CN 55 - Gruppi elettrogeni
I gruppi elettrogeni devono avere per lo meno potenza sufficiente per l'alimentazione delle linee di
riserva e di soccorso alle linee dei servizi di sicurezza tenendo conto degli spunti e dei fattori di
contemporaneità ed in particolare in presenza di UPS ed avere le seguenti caratteristiche:
•
Riferimenti normativi:
– ISO 8528-12
– MINISTERO DELL’INTERNO - DECRETO 22/10/2007
– ISO 3046
– CEI EN 60439-1 (CEI 17-13/1)
– CEI EN 60204-1 (CEI 44-5)
– CEI EN 50178
– DIRETTIVA MACCHINE 2006/42/CE
– DIRETTIVA RUMORE 2000/14/CE
Il gruppo deve essere installato in proprio locale oppure in cofanatura o container possibilmente
adiacente:
-
al locale contatori BT
-
alla cabina di trasformazione MT/BT e deve essere previsto per il funzionamento:
automatico
manuale
con sistema di preriscaldo
L'arresto del gruppo deve essere ritardato, di un tempo regolabile, dal ripristino di condizioni
normali sulla rete ordinaria.
Il complesso costituito da motore primo, alternatore, quadro di comando/controllo e protezione e
sistemi di avviamento, deve avere le seguenti caratteristiche:
•
potenza nominale ____________________kVA a 50 Hz con cos φ = ____________________
•
tensione nominale ____________________ a 50 Hz
•
potenza sonora (lwa) ____________________
•
motore primo
funzionante a gasolio
funzionante a gas metano
serbatoio combustibile bordo-macchina della capacità di
22/10/07
serbatoio di riserva
consumo gasolio
m3 in conformità al DM
m3
gr/kWh
201
•
alternatore
- sincrono trifase, collegamento a stella con neutro accesibile
- potenza nominale _______________ kVA
- cosϕ _______________
- _______________
•
quadro elettrico di comando/controllo e protezione
dispositivi per la telecommutazione rete-gruppo
interruttore di macchina
- ______________________________
•
sistema di avviamento
-
-
ad aria compressa
a batteria di capacità ____________________ Ah sufficiente per almeno tre avviamenti del
gruppo ad alimentare tutti i servizi della centrale, completo di raddrizzatore per la ricarica
automatica a fondo ed in tampone della batteria stessa
Altri dati caratteristici:
- ______________________________
Note:
I gruppi di potenza elevata (indicativamente ____________________ kVA) devono essere montati su
propria fondazione isolata dalle fondazioni dell’edificio.
Note : 202
CN 56- Soccoritori
Gennaio 2008
Sono macchine statiche per l'alimentazione centralizzata indipendente dell'illuminazione di
sicurezza, di circuiti antincendio automatici, di impianti di segnalazione, sistemi cercapersone,
aspirazione fumi, segnalazione di presenza di monossido di carbonio, ecc.
Possono avere uscita in c.c per impieghi generici ( lampade ad incandescenza o ad alogeni, servizi
ausiliari) oppure in c.a.(a tempo di intervento zero per lampade a scarica ad alta intensità, singoli
computer; a tempo di intervento diverso per gli impieghi generici suddetti, motori,pompe,ecc).
•
Riferimenti Normativi
– CEI EN 50171
– CEI EN 60896-2
– CEI EN 50272-2
– CEI EN 60146-1-1
– CEI EN 60947-6-1
– CEI EN 62310-1
– CEI EN 62040-1
I soccoritori per l’alimentazione dei sistemi di emergenza centralizzati devono avere le seguenti
caratteristiche.
•
Caratteristiche generali
CA
CC
Potenza nominale kVA _______________.
Tempo di intervento:
zero (di continuità)
brevissimo (entro 0,15 s)
breve (entro 0,5 s)
altro
Fattore di potenza del carico cos φ :
0,8
……..
Autonomia con carico nominale:
10 min
Grado di protezione :
IP20
Tempo di ricarica :
6h
12 h
Protezione contro la scarica completa :
SI
NO
Arresto di emergenza (VVFF) :
SI
NO
Bypass interno (per sovraccarico o anomalie) :
SI
NO
60 min
180 min
min
……..
……
203
Contatto di comando per bypass esterno :
SI
NO
Verifica automatica del funzionamento :
SI
NO
Verifica automatica dell’autonomia :
SI
NO
Tensione nominale :
230 V
400 V
Tolleranza sulla tensione :
±10%
Caratteristiche in ingresso (lato rete)
Frequenza nominale :
Tolleranza sulla frequenza :
..
….
50 Hz
60 Hz
……
±2%
Caratteristiche in uscita (lato carico)
Tensione nominale in ca:
230 V
400 V
Tolleranza sulla tensione in ca:
± 1%
Forma d’onda in CA :
sinusoidale
Tensione nominale in CC :
12 V
Tolleranza sulla tensione in CC :
da 1,13 a 0,9 Vn
quadra
….
24 V
..
.
Note : 204
CN 60 - Accumulatori e carica accumulatori
•
Dicembre 2009
Riferimenti normativi:
–
CEI EN 60896-21 (CEI 21-47) - Batterie stazionarie al piombo - Parte 21: Tipi regolate con
valvole - Metodi di prova
–
CEI EN 60896-22 (CEI 21-48) - Batterie stazionarie al piombo - Parte 22 : Tipi regolate con
valvole - Prescrizioni
–
CEI EN 50272-2 (CEI 21-39) - Prescrizioni di sicurezza per batterie di accumulatori e loro
installazioni - Parte 2: Batterie stazionarie
CEI EN 60622 (CEI 21-21) - Accumulatori e batterie con elettrolito alcalino o altro
elettrolito non acido - Elementi singoli prismatici ricaricabili stagni al nichel-cadmio
CEI EN 60623 (CEI 21-28) - Accumulatori con elettrolito alcalino o altro elettrolito non
acido - Elementi ricaricabili prismatici al nichel-cadmio di tipo aperto
CEI 21-17 - Elementi e batterie portatili al piombo (tipi regolati con valvola) - Parte 3:
Raccomandazioni per la sicurezza nell'uso in apparecchiature elettriche
–
–
–
Gli accumulatori e carica accumulatori devono avere le seguenti caratteristiche:
•
Caratteristiche generali
tensione __________ V
capacità __________ Ah
regime di scarica __________h
tempo di ricarica __________ (secondo quanto indicato dal costruttore all’80% della capacità)
Peso …. kg
Dimensioni (L,P,A) …………………. mm
•
Il complesso deve essere costituito da:
Batterie di accumulatori
al piombo tipo aperte ____________________
al piombo tipo regolate con valvola ____________________
al nickel cadmio stagne____________________
al nichel cadmio aperte____________________
________________________________________
205
Raddrizzatore (carica accumulatori)
alimentatore stabilizzato di tipo ____________________
tensione d'ingresso __________ V
potenza. __________ kVA
per funzionamento:
tampone
___________________________
Tipo di carica _______________________________________
Note : 206
Sezione 13 - Apparecchiature per impianti fotovoltaici
207
CP 5 - Componenti per impianti fotovoltaici
•
Riferimenti Normativi
–
–
–
–
–
–
CEI EN 61646: Moduli fotovoltaici a film sottili per usi terrestri
CEI EN 61215: Moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri
CEI EN 50380: Fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici
CEI 82-25: Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alla rete
elettrica di media e bassa tensione
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
corrente alternata e 1500 V in corrente continua
CEI 0-16: Regola tecnica di connessione di utenti attivi e passivi alla rete AT e MT delle
imprese distributrici di energia elettrica
1) Generatore fotovoltaico
Il componente elementare di un generatore fotovoltaico è la cella dove avviene la conversione della
radiazione solare in corrente elettrica. Più celle costituiscono dei moduli che collegati in serie
formano un pannello. Più pannelli collegati in serie costituiscono una stringa. Le stringhe collegate
generalmente in parallelo costituiscono il campo, o generatore, fotovoltaico.
2) Moduli/pannelli fotovoltaici
I moduli/pannelli possono essere:
A) In silicio
Monocristallino
Policristallino
Amorfo
B) In film sottile
Telloruro di Cadmio
C) Moduli a concentrazione (IEC 62108)
Per garantire un’adeguata vita utile dell’impianto di generazione il costruttore deve garantire la
qualità e le prestazioni dei moduli fotovoltaici di sua produzione, secondo le modalità precisate
dalla normativa vigente.
Ciascun modulo/pannello deve inoltre essere accompagnato da un foglio dati e dovrà essere
contrassegnato con una scritta indelebile riportante le caratteristiche principali del modulo/pannello
e il numero di codice. Le caratteristiche che devono essere riportate nel foglio dati e sulla scritta
sono riportati nella Norma CEI EN 50380.
208
Ciascun modulo deve essere provvisto di opportuni diodi di by-pass, per evitare, nel caso che una
cella sia ombreggiata, che tutte le altre la alimentino come se fosse un carico. Il parallelo delle
stringhe deve essere provvisto di protezioni contro le sovratensioni e di idoneo sezionatore per il
collegamento al gruppo di conversione (inverter). Particolare attenzione deve essere posta nella
progettazione e realizzazione del quadro elettrico contenente i suddetti componenti: oltre a essere
conforme alle norme vigenti, esso deve possedere un grado di protezione adeguato alle
caratteristiche ambientali del suo sito d’installazione.
3) Strutture di sostegno
Le strutture di sostegno servono a sostenere i pannelli fotovoltaici per le diverse metodologie di
posa:
4) Convertitori statici cc/ca (Inverter)
Un inverter converte la corrente elettrica continua prodotta dai moduli in corrente elettrica
alternata, quella cioè, normalmente usata in ogni edificio. Il convertitore è anche in grado di
portare la corrente elettrica alla frequenza di rete (50 Hz) e alla tensione di funzionamento (230V
monofase, 400V trifase) in forma sinusoidale senza armoniche.
