Filosofia del linguaggio
2012-2013
Alfredo Paternoster
Russell: la teoria delle descrizioni
Frege: descrizioni vuote non hanno riferimento,
quindi gli enunciati dove esse occorrono non
hanno valore di verità.
Russell: le descrizioni non sono nomi, bensì
enunciati mascherati:
‘L’attuale re di Francia’ = ‘C’è qualcosa che è re di
Francia e solo quella cosa è re di Francia’
( $xRxf & y(Ryf  (x=y) ).
Quindi: ‘L’attuale re di Francia è calvo’ è un
enunciato che riceve un valore di verità, il
falso.
Russell: la teoria delle descrizioni
L’argomento ante litteram di Frege contro l’analisi russelliana
delle descrizioni. Si consideri:
(A) L’inventore del telefono è americano
(B) C’è una e una sola cosa che è inventore del telefono ed è
americano
Se A è vero, allora B è vero (A implica B). Ma se il senso di A è
espresso da B (come sostiene Russell), allora negare B
equivale ad asserire ¬A. ¬A è:
(C) L’inventore del telefono non è americano (= non è vero che
l’inventore del telefono è americano)
Russell: la teoria delle descrizioni
L’argomento ante litteram di Frege contro l’analisi russelliana
delle descrizioni. Si consideri:
(A) L’inventore del telefono è americano
(B) C’è una e una sola cosa che è inventore del telefono ed è
americano
Se A è vero, allora B è vero (A implica B). Ma se il senso di A è
espresso da B (come sostiene Russell), allora negare B
equivale ad asserire ¬A. ¬A è:
(C) L’inventore del telefono non è americano (= non è vero che
l’inventore del telefono è americano)
Ma la negazione di B (“non è vero che c’è una e una sola
cosa che…”) non solo non implica C, ma è addirittura
incompatibile con esso, perché C richiede che ci sia
una e una sola cosa che….
Russell: la teoria delle descrizioni
La replica di Russell all’argomento di Frege:
¬A , ovvero C, è ambiguo. Può voler dire:
(C1) ¬$x(Ixt & Ax & clausola di unicità)
(C2) $x (Ixt & ¬Ax)
Frege dà per scontato che ¬A=C2 (ovvero, confonde C1 con
C2). Ma:
se C=C1, C è esattamente la negazione di B (quindi non
è vero che non lo implica)
Se C=C2, C non è la negazione di B, quindi tanto B
quanto C possono essere falsi, e quando B è falso non
c’è nessuna incompatibilità.
Russell: teoria semantica
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Non c’è bisogno di postulare sensi per dar
conto della verità. Le espressioni linguistiche
hanno soltanto riferimento (“semantica
referenziale”).
I nomi (apparentemente) propri sono in realtà
abbreviazioni di descrizioni. I “veri” nomi propri
(logicamente tali) sono le espressioni indicali
(‘questo’, ‘quello’) che stanno per un dato di
senso o comunque per qualcosa di cui
abbiamo acquaintance, conoscenza diretta.
La forma grammaticale maschera la forma
logica. Compito della teoria semantica è
mettere in luce la forma logica
Sviluppi di Frege: il Tractatus
Gli enunciati elementari (= atomici) sono
un’immagine logica di stati di cose. Se nel
mondo si dà quello stato di cose (se quello
stato di cose è un fatto), l’enunciato è vero,
falso altrimenti.
Gli enunciati non sono nomi di valori di verità. Gli
enunciati esprimono un senso (= significato in
senso intuitivo) e hanno un valore di verità. Un
enunciato è vero in quanto corrisponde a (= è
l’immagine di) un fatto, non in quanto è in
relazione con un “oggetto” astratto (il vero).
I termini singolari (i “nomi”) significano oggetti. Al
contrario degli enunciati, i termini singolari non
hanno senso ma solo riferimento.
Il Tractatus
Stato di cose = “nesso di oggetti (enti,
cose)”: si ha uno stato di cose tutte le
volte che si ha un insieme di oggetti tra
cui vigono certe relazioni. Gli stati di
cose possono essere realizzati “sussistenti” (= fatti) - o meno.
Es. l’essere la penna sul tavolo
l’essere Gianni più giovane di Luca
…
Il Tractatus
Un enunciato (proposizione) è una
sequenza strutturata di segni che stanno
per oggetti e relazioni. L’enunciato
rappresenta lo stato di cose, nel senso
che ne riproduce la struttura.
Es. Rxy (“x è a destra di y”) rappresenta lo
stato di cose costituito da due oggetti
che stanno nella relazione di essere
l’uno a destra dell’altro
Il Tractatus
Significato (= senso) di un enunciato = condizioni di
verità (cfr. 4.024)
La condizione di verità di un enunciato atomico è lo
stato di cose che esso esprime (se infatti quello di
stato di cose sussiste, allora l’enunciato è vero, e
viceversa).
Gli enunciati complessi sono funzioni di verità degli
enunciati atomici in essi contenuti, quindi le loro
condizioni di verità sono determinate dalle tavole
di verità.
Le tavole di verità possono essere viste come un
metodo per formalizzare le condizioni di verità
degli enunciati complessi.
Tautologie e insensatezza 1
Le proposizioni della logica sono le tautologie.
Le tautologie sono prive di senso (sinnlos) in
quanto non descrivono stati di cose (il
sussistere di uno stato di cose è contingente;
una tautologia, invece, è necessaria).
In altre parole: l’essenza delle proposizioni
ordinarie risiede nel loro essere vere o false (a
seconda di come stanno le cose nel mondo);
invece le tautologie non possono essere false.
Insensatezza 2
Le proposizioni che parlano del linguaggio (e delle nozioni
di oggetto, stato di cose, verità ecc.), come quelle del
Tractatus, sono insensate (unsinnig) in un’accezione
più radicale: cercano di dire quello che non si può dire
ma solo mostrare.
Non parlano del mondo, ma della logica, cioè dei nostri
modi di pensare il mondo. Queste proposizioni
sarebbero sensate se potessimo uscire dal linguaggio
(dalla logica), così da poterne parlare; ma non
possiamo uscire dal linguaggio (dalla logica).
Si tratta quindi di proposizioni necessarie in un senso
diverso dalle tautologie.
La metafilosofia di Wittgenstein
Il linguaggio naturale è logicamente imperfetto,
maschera la vera struttura (“forma”) logica.
Una conseguenza di questo fatto è che “noi non
comprendiamo la logica del linguaggio”, cioè ci
lasciamo sviare dal modo ingannevole in cui il
linguaggio ordinario esprime i pensieri. Anche i
problemi filosofici nascono da questi
fraintendimenti.
 La filosofia non è una dottrina ma un’attività,
l’attività di chiarificazione logica dei pensieri.
L’esito della (buona) filosofia non è un insieme
di affermazioni, ma il chiarirsi di proposizioni.