Il progetto I players Acqua: humus del territorio Gli Itinerari a tema Agricoltura e benessere I grandi monumenti Agroalimentare il progetto Premesse e scopi del PROGETTO sono così semplici da sembrare ovvi: ① per poco meno di mille anni per il Naviglio Grande, e per quasi seicento per Bereguardo e Martesana, l’acqua di questi canali è stata usata per l’agricoltura e per il trasporto di merci e persone, cioè per lo sviluppo economico del territorio. Anche oggi l’acqua dei Navigli contribuisce a fare del loro territorio una realtà di eccellenza nel settore agroalimentare, e costituisce un asset fondamentale nella valorizzazione turistica del Sistema Navigli; ② l’appeal dei Navigli per la loro storia, per l’impronta che vi ha lasciato Leonardo da Vinci, per il grande patrimonio culturale che rappresentano per se stessi e che hanno a contorno, per l’eccellenza delle loro produzioni agroalimentari e per la fruibilità ludico-ambientale che offrono, sarà uno dei punti di forza per Expo 2015, e sempre di più anche in prospettiva; ③ scopo del progetto è dunque quello di sviluppare un’offerta turistica completa, che parta dai Navigli e porti a valorizzare le eccellenze del territorio: il riso, i derivate del latte, gli insaccati insieme ai vini di San Colombano e dell’Oltrepò Pavese, limitrofi al Sistema Navigli. L’offerta si comporrà di: • percorsi naturalistici • percorsi enogastronomici • percorsi storico-culturali (rocche e castelli, Leonardo, abbazie) • percorsi fitness (terme e SPA, piste ciclabili, canoa e running lungo i Navigli) • workshop e momenti di studio/approfondimento sulle colture e sull’enologia Tali proposte saranno fruibili in barca, in bicicletta, a piedi … i players e le location PROMOTORI del PROGETTO sono Navigli Lombardi, Coldiretti Pavia, Coldiretti Milano Lodi Monza Brianza, CCIAA Milano, CCIAA Pavia Sono e saranno coinvolte molte istituzioni locali (Regione Lombardia, Provincia di Pavia, il Comune di Milano, il Comune di Abbiategrasso), ma tra gli obiettivi, c’è anche il coinvolgimento di privati che operano nel settore agroalimentare. I percorsi si svilupperanno tra il sud milanese e il pavese, la Lomellina e l’Oltrepò, con epicentri a Milano (Darsena) e Pavia (parco del Castello Visconteo, alle spalle del Naviglio Pavese). Punto di snodo dei percorsi sarà Castelletto di Abbiategrasso, dove il Naviglio Grande dà vita al Bereguardo (lì si trova un nuovo approdo per la navigazione con punto di informazione), e in Palazzo Stampa (esattamente prospiciente all’approdo) che sarà sede di workshop e confronti/approfondimenti su colture ed enologia ad altre tematiche della filiera agroalimentare, di eventi dedicati, ma anche un punto permanente di alta degustazione e conoscenza di prodotti tipici locali. acqua: l’humus del territorio L’area del Sistema Navigli Nel 1773 ai Navigli Grande, Martesana e Bereguardo si aggiunse quello di Paderno, per il quale anche Leonardo aveva realizzato uno studio, e nel 1819, dopo oltre due secoli di travagliati lavori, entra in funzione anche il Naviglio Pavese. La parte del Sistema Navigli più tradizionalmente versata all’agricoltura, tant’è che lo è anche oggi, è l’area a sud del Naviglio Grande(tra Pavese e Bereguardo), dove ci si stacca dalle Prealpi e comincia la Pianura Padana. A ovest del Bereguardo e a sud di Abbiategrasso, a Vigevano, sta la Cascina Sforzesca. Leonardo e le acque per l’agricoltura Leonardo giunge a Milano nel 1482, dopo essersi presentato a Ludovico il Moro con una lettera nella quale gli descrive la propria duttilità, dando particolare enfasi alle sue capacità nella progettazione di difese e macchine belliche, ma nella lettera non manca di accennare al suo essere Ingegnere Idraulico: scrive infatti “(…) credo satisfare benissimo ad paragone de omni altro in architectura, in compositione de aedificii et publici et privati, et in conducer aqua da uno loco ad uno altro.” Ed è ciò che farà in Lomellina, alla Sforzesca, realizzando quel sistema d’irrigazione che ancora oggi funziona e la rende territorio di produzione d’eccellenza nella risicoltura. buoni per eccellenza … un’eccellenza che prende forma con l’inimitabile qualità del RISO e con la raffinatezza dei risotti che ne scaturiscono … un’eccellenza che riflette un’arte millenaria nella vinificazione, raffinata a tal punto da esprimere VINI pieni di sfumature ed intensità … un’eccellenza che costella un firmamento di TIPICITÀ gastronomiche tutte egualmente uniche e ricche di tradizione Palazzo Stampa perché Palazzo Stampa è un asset • Perché è geograficamente in un punto strategico per il nostro progetto, ed il principale, sui Navigli, nel quale ci possa essere davvero l’interscambio barca-bici nel periodo Expo (proveremo anche altrove, ma con una logica del tutto diversa che è esclusivamente quella dell’utente “domenicale”). • Perché, il bene è già stato recuperato grazie a successivi interventi ed è pronto all’uso: è possibile arredarlo su misura per le nostre esigenze e trasformare il pianterreno in punto di alta degustazione e il piano nobile in spazio espositivo e centro di informazione/formazione sull’agroalimentare, per il periodo Expo ma forse anche oltre. gli itinerari a tema dall’asset di Palazzo Stampa… La DARSENA di MILANO e il CASTELLO VISCONTEO di PAVIA sono i terminal naturali di tutti questi percorsi. Da lì verosimilmente partiranno molti dei turisti Expo che vorranno seguire questi percorsi, ed è dunque necessario prevedervi una presenza non solo logistica ma anche promozionale. Il terzo vertice del triangolo è CASTELLETTO di ABBIATEGRASSO con PALAZZO STAMPA, con una funzione (il ristoro) che in parte richiama quella antica delle “stazioni di posta” che esistevano e funzionavano anche sui Navigli, ma che proporrà anche un’esposizione permanente per l’intero periodo Expo per chi volesse meglio conoscere la nostra filiera agroalimentare. Strade del riso Strade del vino Navigli Negli itinerari saranno coinvolti come partner: • aziende del territorio • agriturismi • fattorie didattiche • principali realtà operanti nell’area Percorsi di Leonardo I diversi profili