Presentazione di PowerPoint

annuncio pubblicitario
Il progetto
I players
Acqua: humus del territorio
Gli Itinerari a tema
Agricoltura e benessere
I grandi monumenti
Agroalimentare
il progetto
Premesse e scopi del PROGETTO sono così semplici da sembrare ovvi:
① per poco meno di mille anni per il Naviglio Grande, e per quasi seicento per
Bereguardo e Martesana, l’acqua di questi canali è stata usata per l’agricoltura
e per il trasporto di merci e persone, cioè per lo sviluppo economico del
territorio. Anche oggi l’acqua dei Navigli contribuisce a fare del loro territorio
una realtà di eccellenza nel settore agroalimentare, e costituisce un asset
fondamentale nella valorizzazione turistica del Sistema Navigli;
② l’appeal dei Navigli per la loro storia, per l’impronta che vi ha lasciato Leonardo
da Vinci, per il grande patrimonio culturale che rappresentano per se stessi e
che hanno a contorno, per l’eccellenza delle loro produzioni agroalimentari e
per la fruibilità ludico-ambientale che offrono, sarà uno dei punti di forza per
Expo 2015, e sempre di più anche in prospettiva;
③ scopo del progetto è dunque quello di sviluppare un’offerta turistica completa,
che parta dai Navigli e porti a valorizzare le eccellenze del territorio: il riso, i
derivate del latte, gli insaccati insieme ai vini di San Colombano e dell’Oltrepò
Pavese, limitrofi al Sistema Navigli.
L’offerta si comporrà di:
• percorsi naturalistici
• percorsi enogastronomici
• percorsi storico-culturali (rocche e castelli, Leonardo, abbazie)
• percorsi fitness (terme e SPA, piste ciclabili, canoa e running lungo i Navigli)
• workshop e momenti di studio/approfondimento sulle colture e sull’enologia
Tali proposte saranno fruibili in barca, in bicicletta, a piedi …
i players e le location
PROMOTORI del PROGETTO sono
Navigli Lombardi, Coldiretti Pavia, Coldiretti Milano Lodi Monza Brianza, CCIAA Milano, CCIAA Pavia
Sono e saranno coinvolte molte istituzioni locali (Regione Lombardia, Provincia di Pavia, il Comune di Milano, il Comune di
Abbiategrasso), ma tra gli obiettivi, c’è anche il coinvolgimento di privati che operano nel settore agroalimentare.
I percorsi si svilupperanno tra il sud milanese e il pavese, la Lomellina e l’Oltrepò, con epicentri a Milano (Darsena) e Pavia
(parco del Castello Visconteo, alle spalle del Naviglio Pavese).
Punto di snodo dei percorsi sarà Castelletto di Abbiategrasso, dove il Naviglio Grande dà vita al Bereguardo (lì si trova un
nuovo approdo per la navigazione con punto di informazione), e in Palazzo Stampa (esattamente prospiciente all’approdo)
che sarà sede di workshop e confronti/approfondimenti su colture ed enologia ad altre tematiche della filiera agroalimentare,
di eventi dedicati, ma anche un punto permanente di alta degustazione e conoscenza di prodotti tipici locali.
acqua: l’humus del
territorio
L’area del Sistema Navigli
Nel 1773 ai Navigli Grande, Martesana e Bereguardo si
aggiunse quello di Paderno, per il quale anche Leonardo aveva
realizzato uno studio, e nel 1819, dopo oltre due secoli di
travagliati lavori, entra in funzione anche il Naviglio Pavese.
La parte del Sistema Navigli più tradizionalmente versata
all’agricoltura, tant’è che lo è anche oggi, è l’area a sud del
Naviglio Grande(tra Pavese e Bereguardo), dove ci si stacca
dalle Prealpi e comincia la Pianura Padana.
A ovest del Bereguardo e a sud di Abbiategrasso, a Vigevano,
sta la Cascina Sforzesca.
Leonardo e le acque per l’agricoltura
Leonardo giunge a Milano nel 1482, dopo essersi presentato a
Ludovico il Moro con una lettera nella quale gli descrive la
propria duttilità, dando particolare enfasi alle sue capacità nella
progettazione di difese e macchine belliche, ma nella lettera non
manca di accennare al suo essere Ingegnere Idraulico: scrive
infatti “(…) credo satisfare benissimo ad paragone de omni altro
in architectura, in compositione de aedificii et publici et privati, et
in conducer aqua da uno loco ad uno altro.”
Ed è ciò che farà in Lomellina, alla Sforzesca, realizzando quel
sistema d’irrigazione che ancora oggi funziona e la rende
territorio di produzione d’eccellenza nella risicoltura.
buoni per eccellenza
… un’eccellenza che prende forma con l’inimitabile qualità del RISO e con
la raffinatezza dei risotti che ne scaturiscono
… un’eccellenza che riflette un’arte millenaria nella vinificazione, raffinata
a tal punto da esprimere VINI pieni di sfumature ed intensità
… un’eccellenza che costella un firmamento di TIPICITÀ gastronomiche
tutte egualmente uniche e ricche di tradizione
Palazzo Stampa
perché Palazzo Stampa è un asset
• Perché è geograficamente in un punto strategico per il nostro progetto, ed il principale, sui Navigli, nel quale ci
possa essere davvero l’interscambio barca-bici nel periodo Expo (proveremo anche altrove, ma con una logica
del tutto diversa che è esclusivamente quella dell’utente “domenicale”).
• Perché, il bene è già stato recuperato grazie a successivi interventi ed è pronto all’uso: è possibile arredarlo su
misura per le nostre esigenze e trasformare il pianterreno in punto di alta degustazione e il piano nobile in spazio
espositivo e centro di informazione/formazione sull’agroalimentare, per il periodo Expo ma forse anche oltre.
gli itinerari a tema
dall’asset di Palazzo Stampa…
La DARSENA di MILANO e il CASTELLO VISCONTEO di PAVIA sono i terminal naturali di tutti questi percorsi.
Da lì verosimilmente partiranno molti dei turisti Expo che vorranno seguire questi percorsi, ed è dunque
necessario prevedervi una presenza non solo logistica ma anche promozionale.
Il terzo vertice del triangolo è CASTELLETTO di ABBIATEGRASSO con PALAZZO STAMPA, con una funzione
(il ristoro) che in parte richiama quella antica delle “stazioni di posta” che esistevano e funzionavano anche sui
Navigli, ma che proporrà anche un’esposizione permanente per l’intero periodo Expo per chi volesse meglio
conoscere la nostra filiera agroalimentare.
