E’ stato evidenziato come nelle trote esista una certa correlazione tra le dimensioni, il colore e la vitalità delle uova. Solitamente anche da colture sane viene prodotto un certo numero di uova non fertili o “bianche”, soprattutto se vengono spremute in un periodo non ottimale: nei casi in cui più del 20% di un lotto non risulta fertile è consigliabile scartarlo. Oltre alle uova sterili, una certa quantità di uova vive vengono perse durante lo sviluppo, in particolare se le uova immature, cioè non embrionate, non vengono maneggiate con cura. Queste ultime, quando muoiono, verranno inevitabilmente infettate da funghi che si diffondono in seguito alle uova sane più vicine. Per risolvere questo problema vengono seguiti diversi sistemi. Uno particolarmente utilizzato consiste nello scuotimento delle uova non ancora mature per aumentare la separazione di quelle morte dal resto del lotto, così quest’ultime possono subito essere rimosse. L’eliminazione quotidiana delle uova morte può essere effettuata con l’uso di una pipetta aspirante. In alternativa l’allevatore potrà prevenire lo sviluppo dei funghi mediante una disinfezione e le uova morte saranno eliminate poco prima della schiusa usando un sistema automatico mediante impiego di apparecchi elettronici per contare le uova. Queste talvolta possono presentare delle anomalie, in particolare la presenza all’interno dell’uovo (e più tardi nel sacco vitellino dell’embrione) di puntini bianchi o coagulati di materiale vitellino. Si ritiene che questo fenomeno sia dovuto agli effetti di metalli pesanti nell’acqua, soprattutto zinco e rame. E’ infatti importante che tubature galvanizzate o cromate vengano escluse dall’avannotteria. Occasionalmente le uova sviluppano inoltre una consistenza soffice e viscosa che tende a riunirle insieme. Anche se la causa non è del tutto chiara, si ritiene che sia associata ad un eccesso di ammoniaca nell’acqua. Il rimedio migliore consiste nell’aumentare il flusso dell’acqua in modo che il livello di ammoniaca venga abbattuto. Deve essere inoltre ricordato quindi che anche la qualità dell’acqua è un fattore molto importante. La temperatura normalmente non dovrebbe superare i 13°C e in sospensione non dovrebbero essere presenti solidi che potrebbero coprire le uova e limitare la loro capacità respiratoria. Gli ioni a base di ferro disciolti, provenienti per esempio da tubature ferrose o da depositi naturali, possono precipitare sulla superficie delle uova causandone perdite. Se la materia organica sospesa rappresenta un problema, in seguito per esempio a una piena, può essere utile predisporre in entrata un letto filtrante di ghiaia. Un altro problema presente nelle zone caratterizzate da acque molli è rappresentato dall’insorgenza di bassi livelli di pH, in concomitanza a valori elevati di manganese e alluminio in seguito a piogge acide. Attraverso le uova vengono trasmesse alcune malattie infettive da una generazione all’altra. La maggior parte degli organismi patogeni, eliminati con le uova e con i fluidi riproduttivi durante la fregola, riesce ad aderire soltanto alla superficie dell’uovo pertanto con un’adeguata disinfezione possono essere distrutti. Alcuni patogeni, tuttavia, sono in grado di rimanere all’interno delle uova, senza provocarne la morte. Essi vengono rilasciati nell’acqua ed infettano altri pesci. Le malattie più importanti che vengono così trasmesse per via verticale, cioè da una progenie all’altra, sono il virus IPN e il Renibacterium salmoninarum, agente eziologico della BKD. Ecco perché i più accorti produttori di uova e di avannotti controllano i lotti attraverso un continuo monitoraggio. Uno dei migliori indicatori della condizione di salute delle uova è rappresentato dalla qualità del fluido ovarico che viene deposto con le uova. Questo deve essere completamente chiaro, anche se viscido. Se questi liquidi sono emorragici oppure opachi e soprattutto se questi fluidi sono bianchi, filamentosi o contengono materiale