Test genetico effettuato secondo il protocollo AMIA - Associazione Medici Anti Aging Sig.ra Maria Rossi Specialista: DR. LUCA BIANCHI Codice richiesta: XXXXXXXX PROFILO GENETICO RILEVATO a) Metabolismo e sensibilità ai nutrienti VARIANTE RICERCATA GENOTIPO Gene UCP2: ricerca della variazione -866G/A (rs659366) CT Gene UCP3: ricerca della variazione -55C/T (rs1800849) GG Gene SH2B1: ricerca della variazione 1450A/G (rs7498665) AA Gene MC4R: ricerca della variazione T>C (rs17782313) TC Gene FTO: ricerca della variazione T>A (rs9939609) TT Gene NPY: ricerca della variazione -399T>C (rs16147) TT Gene GIPR: ricerca della variazione rs2287019 CC Gene GNB3: ricerca della variazione 825C/T (rs5443) CT b) Sensibilità ai lipidi (grassi) VARIANTE RICERCATA GENOTIPO Gene ADRB3: ricerca della variazione Trp64Arg (rs4994) AA Gene ADRB2: ricerca della variazione Arg16Gly (rs1042713) AA Gene FABP2: ricerca della variazione Ala54Thr (rs1799883) GA c) Metabolismo dell'insulina - Insulino/resistenza VARIANTE RICERCATA GENOTIPO Gene PCSK1: ricerca della variazione rs6232 CC Gene PCSK9: ricerca della variazione E670G (rs505151) AA Gene TCF7L2: ricerca della variazione 53341C/T (rs7903146) CT Gene PLIN: ricerca della variazione 11482G/A (rs894160) CC Gene PPARg: ricerca della variazione Pro12Ala (rs1801282) CC Ricerca eseguita su tampone a secco orale Noventa Vicentina (VI), 1 febbraio 2017 Specialista in Genetica Medica Dr.ssa Cristina Lapucci Analisi genetica eseguita da: Sede legale: Via Roveredo, 20/B - 33170 Pordenone (PN) Laboratorio: Via Corte Ferrighi, 16/B - 36025 Noventa Vicentina (VI) Tel. 0444 760314 - Fax. 0444 789071 [email protected] - www.geneticlab.it Cod. Fisc. e P. Iva 03328980242 Pag. 2 di 18 COMMENTO CLINICO Gentile Sig.ra Maria Rossi l’indagine sui polimorfismi genomici analizza le ricadute degli stessi sul piano della Sua salute e del Suo benessere. Pertanto di seguito troverà inizialmente commentati e descritti i risultati dei test effettuati e successivamente l’indicazione delle cure da intraprendere, così come delle norme nutrizionali a cui cercare di adeguarsi. Nelle pagine finali di appendice sono infine presenti dei contenuti di approfondimento. Di seguito il commento clinico derivato dall’analisi genetica del Suo campione biologico: Nell’insieme risulta influenzato in modo assai blando il metabolismo energetico mitocondriale, con altrettanto lieve e di per sé poco significativo ostacolo al calo ponderale. L’assenza di polimorfismi a carico del gene FTO non comporta di per sé un dismetabolismo energetico né una risposta genotipica più favorevole verso una dieta relativamente iperproteica. La presenza però di polimorfismi sfavorevoli e livello del gene MCR4 comporta una maggiore sensibilità allo stress e allo scarico biochimico delle tensioni emotive a livello alimentare. La variaizone omozigote sfavorevole a livello del gene PSK1 comporta anche una più facile comparsa di DCO (disturbi del comportamento alimentare) e l’alterazione della biosintesi di ormoni gastro-enterici e delle relative sensibilità recettoriali, con conseguente più facile alterazione nel controllo delle pulsioni alimentari e del metabolismo insulinemico. Nell’insieme si assiste ad un aumento della sensibilità nei confronti dei glucidi di elevato indice glicemico, con parallelo contenuto aumento della suscettibilità genetica, rispetto alla media della popolazione, verso l’insulino-resistenza e verso il diabete di tipo 2. Nel breve termine l’assetto genetico è comunque di ostacolo al calo ponderale e favorisce il surplus, in relazione al carico e all’indice glicemico. Ne deriva quindi l’utilità di una dieta incentrata preferibilmente sull’indice glicemico dei cibi e ipolipidica. Per quanto concerne i geni esaminati, si assiste alla presenza di ievi alterazioni in merito alla sensibilità verso i lipidi; altrettanto contenuto l’incremento della suscettibilità genetica verso un profilo dislipidemico. Assenza di interferenze relative all’accostamento peso – intensità attività motoria e peso – distribuzione oraria dei pasti nella giornata. Assenza di aumento della sensibilità verso l’azione del neuropeptide gamma. Milano, 8 dicembre 2016 Specialista in Scienza dell’Alimentazione Presidente A.M.I.A. – Associazione Medici Italiani Anti-Aging Professore a contratto in Nutrigenomica Prof. Dr. Damiano Galimberti Pag. 3 di 18 DETTAGLIO DELL’ANALISI GENETICA a) Metabolismo e sensibilità ai nutrienti UCP2 -866G/A e UCP3 -55C/T Le proteine disaccoppianti UCPs 1-3 sono carriers anionici mitocondriali, che svolgono un importante ruolo nel ridurre al minimo le emissioni di ROS (radicali liberi) generati dalla catena di trasporto degli elettroni. Si ritiene che UCP 2 e 3 siano attivate dai ROS o dai suoi sottoprodotti, per indurre la perdita protonica, fornendo così un feedback negativo per la produzione mitocondriale dei ROS. Recenti esperimenti hanno dimostrato che i ROS attivano UCP2 e UCP3 e che quest'ultime sono regolate anche da una modificazione covalente da parte del glutatione. Quindi, questi risultati sono coerenti con l'idea che le UCPs 2 e 3 siano finemente regolate dai ROS, i quali poi modulano direttamente lo stato di glutationilazione delle UCPs, per diminuire l'emissione dei ROS stessi e partecipare a meccanismi di segnalazione