dell’offerta turistica I percorsi tematici saranno ovviamente orientati ad una promozione che porrà l’accento soprattutto sulle primarie peculiarità agricole e gastronomiche dei territori (riso, vino, prodotti tipici), tuttavia l’offerta turistica dovrà e potrà comprendere molti altri plus, diversificando quando basta al fine di abbracciare la più larga fetta di domanda turistica possibile. A tal proposito il ventaglio della proposta potrebbe comprendere contemporaneamente: • Punti di degustazione • Eventi ed iniziative collaterali/promozione dei siti storici legati al genio di Leonardo Da Vinci (Abbiategrasso, Gaggiano, Sforzesca, Pavia, Milano) • Focus sul valore storico ed artistico delle abbazie (Morimondo, Certosa di Pavia) • Iniziative collaterali/promozione del ricchissimo patrimonio storico, culturale ed artistico presente nei tantissimi manieri, castelli e rocche, presenti sul territorio • Iniziative collaterali/promozione di tutela ambientale che collegano il contesto dei Navigli (in primis la loro navigazione) e le tappe dei percorsi turistici a tema con le piste ciclabili e i parchi o le oasi protette • Focus sui temi di Agricoltura e Benessere le terre del riso e del risotto primi in Europa per quantità, primi nel mondo per qualità Un semplice sguardo alla rappresentazione fisica della Lombardia può far comprendere perché la Lomellina e l’area sud-milanese abbiano portato la Lombardia ad essere la regione europea che produce più riso … e riso di eccellenza assoluta. L’obiettivo è ovviamente quello di far scoprire ad una platea internazionale i saperi antichi di una tradizione gastronomica costruita nei secoli, ancora quotidianamente presenti sulle tavole lombarde e italiane: il risotto allo zafferano, quello con la luganega, … la Sforzesca e il passaggio di Leonardo Alla Sforzesca Leonardo lavorò per un anno, prima studiando i corsi d’acqua esistenti e poi progettando e realizzando una grande opera di bonifica e irrigazione del territorio. Purtroppo oggi la Sforzesca è in stato di degrado e non così bella a vedersi negli anni passati, ma il fascino del luogo leonardesco la rende di per sé una tappa proponibile. E pur pensando di includere anche la piazza Ducale di Vigevano nel percorso, è innegabile che, per un itinerario che esalti l’agricoltura del territorio e i prodotti della filiera, è certamente da spendersi anche la Sforzesca. Cascina Sforzesca le terre del vino Il nettare degli Dei, fatto dai lombardi Non lontano dall’area dei Navigli si trova un’area dedicata ai vini di assoluta eccellenza: l’Oltrepò Pavese a cui si aggiunge San Colombano, unico presidio “milanese” alla produzione vinicola. L’Oltrepò Pavese lega a la cultura dell’omonimo vino, ad altri prodotti tipici quali il Salame di Varzi, la saporita Pancetta Pavese, il Cotechino. Terra di borghi, rocche e castelli: l’itinerario del vino (che esalterà le proposte del “distretto del vino”) potrà unire la conoscenza delle produzioni con le visite storiche e naturalistiche della fascia collinare pavese. La produzione enologica dell'Oltrepò Pavese a indicazione geografica è suddivisa in: - 1 Docg - 7 Doc Dalle uve che si affacciano sulle terre dei Navigli DOCG • Oltrepò Pavese Metodo Classico DOC • Bonarda dell'Oltrepò Pavese • Buttafuoco dell'Oltrepò Pavese • Casteggio • Oltrepò Pavese • Oltrepò Pavese Pinot grigio • Pinot nero dell'Oltrepò Pavese • Sangue di Giuda dell'Oltrepò Pavese • San Colombano al Lambro IGT Provincia di Pavia • Barbera • Croatina • Riesling • Cortese • Moscato • Malvasia • Pinot nero o Pinot noir • Pinot grigio • Chardonnay • Sauvignon • Cabernet Sauvignon • Dolcetto • Freisa • Vespolina o Ughetta di Canneto • Uva Rara • Muller Thurgau • Merlot • Nebbiolo I prodotti tipici … le altre tipicità delle terre dei Navigli Un panorama amplissimo che spazia dai prodotti della filiera lattiero-casearia cui da tempo è stato riconosciuto il marchio d.o.p., fino agli orticoli tipici e ai salumi tipici. Elenchiamo solo a titolo esemplificativo alcuni prodotti o piatti tipici che i turisti possono scoprire nei nostri itinerari a tema, assaporando in un contesto certamente suggestivo eccellenze frutto di antiche tradizioni e di una sempre più convinta filosofia di produzione a chilometro zero: • • • • • il salame d’oca di Mortara il gorgonzola di Ozzero la cassoeula … … agricoltura e benessere Agricoltura e benessere Agricoltura significa anche qualità dell’ambiente e preservazione della natura, premesse sostanziali alla cultura del benessere. In questo contesto stanno le TERME del territorio pavese e le SPA del milanese. A Salice, Miradolo e Rivanazzano si può soggiornare facendo cure termali :acque calde, cure idroterapiche, fanghi, maschere e massoterapia per una medicina naturale che sfrutta le proprietà minerali delle terre e delle fonti, trattamenti per la disintossicazione dell'organismo e per il rinvigorimento del corpo e quindi per il raggiungimento dell'equilibrio psicofisico; ogni tipo d'acqua, la sulfurea, la salina, la ferruginosa o la bituminosa, corrisponde una specifica azione che oggi grazie alle nuove tecniche e alle conoscenze scientifiche acquisite si fa sempre più mirata e soddisfacente nelle SPA Inoltre, più di 70 km di itinerari ciclabili lungo i Navigli e la possibilità di “navigare” sul Bereguardo in canoa o in kajak offrono la possibilità di una sana attività fisica, utile anche a chi sceglierà i nostri percorsi enogastronomici. i grandi monumenti dove poter visitare abbazie, castelli e rocche Abbiategrasso (MI), Belgioioso (PV), Bernate Ticino (MI), Binasco (MI), Borgo Priolo (PV), Buccinasco (MI), Casei Gerola (PV), Chignolo Po (PV), Cozzo (PV), Cusago (MI), Fortunago (PV), Gambolò (PV), Lomello (PV), Mede (PV), Montalto Pavese (PV), Montebello della Battaglia (PV), Montesegale (PV), Mornico Losana (PV), Olevano di Lomellina (PV), Rozzano (MI), Sant’Alberto di Butrio (PV) Sartirana Lomellina (PV), Turbigo (MI), Valle Lomellina (PV), Varzi – Oramala (PV), Vigevano (PV), Voghera (PV), Zavattarello (PV), CATELLO VISCONTEO DI PAVIA CASTELLO SFORZESCO DI MILANO agroalimentare i grandi sapori di queste