ABLAZIONE TRANSCATETERE L’ablazione transcatetere e’ una metodica invasiva che si pone l’obiettivo di determinare una lesione endocardica permanente in una zona anatomicamente responsabile dell’inizio e/o del mantenimento di una aritmia senza compromettere l’integrita’ del miocardio e dei vasi cardiaci; la lesione viene dunque applicata per eliminare un’attivita’ focale aritmogena oppure per interrompere un circuito di rientro. Questo tipo di terapia puo’ essere la “cura” definitiva per la maggior parte delle aritmie soprav. (wpw, tpsv, flutter atriale, f.a.) e di alcune tv (in genere alcune monomorfe, inducibili e ben tollerate emodinamicamente). Sinteticamente la procedura , che si deve svolgere in una sala di elettrofisiologia adeguatamente attrezzata, consiste nell’introduzione di alcuni cateteri da elettrofisologia e uno da ablazione nelle cavità cardiache al fine di registrare i diversi potenziali endocavitari; attraverso uno studio elettrofisiologico si cerca di indurre l’aritmia o comunque di individuare una sona di miocardio responsabile della stessa, determinando infine una lesione irreversibile che la elimini definitivamente. LA SALA DI ELETTROFISIOLOGIA L’ Ablazione si svolge in una sala di elettrofisiologia attrezzata nel modo seguente: - apparecchiatura radiologica attrezzatura per monitoraggio cruento della pressione arteriosa ,elettrocardiogramma di superficie, saturazione di ossigeno poligrafo con 12-24 canali per l’eletrocardiogramma di superficie e le registrazioni endocavitarie generatore di radiofrequenza defibrillatore esterno, preferibilmente bifasico, collegato al pz con placche R2 LA PROCEDURA La prima fase e’ quella del posizionamento dei cateteri, che avviene attraverso gli accessi dx (nel ns centro viene in genere usata la vena femorale dx o sx e la vena giugulare interna dx). Le cavità sx possono essere raggiunte tramite l’arteria femorale dx o attraverso un forame ovale pervio, o con una tecnica particolare, per via transettale. Il numero di cateteri utilizzati puo’ essere variabile: in genere da 2 a 4, a seconda dell’ aritmia da trattare, per registrare i potenziali atriali e ventricolari, dal seno coronarico, dal fascio di his; di regola nella stessa seduta, allo scopo di individuare il bersaglio, viene eseguito uno studio elettrofisiologico per indurre l’ aritmia e comunque per arrivare con il catetere ablatore a individuare una zona che si presume sia responsabile della stessa: questo processo viene chiamato di Mappaggio. A questo punto si procede all’ erogazione in radiofrequenza, con monitoraggio continuo di impedenza , durata e temperatura e cut-off automatico per livelli determinati di impedenza. In sala deve essere inoltre disponibile il necessario per la rianimazione cardiopolmonare, l’ aspirazione, l’intubazione e la ventilazione. PREPARAZIONE DEL PAZIENTE Il paziente va informato accuratamente sulla procedura che verra’ eseguita e dovra’ firmare l’attuale modulo di consenso informato e essere a digiuno. Prima di entrare in sala cateteri vanno controllate tutte le attrezzature, la temperatura della sala e compilata l’apposita check-list di verifica. IL paziente e’ monitorizzato con: un poligrafo che permette la visualizzazione delle tracce di superficie che di quelle enodocavitarie; con un monitor_defibrillatore esterno con bip sonoro;(vengono utilizzate le placche autoadesive R2 nel caso di induzione di tv); un sistema di misurazione della PA; la monitorizzazione della tensione ematica dell’ossigeno in modo non invasivo. Per una migliore risoluzione delle tracce di superficie e’ necessario detergere accuratamente la cute prima dell’applicazione delle plachette adesive, in questo caso saranno radiopache permettendo una migliore visualizzazione dei cateteri. Il paziente viene depilato all’inguine e dove decorre la