Esame del cariotipo fetale Si tratta della ricerca di eventuali malattie cromosomiche tramite l'osservazione del numero e della struttura dei cromosomi del feto. Sono esami che in Italia vengono riservati alle donne in età pari o superiore a 38 anni o che comunque per vari motivi presentano un rischio almeno pari a quello di una donna di 38 anni. Solo cioè le donne che rientrano in questi criteri selettivi possono accedere gratuitamente all'esame dei cromosomi del loro futuro bambino. Avere già avuto un bambino malformato, la presenza di alcuni tipi di malattie ereditarie nella famiglia dei genitori, abortività ripetuta, sono alcuni esempi che permettono di accedere a questo tipo di esame, indipendentemente dall'età della madre. Questi parametri sono ricercati durante il colloquio con uno specialista in genetica cui si sottopongono i genitori che desiderano accedere a questo tipo di indagini. Durante questo colloquio si va a ricercare nell'albero genealogico di entrambi i genitori la presenza di qualche elemento che possa aumentare il rischio della donna di avere un bambino malato, programmando eventuali particolari tipi di ricerca a livello fetale ( consulenza genetica ). E' bene ricordare che il limite dei 38 anni è relativo per quanto riguarda la indicazione agli esami del cariotipo fetale all'epoca del concepimento e non a quella del momento della richiesta dell'esame. Un tale limite segue più che una logica scientifica una economica: una donna infatti di 37 anni e 10 mesi di età ha un rischio praticamente identico a quello di una di 38 anni appena compiuti; ma il numero di donne di età superiore ai 38 anni che vanno incontro ad una gravidanza non è molto elevato, tanto da rendere possibile una assistenza gratuita completa, che comporta una spesa minore a quella che la società dovrebbe affrontare per l'assistenza ad eventuali bambini patologici. Questo rapporto nelle donne di età inferiore ai 38 anni diviene troppo sfavorevole cioè troppo costoso. Metodi di indagine Per eseguire l'esame del cariotipo fetale dobbiamo prima di tutto ottenere delle cellule fetali in attività, stimolarle alla riproduzione, coltivarle e poi andare ad osservare al microscopio i cromosomi presenti nel nucleo, che sono visibili solo in una certa fase del ciclo riproduttivo della cellula. Questi cromosomi vengono fotografati e poi ognuno di essi viene ritagliato dalla foto e situato nella rastrelliera della mappa cromosomica al posto corrispondente. Si tratta quindi di un esame dalle varie fasi e abbastanza laborioso ed elaborato. Per scoprire se i cromosomi del bambino sono normali sia dal punto di vista numerico che strutturale dobbiamo andare a studiarli direttamente all'interno delle cellule fetali tramite l'esame del cariotipo fetale, tracciando cioè una mappa dei cromosomi del feto. Questa mappa consiste nell'individuare ognuno dei 46 cromosomi presenti in una cellula e collocarlo al punto giusto in una rastrelliera standard (mappa cromosomica). Quando tutti i cromosomi sono sistemati in corrispondenza del loro posto sulla mappa potremo giudicare se il cariotipo è normale o patologico. I cromosomi sono osservabili soltanto durante il processo di divisione cellulare; in questa fase il loro componente principale, il DNA, è despiralizzato e ripiegato mentre nelle altre fasi del ciclo cellulare è disteso all'interno del nucleo cosa che non permette il riconoscimento delle singole strutture cromosomiche. Dopo che il DNA si è duplicato e la cellula si è preparata alla divisione, si ha il processo di condensazione dei cromosomi, che vengono poi distribuiti nelle cellule figlie in modo che ogni cellula figlia viene 1/2 Esame del cariotipo fetale ad avere un corredo cromosomico esattamente uguale alla cellula madre. Solo in questa fase sono ben visibili i cromosomi e quindi questo è l'unico momento in cui può essere eseguito l'esame del cariotipo. Le cellule di partenza le possiamo ottenere dal liquido amniotico tramite l'amniocentesi che significa appunto prelievo di liquido amniotico e che è realizzabile tra la 15a e 19a settimana di gravidanza. Altri tessuti usati per la diagnosi delle anomalie cromosomiche sono: 1. sangue periferico nelle indagini post-natali o preconcezionali sui genitori o sul neonato; 2. sangue fetale ottenuto mediante prelievo dal cordone ombelicale nelle indagini oltre la 19^ settimana ( funicolocentesi o cordocentesi); 3. villi coriali cioè cellule della placenta nelle indagini del primo trimestre cioè prima della 12^ settimana di gravidanza (prelievo dei villi coriali); 4. tessuti fetali, embrionali o degli annnessi nei prodotti abortivi. 2/2