Settembre-Dicembre 2009 - astrofili Faenza

Settembre – Dicembre 2009
COMUNE DI FAENZA
URANIA LAMONIA
NOTIZIARIO DI ASTRONOMIA DEL GRUPPO ASTROFILI FAENTINI
REDATTO A CURA DEL GRUPPO ASTROFILI “G.B. LACCHINI” FAENZA
-1-
URANIA LAMONIA
Anno XII- n° 3
Settembre – Dicembre
Quadrimestrale di cultura
d'astronomia
Notiziario del
Gruppo Astrofili
“G.B. Lacchini”
Faenza
Presidente: Bruno Casadio
Segreteria: Via Saviotti, 1
48018 Faenza
Tel.-Fax 0546-32211
Il periodico quadrimestrale
“URANIA LAMONIA” non è
in
vendita;
è
destinato
all'informazione dei Soci del
Gruppo
Astrofili
“G.B.
Lacchini” e delle scuole del
distretto di Faenza.
SOMMARIO
3
La stella variabile Eps AUR
_________________________Mirco Villi
8
La nube di Oort
______________________Mauro Ugolini
11
Il cielo del quadrimestre
___________________Mario Bombardini
15
Binolibri
_______________________Paolo Morini
18
Pianeti extrasolari
__________________Alessandro Benazzi
19
(ISS) International Space Station
__________________Alessandro Benazzi
21
Attività Estive 2009
___________________Mario Bombardini
23
Prossimi appuntamenti
___________________________________
Dir. Resp.:
Stefano Casanova Editore
Redattore: Mario Bombardini
Impaginazione: in proprio
Web: www.racine.ra.it/astrofaenza
Mail: [email protected]
Stampa: a cura del
centro stampa Comunale
Supplemento al n° 132 di
Radio 2001 Romagna
In copertina: Luna 11 Agosto 2009.
Immagine di Fabio Fabbri con fotocamera Samsung Digimax S700 da 7 mgp
appoggiata ad oculare Kellner 15 mm più lente di Barlow 2X - sensibilità – iso 400 –
tempo di esposizione 1/90 sec. – telescopio…Skywatcher Newton 200.
-2-
LA STELLA VARIABILE EPSILON AURIGAE
di Mirco Villi
Epsilon Aurigae (da ora in poi Eps AUR), conosciuta dagli arabi con il nome di
Almaaz, è una delle stelle variabili ad eclisse più interessanti e misteriose del cielo. Da
molti anni è oggetto di studi di astronomi ed astrofili di tutto il mondo.
Si tratta di un sistema molto complesso che ancora oggi non è ben chiaro: la sua natura
è sempre stata molto discussa e per comprenderla si è andato spesso per esclusione di
ipotesi possibili. E’ un sistema doppio composto, quindi, da due stelle che gravitano
attorno ad un baricentro comune con un periodo di 9885 giorni circa ovvero 27,12 anni.
Nel corso di ogni rivoluzione la stella visibile viene eclissata da una compagna
invisibile, causando una variazione di magnitudine dalla 2,99 alla 3,80.
L’inizio dell’eclisse può essere osservata 190 giorni prima del minimo: durante questa
fase la luce resta pressoché costante, ma osservazioni effettuate fra il 1955 ed il 1957
mostrano un lieve declino dell’ordine di un decimo di magnitudine, fra il secondo ed il
terzo contatto. La causa non è ancora chiara. Eps AUR è un esempio di binaria ad
eclisse che presenta prima e dopo il minimo una sorta di “penombra”, dove la
luminosità diminuisce un poco. La prima eclisse osservata fu quella di K.Fritsch nel
1821, quella successiva, 1847-1848, Schmidt, Heis e Argelander confermarono la
variabilità, poi Schmidt osservò anche quella del 1874-1875.
Sebbene le eclissi del 1928-1930 e del 1955-1957 furono osservate con molta cura, Eps
AUR restò un mistero. Il problema era posto in questi termini: qual è la vera natura
della stella compagna che causa l’eclisse e che dai calcoli sembrerebbe la stella più
grande conosciuta ? La componente luminosa è una supergigante di tipo F0Ia, dalle
caratteristiche spettrali che la fanno assomigliare a Rigel, ovvero 47.000 volte più
brillante del Sole. La sua magnitudine assoluta è -5,95, il diametro di 250 milioni di
Km. (circa 180 volte il Sole), la temperatura superficiale di 7.800°K, la sua distanza
poco più di 2.000 anni luce. La velocità radiale è di circa 2,5 Km./sec. in
avvicinamento, da cui si ricava una velocità media orbitale di 16 Km./sec., lungo
un’orbita eccentrica (e=0,33) di 15 unità astronomiche di raggio. La massa totale del
sistema si aggira sulle 30 masse solari, con la stella visibile che detiene la massa
maggiore di 15 masse solari, contro le 13,7 della compagna. Il periodo di 27 anni
implica una separazione fra le due stelle di 30 unità astronomiche, simile alla distanza
Sole-Nettuno. La stella invisibile non è mai stata osservata né direttamente, né
spettroscopicamente. Potrebbe essere una supergigante di bassa densità dalle
caratteristiche eccezionali: forse la più grande, la più fredda, la più rarefatta stella
conosciuta. Potrebbe essere, addirittura, 15 volte più grande della stella luminosa, o
meglio, 2.800 volte il Sole !!! La densità, però, un miliardesimo di quella solare.
Questo spiegherebbe l’invisibilità della stella, in parte la sua luce sarebbe “soffocata”
dalla componente brillante, poi potrebbe avere una temperatura troppo bassa, 1.500°K,
limitando l’emissione nell’infrarosso. Un’altra peculiarità è la trasparenza degli strati
esterni: infatti, la Eps AUR non scompare quando viene eclissata, dimezzando soltanto
la sua luminosità. Anche se l’aspetto della curva di luce sembra evidenziare un’eclisse
totale, lo spettro della stella luminosa resta inalterato. Prima e dopo l’eclisse si registra
un raddoppio delle linee dello spettro, dovuto alla presenza di gas fra le due stelle.
-3-
Un fenomeno difficile da spiegare è che, durante l’eclisse, la stella non cambia colore:
la componente che eclissa quella luminosa si comporta come un filtro neutro ed
assorbe, allo stesso modo, tutte le lunghezze d’onda.
Non è mai stata osservata radiazione infrarossa proveniente dalla compagna invisibile,
al punto che si ritiene che, in realtà, questa non sia altro che una grande nube di gas,
polveri, particelle solide che circondano una piccola stella invisibile.
M.Hack, nel 1961, ha ipotizzato un guscio stratificato di gas ionizzati che circondano
una stella di tipo O oppure B che può essere appena due magnitudini più debole della
stella principale. S.Huang, nel 1965, ipotizza che la stella sia, invece, circondata da un
disco schiacciato visto di taglio che passa orizzontalmente davanti la stella brillante,
producendo le eclissi. La spiegazione di Huang chiarirebbe alcuni dubbi: il fondo piatto
della curva di luce non implica un’eclisse totale, così non serve spiegare perché la stella
resta visibile durante questa fase. Come se non bastasse, Eps AUR ha anche un
compagno di mag. 14, scoperto da Burnham. La durata dell’eclisse si può così
riassumere: 1-4 contatto, 647 giorni, mentre la fase di totalità fra il contatto 2 e 3 dura
446 giorni.