giugulare esterna,(tramite questa via si introdurra’ un catetere che verra’ posizionato in seno coronarico) con apposito rasoio pulito con sapone antisettico e disinfettato con soluzioni iodofore. La preparazione deve essere eseguita accuratamente onde evitare l’introduzione di organismi patogeni all’interno del sistema circolatorio. Vanno contenzionati gli arti superiori e inferiori in modo da evitare movimenti involontari e l’inquinamento del campo sterile. Accesso venoso multivie, rimozione delle protesi dentarie. La durata di queste procedure e’ variabile quindi e’ necessario inserire un catetere vescicale onde evitare la rimozione del campo sterile e attuare la sedazione del paziente secondo schema. Nel nostro centro viene eseguita 1 fiala di Midazolan 5 mg im mezz’ora prima dell’inizio e durante la procedura tramite pompa siringa infusione di 15 mg di midazolan diluito in 100cc di fisiologica (la velocita’ di infusione e’ determinata dal peso e dall’eta’ del paziente). In alcuni casi viene associato 1 fiala di Fentanil 0.1 mg in 100cc di fisiologica pure questo in pompa siringa, velocita’ di infusione secondo schema, oppure 1 fiala di Morfina i.m. Un paziente ben sedato facilita la procedura. COMPLICANZE Correlate all’erogazione di radiofrequenza e alla sede di lesione: - blocco atrio-ventricolare completo che necessita di impianto pace-maker definitivo in caso di ablazioni di tachicardie reciprocanti idionodali o di vie accessorie parahissiane ( rischio 0,5%) - danno valvolare o pericardico in caso di vie accessorie postero-settali o postero sinistre (rischio 0,5%) Di tipo sistemico: - infezioni, fenomeni tromboembolici ed emorragici di vario grado (rischio inf. 0,5%) CONCLUSIONI L’ ablazione transcatetere determina la risoluzione permanente di un’aritmia, liberando i pz non solo da una sintomatologia fastidiosa, talvolta con un forte impatto negativo sulla qualita’ della vita, ma anche dalla schiavitu’ di terapie farmacologiche non prive di effetti correlati, e non sempre di efficacia soddisfacente. PTCA PRIMARIA NEL PAZIENTE CON IMA RESUSCITATO DA ARRESTO CARDIACO. Fontana D, Debenedetti F, Giarrusso S, Pattaro I, Volonghi M. Dipartimento Cardiologia Ospedali del Tigullio. Laboratorio di Emodinamica. L’angioplastica primaria rappresenta attualmente il trattamento riperfusivo più efficace per i pz con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST( STEMI). Nel 5%-10% dei casi un infarto miocardico acuto porta ad arresto cardiaco per fibrillazione ventricolare entro le prime ore dall’insorgenza dei sintomi e questa complicanza grave incrementa di 15 volte il rischio di morte per il paziente. Più della metà delle morti dovute ad infarto miocardico avvengono al di fuori dell’ospedale ed entro poche ore dall’insorgenza dei sintomi e la causa più frequente è una aritmia ventricolare. Lo scopo della terapia riperfusiva dell’infarto miocardico è quella di ottenere una completa e duratura riperfusione della coronaria responsabile dell’infarto, nel più breve tempo possibile, permettendo così di ridurre la mortalità e la morbilità. L’ESPERIENZA DEL DIPARTIMENTO DI CARDIOLOGIA DEL TIGULLIO. Abbiamo analizzato retrospettivamente l’incidenza e la prognosi dei pazienti che sono stati sottoposti nel nostro laboratorio di emodinamica ad esame coronarografico urgente e PTCA dopo essere stati rianimati per un arresto cardiaco secondario ad infarto miocardico acuto con sopralivellamento del tratto ST/T nel periodo tra il 1° gennaio 2003 ed il 31 dicembre 2007. Nello studio sono stati inclusi tutti i pazienti con IMA ST sopra complicato da arresto cardiaco ripreso con recupero di una attività cardiaca spontanea (ROSC). Tra il 1° gennaio 2003 ed il 31 dicembre 2007 su un totale di 620 pazienti ricoverati presso il nostro dipartimento e sottoposti a PTCA primaria, 35 (5.6 %) hanno avuto un arresto cardiaco con ROSC (definito come ripristino di un ritmo cardiaco organizzato ed un polso arterioso palpabile o presenza di una pressione arteriosa misurabile per almeno 5 minuti)(Figura 1). 