Cade oggi il cedro alla Rurale no dei simboli verdi in citta Ad Arco continuano a cadere alberi. Pini, cipressi, ora anche un cedro. Non uno qualunque, ma un monumento vegetale tra i più imponenti del centro città, quello cresciuto in tanti decenni di fronte a Villa Igea, oggi sede centrale della Rurale Alto Garda. Questa volta, però, non è né l'esigenza di far spazio ai Mondiali di arrampicata né quella di far posto alla ciclabile a portare ad un taglio. Bensì le condizioni irrecuperabili del gigante, tali da farne non più un vanto per gli arcensi ma un pericolo per tutti. Del grande cedro - 23 metri d'altezza - si è occupata proprio la Rurale, nel cui giardino sorge. «La perizia redatta dal fitopatologo Giorgio Maresi - fanno sapere dalla banca - afferma che "la pianta non ha mostrato alcun segno di recupero, nonostante gli interventi eseguiti: né la rimozione del problema di sommersione delle radici, né gli interventi di concimazione sono stati sufficienti a recuperare la vitalità della pianta. Ormai tutti i tessuti, anche dei rami più bassi, appaiono morti e non ci sono più gemme vive. Pertanto l'albero va considerato perduto perché completamente morto e non recuperabile in alcun modo"». La perizia è l'ultima seguita ad una serie di sopralluoghi effettuati dagli esperti del Dipartimento forestale di San Michele all'Adige, cui la Cassa Rurale un anno fa si è rivolta nel tentativo di salvare il cedro. Gli esperti lo scorso ottobre avevano ascritto la sintomato- logia del cedro - che mostrava segni di deperimento con cimale e rami della parte superiore privi di vegetazione - a problemi dell'apparato radicale, probabilmente dovuti all'eccessiva umidità del suolo a causa di un'infiltrazione d'acqua. Rilevavano anche come la sofferenza della pianta contrastasse in realtà con le condizioni di ottima irrigazione e concimazione dell'aiuola. Dello stesso parere il professor Augusto Marchesini, docente di chimica agraria all'università di Milano e annuale convegnista di "Arcobonsai". I ripetuti interventi di concimazione e di rimozione dell'acqua dalle radici non hanno tuttavia sortito l'effetto sperato di ridare vigore all'apparato radicale del cedro e dunque, co- me raccomandato nella perizia, occorre ora al più presto provvederne l'abbattimento per evitare che la minore tenuta dei tessuti legnosi possa diventare pericolosa. Il taglio avverrà quindi già in giornata. «La Cassa Rurale - si legge in una nota dell'istituto si è già attivata per ridare ai giardini e agli arcensi una nuova pianta che risulti in armonia con l'aiuola dei colori di cui il cedro faceva parte. Il compito di valutare quale esemplare inserire è stato affidato alla botanica Fiorenza Tisi che già nel 1992 aveva curato il progetto del giardino nell'ambito della ristrutturazione di Villa Igea, divenuta allora la nuova sede della Cassa Rurale. La dottoressa Tisi agirà di concerto con l'ufficio comunale responsabile delle giardinerie di Arco».