PREVISIONE DELLE VARIE FASI
6 Agosto 2009: inizia l’eclisse, sorge con il Sole al mattino.
Novembre-Dicembre 2009: Eps AUR transita a mezzanotte
21 Dicembre 2009: inizia la fase di totalità, visibile di sera
Maggio 2010: Eps AUR tramonta con il Sole, forse aumenta la luminosità di un poco
1 Agosto 2010: fase di metà eclisse, visibile al mattino
Autunno 2010: fine incremento luminosità della fase di mezza eclisse
Novembre-Dicembre 2010: Eps AUR transita a mezzanotte
12 Marzo 2011: fine della totalità, visibile la sera
15 Maggio 2011: fine dell’eclisse. Arrivederci nel 2036.
COME E’ ANDATA LA SCORSA ECLISSE DEL 1982-1984 ?
Primo contatto: 14 Luglio 1982
Secondo contatto: 28 Novembre 1982
Terzo contatto: 17 Febbraio 1984
Quarto contatto: 21 Aprile 1984
COSA CI ASPETTIAMO DALLE NUOVE OSSERVAZIONI DEL 2009-2011 ?
Determinare la massa del sistema e la fase evolutiva delle sue stelle
Capire meglio cosa si trova dentro la nube: una o più stelle o qualcosa d’altro ?
Determinare la geometria del sistema e, in particolare, capire se il centro del disco è
vuoto o no
Stabilire se la forma della curva di luce è cambiata rispetto alle eclissi precedenti,
tenendo conto delle varie lunghezze d’onda, evidenziando una probabile precessione o
altri mutamenti fisici del sistema
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CARATTERISTICHE DI EPSILON AURIGAE
Classificazione
Classe spettrale
Tipo di variabile
Distanza dal Sole
Costellazione
Coordinate (2000)
Raggio medio
Massa
Periodo di rotazione
Velocità di rotazione
Temperatura superficiale
Luminosità
Indice di colore (B-V)
Magnitudine apparente
Magnitudine assoluta
Velocità radiale
Supergigante gialla
F0Ia
Binaria ad eclisse
2.040 anni luce
Auriga
AR 05h 01m 58s * DEC +43° 49’ 24”
100 volte quello del Sole
15-19 masse solari
? e 0,6 giorni
20 Km/sec.
7.800 °K
47.000 quella del Sole
0,54
2,99 – 3,80
-5,95
2,5 Km/sec.
LA CURVA DI LUCE VISUALE 1982-1984
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DOVE SI TROVA
La sua localizzazione è molto semplice, trovandosi nelle immediate vicinanze di
Capella, non molto distante dalla costellazione di Perseo.
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IL SISTEMA EPSILON AURIGAE (IPOTESI) PARAGONATO AL SISTEMA
SOLARE
CAMPAGNA OSSERVATIVA VISUALE DI EPSILON AURIGAE
L’osservazione e lo studio delle stelle variabili per un astrofilo è senza dubbio
un’attività molto interessante, utile e ricca di soddisfazioni. Ci sono diversi modi per
seguire queste stelle, ma sono due quelli maggiormente impiegati che si distinguono in
base alla strumentazione di cui si dispone: osservazione elettronica e visuale.
Nel primo caso, sostanzialmente, le osservazioni si compiono con telescopi accoppiati
a CCD, spesso muniti di filtri per le riduzione fotometriche, mentre nel secondo caso si
impiegano telescopi o binocoli con il solo ausilio dei propri occhi.
E’ chiaro che visualmente i risultati non sono paragonabili per precisione e qualità al
metodo che comporta l’uso di CCD e filtri, però si fa molta esperienza che può essere
utile per un successivo passaggio al CCD. Poi, le osservazioni visuali non sono da
buttare, perché con la dovuta esperienza si raggiungono discrete precisioni dell’ordine
del decimo di magnitudine. Quest’anno, poi, per chi vuole iniziare, si presenta
un’occasione davvero rara: l’eclisse di Epsilon Aurigae di cui si è parlato nel presente
articolo.
Questa stella terrà impegnati astronomi ed astrofili di tutto il mondo dal mese di
Agosto 2009 alla primavera inoltrata del 2011 ! Quale migliore opportunità per
cominciare un’attività di studio delle stelle variabili ? Il metodo scelto è quello visuale,
in primo luogo per fare un’esperienza divertente e utile al tempo stesso, in secondo
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luogo perché non tutti dispongono di un telescopio con CCD. Inoltre, l’attrezzatura
richiesta è minima: un telescopio, anche dobsoniano, in alternativa un buon binocolo
10x50 o simili, una torcia a luce rossa, cartine di riferimento, disponibili presso il
gruppo astrofili. Tutto qui. Naturalmente, serve una metodologia ben precisa ed una
certa programmazione delle osservazioni. Presso il gruppo è disponibile il manuale del
variabilista in formato cartaceo oppure come file da spedire, a chi ne fa richiesta, via email.
Detto questo, non resta altro che decidere se iniziare questa campagna osservativa o
dedicare la propria attenzione verso altre attività: naturalmente, i soci possono contare
sull’aiuto dei più esperti che saranno ben lieti di suggerire il modo migliore per fare
osservazioni di variabili. Chi scrive, ha seguito centinaia di stelle variabili ed ha
eseguito migliaia di osservazioni in ambito GEOS (Gruppo Europeo di Osservazione
Stellare) e AAVSO (American Association of Variable Stars Observers) fino alla fine
degli anni ’80, prima di dedicarsi alla ricerca di supernovae. Approfittatene, quindi, per
dare inizio ad una nuova attività.
Mirco Villi
*§*§*§*
LA NUBE DI OORT
Quando appare in cielo una cometa restiamo meravigliati della sua bellezza e splendore
e incominciamo a chiederci: da dove provengono questi meravigliosi corpi celesti?
Su questa domanda ci ha lavorato un astronomo Olandese Jan Hendrik Oort vissuto tra
il 1900 e 1992. Oltre allo studio delle comete che lo portarono a formulare nel 1950
questa teoria che prese il suo nome.
Negli anni venti incominciò ad occuparsi della struttura della Galassia riuscendo ad
elaborare un modello che ne descrive efficacemente la rotazione.
Con studi sulle
comete si è arrivati alla conclusione che esiste un serbatoio agli estremi del sistema
solare, ricco di corpi ghiacciati. Quando si scopre una cometa avviene in poco tempo
perché sono corpi molto imprevedibili, fra molti scopritori di comete la maggioranza
sono astrofili, che danno un enorme contributo alle scoperte astronomiche. Chi ha
voglia e tempo può dedicarsi a questa disciplina.