300 289 246 250 2003 2004 2005 2006 2007 200 150 141 150 146 120 80 100 57 54 59 50 3 3 9 9 11 0 PTCA totali PTCA primaria IMA + arresto Nello stesso periodo nel territorio della ASL 4 chiavarese il sistema dell'emergenza (118) ha soccorso 1437 paziente per arresto cardiaco, di cui 689 (48%) sono stati trattati secondo protocollo ACLS, con 236 (34%) ROSC; in 35 (15 %) di questi ultimi sono stati riscontrati segni elettrocardiografici di IMA ST sopraslivellato e quindi sottoposti ad esame coronarografico urgente e PTCA primaria (Figura 2). AC 2003-2007 SOTTOPOSTI A MANOVRE RIANIMATORIE 689 ROSC 236 (34%) ROSC NON IMA ROSC CON IMA 201 (85%) 35 (15%) PTCA PRIMARIA Figura 2 Dei 35 pazienti arruolati 24 (69%) hanno avuto un arresto cardiaco al di fuori dell’ospedale e 11 (31%) in ospedale . Per i pazienti che hanno avuto l’arresto cardiaco al di fuori dell’ospedale la latenza media tra arresto e ROSC è stata di 5.25 ± 3.1 minuti mentre per il gruppo di pazienti che hanno avuto un arresto “testimoniato” la latenza tra arresto e ROSC è stata < 1 minuto. La PTCA è stata effettuata in 29 pazienti (82%) ed in questi è stata efficace in 26 (89 %). La sopravvivenza intraospedaliera, a 30 giorni, a 6 mesi ad al termine del follow up ( 22 ± 15.6 mesi) di questi pazienti è riportata nella Figura 3. sopravvivenza in % 80 75 74 74 70 70 65 62 60 55 50 intraosp 30 giorni 6 mesi fine FU Figura 3. Dalla nostra casistica si evidenzia, in analogia ad altri recenti lavori mono e multicentrici, che la maggioranza dei pazienti che riesce ad effettuare la PTCA primaria dopo arresto cardiaco viene dimessa viva e ha una buona sopravvivenza a distanza, giustificando così l’uso estensivo di questa metodica. Tuttavia, l’arresto cardiaco rappresenta un fattore prognostico negativo perché la sopravvivenza di questi pazienti nella fase acuta ospedaliera è nettamente inferiore rispetto a quella con IMA senza arresto; nei pazienti dimessi, la sopravvivenza si mantiene elevata nei follow-up a distanza. I dati della nostra casistica sono in linea con quelli riportati in letteratura. I fattori prognostici principali sono rappresentati sicuramente dalla precocità di intervento per quanto riguarda il riconoscimento e cura della causa dell’arresto cardiaco che nella maggior parte dei casi è dovuto ad una fibrillazione ventricolare e da una rapida ed efficace rivascolarizzazione miocardica dell’arteria responsabile dell’infarto. TRATTAMENTO. Il trattamento sul pz è eseguito da un Sistema di Servizi Integrato,formato da personale medico e non medico:-Dip. delle Emergenze (118),Dip. di Cardiologia e Dip. Anestesia e Rianimazione. Abbiamo detto che l’obiettivo principale è la più rapida riperfusione della coronaria,ma non tralasciamo gli altri: - aumentare il numero di pz che giungono vivi in ospedale, - accogliere il pz in UTIC, - accogliere il pz in Sala di Emodinamica, - assistenza ventilatoria, - trasporto in Utir o Utic. TRATTAMENTO SUL TERRITORIO. Il pz viene trattato dall’equipe del 118,cioè vengono attuate le procedure del BLSD e ALS: - il pz viene monitorato ed eventualmente defibrillato, - massaggio cardiaco esterno, - viene incanulata un vena per infondere liquidi e farmaci, (sedativi,nitroderivati,antiaritmici), - intubazione e ventilazione, - il pz viene stabilizzato. Una volta fatta la diagnosi di STEMI con ECG 12 derivazioni,viene inviato il fax dell’ECG al cardiologo,viene attivata l’equipe di Cardiologia (abbiamo parlato di questo in altre relazioni): -Utic, -Laboratorio di emodinamica (2 infermieri,1 medico e 1 tecnico di radiologia). In realtà la nostra