A seconda delle tipologie di impianto fotovoltaico per il quale sono destinati, gli inverter si
suddividono in:
Inverter per impianti in isola
Inverter per impianti connessi alla rete (Certificati DK 5940)
Il gruppo di conversione è generalmente basato su inverter a commutazione forzata, con tecnica
PWM (Pulse Width Modulation), è privo di clock e/o riferimenti interni, ed è in grado di operare in
modo completamente automatico e di inseguire il punto di massima potenza (MPPT, Maximum
Power Point Tracker) del generatore fotovoltaico.
La scelta del modello di inverter e della sua taglia va effettuata in base alla potenza nominale
fotovoltaica ad esso collegata, alle caratteristiche elettriche dei moduli fotovoltaici utilizzati e alla
tipologia di installazione.
Il rendimento di un inverter non è costante, ma varia in funzione della tensione e della potenza alla
quale lavora, che a sua volta dipende dalle condizioni ambientali, soprattutto dall’irraggiamento
solare e dalla temperatura di funzionamento.
5) Funzionamento in parallelo con la rete
Il funzionamento in parallelo alla rete pubblica di un generatore FV è subordinato a precise
condizioni come previsto dalla norma CEI 0-16.
209
6) Apparecchiatura elettrica
- Interruttori automatici
Un interruttore automatico deve avere un potere di cortocircuito o di interruzione
(estremo) almeno uguale alla corrente di cortocircuito presente nel punto di installazione.
- Interruttori di manovra-sezionatori
Un interruttore di manovra è destinato a stabilire, portare e interrompere le correnti di
servizio ordinario; può anche stabilire, ma non interrompere le correnti di cortocircuito.
Gli interruttori di manovra adatti per sezionare il circuito sono denominati interruttori di
manovra - sezionatori. Tali interruttori di manovra sezionatori devono essere protetti da
un dispositivo di protezione indicato dal costruttore.
Gli interruttori di manovra – sezionatori in corrente continua devono essere protetti da
dei fusibili. Il fusibile può essere utilizzato come dispositivo di sezionamento a vuoto,
poiché una volta estratta la cartuccia garantisce il sezionamento del polo del circuito su
cui è installato.
- Quadri e contenitori
Devono essere utilizzati quadri adatti all’impiego.
- Morsetti, giunti e capicorda
Devono essere utilizzati morsetti, giunti, capicorda adatti all’impiego.
- Cavi
Devono avere almeno le seguenti caratteristiche:
Resistere ai raggi UV
Resistere alle intemperie e alle alte temperature
Resistere agli agenti chimici e atmosferici
Resistere alle eventuali sollecitazioni meccaniche dovute alla posa interrata
Tensione nominale di 1000Vcc
Le condutture devono essere realizzate come prescritto dalla norma CEI 64-8 secondo le
modalità di posa previste dalla tabella 52 C.
Per il calcolo delle portate e delle sezioni si deve fare riferimento alle Norme CEI UNEL
35024 per i cavi posati in aria e alle 35026 per i cavi interrati.
Per i cavi fare riferimento al Cpaitiolato Tecnico di prova CPT 065
210
- SPD
Per proteggere le apparecchiature bisogna scaricare verso terra le sovratensioni mediante
SPD. Il compito degli SPD (Surge Protection Device), comunemente scaricatori, è quello
di scaricare a terra la sovratensione in modo che non danneggi le apparecchiature. Un
SPD è un dispositivo a impedenza variabile con la tensione applicata che, in presenza di
una sovratensione, scarica la corrente associata alla sovratensione e mantiene la tensione
ai suoi capi entro valori prefissati. Se la protezione contro le sovratensioni di
un’apparecchiatura è essenziale, sono consigliabili gli SPD con contatto di segnalazione
per indicare all’utente dell’impianto il guasto del dispositivo.
Nel caso di impianti in isola è necessario installare poi:
Batteria di accumulo:raccoglie l’energia generata nelle ore diurne e la rende
disponibile nelle ore notturne.
Regolatore di carica: gestisce il sistema produzione –accumulo di energia. Per
esempio stacca la batteria dal generatore nel caso della sua totale ricarica, oppure stacca
la batteria dalla rete di utilizzo nel caso di sua scarica eccessiva.
Note : 211
Parte 2 – Impianti
Le schede che seguono riportano le più significative indicazioni di buona tecnica per la
realizzazione degli impianti elettrici, elettronici ed ausiliari di rilevante importanza in tutte le
strutture qui considerate
212
Sezione 1 – Distribuzione Generale
213
IA 5 - Prelievo e immissione dell’energia in MT
•
Riferimenti normativi:
–
–
–
–
–
–
–
–
–
CEI 0-15: Manutenzione delle cabine elettriche MT/BT dei clienti/utenti finali
CEI 0-16: Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti
AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica
CEI 11-1: Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata
CEI 11-20: Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di
I e II categoria
CEI 11-37: Guida per l’esecuzione degli impianti di terra nei sistemi utilizzatori di energia
alimentati a tensione maggiore di 1 kV
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
CEI EN 50110 1-2: Esercizio degli impianti elettrici
CEI EN 50160: Caratteristiche della tensione fornita dalle reti pubbliche di distribuzione
dell'energia elettrica
Guida CEI 11-35: Guida per l’esecuzione di cabine elettriche MT/BT del cliente/utente finale
Leggi :
-
Testo Unico Sicurezza; DM 6/4/2000, DPR n. 462 del 22/10/01
Delibere:
-
•
AEEG 04/04 e AEEG 247/04, AEEG 348-07, AEEG 333-07, AEEG 33-08, AEEG 119-08,
AEEG 99/08
Prescrizioni dei distributori di energia elettrica:
Ogni singolo distributore, pubblica le regole tecniche di connessione alla propria rete e le modalità
procedurali di connessione (es. ENEL, DK5640 e DK5310) che riguardano l’allacciamento di
impianti attivi e passivi alla rete elettrica di media tensione.
I documenti sopra citati prevedono che l’Utilizzatore predisponga i seguenti locali (es. prescrizione
ENEL DK5310 capitolo 7.2.8 “Standard tecnici per cabine elettriche MT”):
•
locale consegna;
locale, con accesso diretto da strada pubblica, riservato all’impianto di consegna del
distributore
•
locale misura;
locale, con accesso diretto da strada pubblica e con accesso per il cliente, in cui sono
installati i gruppi di misura
•
locale cliente;
locale, adiacente al locale di consegna, per la sezione ricevitrice dell’impianto
utilizzatore
214
Il punto di prelievo dell’energia elettrica (punto di confine tra l’impianto del distributore e l’utente)
è ubicato nel locale consegna. Il cavo per il prelievo dell’energia elettrica deve essere fornito e
posato dall’utente ed avere una sezione minima di 95 mm2 con la minore lunghezza possibile e
tensione di isolamento precisata dal distributore (CEI 0-16 paragrafo 5.2.1.9).
•
Trasformatori:
Le taglia massima e il numero di trasformatori inseribili vengono precisati dal singolo distributore.
•
Connessione alla rete:
Per la connessione in MT si devono prevedere:
una cabina di consegna MT
una cabina di consegna e trasformazione MT/BT
una o più cabine di trasformazione MT/BT
….
I documenti sopra richiamati prescrivono per gli impianti di utenti passivi le caratteristiche del
“dispositivo generale” e del “sistema di protezione generale” da predisporre a carico dell’utente
ma finalizzati alla protezione della linea del distributore di energia elettrica e non dell’utente.
Per gli impianti di utenti attivi, oltre a quanto sopra, vanno previsti un “dispositivo di interfaccia”
(DDI) e un “sistema di protezione di interfaccia” (SPI).
Definizioni:
•
Dispositivo generale (DG):
Complesso di apparecchiature nella sezione ricevitrice che ha la funzione di sezionamento,
comando e interruzione. Tale dispositivo separa dall’alimentazione, in consentendo all’impianto di
produzione condizioni di "aperto", il restante impianto utilizzatore.
•
Protezione generale (PG):
Complesso dei dispositivi di protezione che comandano il dispositivo generale (DG).
•
Dispositivo di interfaccia (DDI):
Una (o più) apparecchiature di manovra la cui apertura (comandata da un apposito sistema di
protezione) assicura la separazione dell’impianto di produzione dalla rete, consentendo all’impianto
di produzione stesso l’eventuale funzionamento in isola sui carichi privilegiati.
•
Sistema di protezione di interfaccia (SPI):
Complesso di dispositivi di protezione che agendo sul dispositivo di interfaccia (DDI) separa
l’impianto di produzione dalla rete di distribuzione.
215
I parametri comunicati dal distributore sono:
•
Tensione di esercizio:
15 kV
20 kV
……..
•
Corrente di corto circuito trifase massima ai fini del dimensionamento:
12,5 kA
16 kA
……..
•
Corrente di corto circuito trifase minima convenzionale nel punto di connessione
A:
•
Corrente di guasto a terra massima
•
Tempo di eliminazione del guasto a terra
•
Condizioni normali di esercizio del neutro:
neutro isolato
neutro a terra compensato
……..
•
Esistenza dell’impianto di messa a terra globale:
A
s
SI
NO
Per la scelta delle protezioni va individuato se l’utente è attivo o passivo e l’estensione della rete
(CEI 0-16: utenti passivi: capitolo 8.5.12.2; utenti attivi: capitolo 8.7.5.1).
Note : 216
IA 10 - Cabina di trasformazione MT/BT
In alcuni casi la cabina di trasformazione MT/BT può coincidere con quella di ricevimento.
