CELLE ok 30-08-2006 15:50 Pagina 45 AMBIENTE Sperimentazione in campo: Fuel Cell come backup di potenza per le centrali GIUSEPPE CALZETTI MAURIZIO GROSSONI ARISTIDE TORRELLI La tecnologia delle Fuel Cell (celle a combustibile) è stata spesso vista come una promettente alternativa alle batterie di accumulatori o ai gruppi elettrogeni per le necessità di backup di potenza per l’industria delle TLC. La recente collaborazione tra la SGS Future (il distributore di celle a combustibile della ReliOn), Telecom Italia e Pirelli Labs ha portato al risultato di provare in campo e, di conseguenza, di raccogliere dati sperimentali sulla applicazione delle celle a combustibile come backup di potenza per Centrali di TLC di Telecom Italia. Questo articolo vuole focalizzare l’esperienza acquisita su tre realizzazioni nel Nord Italia dove le celle a combustibile sono state installate in sostituzione delle batterie di accumulatori. 1. Soluzioni di backup nelle Centrali di TLC Gli impianti di TLC, per motivi di praticità e di convenienza economica, sono normalmente alimentati dalla rete elettrica di distribuzione pubblica. Per adattare questa ultima alle esigenze del carico di TLC è normalmente interposta una stazione di energia in corrente continua composta da raddrizzatori. Per far fronte alle mancanze di alimentazione della rete di distribuzione elettrica, le suddette stazioni di energia sono normalmente integrate con batterie di accumulatori che costituiscono la prima riserva di energia senza soluzione di continuità. In alcuni casi l’impianto è completato da un gruppo elettrogeno che, sostituendosi alla rete di distribuzione pubblica, consente di far fronte alle mancanze della stessa di lunga durata senza sovradimensionamenti della batteria di accumulatori. Negli impianti di TLC sono normalmente utilizzate, per evidenti ragioni di costo, batterie costituite da accumulatori al piombo. 2. Tecnologia delle celle a combustibile (Fuel Cell) Le celle a combustibile sono dispositivi elettrochimici in grado di convertire l’energia chimica dell’idrogeno e dell’ossigeno direttamente in energia elettrica senza produrre la minima forma di inquinamento o di residuo nocivo. L’elemento fondamentale di una fuel cell, è costituito da due elettrodi, un anodo e un catodo, divisi da una membrana poli- NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 45 CELLE ok 30-08-2006 15:50 Pagina 46 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali merica (figura 1). L’idrogeno viene fatto pervenire all’anodo dove, ossidandosi, cede elettroni che sono forzati a circolare attraverso il circuito elettrico esterno. Gli ioni idrogeno riescono a permeare attraverso la membrana per combinarsi al catodo con l’ossigeno proveniente dall’aria e con gli elettroni provenienti dal circuito esterno. Il prodotto di reazione è solo acqua distillata, energia elettrica e calore. ANODE CATHODE DC Electricity eeHydrogen e- e- eWater Electrons Heat Protons Membrane I/202 + 2e- <--------> I/202= H2 + I/202 -----> H2O FIGURA 1› Schema di principio di una Fuel Cell. 2.1 Benefici delle celle a combustibile • Nessuna emissione nociva: le celle a combustibile funzionano mediante reazioni elettrochimiche e non con processi di combustione, caratteristici dei sistemi tradizionali. Hanno la totale assenza quindi di sostanze inquinanti (COx, NOx, SOx e particolato). L’eventuale presenza di un sistema integrato (reformer) in grado di “trasformare” combustibili tradizionali (metano, GPL, etanolo, metanolo) in idrogeno rappresenta comunque una migliore soluzione evitando la presenza di polveri e ossidi di zolfo o d’azoto. • Silenziosità: una cella a combustibile non presenta al suo interno parti in movimento: la reazione elettrochimica, e quindi la produzione di e n e rgia , a vvie ne in m a nie ra si l en zi o sa. Il sistema nel suo complesso comprende però pompe, motori elettrici ed altri organi ausiliari. La loro presenza induce comunque un livello di r u m o rosità a bba sta nza ridotto, sti mabi l e attorno ai 55 dB (A), corrispondenti al livello sonoro di una normale conversazione. Gli impianti a fuel cell possono, quindi, essere tranquillamente installati all’interno degli edifici senza dover ricorrere a particolari protezioni acustiche. 