Strade del riso
Strade del vino
Navigli
Negli itinerari saranno coinvolti
come partner:
• aziende del territorio
• agriturismi
• fattorie didattiche
• principali realtà operanti nell’area
Percorsi di Leonardo
I diversi profili dell’offerta turistica
I percorsi tematici saranno ovviamente orientati ad una promozione che porrà l’accento soprattutto sulle primarie
peculiarità agricole e gastronomiche dei territori (riso, vino, prodotti tipici), tuttavia l’offerta turistica dovrà e potrà
comprendere molti altri plus, diversificando quando basta al fine di abbracciare la più larga fetta di domanda
turistica possibile.
A tal proposito il ventaglio della proposta potrebbe comprendere contemporaneamente:
• Punti di degustazione
• Eventi ed iniziative collaterali/promozione dei siti storici legati al genio di Leonardo Da Vinci (Abbiategrasso,
Gaggiano, Sforzesca, Pavia, Milano)
• Focus sul valore storico ed artistico delle abbazie (Morimondo, Certosa di Pavia)
• Iniziative collaterali/promozione del ricchissimo patrimonio storico, culturale ed artistico presente nei tantissimi
manieri, castelli e rocche, presenti sul territorio
• Iniziative collaterali/promozione di tutela ambientale che collegano il contesto dei Navigli (in primis la loro
navigazione) e le tappe dei percorsi turistici a tema con le piste ciclabili e i parchi o le oasi protette
• Focus sui temi di Agricoltura e Benessere
le terre del riso
e del risotto
primi in Europa per quantità, primi nel mondo per qualità
Un semplice sguardo alla rappresentazione fisica della Lombardia può far comprendere perché la Lomellina e
l’area sud-milanese abbiano portato la Lombardia ad essere la regione europea che produce più riso
… e riso di eccellenza assoluta.
L’obiettivo è ovviamente quello di far scoprire ad una platea internazionale i saperi antichi di una tradizione
gastronomica costruita nei secoli, ancora quotidianamente presenti sulle tavole lombarde e italiane:
il risotto allo zafferano, quello con la luganega, …
la Sforzesca e il passaggio di Leonardo
Alla Sforzesca Leonardo lavorò per un anno, prima studiando i corsi d’acqua esistenti e poi progettando e
realizzando una grande opera di bonifica e irrigazione del territorio.
Purtroppo oggi la Sforzesca è in stato di degrado e non così bella a vedersi negli anni passati, ma il fascino del
luogo leonardesco la rende di per sé una tappa proponibile.
E pur pensando di includere anche la piazza Ducale di Vigevano nel percorso, è innegabile che, per un itinerario
che esalti l’agricoltura del territorio e i prodotti della filiera, è certamente da spendersi anche la Sforzesca.
Cascina Sforzesca
le terre del vino
Il nettare degli Dei, fatto dai lombardi
Non lontano dall’area dei Navigli si trova un’area dedicata ai vini di assoluta eccellenza: l’Oltrepò Pavese a cui si
aggiunge San Colombano, unico presidio “milanese” alla produzione vinicola.
L’Oltrepò Pavese lega a la cultura dell’omonimo vino, ad altri prodotti tipici quali il Salame di Varzi, la saporita
Pancetta Pavese, il Cotechino.
Terra di borghi, rocche e castelli: l’itinerario del vino (che esalterà le proposte del “distretto del vino”) potrà unire
la conoscenza delle produzioni con le visite storiche e naturalistiche della fascia collinare pavese.
La produzione enologica dell'Oltrepò Pavese a indicazione geografica è suddivisa in:
- 1 Docg
- 7 Doc
Dalle uve che si affacciano sulle terre dei Navigli
DOCG
• Oltrepò Pavese Metodo Classico
DOC
• Bonarda dell'Oltrepò Pavese
• Buttafuoco dell'Oltrepò Pavese
• Casteggio
• Oltrepò Pavese
• Oltrepò Pavese Pinot grigio
• Pinot nero dell'Oltrepò Pavese
• Sangue di Giuda dell'Oltrepò Pavese
• San Colombano al Lambro
IGT Provincia di Pavia
• Barbera
• Croatina
• Riesling
• Cortese
• Moscato
• Malvasia
• Pinot nero o Pinot noir
• Pinot grigio
• Chardonnay
• Sauvignon
• Cabernet Sauvignon
• Dolcetto
• Freisa
• Vespolina o Ughetta di Canneto
• Uva Rara
• Muller Thurgau
• Merlot
• Nebbiolo
I prodotti tipici
… le altre tipicità delle terre dei Navigli
Un panorama amplissimo che spazia dai prodotti della filiera lattiero-casearia cui da tempo è stato riconosciuto il
marchio d.o.p., fino agli orticoli tipici e ai salumi tipici.
Elenchiamo solo a titolo esemplificativo alcuni prodotti o piatti tipici che i turisti possono scoprire nei nostri
itinerari a tema, assaporando in un contesto certamente suggestivo eccellenze frutto di antiche tradizioni e di una
sempre più convinta filosofia di produzione a chilometro zero:
•
•
•
•
•
il salame d’oca di Mortara
il gorgonzola di Ozzero
la cassoeula
…
…
agricoltura e benessere
Agricoltura e benessere
Agricoltura significa
anche qualità
dell’ambiente
e
preservazione della natura, premesse sostanziali alla cultura
del benessere.
In questo contesto stanno le TERME del territorio pavese e le
SPA del milanese. A Salice, Miradolo e Rivanazzano si può
soggiornare facendo cure termali :acque calde, cure
idroterapiche, fanghi, maschere e massoterapia per una
medicina naturale che sfrutta le proprietà minerali delle terre e
delle fonti, trattamenti per la disintossicazione dell'organismo e
per il rinvigorimento del corpo e quindi per il raggiungimento
dell'equilibrio psicofisico; ogni tipo d'acqua, la sulfurea, la
salina, la ferruginosa o la bituminosa, corrisponde una
specifica azione che oggi grazie alle nuove tecniche e alle
conoscenze scientifiche acquisite si fa sempre più mirata e
soddisfacente nelle SPA
Inoltre, più di 70 km di itinerari ciclabili lungo i Navigli e la
possibilità di “navigare” sul Bereguardo in canoa o in kajak
offrono la possibilità di una sana attività fisica, utile anche a chi
sceglierà i nostri percorsi enogastronomici.