terre SUD MILANO Gorgonzola LOMELLINA Riso Salame d’oca Cotechino MILANO OZZERO VIGEVANO MORTARA PAVIA STRADELLA VOGHERA OLTREPO PAVESE Vino Salame di Varzi Pancetta i grandi sapori di queste terre Gorgonzola: formaggio da tavola a pasta cruda, prodotto con latte vaccino intero, caglio e sale. A una crosta compatta, ruvida e dura di colore rossastro. La pasta è burrosa e fondente con la presenza di piccole venature (erborinatura) dovute allo sviluppo di muffe che ne determina il gusto inconfondibile. Esistono due tipi di Gorgonzola: il “dolce”, cremoso e con modesta presenza di muffe, e il “piccante”, più stagionato e consistente, caratterizzato da diffuse venature. Il nome deriva dalla cittadina omonima lombarda nei pressi della quale, per errore di un ignoto mandriano, si dice sia nato il Gorgonzola nel lontano XII secolo. Secondo la leggenda, una cagliata venne dimenticata in un angolo e poi recuperata il giorno dopo unendola alla nuova cagliata. Riso: Oryza, il suo vero nome, cominciò ad essere coltivato in Lombardia e nel nord Italia solo con le famiglie degli Sforza, dei Gonzaga e nel Veneto con il duca di Ferrara. Questo avvenne soprattutto dove i fiumi avevano un potenziale idrico , quindi Verona con l’Adige, i Navigli intorno a Milano e ovunque intorno al Po. Oggi la “risaia d’Europa” è l’Italia con circa 220mila ettari coltivati; siamo i leader indiscussi a livello mondiale nei risi pregiati destinati a grandi piatti della gastronomia : Carnaroli, Vialone nano, Baldo, Roma, Sant’Andrea. Salame d’oca: La Lomellina è, fin dal Medioevo, zona di allevamento dell'oca. La necessità di conservarne le carni ha spinto gli allevatori alla produzione di salami e prosciutti, ancor'oggi prodotti con lavorazione artigianale. Il salame d'oca è fatto per un terzo con carne magra d'oca, alla quale si aggiungono carne e grasso suino, tritati in proporzioni uguali. L'insacco avviene nella pelle d'oca, precedentemente ritagliata e messa sotto sale. Può essere utilizzato anche per uno spuntino servito con mostarde e salse agrodolci accompagnato da un vino bianco morbido e aromatico. Cotechino: Il cotechino è un insaccato prodotto fin da tempi remoti. È nato come insaccato povero: nel passato veniva consumato abitualmente col minestrone e con la zuppa di legumi. Lo facevano i “lardaioli” e i “salsicciari”. La prima citazione ufficiale del cotechino è del 1745. Vino: Le colline dell'Oltrepò costituiscono la terza zona italiana per numero di ettari a vite, il che le trasforma nel primo bacino vitivinicolo della Lombardia (qui si produce il 55% del vino dell'intera regione). Le uve raggiungono, per motivi legati oltre che al suolo anche al clima, ottimi livelli di maturazione, capaci sia di dare vini vivaci di corpo che di sostenere invecchiamenti notevoli con il contributo del legno nella vinificazione. Pancetta: La Pancetta pavese, nel dialetto locale "Panséta", è un salume tipico della provincia di Pavia ottenuto dalla salatura e stagionatura dello strato adiposo situato nella parte ventrale della mezzena del suino. La Pancetta pavese ha consistenza morbida e colore rosso intenso al centro, piuttosto bianco invece verso l’esterno. Il suo profumo è caratteristico, mentre il suo sapore è delicato e lievemente speziato. Salame di Varzi: Il salame di Varzi si ottiene utilizzando carni suine scelte. Le carni vengono macinate, insaporite da un infuso di aglio e vino rosso filtrato e, una volta amalgamate in modo omogeneo, insaccate in budello naturale. Di forma cilindrica, il Salame di Varzi si taglia in modo obliquo per ottenerne fette oblunghe. L’interno è di colore rosso intenso con grasso bianco; la consistenza è compatta e il sapore, inizialmente dolce, si fa più sapido, complesso e persistente. OZZERO – Comune di pianura di antiche origini Chiesa di San Siro La parrocchiale di San Siro è antica, quasi millenaria, anche se la sua veste attuale risale ai tempi del cardinale Carlo Borromeo. Conserva all'interno alcuni affreschi del 1400 e una Madonna col Bambino di modi leonardeschi, copia della Madonna con Sant'Anna che oggi è al Louvre. Il disegno del campanile è di Luigi Cagnola. Villa Bianchi Calvi Palazzo già citato nel 1034 nel testamento dell'arcivescovo Ariberto d'Intimiano. Situato su una collinetta in posizione dominante sul borgo, in passato era un castello quattrocentesco di origine viscontea, infatti sono ancora visibili nella struttura dell’edificio le fortificazioni a pianta quadrangolare. In seguito, scomparsa la necessità difensiva che lo aveva originato, è diventato un palazzo residenziale di stile barocco. Palazzo Cagnola Edificio dove la famiglia Cagnola cominciò a risiedere nel 1600, ben prima che il marchese Luigi (1762-1833) passasse alla storia dell'architettura per i suoi interventi d'edilizia civile a Milano (Porta Ticinese, l'Arco della Pace) e a Vienna. Particolarmente degno di nota è l'ampio cortile interno, dominato da una torre ottagonale detta "Torre spagnola”. Attualmente Palazzo Cagnola è sede del Municipio. Palazzo Barzizza Il Palazzo Barzizza è un edificio di origini rinascimentali, la sua prima costruzione risale al XIV secolo e venne poi rifatto nel XVII. Il palazzo ebbe l'onore di ospitare la Duchessa Bona di Savoia, moglie del Duca Galeazzo Maria Sforza e madre di Giovanni Galeazzo Maria. Nei recenti lavori di ripristino è stato recuperato un grande camino in calda pietra serena, con fregi in bassorilievo portanti sul frontone gli stemmi delle casate. Sulle spalle laterali i volti dei Signori rappresentati in medaglioni alla foggia degli antichi romani. Nel portico esterno sono stati recuperati parte di affreschi portanti una data : 1624. ABBIATEGRASSO – Comune di pianura di antiche origini Castello Visconteo Fu costruito nel 1277 su volontà di Ottone Visconti; ristrutturato dal 1381 da Filippo Maria Visconti e successivi abbellimenti effettuati dagli Sforza e da Ludovico il Moro, fino a renderlo un esempio di castello signorile di pianura. Circondato da un fossato, si sviluppa intorno ad una corte quadrangolare, originariamente con quattro torri raccordate da corpi di fabbrica a