46 3. La cella a combustibile e il sistema di monitoraggio Oxygen e- H2<-------->2H+ + 2e- • Alto rendimento elettrico: le celle a combustibile hanno rendimenti elevati, superiori al 35%. Con il recupero del calore prodotto dalle reazioni elettrochimiche, questi valori possono innalzarsi ulteriormente fino a circa l’80%. La possibilità di ottenere prestazioni così elevate dipende dal fatto che l’energia chimica del combustibile viene convertita direttamente in energia elettrica, senza ricorrere al passaggio intermedio della trasformazione in energia meccanica (come invece avviene nei tradizionali sistemi a combustione). NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 A seguito dell’analisi del mercato delle celle a combustibile, Telecom Italia ha intrapreso il progetto quì descritto utilizzando una cella con le seguenti specifiche di sistema di massima. • Affidabilità: i sistemi di backup per reti di TLC devono necessariamente essere caratterizzati da elevata affidabilità visto che il loro utilizzo è richiesto solo in caso di emergenza. Il mancato avvio della macchina porta infatti alla rapida perdita dell’operatività della Centrale. • Interfacciamento con le apparecchiature preesistenti: al fine di permettere l’inserimento dei sistemi a celle a combustibile come apparecchiatura standard nella Rete di sistemi Telecom Italia, è necessario che il loro interfacciamento con le altre apparecchiature di centrale (raddrizzatori, banchi batterie) sia il più semplice e compatibile possibile. Particolare attenzione è stata data inoltre alla possibilità di allacciamento dei sistemi alla rete di allarmi presente in centrale. • Ridotta manutenzione: una delle fondamentali caratteristiche del sistema è rappresentata dalla ridotta richiesta di manutenzione. La presenza L’apparato Fuel Cell. CELLE ok 30-08-2006 15:50 Pagina 47 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali sul territorio italiano di migliaia di installazioni obbliga infatti ad un’attenta valutazione e pianificazione delle eventuali tempistiche di manutenzione. Il sistema a celle a combustibile è un sistema modulare con potenza pari a 1 kW adatto per applicazioni stazionarie. Il sistema, raffreddato ad aria, può essere combinato in parallelo fino ad ottenere potenze complessive superiori ai 10 kW. La peculiarità di questi sistemi è la modularità intrinseca che permette di ottenere affidabilità di servizio elevatissime. L’approccio tradizionale nella realizzazione di sistemi di potenza consiste nella combinazione in serie degli elementi fondamentali (anodo-membrana-catodo) a formare quello che è definito stack. Nella foto 1 è rappresentato questo elemento che nelle celle tradizionali rappresenta il cuore del sistema. Il sistema è monitorabile remotamente tramite connessione LAN e, grazie ai contatti puliti che lo caratterizzano, facilmente interfacciabile alla rete allarmi Telecom Italia ed al sistema di gestione/controllo. Le specifiche tecniche della macchina utilizzata sono dettagliate nella tabella 1. Di seguito é esposta una sintesi delle caratteristiche tecniche delle celle a combustibile utilizzate per la sperimentazione. • Sistema modulare: elevata affidabilità di servizio e possibilità di scalare la potenza delle macchine in funzione del carico di centrale. • Elevata ridondanza: sistema studiato per avere una ridondanza in tutte le sue componenti (schede di gestione/potenza, cartucce, soffianti per l’aria). I fermi macchina per manutenzione o guasto sono fortemente limitati. • Interfaccia tramite contatti puliti/LAN: facile interfacciamento con le apparecchiature di centrale (minimi costi di gestione). Possibilità di gestione remota tramite connessione Internet. • Sistema raffreddato ad aria: semplicità impiantistica che non prevede quindi la presenza di pompe per la circolazione di liquidi di raffreddamento. 4. Finalità della sperimentazione Lo scopo della sperimentazione realizzata da Telecom Italia era quella di verificare l’affidabilità sul campo dei sistemi a celle a combustibile come soluzioni di backup per impianti di TLC. La sperimentazione parte dal presupposto che la soluzione attualmente adottata, le batterie di accumulatori al piombo, presentano un’affidabilità elevatissima insieme però a problematiche non trascurabili quali l’elevato peso ed ingombro. Scopo del testing sul campo era quello di verificare che il sistema con le FOTO 1› Stack di cella a combustibile tradizionale. Questo sistema però, combinando n elementi in serie fra loro, è altamente suscettibile a frequenti interruzioni di servizio. Se infatti un singolo elemento perde funzionalità, tutto il sistema si arresta essendo interrotta la continuità elettrica complessiva. Il sistema utilizzato nella sperimentazione è caratterizzato da un approccio, definito “HotSwappable Modular Cartridge Tecnology” e illustrato in foto 2: all’interno del sistema sono presenti sei cartucce indipendenti fra loro e collegate ad un bus comune. Ciascuna cartuccia contiene dieci elementi fondamentali (anodo-membranacatodo) ed è in grado di fornire una potenza di circa 160 W. L’unità è quindi in grado di by-passare eventuali guasti e di funzionare anche se una o più cartucce non dovesse rispondere correttamente. L’eventuale sostituzione di una cartuccia è una procedura che può essere effettuata “a caldo” senza dover spegnere la macchina. FOTO 2› Approccio modulare della singola Fuel Cell. