cura spirituale - Diocesi Torino

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La Cura spirituale nella persona morente
“L’accompagnamento spirituale nel tempo della malattia”
Consulta Piemontese per la Pastorale della Salute
Arcidiocesi di Torino
Ferdinando Cancelli – Chef de Clinique – Soins Palliatifs - Hôpital de Bellerive (Suisse)
18-19 ottobre 2013
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L’entità del problema
“Nella complessità di una esperienza dolorosa un ruolo decisivo nel definirne
l’intensità non è svolto in modo esclusivo dalla presenza di gravi sintomi
somatici o psicologici ma anche, e talvolta soprattutto, dalla incapacità a
significare l’esperienza vissuta”.
A. Filiberti, “Angoscia di morte e spiritualità” in “La spiritualità nella sofferenza” Franco Angeli 2006
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L’entità del problema
“L’addentrarsi nei domini del dolore spirituale ci lascia spesso impotenti
anche da un punto di vista linguistico, perchè ci rendiamo conto di quanto
sia difficile trovare parole che non siano ostacolo ma veicolo di
comunicazione sia tra operatori che tra operatore e paziente (...)”.
A. Filiberti, “Angoscia di morte e spiritualità” in “La spiritualità nella sofferenza” Franco Angeli 2006
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L’entità del problema
“Ogni anno muoiono 56 milioni di persone. Anche se ogni morte riguardasse
solamente cinque essere umani (i familiari o amici del defunto), gli individui
colpiti sarebbero in totale 300 milioni, vale a dire il 5 % della popolazione
mondiale.
La morte permea la vita, eppure la risposta pubblica alla morte e al
morire continua a dividersi tra sensazionalismo e silenzio”
Iona Heath “Modi di morire”, Bollati Boringhieri 2007
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L’entità del problema
“Sono assai frequenti i casi in cui la morte è un’occasione mancata e senza
dignità, contrassegnata da una paura o da una sofferenza schiaccianti o da
entrambe, che lascia chi resta, compreso il medico, con una sensazione di
rabbia, colpa e pena.
Cos’è che va storto?”
Iona Heath “Modi di morire”, Bollati Boringhieri 2007
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Lo scopo
Lo scopo della “Guida alla cura
spirituale” è di aiutare coloro i quali
si trovano in prima linea ad
identificare il bisogno spirituale nei
propri pazienti e a sentirsi sicuri
nella propria capacità di andare
incontro a tale bisogno
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Le tre sezioni
1. Offrire cure spirituali
2. Questioni etiche nelle cure di fine vita
3. Rispettare il mistero del morire
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Punti introduttivi
La malattia: tempo delle domande di natura spirituale
Il morire non coinvolge solo il corpo, la morte non è solo un evento clinico
La persona umana è molto più della somma delle parti che fisicamente la
compongono (dal corpo alla corporeità, dal “Körper” al “Leib”)
Anche la più penalizzata delle vite è vissuta in una dimensione trascendente
per il solo fatto di essere una vita umana (dignità ontologica)
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“Non tutto ciò che conta può essere misurato,
non tutto ciò che può essere misurato conta”
A. Einstein
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1. Offrire cure spirituali
Munch, La morte nella stanza della malata
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1. Offrire cure spirituali
Che cos’è la spiritualità?
valori religiosi
personale ricerca di senso
Cosa significa “offrire cure spirituali”? Significa prendersi cura dello
spirito alleviando le sofferenze spirituali
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1. Offrire cure spirituali
Come si può manifestare la sofferenza spirituale?