La cabina MT/BT deve essere progettata e realizzata considerando i seguenti elementi:
•
–
–
–
–
–
–
Riferimenti Normativi Generali:
CEI 11-1: Impianti elettrici con tensione >1 kV
CEI EN 61330: Sottostazioni prefabbricate ad alta tensione / bassa tensione
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori ≤ 1000 V in c.a
CEI 11-35: Guida all'esecuzione della cabina elettrica d'utente
CEI 17-63: Sottostazioni prefabbricate ad alta tensione/bassa tensione
CEI 0-16: Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT
ed MT delle Imprese distributrici di energia elettrica
La potenza elettrica ricavata in base ai calcoli allegati è suddivisa su:
nº 1 unità di trasformazione MT/BT da __________ kVA
nº
_ unità di trasformazione MT/BT da __________ kVA cad
Funzionamento in parallelo lato BT:
sì (attenzione alle correnti di cc passante CEI-0-16)
no
La cabina deve essere composta dalle seguenti parti:
–
–
–
–
–
–
Sezione Ente Distributore (solo per cabina di consegna l’apparecchiatura sarà di
fornitura Ente Distributore)
Sezione MT (cabina Utente)
Sezione misure (solo per cabine di consegna)
Trasformatore di potenza MT/BT
Sezione BT
Sezione ausiliari
La cabina è realizzata:
con elementi prefabbricati in cemento armato vibrato
____
il quadro MT è isolato
in aria con interruttore MT in gas SF6
in aria con interruttore MT in vuoto
in gas SF6 con interruttore MT in gas SF6
in gas SF6 con interruttore MT in vuoto
217
Categoria di perdita di continuità di servizio:
LSC1
LSC2a
LSC2b
Partizioni:
Classe PI (partizione isolante)
Classe PM (partizione metallica)
Classificazione per la tenuta all’arco interno IAC (Internal Arc Classified):
sì
F = fronte
L = lato
R = retro
Icc __________ kA per __________ s
no
Nel caso che la cabina di trasformazione coincida con quella di ricezione, ai fini del
dimensionamento devono essere verificati i parametri di riferimento.
In particolare devono essere verificate la corrente di corto circuito massima e la corrente di guasto
verso terra massima, lo stato del neutro, nonché il tempo di intervento delle protezioni secondo la
Norma CEI 0-16. Dati normalmente rilevabili dalla lettera che il Distributore consegna alla richiesta
di allacciamento.
SEZIONE MT
Deve di massima contenere le seguenti apparecchiature:
Dispositivo Generale, componenti per realizzazione:
sezionatore
kV
__________ A
– tensione nominale
– corrente nominale
__________
– corrente di breve durata
__________
kA per 1 s
sezionatore di terra
– tensione nominale
__________
kV
– corrente di breve durata
__________
kA per 1 s
- potere di chiusura
__________
kA per 1 s
messa a terra con dispositivi mobili ( in alternativa al sezionatore di terra)
apparecchio integrato: interruttore-sezionatore-sezionatore di terra in un unico
involucro isolato in gas, aria o altro (con sezionatore di terra interbloccato)
218
– tensione nominale
__________
kV
– corrente nominale
__________
A
– corrente di breve durata
__________
kA per 1 s
interruttore in esecuzione fissa / estraibile / sezionabile (per cabina con quadro di MT)
Caratteristiche elettriche (per tutti i tipi):
__________ kV
– tensione nominale
– corrente nominale
__________
A
– potere di interruzione nominale
__________
kA
trasformatori di tensione per protezione e/o misura
- tensione nominale
__________ kV
- rapporto
__________ kV / __________ V
- prestazioni e classi di misura/protezione
_________
- n° di secondari
_________
trasformatori di tensione per misura e/o protezione tipo elettronico secondo la norma
IEC 60044-7
- tensione nominale
- rapporto
__________
__________
- prestazioni e classi di misura
kV
kV / __________ V
_________
trasformatori di corrente per misura e/o protezione
- tensione nominale
__________ kV
- rapporto
__________ A / __________ A
- prestazioni e classi di misura/protezione
__________
- corrente di breve durata
__________ kA
- n° di secondari
_________
trasformatori di corrente per misura e/o protezione tipo elettronico secondo la norma
IEC 60044-8
- tensione di isolamento nominale
__________ kV
- corrente nominale primaria
__________ A
- corrente nominale primaria estesa
__________ A
- uscita secondaria nominale
__________ mV
- prestazioni e classi di misura
__________
219
terna capacitiva di segnalazione presenza tensione
- tensione nominale
__________
kV
Componenti a valle del DG (che possono coincidere con i precedenti):
combinato (interruttore di manovra - sezionatore e fusibile)
terna di fusibili
– tensione nominale
__________
kV
– corrente nominale
__________
A
– potere di interruzione alla tensione nominale __________ kA
cavo di collegamento dal punto di consegna Ente Erogatore al Dispositivo Generale
RG7H1R 3x(1x95) mmq
cavo di collegamento dallo scomparto MT di protezione al trasformatore MT/bt
TRASFORMATORE
Il trasformatore può essere:
in resina
in olio
- Trasformatori in resina - Normativa di riferimento:
− CEI EN 60076-11: Trasformatori di Potenza a Secco
− CEI EN 60076-1: Trasformatori di Potenza parte 1 Generalità
− CEI EN 60076-2: Trasformatori di Potenza parte 2 Riscaldamento
− CEI EN 60076-3: Trasformatori di Potenza parte 3 Livello di isolamento, prove dielettriche
e distanze di isolamento in aria.
− CEI EN 60076-5: Trasformatori di Potenza parte 5 Capacità di tenuta al cortocircuito
− CEI EN 60076-10: Trasformatori di Potenza parte 10, Determinazione dei livelli di rumore
− CEI 14-12: Trasformatori Trifase di Distribuzione di tipo a secco 50Hz da 100 kVA a
2500kVA con una tensione massima per il componete non superiore a36 kV (Parte 1
Prescrizioni generali e precrizioni per trasformatori con tensione massima per il
componente non superiore a 24 kV).
- Trasformatori in olio - Normativa di riferimento:
− CEI EN 60076-1: Trasformatori di Potenza parte 1 Generalità
− CEI EN 60076-2: Trasformatori di Potenza parte 2 Riscaldamento
− CEI EN 60076-3: Trasformatori di Potenza parte 3 Livello di isolamento, prove dielettriche
e distanze di isolamento in aria.
− CEI EN 60076-5: Trasformatori di Potenza parte 5 Capacità di tenuta al cortocircuito
− CEI EN 60076-10: Trasformatori di Potenza parte 10, Determinazione dei livelli di rumore
− CEI 14-12: Trasformatori Trifase di Distribuzione di tipo a secco 50Hz da 100 kVA a
2500kVA con una tensione massima per il componete non superiore a36 kV (Parte 1
Prescrizioni generali e precrizioni per trasformatori con tensione massima per il
componente non superiore a 24 kV).
− CEI 14-4: Trasformatori di potenza
220
−
−
−
−
−
CEI 10-1: Oli Minerali Isolanti per trasformatori
CEI 14-9: Determinazione del livello di rumore
CEI 14-13: Trasformatori di Distribuzione da 50 a 2500 kVA
CEI 14-14: Trasformatori di Distribuzione da 50 a 2500 kVA
IEC76-1/ 5: Trasformatori di Potenza
per distribuzione
•
totale n° __________
•
potenza nominale
•
frequenza nominale __________ Hz
•
rapporto di trasformazione a vuoto __________________________________________
•
Vcc ______ %
•
Perdite:
__________
kVA
normali
ridotte
•
Interasse ruote :
standard Unel
•
Connessioni MT:
dal basso
dall’alto
•
Connessioni BT:
in cavo
dal basso
dall’alto
in condotto sbarre
Ciascun trasformatore deve essere dotato dei normali accessori previsti dalle specifiche UNEL.
SEZIONE BT
Deve comprendere i collegamenti (cavi o condotto sbarre ) lato BT dal trasformatore al quadro BT e
il quadro o l'apparecchiatura di bassa tensione.
SEZIONE AUSILIARI
Deve comprendere i collegamenti ausiliari di cabina (ad esempio segnalazioni, interblocchi, relè)
alimentati con:
corrente continua (la batteria della cabina non deve alimentare la luce di sicurezza)
corrente alternata con gruppo di continuità statico
221
LOCALE CABINA
Il locale cabina deve avere caratteristiche statiche, meccaniche e strutturali adeguate al loro impiego,
secondo quanto previsto dalle norme vigenti e dalle presenti prescrizioni
All'interno del locale cabina deve essere posto il collettore (o nodo) principale di terra, al quale
devono essere collegate tutte le masse e le masse estranee della cabina e delle installazioni, le masse
dei quadri elettrici, il neutro dei trasformatori.
Il locale cabina deve avere la porta di accesso con chiusura a chiave.