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 47 CELLE ok 30-08-2006 15:50 Pagina 48 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali Product Specifications Dimensions (W x D x H) 44.5 cm x 69 cm x 51 cm Physical Performance Fuel Operation Safety Emissions Weight 66 kg Mounting 19” or 23” rack Net power Continuous 1000 Watt DC voltage 48 Vcc - nominal Current 20 A Estimated MTBF 22,000 hours Composition Standard industrial grade hydrogen (99.95%) Supply pressure 25 to 100 psig 172 to 689 KPag 1.72 bar to 6.89 bar Consumption 7.7 slpm @ 500 Watt 15 slpm @ 1000 Watt Ambient temperature 0° C to 46° C Relative humidity 0 - 90% Altitude 2000 m slm Location Indoors or installed in Outdoor Enclosure Compliance UL CE Water Max. 30 mL / kWh Noise 53 dBA @ 1 meter TABELLA 1› Dati tecnici della Cella a Combustibile utilizzata per la labile (750 litri, capacità geometrica in litri d’acqua) senza la necessità di ottenere un CPI (Certificato Prevenzione Incendi) da parte del comando di competenza dei Vigili del Fuoco. Al di sotto di tale quantità è sufficiente, in seguito all’analisi dei rischi, realizzare un’installazione secondo regole di buona e corretta installazione. Per fare questo però non esiste un riferimento preciso: esistono gruppi di lavoro per la definizione di norme UNI ed ISO. In particolare nell'ambito dell'organizzazione ISO sono stati istituiti due Comitati Tecnici: • ISO/TC 197: dedicato alle tecnologie dell'idrogeno; • ISO/TC 22: dedicato ai veicoli stradali alimentati a combustibili gassosi, incluso l'idrogeno. Il primo di questi gruppi di lavoro ha rilasciato una linea guida (ISO/TR 15916:2004) al quale è possibile far riferimento. Qualora si voglia fare riferimento alle normative degli altri stati, in Germania si fa riferimento alle norme TRB e TRG mentre negli Stati Uniti si fa riferimento alle norme NFPA 50 e NFPA 50B. Nel realizzare i progetti descritti si è tenuto come riferimento quanto emerso da numerosi documenti come ad esempio quelli emanati dall'EIGA (European Industrial Gas Association) che non hanno valore legislativo ma forniscono utili linee guida per la realizzazione di impianti di stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno. Si è inoltre tenuto conto delle normative PED e TPED avendo a che fare con gas in pressione e delle direttive ATEX e ATEX II che riguardano i dispositivi elettrici in area classificata. sperimentazione in campo. 6. Programmazione delle prove sul campo celle a combustibile sia caratterizzato da prestazioni tecniche paragonabili alle batterie al piombo con il plus di non presentare le problematiche sopraccitate. La valutazione è stata fatta non considerando le celle a combustibile come elementi singoli ma è stato valutato il comportamento del sistema complessivo di alimentazione. Sono stati quindi esaminati e verificati tutti gli aspetti degli impianti quali: la linea di approvvigionamento dell’idrogeno, la logistica di rifornimento dello stesso, l’interfacciamento delle macchine con le apparecchiature preesistenti, la logica di avviamento delle fuel cell e la gestione nel tempo degli impianti. 5. Analisi delle tematiche relative all’uso dell’idrogeno Allo stato attuale la normativa di riferimento per le applicazioni che prevedono l’installazione dell’idrogeno sono molto carenti sia a livello italiano che internazionale. Nello specifico a livello nazionale si deve far riferimento ai Decreti Ministeriali (DM 24/11/1984 e DM 24/05/2002) relativi all’utilizzo del gas naturale. A livello normativo l’idrogeno è quindi assimilato al gas naturale essendo entrambi di densità inferiore a quella dell'aria. Il Decreto Ministeriale fissa il limite massimo di gas accumu- 48 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 Prima di avviare le prove sul campo, le stesse sono state pianificate accuratamente in modo da caratterizzare rigorosamente sia le macchine che gli impianti in generale. Le prove, della durata complessiva di sei mesi, sono state suddivise in quattro fasi distinte di seguito dettagliate: Fase 0: a seguito dell’istallazione delle apparecchiature nelle tre centrali scelte da Telecom Italia per la sperimentazione, sono state effettuate numerose verifiche finalizzate soprattutto alla predisposizione e alla verifica degli allarmi del sistema, alla taratura dei dispositivi di controllo e alla messa a punto dei criteri necessari per la trasmissione a distanza dei dati acquisiti localmente nelle centrali. Fase 1: questa fase della sperimentazione era volta a verificare il comportamento dei sistemi nel caso di ripetute accensioni distribuite nel tempo con cadenza medio-breve fino a esaurire completamente l’idrogeno contenuto nel pacco bombole