Gli indicatori di sofferenza spirituale
Fisici
Emozionali
Di domanda
Importante è comunque, quando possibile, trattare un disordine psicologico
soggiacente, ex. depressione maggiore
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1. Offrire cure spirituali
Indicatori FISICI
dolore fisico persistente o altri sintomi fisici che non rispondono
adeguatamente alla terapia
agitazione o irrequietezza
ripetizione di domande sulla causa di progressione della malattia o ricerca
non realistica di trattamenti
paura di addormentarsi e di non risvegliarsi più o risveglio precoce
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1. Offrire cure spirituali
Indicatori EMOZIONALI
stato di ansia patologica
ricerca di rassicurazioni continue
afflizione, rabbia, senso di perdita
ricorrenti crisi di pianto
senso di abbandono
apatia o perdita di motivazione, desiderio di morire
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1. Offrire cure spirituali
Indicatori DI DOMANDA:
“perchè mi sta succedendo questo?”, “Cosa ho fatto di male?”
domande sul senso della sofferenza
senso di colpa per azioni del passato
domande sulla fede: gridare a Dio, dubbi, richiesta di un aiuto spirituale,
bisogno di perdonare o di essere perdonato
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1. Offrire cure spirituali
Le strategie di aiuto
in 9 punti chiave
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1. Offrire cure spirituali
Comunicazione: una comunicazione delicata e chiara è il cuore di una
buona cura al paziente: lasciare spazio alle domande, precisare bene obiettivi
e natura delle cure
Nome: cercare di non far sentire anonimo il paziente, chiamarlo per nome,
con il nome con il quale desidera essere chiamato (che non vuol dire dare del
tu a tutti...)
Tempo: prendersi tempo per il paziente, concedergli tempo per fare
domande, non dare l’impressione di essere di fretta. Questo è tanto più vero
per i pazienti con deficit cognitivi.
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1. Offrire cure spirituali
Occasione: creare l’occasione di parlare di spiritualità o di sofferenza
spirituale. Possono essere utili alcune domande... (1.3.3). Guardarsi intorno
può essere anche utile...
Scelta: coinvolgere quando possibile il paziente nelle decisioni riguardanti
le proprie cure, essere chiari sui fini da raggiungere.
Privacy: offrire al paziente spazi di privacy (stanza singola, spazi tranquilli
e riservati, atteggiamenti rispettosi e discreti da parte del personale). Non a
tutti i pazienti piacciono le stesse cose!
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1. Offrire cure spirituali
Dignità: il mantenerla fino all’ultimo passa per le piccole cose, mantenere la
pulizia e l’ordine della stanza, indagare come il malato si sente con se stesso,
curare il cavo orale, valorizzare il tocco fisico.
Oggetti: tenere in mano o toccare un oggetto personale o religioso può
essere la sola preghiera che il paziente è ancora in grado di fare.
Riti e Sacramenti: ricordarsi di coinvolgere il sacerdote in fasi precoci,
non solo negli ultimi momenti. Per i pazienti cristiani la Santa Comunione, la
Riconciliazione, l’Unzione degli Infermi e la preghiera possono
rappresentare le cose più importanti da fare alla fine della vita.
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2. Questioni etiche
in fine vita
“Respecting life,
accepting death”
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2. Questioni etiche in fine vita
“Respecting life”: ogni persona deve essere considerata tale per tutta la
vita. La morte non deve mai essere il fine delle nostre azioni o omissioni
“Accepting death”: ci deve essere una adeguata preparazione a questo
momento. Mai negare la realtà della situazione o fuggire di fronte
all’inevitabile
Alcuni punti fermi...
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2. Questioni etiche in fine vita
Rispetto del paziente, cioè rispettare il bene della vita del paziente
Coinvolgere il paziente nella discussione e nelle decisioni riguardanti la sua
cura e i trattamenti tenendo presenti i suoi desideri, i suoi valori e il suo
credo
Consenso se possibile per quei trattamenti che esplicitamente lo richiedono
Coinvolgere la famiglia e chi si prende cura del paziente a meno che questi
non lo desideri
Evitare trattamenti futili (sproporzionati)
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2. Questioni etiche in fine vita
E’’ sempre giusto sospendere o non applicare un trattamento che
potrebbe prolungare la vita?
vi sono casi in cui è giusto: non esiste il dovere di prolungare
indefinitamente la vita
vi sono casi in cui non è giusto: è sempre inaccettabile sospendere un
trattamento con l’intento di provocare la morte della persona
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Cosa dice la Chiesa Cattolica a proposito della sospensione dei trattamenti?