i grandi monumenti
dove poter visitare abbazie, castelli e rocche
Abbiategrasso (MI),
Belgioioso (PV),
Bernate Ticino (MI),
Binasco (MI),
Borgo Priolo (PV),
Buccinasco (MI),
Casei Gerola (PV),
Chignolo Po (PV),
Cozzo (PV),
Cusago (MI),
Fortunago (PV),
Gambolò (PV),
Lomello (PV),
Mede (PV),
Montalto Pavese (PV),
Montebello della Battaglia (PV),
Montesegale (PV),
Mornico Losana (PV),
Olevano di Lomellina (PV),
Rozzano (MI),
Sant’Alberto di Butrio (PV)
Sartirana Lomellina (PV),
Turbigo (MI),
Valle Lomellina (PV),
Varzi – Oramala (PV),
Vigevano (PV),
Voghera (PV),
Zavattarello (PV),
CATELLO VISCONTEO DI PAVIA
CASTELLO SFORZESCO DI MILANO
agroalimentare
i grandi sapori di queste terre
SUD MILANO
Gorgonzola
LOMELLINA
Riso
Salame d’oca
Cotechino
MILANO
OZZERO
VIGEVANO
MORTARA
PAVIA
STRADELLA
VOGHERA
OLTREPO PAVESE
Vino
Salame di Varzi
Pancetta
i grandi sapori di queste terre
Gorgonzola: formaggio da tavola a pasta cruda, prodotto con latte vaccino intero, caglio e sale. A una crosta compatta, ruvida e dura di colore
rossastro. La pasta è burrosa e fondente con la presenza di piccole venature (erborinatura) dovute allo sviluppo di muffe che ne determina il gusto
inconfondibile. Esistono due tipi di Gorgonzola: il “dolce”, cremoso e con modesta presenza di muffe, e il “piccante”, più stagionato e consistente,
caratterizzato da diffuse venature.
Il nome deriva dalla cittadina omonima lombarda nei pressi della quale, per errore di un ignoto mandriano, si dice sia nato il Gorgonzola nel lontano
XII secolo. Secondo la leggenda, una cagliata venne dimenticata in un angolo e poi recuperata il giorno dopo unendola alla nuova cagliata.
Riso: Oryza, il suo vero nome, cominciò ad essere coltivato in Lombardia e nel nord Italia solo con le famiglie degli Sforza, dei Gonzaga e nel
Veneto con il duca di Ferrara. Questo avvenne soprattutto dove i fiumi avevano un potenziale idrico , quindi Verona con l’Adige, i Navigli intorno a
Milano e ovunque intorno al Po. Oggi la “risaia d’Europa” è l’Italia con circa 220mila ettari coltivati; siamo i leader indiscussi a livello mondiale nei risi
pregiati destinati a grandi piatti della gastronomia : Carnaroli, Vialone nano, Baldo, Roma, Sant’Andrea.
Salame d’oca: La Lomellina è, fin dal Medioevo, zona di allevamento dell'oca. La necessità di conservarne le carni ha spinto gli allevatori alla
produzione di salami e prosciutti, ancor'oggi prodotti con lavorazione artigianale. Il salame d'oca è fatto per un terzo con carne magra d'oca, alla quale
si aggiungono carne e grasso suino, tritati in proporzioni uguali. L'insacco avviene nella pelle d'oca, precedentemente ritagliata e messa sotto sale.
Può essere utilizzato anche per uno spuntino servito con mostarde e salse agrodolci accompagnato da un vino bianco morbido e aromatico.
Cotechino: Il cotechino è un insaccato prodotto fin da tempi remoti. È nato come insaccato povero: nel passato veniva consumato abitualmente col
minestrone e con la zuppa di legumi. Lo facevano i “lardaioli” e i “salsicciari”. La prima citazione ufficiale del cotechino è del 1745.
Vino: Le colline dell'Oltrepò costituiscono la terza zona italiana per numero di ettari a vite, il che le trasforma nel primo bacino vitivinicolo della
Lombardia (qui si produce il 55% del vino dell'intera regione). Le uve raggiungono, per motivi legati oltre che al suolo anche al clima, ottimi livelli di
maturazione, capaci sia di dare vini vivaci di corpo che di sostenere invecchiamenti notevoli con il contributo del legno nella vinificazione.
Pancetta: La Pancetta pavese, nel dialetto locale "Panséta", è un salume tipico della provincia di Pavia ottenuto dalla salatura e stagionatura dello
strato adiposo situato nella parte ventrale della mezzena del suino. La Pancetta pavese ha consistenza morbida e colore rosso intenso al centro,
piuttosto bianco invece verso l’esterno. Il suo profumo è caratteristico, mentre il suo sapore è delicato e lievemente speziato.
Salame di Varzi: Il salame di Varzi si ottiene utilizzando carni suine scelte. Le carni vengono macinate, insaporite da un infuso di aglio e vino rosso
filtrato e, una volta amalgamate in modo omogeneo, insaccate in budello naturale. Di forma cilindrica, il Salame di Varzi si taglia in modo obliquo per
ottenerne fette oblunghe. L’interno è di colore rosso intenso con grasso bianco; la consistenza è compatta e il sapore, inizialmente dolce, si fa più
sapido, complesso e persistente.
OZZERO – Comune di pianura di antiche origini
Chiesa di San Siro
La parrocchiale di San Siro è antica, quasi millenaria, anche se
la sua veste attuale risale ai tempi del cardinale Carlo
Borromeo. Conserva all'interno alcuni affreschi del 1400 e una
Madonna col Bambino di modi leonardeschi, copia della
Madonna con Sant'Anna che oggi è al Louvre. Il disegno del
campanile è di Luigi Cagnola.
Villa Bianchi Calvi
Palazzo già citato nel 1034 nel testamento dell'arcivescovo
Ariberto d'Intimiano. Situato su una collinetta in posizione
dominante sul borgo, in passato era un castello
quattrocentesco di origine viscontea, infatti sono ancora
visibili nella struttura dell’edificio le fortificazioni a pianta
quadrangolare. In seguito, scomparsa la necessità difensiva
che lo aveva originato, è diventato un palazzo residenziale di
stile barocco.
Palazzo Cagnola
Edificio dove la famiglia Cagnola cominciò a risiedere nel 1600, ben prima che
il marchese Luigi (1762-1833) passasse alla storia dell'architettura per i suoi
interventi d'edilizia civile a Milano (Porta Ticinese, l'Arco della Pace) e a
Vienna. Particolarmente degno di nota è l'ampio cortile interno, dominato da
una torre ottagonale detta "Torre spagnola”. Attualmente Palazzo Cagnola è
sede del Municipio.
Palazzo Barzizza
Il Palazzo Barzizza è un edificio di origini rinascimentali, la sua prima costruzione risale al XIV
secolo e venne poi rifatto nel XVII. Il palazzo ebbe l'onore di ospitare la Duchessa Bona di Savoia,
moglie del Duca Galeazzo Maria Sforza e madre di Giovanni Galeazzo Maria. Nei recenti lavori di
ripristino è stato recuperato un grande camino in calda pietra serena, con fregi in bassorilievo
portanti sul frontone gli stemmi delle casate. Sulle spalle laterali i volti dei Signori rappresentati in
medaglioni alla foggia degli antichi romani. Nel portico esterno sono stati recuperati parte di
affreschi portanti una data : 1624.