installato, per passare poi alla seconda fase di prove in campo. Le prove hanno avuto una differente durata fino a un massimo di sei ore di funzionamento ininterrotto per un totale, sui tre siti, di circa 100 ore di funzionamento ed hanno comportato la verifica del corretto raggiungimento delle condizioni nominali dei sistemi installati. CELLE ok 30-08-2006 15:50 Pagina 49 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali Fase 2: In questa fase sono state eseguite Le tre centrali sono tutte di tipo MD6 equipagprove di lunga durata - fino all’esaurimento dell’igiate con apparati di commutazione Alcatel in tecdrogeno contenuto in un secondo pacco di bomnologia IRSU e sono dedicate agli omonimi paesi bole installato in ciascuna delle tre centrali - con caratterizzati da un bacino di utenze pari rispettival’obiettivo di valutare: mente a 1.000, 1.500 e 5.500. Come si può osser• l’autonomia del singolo impianto, legata al vare dai dati riportati in tabella, i pacchi batterie numero di celle a combustibile installate e alla pre-esistenti in centrale consentono un’autonomia quantità di idrogeno immagazzinato; di fuori rete elevata, superiore a circa 24 ore in cia• l’efficienza elettrica dei sistemi a celle a combuscun sito. stibile; • le soglie di intervento del sistema di monitorag8. Descrizione degli impianti gio previsto per segnalare l'esaurimento dell’idrogeno contenuto nelle bombole. Gli impianti realizzati sono caratterizzati da Fase 3: La terza fase della sperimentazione ha semplicità che si evince anche dallo schema riporriguardato l’esecuzione di prove specifiche di funtato in figura 2: le celle a combustibile sono conzionamento e di interazione con i sistemi installati nesse in parallelo sulla barra raddrizzatori assieme all’interno delle centrali di Telecom Italia. L’elenco al pacco batterie (nella prima fase del progetto a delle prove è brevemente descritto di seguito: quello preesistente, nella seconda al pacco di • Raggiungimento delle condizioni di tampone. capacità ridotta) e al gruppo raddrizzatori. • Mancanza di rete di breve durata. • Ricarica delle batterie dopo scarica profonda (44 Vcc). • Mancanze di rete ripetute. • Avvio delle celle a combustibile per Utility batterie in condizione di scarica. feed • Prove cicliche. • Prove dopo lunga inattività. Rectifier • Prove in condizioni ambientali sfavoAC revoli. Metered Distribution disconnect Fase 4: quest’ultima campagna di Panel misure ha riguardato la ripetizione di TLC prove effettuate nel corso della fase preLoad Rectifier cedente dopo l’installazione di un pacco batterie con capacità ridotta (150 Ah). DC Battery Bank 7. Scelta dei siti bus TLC Load La scelta da parte di Telecom Italia dei tre siti idonei per la sperimentazione è avvenuta considerando la necessità di individuare centrali non nodali per importanza ma caratterizzate da un numero sufficientemente elevato di utenze connesse. La posizione geografica inoltre doveva essere tale da motivare la necessità di un’autonomia di fuori servizio elevata. Le tre centrali scelte per la sperimentazione (tabella 2) sono risultate: Nome centrale ITLC [A] VEZZANO 20 2 x 530 Ah CALAVINO 23 2 x 1200 Ah MATTARELLO 60 2 x 600 Ah FUEL CELL SYSTEM FIGURA 2› Schema degli impianti a Fuel Cell. Consistenza batterie [Ah] ITLC [A] = Assorbimento della centrale TLC TABELLA 2› I siti selezionati per la sperimentazione. Sono state quindi installate quattro celle a combustibile in parallelo nel sito di Mattarello e due ciascuna nelle rimanenti centrali. L’avvio delle celle è effettuato attraverso i contatti puliti di mancanza rete che sono derivati dalla rete di trasmissione centrale degli allarmi Telecom Italia. Le celle a combustibile possono essere avviate inoltre in maniera automatica, quando la tensione delle batterie scende sotto una soglia predefinita. È possibile, infatti, scegliere quattro livelli di tensione (44, 46, 48 e 50 Vcc): se la tensione scende sotto il valore di tensione preinpostato, le celle a combustibile erogano potenza finché non si raggiunge il valore di tampone. Se questo valore di tensione si mantiene per 20 minuti consecutivi le NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 49 CELLE ok 30-08-2006 15:50 Pagina 50 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali celle tornano in condizione di stand-by. Per le celle in sperimentazione la soglia di partenza dei sistemi è stata fissata a 48 Vcc. Entrando più nel dettaglio degli impianti realizzati, in ciascun sito sono stati posizionati degli appositi rack in grado di alloggiare due celle ciascuno ed il pacco batterie di dimensioni ridotte. Tale struttura incorpora inoltre il circuito di smaltimento dell’aria calda prodotta, la quale è convogliata all’esterno dei locali attraverso le condotte osservabili in foto 