I copertina MANUALE DI PSICOEDUCAZIONE PER IL DISTURBO BIPOLARE Francesc Colom, Eduard Vieta Quando iniziammo a organizzare i gruppi di psicoeducazione per i pazienti bipolari, esistevano poche informazioni disponibili in merito, nessuno studio randomizzato con un minimo di rigore metodologico e nessun manuale specifico; per questo, dovemmo ideare il contenuto del nostro intervento a partire dalle conoscenze sul disturbo bipolare e dal nostro stesso buon senso. Poco dopo, cominciarono a essere pubblicate diverse revisioni e manuali su questo argomento e iniziammo a metterci in contatto con i ricercatori pionieri nel campo; a noi tutti piacque constatare che praticamente la totalità dei ricercatori – negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Olanda o in Italia – lavoravano perseguendo lo stesso obiettivo, utilizzando tecniche simili e affrontando gli stessi argomenti. In altre parole, eravamo giunti a conclusioni simili, evento non così strano se diamo per scontato che tutti noi possediamo – e credo che ancora lo possediamo – il buon senso e una certa conoscenza clinica del disturbo bipolare, se diamo per scontato che il nostro intervento rifugge dal personalismo e che, soprattutto, la psicoeducazione rappresenta un strumento terapeutico la cui necessità appare ovvia nel caso dei pazienti bipolari. Tuttavia, il fatto che la psicoeducazione sia un intervento ovvio e basato sul buon senso, non significa che debba necessariamente essere efficace. Una delle funzioni del metodo scientifico è proprio quella di verificare l’ovvio e, fortunatamente, la psicoeducazione ha già ampiamente dimostrato la sua efficacia nella prevenzione delle ricadute nel disturbo bipolare; riguardo a questo aspetto, possiamo sostenere con orgoglio che il nostro gruppo ha rivestito un ruolo rilevante. Dalla prefazione Francesc Colom è il capo della sezione sulla psicoeducazione del Barcelona Bipolar Disorders Program, programma di ricerca clinico-educazionale sul disturbo bipolare, egli è anche invited lecturer all’istituto di psichiatria di Londra. Eduard Vieta è professore di psichiatria e direttore del Barcelona Bipolar Disorders Program, uno dei programmi di ricerca clinico-educazionale sul disturbo bipolare leader nel mondo. Insieme, negli ultimi 10 anni, hanno pubblicato più di 150 articoli sulle cause e il trattamento del disturbo bipolare. Il presente libro è un manuale finalizzato a insegnare ai pazienti a gestire meglio la propria malattia, a convivere con essa, a identificarla precocemente, ad assumere la terapia in maniera più adeguata, e a capire perché è necessario assumerla. Soprattutto, però, costituisce un manuale utile per apprendere una tecnica che aiuterà i pazienti bipolari ad andare incontro a un minor numero di ricadute. Formato 16x24, pp. 212, € 20,00 [email protected] www.fioriti.it TRADUZIONE DI ISBN 88-87319-64-2 Isabella Pacchiarotti INDICE PREFAZIONE pag. IX ASPETTI CLINICI, DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI DEI DISTURBI BIPOLARI Introduzione Il disturbo bipolare nel corso della storia Diagnosi e classificazione Diagnosi trasversale Fase maniacale Fase ipomaniacale Fase depressiva Fase mista Diagnosi longitudinale: classificazione Disturbo bipolare di tipo I Disturbo bipolare di tipo II Ciclotimia Altri disturbi bipolari Interventi psicologici nei disturbi bipolari Psicoanalisi Terapia di gruppo Terapia interpersonale Terapia cognitivo-comportamentale Intervento familiare nei pazienti bipolari » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 1 2 3 5 5 6 9 9 9 9 10 10 11 11 12 12 14 15 17 CONCETTO E METODOLOGIA DELLA PSICOEDUCAZIONE Intervento psicologico e disturbi bipolari: perché psicoeducare? Meccanismi di azione della psicoeducazione Integrazione della psicoeducazione nella pratica clinica Quando introdurre la psicoeducazione? Aspetti formali del programma psicoeducativo Numero e tipologia di pazienti I terapeuti Materiale necessario