Biologia Robert J. Brooker, Eric P. Widmaier, Linda E. Graham, Peter D. Stiling Copyright © 2011 – he McGraw-Hill Companies srl Capitolo 19 Spunti di riflessione Figura 19.1 Gli organismi sperimentali sono oggetto di studio di numerosi gruppi di ricerca diversi e sono utilizzati per comparare i risultati ottenuti, al fine di formulare principi scientifici applicabili ed estendibili ad altre specie. Figura 19.3 Divisione e migrazione cellulare si osservano comunemente negli stadi precoci di sviluppo, mentre differenziazione cellulare e apoptosi sono più frequenti nella fase di formazione di tessuti e organi. Figura 19.4 In caso di mancata apoptosi, si svilupperebbero dita palmate. Figura 19.5 Durante lo sviluppo, l’informazione posizionale può indurre nella cellula una delle seguenti quattro risposte: divisione cellulare, migrazione cellulare, differenziazione cellulare e morte cellulare. Figura 19.6 I processi di divisione e migrazione cellulare dovrebbero essere predominanti nelle fasi precoci di sviluppo, cioè nelle fasi 1 e 2. Figura 19.8 La larva svilupperà strutture anteriori in corrispondenza di ambedue le estremità, mentre le strutture posteriori, come lo spiracolo, non compariranno. Figura 19.9 La proteina Bicoid funge da fattore di trascrizione. La sua azione sarà più marcata in corrispondenza dell’estremità anteriore dello zigote. Figura 19.11 In questo embrione si distinguono 15 strie rosa. Ciascuna stria corrisponde a una porzione dei 15 segmenti embrionali. Figura 19.14 L’ultimo segmento addominale porterebbe le zampe! Figura 19.18 Le cellule staminali possono dividersi e differenziarsi in tipi cellulari specifici. Figura 19.20 Le cellule staminali ematopoietiche sono multipotenti. Figura 19.23 Negli organismi vegetali, le cellule staminali sono radunate in gran parte nei meristemi, situati in corrispondenza degli apici delle radici e dei germogli. Figura 19.24 Lo schema prevede sepalo, petalo, stame, stame. Test di autovalutazione 1. c 2. d 3. e 4. b 5. c 6. e 7. a 8. a 9. b 10. d Quesiti teorici 1. a. Questo fenotipo sembrerebbe correlato a un difetto in un gene di segmentazione, per esempio un gene gap. Biologia Robert J. Brooker, Eric P. Widmaier, Linda E. Graham, Peter D. Stiling Copyright © 2011 – he McGraw-Hill Companies srl b. Questo fenotipo sembrerebbe correlato a una mutazione insorta in un gene omeotico, perché le caratteristiche esibite da un particolare segmento si sono modificate. 2. Ambedue i tipi di geni codificano per i fattori di trascrizione che si legano al DNA e regolano l’espressione di altri geni. Gli effetti dei geni Hox consistono nella determinazione delle caratteristiche di particolari regioni del corpo, mentre il gene myoD è cellulo-specifico e induce la differenziazione in una cellula muscolo-scheletrica. 3. Nelle piante, si distinguono aggregati strutturati di cellule molto attive nei processi di divisione cellulare e nella produzione di cellule staminali. Queste regioni sono dette meristemi. Qui, le cellule subiscono divisioni e conservano la capacità di differenziarsi in numerosi tipi cellulari diversi. Nelle piante si distinguono due sedi principali di questi meristemi. Il tessuto meristematico osservato nelle radici è definito meristema radicale: da esso derivano le radici e il tessuto ad esse associato. Il meristema apicale, invece, produce tutte le parti aeree della pianta, cioè fusti, foglie e fiori. Quesiti sperimentali 1. Obiettivo dei ricercatori era il riconoscimento dei fattori responsabili della differenziazione cellulare. In particolare, i ricercatori rivolsero la loro attenzione all’identificazione dei geni implicati nella differenziazione di cellule muscolari. 2. Ricorrendo alla tecnologia genetica, gli studiosi operarono una comparazione tra l’espressione genica all’interno di cellule in grado di differenziarsi in cellule muscolari e l’espressione genica osservata in cellule che non potessero differenziarsi in cellule muscolari. Benché molti geni fossero espressi in entrambi i tipi cellulari, i ricercatori riuscirono a isolare tre geni espressi esclusivamente nelle linee di cellule muscolari. 3. Applicando, anche in questo caso, le tecniche genetiche, ciascun gene candidato venne introdotto in una cellula che, in condizioni normali, non genera strutture muscoloscheletriche. Questa procedura servì a verificare se questi geni fossero implicati nella differenziazione di cellule muscolari. Se dalla cellula geneticamente modificata discendessero cellule muscolari, i ricercatori avrebbero la dimostrazione che un particolare gene candidato è coinvolto nella differenziazione delle cellule muscolari. Dei tre geni candidati, solo uno si dimostrò coinvolto nel processo di differenziazione delle cellule muscolari. Quando il gene MyoD veniva espresso nei fibroblasti, queste cellule si differenziavano in cellule muscolo-scheletriche.