3. B) remota il segnale di “idrogeno in esaurimento”. L’impianto è stato realizzato inserendo due elettrovalvole normalmente chiuse in modo da garantire la totale sicurezza dell’impianto: la loro apertura è comandata solo in seguito al ricevimento del comando di avvio delle celle a combustibile. Le elettrovalvole sono collegate al sensore di rilevazione presenza idrogeno, posizionato all’interno del locale: in questo modo, in caso di grave anomalia o fughe di gas all’interno del sito, il flusso di idrogeno è interrotto esternamente alla costruzione muraria. L’ultimo elemento inserito è costituito da una valvola a triplo effetto (antiritorno di fiamma, di intercettazione e antiritorno di flusso). Gli impianti sono connessi alla rete di allarmi Telecom Italia assimilandoli a gruppi elettrogeni; gli allarmi ritrasmessi sono: Macchina in moto, Guasto macchina e Fine combustibile. È stato inoltre realizzato un software di gestione in grado di acquisire i segnali generati dalle cel l e ed i n vi ti trami te co nne s s io ne Ethernet. 9. Analisi e valutazione dei risultati delle prove A) FOTO 3› Impianto realizzato con stoccaggio di idrogeno (Mattarello): A) gruppo bombole, B) rack con le quattro celle a combustibile. Lo stoccaggio di idrogeno è stato realizzato installando pacchi bombole (200 bar) con capacità di accumulo pari a 108 Nm3 di gas: questo e collegato tramite una serpentina ad una valvola di intercettazione in grado di scaricare in atmosfera eventuali fuoriuscite di gas. In cascata è posto il riduttore di pressione necessario a portare la pressione del gas da 200 bar fino al valore di utilizzo delle celle (da 1,7 fino a 6,9 bar). Questa riduzione viene effettuata in due stadi distinti anche se fisicamente si fa riferimento ad un unico elemento. È stato deciso in sede di progetto di ottimizzare le procedure di sostituzione del pacco esaurito: per questa ragione il riduttore è dotato di manometro di contatto in modo da inviare al sistema di segnalazione 50 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 Le celle a combustibile hanno sempre risposto in maniera corretta intervenendo quando richiesto e consentendo di riscontrare, così, un’affidabilità elevata per il servizio di emergenza (100 per cento di prove riuscite con successo). In figura 3 è riportata, a titolo di esempio, una registrazione dell’andamento della tensione del pacco batteria (linea verde) e della potenza generata (linea blu) da una singola cella nel sito di Mattarello. Il grafico si riferisce a un’erogazione dell’alimentazione di soccorso di circa 50 minuti. Dalla figura può essere rilevato che la cella ha raggiunto le condizioni nominali di funzionamento in circa 11 minuti portandosi nei primi due minuti a circa l’80% del carico complessivo alimentato. Le condizioni di batteria completamente carica, sono state fissate1 al valore di 53,3 V e sono state raggiunte stabilmente, nella situazione riportata caratterizzata da pacco batterie parzialmente scarico, dopo circa 25 minuti. • Risultati Fase 2 Come si è accennato in precedenza la seconda fase della sperimentazione è stata volta a verificare l’affidabilità dei sistemi nel lungo periodo e a ottenere risultati dal campo sull’efficienza elettrica dei (1) Questo valore si riferisce alle batterie al piombo ad elettrolito libero (2,22 Volt per elemento) disponibili nelle centrali nel corso delle prove. 30-08-2006 15:50 Pagina 51 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali VOLTAGE [V] sistemi e cioè del rendimento (η) nella conversione 60 1600 da idrogeno a energia effet59 1400 tivamente erogata sul 58 carico. I sistemi sono stati, 57 1200 perciò, predisposti in modo 56 1000 da segnalare l’esaurimento 55 54 del combustibile immagazzi800 53 nato nelle bombole, analo600 52 gamente a quanto accade 51 400 n e l f u n ziona m e nto di un Rated Power 50 gruppo elettrogeno. Per Battery Voltage 200 49 acquisire i dati sull’energia 48 0 erogata dalle celle a combustibile è stato impiegato un contatore di energia direttamente collegato all’ingresso della stazione di energia. Le prove sono state eseFIGURA 3› Andamento di tensione e potenza generata. guite mediante il distacco della rete elettrica con l’avvio delle celle a combustibile in maniera automatica, in funzionamento continuo fino allo spegnimento prova è stata ulteriormente diversificata per per esaurimento dell’idrogeno. La taratura del quanto riguarda i tempi di erogazione delle celle manometro della soglia di allarme, che segnala la a combustibile in modo da ottenere una casifine del combustibile, ha permesso, inoltre, di valustica più ampia e ulteriori risultati sperimentali. tare - tramite la registrazione dell’istante in cui è • Il sito di Calavino è stato volutamente lasciato stato trasmesso il segnale al centro di