cellulare. Esistono numerosi studi di associazione tra varianti alleliche dei geni UCP2 e UCP3 e influenza nel determinismo degli aspetti fenotipici dell’obesità: metabolismo basale, quoziente respiratorio, BMI, rapporto circonferenza vita/fianchi, metabolismo adipocitario. Polimorfismi possono in tal senso condizionare negativamente il metabolismo energetico del paziente, complicando un percorso dietoterapico o andando a favorire recupero ponderale e sovrappeso. GENE GENOTIPO ESITO Gene UCP2: ricerca della variazione -866G/A (rs659366) CT RISCHIO! Gene UCP3: ricerca della variazione -55C/T (rs1800849) GG PROTETTIVO Varianti funzionali recentemente identificate in UCP-2 e UCP-3 influenzano le funzioni gastriche postprandiali e il senso di sazietà e possono contribuire all'aumento di peso influenzando anche la funzione mitocondriale ed il metabolismo energetico della cellula. Nel suo caso si è portatori della mutazione eterozigote sfavorevole a livello del gene UCP-2. Nessuna variante sfavorevole a livello invece di UCP-3. Nell’insieme risulta negativamente influenzato, ma assai lievemente, il metabolismo energetico mitocondriale, con altrettanto lieve interferenza sfavorevole sul paino del calo ponderale. Utile, oltre una specifica attività motoria che influenzi significativamente sia lo stesso quoziente respiratorio che l’incremento della massa magra, così da implemenatre la disponibilità delle “centrali energetiche”, cioè i mitocondri. Indicato inoltre l’impiego di mirati nutraceutici, in grado di condizionare l’espressione genica e di esercitare un’azione termogenica, come nel caso della capsaicina, del citrus aurantium e del glutatione. Acosta A et al. Association of UCP-3 rs1626521 with obesity and stomach functions in humans. Obesity (Silver Spring). 2015 Apr;23(4):898-906. Baturin AK et al. The study of the association of polymorphism rs659366 gene UCP2 c obesity and type 2 diabetes among residents of the Moscow Region. Vopr Pitan. 2015;84(1):44-9. Oktavianthi S et al. Uncoupling protein 2 gene polymorphisms are associated with obesity. Cardiovasc Diabetol. 2012 Apr 25;11:41. Salopuro T et al. Variation in the UCP2 and UCP3 genes associates with abdominal obesity and serum lipids: the Finnish Diabetes Prevention Study. BMC Med Genet. 2009 Sep 21;10:94. Pag. 4 di 18 SH2B1 La proteina codificata da questo gene influenza l’attivazione delle varie chinasi così come quella di alcune citochine e di recettori per fattori di crescita. Il suo inquadramento genomico è legato a quanto emerso in una meta-analisi delle varianti genetiche connesse con l'obesità per la loro associazione con l'attività fisica. Nello specifico “G” rappresenterebbe l’allele sfavorevole. GENE Gene SH2B1: ricerca della variazione 1450A/G (rs7498665) GENOTIPO AA ESITO PROTETTIVO Gli individui con questo genotipo NON presentano influenze / condizionamenti negativi sul piano della gestione del peso corporeo in relazione al livello di attività fisica praticata. Beckers S et al. Replication of the SH2B1 rs7498665 association with obesity in a Belgian study population. Obes Facts. 2011;4(6):473-7. Tang L et al. Meta-analyses between 18 candidate genetic markers and overweight/obesity. Diagn Pathol. 2014 Mar 12;9:56. Lee H et al Obesity-Related Genetic Variants and their Associations with Physical Activity. Sports Med Open. 2015;1(1):34. MC4R Il recettore gene della melanocortina-4 (MC4R) gioca un ruolo fondamentale nella regolazione del grasso corporeo, nell’assunzione del cibo e nell’ambito dlel’intake energetico, risultando anche correlato con i DCO (disturbi del comportamento alimentare). Nel merito è l’allele minore (“C”) quello più sfavorevole e favorente il sovrappeso, infatti è stato dimostrato come i livelli di espressione di MC4R siano correlati con la distribuzione del grasso corporeo e la percentuale di assunzione di energia da carboidrati e grassi. GENE Gene MC4R: ricerca della variazione T>C (rs17782313) GENOTIPO TC ESITO RISCHIO! Si tratta di uno dei geni oggi considerati tra i più importanti nell’influenzare il successo di un piano dietoterapico. Gli individui con questo genotipo presentano sfavorevoli influenze sul piano della gestione del peso corporeo. In particolare sussiste una risposta NON fisiologica quando sotto stress, con più facile incremento ponderale. In pratica si è più esposti a disfunzioni in fatto di controllo delle pulsioni alimentari, a scarico emotivo compensativo sul cibo e a dismetabolismo energetico, con minore utilizzo come substrati energetici sia dei carboidrati che dei lipidi. Importante pertanto ridurre nei limiti del possibile l’assimilazione di questi nutrienti grazie anche a mezzo di specifici supplementi nutrizionali, fare movimento e impostare una dieta ipolipidica e ipoglucidica. Park S et al. Interactions with the MC4R rs17782313 variant, mental stress and energy intake and the risk of obesity in Genome Epidemiology Study. Nutr Metab (Lond). 2016 May 21;13:38. Lauria F et al. A common variant and the transcript levels of MC4R gene are associated with adiposity in children: the IDEFICS Study. J Clin Endocrinol Metab. 2016 Sep 1:jc20161992. Abadi A et al. Assessing the effects of 35 European-derived BMI-associated SNPs in Mexican children. Obesity (Silver Spring). 