due piani. Il cortile irregolare mostra le arcate gotiche che lo circondavano e resta solo una delle quattro torri originali. Durante la dominazione spagnola alcuni settori della costruzione furono smantellati; il lato più interessante dell'edificio oggi è quello rivolto ad oriente: antiche merlature, bifore, un'arcata duecentesca e il simbolo visconteo del biscione. All'interno ancora visibili tracce degli antichi affreschi. Il castello, oggetto di attenti restauri, ospita oggi la Biblioteca Civica e alcuni spazi espositivi. Ex – Convento dell’Annunciata Voluto da Galeazzo Maria Sforza a compimento di un voto fatto nel 1466; ultimato nel 1472 e nel 1477 consacrato col titolo di "Santa Maria Annunziata” e affidato all'Ordine dei Frati Minori Osservanti (San Bernardino). Nel 1810 il convento viene soppresso ed adattato ad ospitare la sede maschile dell'Ospedale degli Incurabili di Abbiategrasso. Sulla destra della chiesa si apre l'arco di ingresso al primo cortile sul quale si affacciano un corpo su due piani adibito poi ad abitazione, e un edificio successivo per la lavanderia e il dormitorio (anni cinquanta dello scorso secolo). Attraverso due passaggi con volte a crociera, si accede al secondo cortile su cui si affaccia un doppio portico che circonda sui tre lati e che custodiva il cimitero dei frati. A nord del complesso si estende la chiesa a navata unica, affrescata in facciata con l’Annunciazione e ai lati del grande arco sorgono due cappelle. Palazzo Stampa Palazzo Cittadini Stampa si trova lungo l’alzaia del Naviglio Grande nei pressi dell’incrocio con il Naviglio di Bereguardo. Complesso architettonico e storico di primaria importanza, sede di segreti incontri di patrioti e personalità centrali dell’unità d’Italia. La prima testimonianza del Palazzo risale al 1697. Realizzato per volere della ricca famiglia milanese dei Cittadini, che già dal XV secolo risultava proprietaria di diversi terreni nella zona ma per motivi economici nel 1751 cedette parte del complesso e nel 1792, con la morte di Giovanni Cittadini, ne persero la proprietà. Nel 1835 fu acquistato da Giuliano Baronio, discendente della famiglia Visconti e quindi alla figlia e al marito, Gaspare Stampa. Con la sua morte, nel 1874, il Palazzo divenne di pubblica proprietà passando all'Ente Comunale di Assistenza di Milano che ne ricavò alcuni alloggi e quindi all’Amministrazione Comunale di Abbiategrasso. BOFFALORA SOPRA TICINO – Comune di pianura di antiche origini Villa Calderari La villa è stata donata dai conti Calderari alla Parrocchia nel 1938, la quale ne ha fatto la sede della Scuola Materna e degli Oratori. Nel suo parco vi è un cedro deodara censito come albero monumentale d'Italia. ll palazzo ha pianta ad U e corpo centrale più alto con portico a tre archi. Particolare la sistemazione urbanistica rispetto al paese. In asse con il centro del cortile d'ingresso si dipartono due strade divergenti cui il palazzo stesso fa da punto prospettico. El Barchett El Barchett rappresenta una delle più caratteristiche istituzioni del Milanese. In funzione dalla seconda metà del XVIII secolo el Barchett de Boffalora era un comodo mezzo di trasporto sull’asse Milano – Abbiategrasso – Magenta. Fu gestito fin dal 1777 da Giuseppe Castiglioni e soci, barcaioli di Boffalora, che organizzarono un servizio talmente efficiente da essere utilizzato fino al 1913, anno in cui la politica di modernizzazione giolittiana ne determinò la fine. Il Barchett funzionava in tutte le stagioni, controllato dal lavoro di tre persone, due a bordo e uno a terra il cui lavoro era quello di incitare e controllare i cavalli che dalla sponda trascinavano il barcone. Una figura quasi fiabesca era rappresentata poi dal “Torototela” un cantastorie che, suonando un buffo strumento costituito da uno spago teso e una zucca vuota che fungeva da cassa di risonanza, raccoglieva i soldi del biglietto fra i passeggeri. Icona della Milano che fu il Barchett fu ricordato anche nella letteratura e nel teatro. Importante a questo proposito è la descrizione fatta da Paolo Valera nel suo libro “Gli scamiciati” del 1879, mentre grande eco ebbe la commedia in quattro atti intitolata proprio “El Barchett de Boffalora” e scritta da Cletto Arrighi, poeta milanese della corrente della Scapigliatura. Si può vedere una ricostruzione del Barchett fatta dall'Associazione La Piarda, ancorato vicino al ponte. Chiesa della Madonna della Neve La chiesa si trova sopra la sponda orientale del Naviglio, salendo dal portico, con capitelli simili a quelli della Certosa di Pavia. Conserva all'interno tele con Storie di San Francesco dipinte dai Fiammenghini ed è stata edificata su progetto di un architetto della Fabbrica del Duomo di Milano. ROBECCHETTO CON INDUNO – Comune di pianura di antiche origini Chiesa di Santa Maria delle Grazie Costruita tra il 1842 e il 1846 su progetto dell’arch. Aluisetti. Nel 1907, vennero realizzati i dipinti ad opera del pittore Davide Beghè (1854-1933) e le decorazioni di Costantino Andreani di Milano. L’altare maggiore è di marmo bianco di Carrara, quello della Vergine è in stile neoclassico di marmo botticino la cui statua omonima risale alla fine del Settecento, mentre quello di S. Anna è in marmo di Viggiù. Negli Anni Trenta venne restaurato e innalzato il campanile, perché il suono delle campane potesse essere udito anche dagli abitanti della vallata. Ponte della Padregnana Ponte in sasso sul Naviglio Grande costruito nel 1604 , data scolpita nel centro della travata a monte. Superato il ponte sulla destra vi è la storica Cascina Padregnana, con un bell’affresco votivo sul fronte raffigurante una crocifissione. Da qui si diparte una ciclabile che risale verso l’abitato di Robecchetto ed attraversa un altro antico insediamento, il villaggio del Padregnano, fondato intorno all’anno 1100 dai monaci fruttariensi. Dell’antico convento rimane l’arco di ingresso e la cappella dedicata a San Nicola. Chiesa di San Bernardo Costruita nel 1845 anno in cui la vecchia chiesa fu abbandonata. L’altare in marmo della Madonna del Rosario, realizzato da Bartolomeo Torretta di Milano, risale