Il virus dell’epatite B e Il virus dell’epatite C HBV Famiglia Hepadnaviridae Classificato come hepadnavirus di tipo 1 La famiglia comprende anche virus simili che causano epatite in vari animali (marmotte scoiattoli, anitre) Gli studi al me hanno permesso di evidenziare tre tipi di particelle diverse: 1. Particelle rotondeggianti di 42 nm (Dane): virione completo 2. Particelle difettive sferiche (22nm) 3. Particelle difettive tubulari o filamnetose (22nm) Le particelle difettive sono le più numerose e sono costituite dall’antigene di superficie del virus (HBsAg) Fotografia al m.e. del siero concentrato di un paziente con epatite B acuta Si osservano i tre tipi di particelle HBV Capside icosaedrico Pericapside glicolipidico Il capside contiene: HBcAg di 22 Kd HBc/Ag di 16 Kd (il prodotto viene tagliato ad entrambe le estremità da proteasi cellulari) All’interno del core: DNA pol /RNA dip di 90 Kd Genoma Il pericapside contiene: 3 glicoproteine di peso 27, 36 , 42 Kd HBV Genoma DNA parzialmente a doppia elica Geni C P S X e circolare con 3200 nucleotidi proteina codificata proteine del capside proteina di replicazione e riparo glicoproteina del pericapside proteina non strutturale HBcAg ed HBeAg (core) DNA polimerasi HBsAg (Ag Australia) HBxAg HBV Prima del gene S sono localizzati i geni preS che codificano per diverse proteine che comprendono i recettori per l’albumina umana e per gli epatociti. La regione preS è formata da 2 regioni più piccole (pre-S1 e pre-S2) A seconda del punto d’inizio della trascrizione vengono sintetizzate 3 diverse proteine: La proteina piccola (small) HbsAg di peso 27 Kd (gene S) La proteina intermedia di 36 Kd (gene S + preS1) La proteina grande di 42 Kd (gene S + preS1 e pre S2 HBV Il gene C ha due codoni d’inizio, regione pre-core e regione core Se la trascrizione inizia nella regione pre-core, il prodotto proteico è l’HBeAg che ha un peptide di riconoscimento che ne permette il legame al reticolo endoplasmico liscio e la successiva secrezione. Se la trascrizione inizia nella regione core il prodotto proteico è l’HBcAg che forma particelle nucleocapsidiche che legano ed incorporano l’RNA e che contengono il genoma virale Il gene P, il più grande codifica per la DNA polimerasi localizzata all’interno del core. Ha attività DNA polimerasi Dna-dipendente ed attività di trascrittasi inversa RNA-dipendente IL gene X codifica per un (HBxAg) transattivatore eterologo in grado di attivare la trascrizione sia di geni dell’HBV che di altri virus e anche di geni cellulari come quello per l’interferone Ciclo replicativo La replicazione del DNA non avviene direttamente dal DNA ma attraverso una trascrizione inversa di un DNA a polarità negativa a partire da un RNA intermedio pregenomico. Quindi la catena positiva del DNA viene sintetizzata dalla catena negativa mediante la DNA polimerasi Dna-dipendente. Le proteine virali vengono sintetizzate utilizzando l’RNA pregenomino. Le proteine ed il genoma vengono assemblati nei virioni e secreti dagli epatociti HBV – Caratteristiche cliniche • Incubazione: Media 6060-90 giorni Range 4545-180 giorni • Forme sintomatiche (ittero): <5 aa, <10% >5 aa, 30%30%-50% • Letalità: • Infezione cronica: 0.5%-1% 0.5%<5 aa, 30%30%-90% >5 aa, 2%2%-10% • Mortalità prematura da malattia cronica HBVHBV-correlata: 15% 15%--25% (%) 100 Evoluzione dell’infezione da HBV per età all’infezione (%) 100 80 80 60 60 Infezione cronica 40 40 20 20 Infezione sintomatica 0 Nascita 1-6 mesi 7-12 mesi Età all’infezione 1-4 anni 0 Adolescenti e Adulti Distribuzione Geografica dell’ Infezione da HBV Prevalenza dell’HBsAg >8% - Alta 2-7% - Intermedia <2% - Bassa Epidemiologia dell’HBV in Italia Anni ’60-70: l’Eta’ dell’elevata circolazione • Presidi medici-chirurgici riutilizzabili • Sangue non sottoposto a screening • Elevata natalità, famiglie numerose • Aumento del numero dei