equipe è formata solo da 1 medico e 2 infermieri. TRASPORTO DAL TERRITORIO IN OSPEDALE. I pz giungono in Utic assistiti dal 1 medico e da 2 infermieri del 118,transitando senza sostare in Pronto Soccorso (accesso diretto). Il Cardiologo chiede il consenso scritto ai congiunti per poter eseguire la coronarografia e l’ eventuale angioplastica. In Utic i pz vengono eventualmente stabilizzati,tolti gli abiti,si effettua una tricotomia bilaterale a calzoncino e una prima disinfezione con Iodiopovidone,viene incanulata una seconda vena (serve per l’infusione dell’ Abcximab,che è un antiaggregante piastrinico),si posiziona il catetere vescicale (se necessita). Viene chiamato il rianimatore e si trasporta il pz in Laboratorio di Emodinamica. LABORATORIO DI EMODINAMICA. Il personale della nostra sala è composto da 1 cardiologo,2 infermieri tecnici di emodinamica,1anestesista-rianimatore. In sala di emodinamica: -si posiziona il pz sul lettino angiografico, -si monitorizza il pz con elettrodi radiotrasparenti, -si esegue l’ECG basale, -si monitorizzano anche la pressione arteriosa non invasiva e la saturazione O2. -se non è stato eseguito in Utic,si esegue un prelievo venoso basale. Il pz viene ventilato con pallone autoespansibile o con l’ausilio di un Respiratore polmonare,in questo caso viene eventualmente sedato e curarizzato. Si prepara il campo sterile e il materiale per eseguire la procedura. Si esegue la coronarografia e l’eventuale angioplastica. COMPLICANZE. Può succedere che il pz vada in arresto cardiaco durante la procedura. Contemporaneamente dobbiamo: -ripristinare le funzioni vitali, -ricercare la causa: ostruzione acuta della coronaria causata da trombi (molto frequente se si ostruisce il tronco comune),embolia,aritmie da riperfusione, -intervenire cercando di disostruire rapidamente la coronaria. Gli infermieri di sala hanno compiti ben precisi: -un infermiere collabora con il medico operatore. -L’altro infermiere chiama urgentemente l’anestesista e ventila il pz fino al suo arrivo,prepara i farmaci: Midarine,Atracurio,Midazolam,Adrenalina,Atropina,Lidocaina. Prepara l’occorente per l’intubazione endotracheale e collabora con lui durante l’emergenza: massaggio cardiaco esterno,defibrillazione,ventilazione,intubazione. A causa di bradicardia o blocco atrio-ventricolare,eventi non rari nell’IMA,può essere necessario anche l’applicazione di un Pace-maker temporaneo tramite la vena femorale. FINE TRATTAMENTO. Al termine del trattamento si riaccompagna il pz in: -Utir: se il pz necessita di assistenza farmacologica (curari e sedativi)e assistenza ventilatoria con l’ausilio di un respiratore polmonare, -Utic: se non necessita di assistenza ventilatoria,quindi il pz viene svegliato e tranquillizzato. Gli viene spiegato in modo semplice e pacato quello che gli è successo e quello che gli abbiamo fatto. L’informazione costante,la padronanza nell’esecuzione di ogni manovra contribuiscono a far accettare in modo collaborativo una situazione altamente drammatica. EVENT RECORDER E LOOP RECORDER ESTERNI. Pattaro I., Fontana D., Volonghi M., Debenedetti F.,Giarrusso S. Centro di aritmologia ed emodinamica interventistica di Lavagna. Sono dispositivi diagnostici che permettono il monitoraggio dell’ecg prolungato nel tempo. Le indicazioni sono rivolte a quei pz che presentano aritmie come causa di palpitazioni o pz soggetti a sincopi inspiegate e frequenti. L’event recorder consta di un sistema di registrazione a 2 canali ad attivazione manuale, le dimensioni sono ridotte , non ha bisogno di elettrodi adesivi,non vi è la presenza di cavi di monitoraggio ha un basso consumo energetico , facilità di registrazione una volta istruito il pz che ne usufruisce. I limiti di questo dispositivo ,sono la poca memoria, solo2 registrazioni per un tempo di 30’, la configurazione