supervisione inattivo per un mese in modo da collaudare il di Telecom Italia - l’autonomia residua del pacco sistema di avvio automatico delle celle a combombole e quindi il tempo disponibile, in caso di bustibile che permette il controllo periodico di erogazione continua, per effettuare la sostituzione check-up e, allo stesso tempo per valutare il del pacco bombole. (Questa soglia può essere precomportamento del sistema dopo un periodo di disposta su valori di livello diverso, a seconda della inattività prolungata. difficoltà di accesso alla specifica centrale). I risultati sperimentali raccolti in questa fase sono esposti nella tabella 3: Al termine di questa fase si è riscontrato, dunCentrale di Vezzano que, che le celle hanno funzionato con continuità 190 bar Pressione iniziale per tutto l’intervallo richiesto e che nei tre casi esadopo 70 h 27 min Invio allarme minati il rendimento era in linea, con un certo margine, con il valore indicato nelle specifiche del dopo 79 h 10 min Spegnimento del sistema sistema. 117,6 kWh Totale energia prodotta I valori rilevati differiscono fra loro leggermente 38,4 % Efficienza elettrica impianto per la difficoltà oggettiva di acquisire, come si è Centrale di Calavino detto, il valore preciso della pressione di stoccaggio del gas nelle bombole all’inizio delle prove che 195 bar Pressione iniziale porta a una stima un po’ approssimata del potendopo 72 h 04 min Invio allarme ziale energetico immagazzinato nel pacco bomdopo 77 h 16 min Spegnimento del sistema bole. POWER [W] CELLE ok 131,7 kWh Efficienza elettrica impianto 40,6 % 50 min 40 min 33 min 20 min 16 min 11 min 2 min 0 • Risultati Fase 3 In questa fase della sperimentazione, per ottenere un numero maggiore di rilevazioni di parametri differenti, si è deciso di diversificare il tipo delle prove nelle tre centrali. Il programma è stato quindi così articolato: • Nella centrale di Vezzano sono state effettuate per l’intera durata della sperimentazione le prove di seguito commentate. • Nel sito di Mattarello sono state eseguite prove di accensione delle macchine da remoto, dopo aver predisposto un sistema di distacco automatico della rete elettrica pubblica. Questa Totale energia prodotta Centrale di Vezzano Pressione iniziale 175 bar Invio allarme dopo 24 h 08 min Spegnimento del sistema dopo 30 h 57 min Totale energia prodotta 116,6 kWh Efficienza elettrica impianto 39,1 % TABELLA 3› II risultati delle prove relativi alla fase 2. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 51 30-08-2006 15:50 Pagina 52 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali Le prove hanno evidenziato come le celle a combustibile abbiano risposto in maniera positiva alle varie prove realizzate sia in caso di rapidi transitori che nella condizione limite di ricarica dopo scarica profonda del pacco batterie. A titolo di esempio nella figura 4 seguente è evidenziato il comportamento del sistema installato presso il sito di Vezzano durante una delle prove effettuate: POWER [W] 2400 2300 2200 2100 2000 1900 1800 1700 1600 1500 1400 1300 1200 1100 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 0 21 min 27 min FIGURA 4› Potenza generata nel sito di Vezzano. • Un’accensione ogni ora (dalle 08.00 alle 16.00) della durata di 15 min. ciascuna (14-15-16-17 febbraio 2006). • Un’accensione ogni ora (dalle 08.00 alle 16.00) della durata di 30 min. ciascuna (20-21-22-23 febbraio 2006). • Un’accensione ogni ora (dalle 08.00 alle 16.00) della durata di 45 min. ciascuna (27-28 febbraio; 1-2marzo 2006). Il comportamento della tensione e potenza generata è illustrato nelle figure 5 e 6: Le prove hanno mostrato che i sistemi entravano in servi zi o o g n i v o lt a c he veniva dato il comando automatico di mancanza rete permettendo, quindi, di rilevare un’affidabilità in campo particolarmente elevata. Le prove, realizzate nell’arco di sei mesi, hanno permesso di testare le celle a combustibile in condi52 min zioni climatiche diverse: sia con temperatura ambiente prossima a 0°C che di circa 30°C (all’interno dei siti designati). In tutte le situazioni i sistemi hanno riportato un comportamento rispondente alle richieste operative. Nella centrale di Calavino le celle sono state lasciate in stand-by, come si è detto, per trenta giorni e, allo scadere del mese, è stato verificato in loco la corretta accensione dei sistemi. Per dare maggiore valenza alla prova e per valutare i tempi di reazione dei sistemi, dopo la corretta partenza Si può inoltre notare come la cella reagisca in modo presocché istantaneo alle variazioni di carico: le celle in esame, infatti, disconnesse per una seconda volta dal carico (dopo 27 minuti dall’inizio della prova) hanno impiegato qualche minuto a riportarsi a pieno carico in maniera lineare e senza fluttuazioni nell’erogazione. È stata inoltre verificato il corretto funzionamento del sistema di avvio automatico 55 per basso livello di batterie. 