ABBIATEGRASSO – Comune di pianura di antiche origini
Castello Visconteo
Fu costruito nel 1277 su volontà di Ottone Visconti;
ristrutturato dal 1381 da Filippo Maria Visconti e successivi
abbellimenti effettuati dagli Sforza e da Ludovico il Moro,
fino a renderlo un esempio di castello signorile di pianura.
Circondato da un fossato, si sviluppa intorno ad una corte
quadrangolare, originariamente con quattro torri raccordate
da corpi di fabbrica a due piani. Il cortile irregolare mostra le arcate gotiche che lo
circondavano e resta solo una delle quattro torri originali. Durante la dominazione
spagnola alcuni settori della costruzione furono smantellati; il lato più interessante
dell'edificio oggi è quello rivolto ad oriente: antiche merlature, bifore, un'arcata
duecentesca e il simbolo visconteo del biscione. All'interno ancora visibili tracce
degli antichi affreschi. Il castello, oggetto di attenti restauri, ospita oggi la Biblioteca
Civica e alcuni spazi espositivi.
Ex – Convento dell’Annunciata
Voluto da Galeazzo Maria Sforza a compimento di un voto fatto nel 1466; ultimato nel 1472 e nel 1477
consacrato col titolo di "Santa Maria Annunziata” e affidato all'Ordine dei Frati Minori Osservanti (San
Bernardino). Nel 1810 il convento viene soppresso ed adattato ad ospitare la sede maschile
dell'Ospedale degli Incurabili di Abbiategrasso. Sulla destra della chiesa si apre l'arco di ingresso al
primo cortile sul quale si affacciano un corpo su due piani adibito poi ad abitazione, e un edificio
successivo per la lavanderia e il dormitorio (anni cinquanta dello scorso secolo). Attraverso due
passaggi con volte a crociera, si accede al secondo cortile su cui si affaccia un doppio portico che
circonda sui tre lati e che custodiva il cimitero dei frati. A nord del complesso si estende la chiesa a
navata unica, affrescata in facciata con l’Annunciazione e ai lati del grande arco sorgono due cappelle.
Palazzo Stampa
Palazzo Cittadini Stampa si trova lungo l’alzaia del Naviglio Grande nei pressi dell’incrocio con il Naviglio di
Bereguardo. Complesso architettonico e storico di primaria importanza, sede di segreti incontri di patrioti e
personalità centrali dell’unità d’Italia. La prima testimonianza del Palazzo risale al 1697. Realizzato per volere
della ricca famiglia milanese dei Cittadini, che già dal XV secolo risultava proprietaria di diversi terreni nella
zona ma per motivi economici nel 1751 cedette parte del complesso e nel 1792, con la morte di Giovanni
Cittadini, ne persero la proprietà. Nel 1835 fu acquistato da Giuliano Baronio, discendente della famiglia
Visconti e quindi alla figlia e al marito, Gaspare Stampa. Con la sua morte, nel 1874, il Palazzo divenne di
pubblica proprietà passando all'Ente Comunale di Assistenza di Milano che ne ricavò alcuni alloggi e quindi
all’Amministrazione Comunale di Abbiategrasso.
BOFFALORA SOPRA TICINO – Comune di pianura di antiche origini
Villa Calderari
La villa è stata donata dai conti Calderari alla
Parrocchia nel 1938, la quale ne ha fatto la sede
della Scuola Materna e degli Oratori. Nel suo
parco vi è un cedro deodara censito come albero
monumentale d'Italia. ll palazzo ha pianta ad U e
corpo centrale più alto con portico a tre archi.
Particolare la sistemazione urbanistica rispetto al
paese. In asse con il centro del cortile d'ingresso
si dipartono due strade divergenti cui il palazzo
stesso fa da punto prospettico.
El Barchett
El Barchett rappresenta una delle più caratteristiche istituzioni del Milanese. In funzione dalla
seconda metà del XVIII secolo el Barchett de Boffalora era un comodo mezzo di trasporto sull’asse
Milano – Abbiategrasso – Magenta. Fu gestito fin dal 1777 da Giuseppe Castiglioni e soci, barcaioli di
Boffalora, che organizzarono un servizio talmente efficiente da essere utilizzato fino al 1913, anno in
cui la politica di modernizzazione giolittiana ne determinò la fine. Il Barchett funzionava in tutte le
stagioni, controllato dal lavoro di tre persone, due a bordo e uno a terra il cui lavoro era quello di
incitare e controllare i cavalli che dalla sponda trascinavano il barcone. Una figura quasi fiabesca era
rappresentata poi dal “Torototela” un cantastorie che, suonando un buffo strumento costituito da uno
spago teso e una zucca vuota che fungeva da cassa di risonanza, raccoglieva i soldi del biglietto fra i passeggeri. Icona della Milano
che fu il Barchett fu ricordato anche nella letteratura e nel teatro. Importante a questo proposito è la descrizione fatta da Paolo Valera
nel suo libro “Gli scamiciati” del 1879, mentre grande eco ebbe la commedia in quattro atti intitolata proprio “El Barchett de Boffalora” e
scritta da Cletto Arrighi, poeta milanese della corrente della Scapigliatura. Si può vedere una ricostruzione del Barchett fatta
dall'Associazione La Piarda, ancorato vicino al ponte.
Chiesa della Madonna della Neve
La chiesa si trova sopra la sponda orientale del Naviglio, salendo dal portico, con capitelli simili a
quelli della Certosa di Pavia. Conserva all'interno tele con Storie di San Francesco dipinte dai
Fiammenghini ed è stata edificata su progetto di un architetto della Fabbrica del Duomo di Milano.
ROBECCHETTO CON INDUNO – Comune di pianura di antiche origini
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Costruita tra il 1842 e il 1846 su progetto dell’arch.
Aluisetti. Nel 1907, vennero realizzati i dipinti ad opera del
pittore Davide Beghè (1854-1933) e le decorazioni di
Costantino Andreani di Milano. L’altare maggiore è di
marmo bianco di Carrara, quello della Vergine è in stile
neoclassico di marmo botticino la cui statua omonima
risale alla fine del Settecento, mentre quello di S. Anna è
in marmo di Viggiù. Negli Anni Trenta venne restaurato e
innalzato il campanile, perché il suono delle campane
potesse essere udito anche dagli abitanti della vallata.
Ponte della Padregnana
Ponte in sasso sul Naviglio Grande costruito nel 1604 , data scolpita nel centro della travata a monte.
Superato il ponte sulla destra vi è la storica Cascina Padregnana, con un bell’affresco votivo sul fronte
raffigurante una crocifissione. Da qui si diparte una ciclabile che risale verso l’abitato di Robecchetto ed
attraversa un altro antico insediamento, il villaggio del Padregnano, fondato intorno all’anno 1100 dai
monaci fruttariensi. Dell’antico convento rimane l’arco di ingresso e la cappella dedicata a San Nicola.