L'accesso alla cabina deve essere vietato alle persone non addestrate per mezzo di cartelli
ammonitori prescritti dal DPR 27/4/1955 n° 547. Integrazione EdM: D.lgs 09/04/2008
Il locale cabina deve possedere idonee aperture di ventilazione di cui almeno una in alto e una in
basso. Tali aperture dovranno essere protette con griglie con grado di protezione IP23
All'interno la cabina deve avere:
– supporti per isolatori completi degli isolatori stessi
– supporti per terminali e scaricatori
– graffe fissacavo
– porte (complete di serratura) e finestre in resina
– pedane isolanti
– schema elettrico dell'impianto
– illuminazione di emergenza
– istruzioni sui soccorsi per colpiti da elettrocuzione
– DPI (guanti isolanti, visiere, stivali, ecc)
– estintore a polvere
Note: Per ambienti e applicazioni particolari vedere le specifiche prescrizioni
DOCUMENTAZIONE A CORREDO DELLA CABINA
- disegni di insieme della fornitura;
- certificato di omologazione del fornitore della cabina;
- certificato di agibilità dei locali in muratura (se costruiti in loco);
- l’attestato di qualificazione del sistema organizzativo dello stabilimento e del processo produttivo,
rilasciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – Servizio Centrale per la produzione in serie
dichiarata dei manufatti prefabbricati in c.a. che , in base al D.M. 14.09.2005, dal 1° gennaio 2008,
sostituisce il certificato di deposito precedentemente richiesto (in caso di cabina bassa in box
prefabbricato);
- dichiarazione del rispetto delle norme CEI EN 11-1 par. 7.7.1. (perdita di liquido isolante e
protezione dell’acqua del sottosuolo)
- dichiarazione rilasciata dal fornitore della rispondenza dei locali e degli impianti degli
stessi alla Norma CEI 17-63 (in caso di cabina bassa in box prefabbricato)
- collaudo interno secondo le prescrizioni richiamate sopra
222
Deve inoltre essere fornito un manuale tecnico contenente:
–
–
–
–
relazione tecnica del fabbricato;
disegni esecutivi della cabina;
schema di impianto e di messa a terra;
certificato del sistema di qualità (per le cabine prefabbricate)
Note : 223
IA 15 - Alimentazione e linee dei servizi di sicurezza e di riserva
•
Riferimenti normativi
–
–
–
CEI EN 50171 Sistemi di alimentazione centralizzata
CEI EN 50172 Sistemi di illuminazione di sicurezza
CEI 64-8 / 5 Alimentazione dei servizi di sicurezza
La Norma CEI 64-8 precisa le prescrizioni relative alle alimentazioni di sicurezza e riserva; di
seguito si riassumono le principali.
ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZA
L'alimentazione dei servizi di sicurezza può essere:
–
–
•
non automatica (messa in servizio con intervento di un operatore)
automatica (messa in servizio senza intervento di un operatore)
Alimentazione automatica
E' classificata in base ai tempi entro cui è disponibile, come segue:
–
1 tempo zero (di continuità)
–
2 tempo brevissimo (entro 0,15 s)
–
3 tempo breve (entro 0,5 s)
–
4 tempo medio (entro 15 s)
–
5 tempo lungo (oltre 15 s)
•
Sorgenti
Sono ammesse le seguenti sorgenti:
– batterie di accumulatori
– pile
– altri generatori indipendenti dall'alimentazione ordinaria (esempio gruppo elettrogeno,
gruppo di continuità)
La sorgente deve essere a posa fissa e situata in luogo o locale appropriato e convenientemente
ventilato, accessibile, salvo quelle incorporate negli apparecchi, solo a persone addestrate.
La sorgente di alimentazione di sicurezza non deve essere utilizzata per altri scopi salvo che per
l'alimentazione di riserva purché abbia potenza sufficiente per i due servizi.
In caso di sovraccarico deve essere comunque privilegiata l'alimentazione di sicurezza.
Nei circuiti di alimentazione di sicurezza le protezioni contro i sovraccarichi possono essere
omesse; in questo caso, se per la protezione contro le sovracorrenti (cortocircuiti) vengono usati
interruttori automatici provvisti di relè termico, questo deve avere una corrente nominale
relativamente elevata (ad esempio pari ad almeno tre volte la portata di questi circuiti).
224
I circuiti di alimentazione di sicurezza e di riserva non devono attraversare luoghi di classe 1
divisione di rispetto e luoghi di classe 3 a meno che questo non sia assolutamente necessario.
La protezione contro i corto circuiti e contro le tensioni di contatto deve essere verificata nei
confronti delle due alimentazioni (ordinaria e di sicurezza) singole o, se previsto, in parallelo.
Nota: le Autorità competenti e prescrizioni particolari stabiliscono dove prevedere i servizi di
sicurezza e quali prestazioni devono fornire.
ALIMENTAZIONE DI RISERVA
Le sorgenti, salvo quelle incorporate negli apparecchi, devono essere a posa fissa, situate in luogo o
locale appropriato convenientemente ventilato e accessibile solo a personale addestrato.
La protezione contro le sovracorrenti e contro le tensioni di contatto deve essere verificata nei
confronti delle due alimentazioni (ordinaria e di sicurezza) singole o, se previsto, in parallelo.
Ove presenti, devono essere considerate linee dei servizi di sicurezza e riserva (alimentate da una
propria sorgente) le seguenti:
Luce:
D)
notturna in tutto l’edificio
scale, passaggi principali
–
________________________
–
________________________
–
________________________
F)
almeno un circuito esterno
–
________________________
–
________________________
–
________________________
I)
Cabine elevatori
–
________________________
–
________________________
–
________________________
A)
Energia :
M)
almeno un elevatore (per ogni gruppo di elevatori)
–
________________________
–
________________________
–
________________________
P)
centrali tecnologiche
–
________________________
–
________________________
–
________________________
225
S) centri di calcolo
V) pompe antincendio
W) almeno un circuito per:
–
cucina
–
ogni colonna montante
–
________________________
–
________________________
–
________________________
Impianti ausiliari e telefonici:
Z)
tutti gli impianti a correnti deboli, esempio:
–
–
–
–
–
–
–
–
telefonico
antincendio
segnalazioni di sicurezza /energia
orologi
citofoni
intercomunicanti
videocitofoni
diffusione sonora
(Per linee A, D, F, I, M, P, S, V, W, Z vedi tabella)
Le linee dei servizi di sicurezza e riserva possono essere alimentate nei tempi e dalle sorgenti come
indicato nella presente tabella:
SICUREZZA
3 (1)
4/5
A
D
F
I
RISERVA
1
4/5
S (2)
M
P
S
V
Z
(2)
W
Z
Legenda:
TEMPI
1 Zero (continuità)
3 Breve (≤ 05 s)
4 Medio (≤ 15 s)
5 Lungo (> 15 s)
SORGENTI (indicative)
Gruppi di continuità statici
Batterie di accumulatori
Gruppo elettrogeno
Gruppo elettrogeno
226
Generalmente queste utenze sono alimentate dal Gruppo Elettrogeno ad intervento nel tempo medio
(1)
(2)
Obbligatorio nelle cabine elevatori
Ad esempio per apparecchi computerizzati a perdita di memoria
L'alimentazione e la distribuzione dei servizi di sicurezza e riserva deve essere realizzata nel modo
seguente:
SICUREZZA
Sorgenti e Utilizzatori - (indicare la linea, il circuito, il servizio, il reparto, ecc.)
n° _______ gruppi di continuità
Statici
Rotanti
per l'alimentazione di:
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
n° _______ gruppi elettrogeni per l'alimentazione di:
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
n° _______ batterie di accumulatori per l'alimentazione di:
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
Parte dell'impianto alimentata:
n° _______ apparecchi autonomi per l'illuminazione di:
1/3 dell'impianto
1/2 dell'impianto
2/3 dell'impianto
tutto l'impianto
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
227
Nei circuiti di sicurezza le protezioni dei conduttori da sovracorrente devono essere realizzate nel
modo seguente:
a mezzo interruttori automatici magnetotecnici
a mezzo interruttori automatici solo magnetici
a mezzo interruttori automatici magnetotermici con taratura dei relè termici elevata
(almeno tre volte la portata dei circuiti)
a mezzo interruttori con fusibili con portata più elevata (almeno tre volte la portata dei
circuiti)
RISERVA
Sorgenti e utilizzatori - (indicare la linea, il circuito, il servizio, il reparto, ecc.)
n° _______ gruppi di continuità per l'alimentazione di:
Statici
Rotanti
____________________________________________________________________________________________
n° _______ gruppi elettrogeni per l'alimentazione di:
____________________________________________________________________________________________
Parte dell'impianto alimentata:
1/3 dell'impianto
1/2 dell'impianto
2/3 dell'impianto
tutto l'impianto
n° _______ _____________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
Attraversamento dei circuiti nei luoghi di classe 1 divisione di rispetto e/o nei luoghi di
classe 3:
NO
SI
Note: Per ambienti e applicazioni particolari vedere le specifiche prescrizioni
Note : 228
IA 20 - Sezionamento e comando
La Norma CEI 64-8 contiene nel Capitolo IV, le prescrizioni relative al sezionamento e comando.
Deve essere previsto un interruttore su ogni circuito salvo casi particolari.
Nel sistema TT l'interruttore deve poter sempre sezionare anche il conduttore di neutro.
Nei sistemi TN-S il sezionamento del neutro può essere evitato nei circuiti trifase ma non nei
circuiti terminali fase neutro con neutro protetto da dispositivo fusibile a monte.
Nei sistemi TN-C il conduttore PEN non deve mai essere sezionato; il sezionamento deve essere
effettuato solo mediante dispositivo apribile con attrezzo per effettuare misure.
Nei quadri alimentati da due o più sorgenti deve essere prevista una scritta od un cartello
ammonitore per avvertire della necessità di sezionare tutte le parti in tensione quando, per ragioni di
manutenzione, si debba accedere alle parti attive.
Nei quadri di notevole dimensione può essere previsto in aggiunta alla scritta o ai cartelli
ammonitori, un interblocco che ponga fuori tensione le parti a cui si deve accedere.
Si devono prevedere dispositivi per assicurare la scarica dell'energia accumulata (per esempio in
condensatori).
Quando il dispositivo di sezionamento non è sotto il controllo dell'operatore si deve ad esempio
ottemperare ad una delle seguenti prescrizioni:
–
–
–
–
sistemazione in involucro chiuso a chiave
sistemazione in involucro in locale chiuso a chiave
blocchi meccanici
scritta o altra opportuna segnaletica*
Nei sistemi TN-S di distribuzione l'interruttore generale deve essere del tipo:
tripolare
quadripolare (o tripolare con neutro)
Provvedimento contro l'accesso a parti attive nei quadri di notevole dimensione alimentati da due
o più sorgenti:
cartelli ammonitori o altra scritta
interblocco
*
Si vieta questa misura di protezione negli ambienti ai quali abbia accesso il pubblico.