Organizzazione delle sessioni » » » » » » » » » 19 23 26 31 35 35 37 37 38 PROGRAMMA DI PSICOEDUCAZIONE Blocco I. Coscienza di malattia Sessione 1. Presentazione e regole del gruppo Sessione 2. Che cosa è la malattia bipolare? Sessione 3. Fattori eziologici e scatenanti Sessione 4. Sintomi (I): mania e ipomania Sessione 5. Sintomi (II): depressione ed episodi misti Sessione 6. Sintomi (III): decorso e prognosi » » » » » » » 39 43 50 59 64 71 78 Blocco II. Aderenza farmacologica Possiamo predire la cattiva aderenza? Il futuro Sessione 7. Trattamento (I): eutimizzanti Sessione 8. Trattamento (II): antimaniacali Sessione 9. Trattamento (III): antidepressivi Sessione 10. Livelli plasmatici degli eutimizzanti Sessione 11. Gravidanza e consulenza genetica Sessione 12. Psicofarmacologia versus terapie alternative Sessone 13. Rischi associati all’interruzione del trattamento Blocco III. Evitamento dell’abuso di sostanze Sessione 14. Sostanze psicoattive: rischi nella malattia bipolare Blocco IV. Identificazione precoce dei nuovi episodi Passo I. Informazione: segnali frequenti di ricaduta Passo II. Individualizzazione: identificazione dei prodromi propri o prodromi operativi Passo III. Specializzazione: prodromi dei prodromi o prodromi precoci Come utilizzare la lista dei prodromi? Sessione 15. Identificazione precoce degli episodi maniacali e ipomaniacali Sessione 16. Identificazione precoce degli episodi depressivi e misti Sessione 17. Che fare quando viene identificata una nuova fase? Blocco V. Regolarizzazione dello stile di vita e gestione dello stress Sessione 18. Regolarizzazione dello stile di vita Sessione 19. Tecniche per il controllo dello stress Sessione 20. Strategie di soluzione dei problemi Sessione 21. Chiusura » » » » » » » » » » » 89 92 94 96 102 107 111 115 121 126 133 » » » 135 142 143 » 144 » » 145 145 » 149 » 155 » 160 » » » » » 167 169 175 179 184 Appunti finali È efficace la psicoeducazione? » 189 Bibliografia » 193 PREFAZIONE Ai tempi dell’Impero Romano, “il Cesare” allora in carica sfilava trionfante di fronte alla folla infervorata per la recente vittoria militare. Il sole lo onorava dall’alto con la più chiara delle sue luci, gli allori gli ornavano la testa, le centurie lo salutavano da gran capo quale era, la plebe lo venerava, la vita gli sorrideva e la più alta delle glorie non era altro che il primo gradino nella sua trionfale scalata verso la deità. Dietro di lui, formando parte del suo formidabile seguito, andava l’uomo. Il lavoro dell’uomo era quello di ripetere continuamente al Cesare “ricorda che non sei divino, ricorda che sei un essere umano, ricorda che devi morire”. Questa figura, realmente esistita e ampiamente documentata dagli storici, riflette perfettamente il lavoro del terapeuta che impartisce la psicoeducazione, che è quello di informare i pazienti affinché sappiano dove si trovano e, in funzione di questo, affinché possano decidere dove andare. Quando iniziammo a organizzare i gruppi di psicoeducazione per i pazienti bipolari, esistevano poche informazioni disponibili in merito, nessuno studio randomizzato con un minimo di rigore metodologico e nessun manuale specifico; per questo, dovemmo ideare il contenuto del nostro intervento a partire dalle conoscenze sul disturbo bipolare e dal nostro stesso buon senso. Poco dopo, cominciarono a essere pubblicate diverse revisioni e manuali su questo argomento e iniziammo a metterci in contatto con i ricercatori pionieri nel campo; a noi tutti piacque constatare che praticamente la totalità dei ricercatori – negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Olanda o in Italia – lavoravano perseguendo lo stesso obiettivo, utilizzando tecniche simili e affrontando gli stessi argomenti. In altre parole, eravamo giunti a conclusioni simili, evento non così strano se diamo per scontato che tutti noi possediamo – e credo che ancora lo possediamo – il buon senso e una certa conoscenza clinica del disturbo