delle tracce non modificabile ,l’assenza di registrazione retrograda,la durata della registrazione che risulta essere fissa quindi non programmabile. Altro dispositivo utilizzato presso il nostro centro aritmologico, è il Loop recorder esterno, ha un sistema di registrazione a 2 canali ad attivazione manuale , è formato da un apparecchio che contiene una memory card e dei cavi per il monitoraggio. I vantaggi di questi dispositivo sono,la possibilità di programmare il numero e la durata delle registrazioni ,avere 2 tracce ecg con il trend della frequenza ,capacità di registrazione retrograda, possibilità di archiviazione dei dati su p.c.. Gli svantaggi del sistema,sono la scarsa manegevolezza dovuta alla presenza di elettrodi adesivi con cavetti di connessione,un alto consumo energetico,(almeno 2 pile stilo al giorno). Un altro dispositivo utilizzato presso il nostro centro ,è il Loop recorder esterno trans telefonico, ovvero un sistema di registrazione con invio trans telefonico al centro aritmologico attraverso un call centre. I dispositivi a disposizione nel nostro centro, permettono a seconda del modello utilizzato ,di avere registrazione con una unica traccia ecg ,oppure di avere registrazioni con 3 derivazioni ecg. I vantaggi di questi dispositivi ,sono le dimensioni ridotte ,i pesi contenuti la possibilità di avere 3 tracce ecg ,la possibilità di trasmissione transtelefonica ,minimo consumo energetico,possibilità di monitorizzare l’ecg del pz per lunghi periodi 30 gg.,impostare e registrare in automatico gli episodi spontanei,senza l’ attivazione manuale. Gli svantaggi riguardano essenzialmente la ricezione ed elaborazione del segnale ovvero la presenza di artefatti durante la trasmissione dei dati, e l’annullamento della memoria in caso di sostituzione della batteria prima dell’invio dell’ecg registrato. GESTIONE DELLE COMPLICANZE Dipartimento di Cardiologia ASL4 Centro di aritmologia ed emodinamica interventistica Volonghi M., Fontana D., Giarrusso S., Pattaro I., Debenedetti F. COMPLICANZE ARITMICHE EMODINAMICHE MECCANICHE ALTRE ARITMICHE ARITMIE IPERCINETICHE SOPRAVENTRICOLARI ARITMIE IPERCINETICHE VENTRICOLARI ARITMIE IPOCINETICHE ARITMIE IPERCINETICHE S.V. FIBRILLAZIONE ATRIALE - FLUTTER ATRIALE: la comparsa di FA o FLA in corso di IMA si associa a scompenso cardiaco, bassa portata, pericardite, infarto atriale sinistro. Si determina quindi una riduzione della gittata cardiaca e un aumento di consumo miocardico di O2 che può portare ad un estensione dell'IMA. INTERVENTO Ottenere un rapido controllo della frequenza ventricolare con : farmaci (amiodarone.........) shock sincronizzato (CVE) ARITMIE IPERCINETICHE VENTRICOLARI TACHICARDIA VENTRICOLARE MONOMORFA SOSTENUTA TACHICARDIAVENTRICOLARE POLIMORFA SOSTENUTA FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE INTERVENTO TACHICARDIA VENTRICOLARE MONOMORFA SOSTENUTA: se FC < 150 bpm terapia farmacologica ( lidocaina, procainamide….) se FC > 150 bpm e associato ad angina o instabilità emodinamica shock d’urgenza sincronizzato. INTERVENTO TACHICARDIA VENTRICOLARE POLIMORFA SOSTENUTA: shock d'emergenza desincronizzato FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE: shock d'emergenza desincronizzato, intubazione, ventilazione, rianimazione cardiopolmonare farmaci (adrenalina, lidocaina.......) ARITMIE IPOCINETICHE BRADICARDIA SINUSALE BAV DI I-II-III GRADO BLOCCHI INTRAVENTRICOLARI ASISTOLIA INTERVENTO BRADICARDIA SINUSALE: frequente nell'IMA inferiore, se associato ad ipotensione arteriosa, scompenso cardiaco e aritmie ventricolari va trattato con farmaci (atropina) o in assenza di risposta con PM temporaneo. INTERVENTO BAV di I grado: non necessita di trattamento BAV di II grado: spesso si complica con un BAV completo, quindi se la FC<40 bpm è indicato il PM temporaneo BAV di