229
Provvedimento contro la manovra intempestiva del dispositivo di sezionamento:
sistemazione in involucro chiuso a chiave
sistemazione in locale chiuso a chiave
blocco meccanico
Note: Per ambienti e applicazioni particolari vedere le specifiche prescrizioni.
Note : 230
IA 25 - Protezione contro i contatti diretti ed indiretti
La Norma CEI 64-8 prevede varie misure di protezione contro i contatti diretti e indiretti.
Per quanto riguarda gli impianti elettrici si rammentano le disposizioni dell’articolo 6 del DM 37/08
PROTEZIONE MEDIANTE BASSISSIMA
PROTEZIONE (SISTEMI SELV e PELV)
TENSIONE
DI
SICUREZZA
E
DI
Per attuare questa protezione, che prevede una tensione ≤ 50 V in c.a. e ≤ 120 V in c.c., devono
essere soddisfatte le seguenti condizioni:
•
alimentazione da:
– trasformatore di sicurezza o altra sorgente con caratteristiche di isolamento similari
– batteria
– gruppo elettrogeno
•
circuiti così composti:
–
–
–
•
le parti attive e le masse non devono essere collegate a terra
elettricamente separati dagli altri circuiti
le prese a spina non devono essere intercambiabili con quelle degli altri sistemi né avere il
contatto di terra ( eccetto PELV per il solo contatto di terra)
la protezione dai contatti indiretti non è richiesta
Prescrizioni riguardanti solo i circuiti PELV
Il circuito, a differenza del sistema SELV, presenta un punto collegato a terra, quindi si devono
soddisfare le seguenti prescrizioni per la protezione contro i contatti diretti:
• mediante involucri o barriere aventi grado di protezione non inferiore a IP2X o IPXXB
• con isolamento capace di tenere 500 V per un minuto
PROTEZIONE MEDIANTE BASSISSIMA TENSIONE DI PROTEZIONE FUNZIONALE
(SISTEMI FELV)
Quando si utilizza una tensione ≤ 50 V in c.a. o ≤ 120 V in c.c., e per ragioni funzionali non sono
soddisfatte tutte le prescrizioni dei sistemi SELV e PELV, si devono adottare le seguenti protezioni:
Protezione contro i contatti diretti
• mediante involucri o barriere aventi grado di protezione non inferiore a IP2X o IPXXB, o
• per superfici superiori orizzontali mediante involucri o barriere aventi grado di protezione non
inferiore a IP4X o IPXXD, o
• con isolamento corrispondente alla tensione minima di prova richiesta per il circuito primario.
231
Protezione contro i contatti indiretti
• mediante interruzione automatica con collegamento delle masse del circuito FELV al conduttore
di protezione del sistema del primario
• in un sistema alimentato con la misura di protezione mediante separazione elettrica si devono
collegare le masse del circuito FELV al conduttore equipotenziale isolato non collegato a terra.
• Le prese a spine devono avere il contatto di messa a terra
PROTEZIONE TOTALE
•
Protezione mediante isolamento delle parti attive:
–
tutte le parti attive devono essere adeguatamente isolate
–
l’isolamento deve essere rimosso solo mediante distruzione
–
l’isolamento dei quadri elettrici deve soddisfare le relative Norme
•
Protezione mediante involucri o barriere
– gli involucri o le barriere devono assicurare un grado di protezione IP2X o IPXXB e per
le superfici orizzontali superiori, a portata di mano, devono assicurare il grado IP4X o
IPXXD.
Quando è necessario aprire un involucro o rimuovere una barriera, ciò deve essere possibile solo:
a) con uso di chiave o attrezzo
b) se, dopo l’interruzione dell’alimentazione alle parti attive contro le quali le barriere o gli
involucri offrono protezione, il ripristino dell’alimentazione sia possibile solo dopo la
sostituzione o la richiusura delle barriere o degli involucri stessi
c) se, quando una barriera intermedia con grado di protezione non inferiore a IP2X o IPXXB
protegge dal contatto con parti attive, tale barriera possa essere rimossa solo con l’uso di una
chiave o attrezzo
PROTEZIONE PARZIALE
Protezione mediante ostacoli
Possono essere rimossi senza l’uso di chiave o attrezzo ma devono essere fissati in modo tale da
impedire la rimozione accidentale.
Gli ostacoli devono impedire:
–
l’avvicinamento non intenzionale a parti attive
–
il contatto non intenzionale con parti attive durante lavori sotto tensione
•
Protezione mediante distanziamento
Parti simultaneamente accessibili a tensione diversa non devono essere a portata di mano.
232
PROTEZIONE ADDIZIONALE
L’uso di interruttori differenziali, con corrente differenziale nominale di intervento non superiore a
30 mA, è riconosciuto come protezione addizionale contro i contatti diretti in caso di insuccesso
dele altre misure di protezione o di incuria da parte degli utilizzatori . La protezione a mezzo di
interruttore diffrerenziale con Idn ≤ 30 mA è comunque richiesta nei seguenti impianti :
Ͳ
domestici per circuiti di prese a spina fino a 20 A
nel caso di circuiti che alimatnao prese a spina fino a 32 A destinate ad apparecchi mobili
usati all’esterno
devono essere considerati come protezione addizionale contro i contatti diretti e da impiegare
unitamente ad una delle altre misure di protezione totale o parziale.
PROTEZIONE CON IMPIEGO DI COMPONENTI DI CLASSE II O CON ISOLAMENTO
EQUIVALENTE (isolamento doppio o rinforzato)
Questa misura si basa sulla scarsa probabilità che si verifichi una situazione di pericolo
nell’impianto elettrico, con due cedimenti contemporanei dell’isolamento.
PROTEZIONE PER SEPARAZIONE ELETTRICA
Per attuare questa protezione il circuito deve essere alimentato da:
–
un trasformatore d’isolamento
–
una sorgente con caratteristiche di sicurezza equivalenti al trasformatore
d’isolamento
Le caratteristiche del circuito separato devono essere le seguenti:
–
–
–
tensione nominale non superiore a 500 V
lunghezza massima del circuito 500 m
il prodotto della tensione nominale in volt per la lunghezza in metri non deve superare
il valore di 100.000 V•m
le parti attive non devono essere collegate a terra né collegate a nessun altro circuito
la separazione verso eventuali altri circuiti elettrici deve essere almeno equivalente a
quella richiesta tra gli avvolgimenti del trasformatore d’isolamento.
–
–
E’ consigliabile usare cavi o condutture distinti, oppure:
–
–
si devono impiegare cavi multipolari sotto guaina non metallica
si devono impiegare cavi unipolari posati in condotti isolati
Le masse non devono essere collegate intenzionalmente né con la terra né con le masse, o con i
conduttori di protezione di altri circuiti, né con masse estranee.
Se il circuito separato alimenta un solo apparecchio non si deve effettuare il collegamento
equipotenziale.
233
Se il circuito separato alimenta più apparecchi si devono osservare le seguenti prescrizioni:
1)
2)
3)
4)
le masse del circuito separato devono essere collegate tra loro con conduttori
equipotenziali isolati non collegati a terra. E’ vietata l’interconnessione fra questi
conduttori con il conduttore di protezione, le masse di altri circuiti e le masse estranee
tutte le prese a spina del circuito separato devono avere un contatto di terra collegato
al conduttore equipotenziale
tutti i cavi flessibili degli apparecchi elettrici (escluso quelli di classe II) devono avere
un conduttore di protezione da utilizzare come conduttore equipotenziale
la protezione contro il doppio guasto verso massa di due fasi distinte deve intervenire
entro i tempi previsti dalla tabella 41A e da quelle dei “tempi di interruzioni massimi
(CEI 64-8)
PROTEZIONE PER MEZZO DI LOCALI ISOLANTI
Da non applicarsi agli edifici civili e similari.
PROTEZIONE PER MEZZO DI LOCALI RESI EQUIPOTENZIALI E NON CONNESSI
A TERRA
Da non applicarsi agli edifici civili e similari.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI SISTEMI DI I CATEGORIA
SENZA PROPRIA CABINA DI TRASFORMAZIONE “SISTEMA TT”
PROTEZIONE CON INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL CIRCUITO
Per i sistemi di I categoria, senza propria cabina di trasformazione, sistema TT, la protezione contro
i contatti indiretti deve essere attuata mediante impianto di terra locale, coordinato esclusivamente
con interruttori automatici differenziali.
Tale condizione si ritiene soddisfatta con l’applicazione della seguente formula:
RE x Idn < UL
Dove RE è la resistenza del dispersore
Idn e la corrente differenziale nominale
UL e la tensione di sicurezza o di contatto limite (50 V)
Per la protezione contro i contatti indiretti di apparecchiature trifasi con la sezione raddrizzatrice
connessa direttamente alla linea di alimentazione si utilizzano interruttori differenziali, ove è
richiesto che gli interruttori differenziali siano in grado di rilevare anche guasti verso terra in
corrente continua.
Esempi di queste apparecchiature trifasi sono: UPS, TAC, RM, impianti fotovoltaici azionamenti a
velocità variabile, convertitori c.a./c.c. ecc..
In presenza di correnti di guasto non alternate devono essere utilizzati solo differenziali di tipo A o
di tipo B.
234
Nel caso in cui si ritenga opportuno ottenere una più efficace protezione addizionale contro i
contatti diretti è possibile installare un interruttore automatico differenziale ad altissima sensibilità I
dn = 0,01A.