al 1854 ed al 1857 quello di S. Antonio. La chiesa venne decorata nel 1924 dal pittore Romano Ciserna con l’aiuto di Raffaele Solmonte e Giuseppe Marcovic. I due angeli collocati sull’altare vennero acquistati nel 1915; la raggiera, realizzata su disegno del Ciserna, venne prima collocata sull’altare maggiore, poi, per ordine del Cardinal Schuster, spostata in una cappella laterale. Il Casterna provvide anche a dipingere la Via Crucis ancora oggi esistente. Chiesa San Vittore Si trova all’interno del cimitero di Robecchetto ed era l’antica parrocchiale. Ha una facciata a capanna e da documenti d’archivio si dice dell’esistenza di dipinti secenteschi e decorazioni fatte eseguire da Gio Batta Fagnani, nascoste e conservate sotto l’intonaco. Sul lato nord vi è una palla di cannone e la data 3 giugno 1859, a ricordo della battaglia che qui si svolse fra francesi e austriaci. CASSINETTA DI LUGAGNANO – Comune di pianura di antiche origini Villa Visconti Villa di antiche origini (terreni di proprietà dei Visconti già nel 1392). L'edificio, frutto di numerose modifiche, ha una pianta ad H, distribuito su tre piani, con l'asse principale orientato a NO-SE, lungo il Naviglio, a cui il palazzo volge il fianco. Il giardino doppio è disposto su due piani: il primo, all'italiana, termina con una nicchia centrale, davanti alla quale si svolgevano recite teatrali, il secondo, all'inglese, fu progettato dal Balzaretto nel 1850 e presenta un grande prato centrale con alberi ed anfiteatro; la parte retrostante è stata adattata a frutteto. La cappella è formata da due ambienti, uno per il pubblico e l'altro con l'altare i cui affreschi sono del Ferrario (1728). Nel lato sud-ovest si trovano i fabbricati civili e rustici (casa da massaro e casa da pigionante). Attualmente la villa viene affittata per eventi, matrimoni, convention. Cascina Piatti In origine di proprietà dalla famiglia Piatti ma attualmente è passata alla famiglia Negri. L'azienda è situata all'interno di 2 parchi: del Ticino e del Parco Agricolo Sud di Milano. La cascina è uno dei 4 insediamenti antichi che ha contribuito a formare l'attuale territorio di Cassinetta, oggi anche sede del Punto Parco che presenta svariate attività: coltivazioni di cereali, vendita diretta, ospitalità in azienda, passeggiate, biciclette, attività di animazione didattica, "Passeggiata botanica“ (visita guidata per approfondire la conoscenza sui vegetali e per ritrovare e ricordare i profumi, i colori e i sapori di una volta). Chiesa Sant’Antonio Abate Dal ponte sul Naviglio spicca la chiesa parrocchiale dedicata a Sant'Antonio Abate. Voluta nel 1435 da Maffiolo Birago che si può considerare il fondatore di Cassinetta; rifatta nel 1731. Villa Negri Sontuosa villa settecentesca ubicata nella parte sud orientale di Cassinetta, lungo il Naviglio Grande. Di proprietà della Famiglia Negri fin dalla seconda metà del XIX secolo; costruita nel 1761 per volere del Generale austriaco Dembowsky. Nel 1875 Gaetano Negri, Sindaco di Milano e originario di Cassinetta, acquistò la villa e l’adiacente Cascina Piatti. Inizialmente utilizzata come casa di villeggiatura di famiglia; nel 1935 dopo il restauro divenne residenza della Famiglia. L’edificio, a pianta a U, su due piani e con i due bracci laterali aperti in direzione del giardino e il corpo centrale, è strutturato secondo i canoni della tipica residenza estiva di fine settecento. Attualmente di proprietà privata, la villa è visitabile durante il periodo primaverile ed estivo, o viene affittata per eventi, matrimoni, convention. GAGGIANO – Comune di pianura di antiche origini Madonna del Dosso La cappella sorge fra i campi delle cascine Baitana e Cantalupo, sulla collinetta del Dosso. Il soffitto della chiesetta è in legno con una piccola croce di cemento. Sopra l'altare una tela dell'Annunciazione, probabilmente dipinta ad imitazione di un identico soggetto già presente nei secoli precedenti. Raffigurato un affresco recentissimo (1987) con la Madonna che allatta il bambino, fasciata di un panno nero al posto dei panni azzurri e rosa dell'iconografia religiosa. Chiesa Sant’Invenzo La chiesa dedicata a Sant'Invenzio, vescovo di Pavia, fu edificata nel 1573 e si affaccia sul Naviglio Grande. La facciata barocca presenta quattro nicchie con statue, mentre l'interno è decorato da ricchi affreschi e stucchi. La torre campanaria, progettata dall'ingegner Ercole Turati, risale al 1606. Nel 1630 venne eretto sul piazzale della chiesa una colonna in stile toscano sormontata da una croce in segno di riconoscenza alla conservazione del borgo in occasione della pestilenza. Tra il 1757 e il 1758, la struttura della chiesa è stata ampliata nelle due cappelle laterali dedicate a Sant'Antonio e San Giuseppe e all'interno della chiesa si pose la statua della Madonna delle Grazie, a ricordo della protezione ricevuta durante il contagio del 1630. Un pittore sconosciuto dipinse la glorificazione di Sant'Invenzio sulla volta dell'edificio. Lago Boscaccio La struttura è costituita dal Lago e dalla Cascina Boscaccio (area complessiva circa 85 ettari). Il lago è un bacino artificiale rinaturalizzato (cava recuperata) di 35 ettari. Si caratterizza per la presenza di un'avifauna e di un'ittiofauna particolarmente ricche (nell'ambiente intorno al lago trovano rifugio circa 180 specie di volatili). La zona è stata individuata come area di ripopolamento e cattura (divieto di caccia) ed è la stazione di inanellamento dei volatili (gestita dal Gruppo Ornitologico Lombardo) della provincia milanese. Le acque del lago ospitano numerose specie autoctone di pesci e possiedono buoni caratteri di limpidezza (11 m di limpidezza nel rilevamento di aprile 97).Lungo il perimetro del lago si svolge un percorso pedonale. Sulle rive del lago è situata la Cascina Boscaccio tipica lombarda a corte chiusa, di origine settecentesca dedicata a S. Materno (con fondamenta originarie dell'XI secolo). ASSAGO – Comune di pianura di antiche origini Chiesa San Desiderio La chiesa ha origini duecentesche ed è stata trasformata nel 1400, del cui secolo conserva molti caratteri, anche se nel 