Giovanni Palatucci - Ebbe come criterio il cuore Dramma in nove quadri di Padre Franco Stano cmf Il testo “Giovanni Palatucci - Ebbe come criterio il cuore” di Padre Franco Stano, postulatore della causa di beatificazione, ripercorre, nei suoi aspetti salienti, la vita dell’ultimo Questore di Fiume, dall’età infantile al momento culminante della malattia mortale nel campo di concentramento di Dachau. Strutturato in nove dialoghi, ci consente di toccare con mano, diremmo col cuore, i momenti più palpitanti, i conflitti interiori, le grandi scelte. Palatucci bambino dialoga con la nonna a Montella (AV) suo paese di origine; Palatucci adulto delude le speranze paterne di una comoda professione di avvocato, preferendo il lavoro lontano nella pubblica sicurezza, lascia il padre e la madre; a Genova conosce Rosita, amica (o fidanzata?), ma non ha il tempo di continuare il suo rapporto, perché viene trasferito d’ufficio a Fiume, in Istria; qui incontra il Prefetto, perfettamente allineato col regime fascista, ma incontra e si confronta anche con la sua Coscienza, con la quale inizia un dialogo continuo; dialoga con lo zio Giuseppe Maria Palatucci, vescovo della diocesi di Campagna, che collabora con lui al salvataggio di numerosi ebrei sottratti ai campi di concentramento e dirottati presso il campo di internamento di Campagna; coinvolge nel suo progetto Luciana Tremari, giovane gerarca fascista, che nottetempo lo aiuta a nascondere e a far fuggire i perseguitati; infine incontra, uno tra tanti, un anonimo “collega di sventura” nel campo di concentramento di Dachau, ormai in preda al terribile male che lo ucciderà pochi mesi prima della fine della guerra. In nove dialoghi tanta umanità, tanti pensieri, tante emozioni che la messinscena teatrale intende trasmettere ai piccoli e grandi spettatori di questa intima e sempre attuale vicenda, con l’intenzione di toccare il cuore di ognuno, lasciando un segno. Teatro dei Dioscuri ha accolto la proposta di messinscena formulata dal Comitato “Giovanni Palatucci” di Campagna, con la convinzione che il giudizio più nobile sull’esperienza dell’ultimo Questore di Fiume è destinato a passare attraverso l’incidenza della sua vita nella vita della gente e che in tal senso e a questo scopo molto possa e debba fare il teatro come occasione privilegiata e capace di sollecitare pensieri e comportamenti. Durata 1h 30’ – Cast 13 persone (10 attori, 3 tecnici)