2016 Sep;24(9):1989-95. Pag. 5 di 18 FTO Il gene associato alla massa grassa e all’obesità (FTO) è localizzato al cromosoma 16q 12.2. L’associazione di una sua variante polimorfica con un rischio aumentato di sovrappeso e obesità è stato ampiamente confermato da svariati studi prospettici. L’allele A è l’allele che configura il rischio, con una frequenza di circa 39-45% ed una frequenza A/A omozigote di circa 16%. L’OR per allele A è 1,18 per il sovrappeso e 1,31 per l’obesità. Paragonando portatori omozigoti dell’allele A (A/A = rischio alto) con portatori omozigoti dell’allele T (T/T = rischio basso) l’OR era uguale 1,38 per il sovrappeso e 1,67 per l’obesità. Nei portatori allele A il BMI, la circonferenza vita, la massa grassa e la concentrazione di leptina sierica a digiuno erano significativamente elevati. Il PAR (Population Attributable Risk) era 20,4% per l’obesità e 12,7% per il sovrappeso (nella popolazione Europea). Uno studio recente nel Regno Unito ha mostrato come gli omozigoti A/A avessero un senso di sazietà significativamente ridotto (P=0,008, ANOVA) e che quest’associazione del genotipo A/A con un aumento di adiposità fosse spiegabile attraverso gli effetti proprio sul senso di sazietà, costituzionalmente ridotto. Un altro studio ha mostrato che l’allele T protegge contro la tendenza all’assunzione eccessiva di cibo, promuovendo la sensibilità ai segnali interni di sazietà (esempio sovradistensione gastrica). GENE Gene FTO: ricerca della variazione T>A (rs9939609) GENOTIPO TT ESITO PROTETTIVO Il test genetico ha evidenziato la presenza del genotipo omozigote fisiologico T/T, con assenza quindi dell’allele sfavorevole “A” e pertanto NON sussiste un condizionamento genetico sfavorevole in quanto a capacità metabolica. In pratica NON si ha un metabolismo tendenzialmente lento. Sonestedt E et al. Fat and carbohydrate intake modify the association between genetic variation in the FTO genotype and obesity. Am J Clin Nutr. 2009 Nov;90(5):1418-25. Liu C et al. FTO Gene Variant and Risk of Overweight and Obesity among Children and Adolescents: a Systematic Review and Meta-Analysis. PLoS One. 2013 Nov 22;8(11):e82133. Rzehak P et al. Associations between BMI and the FTO gene are age dependent: results from the GINI and LISA birth cohort studies up to age 6 years. Obes Facts. 2010 Jun;3(3):173-80. Qi Q et al. FTO genetic variants, dietary intake and body mass index: insights from 177,330 individuals. Hum Mol Genet. 2014 Dec 20;23(25):6961-72. Zhang X et al. FTO genotype and 2-year change in body composition and fat distribution in response to weight-loss diets: the POUNDS LOST Trial. Diabetes. 2012 Nov;61(11):3005-11. Pag. 6 di 18 Neuropeptide Gamma (NPY) ll Neuropeptide Y (NPY) esercita un ruolo importante nella regolazione del bilanciamento energetico, mediando la stimolazione all’assunzione di cibo e l’accumulo energetico. Altre azioni del NPY: vasocostrizione, regolazione della pressione sanguigna, metabolismo del colesterolo e patogenesi dell’arteriosclerosi. In ambito di gestione del peso corporeo, il NPY stimola l’appetito, riduce l’utilizzazione del glucosio come substrato energetico, incrementa la glicogenosintesi, riduce la secrezione dell’insulina, riduce il consumo e quindi il fabbisogno energetico (riduzione del metabolismo). GENE Gene NPY: ricerca della variazione -399T>C (rs16147) GENOTIPO TT ESITO PROTETTIVO Il test genetico ha evidenziato la presenza del genotipo omozigote fisiologico T/T, con assenza quindi dell’allele sfavorevole “A” e pertanto NON sussiste un condizionamento genetico sfavorevole in quanto a capacità metabolica e a sensibilità verso la leptina. Anche in questo caso si tratta in questo caso di una variante favorevole. Lin X et al. Neuropeptide Y genotype, central obesity, and abdominal fat distribution: the POUNDS LOST trial. Am J Clin Nutr. 2015 Aug;102(2):514-9. Zain SM et al. Comprehensive evaluation of the neuropeptide-Y gene variants in the risk of obesity: a case-control study and metaanalysis. Pharmacogenet Genomics. 2015 Oct;25(10):501-10. Yeung EH et al. Polymorphisms in the neuropeptide Y gene and the risk of obesity: findings from two prospective cohorts. J Clin Endocrinol Metab. 2011 Dec;96(12):E2055-62. Epub 2011 Sep 21. Glucose-dependent insulinotropic polypeptid Il polipeptide Insulinotropico glucosio-dipendente [noto anche come polipeptide inibitorio gastrico (GIP)] e del suo recettore (GIPR) può collegarsi al sovrappeso e alla obesità; influenza anche l’insulino-resistenza e la suscettibilità verso il diabete di tipo 2. In particolare è stata studiata questa variante polimorfica perché correlata con l'obesità ed il metabolismo del glucosio. GENE Gene GIPR: ricerca della variazione rs2287019 GENOTIPO ESITO CC L'allele C del GIPR rs2287019 NON è associato ad un miglioramento maggiore dell’omeostasi glucidica. Questa caratteristica genotipica pertanto NON influenza gli aspetti qualitativi della dieta. Qi Q et al. Weight-loss diets modify glucose-dependent insulinotropic polypeptide receptor rs2287019 genotype effects on changes in body weight, fasting glucose, and insulin resistance: the Preventing Overweight Using Novel Dietary Strategies trial. Am J Clin Nutr. 2012 Feb;95(2):506-13. Burgdorf KS et al. Association studies of novel obesity-related gene variants with quantitative metabolic phenotypes in a population-based sample of 6,039 Danish individuals. Diabetologia. 