheep Retro Virus: JSRV) and to the endogenous Sheep Retroviruses (enSRV). Two variants of ENT exist, the first (ENTV-1) affecting the sheep, the second (ENTV-2) specific for the goat, even if a strict specie-specificity is lacking and cross infections are possible. ENTV is distributed worldwide in all the countries with a well-developed sheep and goat industry, with the exceptions of Australia and New Zeland, where the tumor has never been reported. In Italy several cases have been described in the goat, but less frequently, if ever, in the sheep. Aim of the paper is to describe two cases of Enzootic Nasal Tumor in the sheep in Italy, to discuss the potential risk for sheep industry and public health of the infection. KEY WORDS Sheep, enzootic nasal tumor, retrovirus. DiMatteo_imp:4_DiMatteo_imp 19-04-2010 14:19 Pagina 75 I. Di Matteo et al. Large Animal Review 2010; 16: 71-75 Bibliografia 7. 1. Moulton J.E. (1990) Tumors of the respiratory system. In: Tumors of domestic animals, Moulton J.E., 3rd editions, University of California press, London. 2. Yonemichi H., Ohgi T., Fujimoto Y., Okada K., Onuma M., Mikami T. (1978) Intranasal tumour of the ethmoid olfactory mucosa in sheep. Am J Vet Res., 10:1599-606. 3. De las Heras M., Ortín A., Cousens C., Minguijón E., Sharp J.M. (2003) Enzootic Nasal Adenocarcinoma of Sheep and Goats. Curr Top Microbiol Immunol., 275:201-23. 4. Ortín A., Cousens C., Minguijón E., Pascual Z., Pérez de Villarreal M., J.M.Sharp, and De las Heras M. (2003) Characterization of enzootic nasal tumour virus of goats: complete sequence and tissue distribution. J Gen Virol, 84: 2245-2252. 5. Danilkovitch-Miagkova A., Duh F.M., Kuzmin I. et al. (2003) Hyaluronidase 2 negatively regulates RON receptor tyrosine kinase and mediates transformation of epithelial cells by Jaagsiekte sheep retrovirus. Proc Natl Acad Sci,100: 4580-4585. 6. Kawasako K., Okamoto M., Kurosawa T., Nakade T., Kirisawa R., Miyashou T., Komine M., Go T., Imazu S., Takeuchi N., Tomonaga K., Ikuta K., Akihara Y., Shimoyana Y., Hirayama K., Taniyama M. (2005) Enzoo- 8. 9. 10. 11. 12. 13. 75 tic intranasal tumour infection in apparently healtlhy sheep in Japan. Vet Rec, 157:118-120. De las Heras M., Minguijòn E., Ferrer L.M., Ortìn A., Dewar P., Cebrian L. M., Pascual Z., Garcìa L., Garcìa de Jalòn J. A., and Sharp J. M.(1998) Naturally occurring enzootic nasal tumours of sheep in Spain: pathology and associated retrovirus. Eur J Vet Pathol, 4:1-5. Cohrs P. (1953) Infektiose Adenopapillome der Riechschleim beim Schaf, Berl Munch Tierarztl Wochenschr, 66:225-228. Njoku C.O., Chineme D., Shannon D., Bida S.A. (1978) Ovine nasal adenopapilloma: Incidence and clinicopathologic studies. Am J vet Res, 39: 1850-1852. De Las Heras M, Garcia de Jalon JA (1991) Tumor intranasal enzootico de los pequenos ruminantes. Med Vet, 8 :505-508. Vitellozzi G., Mughetti L., Palmarini M., Mandara M.T., Mechelli L., Sharp J.M., Manocchio I.(1993) Enzootic intranasal tumour of goats in Italy. J Vet Med Sez B, 40(7):459-68. De Las Heras M., Sharp J. M., Ferrer L. M., Garcia De Jalon J. A., Cebrian L. M. (1993) Evidence for a type D-like retrovirus in enzootic nasal tumour of sheep. Vet Rec 132: 441. Alvarez V., Benito A.A., Minguijón E., Ortín A., Mattoni M., Moreno B., Pérez de Villarreal M., Alberti A., Capucchio M.T., Caporale M., Juste R., Rosati S., De las Heras M.(2008) Colostrum and milk can transmit jaagsiekte retrovirus to lambs. Vet Microbiol, 130:247-57. AnmviOggi è il quotidiano on-line di informazione professionale dell’ANMVI. Il primo e unico quotidiano di informazione professionale via internet che ogni giorno pubblica notizie sui maggiori fatti di interesse per la Professione Veterinaria. AnmviOggi viene inviato gratuitamente agli iscritti delle liste telematiche dell’Anmvi, a chi ne fa richiesta ed è disponibile sul sito www.anmvioggi.it Vet Journal pubblica notizie e reportage di tutti i più importanti eventi nazionali ed internazionali e fornisce una informazione scientifica rigorosa sul mondo della medicina veterinaria e delle bioscienze in generale. Fornisce dal 2004 un servizio di traduzione in italiano degli abstract dei più importanti lavori della letteratura scientifica internazionale. La newsletter di Vet Journal viene inviata gratuitamente agli iscritti delle liste telematiche dell’ANMVI, a chi ne fa richiesta il lunedì, il mercoledì e il venerdì ed è disponibile sul sito www.evsrl.it/vet.journal/ Chi non li ricevesse ed è interessato ne può far richiesta per e-mail alle redazioni: [email protected] [email protected]