III grado: impianto di PM temporaneo ASISTOLIA : impianto PM temporaneo. COMPLICANZE EMODINAMICHE SCOMPENSO VENTRICOLARE SINISTRO SHOCK CARDIOGENO INTERVENTO SCOMPENSO VENTRICOLARE SINISTRO: può provocare stasi polmonare, EPA, shock cardiogeno. L'EPA va trattato con farmaci (furosemide, nitroglicerina..........), intubazione endotracheale se necessaria. SHOCK CARDIOGENO : va trattato con farmaci (noradrenalina, dopamina, dobutamina........) e l'mpiego del Contropulsatore Aortico. L'unico trattamento che però riduce e risolve questa complicanza è la riapertura precoce della coronaria responsabile dell'IMA. COMLICANZE MECCANICHE DISSECAZIONE TRONCO COMUNE DISSECAZIONE CORONARICA ROTTURA DELLA CORONARIA ROTTURA DEL MUSCOLO PAPILLARE ROTTURA DI CUORE TAMPONAMENTO CARDIACO INTERVENTO DISSECAZIONE DEL TRONCO COMUNE : richiede l'immediato posizionamento di uno STENT, o intervento cardiochirurgico d'urgenza. INTERVENTO DISSECAZIONE DELLA CORONARIA: richiede l'immediato posizionamento di uno STENT. INTERVENTO ROTTURA DELLA CORONARIA : richiede l'immediato posizionamento di un pallone per tamponare, si valuta tramite test con MDC la zona della rottura e si posiziona uno STENT ricoperto. INTERVENTO ROTTURA DEL MUSCOLO PAPILLARE: determina una grave insufficienza mitralica acuta con improvviso EPA o Shock circolatorio. La rottura completa è rapidamente mortale, la rottura parziale richiede un intervento cardiochirurgico d'urgenza (entro le 4 ore) con sostituzione o plastica valvolare ed eventuale by - pass aorto-coronarico. In attesa dell'intervento chirurgico il trattamento prevede: O2, furosemide, TNT, Contropulsatore Aortico, eventuale ventilazione meccanica. INTERVENTO ROTTURA DI CUORE: morte immediata se acuta, può essere riparata chirurgicamente se sub acuta. INTERVENTO TAMPONAMENTO CARDIACO: da trattare con pericardiocentesi d'urgenza e farmaci antagonisti dell'eparina (protamina solfato). ALTRE ALLERGIA A MEZZO DI CONTRASTO INTERVENTO ALLERGIA A MEZZO DI CONTRASTO: può dare sintomi lievi come CONGESTIONE NASALE e ORTICARIA, o gravi come BRONCOSPASMO, EDEMA LARINGEO e SHOCK ANAFILATTICO. Nel caso di gravi reazioni a mezzo di contrasto si interviene con farmaci : ADRENALINA s.c., ADRENALINA e.v., ANTISTAMINICI e.v., e se necessario con VENTILAZIONE ASSISTITA, eventuale INTUBAZIONE e ASSISTENZA CARDIOCIRCOLATORIA. CONCLUSIONI 1 Tutto quello che è stato detto e spiegato è, in sintesi, ciò che andrebbe fatto durante una PTCA nel caso di una complicanza. E' logico che per un infermiere è di vitale importanza sapersi muovere con disinvoltura durante l' urgenza, quindi sapere cosa fare, dove si trovano materiale e farmaci, ma ancor di più saper riconoscere precocemente situazioni che possono portare a gravi conseguenze per il paziente. CONCLUSIONI 2 L'infermiere deve essere concentrato su quello che sta accadendo in sala. L'infermiere deve controllare costantemente PA, FC, SO2, RITMO. L'infermiere deve riconoscere i sintomi che possono portare a complicanze, è necessario quindi che il paziente sia sempre tenuto sotto controllo sia attraverso il MONITOR, che ne rileva i parametri, ma anche semplicemente osservandolo. GRAZIE A TUTTI. LOOP RECORDER IMPIANTABILE. Pattaro I., Fontana D., Volonghi M. Debenedetti F. ,Giarrusso S. Centro di aritmologia ed emodinamica interventistica di Lavagna. Dispositivo contenente 2 elettrodi in grado di registrare e cancellare in continuazione l' ecg del pz. durante episodi sintomatici.Viene impiantato sottocute nella regione pettorale sinistra. Memorizza eventi registrati dal pz con l' attivazione manuale ed eventi registrati automaticamente, rilevando ritmi cardiaci anomali, anche quando il pz è asintomatico e non ha attivato il dispositivo. Caratteristiche del dispositivo sono l'assenza di elettrocateteri, la durata della batteria di