2012 Jan;55(1):105-13. Pag. 7 di 18 GNB3 L'associazione tra la variazione c.825 C > T a livello del gene G-protein β-polipeptide 3 (GNB3) e il rischio di sovrappeso / obesità è stata evidenziata in molteplici studi, da cui l’utilità del riscontro o meno di questo polimorfismo nella valutazione delle influenze genetiche sul sovrappeso. GENE Gene GNB3: ricerca della variazione 825C/T (rs5443) GENOTIPO CT ESITO RISCHIO! Nel suo DNA è stata riscontrata la presenza dell’allele sfavorevole “T”, associato ad un aumento della suscettibilità genetica verso il sovrappeso, soprattutto per una minor resa metabolica. Inoltre la presenza di questo polimorfismo favorisce l’aumento di peso in caso di concomitante uso di particolari molecole farmacologiche della categoria degli antidepressivi. Utile un mix di terapia motoria intensa, nutraceutici ad effettiva azione termogenica e di riduzione dell’assimilazione lipidica, previa verifica da parte del medico curante dell’assenza di controindicazioni cliniche al loro utilizzo. Li Hl et al. Association between GNB3 c.825C > T polymorphism and the risk of overweight and obesity: A meta-analysis. Meta Gene. 2016 Mar 18;9:18-25. Gulvasar T et al. GNB3 gene c.825C>T polymorphism and performance parameters in professional basketball players. Acta Physiol Hung. 2014 Jun;101(2):176-84. Pag. 8 di 18 b) Sensibilità ai lipidi (grassi) Beta3-Adrenergic Receptor Sulla base del suo ruolo biologico nel metabolismo dei grassi, si è speculato che il recettore b3 adrenergico sia uno dei geni che influenzano l'accumulo di grasso corporeo. E' stato mostrato ripetutamente che una mutazione missense nel codone 64 del gene per l'ADRB3 è associata con l'aumento dell'indice di massa corporea (BMI), un comune indice per l'obesità. Per quanto una metanalisi non abbia confermato un legame chiaro fra l'obesità e questo polimorfismo, associazioni tra l'ADRB3 e l'obesità sono considerate sesso-specifiche e/o modulate da uno stile di vita sedentario. Almeno nella popolazione europea, sembra che gli uomini ne siano più affetti delle donne. GENE Gene ADRB3: ricerca della variazione Trp64Arg (rs4994) GENOTIPO AA ESITO PROTETTIVO E’ stato rilevato il genotipo omozigote fisiologico, che non influenza né l’assimilazione lipidica, né il sovrappeso e che non incrementa la suscettibilità genetica verso la sindrome metabolica. Beta2-Adrenergic Receptor Sebbene in alcuni studi la Gly16 sia stata considerata una "variante", l'allele Gly16 è il più frequente nella maggior parte delle popolazioni. L'allele Arg16 causa, per quanto considerato "wild-type", una estesa desensibilizzazione del recettore ed è stato associato all'ipertensione. Si pensa che la variante del recettore Arg16-Gln27 possa causare la riduzione della vasodilatazione, mediata dai recettori b2- adrenergici. GENE Gene ADRB2: ricerca variazione Arg16Gly (rs1042713) GENOTIPO AA ESITO PROTETTIVO E’ stato rilevato il genotipo omozigote fisiologico, che non influenza né l’assimilazione lipidica, né il sovrappeso e che non incrementa la suscettibilità genetica verso la sindrome metabolica. Pag. 9 di 18 FABP2 La proteina FABP2 si trova essenzialmente nell’intestino dove svolge un ruolo nella “cattura” e successivo assorbimento dei grassi sia saturi che insaturi. La variazione genetica in posizione 54 aumenta di due volte l’affinità della proteina per i grassi a catena lunga, quindi conseguentemente il loro assorbimento ed anche la loro ossidazione. In aggiunta questa variazione polimorfica può indurre un innalzamento dei trigliceridi plasmatici dopo un pasto ricco di grassi ed è anche legata ad elevati livelli plasmatici di colesterolo totale, colesterolo LDL (quello “cattivo”) ed a bassi di colesterolo HDL (quello “buono”). GENE Gene FABP2: ricerca della variazione Ala54Thr (rs1799883) GENOTIPO GA ESITO RISCHIO! E’ stato rilevato il genotipo eterozigote NON fisiologico. Ne deriva un’assimilazione dei grassi sfavorevole, seppure in modo contenuto, con conseguenze negative sia sul piano lipidemico che ponderale. Più facile anche la manifestazione di un quadro dislipidemico, con bassi valori di colesterolo “buono” (HDL). Utile, ma non indispensabile, l’impiego di inibitori della lipasi pancreatica in corso di dietoterapia dimagrante. Pag. 10 di 18 c) Metabolismo dell'insulina – Insulino resistenza PCSK1 e PCSK9 Proprotein convertasi 1 è l'enzima in gran parte responsabile per il primo passo nella biosintesi di insulina. A seguito dell'azione di proprotein convertasi 1, una carbossipeptidasi è necessario rimuovere i residui basici della lavorazione intermedia e generare la forma bioattiva di insulina. Una concausa del sovrappeso / obesità di tipo genetico è la mutazione del gene PCSK1. Questo gene gioca un ruolo essenziale nella maturazione di ormoni chiave che controllano l’assunzione del cibo, e sue mutazioni fanno pertanto aumentare il rischio di obesità. PCSK1, situato sul braccio lungo del cromosoma 5, produce un enzima denominato proconvertasi 1 che è in grado di attivare alcuni importanti ormoni, come l’insulina, il glucagone (ed i derivati di quest’ultimo, tra cui il GLP-1 che trova impiego nel trattamento del diabete di tipo 2), nonché la