LE ORBITE
Con la meccanica celeste, ci è permesso di studiare le orbite delle comete, determinare
il loro passaggio vicino alla Terra, la loro orbita ed il successivo passaggio anche dopo
miliardi di anni.
Le comete sono corpi molto fragili, e la loro orbita può avere delle
modifiche a causa della vicinanza di grandi pianeti come Giove che con la sua forza
gravitazionale può modificare i suoi parametri orbitali.
Le comete sono corpi celesti
che non hanno una vita molto lunga, infatti durante il passaggio vicino al Sole perdono
molto materiale e sono destinate a spegnersi. Le comete si possono catalogare in due
o più classi: quelle a lungo periodo e quelle a breve periodo.
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A corto periodo sono quelle che per compiere un’orbita attorno al Sole possono
impiegare circa 200 o più anni, mentre quelle a lungo periodo orbitano attorno al sole
con tempi biblici che vanno da due secoli a migliaia o addirittura miliardi di anni.
Nella prima categoria possiamo ricordare la famosa cometa di Halley che ha un periodo
di circa 76 anni.
Nella seconda categoria ricordiamo le due bellissime comete Hale-Boop e la Yakutake
che abbiamo ammirato in cielo nel 1997 e che molta gente comune e curiosa ha
ammirato con binocoli sulle nostre colline in quelle belle serate.
Studi compiuti sulle orbite di questi due tipi di comete, hanno evidenziato una
differenza sostanziosa della loro orbita, quelle a corto periodo hanno orbite che
giacciono sul piano dell’eclittica, mentre quelle a lungo periodo si dispongono in modo
più uniforme nello spazio, senza piani preferenziali.
LA FASCIA DI KUIPER
La fascia di Kuiper ci fa pensare alla fascia degli asteroidi che è tra Marte e Giove.
La fascia di Kuiper invece parte dall’orbita di Nettuno e si estende fino a una distanza
di 50 U.A.
Da questa fascia provengono le comete a corto periodo, queste comete
quando incontrano dei pianeti giganti come Giove, subiscono variazioni nella loro
orbita.
La provenienza delle comete a lungo periodo è diversa.
Esse vengono da più
lontano, si pensa da un enorme anello che circonda il sistema solare molto più lontano
di Plutone, ma queste sono teorie ancora tutte da provare scientificamente. Infatti se
citiamo la terza legge di Keplero che afferma: quanto maggiore è il periodo orbitale,
tanto più ampio è l’asse maggiore dell’orbita e viceversa.
STRUTTURA DELLA NUBE
Dai parametri orbitali delle comete a lungo periodo si sarebbe calcolata la distanza
della Nube di Oort in circa 60.000 U.A..
Queste informazioni si basano su comete
che per la prima volta entrano nel nostro sistema solare. Per un analisi più specifica
vengono escluse comete che hanno avuto influenza da pianeti o da effetti gravitazionali
sul loro movimento. Quando una cometa passa vicino al Sole si sviluppa una bella
chioma e una coda, queste emissioni violente fanno l’effetto razzo che influiscono
molto sulla loro traiettoria e perché produca questo effetto deve essere ad una distanza
dal Sole inferiore a 2,5 U.A, per farsi un idea sarebbe vicina all’orbita di Marte. Per
questo studio vengono analizzate le orbite considerando solo le comete periodiche
aventi la minima distanza dal Sole inferiore al valore di 2,5 U.A.
Studi eseguiti in
molti anni, hanno dimostrato che solo il 10% delle comete con un perielio inferiore a 5
U.A (che sarebbe la distanza Sole-Giove), avendo un semiasse maggiore pari o
superiore a 10.000 U.A, restano nel sistema solare (se mantengono queste
caratteristiche). Più della metà viene espulsa dal sistema planetario, a molte altre viene
accorciato il suo semiasse e rimangono nel nostro sistema planetario.
Le comete
provenienti da una distanza di 10.000 U.A che entrano per la prima volta nel nostro
sistema solare avvicinandosi al Sole a una distanza di 2,5 U.A, sono oggetto di studio
per determinare l’esistenza di questo serbatoio di comete chiamato nube di Oort. In
seguito a studi condotti per molti anni, si e dedotto che la nube di Oort dista circa
60.000 U.A. e si suppone che non sia una struttura estesa, ma un guscio sottile con una
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densità dei nuclei cometari che ha un valore massimo di circa 50.000 U.A. Questo
valore diminuisce sia verso l’interno che l’esterno.
COM'È NATA LA NUBE DI OORT ?
La nube si è formata durante la formazione del sistema solare, o è nata dopo la
formazione in un secondo tempo?
Una delle teorie più accreditate fra gli astronomi è che la formazione della nube è il
risultato di una massiccia espulsione di materiale primordiale dalle zone più interne del
sistema solare durante la sua formazione. Questo materiale sarebbe stato sparato nelle
zone più estreme dell’influenza del Sole da perturbazioni gravitazionali operate da
pianeti. Su questa teoria sono state fatte delle simulazioni al calcolatore ed è risultato
che corpi che si formano nelle regioni dei pianeti gassosi possono essere espulsi da
questi con azioni di tipo effetto fionda, come quelli usate dalle sonde interplanetarie per
prendere velocità. La teoria dei pianeti gassosi è la più plausibile visto che le comete
hanno una composizione simile più ai pianeti giganti che a quelli interni e sono povere
di metalli pesanti.
La nube di Oort sarebbe composta da palle di neve sporca e
qualcuna ogni tanto, a causa di perturbazioni, sfugge dal guscio e ci viene a fare visita.
Ma come avvengono queste perturbazioni?
Visto che la nube è molto lontana dai pianeti conosciuti e non si può innescare questo
meccanismo, essendo inoltre all’estremo dell’influenza del Sole, tali corpi possono
essere soggetti a perturbazioni indotte da stelle che passano vicino al sistema solare.
Questo è ciò che ipotizzava Oort . Molti astronomi hanno portato avanti questa teoria,
ipotizzando che nel passato del nostro pianeta dalla estinzione dei dinosauri e altri
cataclismi ci sia l’influenza di questa stella chiamata Memis che farebbe uscire dal
guscio molte comete ed una di queste avrebbe colpito la Terra provocando l'estinzione
dei dinosauri che all’epoca popolava la Terra. Chissà se dopo molti millenni questo
potrebbe riaccadere.
Queste sono solo teorie non ancora provate. Speriamo con le
nuove scoperte scientifiche e telescopi sempre più potenti di ottenere presto delle
risposte certe.