Chiesa di San Bernardo
Costruita nel 1845 anno in cui la vecchia chiesa fu abbandonata. L’altare in marmo della Madonna del
Rosario, realizzato da Bartolomeo Torretta di Milano, risale al 1854 ed al 1857 quello di S. Antonio. La
chiesa venne decorata nel 1924 dal pittore Romano Ciserna con l’aiuto di Raffaele Solmonte e Giuseppe
Marcovic. I due angeli collocati sull’altare vennero acquistati nel 1915; la raggiera, realizzata su disegno
del Ciserna, venne prima collocata sull’altare maggiore, poi, per ordine del Cardinal Schuster, spostata
in una cappella laterale. Il Casterna provvide anche a dipingere la Via Crucis ancora oggi esistente.
Chiesa San Vittore
Si trova all’interno del cimitero di Robecchetto ed era l’antica parrocchiale. Ha una facciata a capanna e da
documenti d’archivio si dice dell’esistenza di dipinti secenteschi e decorazioni fatte eseguire da Gio Batta
Fagnani, nascoste e conservate sotto l’intonaco. Sul lato nord vi è una palla di cannone e la data 3 giugno
1859, a ricordo della battaglia che qui si svolse fra francesi e austriaci.
CASSINETTA DI LUGAGNANO – Comune di pianura di antiche origini
Villa Visconti
Villa di antiche origini (terreni di proprietà dei Visconti
già nel 1392). L'edificio, frutto di numerose modifiche,
ha una pianta ad H, distribuito su tre piani, con l'asse
principale orientato a NO-SE, lungo il Naviglio, a cui il
palazzo volge il fianco. Il giardino doppio è disposto su
due piani: il primo, all'italiana, termina con una nicchia
centrale, davanti alla quale si svolgevano recite teatrali,
il secondo, all'inglese, fu progettato dal Balzaretto nel 1850 e presenta un grande prato
centrale con alberi ed anfiteatro; la parte retrostante è stata adattata a frutteto. La
cappella è formata da due ambienti, uno per il pubblico e l'altro con l'altare i cui affreschi
sono del Ferrario (1728). Nel lato sud-ovest si trovano i fabbricati civili e rustici (casa da
massaro e casa da pigionante). Attualmente la villa viene affittata per eventi, matrimoni,
convention.
Cascina Piatti
In origine di proprietà dalla famiglia
Piatti ma attualmente è passata alla
famiglia Negri. L'azienda è situata
all'interno di 2 parchi: del Ticino e
del Parco Agricolo Sud di Milano. La
cascina è uno dei 4 insediamenti
antichi che ha contribuito a formare
l'attuale territorio di Cassinetta, oggi
anche sede del Punto Parco che
presenta svariate attività: coltivazioni
di cereali, vendita diretta, ospitalità
in azienda, passeggiate, biciclette,
attività di animazione didattica,
"Passeggiata
botanica“
(visita
guidata
per
approfondire
la
conoscenza sui vegetali e per
ritrovare e ricordare i profumi, i
colori e i sapori di una volta).
Chiesa Sant’Antonio Abate
Dal ponte sul Naviglio spicca la
chiesa parrocchiale dedicata a
Sant'Antonio Abate. Voluta nel
1435 da Maffiolo Birago che si
può considerare il fondatore di
Cassinetta; rifatta nel 1731.
Villa Negri
Sontuosa villa settecentesca ubicata nella parte sud orientale di
Cassinetta, lungo il Naviglio Grande. Di proprietà della Famiglia
Negri fin dalla seconda metà del XIX secolo; costruita nel 1761 per
volere del Generale austriaco Dembowsky. Nel 1875 Gaetano
Negri, Sindaco di Milano e originario di Cassinetta, acquistò la villa
e l’adiacente Cascina Piatti. Inizialmente utilizzata come casa di
villeggiatura di famiglia; nel 1935 dopo il restauro divenne residenza
della Famiglia. L’edificio, a pianta a U, su due piani e con i due bracci laterali aperti in direzione
del giardino e il corpo centrale, è strutturato secondo i canoni della tipica residenza estiva di fine
settecento. Attualmente di proprietà privata, la villa è visitabile durante il periodo primaverile ed
estivo, o viene affittata per eventi, matrimoni, convention.
GAGGIANO – Comune di pianura di antiche origini
Madonna del Dosso
La cappella sorge fra i campi delle cascine
Baitana e Cantalupo, sulla collinetta del
Dosso. Il soffitto della chiesetta è in legno con
una piccola croce di cemento. Sopra l'altare
una tela dell'Annunciazione, probabilmente
dipinta ad imitazione di un identico soggetto
già presente nei secoli precedenti. Raffigurato
un affresco recentissimo (1987) con la
Madonna che allatta il bambino, fasciata di un
panno nero al posto dei panni azzurri e rosa
dell'iconografia religiosa.
Chiesa Sant’Invenzo
La chiesa dedicata a Sant'Invenzio, vescovo di
Pavia, fu edificata nel 1573 e si affaccia sul Naviglio
Grande. La facciata barocca presenta quattro nicchie
con statue, mentre l'interno è decorato da ricchi
affreschi e stucchi. La torre campanaria, progettata
dall'ingegner Ercole Turati, risale al 1606. Nel 1630
venne eretto sul piazzale della chiesa una colonna in
stile toscano sormontata da una croce in segno di
riconoscenza alla conservazione del borgo in
occasione della pestilenza. Tra il 1757 e il 1758, la
struttura della chiesa è stata ampliata nelle due
cappelle laterali dedicate a Sant'Antonio e San
Giuseppe e all'interno della chiesa si pose la statua
della Madonna delle Grazie, a ricordo della
protezione ricevuta durante il contagio del 1630. Un
pittore sconosciuto dipinse la glorificazione di
Sant'Invenzio sulla volta dell'edificio.
Lago Boscaccio
La struttura è costituita dal Lago e dalla
Cascina Boscaccio (area complessiva circa 85
ettari). Il lago è un bacino artificiale
rinaturalizzato (cava recuperata) di 35 ettari.
Si caratterizza per la presenza di un'avifauna
e di un'ittiofauna particolarmente ricche
(nell'ambiente intorno al lago trovano rifugio
circa 180 specie di volatili). La zona è stata
individuata come area di ripopolamento e cattura (divieto di caccia) ed è la stazione di
inanellamento dei volatili (gestita dal Gruppo Ornitologico Lombardo) della provincia
milanese. Le acque del lago ospitano numerose specie autoctone di pesci e
possiedono buoni caratteri di limpidezza (11 m di limpidezza nel rilevamento di aprile
97).Lungo il perimetro del lago si svolge un percorso pedonale. Sulle rive del lago è
situata la Cascina Boscaccio tipica lombarda a corte chiusa, di origine settecentesca
dedicata a S. Materno (con fondamenta originarie dell'XI secolo).