Va tenuto presente che gli interruttori differenziali ad altissima sensibilità possono determinare
interventi intempestivi e vanno pertanto usati solo per circuiti finali.
L'impiego di questa protezione addizionale può essere previsto soprattutto a protezione dei locali
ove le persone sono più vulnerabili dai contatti con le parti conduttrici (esempio bagni, lavanderie,
camere bambini, ….).
Nel caso di più dispositivi di protezione si considera la corrente di intervento più elevata.
Inoltre:
Le masse dell’impianto utilizzatore devono essere collegate all’impianto di terra locale a mezzo
apposito conduttore di protezione.
Ove necessario le masse estranee devono anch’esse essere collegate all’impianto di terra mediante
conduttori equipotenziali principali o supplementari (es. bagni, piscine), o supplementari.
Tutte le prese a spina di apparecchi utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i contatti
indiretti mediante collegamento a terra delle masse, devono avere il polo di terra collegato al
conduttore di protezione.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI SISTEMI DI I CATEGORIA
CON PROPRIA CABINA DI TRASFORMAZIONE “SISTEMA TN”.
Per i sistemi di I categoria, con propria cabina di trasformazione, sistema TN, la protezione contro i
contatti indiretti deve essere effettuata mediante messa a terra di un punto del sistema (solitamente il
neutro dei trasformatori MT/BT) e collegamento delle masse a quel punto, tramite conduttore di
protezione.
A tale conduttore di protezione devono essere collegate ove necessario tutte le masse estranee
mediante conduttori equipotenziali principali o supplementari.
Tutte le prese a spina di apparecchi utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i contatti
indiretti mediante collegamento a terra, devono avere il polo di terra delle masse collegato al
conduttore di protezione.
La protezione deve essere coordinata in modo tale da assicurare, per i circuiti di distribuzione,
l’interruzione del circuito guasto entro 5 s.
Per tutti i circuiti terminali protetti con dispositivi di protezione da sovracorrenti aventi corretni
nominali ≤ 32 A il tempo di intervento deve essere in accordo con le tabelle 41A oppure con quella
dei “Tempi di interruzione massimi (CEI 64-8) per il coordinamento con interruttori differenziali
235
Per soddisfare tale prescrizione si deve verificare la seguente condizione:
Ia ≤ U0 / ZS
dove
U0 =
ZS =
è il valore in volt della tensione nominale c.a., valore efficace tra fase e terra
è il valore totale dell’impedenza, in ohm, del circuito guasto, per guasto franco
a terra
protezione (
Ia = è il valore, in ampere, della corrente d’intervento del dispositivo di
di massima corrente a tempo inverso o dispositivi differenziali).
Si raccomanda che le protezioni siano realizzate per i circuiti terminali con dispositivo differenziale
per le difficoltà che si possono avere nell’ottenere valori sufficientemente bassi di ZS e per tener
conto di possibili guasti a terra con valori di impedenza significativi.
RIEPILOGO MISURE DI PROTEZIONE
•
•
LOCALI, IMPIANTI,PIANI O REPARTI
Contro i contatti diretti e indiretti
mediante bassissima tensione di
______________________________
sicurezza (sistema SELV)
______________________________
mediante bassissima tensione di
______________________________
protezione (sistema PELV)
______________________________
mediante bassissima tensione
______________________________
funzionale (FELV)
______________________________
Contro i contatti diretti
Protezione totale
mediante isolamento delle
______________________________________________
parti attive
______________________________________________
mediante involucri o barriere
_______________________________________________
Protezione parziale
mediante ostacoli
_______________________________________________
_______________________________________________
mediante allontanamento
_______________________________________________
_______________________________________________
Protezione addizionale
_______________________________________________
_______________________________________________
_______________________________________________
236
RIEPILOGO MISURE DI PROTEZIONE
•
LOCALI, IMPIANTI,PIANI O REPARTI
Contro i contatti indiretti
Senza interruzione automatica del circuito
mediante impiego di componenti in classe II ____________________________________
o con isolamento equivalente
mediante separazione elettrica
____________________________________
____________________________________
Con interruzione automatica del circuito
nei sistemi di I categoria senza propria cabina
di trasformazione, sistema TT
____________________________________
nei sistemi di I categoria con propria cabina
di trasformazione, sistema TN-S
____________________________________
nei sistemi di I categoria con propria cabina
____________________________________
di trasformazione, sistema TN-C
237
Panoramica dei sistemi di protezione contro i contatti diretti /indiretti
ISOLAMENTO
INVOLUCRI
BARRIERE
OSTACOLI
TOTALE
DIFFERENZIALE ALTA
SENSIBILITA’
DISTANZE
PARZIALE
PROTEZIONE COMBINATA
MEDIANTE
BASSISSIMA TENSIONE
SELV e PELV
ADDIZIONALE
PROTEZIONE CONTRO I
CONTATTI DIRETTI
PROTEZIONE CONTRO I
CONTATTI DIRETTI
ED INDIRETTI
PROTEZIONE CONTRO I
CONTATTI INDIRETTI
CON
INTERRUZIONE
SENZA INTERRUZIONE
SEPARAZIONE ELETTRICA
Messa a terra
Generatore
Trafo Isolanti
LOCALI
(Escluso
impianti civili e
similari)
PROTEZIONE COMBINATA
MEDIANTE
BASSISSIMA TENSIONE
SELV e PELV
Resi equipotenziali
Note :
238
IA 30 - Protezione delle condutture contro le sovracorrenti
La Norma CEI 64-8 da le prescrizioni riguardanti la protezione contro i sovraccarichi ed i corto
circuiti delle condutture. Nella scelta dei dispositivi di protezione si devono osservare le seguenti
condizioni:
• protezione contro i sovraccarichi:
IB ≤ In ≤ IZ
If ≤ 1,45 IZ
dove:
If
IN
IZ
IB
= corrente convenzionale di funzionamento del dispositivo di protezione;
= corrente nominale del dispositivo di protezione;
= portata delle condutture;
= corrente di impiego del circuito;
La protezione contro i sovraccarichi può essere prevista:
1 - all'inizio della conduttura
2 - alla fine della conduttura
3 - in un punto qualsiasi della conduttura
Per le condizioni 2-3 ci si deve accertare che non vi siano né derivazioni né prese a spina a monte
della protezione e la conduttura risulti protetta contro i corto circuiti.
Nei luoghi a maggior rischio in caso d'incendio e nei luoghi con pericolo d'esplosione, le
protezioni contro i sovraccarichi vanno installate all'inizio della conduttura.
Nota: si ricorda che in alcuni casi, come ad esempio le condutture che alimentano utilizzatori
termici o apparecchi di illuminazione, le quali non possono dar luogo a sovraccarichi pericolosi, si
può omettere la protezione contro i sovraccarichi.
Nei circuiti di sicurezza la protezione contro i sovraccarichi è sconsigliata; se comunque per la
protezione contro le sovracorrenti vengono usati interruttori automatici provvisti di relè termico,
l’apparecchio deve avere una corrente nominale relativamente elevata (ad esempio indicativamente
pari ad almeno due/tre volte la IB).
•
protezione contro i corto circuiti:
(I 2t ) ≤ K 2S 2
dove:
(I2t)
=
S
K
=
=
integrale di Joule lasciato passare dal dispositivo di protezione per la durata
del corto circuito;
sezione del conduttore
coefficiente che varia con il variare del tipo di cavo; è uguale a 115 per cavi in
rame isolanti in PVC, a 135 per cavi in rame isolati in gomma ordinaria ed a
143 per cavi in rame isolati in gomma etilenpropilenica e polietilene
reticolato;
239
La protezione contro i corto circuiti deve essere sempre prevista all'inizio della conduttura.
Sono ammessi 3 m di distanza dall'origine della conduttura purché il tratto non protetto soddisfi
contemporaneamente alle due condizioni seguenti (con esclusione degli impianti nei luoghi a
maggior rischio in caso di incendio, o con pericolo di esplosione):
•
•
sia realizzato in modo da ridurre al minimo il pericolo di corto circuito, ad esempio con adeguati
ripari contro le influenze esterne
sia realizzato in modo che anche in caso di corto circuito sia ridotto al minimo il pericolo di
incendio o di danno per le persone
E' possibile non prevedere la protezione contro i corto circuiti per i circuiti la cui interruzione
improvvisa può dar luogo a pericoli, ad esempio per taluni circuiti di misura e per le condutture che
collegano batterie di accumulatori, generatori, trasformatori e raddrizzatori con i rispettivi quadri,
quando i dispositivi di protezione sono posti su questi quadri.
In tali casi bisogna verificare che sia minimo il pericolo di corto circuito e che le condutture non
siano in vicinanza di materiali combustibili.
Nota:
le protezioni contro le sovracorrenti sono generalmente assicurate da un unico dispositivo.
Nel caso di impiego di dispositivi separati, qualora esista la possibilità di corto circuito nel
tratto di conduttura tra i due dispositivi, si consiglia di installare la protezione da
sovraccarico a valle di quella da corto circuito.
Le caratteristiche dei dispositivi devono essere coordinate.
PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI
•
Eventuali circuiti non protetti dal dispositivo contro i sovraccarichi
–
____________________________________________________________________________________
–
____________________________________________________________________________________
–
____________________________________________________________________________________
PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI
•
Eventuali circuiti non protetti dal dispositivo contro i corto circuiti
Note : 240
IA 35 - Impianto di terra
Per impianto di terra si intende l'insieme:
–
–
–
–
–
dei dispersori
dei conduttori di terra
del collettore o nodo principale di terra
dei conduttori di protezione
dei conduttori equipotenziali
In ogni tipologia edilizia è fondamentale realizzare un impianto di messa a terra opportunamente
coordinato con dispositivi di protezione (in pratica nel sistema TT sempre interruttori differenziali)
posti a monte dell'impianto elettrico, atti ad interrompere tempestivamente l'alimentazione elettrica
del circuito guasto se la tensione di contatto assume valori pericolosi.
