INCOERENZA TEMPORALE Dispensa per il corso di Economia Politica Ecomark (A-Lh) Riccarda Longaretti A.A. 2013-2014 L’incoerenza temporale si basa sull’incapacità dei policymaker di mantenere la promessa di un basso tasso di inflazione a causa del trade-off di breve periodo tra inflazione e disoccupazione. Ciò causa un tasso di inflazione eccessivo. 1 IL PROBLEMA DAL PUNTO DI VISTA FORMALE Inflazione e disoccupazione sono costose per la società. Verosimilmente il costo marginale dell’inflazione è crescente. Possiamo scrivere la funzione di perdita sociale nel seguente modo: L = a (u − uN ) + π2 Il Governo sceglierà il tasso di inflazione che minimizzi la perdita sociale sotto il vincolo del trade-off inflazione-disoccupazione (curva di Phillips, CP). M inL s.t. π π e = π − α (u − uN ) a La CPO per un minimo è π = 2α ∀π e (funzione di reazione del Governo). Graficamente il problema è schematizzato nella seguente figura. 1 π a/2α u L La funzione di reazione del Governo è il luogo dei punti di tangenza tra le curve di livello, ovvero di iso-perdita, che identificano un fascio di parabole con il vertice sulle ascisse, e i vincoli, ciascuno dei quali è parametrizzato ad un diverso tasso atteso di inflazione. 1.1 AGENTI ADATTIVI Ipotizziamo che • l’economia al tempo 0 si trovi in A ≡ (u = uN , π = 0) ; • gli agenti formulino le aspettative in modo adattivo, in modo tale che πet+1 = π t ; • il timing nell’interazione tra Governo e collettività, sia il seguente: (i) al tempo 0 il Governo annuncia il tasso di inflazione che vuole ottenere e che questo annuncio sia π = 0; (ii) sempre al tempo 0 la collettività formula le aspettative di inflazione e contratta i salari nominali; (iii) al tempo 1 il Governo implementa una politica economica che dà luogo ad un tasso effettivo di inflazione. Se gli agenti sono adattivi e al tempo 0 l’economia ha un tasso di inflazione pari a 0, allora, πe1 = π 0 = 0. 2 Il vincolo fronteggiato dal Governo allora è parametrizzato ad una inflazione attesa pari a 0. Il Governo ha incentivo a deviare dall’annuncio implementando un tasso di inflazione maggiore di 0? Incrementare il tasso di inflazione ha due effetti sulla perdita sociale: da un lato esso vi è un effetto diretto, all’aumentare del tasso di inflazione aumenta la perdita sociale (perdita marginale diretta= ∂L ∂π = 2π); dall’altro un aumento del tasso di inflazione, a causa del trade-off di breve periodo tra inflazione e disoccupazione, determina una riduzione della disoccupazione e pertanto un aumento del ¯ tasso ¯ di ainflazione riduce la perdita ∂u ¯ sociale (beneficio marginale indiretto= ¯ ∂L ∂u ∂π = α ). Il Governo pertanto ha incentivo a deviare dall’annuncio fin tanto che il beneficio marginale indiretto prevale sulla perdita marginale diretta. Quando essi sono uguali, ovvero quana do π = 2α , non esiste più incentivo ad incrementare l’inflazione. Al tempo 1 a pertanto πe1 = 0 < π 1 = 2α . Al tempo 1 gli agenti effettuano un errore di previsione in difetto e il Governo devia dall’annuncio. Al tempo 1, l’economia ¡ ¢ a si trova in B ≡ u = uB < uN , π = 2α > 0 , equilibrio di fooling. a Al tempo 2, π e2 = π 1 = 2α . La minimizazione della perdita sociale, come descritto sopra, induce il Governo a scegliere un tasso di inflazione ancora pari a a 2α . Al tempo 2, pertanto, ¡le aspettative di ¢inlazione sono corrette (πe2 = π 2 ) a e l’economia si trova in C ≡ u = uN , π = 2α , equilibrio discrezionale1 . π a/2α C B A u e CP (π = a/2α) CP (π e = 0) 1 Agenti razionali, conoscendo il modello, sarebbero subito giunti in C. 3 Se il Governo fosse soggetto a regole che lo obbligassero a non deviare dall’annuncio fatto, allora l’economia si troverebbe effettivamente in A (equilibrio con regole o equilibrio di precommitment). 2 BANCHIERE CENTRALE CONSERVATORE E INDIPENDENTE Si osservi che la perdita sociale associata all’equilibrio discrezionale è maggiore della perdita sociale associata all’equilibrio con regole (LC > LA ), tuttavia è auspicabile lasciare ai policymaker la flessibilità necessaria a fronteggiare shock inattesi. Sarebbe pertanto ottimale trovare espedienti, che non siano regole, che avvicinino il più possibile l’equilibrio discrezionale a quello di precommitment. Un modo potrebbe essere quello di delegare la scelta del tasso di inflazione ad un Banchiere Centrale indipendente dal Governo e più conservatore del Governo, per il quale cioè i costi marginali dell’inflazione siano più elevati (e quelli della disoccupazione meno elevati) che per il Governo. Il problema formalmente è il seguente M inLBC = β (u − uN ) + δπ 2 π s.t. π = π e − α (u − uN ) β La CPO per un minimo è π BC = 2αδ ∀π e (funzione di reazione del Banchiere Centrale). Il tasso di inflazione scelto dal BC è effettivamente inferiore a quello scelto β a dal Governo se 2αδ < 2α , ovvero se e solo se β < a e δ > 1 CVD. 4 π a/2α B C β/2ασ BBC CBC A u CP (π e = a/2α) CP (π e = β/2ασ) e CP (π = 0) 5