bipolare, se diamo per scontato che il nostro intervento rifugge dal personalismo e che, soprattutto, la psicoeducazione rappresenta un strumento terapeutico la cui necessità appare ovvia nel caso dei pazienti bipolari. Tuttavia, il fatto che la psicoeducazione sia un intervento ovvio e basato sul buon senso, non significa che debba necessariamente essere efficace. Una delle funzioni del metodo scientifico è proprio quella di verificare l’ovvio e, fortunatamente, la psicoeducazione ha già ampiamente dimostrato la sua efficacia nella prevenzione delle ricadute nel disturbo bipolare; riguardo a questo aspetto, possiamo sostenere con orgoglio che il nostro gruppo ha rivestito un ruolo rilevante. Il presente libro è un manuale finalizzato a insegnare ai pazienti a gestire meglio la propria malattia, a convivere con essa, a identificarla precocemente, ad assumere la terapia in maniera più adeguata, e a capire perché è necessario assumerla. Soprattutto, però, costituisce un manuale utile per apprendere una tecnica che aiuterà i pazienti bipolari ad andare incontro a un minor numero di ricadute. L’obiettivo di questo testo è quello di fornire gli strumenti per effettuare un programma di psicoeducazione che, oltre a essere assolutamente necessaria dal punto di vista della medicina basata sull’evidenza, rappresenta anche un diritto del paziente – il diritto di conoscere la propria malattia – e un complemento quasi imprescindibile alla terapia farmacologica. Abbiamo strutturato il libro cercando di renderlo pratico e facile da utilizzare: iniziamo con una introduzione generale sulla clinica dei disturbi bipolari e con un breve ripasso sugli interventi psicologici utilizzati fino a oggi; successivamente, affronteremo il tema del perché sia importante l’utilizzo della psicoeducazione nel disturbo bipolare e di quale sia il suo meccanismo d’azione. Passeremo poi a esporre gli aspetti formali del nostro intervento – durata, frequenza, struttura ecc. Dopo aver affrontato questi aspetti introduttivi di carattere teorico-pratico, passeremo a descrivere separatamente ognuna delle cinque parti che compongono il nostro intervento e ognuna delle 21 sessioni, dedicando a ogni sessione un capitolo specifico. Ogni capitolo, a sua volta, è strutturato in quattro punti: Obiettivo della sessione. In questo punto descriviamo quale sarà la concreta finalità di una determinata sessione. Sviluppo. In questa sede descriviamo dettagliatamente i passi da seguire in ogni sessione. Consigli utili. Questo punto pretende di fornire al clinico alcuni consigli o “trucchi” che potrebbero essergli di aiuto nello sviluppo della sessione, tutti basati sulla nostra esperienza diretta nel campo della psicoeducazione. Materiale per il paziente. Viene incluso il materiale aggiornato che forniamo ai pazienti una volta terminata la sessione, di modo che il lettore possa utilizzarlo nella sua pratica clinica. Consigliamo allo psicologo o allo psichiatra che desideri portare a termine un programma di psicoeducazione di aggiornare continuamente questo tipo di materiale. Compiti. Dopo il materiale della sessione, includeremo i compiti assegnati ai pazienti e da svolgere durante la settimana. Dal momento che la nostra intenzione è quella di far preparare i pazienti alla sessione successiva, ogni compito si riferirà ai contenuti che verranno affrontati nella sessione della settimana dopo. Riteniamo che tale struttura faciliti l’utilizzo del manuale e l’applicabilità del nostro programma. Torniamo ora all’uomo che parlava al Cesare. È superfluo dire che il suo destino sarebbe passato per la separazione non già tra corpo e mente – in fin dei conti un errore comune commesso dalla psicologia fino all’altro ieri – bensì tra corpo e testa, intervento che era solito causare la morte dell’individuo. Speriamo che il nostro destino ci riservi qualcosa di più piacevole, anche se non dobbiamo dimenticarci che moriremo. Francesc Colom Eduard Vieta