Ugolini mauro
*§*§*§*
LACRIME DI SAN LORENZO 2009
Quest'anno la Terra ha attraversato le parti più dense dello sciame delle Perseidi nelle
ore diurne del 12 Agosto. Per l’Italia le circostanze di apparizione della massima
attività di questa corrente meteorica non aveva una previsione ottimale; infatti i calcoli
davano l’apice della frequenza tra la mattina ed il tardo pomeriggio del 12 Agosto con
valori dello ZHR (tasso orario zenitale) di oltre 100-120 meteore/hr. Contrariamente
alle avverse circostanze, considerando che nella prima parte della notte il radiante delle
Perseidi era basso sull'orizzonte e nella seconda parte fino all'alba era presente il
chiarore della Luna, fra le ore 21 e le 03 del 12/13 Agosto, abbiamo osservato oltre 300
meteore con magnitudine spesso negativa; una vera pioggia che si alternava a ritmi di
circa 15 minuti.
M.B.
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IL CIELO DEL MESE DI SETTEMBRE 2009
SOLE
01 Settembre: il Sole sorge alle ore 06:34 - tramonta alle ore 19:49
15 Settembre: il Sole sorge alle ore 06:50 - tramonta alle ore 19:24
30 Settembre: il Sole sorge alle ore 07:07 - tramonta alle ore 18:56
Il Sole lascia la costellazione del Leone ed entra nella Vergine il giorno 17.
EQUINOZIO DI AUTUNNO
Si verifica il giorno 22 alle ore 22:m21:sec13
LUNA
04 Settembre: Luna piena alle ore 17:04
12 Settembre: Ultimo quarto alle ore 03:17
16 Settembre: Luna al perigeo alle ore 09:00 (distanza dalla Terra Km 364.052)
18 Settembre: Luna nuova alle ore 19:45
26 Settembre: 1° quarto alle ore 05:50
28 Settembre: Luna all’apogeo alle ore 05:00 (distanza dalla Terra Km 404.422)
Gli orari sono espressi in ora estiva riferita a Faenza “Osservatorio Urania Lamonia”
(Latitudine Nord 44° 16' 47" - Longitudine Est 011° 53' 41" - altitudine s.l.m. mare mt
35)
VISIBILITÀ PIANETI
Mercurio
Nella costellazione della Vergine,
sarà visibile la sera ad ovest subito
dopo il tramonto del Sole fino al
giorno 10, poi tornerà visibile al
mattino ad est prima del sorgere del
Sole a partire dal giorno 25. Passerà
nel Leone il giorno 23
Giove
Visibile nella prima metà della notte
nella costellazione del Capricorno.
Venere
Visibile al mattino ad est nella
costellazione del Cancro, passerà nel
Leone il giorno 11.
Urano
Visibile tutta la notte
costellazione dei Pesci.
Marte
Visibile nella seconda metà della
notte nella costellazione dei Gemelli.
Saturno
Non visibile nella costellazione del
Leone, passerà nella Vergine il
giorno 3.
nella
Nettuno
Visibile nella prima metà della notte
nella costellazione del Capricorno
Altri eventi
Giorno 30: Luna in congiunzione con Giove.
- 11 -
IL CIELO DEL MESE DI OTTOBRE 2009
SOLE
01 Ottobre: il Sole sorge alle ore 07:09 - tramonta alle ore 18:54
15 Ottobre: il Sole sorge alle ore 07:26 - tramonta alle ore 18:29
31 Ottobre: il Sole sorge alle ore 06:46 - tramonta alle ore 17:04
Il Sole lascia la costellazione della Vergine ed entra nella Bilancia il giorno 30.
LUNA
04 Ottobre: Luna piena alle ore 07:12
11 Ottobre: Ultimo quarto alle ore 09:57
13 Ottobre: Luna al perigeo alle ore 14:00 (distanza dalla Terra Km 369.078)
18 Ottobre: Luna nuova alle ore 06:33
26 Ottobre: Luna all’apogeo alle ore 00:00 (distanza dalla Terra Km 404.164)
26 Ottobre: 1° quarto alle ore 01:42
Gli orari sono espressi in ora estiva fino al giorno 25, poi in TMEC riferito a Faenza
“Osservatorio Urania Lamonia” (Latitudine Nord 44° 16' 47" - Longitudine Est 011°
53' 41" - altitudine s.l.m. mare mt 35)
VISIBILITÀ PIANETI
Mercurio
Visibile al mattino ad est prima del
sorgere del Sole fino al giorno 24.
Nella costellazione del Leone,
passerà nella Vergine il giorno 5.
Venere
Visibile al mattino ad est prima del
sorgere del Sole nella costellazione
del Leone, passerà nella Vergine il
giorno 10.
Marte
Visibile nella seconda metà della
notte nella costellazione dei Gemelli,
passerà nel Cancro il giorno 13.
Giove
Visibile nelle prime ore della sera
nella costellazione del Capricorno.
Saturno
Visibile al mattino ad est prima del
sorgere del Sole nella costellazione
della Vergine.
Urano
Visibile nelle prime ore della sera
nella costellazione dei Pesci,
passerà nell’Acquario il giorno 31.
Nettuno
Visibile nelle prime ore della sera
nella costellazione del Capricorno
Altri eventi
Giorno 08: Saturno e Mercurio in stretta congiunzione; visibile al mattino prima del
sorgere del Sole.
Giorno 13: Saturno e Venere in stretta congiunzione; visibile al mattino prima del
sorgere del Sole.
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IL CIELO DEL MESE DI NOVEMBRE 2009
SOLE
01 Novembre: il Sole sorge alle ore 06:48 - tramonta alle ore 17:03
15 Novembre: il Sole sorge alle ore 07:06 - tramonta alle ore 16:46
30 Novembre: il Sole sorge alle ore 07:25 - tramonta alle ore 16:36
Il Sole lascia la costellazione della Bilancia ed entra nello Scorpione il giorno 25 e
successivamente in Ofiuco il giorno 30.
LUNA
02 Novembre: Luna piena alle ore 20:15
07 Novembre: Luna al perigeo alle ore 08:00 (distanza dalla Terra Km 368.908)
09 Novembre: Ultimo quarto alle ore 17:00
16 Novembre: Luna nuova alle ore 20:14
22 Novembre: Luna all’apogeo alle ore 21:00 (distanza dalla Terra Km 404.744)
24 Novembre: 1° quarto alle ore 22:39
Gli orari sono espressi in TMEC riferito a Faenza “Osservatorio Urania Lamonia”
(Latitudine Nord 44° 16' 47" - Longitudine Est 011° 53' 41" - altitudine s.l.m. mare mt
35)
VISIBILITÀ PIANETI
Mercurio
Non visibile nella costellazione della
Vergine, passerà nella Bilancia il
giorno 2 e successivamente nello
Scorpione il giorno 15 ritornando
visibile la sera fra il chiarore del
tramonto. Il giorno 21 passerà in
Ofiuco.
Venere
Visibile al mattino ad est prima del
sorgere del Sole nella costellazione
della Vergine, passerà nella Bilancia
il giorno 14.
Marte
Visibile nella seconda metà della
notte nella costellazione del Cancro.
Giove
Visibile la sera ad ovest fra il
chiarore
del
tramonto
nella
costellazione del Capricorno.
Saturno
Visibile al mattino ad est prima del
sorgere del Sole nella costellazione
della Vergine.