almeno 18 mesi e le dimensioni ridotte. La possibilità di registrazione ecg per almeno 18 mesi aumenta le probabilità di documentare con ecg un evento sincopale. Il numero e la durata delle registrazioni possono essere programmate, il dispositivo permette pure la registrazione retrograda dell'evento. Aspetti negativi del dispositivo sono, la necessità di un piccolo intervento per l' impianto eseguito in anestesia locale , il ricovero in regime di day surgery, una sola traccia ecg e ,da non sottovalutare ,il costo. Presso il nostro centro è stato eseguito uno studio, per valutare l' efficacia diagnostica e la sicurezza del loop recorder impiantabile nei pazienti con sincope inspiegata dopo gli esami convenzionali, in presenza o assenza di cardiopatia organica. I criteri di inclusione riguardano pazienti con sincope inspiegata al termine delle usuali indagini non invasive o gravità della sincope tale da richiedere una precisa diagnosi eziologica in funzione di una terapia mirata. I risultati hanno permesso di ottenere diagnosi formulate, scoprire casi di sincope, casi di perdita di coscienza non sincopale . I pazienti che hanno fatto riferimento al nostro centro aritmologico perché affetti da episodi sincopali ,sono stati 2057 ,dal dicembre 2000 -2004. -371 (18%),al termine della valutazione sono risultati come sincopi da eziologia sconosciuta, -103 (28%) ,sono stati impiantati,presentavano una età compresa tra 69+-11,di cui 38 con cardiopatia organica, 65 con assenza di cardiopatia. Nel follow-up a 14+-10 mesi, abbiamo avuto 26 casi di mancata recidiva sincopale , 2 casi di mancata attivazione del loop-recorder ,in 20 casi la registrazione è tutt'ora in corso. -55 sono state le diagnosi formulate (53%) ,52 casi di sincope (50%), 3 casi di perdita di coscienza non sincopale, 1 decesso per morte improvvisa. IMPIANTO DI L.R I.. Il paziente viene ricoverato in regime di day surgery, la preparazione all'impianto è semplice e veloce. Depilazione, detersione e disinfezione della zona con sostanze iodofore, copertura antibiotica per le prime 24 ore. Sono sufficienti due operatori , un medico e un infermiere ,non è necessaria radioscopia. Il materiale necessario per l'impianto è un kit sterile di teleria e un kit di ferri chirurgici. Al termine dell'impianto il paziente è mobilizzato, viene programmato il dispositivo con l'apposito programmatore e quindi vengono date tutte le indicazioni per l'utilizzo prima della dimissione. PTCA PRIMARIA metodica e assistenza DIPARTMENTO DI CARDIOLOGIA ASL4 LABORATORIO DI EMODINAMICA OSPEDALE RIBOLI DI LAVAGNA I.P. GIARRUSSO S. Volonghi M.,Pattaro I.,Fontana D., Debenedetti F. ANGIOPLASTICA CORONARICA PTCA o LA PTCA PERCUTANEA E' UNA PROCEDURA INTERVENTISTICA CHE VIENE ESEGUITA MEDIANTE PALLONI POSIZIONATI A LIVELLO DELLE STENOSI CORONARICHE ALLARGANDOLE, IL RISULTATO PUO' ESSERE CONSOLIDATO APPLICANDO A LIVELLO DELLA STENOSI UNO STENT TIPI DI PTCA o DIPENDONO DALLA SITUAZIONE CLINICA NELLA QUALE VENGONO ESEGUITE: o o ELETTIVE: subito dopo la coro, o nei giorni successivi o o NON ELETTIVE:primarie in corso di IMA ST o o PTCA PRIMARIA o PER LA GESTIONE RAPIDA E AFFIDABILE DI QUESTA EMERGENZA CARDIOLOGICA E' PRESENTE NEL NOSTRO COMPRENSORIO UNA ORGANIZZAZIONE DETTA RETE PER LA TERAPIA DELL'IMA PTCA PRIMARIA o QUANDO POSSIBILE QUESTO COORDINAMENTO DI AZIONI PERMETTE IL PASSAGGIO DIRETTO DI PZ CON IMA ST SOP., DAL MEZZO DI SOCCORSO AVANZATO 118 AL LAB. DI EMODINAMICA o o SCOPO: o o OTTIMIZZARE I TEMPI DI INTERVENTO, o RAZIONALIZZARE AL MAX.LIVELLO I RAPPORTI TRA U. O. CARDIOLOGICA-DEA 118 o OBIETTIVO - RIDUZIONE DEI TEMPI DI TRATTAMENTO DEL PZ - TEMPO 1° CONTATTO MEDICO 118 - PTCA < 90 min Protocollo concordato 118/cardiologia Lavagna - Arrivo sul luogo dell'evento équipe 118. - ECG 12 derivazioni. - Se IMA il medico118 chiama il