• Impianti a tensione nominale ≤ 1000 V c.a.
L'impianto di messa a terra deve essere realizzato secondo la Norma CEI 64-8, tenendo conto delle
raccomandazioni della “Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso
residenziale e terziario” (CEI 64-12); nelle pagine seguenti si riassumono le principali prescrizioni
relative agli impianti di bassa tensione.
In ogni impianto utilizzatore deve essere realizzato un impianto di terra unico. A detto impianto
devono essere collegate tutte le masse e le masse estranee esistenti nell'area dell'impianto
utilizzatore, la terra di protezione e di funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori (ove
esistenti: centro stella dei trasformatori, impianto contro i fulmini, ecc.).
L'esecuzione dell'impianto di terra va correttamente programmata nelle varie fasi della costruzione e
con le dovute caratteristiche. Infatti alcune parti dell'impianto di terra, tra cui il dispersore, possono
essere installate correttamente (ed economicamente) solo durante le prime fasi della costruzione,
con l’utilizzazione dei dispersori di fatto (ferri del cemento armato, tubazioni metalliche ecc.).
• Impianti a tensione nominale > 1000 V c.a.
Per quanto riguarda questi impianti la norma di riferimento è la CEI 11-1.
241
ELEMENTI DELL’IMPIANTO DI TERRA
•
Dispersore
E’ la parte che serve per disperdere le correnti verso terra ed è generalmente costituito da elementi
metallici quali: tondi, profilati, tubi, nastri, corde, piastre aventi dimensioni e caratteristiche in
accordo con la Norma CEI 64-8
E’ economicamente conveniente e tecnicamente consigliato utilizzare come dispersori i ferri delle
armature nel calcestruzzo a contatto del terreno.
Nel caso di utilizzo di dispersori intenzionali, affinchè il valore della resistenza di terra rimanga
costante nel tempo, si deve porre la massima cura all’installazione ed alla profondità del dispersore,
da installarsi preferibilmente all’esterno del perimetro dell’edificio.
Le giunzioni fra i diversi elementi dei dispersori e fra il dispersore ed il conduttore di terra devono
essere effettuate con morsetti a pressione, saldatura alluminotermica, saldatura forte o autogena o
con robusti morsetti o manicotti purché assicurino un contatto equivalente.
Le giunzioni devono essere protette contro la corrosione, specialmente in presenza di terreni
particolarmente aggressivi
• Conduttore di terra
E' il conduttore che collega il dispersore al collettore (o nodo) principale di terra, oppure i dispersori
tra loro, ed è generalmente costituito da conduttori di rame (o equivalente) o ferro.
Deve essere affidabile nel tempo, resistente e adatto all'impiego.
Possono essere impiegati:
− corde, piattine
− elementi strutturali metallici inamovibili
• Il conduttore di terra deve avere le seguenti sezioni minime:
Caratteristiche di posa del conduttore
Sezione minima (mm2)
Protetto contro la corrosione (es. con una
guaina) ma non meccanicamente
16 (rame)
16 (ferro zincato)
Non protetto contro la corrosione
25 (rame)
50 (ferro zincato)
242
•
Collettore (o nodo) principale di terra
In ogni impianto deve essere previsto (solitamente nel locale cabina di trasformazione, locale
contatori o nel quadro generale) in posizione accessibile (per effettuare le verifiche e le misure)
almeno un collettore (o nodo) principale di terra.
A tale collettore devono essere collegati:
–
il conduttore di terra
–
i conduttori di protezione
–
i conduttori equipotenziali principali
–
l'eventuale conduttore di messa a terra di
un punto del sistema (in genere il neutro)
–
le masse dell'impianto MT
Ogni conduttore deve avere un proprio morsetto opportunamente segnalato e, per consentire
l'effettuazione delle verifiche e delle misure, deve essere prevista la possibilità di scollegare, solo
mediante attrezzo, i singoli conduttori che confluiscono nel collettore principale di terra.
ESEMPIO DEI COLLEGAMENTI DI UN IMPIANTO DI TERRA
Legenda:
DA:
DN:
CT:
Dispersore (intenzionale)
Dispersore (di fatto)
Conduttore di terra
Nota - Tratto di conduttore non in contatto elettrico con il terreno
MT:
Collettore ( o nodo) principale di terra
PE:
Conduttore di protezione
EQP: Conduttori equipotenziali principali
EQS: Conduttori equipotenziali supplementari (per es. in locale da bagno)
A - B: Masse
2,3,4,5,6: Masse estranee
Note : 243
IA 40 - Impianto di protezione contro i fulmini
Marzo 2008
La Norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) permette di verificare quando è necessario un impianto
di protezione contro i fulmini o quando la struttura si considera autoprotetta; fornisce inoltre
indicazioni circa il calcolo e le modalità con cui realizzare un impianto di protezione contro i
fulmini.
•
•
Riferimenti normativi
-
CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1) : Principi generali
-
CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) : Valutazione del rischio
-
CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3) : Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone
-
CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) : Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture
significato delle sigle
–
R
= Rischio dovuto al fulmine
–
RT
= Rischio massimo tollerabile
–
SPD
= (Surge Protective Device) limitatore di sovratensione
–
LPS = (Lightning Protection System) sistema di protezione contro i fulmini: esterno o
interno
–
LPL
–
LEMP = Impulso elettromagnetico di fulmine
–
LPMS = (Lightning Protection Measurement System) sistema di protezione contro il LEMP
= (Lightning Protection Level) livello di protezione
Le Norme CEI EN 62305-2/4 prendono in considerazione i danni causati dal fulmine, che
comportano i seguenti rischi:
–
R1 : perdita di vite umane
–
R2 : perdita inaccettabile di servizi pubblici essenziali
–
R3 : perdita di un patrimonio culturale insostituibile;
–
R4 : perdite economiche.
Per ogni tipo di rischio R dovuto al fulmine, la norma permette di definire le misure di protezione
che il progettista deve adottare per limitare il rischio a quello massimo tollerabile RT.
Se risulta R ≤ RT la protezione contro i fulmini non è necessaria.
244
Se la struttura non risulta protetta, ovvero R > RT, si devono adottare una o più delle seguenti
misure:
- installazione di un LPS con livello di protezione adeguato da realizzare in conformità alla Norma
CEI EN 62305-3;
- installazione di un sistema di misure di protezione contro il LEMP (LPMS) per gli impianti
elettrici ed elettronici nelle strutture secondo le prescrizioni della norma CEI EN 62305-4
- predisposizione di misure di protezione per limitare:
-
le tensioni di contatto e di passo secondo la CEI EN 62305-3;
le sovratensioni indotte negli impianti interni.
Le misure di protezione più idonee devono essere comunque adottate dal progettista in conformità
alle prescrizioni delle Norme CEI EN 62305-3 e CEI EN 62305-4 dopo aver fatto la valutazione del
rischio secondo la CEI EN 62305-2.
In particolare la CEI EN 62305-3 tratta delle misure di protezione per ridurre il rischio di danni
materiali e agli esseri viventi, ma non riguarda la protezione degli impianti elettrici ed elettronici.
La CEI EN 62305-4 fornisce informazioni sulle misure di protezione atte a ridurre il rischio di
guasti permanenti negli impianti elettrici ed elettronici all’interno di strutture.
Qualora si adotti un LPS esterno ed interno:
• l'impianto interno deve essenzialmente essere costituito da:
-
collegamenti equipotenziali di tutti i corpi metallici e delle parti strutturali metalliche;
-
collegamenti equipotenziali, tramite limitatori di tensione, di tutti gli impianti esterni ed interni;
• l'impianto esterno deve essenzialmente essere costituito da:
-
sistema di captatori (normali o naturali);
-
sistema di calate (normali o naturali);
-
sistema di dispersori (normali o naturali);
-
collegamenti diretti o tramite SPD agli impianti esterni ed interni, ed ai corpi metallici esterni ed
interni
245
PRINCIPALI ADEMPIMENTI RELATIVI ALL'ESECUZIONE DELL'IMPIANTO
•
Manutenzione e ispezione di un LPS (Cap. 7 - Norma CEI EN 62305-3)
L'impianto deve essere verificato subito dopo la sua esecuzione ed a intervalli prestabiliti come
dalla Norma stessa.
•
Gestione di un LPMS (Cap. 8 – Norma CEI EN 62305-4)
L'impianto deve essere verificato subito dopo la sua esecuzione ed a intervalli prestabiliti come
dalla Norma stessa.
•
DPR 462/01
Sono stati abrogati l’articolo 38 e 40 ed il modello A.
L’omologazione avviene mediante presentazione della Dichiarazione di Conformità da parte del
committente agli enti preposti ( ISPESL, ARPA oppure ove esistente allo sportello unico)
Note : 246
IA 51 - Quadri elettrici - BT
•
Riferimenti normativi:
–
–
–
–
–
–
CEI EN 60439-1 (CEI 17-13/1)
CEI EN 60439-3 (CEI 17-13/3)
CEI EN 60529 (CEI 70-1)
CEI 23-49
CEI 23-51
CEI 64-8
I quadri elettrici sono componenti dell’impianto elettrico che costituiscono i nodi della distribuzione
elettrica, principale e secondaria, per garantire in sicurezza la gestione dell’impianto stesso, sia
durante l’esercizio ordinario, sia nella manutenzione delle sue singole parti.
Nei quadri elettrici sono contenute e concentrate le apparecchiature elettriche di sezionamento,
comando, protezione e controllo dei circuiti di un determinato locale, zona, reparto, piano, ecc.