Urano
Visibile la sera ad ovest fra il
chiarore
del
tramonto
nella
costellazione dell’Acquario.
Nettuno
Visibile la sera ad ovest fra il
chiarore
del
tramonto
nella
costellazione del Capricorno.
Altri eventi
Giorno 17: Massima attività dello sciame delle meteore Leonidi.
Giorno 23: Luna in congiunzione con Giove all’orizzonte ovest.
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IL CIELO DEL MESE DI DICEMBRE 2009
SOLE
01 Dicembre: il Sole sorge alle ore 07:26 - tramonta alle ore 16:36
15 Dicembre: il Sole sorge alle ore 07:39 - tramonta alle ore 16:35
31 Dicembre: il Sole sorge alle ore 07:46 - tramonta alle ore 16:44
Il Sole lascia la costellazione di Ofiuco ed entra nel Sagittario il giorno 17.
SOLSTIZIO D’INVERNO
Si verifica il giorno 21 alle ore 18:m43:sec27
LUNA
02 Dicembre: Luna piena alle ore 08:32
04 Dicembre: Luna al perigeo alle ore 15:00 (distanza dalla Terra Km 363.461)
09 Dicembre: Ultimo quarto alle ore 01:16
16 Dicembre: Luna nuova alle ore 13:03
20 Dicembre: Luna all’apogeo alle ore 16:00 (distanza dalla Terra Km 405.730)
24 Dicembre: 1° quarto alle ore 18:37
31 Dicembre: Luna piena alle ore 20:14
Gli orari sono espressi in TMEC riferito a Faenza “Osservatorio Urania Lamonia”
(Latitudine Nord 44° 16' 47" - Longitudine Est 011° 53' 41" - altitudine s.l.m. mare mt
35)
VISIBILITÀ PIANETI
Mercurio
Visibile la sera ad ovest fra il
chiarore
del
tramonto
nella
costellazione di Ofiuco, passerà nel
Sagittario il giorno 3.
Venere
Visibile al mattino ad est prima del
sorgere del Sole nella costellazione
della
Bilancia,
passerà
nello
Scorpione il giorno 4, poi in Ofiuco
il giorno 8 e successivamente nel
Sagittario il giorno 23 rendendosi
invisibile per la sua vicinanza con il
Sole.
Marte
Visibile quasi tutta la notte nella
costellazione del Cancro, passerà nel
Leone il giorno 1.
Giove
Visibile la sera ad ovest fra il
chiarore del tramonto del Sole nella
costellazione del Capricorno.
Saturno
Visibile al mattino ad est prima del
sorgere del Sole nella costellazione
della Vergine.
Urano
Visibile la sera fra il chiarore del
tramonto
nella
costellazione
dell’Acquario.
Nettuno
Visibile la sera ad ovest fra il
chiarore del tramonto del Sole nella
costellazione del Capricorno.
Altri eventi
Giorno 31: Elisse parziale di Luna; fase massima alle ore 20:24
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L’angolo del bino-libro
In questa rubrica parleremo di bino-libri, cioè di libri che trattano di astronomia binoculare e
dintorni. Non si tratterà necessariamente di testi monografici del tipo “Astronomia con il
binocolo”: vi sono libri dedicati al binocolo come strumento in sé, o libri dedicati ad altri temi
(biografie, ad esempio) in cui si trovano pagine o capitoli dedicati ai binocoli e al loro uso. I
libri in lingua italiana sono in minoranza rispetto a quelli in lingua inglese e dobbiamo fare di
necessità virtù. L’osservatore binoculare perplesso a sinistra del titolo è stato disegnato da
Daniel Postgate e lo si trova nel testo “Gagliarde Galassie”, di Kjartan Poskitt ed edito da
Salani.
Paolo
Morini
Luca Parravicini, Luigi Viazzo – “Guardare
il cielo a occhio nudo e con il binocolo”
Edito dall’editore De Vecchi nel 2000, questo
libro condivide il titolo con l’omonimo volume di
Pierre Bourge e Jean Lacroux (editore Zanichelli,
1985).
I due autori hanno siglato un buon numero di
libri introduttivi all’astronomia e, dei due, non è
difficile entrare in contatto con Luigi Viazzo che
ho avuto modo di incontrare da anni alla Fiera
dell’Astronomia Amatoriale di Forlì presso lo
stand dell’editore Driol. Leggiamo dalla
prefazione:
“Il binocolo, garantendo un’ampiezza di campo
visivo maggiore rispetto ad altri strumenti, é,
infatti, il mezzo migliore per l’osservazione di
oggetti e fenomeni che difficilmente possono
essere apprezzati nella loro interezza con un
telescopio, del quale rappresenterà quindi il
miglio compagno di ‘viaggi interstellari’.”
Il libro ha 127 pagine ed è diviso in due parti, “Il cielo” e “Il cielo con il binocolo”
(questa sezione parte da pagina 71). La parte dedicata al binocolo è divisa in capitoli:
- Il binocolo: lo strumento del neofita
- Osservare il Sole e la Luna
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-
Osservare i pianeti
Osservare le meteore e le comete
Osservare le stelle doppie, le variabili e il profondo cielo
Gli oggetti binoculari nelle diverse costellazioni
Il libro è interessante, le carte sugli allineamenti delle costellazioni sono molto chiare,
come pure è utile l’ultimo capitolo con gli elenchi degli oggetti binoculari visibili nelle
diverse stagioni. Tuttavia qualche segno “meno” non posso esimermi dall’assegnarlo.
Alcune cose sono un po’ fuori luogo, ad esempio una foto e un disegno della Nebulosa
Anulare della Lira come mai potranno essere osservate con il binocolo; ancora, il
capitolo sui pianeti è chiaramente più “telescopico” che “binoculare”.
Mentre la maggior parte degli schemi disegnati sono molto chiari e nitidi, ci sono
alcuni disegni di oggetti visti al telescopio che sono stati straziati dalla stampa e molte
fotografie sono sgranatissime o presentano pixel di dimensioni assurde.
Al giorno d’oggi non sembra che ci siano grossi problemi a procurarsi immagini
astronomiche ad alta risoluzione, né crediamo che bisogni insegnare nulla ai due autori
in questo campo: misteri dell’editoria!
Philip S. Harrington
“Touring the Universe through Binoculars
A complete Astronomer’s Guidebook”
Edito dall’editore John Wiley nel 1990, questo libro
inizia con una citazione da un famoso bino-libro di
culto “Astronomy with an opera glass” di Garrett P.
Serviss (“Astronomia con un binocolo da teatro”) edito
nel 1888:
“L’osservazione del cielo non è mai stata così
popolare come oggi. In ogni paese civilizzato molti
possiedono e usano ottimi telescopi, spesso a un
ottimo livello, da persone che non sono astronomi ma
che desiderano vedere per proprio piacere le
meraviglie del Cielo ... E con l’aiuto di un binocolo da
teatro si possono effettuare osservazioni del Cielo
interessanti, gratificanti e, in qualche caso, di valore
scientifico.”
