Apophis minaccia la terra di Gian Carlo Ruggeri N Non sempre ci ricordiamo che sulla nostra testa non ci sono solamente nuvole e perturbazioni… ear Earth Objects o NEO sono definiti, nell’ambito del Sistema Solare, tutti quegli oggetti la cui orbita li porta a transitare a una distanza dalla Terra inferiore a 45 milioni di Km. Tutti i NEO possiedono una distanza apsidale inferiore a 1,3 Unità Astronomiche, ovvero inferiore ai 194.477.231, 8983 km, dove per UA si intende una unità di misura astronomica, pari a circa la distanza Terra – Sole, ossia 149.597.870,691 km. In questo ambiente esiste qualche migliaio di NEA, o Near Earth Asteroids, una parte dei NEO, fra cui 99942 Apophis, noto come prima designazione astronomica 2004 MN4, il cui apogeo (Apoapsis) è di 1,0987 UA. I NEO e i NEA costituiscono le vestigia della formazione del sistema solare ed assommano ad una cifra compresa tra 10.000 e 100.000 oggetti. Sebbene il loro numero non sia ovviamente crescente, le risorse atte a osservarli, scambiare ed interpretare le immagini sono in continua evoluzione. Ad esempio, il 9 novembre 2011, l’oggetto YU 55 è transitato a meno di 200.000 km dalla Terra, stimolando interesse in un’ampia serie di scenari. Apophis è molto simile. Scoperto nel 2004 dall’Osser- vatorio di Kitty Peak (Arizona), gli è stato conferito il nome del dio egiziano del caos, ma anche di un personaggio contenuto nella fortunata serie di fantascienza Stargate SG-1. Questo asteroide è un corpo avente 350 m di diametro, un peso di 27 milioni di tonnellate ed una presunta densità compresa tra 1,23 e 2 gr/cm3. La sua orbita è prossima a quella della Terra, orbitando intorno al Sole in circa 11 mesi, con un perielio di 0.74604 UA, prossimo all’orbita di Venere (0.718432 70 UA). Alle 11, 26 minuti e 45 secondi UTC (Universal Time Coordinated, l’ora di Greenwich) del 22 marzo 2012, Apophis si trovava a 75.421.710 miglia dalla Terra. La fig. 1 mostra le due orbite (, rispetto al Sole, nel suddetto orario). L’oggetto passerà il 13 aprile 2029 in un buco gravitazionale (detto anche “cruna dell’ago”), ovvero una piccola regione dello spazio situata a 30.405 chilometri dalla Terra, che potrebbe alterare la rotta dell’asteroide, a causa dell’attrazione esercitata dal pianeta vicino, in modo tale da collidere con il pianeta stesso durante il successivo passaggio orbitale. Questa apertura gravitazionale è, nel caso di Apophis, ampia solo 660 m in diametro. I calcoli effet- luglio-agosto 2012 21 tuati mostrano che intervallo, basandose solo la velocità si sulla probabilità dell’asteroide fosse di caduta e sull’eneralterata di 16,5 gia cinetica della sua km/h, in tre anni la possibile collisione, sua orbita verrebbe espressa in megatodeflessa di circa 2 ni di TNT (1 megatokm, importo suffine = 1 milione di ciente per evitare il tonnellate di trinibuco gravitazionatrotoluene, noto cole: il problema conme TNT o tritolo). siste nel fatto che es0 indica che l’oggetsendo quest’ultimo to possiede una scarcosì piccolo, è diffisa possibilità di colcile predire se l’astelisione, o che il corroide transiterà atpo celeste sia così traverso di esso oppiccolo da non ripure no. manere intatto nel Le proiezioni sulla penetrare all’intersua orbita, eseguite no dell’atmosfera, nel 2006 per il 2029, mentre 10 indica hanno un margine che la collisione è La posizione orbitale attorno al Sole dell’asteroide Apophis e della Terra il giorno 22 marzo 2012, alle ore 11.26.45 UTC (bianca l’orbita dell’asteroidi errore di circa certa e l’oggetto è de, azzurra quella della Terra); in apertura un’impressione pittorica della 3.200 km. Esistono così grande da caucollisione di un asteroide con la Terra due scale per indicasare un disastro glore la pericolosità di bale. Ad Apophis è collisione di un NEA stato assegnato il licon il nostro pianeta: la scala Torino e la più comvello 4. Per questi motivi, si può ritenere che l’asteplessa Scala Palermo. roide debba essere tenuto sotto stretta sorveglianza. La