tossicodipendenti Anni ‘80: l’Età della progressiva riduzione • Presidi medico-chirurgici monouso • Miglioramento degli standard di vita • Screening del sangue • Effetto AIDS • Diminuita natalità • Strategie di vaccinazione rivolte a gruppi a rischio: nati da madre HBsAg +, contatti, ecc. Anni ‘90 L’Eta’ della vaccinazione universale • Ulteriore riduzione dei casi di malattia acuta nei bambini e nei giovani adulti L’infezione di HBV ha 3 diversi quadri clinici: 1) decorso acuto con completo recupero e immunità dall’infezione 2) fulminante: epatiti con mortalità del 90% (1% dei casi) 3) infezione cronica: persistenza del virus, il malato diventa portatore (10% dei casi) Nel mondo ci sono più di 200milioni di portatori di HBV Epatite B acuta guarigione antigemia Epatite fulminante Infezione cronica Epatite persistente Epatite aggressiva cirrosi Carcinoma epatocellulare morte Storia naturale dell’infezione da HBV 65% Infezioni da HBV 100.000 35% Asintomatiche 65.000 Sintomatiche 35.000 Portatori cronici 6.000 Epatite cronica 50% Epatite cronica persistente 50% Portatori asintomatici 50% 80% Epatite cronica attiva 50% Cirrosi 1200 16% Epatocarcinoma 24 Marcatori del virus dell’epatite B e loro significato • HBsAg: infezione in atto (acuta o cronica) • HBeAg: elevata replicazione virale in soggetto infetto (HBsAg +) • Anti-HBc IgM: infezione acuta recente; infezione cronica in fase di riacutizzazione (titolo più basso) • Anti-HBc IgG: avvenuta infezione da HBV (in portatore o in soggetto naturalmente immune) • Anti-HBe: se presente in portatore di HBV – bassa replicazione virale (virus selvaggio) – nessuna informazione su replica virale (virus mutante pre-core) • Anti-HBs: immunità nei confronti dell’HBV (dopo infezione naturale o immunoprofilassi passiva o attiva Trasmissione dell’infezione Concentrazione dell’HBV nei liquidi biologici Bassa/Non Alta Moderata sangue siero ferite sperma fluido vaginale saliva Rilevabile urine feci sudore lacrime latte materno HBV - Modalità di trasmissione dell’infezione • Contatti sessuali (rapporti omo- ed eterosessuali) • Contatto familiare • Madre-figlio durante la gravidanza o al momento del parto (trasmissione perinatale) • Esposizione percutanea Trasfusione di sangue o ricezione di emoderivati Attrezzature contaminate utilizzate per procedure in ambito sanitario Uso di droghe iniettive Ferite da taglienti subite da personale sanitario L’HBV è stabile su superfici ambientali; pertanto l’inoculazione indiretta di HBV può verificarsi anche tramite oggetti contaminati Terapia Prevenzione dell’Epatite B • Interruzione delle vie di trasmissione – Screening sangue ed emoderivati – Utilizzo di presidi medicomedico-chirurgici monouso – Sterilizzazione materiale non monouso per pratiche diagnostiche o terapie invasive – Protezione individuale; comportamenti • Vaccinazione Tipi di vaccino antianti-epatite B • Plasma derivati (Vaccini di prima generazione) – ottenuti da plasma di portatori cronici di HBV mediante trattamenti biochimici e biofisici – disponibili in quantità limitate – non omogeneità della fonte di materia prima • Ricombinanti (Vaccini di seconda generazione) – Da lievito con inserimento della sequenza di DNA codificante la proteina ‘small’ dell’HBsAg (SHBs - non-glicosilata) – largamente disponibili a costi più bassi Miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo, con eccellenti risultati in termini di sicurezza ed immunogenicità Riassunto degli studi clinici di vaccini lievitolievito-derivati (Coates et al., Clin Ther. 2001; 23:39223:392-403) • Complessivamente 181 studi clinici con circa 33,000 soggetti vaccinati o con Engerix BR o con Recombivax/HB-Vax IIRsono stati sottoposti a revisione • La sieroprotezione (>10 mIU/ml) è stata raggiunta nel 95.8% e 94.3% rispettivamente utilizzando la schedula a 3 dosi a 0, 1 e 6 mesi • Il livello di non risposta