particolato, probabilmente le uova sono contaminate e non possono essere utilizzate. Le condizioni igieniche dell’avannotteria sono molto importanti non solo prima della schiusa ma anche dopo questo stadio. La superficie dell’uovo servirà come sito per la moltiplicazione di funghi e parassiti, se questi non vengono rimossi con una certa regolarità. L’attenzione prestata alle procedure sanitarie permetteranno di fornire un ambiente migliore per il sacco vitellino ed in questo modo gli avannotti inizieranno in modo ottimale la loro vita. Spesso si osserva l’insorgenza di anomalie strutturali e gli embrioni, che sono come “mostri”, possono risultare simili a gemelli siamesi. Se la loro incidenza è più dell’1%, il lotto dovrà essere controllato attentamente. Oltre a queste anomalie, vengono spesso osservate altri due tipi di anormalità del sacco vitellino che sono la malattia del “sacco-blu” e la “deformazione del sacco”. La prima si ha quando il sacco vitellino aumenta di volume tanto da impedire all’embrione di nuotare nella posizione normale ed è dovuta ad un aumento del liquido nel sacco vitellino che impartisce una colorazione blu-grigiastra. La causa principale è probabilmente da imputarsi all’accumulo di prodotti metabolici e talvolta l’ostacolo viene aggirato aumentando il flusso dell’acqua. Nella seconda si possono osservare “globuli” di grasso dentro il sacco vitellino che si presentano in superficie come piccole ernie in modo da deformare la morfologia del sacco. Nella trota questa malattia è di solito associata ad un carente ricircolo dell’acqua o ad elevate temperature di incubazione; un sistema di prevenzione può essere rappresentato da un aumento del flusso dell’acqua o dalla riduzione della densità del lotto. Sempre nel sacco vitellino la sovrasaturazione dell’acqua con i gas disciolti può portare ad un accumulo di bolle che provocano la morte dell’embrione. Nei casi meno gravi dopo aver riassorbito il sacco vitellino si notano avannotti con branchie affette da emboli. Il pesce nuoterà in modo disturbato con evidenti alterazioni. In caso sospetto l’allevatore potrà averne conferma, o meno, di questo fenomeno utilizzando un espediente nel caso in cui vi sia ipersaturazione: immergendo la mano nell’acqua si osservano delle bolle che conferiscono una lucentezza argentata sulla superficie della pelle. Esaminando con una lente i pesci colpiti, si evidenziano bolle di gas nella pelle o emboli all’interno dei capillari delle branchie. Si può ovviare a questo conveniente eliminando l’eccesso di gas mediante aerazione e riparando ogni perdita nelle tubature o pompe che possono immettere aria nel sistema. Talvolta la malattia da gas può essere causata da un corpo idrico in entrata più freddo rispetto alla temperatura presente in avannotteria e non esiste un adeguato mescolamento dell’acqua sovrasatura. Se invece negli embrioni morti non si osservano evidenti segni esterni allora probabilmente, la causa è la presenza di parassiti. Al microscopio, nei preparati a fresco di branchie e di pelle, si evidenziano spesso parassiti appartenenti al genere Costia o Ichthyobodo che possono infestare il sacco vitellino dell’embrione. Inoltre poiché al primo pasto l’avannotto è particolarmente vorace, si nutre, oltre che del liquido vitellino stesso, anche di qualsiasi materiale particolato di dimensioni appropriate, e di conseguenza può assumere anche spore fungine. Queste appartengono prevalentemente al genere Phoma o Saprolegnia, e l’ingestione può causare la crescita del fungo, soprattutto in quello che rimane del sacco vitellino. I pesci colpiti hanno un sacco arrotondato e bianco. Nello stadio più avanzato gli avannotti appaiono più scuri e mostrano un’evidente distensione addominale in grado di causare un’elevata mortalità. L’inserimento di un filtro in entrata che trattenga il materiale e una scrupolosa igiene rappresentano dei sistemi di prevenzione molto efficaci contro questa infestione. Dott.ssa Sandra Zanchetta Dott.ssa Antonella Magni