proopiomelanocortina (che fa sentire la persona sazia). Difetti di attivazione causati da mutazioni del gene portano disfunzione di questi ormoni e ad obesità / sovrappeso. Il PCSK9 o (Proprotein convertase subtilisin/kexin type 9) o proproteina della convertasi subtilisina/Kexin tipo 9 (PCSK9) modula il numero di recettori della membrana cellulare che legano le lipoproteine LDL (Low Density Lipoprotein). L'inibizione del PCSK promuove la rimozione del colesterolo-LDL dal circolo. Un suo malfunzionamento è stato anche correlato con alterazioni nei processi di assimilazione e più facile incremento ponderale. Nell’insieme queste alterazioni genetiche dimostrano che le anomalie apparentemente minori in enzimi chiave per la maturazione di alcuni ormoni coinvolti nel controllo dell'appetito (insulina, GLP1, melanocortina) sono sufficienti per aumentare significativamente il rischio di obesità / sovrappeso e di conseguenza portare a un peso eccessivo nella popolazione generale. GENE GENOTIPO ESITO Gene PCSK1: ricerca della variazione rs6232 CC RISCHIO! Gene PCSK9: ricerca della variazione E670G (rs505151) AA PROTETTIVO E’ stato rilevato il genotipo NON fisiologico, con ricaduta sfavorevole sul piano ponderale, metabolico e lipidico. PCSK1 gioca un ruolo essenziale nella maturazione di ormoni chiave che controllano l’assunzione del cibo, e sue mutazioni fanno pertanto aumentare il rischio di obesità. Suoi difetti di attivazione portano a una minore sensibilità verso l’azione dell’insulina e a una più difficile percezione del senso di sazietà. Il tutto comporta una significativa accentuazione (variante omozigote) della suscettibilità genetica verso condizioni di sovrappeso, associato anche a disfunzionalità nel quadro delle pulsioni alimentari. Più facili i DCO. Nessuna influenza sfavorevole da segnalare per quanto riguarda invece il gene PSK9. Nead KT et al. Contribution of common non-synonymous variants in PCSK1 to body mass index variation and risk of obesity: a systematic review and meta-analysis with evidence from up to 331 175 individuals. Hum Mol Genet. 2015 Jun 15;24(12):3582-94. Stijnen P et al. The association of common variants in PCSK1 with obesity: a HuGE review and meta-analysis. Am J Epidemiol. 2014 Dec 1;180(11):1051-65. Yin RX et al. Several genetic polymorphisms interact with overweight/obesity to influence serum lipid levels. Cardiovasc Diabetol. 2012 Oct 8;11:123. Cai G et al. The associations between proprotein convertase subtilisin/kexin type 9 E670G polymorphism and the risk of coronary artery disease and serum lipid levels: a meta-analysis. Lipids Health Dis. 2015 Nov 17;14:149. Pag. 11 di 18 TCF7L2 Il gene TCF7L2 fa parte della segnalazione delle cascate Wnt e viene espresso in molti tessuti, tra l’altro negli isolotti pancreatici e nel tessuto adiposo. Alcune sue varianti genetiche sono associate ad un rischio significativamente aumentato di diabete tipo 2 ed insulino-resistenza. Una raccolta dei dati delle variazioni genetiche accumulati da più di 50.000 soggetti rivelano un effetto aggiuntivo degli alleli rischio per lo sviluppo del diabete tipo 2: OR=1,35-160 per portatori eterozigoti dell’allele T e OR=1,80-2,10 per omozigoti T/T. L’allele T di questo SNP è anche associato ad un rischio aumentato di trasformare una condizione prediabetica (IFG, IGT) in diabetes mellitus. L’effetto di questa variazione genetica può essere causata da una secrezione insulinica compromessa, dovuta ad un difetto dell´incretina (p.e. GLP-1) e ad una insulino-resistenza epatica. Si tenga presente che TCF7L2 non rappresenta un fattore diretto di rischio né per l’obesità né per le malattie cardiovascolari, almeno nelle popolazioni europee. GENE Gene TCF7L2: ricerca variazione 53341C/T (rs7903146) GENOTIPO CT ESITO RISCHIO! Il test ha evidenziato la presenza del genotipo C/T, che influenza negativamente il profilo e la sensibilità glicemici. Questa variante aumenta la suscettibilità verso forme di insulino-resistenza e di sovrappeso. Ovviamente stiamo parlando di semplice predisposizione: è l’interazione tra gene e ambiente a far sì che una predisposizione possa poi esercitare appieno il proprio effetto negativo. In questo contesto cerchi comunque di privilegiare l’apporto dei cibi a più basso indice glicemico, non esagerando comunque nel carico glicemico della Sua giornata alimentare. Liu XH et al. Meta-analysis of the association between the rs7903146 polymorphism at the TCF7L2 locus and type 2 diabetes mellitus susceptibility. Genet Mol Res. 2015 Dec 14;14(4):16856-62. Wang J et al. Association of rs12255372 in the TCF7L2 gene with type 2 diabetes mellitus: a meta-analysis. Braz J Med Biol Res. 2013 Apr;46(4):382-93. Roswall N et al. Association between Mediterranean and Nordic diet scores and changes in weight and waist circumference: influence of FTO and TCF7L2 loci. Am J Clin Nutr. 2014 Oct;100(4):1188-97. Zhou Y et al. TCF7L2 is a master regulator of insulin production and processing. Hum Mol Genet. 