nei bambini e negli adulti è basso Motivi di non risposta ai vaccini anti--epatite B anti Nonostante l’ottima efficacia dei vaccini di “seconda generazione”, esiste possibilità di fallimento vaccinale primario I possibili motivi sono: – inadeguata conservazione o somministrazione – età avanzata – obesità – insufficienza renale – epatopatia cronica – immunosoppressione – resistenza geneticamente determinata La non risposta alla immunizzazione può essere superata aumentando la dose, effettuando dosi supplementari, o mediante vaccinazione con proteine codificate dalla regione pre-S del genoma dell’HBV Vaccini antianti-epatite B di ‘Terza generazione’ Possibili obiettivi: • superare la non risposta ai vaccini convenzionali • Permettere una riduzione del numero di iniezioni necessarie alla protezione a lungo termine contro l’HBV • (proteggere dall’infezione da virus mutanti) Progetti più promettenti per nuovi vaccini HBV riportati negli ultimi anni: • Vaccini pre-S/S derivati da cellule di mammifero • Nuovi adiuvanti VIRUS DELTA HDV Scoperto nel 1977 a Torino da Rizzetto. Particella sferica diametro 36 nm Genoma RNA monocatenario circolare, ( - ), 680 nm, con associate 2 proteine virali di 27 e 29 Kd Con peplos HbsAg Si moltiplica nel nucleo degli epatociti infettati da HBV HDV è endemico nel bacino del Mediterraneo, Europa dell’Est, America Latina. Infezione per trasmissione parentale (sessuale??) La sovrainfezione di un soggetto con epatite B, con HDV porta ad un aggravamento dell’epatite e ad una più probabile cronicizzazione dell’infezione di HBV. RNA Profilassi profilassi anti HBV HDAg antigene HBsAg pericapside derivato da HBV HDV VIRUS DELL’EPATITE C FLAVIVIRUS HCV virioni rotondeggianti, 40-50 nm di diametro RNA ( + ) monocatenario lineare di 10 Kb con pericapside replicazione citoplasmatica Capside RNA Genoma Flaviviridae Flavivirus Yellow fever virus Pestivirus Bovine diarrhoea virus 1 Hepacivirus Hepatitis C virus EDTNA / ERCA Il virus dell’epatite C (HCV) HCV •non può essere riprodotto in coltura •replica prevalentemente nelle cellule epatiche •è stato il primo virus dell’epatite ad essere identificato usando approcci molecolari Genoma HCV GENOTIPI di HCV HCV è un mutante virus molto eterogeneo perché molto •Sei genotipi maggiori, sulla base dell’analisi filogenetica delle regioni del core, E1 e NS5 •Ogni genotipo è suddiviso in sottotipi minori •Altro tipo di variabilità, le quasi-specie, cioè varianti spontanee o indotte dalla terapia e presenti nel singolo paziente infetto In Italia i genotipi più frequentemente trasmessi sono il genotipo 1 e il genotipo 3 HCV Classificazione Genotipo Divisione Nomenclatura (a) % Identità Nucleotidica (b) Genotipo 1-6 65.7 to 68.9 Sottotipo (a, b, c, etc.), > 90 76.9 to 80.1 Quasi specie aSimmond’s Classification System bBased upon entire genomic sequence 90.8 to 99 Genotipi HCV e loro diffusione 5 3 1 2 5 12 6 3 4 3 4 2 1 5 EDTNA / ERCA 1/2 Modalità di trasmissione • • • • parenterale parenterale inapparente sessuale intrafamiliare Trasmissione verticale In Italia -- prevalenza dell’ Infezione da HCV in gravidanza 1-2,4 % Nel 40-50% dei casi non è possibile individuare nessun fattore di rischio, negli altri casi i fattori di rischio sono quelli tipici delle infezioni da HCV: • 30-40% stupefacenti per via endovenosa • < 20% trasfusioni di sangue / emoderivati partner di persona anti HCV positivo tipo di lavoro svolto Il rischio di trasmissione verticale dell’infezione da HCV è circa del 6% Nessun genotipo di HCV è specificamente correlato alla trasmissione verticale. Trasmissione nosocomiale • Contaminazione dello strumentario – emodialisi – Endoscopia • Pratiche terapeutiche non corrette – plasmaferesi, flebotomia – uso di farmaci iniettivi in confezione multidose – somministrazione per via iniettiva Rischio medio di infezione per puntura con ago contaminato