ASSAGO – Comune di pianura di antiche origini
Chiesa San Desiderio
La chiesa ha origini duecentesche
ed è stata trasformata nel 1400,
del cui secolo conserva molti
caratteri, anche se nel 1700 è
stata sopraelevata ed allungata.
All'interno sono custoditi affreschi
quattrocenteschi (La Natività e la
Madonna col Bambino, San
Sebastiano e San Rocco, San
Antonio, il patrono della chiesa e
del paese).
Cascina Villa Borromeo
Di origine settecentesca nel territorio di Assago è la cosiddetta Villa
Borromeo, situata tra via dei Caduti e piazza Risorgimento, che
costituì la dimora padronale di un vasto insediamento agricolo
comprendente sia la cascina Castello, dislocata nel nucleo storico
del paese dove oggi sorgono il complesso della Biblioteca
comunale e del Nuovo Centro Civico, che la cascina Cortegrande,
inattiva dagli anni settanta del nostro secolo quando sui suoi terreni
cominciò l’edificazione del complesso residenziale "La Grande" di
via Matteotti. La "Villa Borromeo", è sede degli uffici comunali.
ZIBIDO SAN GIACOMO – Comune di pianura di antiche origini
Cascina Salterio
A Moirago, di fronte alla quarta conca del Naviglio
Pavese, la cascina offre un esempio ottimo del
tipico insediamento della Bassa. Originata da un
convento del 1300, mostra un'ampia prospettiva
d'ingresso e un giardino alle spalle. Il complesso
consta della casa padronale, con corte e giardino,
della casa del fattore, delle case dei salariati, della
Pila e dello stallone.
Chiesa San Giacomo
La parrocchiale di San Giacomo, presso la piazza del municipio, è la presenza artistica ed
architettonica più importante della zona. La chiesa è a tre navate e ampio tiburio ottagonale,
esistente già nel sec. XII e ripresa nel XV; all’interno opere dovute alle scuole certosine e due figure
di Santi, rinvenute nel 1974 e attribuite alla cerchia di Bernardino Luini. Davanti alla chiesa la
testimonianza più antica dell’esistenza di una prima comunità, un sarcofago in pietra nel quale la
leggenda popolare dice siano state messe le spoglie di San Giacomo che S. Eustorgio stava
portando da Costantinopoli a Milano nell'anno 512.
Cascina Santa Marta
Complesso agricolo a corte chiusa, di aspetto ottocentesco, che riprende
le forme della cascina fortificata medievale, con all’ingresso una torre
merlata. La tipologia edilizia è quella propria della cascina lombarda
caratterizzata da edifici che si snodano attorno a due corti tra loro
comunicanti, ad eccezione di un fabbricato collocato all’esterno; come
consuetudine tali edifici ospitavano destinazioni d’uso molto articolate e
diversificate che andavano dalla residenza per i proprietari e le famiglie degli addetti alla attività agricola, alla zona destinata agli
allevamenti (stalle o porcilaie), alla zona per depositi e fienili, alla zona di prima trasformazione di prodotti (lavorazione del latte,
essiccatoio, …) e di manutenzione dei mezzi agricoli (fabbro). I caratteri architettonici presentano una linea sobria, l’impiego di
materiali poveri ed una distribuzione planimetrica interna esteriormente semplice. Dal 1996 la Cooperativa Santa Marta è impegnata
nella produzione e trasformazione di prodotti agricoli . Vendita diretta di riso, pasta, miele, dolci, sughi, marmellate.
MARCALLO CON CASONE – Comune di pianura di antiche origini
Villa Maggioni
Rappresenta il complesso più interessante dal
punto di vista urbanistico ed è costituita da due
corpi: il primo, edificato su impianto
seicentesco con uno schema ad "U" la cui
parte nobile si affaccia sulla piazza principale
di Marcallo, il secondo corpo è stato costituito
nel XVIII secolo ed unito con una costruzione
più bassa a parte dell'edificio preesistente.
Struttura edificata dalla famiglia Maggioni, ma la parte seicentesca venne in seguito
variata nelle sue forme mentre quella settecentesca conserva il proprio aspetto
originario ma sono andate perdute nel tempo le decorazioni presenti nell'edificio.
Chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso
L’originaria chiesa di San Nazzaro (XIII secolo) era strutturata ad aula unica con piccola abside semicircolare e
capriate a vista con copertura lignea. Le modifiche quattrocentesche portarono all’allungamento della chiesa verso
occidente e l’aggiunta di un'ala sulla sinistra della navata dove vengono poste cappelle minori. Nel ‘500 viene
aggiunto il fonte battesimale e l’altare di San Michele con modifica della facciata. Nel 1740 la chiesa viene
ricostruita: aggiunto abside con coro, un ampio presbiterio e quattro cappelle laterali (due per lato). Nel 1904 viene
aggiunto abside con coro, un ampio presbiterio e altre quattro cappelle laterali e nel 1931 viene costruito il campanile completato con un
concerto di otto campane in "sì“. La struttura della facciata dal colore tenue bianco-grigio è ripartita orrizzontalmente in tre fasce: la bassa
è decorata con lesene; la centrale è scandita da lastroni di pietra con lunetta in centro; la parte alta col timpano triangolare chiuso dalle
falde del tetto. La chiesa presenta un organo della bottega dei fratelli Prestinari ed una quadreria arricchitasi nei secoli: un Procaccini,
alcuni secenteschi ed un pregevole ciclo di affreschi dell'antica Cappella di San Michele.
Villa Jacini
La costruzione che ha nel suo perimetro due torri a forma ottagonale ed alte mura difensive, fu
opera della famiglia Crivelli. La villa e adiacente foresteria, riadattata con la funzione di residenza
estiva dei conti Jacini, comprende un nucleo centrale residenziale con la cucina ed i locali di
rappresentanza, mentre le camere da letto e gli appartamenti privati sono situati al primo piano.
Molti dei soffitti sono affrescati e davanti alla villa si estende un parco alberato di notevoli dimensioni
con piante centenarie.
Attualmente è di proprietà privata ed è oggetto di ristrutturazione per realizzare nuovi appartamenti
all'interno della villa ed in due nuovi corpi di fabbrica che saranno realizzati ove precedentemente
erano presenti gli edifici rurali.