1700 è stata sopraelevata ed allungata. All'interno sono custoditi affreschi quattrocenteschi (La Natività e la Madonna col Bambino, San Sebastiano e San Rocco, San Antonio, il patrono della chiesa e del paese). Cascina Villa Borromeo Di origine settecentesca nel territorio di Assago è la cosiddetta Villa Borromeo, situata tra via dei Caduti e piazza Risorgimento, che costituì la dimora padronale di un vasto insediamento agricolo comprendente sia la cascina Castello, dislocata nel nucleo storico del paese dove oggi sorgono il complesso della Biblioteca comunale e del Nuovo Centro Civico, che la cascina Cortegrande, inattiva dagli anni settanta del nostro secolo quando sui suoi terreni cominciò l’edificazione del complesso residenziale "La Grande" di via Matteotti. La "Villa Borromeo", è sede degli uffici comunali. ZIBIDO SAN GIACOMO – Comune di pianura di antiche origini Cascina Salterio A Moirago, di fronte alla quarta conca del Naviglio Pavese, la cascina offre un esempio ottimo del tipico insediamento della Bassa. Originata da un convento del 1300, mostra un'ampia prospettiva d'ingresso e un giardino alle spalle. Il complesso consta della casa padronale, con corte e giardino, della casa del fattore, delle case dei salariati, della Pila e dello stallone. Chiesa San Giacomo La parrocchiale di San Giacomo, presso la piazza del municipio, è la presenza artistica ed architettonica più importante della zona. La chiesa è a tre navate e ampio tiburio ottagonale, esistente già nel sec. XII e ripresa nel XV; all’interno opere dovute alle scuole certosine e due figure di Santi, rinvenute nel 1974 e attribuite alla cerchia di Bernardino Luini. Davanti alla chiesa la testimonianza più antica dell’esistenza di una prima comunità, un sarcofago in pietra nel quale la leggenda popolare dice siano state messe le spoglie di San Giacomo che S. Eustorgio stava portando da Costantinopoli a Milano nell'anno 512. Cascina Santa Marta Complesso agricolo a corte chiusa, di aspetto ottocentesco, che riprende le forme della cascina fortificata medievale, con all’ingresso una torre merlata. La tipologia edilizia è quella propria della cascina lombarda caratterizzata da edifici che si snodano attorno a due corti tra loro comunicanti, ad eccezione di un fabbricato collocato all’esterno; come consuetudine tali edifici ospitavano destinazioni d’uso molto articolate e diversificate che andavano dalla residenza per i proprietari e le famiglie degli addetti alla attività agricola, alla zona destinata agli allevamenti (stalle o porcilaie), alla zona per depositi e fienili, alla zona di prima trasformazione di prodotti (lavorazione del latte, essiccatoio, …) e di manutenzione dei mezzi agricoli (fabbro). I caratteri architettonici presentano una linea sobria, l’impiego di materiali poveri ed una distribuzione planimetrica interna esteriormente semplice. Dal 1996 la Cooperativa Santa Marta è impegnata nella produzione e trasformazione di prodotti agricoli . Vendita diretta di riso, pasta, miele, dolci, sughi, marmellate. MARCALLO CON CASONE – Comune di pianura di antiche origini Villa Maggioni Rappresenta il complesso più interessante dal punto di vista urbanistico ed è costituita da due corpi: il primo, edificato su impianto seicentesco con uno schema ad "U" la cui parte nobile si affaccia sulla piazza principale di Marcallo, il secondo corpo è stato costituito nel XVIII secolo ed unito con una costruzione più bassa a parte dell'edificio preesistente. Struttura edificata dalla famiglia Maggioni, ma la parte seicentesca venne in seguito variata nelle sue forme mentre quella settecentesca conserva il proprio aspetto originario ma sono andate perdute nel tempo le decorazioni presenti nell'edificio. Chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso L’originaria chiesa di San Nazzaro (XIII secolo) era strutturata ad aula unica con piccola abside semicircolare e capriate a vista con copertura lignea. Le modifiche quattrocentesche portarono all’allungamento della chiesa verso occidente e l’aggiunta di un'ala sulla sinistra della navata dove vengono poste cappelle minori. Nel ‘500 viene aggiunto il fonte battesimale e l’altare di San Michele con modifica della facciata. Nel 1740 la chiesa viene ricostruita: aggiunto abside con coro, un ampio presbiterio e quattro cappelle laterali (due per lato). Nel 1904 viene aggiunto abside con coro, un ampio presbiterio e altre quattro cappelle laterali e nel 1931 viene costruito il campanile completato con un concerto di otto campane in "sì“. La struttura della facciata dal colore tenue bianco-grigio è ripartita orrizzontalmente in tre fasce: la bassa è decorata con lesene; la centrale è scandita da lastroni di pietra con lunetta in centro; la parte alta col timpano triangolare chiuso dalle falde del tetto. La chiesa presenta un organo della bottega dei fratelli Prestinari ed una quadreria arricchitasi nei secoli: un Procaccini, alcuni secenteschi ed un pregevole ciclo di affreschi dell'antica Cappella di San Michele. Villa Jacini La costruzione che ha nel suo perimetro due torri a forma ottagonale ed alte mura difensive, fu opera della famiglia Crivelli. La villa e adiacente foresteria, riadattata con la funzione di residenza estiva dei conti Jacini, comprende un nucleo centrale residenziale con la cucina ed i locali di rappresentanza, mentre le camere da letto e gli appartamenti privati sono situati al primo piano. Molti dei soffitti sono affrescati e davanti alla villa si estende un parco alberato di notevoli dimensioni con piante centenarie. Attualmente è di proprietà privata ed è oggetto di ristrutturazione per realizzare nuovi appartamenti all'interno della villa ed in due nuovi corpi di fabbrica che saranno realizzati ove precedentemente erano presenti gli edifici rurali. SANTO STEFANO TICINO – Comune di pianura di antiche origini Chiesa Santo Stefano Chiesa dedicata al patrono del paese che ne dà il nome al comune. Venne costruita per la necessità di ampliare la precedente chiesa parrocchiale. Il nuovo edificio venne progettato dall'architetto Villa e la costruzione iniziò nel 1902 sotto la