54,5 La possibilità sia di regolare 54 la soglia di tensione tam53,5 p o n e s i a la te nsione di 53 a c c e n s i o ne de i siste mi, 52,5 inducono a considerare l’in52 stallazione dei sistemi senza la necessità di connessione 51,5 ai contatti puliti di man51 canza rete per l’avvio dei 50,5 sistemi. Il solo monitoraggio 50 della tensione di batteria 49,5 rappresenta un sistema suf49 ficiente di gestire l’impianto 48,5 di backup ad idrogeno. Le prove periodiche ave48 vano lo scopo di stressare i sistemi mediante una prova accelerata secondo la seguente tabella della FIGURA 5› Andamento della tensione (un’accensione per 30 minuti ogni ora): dettaglio di una giornata. durata complessiva di 3 settimane: 8.01 8.11 8.21 8.31 9.07 9.17 9.27 10.03 10.13 10.23 10.33 11.03 11.19 11.29 12.05 12.15 12.25 12.35 13.11 13.21 13.32 14.07 14.17 14.27 15.03 15.13 15.23 15.33 16.09 16.19 16.29 VOLTAGE [V] CELLE ok 52 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 30-08-2006 15:50 Pagina 53 10. Conclusioni FIGURA 6› Andamento della potenza (un’accensione per 30 minuti ogni ora): dettaglio di una giornata. 2400 54 2200 53,5 2000 53 1800 52,5 1600 52 1400 51,5 1200 51 VOLTAGE [V] • Risultati Fase 4 La ripetizione delle prove re a l i z z a te ne lla fa se 3, installando un pacco batterie di più modesta capacità (150 Ah) ha portato all’ottenimento di risultati simili. La rapidità nella risposta delle macchine e nel raggiungimento delle condizioni nominali di funzionamento non determina una scarica eccessiva del pacco batterie durante il transitorio di accensione. 5000 4800 4600 4400 4200 4000 3800 3600 3400 3200 3000 2800 2600 2400 2200 2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 8.01 8.15 8.28 8.42 9.06 9.20 9.34 9.47 10.12 10.25 10.39 11.03 11.17 11.31 11.44 12.09 12.22 12.36 12.50 13.14 13.28 13.42 14.06 14.19 14.33 14.47 15.10 15.24 15.38 16.01 16.15 16.29 16.42 delle celle a combustibile, è stata disinserita manualmente l’erogazione della rete elettrica. In questo modo le celle sono state forzate a raggiungere le condizioni di erogazione a pieno carico. Come si può osservare dal grafico di figura 7, i sistemi si sono comportati in maniera corretta raggiungendo rapidamente le condizioni nominali di carico (15 minuti). POWER [W] CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali POWER [W] Al termine della speri1000 50,5 mentazione è possibile rilevare che l’esito delle prove è 800 50 da considerarsi positivo e 600 49,5 che l’integrazione dei Power 400 49 sistemi di backup a celle a Voltage combustibile nelle stazioni di 200 48,5 energia di Telecom Italia è 0 48 risultato rispondente alle caratteristiche dichiarate. Inoltre non sono stati messi in rilievo malfunzionamenti o FIGURA 7› Accensione delle celle dopo un mese di inattività delle stesse. anomalie transitorie. Questa sperimentazione ha permesso di individuare una serie di prove significative da effettuare all’atto e sopperiscono alla mancata erogazione di alidel collaudo delle macchine e in corso di esercizio. mentazione causata dall’avaria nell'attesa che Dalle prove sono anche emersi alcuni aspetti quest’ultima venga eliminata. caratteristici quali quelli riportati qui di seguito: • Rumore sulle barre di alimentazione: attraverso • Affidabilità: le celle a combustibile hanno semuna prova specifica è stata verificata la genepre risposto in maniera corretta al segnale di razione di un rumore elettrico medio (ripple) di accensione. L’affidabilità del sistema è risultata 7,2 mV con valore picco-picco pari a 22 mV. quindi essere molto elevata. La sperimentazione realizzata ha dimostrato • Interazione con le altre apparecchiature di cenche i sistemi a celle a combustibile rappresentano trale: le celle a combustibile sono in grado di un’alternativa valida dal punto di vista tecnico alle rispondere in maniera corretta sia in caso di soluzioni tradizionali: il servizio che tali sistemi mancanza rete sia nella situazione anomala di sono in grado di offrire rappresenta un backup di guasto ai raddrizzatori di centrale. In questo alta qualità che minimizza la manutenzione e la caso, infatti, in conseguenza della progressiva gestione degli impianti. Inoltre, è da tenere sempre scarica del pacco batterie, le celle intervengono in considerazione il fattore ecologico favorevole: 1517 1518 1519 1520 1521 1522 1523 1524 1525 1526 1527 1528 1529 1530 1531 1532 1533 1534 1535 1536 1537 1538 1539 1540 1541 1542 1543 1544 1545 1546 1547 1548 1549 CELLE ok NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 53 CELLE ok 30-08-2006 15:50 Pagina 54 CALZETTI › GROSSONI › TORRELLI • Sperimentazione in campo: Fuel Cell come