prima usa un numero intero, da 0 a 10: ad un ogNell’ambito delle Nazioni Unite, il Comitato per gli getto viene assegnato un numero compreso in tale usi pacifici dello spazio (Committee On Peaceful Uses of Outer Space o COPUOS) ospita un gruppo di lavoro sulla meteorologia dello spazio, degli asteroidi e dei NEO. In questo ambito e presso le agenzie spaziali, è crescente l’attenzione verso i pericoli derivanti da questi oggetti. Il programma Space Situational Awareness dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) comprende una parte importante dedicata ai NEO. Il transito di Apophis in vicinanza della Terra il 13 aprile del 2029 costituisce un’opportunità unica di conoscere meglio la struttura interna di un asteroide, e di dare luogo a progetti coordinati suolo – spazio simili a quelli messi in atto durante la visita della cometa Halley, nel 1986. La scala Torino mostra l’energia cinetica che si potrebbe sviluppare dall’impatto in funzione delle probabilità che quest’ultimo avvenga 22 luglio-agosto 2012 Alterare la rotta dell’asteroide La comunità degli astronomi avrà dati più certi solo nel 2029, ma già da ora vengono effettuati studi volti a esaminare le possibilità di deflettere la traiettoria dell’asteroide, considerando che esso è il solo disastro naturale nei confronti del quale si può fare qualcosa, ossia alterarne la rotta: una collisione con Apophis equivarrebbe all’impatto di 200 ordigni nucleari lanciati a 45.000 km/ora. Diversi scenari sono allo studio. Gli scienziati francesi lavorano attorno a un progetto inserito nel 7° programma quadro della Commissione Europea, il cui obiettivo è quello di analizzare e valutare i vari metodi di deflessione dell’asteroide, per i quali sono state proposte molte soluzioni. Il metodo più aggressivo consiste nel fare esplodere un ordigno nucleare nelle sue vicinanze; l’onda d’urto che ne deriverebbe sarebbe in grado di imprimergli una lieve spinta. Questo metodo, tecnologicamente realizzabile, infrangerebbe, però, le normative internazionali che vietano l’uso di armi, particolarmente nucleari, nello spazio. Anche per questo motivo, la sua utilizzazione sarebbe soggetta a un’autorizzazione da parte delle Nazioni Unite. In maniera meno violenta, un impattatore, lanciato contro Apophis potrebbe conferirgli un incremento di velocità, modificando la sua orbita, a condizione, però, di non trapassarlo da parte a parte. Esiste poi una vasta gamma di metodi “più gentili” che però richiedono, per essere efficaci, diversi anni d’operatività. Comprendono un trattore gravitazionale basato sull’attrazione fra due oggetti, l’espulsione meccanica o termica, a grande velocità, della massa dell’asteroide, e anche l’impiego di vele spaziali, una forma di propulsione che usa la pressione radiante della luce proveniente da una stella. Un veicolo spaziale dispiega una grande pellicola riflettente (specchio membranoso), che riflette la luce del Sole, e che attualmente viene realizzata con una pellicola alluminata di Kapton spessa 2 µm. Il metodo si basa sull’effetto Yarkovsy (Ivan Osipovich Yarkovsky, ingegnere russo,1844–1902) basato sul tempo necessario ad una superficie affinché si riscaldi o si raffreddi: si tratta di una forza che agisce su di un corpo in rotazione, nello spazio, causata dall’emissione non uniforme di fotoni termici, la quale, a sua volta, genera la forza succitata, residente in un oggetto in movimento. Questa forza è formata da due componenti: una diurna, per la quale su di un corpo rotante (per esempio un asteroide), illuminato dal Sole, la superficie è più calda nel po- Ancora una impressione artistica, questa volta di una vela solare già dispiegata meriggio e nelle prime ore notturne che in piena notte e all’alba. Ne risulta una maggiore quantità di calore irradiata dalla parte dell’imbrunire rispetto alla parte all’alba, il che dà luogo ad una spinta radiativa di pressione opposta alla direzione dell’alba. Per gli asteroidi animati da un moto progrado