2014 Dec 15;23(24):6419-31. Pag. 12 di 18 Perilipina La perilipina è una proteina presente sulla membrana delle goccioline lipidiche contenute negli adipociti. La perilipina svolge un ruolo importante nella mobilizzazione e nell'accumulo di grasso, essa agisce come uno strato protettivo per prevenire l'azione delle lipasi, come la lipasi ormone-sensibile, che idrolizza i trigliceridi in glicerolo e acidi grassi in un processo chiamato lipolisi. Inoltre gli adipociti del grasso bianco si comportano in modo simile a quelli del grasso bruno quando la perilipina A viene sovra-espressa. La modulazione di questa e di altre proteine presenti sulla superficie delle goccioline di grasso negli adipociti bianchi potrebbe rappresentare pertanto il punto di partenza per lo sviluppo di trattamenti personalizzati contro l'obesità e le malattie correlate. Il tutto anche in relazione ai polimorfismi genici che ne condizionano funzione ed espressione, interagendo anche sulla sensibilità verso l’ormone insulina. Non solo, in funzione del genotipo, cambia la risposta ad una dieta in relazione alla distribuzione oraria dei pasti nella giornata (cronodieta). GENE Gene PLIN: ricerca della variazione 11482G/A (rs894160) GENOTIPO CC ESITO PROTETTIVO Nel Suo caso NON si è riscontrata la presenza dell’allele sfavorevole “T” (allele specchio “A”). NON ne deriva un aumento ulteriore della suscettibilità genetica verso il diabete di tipo II né verso le alterazioni della risposta dell’organismo nei confronti dell’insulina. Non solo, con questo genotipo NON si manifesta un più lento calo ponderale correlato all’orario di assunzione dei cibi. Garaulet M et al. Lunch eating predicts weight-loss effectiveness in carriers of the common allele at PERILIPIN1: the ONTIME (Obesity, Nutrigenetics, Timing, Mediterranean) study. Am J Clin Nutr. 2016 Sep 14. Yu D et al. Association between three genetic variants of the Perilipin Gene (PLIN) and glucose metabolism: results from a replication study among Chinese adults and a meta-analysis. Endocr Res. 2013;38(4):263-79. Ruiz JR et al. Preliminary findings on the role of PLIN1 polymorphisms on body composition and energy metabolism response to energy restriction in obese women. Br J Nutr. 2011 Aug;106(4):486-90. Pag. 13 di 18 Peroxisomen-Proliferator-Aktivierten-Rezeptoren-Gamma 2 Pro>Ala Codon 12 I recettori attivati dai proliferatori dei perossisomi (PPARs) sono membri del sottogruppo dei recettori degli ormoni nucleari della famiglia dei fattori di trascrizione. I PPARs formano eterodimeri con i recettori retinoici X e questi eterodimeri regolano la trascrizioni di vari geni. Si conoscono 3 sottotipi di PPARs, PPAR-alfa, PPAR-delta e PPARgamma. I PPAR-gamma umani esistono in 2 isoforme, gamma-1 e gamma-2. Yen et al. hanno identificato una transversione da C a G nel gene del PPARgamma-2 (PPARG2), che risulta in una sostituzione Prolina (Pro)-Alanina (Ala) sul codone 12. Gli autori hanno notato che il prodotto del gene PPARG2 è un recettore nucleare che regola la differenziazione degli adipociti e possibilmente il metabolismo lipidico e la sensibilità all’insulina, ovvero i fattori più importanti per lo sviluppo del diabete di tipo II , per il successo di un trattamento dietoterapico e per il controllo del peso corporeo. GENE Gene PPARg: ricerca della variazione Pro12Ala (rs1801282) GENOTIPO CC ESITO RISCHIO! Nel Suo caso si è riscontrata una variante genetica che contribuisce all’aumento della predisposizione genetica verso il diabete di tipo II, verso le alterazioni della risposta dell’organismo nei confronti l’insulina (tendenza a manifestare nel corso degli anni un’insulino-resistenza) e verso i processi di glicazione, che sono in grado di favorire l’invecchiamento dell’organismo. Ovviamente stiamo parlando di semplice predisposizione: è l’interazione tra gene e ambiente a far sì che una predisposizione possa poi esercitare appieno il proprio effetto negativo. L’insulino-resistenza ed il diabete di tipo 2 NON sono legati ad una unica mutazione genetica, ma richiedono una visione d’insieme che prenda in esame varianti poligeniche, la cui contemporanea presenza renderebbe ragione poi di un eventuale effettivo incremento di una suscettibilità genetica verso questa condizione, soprattutto in caso di famigliarità positiva. Fondamentale recuperare l’attività motoria, adeguare qualitativamente l’impostazione dietoterapica e avere come target dell’azione coadiuvante la dieta la sensibilità verso i glucidi e soprattutto verso l’insulina. Zhang R et al. Effects of Pro12Ala polymorphism in peroxisome proliferator-activated receptor-γ2 gene on metabolic syndrome risk: a meta-analysis. Gene. 2014 Feb 1;535(1):79-87. Buzzetti R et al. The common PPAR-gamma2 Pro12Ala variant is associated with greater insulin sensitivity. Eur J Hum Genet. 