Il libro consta di 294 pagine ed è principalmente una rassegna accurata degli oggetti
che possono essere osservati con il binocolo.
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Esistono capitoli sull’osservazione della Luna, dei pianeti, dei corpi minori (asteroidi,
comete e meteore), del Sole, e degli oggetti non planetari: stelle doppie, variabili,
ammassi, nebulose, galassie.
Il corpo principale del testo (da pagina 81 a pagina 261) è occupato da una disamina,
costellazione per costellazione, degli oggetti più interessanti a portata di binocolo,
molti dei quali commentati in ragione delle loro caratteristiche e della loro osservabilità
con binocoli di determinate dimensioni.
Il libro non è corredato da un atlante stellare e la scelta è
abbastanza comprensibile.
Il binocolo raffigurato in copertina, un Fujinon 10x70, e
la selezione degli oggetti da osservare, fanno già capire
che le solite cartine in fondo al libro non sarebbero un
supporto adeguato (probabilmente un buon atlante fino
alla magnitudine 8 è il minimo indispensabile).
Il libro è corredato da una serie di appendici, che vanno
dai consigli per l’acquisto, ai problemi delle montature,
alla manutenzione dei binocoli.
In particolare, nel capitolo sulle montature, c’è una foto
in cui un astrofilo presenta la sua personale versione
della montatura a parallelogramma articolato.
Philip Harrington è un divulgatore molto noto di
astronomia, ha scritto sia su “Sky & Telescope” che su “Astronomy” e pubblica
periodicamente un libro dal titolo “Starware”, in cui vengono esaminati i principali
strumenti astronomici presenti sul mercato.
Dato il soggetto e l’impostazione, il libro viene ripubblicato ogni 3-4 anni, ed esiste
naturalmente un relativo sito internet con tutti gli aggiornamenti (non tutti, perchè
bisogna ben giustificare la stampa di un altra edizione ...).
A mio parere TUB (acronimo costituito dalle iniziali delle parole principali del titolo) è
un libro sicuramente da leggere, e da tenere assieme agli accessori del binocolo per
quanto riguarda il programma di osservazione, che è molto completo.
Un libro di riferimento, in altri termini.
L’Atlante separato è necessario: questo rende il libro non così completo come riporta il
sottotitolo, ma a mio parere è un male minore.
Esiste sul mercato il TUBA (Touring the Universe through Binoculars Atlas), che è
l’atlante virtuale su CD-ROM per personal computer: presentato come complemento
ideale di questo libro, ricevette tuttavia un’accoglienza molto tiepida dai recensori,
sembrando una versione “povera” di prodotti software più rinomati.
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PIANETI EXTRASOLARI
Se analizziamo i pianeti del nostro
sistema solare vedremo che ognuno di
essi ha caratteristiche proprie, con un
aspetto che li distingue, la dimensione la
composizione chimica.
Ad esempio
Marte con la sua rossa e fredda sabbia
color ruggine (ossido di ferro); Venere
con la sua densissima atmosfera
ricoperta perennemente da nubi intrise di
acido solforico e la superficie dominata
da vulcani; Giove con la sua turbolenta atmosfera colorata; Saturno con i suoi
spettacolari e unici anelli.
Senza dimenticare Urano di colore verdastro tendente al blu dovuto alla presenza di
metano in atmosfera, adagiato su un fianco anch'esso con sottili anelli verticali…..! da
rimanere sbalorditi! Ora proviamo ad immaginare quante svariate casualità si possono
generare in centinaia di sistemi solari.
Potrebbero esserci mondi là fuori che
potrebbero fare apparire Venere non così catastrofico e magari “ospitale”e Urano non
cosi strano ed originale ma disposto nel verso giusto!
Solo 20 anni fa gli astronomi non erano sicuri dell’esistenza di altri mondi al di fuori
del nostro sistema solare, mentre oggi se ne conoscono circa 300, ognuno con le sue
caratteristiche “personali”planetarie, ognuno un esempio affascinante di come può
evolvere un pianeta. Ad esempio pianeti di tipo terrestre simili alla nostra terra con
anelli simili a saturno, oppure giganti gassosi di dimensioni maggiori di Giove con
colori molto più luminescenti anche con tonalità tendente al rosso fuoco e pianeti
rocciosi dalle caratteristiche apocalittiche dovute ad un grosso impatto da parte di un
altro corpo di grandi dimensioni.
L’autunno scorso è iniziata una grande caccia a pianeti extrasolari che durerà 6 anni,
con un’osservazione complessiva di 11.000 stelle nelle nostre vicinanze; un numero
che sovrasta completamente le 3.000 stelle nane selezionate dagli astronomi alla caccia
di sistemi planetari.
Gli scienziati pensano che il progetto fondato dalla NASA
chiamato MARVELS (multi-object apache point observatory radial velocity exoplanet
large-area survey) troverà più di 150 nuovi pianeti. L’obbiettivo è trovare giganti
simili a Saturno e Giove, che si possono usare come “luce di un faro” segnalando la
presenza di un intero sistema solare.
Quando un gigante gassoso viene trovato
intorno ad una stella si può presumere che ci siano anche pianeti più piccoli magari di
tipo terrestre.
MARVELS farà molto di più che catalogare alcune centinaia di
pianeti, cercando nelle vicinanze di pianeti dalle dimensioni di Giove attorno a molte
stelle MARVELS spera di fornire ai ricercatori i necessari dati a provare teorie
concorrenti su come si formano ed evolvono i sistemi planetari. Il modo migliore per
osservare cosi tante stelle è separare 60 immagini di stelle alla volta, ma è un numero
che potrebbe anche essere aumentato a 120.
Il telescopio installato all’apache point
observatory a Sacramento mountains ha uno specchio primario di 2.5 metri e un ampio
campo visivo che copre 7 grandi quadrati di cielo, un area paragonabile a 35 volte la
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dimensione della luna. Ben 60 fibre ottiche porteranno la luce dal piano focale del
telescopio ad interferometri ad altissima sensibilità.
Questi strumenti possono
identificare piccoli cambiamenti della luce stellare, ma come ci può aiutare alla ricerca
di eventuali pianeti? Quando una stella viene “strattonata” avanti e indietro dalla
gravità di un pianeta, la luce stellare viene “shiftata” ovvero spostata, avanti e indietro
in frequenza denominato EFFETTO DOPPLER.
La gravità di pianeti della misura di Giove esercita una forte trazione sulla stella vicina,
affinché rende relativamente facile la scoperta del pianeta proprio usando la tecnica del
DOPPLER SHIFT - effetto doppler.
Notando la frequenza di una stella aumentare e diminuire in un ciclo lento e ripetitivo
dalla durata di giorni, settimane o mesi, sarà molto probabile che vi si trovi un pianeta
che orbita intorno alla stella. Gli astronomi sono ansiosi di vedere quali tipi di stelle
abbiano alla loro orbita dei pianeti giganti gassosi.