come Aphopis (un corpo si dice animato da un moto diretto o progrado quando si muove nella stessa direzione dei corpi che si trovano all’interno del suo sistema; il moto opposto è chiamato retrogrado. Nel Sistema solare quasi tutti i corpi celesti seguono la stessa rotazione. Tutti i pianeti del sistema solare ruotano intorno al Sole con moto diretto, ma non tutte le comete osservano questa regola: qualcuna si muove con moto retrogrado), questa spinta è in direzione del moto della loro orbita e causa un aumento dell’inclinazione del loro semiasse maggiore, spiralando via dal Sole. Questo è l’effetto dominante per i corpi astrali aventi un diametro maggiore di 100 m. Abbiamo quindi una componente stagionale che interessa i corpi non ruotanti orbitanti attorno al Sole e, quindi, non riguarda questo caso. L’asteroide è di colore scuro e pertanto assorbe calore; mantenendolo in ombra dal Sole mediante una serie di vele solari, si raffredderà, alterando la sua rotta. Un altro metodo ancora consiste nell’usare un generatore di spinta a fascio di ioni (IBS), una forma di propulsione elettrica impiegata nella propulsione spaziale, che si realizza utilizzando una spinta mediante l’accelerazione di ioni: il sistema si basa sul- luglio-agosto 2012 23 l’uso di un fascio di ioni a bassa divergenza, creato da un generatore e puntato verso l’asteroide da un veicolo spaziale posto in hovering in prossimità di esso; l’energia trasmessa dagli ioni, raggiungendo la superficie dell’asteroide, produce una forza lenta ma continua in grado di deflettere la rotta di quest’ultimo. Effetti dell’impatto sulla Terra Se l’asteroide dovesse cadere sulla superficie terrestre, l’effetto stimato inizialmente sarebbe quello di un’esplosione equivalente a circa 1.500 megatoni di TNT; le revisioni attuali fanno però ritenere una potenza esplosiva inferiore a quella succitata, compresa fra 600 e 800 megatoni. Si tenga presente che l’evento di Tunguska (l’impatto di un meteorite con la superficie di una regione siberiana, avvenuto il 30 giugno 1908) si ritiene abbia rilasciato una potenza di 3- 10 megatoni, mentre la disastrosa eruzione del vulcano Krakatoa (1883) ne rilasciò circa 200. Gli esatti effetti di un impatto variano in funzione della composizione dell’asteroide, del luogo e dell’angolo d’impatto. Tenuto conto delle presenti conoscenze su Apophis l’ampiezza dell’area terrestre colpita sarebbe di circa 29.068 km², uno spazio equivalente alla Sicilia più il Molise, ma è improba- bile che la caduta possa avere effetti del tipo “inverno da impatto”, ovvero un periodo di freddo prolungato causato dalla collisione con la Terra di un grande asteroide o di una cometa. La fondazione californiana B612, una fondazione privata e no-profit avente come scopo la protezione della Terra da cadute di asteroidi, ha realizzato una stima dei luoghi di possibile caduta di Apophis: il risultato è uno stretto corridoio largo pochi chilometri, denominato “percorso di rischio”, che si estende attraverso la Russia meridionale, il nord Pacifico (molto vicino alle coste della California e del Messico), il Nicaragua e il Costa Rica, attraversa la Colombia settentrionale e il Venezuela, finendo in Atlantico, poco prima dell’Africa. Alcune simulazioni effettuate su di un elaboratore elettronico, mostrano che se un ipotetico impatto dovesse avvenire in Paesi come la Colombia e il Venezuela, potrebbero verificarsi 10 milioni di morti, mentre una caduta in Atlantico o nel Pacifico produrrebbe un devastante tsunami. Lo tsunami generato da un impatto Le ricerche hanno accertato che un impatto oceanico possiede un potenziale distruttivo maggiore di quello sulla terra: mentre un’esplosione aerea è un fenomeno tridimensionale in cui l’energia decresce con il quadrato della distanza, un’onda radiante oceanica è un evento a due dimensioni, nel quale l’energia diminuisce proporzionalmente alla distanza. Se un asteroide colpisce la superficie dell’oceano, sviluppa un “cratere” ampio