2004 Dec;12(12):1050-4. Dongxia L et al. Association of peroxisome proliferator-activated receptorgamma gene Pro12Ala and C161T polymorphisms with metabolic syndrome. Circ J. 2008 Apr;72(4):551-7. Pag. 14 di 18 ACTION PLAN - CONSIGLI NUTRIZIONALI Indispensabile affiancare alla dieta una sana e regolare attività motoria (esempio una media giornaliera di 10.000 passi), soprattutto in chiave di futuro mantenimento del peso. Abolire i carboidrati raffinati, a favore di quelli integrali. Ridurre comunque anche il carico complessivo glicemico della giornata alimentare e della dieta. Più in generale risulta un significativo incremento della suscettibilità verso forme di insulinoresistenza e di diabete di tipo 2, se non venissero per tempo impostati comportamenti nutrizionali e metabolici corretti. Indicata anche una mirata supplementazione nutrizionale. Nel Suo caso stiamo parlando di semplice predisposizione: è l’interazione tra gene e ambiente a far sì che una predisposizione possa poi esercitare appieno il proprio effetto negativo. Pertanto faccia prevenzione! In questo contesto cerchi pertanto di privilegiare l’apporto dei cibi a più basso indice glicemico, non esagerando comunque nel carico glicemico della Sua giornata alimentare. E’ importante scegliere gli alimenti più adatti, optando per quelli a più basso indice glicemico, assumendoli comunque in quantità ridotta. INTEGRATORI NUTRIZIONALI AZIONE PRO-METABOLICA E CONTRO L’INSULINO-RESISTENZA - - Preparazione magistrale apportante specifiche sostanze ad azione coadiuvanti il metabolismo e la sensibilità verso l’insulina: bioperina, sylibum marianum, zinco gluconato, acido alpha-lipoico, vitamina E, zafferano (titolato in safranale allo 0,3%). L’abbinamento silimarina e berberina così come quello vitamina E ed acido alpha-lipoico aumentano le rispettive biodisponibilità. Preparazione magistrale apportante specifiche sostanze ad azione coadiuvanti il metabolismo (azione termogenica fat burner): capsaicina, sinefrina, the verde, undaria pinnatifida (titi al 10% in fucoxantina), caffeina anidra. Glutatione, in grado di stimolare fattivamente le proteine UCP2. La via di somministrazione deve però assicurare la relativa biodisponibilità (esempio i.m. o oro-dispersibile). Pag. 15 di 18 TION PLAN - CONSIGLI NUTRIZIONALI APPENDICE a) Elementi da ridurre Il numero a fianco degli alimenti indica l'indice glicemico: più è elevato peggiori sono le conseguenze. ALIMENTI IG ALIMENTI IG Farina di riso 95 Fecola di patate (amido) 95 Patate al forno 95 Patatine fritte 95 Pane bianco senza glutine 90 Patate in fiocchi (istantanee) 90 Riso 90 Carote 85 Purea di patate, sedano rapa 85 Cereali non integrali, fave 85 Lasagne (farina di grano tenero) 75 Anguria, melone 75 Zucca 75 Banana 75 Cioccolato – Croissant - Brioches 70 Bibite gassate, bevande a base di cola (tipo Coca-Cola®) 70 Fette biscottate – crackers – grissini non integrali 70 Dattero 70 Gnocchi 70 Pane azzimo (farina bianca) 70 Pane bianco, francesino 70 Pane di riso 70 Patate bollite senza buccia 70 Patatine, chips 70 Polenta 70 Polenta, semola di granoturco 70 Ravioli (farina di grano tenero) 70 Barbabietola 70 Tagliatelle, fettuccine (farina di grano tenere) 70 Zucchero bianco (saccarosio) 70 Zucchero scuro (integrale) 70 Ananas (in scatola) 65 Mais, granoturco in chicchi 65 Marmellata (con zucchero) 65 Mars®, Snickers®, Nuts®, etc. 65 Muesli (con zucchero, miele…) 65 Pane di segale (30% di segale) 65 Pane ai cereali non integrali 65 Miele 60 Orzo mondato 60 Miglio 55 Gallette di riso 55 Agrumi 55 Succhi di frutta 55 Piselli in scatola 55 Fagioli freschi e in scatola 55 Pompelmo 55 Corn flakes 55 Avena 55 Mais, sushi 55 Uva passa 55 Albicocche, prugne, mango, nespole 55 b) Il test genomico E' importante sottolineare come i tests genetici non predicano la presenza di malattia e come ogni gruppo di test debba sempre essere attentamente valutato all’interno di un quadro clinico generale (storia familiare e personale del paziente, stile di vita, modalità nutrizionali, influenze ambientali). Non è possibile comprendere completamente l’importanza dei test genomici (DNA test), senza avere prima compreso cosa questi test rappresentino ed il vantaggio che possono comportare per l’ottimizzazione e/o il recupero di una condizione di "Ben'essere" e di "Bell'essere". Se, infatti, è vero che invecchiare è un processo fisiologico naturale, al quale, quindi, non è possibile sottrarsi, oggi è però consentito condizionare l'invecchiamento, affidandoci ad una medicina moderna in grado di intervenire sui suoi meccanismi regolatori. Il test genomico, che si fa una sola volta nella vita (sulla base delle conoscenze scientifiche attuali), è lo strumento, dell'odierna scienza medica, per ridurre o prevenire lo sviluppo dei maggiori processi patologici, mantenendo, a livello ottimale, lo stato di forma psico-fisica dell’individuo. Non ci dice se e quando ci ammaleremo, ma, fornendoci preziose informazioni sulla suscettibilità del nostro organismo nei confronti di molteplici condizioni patologiche, ci consente di agire per tempo. Prevenire è sempre ed indiscutibilmente meglio che curare e riparare al danno. L’investimento che rende il maggior interesse è quello sulla conoscenza. E questo è ancor più vero, in questo contesto, perché significa guadagnare in salute! Il genoma si può definire come l'insieme dei geni di una qualunque cellula che appartenga a un organismo semplice, come un batterio o ad un organismo complesso, come a tutti gli effetti è l'uomo. Nell’uomo le porzioni del genoma costituiscono i cromosomi e noi li ereditiamo in coppia, 23 da mamma ed altrettanti da papà. Le porzioni dei cromosomi sono appunto i geni, che sono costituiti dalle basi presenti nel DNA. Le basi sono quattro molecole nominate: Adenina (A), Guanina (G), Citosina (C), Timina (T) = AGCT. Tali molecole si uniscono, tramite legami, per formare una lunga sequenza, che prende la ormai famosa forma di doppia elica scoperta da Watson e Crick nel 1953, assumendo il nome di DNA. Le basi del DNA non si uniscono tra