SANTO STEFANO TICINO – Comune di pianura di antiche origini
Chiesa Santo Stefano
Chiesa dedicata al patrono del paese che ne dà il nome al comune. Venne costruita per
la necessità di ampliare la precedente chiesa parrocchiale. Il nuovo edificio venne
progettato dall'architetto Villa e la costruzione iniziò nel 1902 sotto la direzione del
capomastro Sartorio e terminato nel 1907. L'interno è contraddistinto da una ripresa dello
stile neoclassico non del tutto puro, con una ripartizione degli spazi in tre navate a dieci
colonne. L'altare maggiore è di stile barocco, risale al XVIII secolo, e proviene dalla
precedente chiesa parrocchiale che sorgeva nell'attuale piazza Pertini.
Il campanile, posto sul lato destro della struttura, venne costruito nel 1927, adornato poco
dopo con un concerto di 5 campane.
MORTARA – Cittadina di pianura di antichissime origini
Abbazia di Sant’Albino
Chiesa-abbazia fondata nel V secolo. La storia
dell'abbazia resta indissolubilmente legata alla battaglia
combattuta nelle sue più immediate vicinanze nel 773 tra i
Longobardi e l'esercito franco di Carlo Magno e si
confonde con gli echi leggendari delle gesta dei due
paladini franchi Amico (Amis) e Amelio (Amelie), scudieri
di Carlo Magno, periti proprio nel corso di quella battaglia.
Di loro si narra che, pur essendo stati inumati in due loculi
separati, furono ritrovati nello stesso sepolcro. Sulle pareti
si notano incisioni di pellegrini riguardanti il loro passaggio
e la data più antica ancora leggibile risale al 1100.
Basilica di San Lorenzo
Costruita in stile gotico lombardo fra il 1375 e il 1380 da Bernardino da Novara e poi restaurata
nel 1840 e successivamente nel 1916, esternamente presenta una facciata in cotto mentre
all'interno è ricca di opere d'arte, in particolare di dipinti di Paolo da Brescia, sostituiti da copie
ottocentesche, mentre gli originali sono conservati nella Galleria Sabauda a Torino, una tela
attribuita a Gaudenzio Ferrari, varie tele di Bernardino Lanino, una pala d'altare del Cerano ed
un notevole presepe di sculture lignee, opera di Lorenzo da Mortara.
Santuario della Madonna del Campo
L’esistenza dell’edificio è documentata sin dal 1145; della struttura originaria rimangono tracce
nelle colonne del tiburio ed in alcuni tratti della muratura.
Nella facciata la chiesa richiama le linee longobardo-gotiche tipiche della Lomellina. L’interno
con una navata unica è semplice ma di suggestiva eleganza. Otto nicchioni fungono all’interno
da cappelle, in essi sono posti affreschi di epoche varie tra cui la Madonna del Rosario con San
Rocco e San Domenico del XV secolo ed una Pietà di Cerano.
VIGEVANO – Città di pianura di origini molto antiche
Castello Visconteo
Un castello vero e proprio comincia ad essere
costruito a partire dal 1341 per volere di Luchino
Visconti. Il castello fu ampliato e abbellito nei decenni
successivi, sopratutto ad opera di Ludovico Maria
Sforza, detto il Moro, il quale commissionò a
Bramante il progetto di risistemazione, ampliandolo e
trasformandolo da antica rocca a ricca sede ducale.
Il Bramante progettò oltre alla Loggia delle Dame e
alla Falconiera anche la parte terminale della Torre
del Bramante.
Piazza Ducale
Fu voluta da Ludovico il Moro che fece abbattere le vecchie casupole intorno al castello; la
costruzione fu avviata nel 1493 su disegno di un architetto di scuola bramantesca e terminata
appena un anno dopo. Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che il progetto sia addirittura di
Leonardo da Vinci. Di grande effetto sono gli archi a tutto sesto, sostenuti da elegantissime
colonnine che corrono su tre lati del grande rettangolo, lungo 134 metri e largo 50. La piazza è
chiusa su un lato dalla facciata del Duomo, curiosa per la sua forma concava, disegnata nel 1680
da un vescovo-architetto di origine spagnola: Juan Caramuel de Lobkowitz.
Mulino di Mora Bassa
Questo edificio, voluto da Ludovico il Moro, presenta alcune caratteristiche architettoniche che
rimandano alle enormi capacità e conoscenze di Leonardo da Vinci, presente in quegli anni alla
corte sforzesca.
L’emozione di questo luogo è data anche dalla sala in cui avvenivano gli incontri tra il Moro e
Cecilia Gallerani, la “Dama con l’Ermellino” ritratta da Leonardo e dove la leggenda vuole che
aleggino ancora gli spiriti dei due amanti.
All’esterno il Mulino possiede un ampio giardino, una parte del quale ospita un percorsolaboratorio per lo studio dei sistemi di misurazione delle acque irrigue.
MEDE – Città di pianura di origini molto antiche
Castello San Giuliani
L'edificio, di una certa importanza in epoca medievale, è
solo un ricordo del castello di Mede. Non è oggi possibile
restituire con chiarezza l'impianto dell'edificio. Nelle
murature sono ancora visibili varie finestre archiacute
(alcune occluse). Significativa è la base scarpata della
costruzione, specchio della sua origine militare. Sottogronda
compare la tipica fascia decorativa a dentelli di mattone che
caratterizza le fortificazioni dell'area pavese. La facciata
settentrionale mostra anche un accenno di torricella,
originariamente merlata.
Chiesa della Confraternita della Santissima Trinità
Il Tempio, conosciuto come Chiesa della Santissima Trinità, era luogo di culto e sosta per i pellegrini di
passaggio che venivano ospitati nelle due costruzioni site dietro il coro. La facciata è in stile cinquecentesco,
mentre il campanile è barocco. Al momento della fondazione constava di una sola navata, alta e slanciata:
venne ampliata nel 1864, con l'aggiunta delle due navate laterali. Nel 1929, in occasione del Congresso
Eucaristico Diocesano, si effettuarono restauri all'interno e alla facciata che venne poi ridipinta nel 1967/68 a
spese del priore Camillo Masinari, che affidò ad Erminio Tondi il compito di restaurare il grande affresco che
adorna il timpano.
Chiesa parrocchiale di San Marziano e San Martino
Chiesa degli Angeli
Anticamente intitolata a San Francesco, poi dedicata al SS.
Sacramento, a San Michele e agli Angeli, apparteneva al convento di
Santa Marta, fondato nel 1581. Sopra la facciata della chiesa vi è un
affresco raffigurante San Michele, copia di un dipinto di Guido Reni.
La navata è fiancheggiata da tre
cappelle per lato. L'abside si apre
ampio con l'affresco che raffigura
l'Assunta circondata da angeli e da
figure simboliche. Il dipinto originario
era di Guglielmo Caccia, detto il
Moncalvo (ec. XVII) restaurato nel
1864 dal pittore Paolo Maggi di
Sannazzaro.