circa 20 volte il diametro dell’asteroide (nel nostro caso 7 km per i 350 metri di Apophis). La successione degli eventi è simile a quella che si produce facenSulla Terra abbiamo già vissuto un episodio di impatto con un piccolo NEA. Il 30 giugno 1908 un meteodo esplodere un pallorite precipitò sulla regione siberiana di Tunguska; nell’immagine ecco come apparvero ai primi ricognine sull’acqua. tori gli alberi, abbattuti a migliaia dall’esplosione 24 luglio-agosto 2012 L’impressionante immagine dell’eruzione del vulcano Tambora dell’isola di Sumbawa, situato nell’arcipelago indonesiano della Sonda e classificato il secondo vulcano al mondo per indice di esplosività L’esplosione sembra causare il collasso del cratere: dapprima, si genera un picco d’acqua al centro di esso, allorché le acque si precipitano al suo interno e si incontrano nel punto centrale, con l’altezza del picco che è doppia della profondità iniziale del cratere primario. Successivamente, il picco collassa e si genera un’onda radiante che viaggia alla velocità di 500 km/h o più. Il centro, poi, continua ad oscillare creando una serie di onde più piccole. Secondo i calcoli per un asteroide del tipo di Apophis, a 1.000 km dal centro del luogo di impatto l’altezza dell’onda di tsunami sarebbe di quasi 12 m, valore che crescerebbe rapidamente all’avvicinarsi dell’onda ad un fondale più basso. In aggiunta all’aumento di altezza dell’onda dovuto all’effetto di shoaling (effetto per il quale le onde di superficie che si muovono in acque sempre più basse aumentano la loro altezza, che può divenire il doppio della loro ampiezza), l’abbrivio di essa può consentirle di raggiungere elevazioni maggiori mentre viaggia su fondali inclinati, fattore tipico delle onde di tsunami, che possono raggiungere una costa lontana molte ore dopo l’episodio generatore. Un piano per il futuro Fra i molti progetti, allo stato attuale non esiste alcun hardware pronto per una missione diretta ad Apophis, quindi il nostro pianeta si troverebbe senza possibile aiuto per i prossimi anni, se dovesse realmente emergere una minaccia correlata ad una collisione con un corpo celeste. Qualsiasi proposta richiederebbe decine di miliardi di dollari per la realizzazione di razzi o di veicoli spaziali e per i complessi apparati in grado di deflettere la rotta di un asteroide. Per di più, considerate le cattive condizioni dell’economia mondiale, la luglio-agosto 2012 25 importi di questo fossero incrementati, vi sarebbe la possibilità di dare maggiore impulso ai progetti concernenti i Near Earth Objects. Per quanto riguarda l’Europa, a parte qualche collaborazione progettuale ESA – NASA avente lo scopo di deflettere la traiettoria di asteroidi, l’attività francese accennata e il Don Quijote Project (ESA), missione allo studio, intesa ad analizzare gli effetti di un impatto di un veicolo spaziale su di un asteroide ai fini di una deflessione delLa rotta che seguirà l’asteroide Apophis durante il suo passaggio sulla Terra, definita la sua rotta, non appaiono, allo stato, “percorso di rischio” altri progetti comuni per gli scopi in causa. Anche se sfuggiremo alla minaccia prequantità di denaro necessaria anche a mantenere le sentata da Apophis, altri asteroidi potranno, in futupresenti attività spaziali è davvero scarsa. ro, presentare un pericolo per la Terra. Occorrerebbe, Per esempio, lo HSF Committee, (Human Space Flight pertanto, un piano di difesa internazionale, obiettiAugustine Commission o Augustine Committee, della vo, non irraggiungibile, considerando che, in gran NASA) ha presentato, nell’ottobre del 2009, il piano parte, esistono già le tecnologie necessarie per deviadi bilancio per le attività spaziali fino al 2014: se gli ■ re la rotta di un asteroide o per distruggerlo. Il Meteor Crater dell’Arizona fu generato circa 50.000 anni fa dalla caduta di un asteroide di 50-80 m di diametro. L’impatto di Apophis potrebbe aprire un cratere almeno 7 volte più grande 26 luglio-agosto 2012