cardiol. di guardia. - Invio tramite fax - gprs del tracciato. - conferma diagnostica della diagnosi. - il cardiol. attiva la sala di emod.chiamando lo staff. - il medico 118 tratta pz MONA e lo informa sulla procedura di ptca in programma. - il pz con diagnosi di STEMI transita in PS senza triage e viene accompagnato dall' equipe 118 direttamente insala di emodinamica. FORMAZIONE TEAM I.P. - PER L'ACCOGLIENZA DEL PZ CON IMA DIRETTAMENTE IN SALA DI EMODINAD. - MAX COLLABORAZIONE: - I.P.SALA DI EMODINAMICA - I.P. DI UTIC - I.P. 118/PS PROTOCOLLO DI ASSISTENZA ANCHE SE SI DEVONO SEGUIRE PROCEDURE PRE DEFINITE , ALCUNE SITUAZIONI POSSONO RICHIEDERE SCOSTAMENTI DAGLI ABITUALI SCHEMI COLLAUDATI FONDAMENTALE DIMOSTRARE ELASTICITA' DURANTE SITUAZIONI DI EMERGENZA DA PARTE DEGLI I.P. COMPETENZE I.P. E' UNA PROCEDURA COMPLESSA CHE COINVOLGE MOLTEPLICI FIGURE PROFESSIONALI CON NOTEVOLI COMPETENZE SPECIFICHE. PERMETTE DI RAGGIUNGERE OTTIMI RISULTATI SE ESEGUITE DA UN TEAM DI LAVORO OMOGENEO ,QUESTO PER CONSENTIRE A CIASCUNO DI ESSERE IN GRADO DI GESTIRE IN MODO OTTIMALE IL LABORATORIO PER QUALUNQUE PROCEDURE 24h SU 24 COMPETENZE I.P. - SONO RICHIESTE CAPACITA' MULTIPLE - ASSITENZA A PZ IN CONDIZIONI CRITICHE - FLESSIBILITA' OPERATIVA - CONOSCIENZA DEI TEMPI DELLA PROCEDURA - FAMIGLIARITA' CON I MATERIALI UTIZZATI SALA EMODINAMICA ASL4 - ATTIGUA UTIC E AL REPARTO DI CARDIO - SI ESEGUONO PROCEDURE: DIAGNOSTICHEINTERVENTISTE - PTCA PRIMARIE D'URGENZA PERSONALE DI SALA EMODINAMICA/ARITMOLOGIA - La copertura operativa e' garantita dal seguente personale: - 3 operatori medici - 7 I.P. Che gestiscono: - Sala di emodinamica/aritmologia interventistica - Reperibilita' 24h per PTCA primaria/pm temp. ATTREZZATURE DI SALA EMODINAMICA - ANGIOGRAFO - POLIGRAFO - CONTROPULSATORE IAPB - DEFIBRILLATORE ESTERNO - RESPIRATORE AUTOMATICO - CARRELLO URGENZA - PRESIDI PER PTCA E STENT CORON etc. PREPARAZIONE DEL PZ - GESTIONE EVENTUALE IN UTIC: - DATI ANAGRAFICI - RIMOZIONE INDUMENTI, EFFETTI PERS. - FARMACI ESEGUITI, TERAPIA - REPERIRE 2 ACCESSI VENOSI - TRICOTOMIA BILATERALE - CONSENSO INFORMATO - PRELIEVO EMATICO PREPARAZIONE DEL PZ - GESTIONE IN SALA EMODINAMICA: - CONSEGNE DA I.P UTIC/118 - PERVIETA' VIE VENOSE - CONSENSO INFORMATO - POSIZIONAMENTO SU LETTINO SALA - MONITORIZZAZIONE( ECG,PA,O2 ETC..)þ - TERAPIA ED EVENTUALI ESAMI - INFORMAZIONI AL PZ SULLA PROCEDURA ASSISTENZA IN SALA EMODINAMICA - 1° I.P. COLLABORA DIRETTAMENTE SUL CAMPO CON L'OPERATORE DURANTE TUTTA LA PROCEDURA - 2° I.P. COME CIRCOLANTE ,FORNISCE EVENTUALE MATERIALE NECESSARIO,INTERVIENE IN CASO DI MANOVRE RIANIMATORIE D'URGENZA ETC. CONTROLLI DURANTE PTCA - P.A., F.C., ECG, SAT O2 - STATO CLINICO:dolore, dispnea ,defic. neurol. - SINTOMI VAGALI:sudorazione,ipotens.,vomito - ARITMIE DA RIPERFUSIONE. fv,tv,bav FASI PROCEDURA - MEDICO INSERISCE CON TECNICA DI SELDINGER INTROD. 6-7 f IN ARTERIA FEMORALE - POSIZIONA CATETERE DIAGNOSTICO SOTTO, CONTROLLO RADIOLOGICO - ESEGUE INIEZIONI DI CONTRASTO PER EVIDENZIARE LE CORONARIE - EVIDENZIATO IL VASO RESPONSABILE,VIENE FORNITO IL MATERIALE NECESARIO PER PTCA ESECUZIONE PTCA - INCANULAMENTO SELETTIVO DI CORONARIA CON CATET. GUIDA - IDENTIF. ZONA STENOTICA MEDIANTE INIEZIONE DI MEZZO DI CONTRASTO - SUPERAMENTO DELLA STENOSI CON SOTTILE GUIDA METALLICA - INTRODUZIONE E AVANZAMENTO DI UN CATETERE A PALLONCINO FINO A LIVELLO DELLA PLACCA - GONFIAGGIO PALLONCINO PASSAGGI PTCA - SGONFIAGGIO E RITIRO DEL PALLONCINO LASCIANDO LA GUIDA IN SITO - CONTROLLO DEL RISULTATO - APPLICAZIONE EVENTUALE STENT - CONTROLLO DEL RISULTATO E IN CASO POSITIVO,SFILAMENTO DI TUTTO L'APPARATO Posizionamento stent CONCLUSIONE PTCA - RIORDINO MATERIALE CAMPO STERILE - TRASFERIMENTO PZ IN UTIC - CONSEGNE AI COLLEGHI DI UTIC - ARCHIVIAZIONE DATI - RIPRISTINO MATERIALE DI SALA - PREPARAZIONE DELLA SALA