loro in modo casuale ma ogni Adenina si può unire esclusivamente con la Timina e viceversa, allo stesso modo la Guanina si può unire solamente alla Citosina. Questo fa sì che, se noi conosciamo la sequenza di basi di una catena, possiamo ricavarne, per deduzione, la sequenza anche dell'altra singola catena. Nel DNA e, quindi, nel genoma, sono contenute tutte le informazioni che permettono al nostro organismo di vivere, pensare, muoversi ed agire. Non solo. Vi sono contenute, anche, tutte le informazioni che contribuiscono a creare la qualità delle nostre performance, sia psichiche che fisiche. Di fatto il DNA è una grande biblioteca. L’informazione contenuta nel DNA viene trasportata dal nucleo, in cui è gelosamente conservata e protetta, nel citoplasma delle cellule, da parte di una molecola che viene chiamata RNA messaggero, proprio per questa sua particolare funzione. A questo punto nel citoplasma le informazioni, ivi pervenute, vengono tradotte in proteine così da assicurare il funzionamento dell’organismo: proteine di struttura, enzimi, anticorpi, etc. L’alterazione delle caratteristiche costitutive di una proteina può non avere conseguenze oppure determinare un peggioramento della sua funzione o, al contrario, migliorarne l’attività. La genomica studia i fattori che determinano queste alterazioni funzionali. L’attenzione degli scienziati oggi si è concentrata, principalmente, nello studio di queste particolari piccole modifiche, che possono essere riscontrate in seno ai singoli geni. Infatti una semplice variazione, di una delle basi che li compongono, può comportare modifiche funzionali a carico della proteina sintetizzata. Si tratta dei cosiddetti SNPs, acronimo di “Single Nucleotide Polymorphism” (polimorfismi o variazioni del singolo nucleotide), proprio per rimarcare che quella che è cambiata è stata, appunto, una semplice, singola base. Con tutte le conseguenze che ne possono poi derivare. L’informazione contenuta nel DNA altro non è che quella che siamo abituati a chiamare la nostra costituzione. Da sempre, siamo abituati a dire “di sana e robusta costituzione” piuttosto che “di costituzione gracile". BENE! Questa costituzione, oggi, noi la possiamo conoscere ed una volta conosciuta, possiamo poi condizionarne l’espressione. Infatti noi costituiamo il risultato dell’interazione tra genoma (costituzione di base) ed ambiente (stile di vita, alimentazione, attività fisica, prodotti assunti, etc). Pertanto, possiamo essere i protagonisti del nostro presente e futuro, in quanto, conoscendo i limiti e le potenzialità del nostro essere, possiamo intervenire attivamente sul nostro stile di vita, sulle nostre scelte nutrizionali ed avvalerci di integratori da assumere studiati e definiti “ad personam“. Leggendo i risultati dei test genetici, bisogna quindi chiarire che la positività per un test indica solo la predisposizione genetica ad una minor o maggior efficacia nella produzione e attivazione di questi meccanismi costituzionali, che può comportare un aumento del rischio rispetto alla media della popolazione generale. Nello stesso modo, i tests genetici non predicono la presenza di una malattia, così come la ricerca genetica non ha ancora identificato ogni tratto genetico che contribuisce allo sviluppo di una patologia, tanto più che lo sviluppo di una patologia cronica è sotteso alla presenza di più alterazioni genetiche che agiscono di concerto. In conclusione, oggigiorno, possiamo garantirci un trascorrere degli anni più sereno e performances psicosifisiche decisamente migliori, allontanando il rischio malattia, mantenendoci sani il più a lungo possibile. c) L'interpretazione del dato genetico Come già spiegato in precedenza, l’indicazione di incremento del rischio (varianti sfavorevoli) è basata su studi statistici che associano l’incidenza del disturbo o del dismetabolismo al genotipo individuale. L’incremento del rischio tuttavia non implica necessariamente l’insorgere di una patologia ad esso direttamente associabile. - Riferimento/tipo “normale”: NESSUN ALLELE (CARRIER) RECA LO SNP Riferimento / tipo “eterozigote”: UN SOLO ALLELE (CARRIER) RECA LO SNP Riferimento / tipo “omozigote”: ENTRAMBI GLI ALLELI (CARRIERS) RECANO LO SNP Per variante responsiva si intende un genotipo associato ad appurate interazioni gene/ambiente e permette di individuare l’azione specifica (stile di vita, attività fisica, alimentazione, ecc.), che risulta più appropriata in relazione all’assetto genetico. Per variante favorevole si intende un genotipo associato ad effetti positivi / protettivi sulla salute. Per variante sfavorevole (rischio) si intende un genotipo direttamente associato a rischi per la salute e/o a squilibri delle funzioni fisiologiche dell’organismo e sottende la necessità di individuare misure preventive precoci e/o la necessità clinica di effettuare ulteriori approfondimenti diagnostici. Infine risulta importante ricordarLe come ogni singolo gene possa presentare polimorfismi sfavorevoli, favorevoli o di nessuna conseguenza clinica. L’importante è poi la valutazione complessiva dell’intero quadro dei polimorfismi analizzati, assegnando a ciascuno di essi il “giusto” peso statistico, ai fini di arrivare, da parte dello specialista, ad un’interpretazione finale del test genomico effettuato.