La Chiesa Parrocchiale, dedicata
ai santi Marziano e Martino, la cui
pianta risale al XIV secolo, sorse
su un precedente tempio pagano.
Il campanile della chiesa, alto 63
m con base quadrata di 5,50 m di
lato, fu costruito ai primi del
novecento e venne rinnovato il
concerto delle campane, con
l’acquisto di 6 bronzi fusi. Ognuna
delle campane issate ha un titolo e porta incisa una
invocazione: San Marziano, San Martino, Sacro
Cuore, Vergine Immacolata, San Siro e San
Giuseppe.
VOGHERA – Città di pianura di antichissime origini
Tempio Sacrario della Cavalleria
Superbo esempio di arte romanica nell'Oltre Po
Pavese, presenta al suo interno, murati sulle
pareti, gli stemmi dei 30 reggimenti che, nel
momento della sua massima espansione,
componevano l'Arma di Cavalleria, dello
Squadrone Sardo e Coloniali, più quelli della
Cavalleria Blindata dell’ultimo dopoguerra.
In anni recenti sono stati aggiunti gli stemmi dei Reggimenti della Cavalleria
dell’Aria, mentre sono in corso di realizzazione gli stemmi dei Reggimenti
Carristi, specialità inserita nell'Arma di Cavalleria solo nel 1999.
Duomo di San Lorenzo Martire
Il Duomo della città lombarda venne riedificato nei primi anni del XVII secolo secondo il
progetto realizzato dall’architetto bolognese Antonio Maria Corbetta. Soltanto verso la fine del
XIX secolo, però, venne terminato il prospetto progettato dall’ingegnere milanese Carlo
Macciachini. Internamente la pianta si presenta a tre navate coronate al centro da
un’imponente cupola. Particolarmente pregevole è la decorazione ad affresco raffigurante la
Madonna del Soccorso opera del 1496 attribuita a un certo Andrino di Edesia custodita
nell’altare seicentesco della Cappella del Soccorso. Di notevole interesse spicca
l’ottocentesco organo, e, custoditi nella sacrestia, i preziosi paramenti sacri dati in dono da
San Pio V nel 1571.
Castello Visconteo
Il castello Visconteo è una struttura fortificata particolarmente suggestiva. Alcune fonti
ritengono che il castello sia sorto in un periodo compreso fra l’888 e il 950. Considerata
una delle roccaforti più robuste dell’Oltrepò, venne ulteriormente rinforzata per volere dei
due podestà di Voghera nel 1330 per poi diventare dimora di Galeazzo Visconti nel 1372.
In seguito, su iniziativa di Galeazzo II Visconti il castello fu sottoposto ad ulteriore
potenziamento e nel 1361 ad altre modifiche per contrastare gli intenti di conquista del
marchese di Monferrato. Successivamente nel corso dei secoli divenne residenza di
diverse famiglie nobili, dagli Sforza ai Gonzaga.
STRADELLA – Cittadina collinare di origini romane
Torre Civica
La torre civica, unico resto del castello del tardo
medioevo, subì molti danni durante l’epoca
napoleonica e fu distrutta nel 1845. La pianta è
quadrata e nella parte superiore vi è collocato un
ornamento con caditoie e merli, aggiunto
probabilmente nel XV secolo, mentre la cella
campanaria è ottocentesca.
Basilica di San Marcello in Montalino
La chiesa di San Marcello, ottimo esempio di arte romanica, è stata costruita sopra una
chiesa precedente risalente all’anno mille. È costituita interamente in cotto e arenaria
(tipica della zona). La facciata ha la caratteristica forma romanica a capanna e comprende
due monofore. La struttura è divisa in tre navate e include l’abside maggiore. Manca la
zona absidale laterale di destra perché è stata sostituita con la base del campanile
recentemente costruito. All’interno si possono osservare pregevoli affreschi datati al 1300
raffiguranti scene sacre.
Fontana dei 4 Cannoni
La fontana è così denominata dalla dizione dialettale delle 4 cannule
dalle quali sgorga l'acqua che, convogliata dalle colline adiacenti con
appositi canali sotterranei, si immette nelle due sottostanti vasche di
granito. Quest'acqua, freschissima, fu bevuta nel 1706 alla mensa del
principe Eugenio di Savoia di passaggio a Stradella.
Palazzo Isimbardi
Attuale sede del Municipio di Stradella, dove soggiornò per un breve periodo il Parini e dove si
conservano ancora oggi affreschi barocchi. Di grande fascino lo scalone e la cappella oggi Sala
della Cultura.
Proposta di un sistema di fruizione turistica integrata
Il Naviglio Grande, e il territorio attraversato, rappresenta l’area più adatta del territorio milanese per
sperimentare un’attività di fruizione turistica integrata tra battello e bicicletta.
In un contesto territoriale di scala vasta, quindi da Milano a Lonate Pozzolo passando per Abbiategrasso, si
possono individuare due principali sub ambiti nei quali l’offerta turistica si può differenziare: il tratto da Milano ad
Abbiategrasso – caratterizzato dalla presenza dell’urbanizzazione diffusa e dei collegamenti viari e ferroviari con
Milano – e il tratto da Abbiategrasso a Lonate Pozzolo – un territorio lento, capace di distaccarsi dai centri urbani
limitrofi e individuare nel paesaggio agricolo la sua peculiarità paesaggistica.
Si propongono itinerari possibili
battello e bicicletta.
che andranno ad implementare quelli esistenti con l’integrazione autobus,
Itinerario dei fontanili
Itinerario Camminando sull’acqua
LET 4 – Terre d’acqua e cascine
Lunghezza percorso: 28 Km
Circuito che ci porta nel Parco Sud in una
terra ricca di acqua a cominciare dal Naviglio
Grande in Gaggiano (FS punto di partenza
del circuito). Il percorso si snoda subito in un
ambiente agricolo, incontrando la Cappella
della Madonna del Dosso, Lago Boscaccio e
l’omonima cascina; di cascina in cascina
arriva ai laghi Carcana a Zibido San
Giacomo dove si incontrano anche la Chiesa
di San Giacomo e numerose attività agricole.
Il percorso attraversa inoltre numerose
marcite tra Zibido, Mairano e Noviglio per
tornare in un ambiente rurale a Gaggiano.
Itinerario Abbiategrasso – Morimondo – Ozzero (PTRA Navigli)
Itinerari Naviglio Grande
Bernate Ticino – Boffalora Sopra Ticino
(km 5,41)
Boffalora Sopra Ticino – Magenta
(km 9,68)
Magenta – La Fagiana di Magenta
(km 12)
Magenta – Robecco sul Naviglio
(km 7,96)
Robecco sul Naviglio – Cassinetta di
Lugagnana (km 10,4)
Abbiategrasso – Cassinetta di Lugagnana
(km 11,6)
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