Una teoria afferma che le stelle ricche di elementi pesanti come silicio ossigeno e
nichel, potrebbero ospitare pianeti giovani, si immagini un disco in formazione che
circonda una stella chiamato DISCO PROTOPLANETARIO, tale disco come la
stella stessa potrebbe essere ricco di elementi pesanti che aggregandosi ad ammassi
rocciosi e collidendo tra loro potrebbero generare il seme di un pianeta, un oggetto
abbastanza grande da attirare gas intorno a sé e crescere in autonomia.
Se il MARVELS trovasse diversi giganti gassosi attorno a stelle che possiedono
elementi pesanti, la ricerca farà valere la teoria, ma alcuni giganti gassosi potrebbero
non avere bisogno di elementi pesanti per formarsi.
Un’altra teoria dice che i pianeti gioviani possono nascere da un disturbo del disco
protoplanetario che innesca un collasso gravitazionale di un area densa di gas e polveri,
in questo caso non sarebbe necessario nessun “seme”.
È solo esaminando un vasto numero di stelle con diversi elementi chimici che
MARVELS potrebbe fare chiarezza su queste teorie. MARVELS farà anche luce su
altri quesiti che riguardano la formazione dei pianeti, ad esempio quanto spesso le
orbite dei giganti gassosi migrano più vicine alle loro stelle, e come i pianeti i pianeti
acquisiscano orbite altamente eccentriche anziché delle vicine orbite circolari previste
dalle teorie. Ricercando tra un numero di stelle senza eguali MARVELS potrà fornire
dati scientifici necessari a trovare modelli riguardo le condizioni favorevoli alla nascita
di un pianeta, conoscenza che può in futuro trovare metodi di studio sulle stelle
individuabili
Alessandro Benazzi
*§*§*§*
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LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE
(COOPERAZIONE NELLO SPAZIO)
La stazione spaziale internazionale (iss-internatinal space station) è il più importante
ed ambizioso programma di cooperazione a livello mondiale nel campo scientifico e
tecnologico mai intrapreso. Per la sua costruzione (tutt'ora in atto) hanno partecipato
15 nazioni: gli Stati Uniti, la Russia, le nazioni rappresentate dell’ESA (Agenzia
Spaziale Europea) il Giappone ed il Canada. Grazie ai suoi laboratori pressurizzati e
le piattaforme esterne, la iss è un grande laboratorio internazionale orbitante, si
effettuano ricerche scientifiche multidisciplinarie e conferisce ai ricercatori possibilità
senza precedenti in discipline come la fisica, la chimica, la biologia, la medicina e la
fisiologia e l'astronomia.
Molti sono i benefici che derivano dalla stazione spaziale
quali le vaste possibilità della ricerca scientifica e tecnologica. La stazione spaziale
internazionale deriva da un progetto nato nel 1984, quando il Presidente Americano
Ronald Reagan invitò formalmente i Capi di Stato Europei ad entrare a far parte di
questo programma.
Risale al 1988 la firma del primo accordo intergovernativo tra i
paesi partecipanti: Stati Uniti, Canada, Russia, Giappone e 11 paesi Europei tra cui
l’Italia rappresentati dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Nello stesso periodo si
avviarono gli accordi tra ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e NASA, che portarono alla
firma di un accordo bilaterale nel dicembre 1991; poi seguì il nuovo accordo tra tutti i
paesi partecipanti al programma siglato nel 1998.
Il lavoro di assemblaggio è già a
buon punto grazie al trasporto dei componenti da parte dello space schuttle e dei razzi
vettori russi. Entro il 2012 la stazione spaziale dovrebbe giungere al completamento
e costituirà una struttura reticolare lunga 95 metri con pannelli solari per generare
energia elettrica per mantenere il funzionamento, radiatori per la dissipazione di calore
in eccesso ed il complesso dei moduli pressurizzati.
Su tale struttura sono stati
montati una serie di elementi di servizio della stazione, tra cui un braccio robotizzato
canadese e 4 piattaforme per l’alloggiamento di carichi utili ed esperimenti esterni.
L’intero complesso ha le dimensioni di due campi da calcio, mentre lo spazio abitabile
è di 1.300 metri cubi (pari al volume di due jumbo jet). Il primo equipaggio è giunto
nella ISS nell’ottobre del 2000 composto dall’americano William Sheperd ed i russi
Sergei Krikalev e Yuri Gidzenko.
Tra i primi astronauti a vivere nella stazione
spaziale, il primo “cittadino”europeo è stato Umberto Guidoni, specialista di missione
STS-100. Da allora si stanno alternando squadre di astronauti che vivono anche fino a
6 mesi nella grande casa spaziale.
In seguito al tragico incidente dello Schuttle
Columbia esploso nei cieli del Texas il 1 febbraio 2003, la flotta degli Space Schuttle è
stata sospesa per 3 anni per verifiche e revisioni totali con grossi aggiornamenti per la
sicurezza delle datate navette della NASA.
Nel periodo di ferma della flotta della
NASA gli astronauti a bordo della stazione spaziale venivano riforniti di cibo e
attrezzature dai russi mediante l’utilizzo dei loro razzi vettori.
Per questa ragione il
lavoro di assemblaggio della ISS ha subito grossi ritardi. Se non fosse avvenuta la
tragedia del COLUMBIA, la ISS sarebbe stata probabilmente terminata entro il 2009.
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COME UNA STELLA NEL CIELO
In una notte serena (facendo riferimento alle
effemeridi che ci indicano dove guardare) possiamo
osservare la ISS come un puntino in movimento
molto luminoso a volte anche più del pianeta
Venere che raggiunge magnitudine -4,5 che è
l’astro più luminoso del cielo dopo il Sole e la
Luna. La ISS è situata ad un altezza che varia da
325 km a 405 km, lungo un orbita inclinata di 51,6°
rispetto all’equatore viaggiando da ovest verso est.
La sua velocità è di 28.000 km/h; a questa velocità
la distanza tra Roma e Milano verrebbe coperta in
un minuto. Compie un'orbita completa intorno alla
terra in soli 90 minuti; ne deriva che gli astronauti a
bordo vedono un'alba ed un tramonto proprio ogni
90 minuti! Gli astronauti hanno diverse finestre a
bordo per poter guardare fuori, in particolare la stazione è dotata di una grossa cupola
prodotta dall’ESA, che permette di osservare la Terra, la Luna e le brillanti stelle nelle
profondità dello spazio.
Man mano che la stazione si sposta sotto scorrono i
continenti e gli oceani, mostrando tutta la bellezza di cui la Terra dispone.
All’interno ci sono i rumori di pompe e apparecchiature che servono a mantenere la
stazione abitabile, ma la mancanza d’aria non permette la diffusione del suono,
pertanto fuori dalla ISS regna il silenzio più assoluto.