da sangue infetto • HIV 1/2 • HCV • HBV 0,3% 2-3% 30% Modalità di trasmissione Gruppi a rischio • • • • • • • tossicodipendenti prostitute omosessuali conviventi di portatori figli di madri portatrici operatori sanitari pazienti emodializzati o politrasfusi Epatite C • • • • • Incubazione Epatite acuta Epatite cronica Cirrosi Letalità 6-7 settimane lieve >70% 10-20% 1% - 5% Sintomatologia dell’epatite C L’infezione acuta da HCV è spesso asintomatica . Quando sono presenti, i sintomi sono: • Dolori muscolari • Nausea • Vomito • Febbre • Dolori addominali • Ittero • Assai raramente (0.1%) si osserva un decorso fulminante fatale. Cronicizzazione dell’infezione da HCV L’INFEZIONE ACUTA DIVENTA CRONICA IN UNA ELEVATATISSIMA PERCENTUALE DEI CASI, STIMATA FINO ALL’85%. (Dati Usa- Europa) IL 20-30% DEI PAZIENTI CON EPATITE CRONICA C SVILUPPA NELL’ARCO DI 10-20 ANNI UNA CIRROSI CHE PUO EVOLVERE IN UNA EPATOCARCINOMA IN CIRCA 1-4 % DEI PAZIENTI Europa) PER ANNO. (Dati Usa- EVOLUZIONE DELL’INFEZIONE DA HCV L’evoluzione a lungo termine dell’infezione è molto variabile. Complessivamente, il 10-20% dei soggetti con epatite cronica da HCV potrà sviluppare, in un periodo di 20-30 anni, la cirrosi epatica.( Dati Europa) Epatite C Fattori di rischio per la progressione o la severità del danno epatico: • • • • • elevato consumo di alcool età >40 anni al momento dell’infezione co-infezione con HIV co-infezione con altri virus (es HBV) sesso maschile EPIDEMIOLOGIA La diffusione dell'HCV è elevata in tutto il mondo . 3% della popolazione mondiale, 160-200 milioni • • 3-12 % della popolazione con gradiente che cresce in senso nord-sud e con l’età • DIAGNOSI DELL’INFEZIONE DA HCV TEST SIEROLOGICI DI SCREENING La dimostrazione dell'infezione da HCV si basa sulla ricerca degli anticorpi specifici diretti contro tutte le proteine virali (Core, NS3, NS4, NS5). Il test attualmente utilizzato per lo screening utilizza una metodica immunoenzimatica (test EIA o ELISA, Enzyme Linked ImmunoSorbent Assay) di terza generazione, in grado di identificare anticorpi diretti contro antigeni strutturali e non strutturali del virus, con una sensibilità di circa il 97%; se il test ELISA risulta positivo, per la conferma viene utilizzata una metodica chiamata (test RIBA, Recombinant ImmunoBlot Assay) in grado di riconoscere singolarmente ciascun tipo di anticorpo. DIAGNOSI DELL’INFEZIONE DA HCV Per stabilire invece il grado di replicazione virale, e quindi il grado di attività dell'infezione, viene misurata nel sangue la quantità di genoma del virus (HCV-RNA, concettualmente simile all'HBV-DNA del virus dell'epatite B). Tale test viene eseguito con metodiche di PCR o di bDNA (branched DNA signal amplification Assay). DIAGNOSI (PCR) HCV RNA : Test Qualitativo Test Quantitativo Nella figura in basso viene schematizzato l'algoritmo diagnostico per la determinazione della infezione da HCV TERAPIA *INTERFERONE Per molti anni il trattamento dell'epatite cronica C si è basato sull'impiego di IFN alfa somministrato tre volte alla settimana. Numerosissimi studi clinici condotti hanno evidenziato la maggiore efficacia di trattamenti prolungati per almeno 12 mesi, mentre dosi più elevate ( 6 MU) sono risultate in alcuni studi più efficaci delle dosi inizialmente usate (3 MU). L'efficacia del trattamento, misurata in termini di risposta biochimica (normalizzazione delle Transaminasi) e virologica (negativizzazione dell'HCVRNA sierico con metodica PCR) persistente per almeno sei mesi dopo la fine del trattamento, è peraltro risultata limitata a circa il 20% dei pazienti. TERAPIA INTERFERONE + RIBAVIRINA la combinazione IFN alfa e Ribavirina (analogo nucleosidico somministrabile per via orale ) si è dimostrata significativamente superiore alla monoterapia con IFN ed è stata assunta come terapia di prima scelta in particolare per il primo trattamento dei pazienti