Paragrafo 2.4 - CCC 2278
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2. Questioni etiche in fine vita
C’è differenza tra decidere di non applicare un trattamento e
sospendere un trattamento già iniziato?
differenza psicologica: è più facile non iniziare che sospendere
sospendere = azione, quindi intervento di una terza persona
non iniziare per la paura di non poter sospendere? Discutere in anticipo le
possibilità di sospensione
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2. Questioni etiche in fine vita
La nutrizione e idratazione clinicamente assistite (CAHN)
meglio che “artificiali” o “forzate”...
le vie di somministrazione
il significato umano dell’atto di mangiare e bere non può essere trascurato,
è segno di cura e affetto
il valore della situazione generale del paziente e della prognosi: quando
fare e quando non fare, la valutazione del singolo caso
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2. Questioni etiche in fine vita
La nutrizione e idratazione clinicamente assistite (CAHN)
Qual è la reale entità del problema in cure palliative? E’ più frequente che
il paziente o i familiari non vogliano o non vogliano più nutrizione o
idratazione o il contrario?
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2. Questioni etiche in fine vita
La sedazione terapeutica (farmacologica)
assicurarsi della reale refrattarietà dei sintomi
ricordarsi quando è eticamente lecito ricorrere alla sedazione
cristianamente la morte non è solo la fine di questa vita ma anche un
momento di giudizio e di transizione verso la vita eterna o verso l’eterna
esclusione dalla vita. L’avvicinarsi alla morte è quindi un tempo
densissimo di bisogni spirituali
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2. Questioni etiche
in fine vita
Cosa insegna la Chiesa Cattolica
sulla terapia del dolore e sull’uso dei
sedativi in fine vita?
Sacra Congregazione per la dottrina della fede, “Dichiarazione sull’ eutanasia”, 5 maggio 1980
-
Par 2.13
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3. Rispettare il mistero del morire
Roger de la Fresnaye (1885-1925)
L’ammalata
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3. Rispettare il mistero del morire
La realtà della morte nella prospettiva del “mistero”, evento che dischiude
più di quanto su di noi e sulla nostra storia possano dirci la medicina, la
psicologia, la filosofia.
Il mistero non esclude la ragione ma quest’ultima non lo esaurisce.
Il mistero come evento che ci tocca, come malati ma anche come curanti:
come persone.
Il mistero lascia aperto uno spazio che permette a qualcosa di più grande e di
più profondo di entrare.
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3. Rispettare il mistero
del morire
Lo “shock” della morte: la morte
è sempre “la mia morte”, evento
personale (cfr 3.1)
Non si diventa intimi con la morte
(al massimo «familiari»)
La marginalizzazione del morire
nella nostra società
Dare tempo e controllare i
sintomi!
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La morte da una
prospettiva
cristiana
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La morte in una prospettiva cristiana
La fede cristiana guarda alla morte in una
prospettiva e in una realtà uniche, trova nella morte
un’infinita certezza d’amore e di comprensione.
Quella della Resurrezione.
La fede cristiana considera la morte come
svelamento della verità fondamentale della nostra
esistenza, che cioè ogni persona umana è creata per
Dio e da Dio.
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La morte in una
prospettiva cristiana
Ogni cristiano vive in questa
verità e in questa speranza
Nella Chiesa Cattolica questo
viene celebrato ogni giorno
nell’Eucaristia e nella vita
sacramentale
La presenza della comunità
visibile ed invisibile potrà essere
di conforto
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La morte in una
prospettiva cristiana
La realtà della morte non
è nascosta o negata: la
fede ci parla però di una
realtà diversa, solo
vagamente intravista, di
un corpo nuovo
Gv 20, 24-29: non
crediamo ad un Risorto
che non abbia una parola
per l’uomo crocefisso
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