ISS CARATTERISTICHE TECNICHE
Altezza orbitale=min 325 km-max 405 km
Inclinazione orbitale=51,6° rispetto all’equatore
Dimensioni=108 X 88 metri
Peso complessivo=426.000 kg
Potenza elettrica=110 kw (di cui 47,5 per esperimenti)
Spazio abitabile=1.300 m3
Laboratori=7 (2 USA, 3 RUSSIA, 1 EUROPA, 1 GIAPPONE)
Zone di attracco per carichi utili esterni=9 (4 USA, 3 RUSSIA, 1 EUROPA, 1
GIAPPONE)
Equipaggio permanente=6-7 astronauti
Vita operativa nominale=10 anni(a partire dal completamento)
Alessandro Benazzi
*§*§*§*
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ATTIVITÀ ESTIVE 2009
L’estate 2009 ha avuto un cielo particolarmente sgombro da nuvole e pertanto le
iniziative in calendario sono perfettamente riuscite, anzi ne sono state effettuate anche
alcune fuori programma. È piacevole fare attività di divulgazione al pubblico quando
la partecipazione, favorita dal clima mite, è massiccia. I due incontri del 7 e 21 luglio
in piazza S. Agostino in occasione della manifestazione “I martedì d’estate” promossa
dalle Associazioni Commercianti, ha visto un’affluenza di pubblico notevole ed
abbiamo potuto mostrare al pubblico il volto della Luna e Giove con i suoi quattro
satelliti Medicei. In particolare la sera del 21 Luglio, con l’ausilio di immagini su
grande schermo, sono stati rivissuti i momenti dei grandi sforzi compiuti dalle due
superpotenze durante la guerra fredda per conquistare la Luna, nonché i momenti
emozionanti dei primi passi compiuti sul suolo Selenico. Il pubblico ha apprezzato
molto la rivisitazione di questo momento storico intrattenendosi e chiedendo
chiarimenti in merito ad interrogativi che molte volte i media non chiariscono
completamente. Una simile esperienza è stata ripetuta durante la manifestazione
analoga (Russi sotto le stelle) organizzata dal Consorzio Operatori Economici del
Comune di Russi con il patrocinio del Comune di Russi svoltasi nelle vie principali
della città. Nelle due serate in cui siamo stati presenti, è stata possibile una buona
divulgazione dell’astronomia, ma a parte Luna e Giove, non era possibile osservare
altri oggetti celesti a causa della pubblica illuminazione. Durante questi incontri, si è
colta l’occasione per invitare il pubblico a partecipare alla manifestazione “Mirar le
Stelle a Palazzo San Giacomo” nelle serate del 7 ed 8 agosto. In una cornice storica a
due passi dal centro della città di Russi ed un ambiente con modesto inquinamento
luminoso, è sarebbe stato possibile osservare costellazioni ed oggetti del profondo
cielo. La risposta degli interessati non si è fatta attendere e la partecipazione è andata
oltre le aspettative.
Nelle due sere di inizio Agosto, sono state compiute ottime
osservazioni guidate del cielo con osservazione al telescopio di numerosi oggetti del
profondo cielo e stelle doppie. In tarda serata poi, quando la Luna e Giove hanno
dominato il cielo, il pubblico ha manifestato stupore nell’osservare i due corpi celesti
negli oculari dei telescopi. Il programma organizzato dalla Pro Loco di Russi e dagli
amici di Palazzo San Giacomo, è stato ben curato nel percorso storico culturale ed è
ottimamente riuscito.
In prima serata, poco prima del calar del Sole, il pubblico, a piccoli gruppi è stato
accompagnato da guide esperte nella visita alle stanze interne del Palazzo con
eccellente ed entusiasmante illustrazione degli affreschi che in maggioranza raffigurano
personaggi e scene della mitologia.
Poi incontri musicali tradizionali con degustazione di prodotti tipici locali ed all’apparir
delle prime stelle il percorso è stato completato con l’osservazione reale delle
costellazioni con riferimento soprattutto ai personaggi mitologici precedentemente visti
negli affreschi dei soffitti delle stanze del Palazzo.
Due incontri altrettanto partecipati sono stati svolti nelle serate 9 e 10 Agosto presso il
Parco Carnè in osservazione della pioggia delle meteore legate allo sciame delle
Perseidi (popolare ricorrenza delle Lacrime di San Lorenzo).
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Terminata questa serie di impegni divulgativi, è iniziato il lavoro di ristrutturazione
dell’Osservatorio “Urania Lamonia”.
Il completamento di installazione della
strumentazione è previsto per la metà del mese di Settembre e le prime osservazioni di
ricerca potrebbero iniziare nella seconda metà del mese di Ottobre prossimo.
A
regime, l’osservatorio potrà contare su una nuova montatura equatoriale di tipo tedesco
computerizzata, un telescopio Celestron 14” SC, un telescopio rifrattore 90 mm APO di
guida, un ccd di guida ed uno di acquisizione immagini.
M.B.
PROSSIME ATTIVITÀ
Venerdì 11 Settembre - "Osservazione del cielo di Settembre" - Pubblica osservazione
dalla postazione osservativa di via Zauli Naldi 2 Faenza; dalle 21. Nell’aula
adiacente, “L’Osservatorio Urania Lamonia ad un anno dall’inaugurazione”
presentazione a cura di Mario Bombardini.
24 - 25 - 26 - 27 Settembre – “42° Congresso Nazionale UAI” è il più importante
appuntamento degli Astrofili Italiani e quest’anno si svolgerà a Padova.
Venerdì 25 Settembre – “Osservazione del cielo” - In occasione delle celebrazione del
400° anniversario di Galileo Galilei organizzato da ENEA – CNR Faenza, con il
patrocinio del Comune di Faenza, osservazione della Luna e Giove sulle tracce
del Fisico e Matematico toscano. Dalle ore 18 presso la sede CNR Faenza.
Venerdì 9 Ottobre - "Osservazione del cielo" - Pubblica osservazione dalla postazione
osservativa di via Zauli Naldi 2 Faenza; dalle 21. Nell’aula adiacente,
“Radioastronomia” presentazione a cura di Angelo Alberani.
30 – 31 – Ottobre ed 1 Novembre - "La Fiera di San Rocco mette le ali" –
Partecipazione con uno stan espositivo presso il Palazzo delle Esposizioni di
Faenza in occasione di questa prima manifestazione scientifica culturare
nell’ambito della Fiera di San Rocco organizzata dal Rione Verde di Faenza.
Venerdì 13 Novembre - "Osservazione del cielo" - Pubblica osservazione del cielo
dalla postazione osservativa via Zauli Naldi 2 Faenza; dalle ore 21. Nell’aula
adiacente, “I Satelliti di Saturno” a cura di Fabio Fabbri.
5 – 6 Dicembre - "XI Fiera Nazionale dell’Astronomia” partecipazione con uno stand
all’appuntamento presso il Centro Fieristico di Forlì.
Venerdì 11 Dicembre - "Osservazione del cielo d'Autunno" - Pubblica osservazione del
cielo dalla postazione osservativa via Zauli Naldi 2 Faenza; dalle ore 21.
Nell’aula adiacente, “Elementi di didattica di Astronomia” presentazione a cura
di Bruno Casadio e Gianpaolo Martelli.
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