naive ed il ritrattamento dei pazienti con recidiva dopo iniziale risposta . Le percentuali di risposta virologica persistente alla combinazione sono risultate di circa il 40% dei pazienti, non superando il 29% in quelli con sfavorevoli fattori predittivi di risposta ( genotipo 1, elevata viremia) . Nei soggetti relapser la combinazione interferone + ribavirina ha ottenuto una risposta sostenuta nel 50% dei soggetti trattati . PREVENZIONE Un vaccino efficace nei confronti dell’infezione da HCV non è disponibile. I problemi relativi alla sua messa a punto sono molti: la grande variabilità genomica e la natura quasispecie dell’HCV, la difficoltà di individuare se esiste, e quale eventualmente sia, la risposta anticorpale protettiva e, più in generale, le scarse conoscenze sulla patogenesi dell’epatite C, nonché la limitatezza del modello sperimentale. Pertanto, le uniche forme di prevenzione possibili sono quelle di tipo comportamentale e di igiene sanitaria, quali: • evitare l'uso in comune di strumenti taglienti o abrasivi (aghi, siringhe, rasoi, spazzolini, forbicine, ecc.); • evitare pratiche quali tatuaggi e body piercing se effettuate da personale non preparato; • sterilizzare adeguatamente i presidi medico-chirurgici; • effettuare un adeguato controllo dei donatori di sangue. Rischio Trasfusione Emoderivati Prevenzione screening dei donatori trattamento a 60° Trapianto organi screening dei donatori Esposizione professionale precauzioni universali Contatto sessuale sesso sicuro Tossicodipendenza no alla droga/siringhe pulite Madre HCV+ screening delle gestanti astensione dall’allattamento PREVENZIONE POST-ESPOSIZIONE • I dati attualmente disponibili indicano che non sono disponibili rimedi efficaci in caso di esposizione accidentale al virus. • E' stata dimostrata la non efficacia della somministrazione di immunoglobuline e non vi è alcuna evidenza di beneficio clinico mediante l'impiego di farmaci antivirali o di interferone dopo un' esposizione a rischio. • Tuttavia è importante che una persona esposta al rischio di contagio venga adeguatamente controllata nel tempo, in modo da avere la possibilità di effettuare una diagnosi precoce in caso di avvenuto contagio VIRUS DELL’EPATITE E CALICIVIRUS HEV virus con forma isometrica, 35-40 nm diametro RNA lineare ( + ) monocatenario sprovvisto di peplos replicazione citoplasmatica trasmessa attraverso il circuito oro – fecale (acqua contaminata) incubazione più lunga di HAV le epidemie colpiscono varie migliaia di persone presente in Asia centrale, USSR, Algeria, Africa centrale, America latina, Borneo, …….. i colpiti sono gli adulti 15-40 anni alta mortalità nelle donne in gravidanza diagnosi: esclusione delle altre forme più dati epidemiologici. HGV Nel 1994 un campione di sangue proveniente da un chirurgo con epatite non A/non E è stato inoculato in una scimmia. La scimmia ha sviluppato epatite. Tre virus sono stati isolati dal suo sangue: HGVA VIRUS DELLE SCIMMIE HGVB HGVC IDENTIFICATO COME L’AGENTE EZIOLOGICO DI EPATITE Epatite G Il genoma è stato completamente sequenziato. Famiglia: Flaviviridae Virione: non ancora identificato Genoma: RNA a singola elica a polarità positiva di 9,3 Kb HFV EPATITE F: epatite francese •Particelle di 27-37 nm di diametro ritrovate nelle feci di scimmie alle quali era stato inoculato materiale fecale da pazienti francesi che avevano avuto una forma di epatite a trasmissione oro-fecale non A/ non E. •Genoma a DNA bicatenario di 20 Kb (non è certo se può essere impaccato in una particella di 30 nm di diametro) •Calcolato che sia il responsabile del 60% delle epatiti non A/ non E in India •Studi da confermare EPATITE F: epatite fulminante Particelle virali sono state ritrovate con ME in epatiti a trasmissione oro-fecale non A/ non E a decorso fulminante Attualmente non sembra opportuno assegnare il termine di epatite F