back-up di potenza per le centrali riduzione dell’impatto ambientale dovuto alle batterie ed ai gruppi elettrogeni; eliminazione dello smaltimento di rifiuti tossico/nocivi quali piombo e acido solforico; assenza di emissioni nocive da gruppi elettrogeni (ossidi di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, anidride carbonica, particolato) per la certificazione verde e la ecocompatibilità degli impianti; introduzione di un sistema innovativo in alternativa all’acquisizione di energia elettrica. Più in generale, la soluzione a celle a combustibile rappresenta allo stato attuale della tecnologia una soluzione interessante in situazioni ove il backup da garantire è di entità consistente. Il trend di sviluppo, conseguentemente anche alla diffusione della tecnologia ad idrogeno e quindi all’instaurarsi di un’economia di scala, dovrebbe portare alla diminuzione dei costi e all’abbassamento della soglia di convenienza dei sistemi a celle a combustibile. Telecom Italia, al termine della sperimentazione, intende estendere il progetto ad altri venti siti sul territorio italiano al fine di avere una casistica più estesa del comportamento in campo dei sistemi con celle a combustibile. Se anche in questo caso i risultati saranno positivi sarà pianificato un’ulteriore allargamento del numero delle istallazioni. [email protected] [email protected] [email protected] Per il supporto operativo avuto dai colleghi dell’Energy System Area Nord Est, gli autori ringraziano Gianluigi Bacilieri, Amerigo Agostini, Giuliano Cerello. 54 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 15 n. 2 - Settembre 2006 Giuseppe Calzetti si è laureato nel 1989 in Ingegneria Elettrotecnica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con assegnazione di un premio di laurea dalla A.S.T.EN. (Associazione Scientifica per lo sviluppo delle Tecnologie Energetiche). Nel 1990 ha ottenuto l’abilitazione per l’esercizio della professione di ingegnere. Dopo una breve collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Elettrica della “Sapienza” di Roma e prestazioni da libero professionista, nel 1990 ha iniziato la sua attività in SIP (oggi Telecom Italia) nella struttura di Pianificazione della Rete occupandosi dei Piani di Struttura Interdistrettuali. Dal 1992 opera nel Settore dei Sistemi di Alimentazione e Condizionamento per apparati di TLC occupandosi sia delle architetture impiantistiche di sistema che degli sviluppi innovativi e della accettazione dei sistemi di alimentazione per le TLC; redige i relativi Capitolati Tecnici per la Fornitura in Opera. Partecipa a Enti e Organismi di normazione e standardizzazione, in particolare il CEI. Ha all’attivo numerose docenze preparando corsi specifici sui Sistemi di Alimentazione per TLC. Si è sempre impegnato per gli aspetti di: impatto ecologico, risparmio energetico e sistemi di energia alternativa (fotovoltaica, eolica, cogenerazione, celle a combustibile, autoveicoli elettrici). M a u r i z i o G r o s s o n i si è laureato in ingegneria elettrotecnica e ha ottenuto l’abilitazione per l’esercizio della professione di ingegnere presso l’Università “La Sapienza di Roma”. Ha conseguito il Master in telecomunicazioni presso il Politecnico di Torino. Dopo aver lavorato presso alcune Società di Ingegneria ed essersi dedicato all’insegnamento universitario, nel 1975 è entrato a far parte della SIP (oggi Telecom Italia), dove è stato assegnato al comparto Sistemi di Energia. In tale comparto ha ricoperto vari incarichi sino a divenire responsabile del settore “ Ingegneria e Sviluppo Impianti”. Dal 2005 ha lasciato Telecom Italia, mantenendo con la stessa un rapporto di consulenza, per dedicarsi alla libera professione e all’insegnamento universitario. È membro CEI, chairman del TCEE (Technical Committee Environmental Engineering) dell’ETSI e Presidente del Comitato Organizzatore per l’INTELEC 2007 di Roma. Ha al suo attivo più di cento pubblicazioni. A r i s t i d e To r r e l l i ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettronica presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1987 e l’abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere. Dopo un breve periodo come progettista di sistemi TLC navali, ha iniziato la sua attività in SIP (oggi Telecom Italia). È stato responsabile esercizio impianti nelle agenzie, Reti Speciali Commutate, Traffico e Previsioni nella Pianificazione di Rete, Qualità nella DTRT Roma. In questo ruolo ha guidato quella struttura alla certificazione ISO 9001. Nel 2002 passa ad operare nei Sistemi d’Alimentazione come responsabile di uno dei nuclei territoriali. Porta il suo nucleo alla certificazione ISO 14001 nel 2003. Dall’ottobre 2005 opera nella struttura centrale dell’Energy System, nel settore Engineering & Technical Rules.