direzione del capomastro Sartorio e terminato nel 1907. L'interno è contraddistinto da una ripresa dello stile neoclassico non del tutto puro, con una ripartizione degli spazi in tre navate a dieci colonne. L'altare maggiore è di stile barocco, risale al XVIII secolo, e proviene dalla precedente chiesa parrocchiale che sorgeva nell'attuale piazza Pertini. Il campanile, posto sul lato destro della struttura, venne costruito nel 1927, adornato poco dopo con un concerto di 5 campane. MORTARA – Cittadina di pianura di antichissime origini Abbazia di Sant’Albino Chiesa-abbazia fondata nel V secolo. La storia dell'abbazia resta indissolubilmente legata alla battaglia combattuta nelle sue più immediate vicinanze nel 773 tra i Longobardi e l'esercito franco di Carlo Magno e si confonde con gli echi leggendari delle gesta dei due paladini franchi Amico (Amis) e Amelio (Amelie), scudieri di Carlo Magno, periti proprio nel corso di quella battaglia. Di loro si narra che, pur essendo stati inumati in due loculi separati, furono ritrovati nello stesso sepolcro. Sulle pareti si notano incisioni di pellegrini riguardanti il loro passaggio e la data più antica ancora leggibile risale al 1100. Basilica di San Lorenzo Costruita in stile gotico lombardo fra il 1375 e il 1380 da Bernardino da Novara e poi restaurata nel 1840 e successivamente nel 1916, esternamente presenta una facciata in cotto mentre all'interno è ricca di opere d'arte, in particolare di dipinti di Paolo da Brescia, sostituiti da copie ottocentesche, mentre gli originali sono conservati nella Galleria Sabauda a Torino, una tela attribuita a Gaudenzio Ferrari, varie tele di Bernardino Lanino, una pala d'altare del Cerano ed un notevole presepe di sculture lignee, opera di Lorenzo da Mortara. Santuario della Madonna del Campo L’esistenza dell’edificio è documentata sin dal 1145; della struttura originaria rimangono tracce nelle colonne del tiburio ed in alcuni tratti della muratura. Nella facciata la chiesa richiama le linee longobardo-gotiche tipiche della Lomellina. L’interno con una navata unica è semplice ma di suggestiva eleganza. Otto nicchioni fungono all’interno da cappelle, in essi sono posti affreschi di epoche varie tra cui la Madonna del Rosario con San Rocco e San Domenico del XV secolo ed una Pietà di Cerano. VIGEVANO – Città di pianura di origini molto antiche Castello Visconteo Un castello vero e proprio comincia ad essere costruito a partire dal 1341 per volere di Luchino Visconti. Il castello fu ampliato e abbellito nei decenni successivi, sopratutto ad opera di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, il quale commissionò a Bramante il progetto di risistemazione, ampliandolo e trasformandolo da antica rocca a ricca sede ducale. Il Bramante progettò oltre alla Loggia delle Dame e alla Falconiera anche la parte terminale della Torre del Bramante. Piazza Ducale Fu voluta da Ludovico il Moro che fece abbattere le vecchie casupole intorno al castello; la costruzione fu avviata nel 1493 su disegno di un architetto di scuola bramantesca e terminata appena un anno dopo. Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che il progetto sia addirittura di Leonardo da Vinci. Di grande effetto sono gli archi a tutto sesto, sostenuti da elegantissime colonnine che corrono su tre lati del grande rettangolo, lungo 134 metri e largo 50. La piazza è chiusa su un lato dalla facciata del Duomo, curiosa per la sua forma concava, disegnata nel 1680 da un vescovo-architetto di origine spagnola: Juan Caramuel de Lobkowitz. Mulino di Mora Bassa Questo edificio, voluto da Ludovico il Moro, presenta alcune caratteristiche architettoniche che rimandano alle enormi capacità e conoscenze di Leonardo da Vinci, presente in quegli anni alla corte sforzesca. L’emozione di questo luogo è data anche dalla sala in cui avvenivano gli incontri tra il Moro e Cecilia Gallerani, la “Dama con l’Ermellino” ritratta da Leonardo e dove la leggenda vuole che aleggino ancora gli spiriti dei due amanti. All’esterno il Mulino possiede un ampio giardino, una parte del quale ospita un percorsolaboratorio per lo studio dei sistemi di misurazione delle acque irrigue. MEDE – Città di pianura di origini molto antiche Castello San Giuliani L'edificio, di una certa importanza in epoca medievale, è solo un ricordo del castello di Mede. Non è oggi possibile restituire con chiarezza l'impianto dell'edificio. Nelle murature sono ancora visibili varie finestre archiacute (alcune occluse). Significativa è la base scarpata della costruzione, specchio della sua origine militare. Sottogronda compare la tipica fascia decorativa a dentelli di mattone che caratterizza le fortificazioni dell'area pavese. La facciata settentrionale mostra anche un accenno di torricella, originariamente merlata. Chiesa della Confraternita della Santissima Trinità Il Tempio, conosciuto come Chiesa della Santissima Trinità, era luogo di culto e sosta per i pellegrini di passaggio che venivano ospitati nelle due costruzioni site dietro il coro. La facciata è in stile cinquecentesco, mentre il campanile è barocco. Al momento della fondazione constava di una sola navata, alta e slanciata: venne ampliata nel 1864, con l'aggiunta delle due navate laterali. Nel 1929, in occasione del Congresso Eucaristico Diocesano, si effettuarono restauri all'interno e alla facciata che venne poi ridipinta nel 1967/68 a spese del priore Camillo Masinari, che affidò ad Erminio Tondi il compito di restaurare il grande affresco che adorna il timpano. Chiesa parrocchiale di San Marziano e San Martino Chiesa degli Angeli Anticamente intitolata a San Francesco, poi dedicata al SS. Sacramento, a San Michele e agli Angeli, apparteneva al convento di Santa Marta, fondato nel 1581. Sopra la facciata della chiesa vi è un affresco raffigurante San Michele, copia di un dipinto di Guido Reni. La navata è fiancheggiata da tre cappelle per lato. L'abside si apre ampio con l'affresco che raffigura l'Assunta circondata da angeli e da figure simboliche. Il dipinto originario era di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo (ec. XVII) restaurato