In generale i quadri elettrici vengono realizzati sulla base di uno schema o elenco delle
apparecchiature con indicate le caratteristiche elettriche dei singoli componenti con particolare
riferimento alle caratteristiche nominali, alle sezioni delle linee di partenza e alla loro
identificazione sui morsetti della morsettiera principale.
La costruzione di un quadro elettrico che consiste nell’assemblaggio delle strutture e nel montaggio
e cablaggio delle apparecchiature elettriche all’interno di involucri o contenitori di protezione, deve
essere sempre fatta seguendo le prescrizioni delle normative specifiche.
Si raccomanda, per quanto è possibile, che i portelli dei quadri elettrici di piano o zona di uno stesso
edificio siano apribili con unica chiave.
•
Tipologie di quadri elettrici
I quadri elettrici sono identificati per tipologia di utilizzo e in funzione di questo possono avere
caratteristiche diverse che interessano la forma, le dimensioni, il materiale utilizzato per le
strutture e gli involucri e i sistemi di accesso alle parti attive e agli organi di comando delle
apparecchiature installate. Di seguito sono indicate le tipologie e le caratteristiche che devono
avere i quadri elettrici in relazione alle tipologie di utilizzo.
QUADRO GENERALE
E’ il quadro che si trova all’inizio dell’impianto e precisamente a valle del punto di consegna
dell’energia. Quando il distributore di energia consegna in MT, il quadro che si trova
immediatamente a valle dei trasformatori MT/BT di proprietà dell’utente viene definito
"Power center". Le caratteristiche degli involucri per i quadri generali di BT devono essere
conformi a quelle descritte nella scheda CD 90.
I quadri generali, in particolare quelli con potenze rilevanti, devono essere installati in locali
dedicati accessibili solo al personale autorizzato. Per quelli che gestiscono piccole potenze e
per i quali si utilizzano gli involucri descritti nelle schede CD 155 e CD 160, è sufficiente
assicurarsi che l’accesso alle singole parti attive interne sia adeguatamente protetto contro i
contatti diretti e indiretti e gli organi di sezionamento, comando, regolazione ecc. siano
247
accessibili solo con l’apertura di portelli provvisti di chiave o attrezzo equivalente. Nel caso
in cui sia necessario proteggere una conduttura dal punto di consegna dell’ente distributore
al quadro generale si dovrà prevedere l’installazione a monte di un quadro realizzato in
materiale isolante provvisto di un dispositivo di protezione.
QUADRI SECONDARI DI DISTRIBUZIONE
Sono i quadri installati a valle del quadro generale, quando l’area del complesso in cui si
sviluppa l’impianto elettrico è molto vasta e provvedono ad alimentare i quadri di zona,
piano, reparto, centrali tecnologiche ecc. Le caratteristiche delle strutture degli involucri di
questi quadri sono generalmente simili a quelle descritte per il quadro generale.
QUADRI DI REPARTO, DI ZONA O DI PIANO
Installati a valle del quadro generale o dei quadri secondari di distribuzione, provvedono alla
protezione, sezionamento, controllo dei circuiti utilizzatori previsti nei vari reparti, zone,
ecc., compresi i quadri speciali di comando, regolazione e controllo di apparecchiature
particolari installate negli ambienti.
Per la realizzazione di questi quadri devono essere utilizzati gli involucri descritti nelle
schede CD 155, CD 160, CD 165. L’accesso alle singole parti attive interne deve essere
protetto contro i contatti diretti e indiretti, e l'accesso agli organi di sezionamento, comando,
regolazione ecc., mediante portelli provvisti di chiave o attrezzo equivalente, deve essere
valutato in funzione delle specifiche esigenze.
QUADRI LOCALI TECNOLOGICI
Installati a valle del quadro generale o dei quadri secondari di distribuzione, provvedono alla
protezione, sezionamento, comando e controllo dei circuiti utilizzatori previsti all’interno
delle centrali tecnologiche, compresi eventuali quadri speciali di comando, controllo e
regolazione dei macchinari installati al loro interno. Gli involucri e i gradi di protezione di
questi quadri elettrici devono essere scelti in relazione alle caratteristiche ambientali presenti
all’interno delle singole centrali. Normalmente in questi ambienti è impedito l’accesso alle
persone non autorizzate, quindi non è necessario, anche se consigliabile, disporre di portelli
con chiusura a chiave per l’accesso ai comandi.
QUADRI SPECIALI (es. sale operatorie, centrale di condizionamento, centrale termica,
ecc.)
Per quadri speciali si intendono quelli previsti in determinati ambienti, atti a contenere
apparecchiature di sezionamento, comando, controllo, segnalazione, regolazione di circuiti
finalizzati ad un utilizzo particolare e determinato, come ad esempio per l'alimentazione
degli apparecchi elettromedicali di una sala operatoria, o per la gestione di apparecchiature
necessarie alla produzione, distribuzione e controllo della climatizzazione di un complesso
edilizio (riscaldamento e condizionamento).
Gli involucri e i gradi di protezione di questi quadri elettrici devono essere scelti in relazione
alle caratteristiche ambientali previste nei singoli ambienti di installazione ed essere
provvisti di portelli con chiusura a chiave se non installati in ambienti accessibili solo a
personale
addestrato.
248
•
Forme di segregazione
Nei quadri di rilevante potenza e in genere dove sono presenti sistemi di sbarre, in funzione delle
particolari esigenze gestionali dell’impianto (es. manutenzione), la protezione contro i contatti con
parti attive può essere realizzata con particolari forme di segregazione dei diversi componenti
interni come descritto di seguito:
- forma 1 =
- forma 2a =
- forma 2b =
- forma 3a =
- forma 3b =
- forma 4a =
- forma 4b =
•
nessuna segregazione
le sbarre sono segregate dalle unità funzionali; i terminali per i conduttori
esterni non sono segregati da sbarre
le sbarre sono segregate dalle unità funzionali; i terminali per i conduttori
esterni sono segregati da sbarre
segregazione delle sbarre dalle unità funzionali e segregazione di tutte le unità
funzionali l'una dall'altra. Segregazione dei terminali di collegamento per i
conduttori esterni dalle unità funzionali ma non tra loro. Terminali per i
conduttori esterni non segregati da sbarre.
segregazione delle sbarre dalle unità funzionali e segregazione di tutte le unità
funzionali l'una dall'altra. Segregazione dei terminali di collegamento per i
conduttori esterni dalle unità funzionali ma non tra loro. Terminali per i
conduttori esterni segregati da sbarre.
segregazione delle sbarre dalle unità funzionali e segregazione di tutte le unità
funzionali l'una dall'altra, compresi i terminali di collegamento per i conduttori
esterni che sono parte integrante dell'unità funzionale. Terminali per i
conduttori esterni nella stessa cella dell'unità funzionale associata.
segregazione delle sbarre dalle unità funzionali e segregazione di tutte le unità
funzionali l'una dall'altra, compresi i terminali di collegamento per i conduttori
esterni che sono parte integrante dell'unità funzionale. Terminali per i
conduttori esterni non nella stessa cella dell'unità funzionale associata ma in
spazi protetti da involucro o celle singoli e separati.
Grado di protezione degli involucri
Il grado di protezione degli involucri dei quadri elettrici è da scegliersi in funzione delle
condizioni ambientali alle quali il quadro è sottoposto. Detta classificazione è regolata dalla
Norma CEI EN 60529 (CEI 70-1) che identifica nella prima cifra la protezione contro l’ingresso
di corpi solidi estranei e nella seconda la protezione contro l'ingresso di liquidi.
I gradi di protezione più comuni sono: IP20; IP 30; IP40; IP44; IP55.
Si ricorda che comunque il grado di protezione per le superfici superiori orizzontali accessibili
non deve essere inferiore a IP4X o IPXXD.
•
Allacciamento delle linee e dei circuiti di alimentazione
I cavi e le sbarre in entrata e uscita dal quadro possono attestarsi direttamente sui morsetti degli
interruttori. E' comunque preferibile nei quadri elettrici con notevole sviluppo di circuiti, disporre
all’interno del quadro stesso di apposite morsettiere per facilitarne l’allacciamento e
l’individuazione.
249
•
Targhe
Ogni quadro elettrico deve essere munito di apposita targa, nella quale sia riportato almeno il
nome o il marchio di fabbrica del costruttore e un identificatore (numero o tipo), che permetta di
ottenere dal costruttore tutte le informazioni indispensabili.
•
Identificazioni
Ogni quadro elettrico deve essere munito di proprio schema elettrico nel quale sia possibile
identificare i singoli circuiti, i dispositivi di protezione e comando, in funzione del tipo di
quadro, le caratteristiche previste dalle relative Norme.
Ogni apparecchiatura di sezionamento, comando e protezione dei circuiti deve essere munita di
targhetta indicatrice del circuito alimentato con la stessa dicitura di quella riportata sugli schemi
elettrici.
•
Predisposizione per ampliamenti futuri
Per i quadri elettrici è bene prevedere la possibilità di ampliamenti futuri, predisponendo una
riserva di spazio aggiuntivo pari a circa il 20% del totale installato.
•
Caratteristiche elettriche
Le caratteristiche degli apparecchi installati nei quadri elettrici dipendono dallo sviluppo
progettuale degli impianti e devono essere determinate solo dopo aver definito il numero delle
condutture (linee) e dei circuiti derivati, la potenza impegnata per ciascuno di essi e le particolari
esigenze relative alla manutenzione degli impianti.
Il committente se non è in grado di fornire, in allegato al capitolato, gli elaborati tecnici di
dettaglio (schemi elettrici), può comunque stabilire i requisiti minimi ai quali il progettista del
quadro deve attenersi, compilando le specifiche schede di prodotto.
Note : 250