nel 1864 dal pittore Paolo Maggi di Sannazzaro. La Chiesa Parrocchiale, dedicata ai santi Marziano e Martino, la cui pianta risale al XIV secolo, sorse su un precedente tempio pagano. Il campanile della chiesa, alto 63 m con base quadrata di 5,50 m di lato, fu costruito ai primi del novecento e venne rinnovato il concerto delle campane, con l’acquisto di 6 bronzi fusi. Ognuna delle campane issate ha un titolo e porta incisa una invocazione: San Marziano, San Martino, Sacro Cuore, Vergine Immacolata, San Siro e San Giuseppe. VOGHERA – Città di pianura di antichissime origini Tempio Sacrario della Cavalleria Superbo esempio di arte romanica nell'Oltre Po Pavese, presenta al suo interno, murati sulle pareti, gli stemmi dei 30 reggimenti che, nel momento della sua massima espansione, componevano l'Arma di Cavalleria, dello Squadrone Sardo e Coloniali, più quelli della Cavalleria Blindata dell’ultimo dopoguerra. In anni recenti sono stati aggiunti gli stemmi dei Reggimenti della Cavalleria dell’Aria, mentre sono in corso di realizzazione gli stemmi dei Reggimenti Carristi, specialità inserita nell'Arma di Cavalleria solo nel 1999. Duomo di San Lorenzo Martire Il Duomo della città lombarda venne riedificato nei primi anni del XVII secolo secondo il progetto realizzato dall’architetto bolognese Antonio Maria Corbetta. Soltanto verso la fine del XIX secolo, però, venne terminato il prospetto progettato dall’ingegnere milanese Carlo Macciachini. Internamente la pianta si presenta a tre navate coronate al centro da un’imponente cupola. Particolarmente pregevole è la decorazione ad affresco raffigurante la Madonna del Soccorso opera del 1496 attribuita a un certo Andrino di Edesia custodita nell’altare seicentesco della Cappella del Soccorso. Di notevole interesse spicca l’ottocentesco organo, e, custoditi nella sacrestia, i preziosi paramenti sacri dati in dono da San Pio V nel 1571. Castello Visconteo Il castello Visconteo è una struttura fortificata particolarmente suggestiva. Alcune fonti ritengono che il castello sia sorto in un periodo compreso fra l’888 e il 950. Considerata una delle roccaforti più robuste dell’Oltrepò, venne ulteriormente rinforzata per volere dei due podestà di Voghera nel 1330 per poi diventare dimora di Galeazzo Visconti nel 1372. In seguito, su iniziativa di Galeazzo II Visconti il castello fu sottoposto ad ulteriore potenziamento e nel 1361 ad altre modifiche per contrastare gli intenti di conquista del marchese di Monferrato. Successivamente nel corso dei secoli divenne residenza di diverse famiglie nobili, dagli Sforza ai Gonzaga. STRADELLA – Cittadina collinare di origini romane Torre Civica La torre civica, unico resto del castello del tardo medioevo, subì molti danni durante l’epoca napoleonica e fu distrutta nel 1845. La pianta è quadrata e nella parte superiore vi è collocato un ornamento con caditoie e merli, aggiunto probabilmente nel XV secolo, mentre la cella campanaria è ottocentesca. Basilica di San Marcello in Montalino La chiesa di San Marcello, ottimo esempio di arte romanica, è stata costruita sopra una chiesa precedente risalente all’anno mille. È costituita interamente in cotto e arenaria (tipica della zona). La facciata ha la caratteristica forma romanica a capanna e comprende due monofore. La struttura è divisa in tre navate e include l’abside maggiore. Manca la zona absidale laterale di destra perché è stata sostituita con la base del campanile recentemente costruito. All’interno si possono osservare pregevoli affreschi datati al 1300 raffiguranti scene sacre. Fontana dei 4 Cannoni La fontana è così denominata dalla dizione dialettale delle 4 cannule dalle quali sgorga l'acqua che, convogliata dalle colline adiacenti con appositi canali sotterranei, si immette nelle due sottostanti vasche di granito. Quest'acqua, freschissima, fu bevuta nel 1706 alla mensa del principe Eugenio di Savoia di passaggio a Stradella. Palazzo Isimbardi Attuale sede del Municipio di Stradella, dove soggiornò per un breve periodo il Parini e dove si conservano ancora oggi affreschi barocchi. Di grande fascino lo scalone e la cappella oggi Sala della Cultura. Proposta di un sistema di fruizione turistica integrata Il Naviglio Grande, e il territorio attraversato, rappresenta l’area più adatta del territorio milanese per sperimentare un’attività di fruizione turistica integrata tra battello e bicicletta. In un contesto territoriale di scala vasta, quindi da Milano a Lonate Pozzolo passando per Abbiategrasso, si possono individuare due principali sub ambiti nei quali l’offerta turistica si può differenziare: il tratto da Milano ad Abbiategrasso – caratterizzato dalla presenza dell’urbanizzazione diffusa e dei collegamenti viari e ferroviari con Milano – e il tratto da Abbiategrasso a Lonate Pozzolo – un territorio lento, capace di distaccarsi dai centri urbani limitrofi e individuare nel paesaggio agricolo la sua peculiarità paesaggistica. Si propongono itinerari possibili battello e bicicletta. che andranno ad implementare quelli esistenti con l’integrazione autobus, Itinerario dei fontanili Itinerario Camminando sull’acqua LET 4 – Terre d’acqua e cascine Lunghezza percorso: 28 Km Circuito che ci porta nel Parco Sud in una terra ricca di acqua a cominciare dal Naviglio Grande in Gaggiano (FS punto di partenza del circuito). Il percorso si snoda subito in un ambiente agricolo, incontrando la Cappella della Madonna del Dosso, Lago Boscaccio e l’omonima cascina; di cascina in cascina arriva ai laghi Carcana a Zibido San Giacomo dove si incontrano anche la Chiesa di San Giacomo e numerose attività agricole. Il percorso attraversa inoltre numerose marcite tra Zibido, Mairano e Noviglio per tornare in un ambiente rurale a Gaggiano. Itinerario Abbiategrasso – Morimondo – Ozzero (PTRA Navigli) Itinerari Naviglio Grande Bernate Ticino – Boffalora Sopra Ticino (km 5,41) Boffalora Sopra Ticino – Magenta (km 9,68) Magenta – La Fagiana di Magenta (km 12) Magenta – Robecco sul Naviglio (km 7,96) Robecco sul Naviglio – Cassinetta di Lugagnana (km 10,4) Abbiategrasso – Cassinetta di Lugagnana (km 11,6)