Elementi di Economia I - 8. Ricerca del profitto e mano invisibile

Profitto e teoria della mano invisibile
Equilibrio di lungo periodo nei mercati concorrenziali
Profitto e rendita
Elementi di Economia I
8. Ricerca del profitto e mano invisibile
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2016-17
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: [email protected]
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Profitto e teoria della mano invisibile
Equilibrio di lungo periodo nei mercati concorrenziali
Profitto e rendita
Layout
1
Profitto e teoria della mano invisibile
Tipi di profitto
Funzioni del prezzo
2
Equilibrio di lungo periodo nei mercati concorrenziali
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di extraprofitti
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di profitti negativi
Innovazioni e dinamica di aggiustamento all’equilibrio di lungo periodo
3
Profitto e rendita
Principio “niente soldi sul tavolo” e assenza di barriere
Rendita economica e profitto economico
Equilibrio di mercato ed ottimo sociale
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Equilibrio di lungo periodo nei mercati concorrenziali
Profitto e rendita
Tipi di profitto
Funzioni del prezzo
Tipi di profitto
Profitto contabile (accounting profit): differenza tra ricavi e costi
espliciti, ovvero i pagamenti effettivi che un’impresa effettua per i
fattori produttivi:
Profitto contabile = Ricavi totali – Costi espliciti
Profitto economico (economic profit) (o extraprofitto, excess profit):
differenza tra i ricavi e la somma di costi espliciti e impliciti, ovvero i
costi opportunità di tutte le risorse di proprietà dell’impresa:
Profitto economico = Ricavi totali – Costi espliciti – Costi impliciti
Profitto normale (normal profit): differenza tra profitto contabile e
profitto economico, pari ai costi impliciti, ovvero i costi opportunità
di tutte le risorse di proprietà dell’impresa.
Profitto normale = Profitto contabile – Profitto economico = Costi impliciti
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Profitto e rendita
Tipi di profitto
Funzioni del prezzo
Un semplice esempio
Consideriamo un’impresa che in un anno:
registra ricavi totali pari a 400 mila euro;
sostiene costi pari a:
100 mila euro per le materie prime;
150 mila euro per i salari dei lavoratori;
ha capitale immobilizzato nell’impresa (macchinari e locali) per un
valore di rivendita pari a 1 milione di euro;
è gestita da un imprenditore che potrebbe trovare un’occupazione
tale da garantirgli un reddito annuo pari a 30 mila.
Assumiamo un tasso di interesse annuo corrente sui depositi a
risparmio pari al 10%.
Profitto contabile = Ricavi − Costi espliciti = 400 − 100 − 150 = 150
Profitto normale = Costi opportunità = 1000 × 0.1 + 30 = 130
Profitto economico = Prof. contabile − Prof. normale = 150 − 130 = 20
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Profitto e rendita
Tipi di profitto
Funzioni del prezzo
Funzioni del prezzo
Nelle economie di mercato i prezzi assolvono due funzioni:
funzione di razionamento (rationing function): i prezzi razionano la
quantità limitata di un bene tra i potenziali acquirenti cosı̀ che
la quantità domandata è uguale a quella disponibile sul mercato;
chi di fatto acquista il bene sono coloro che gli attribuiscono il valore
maggiore.
funzione allocativa (allocative function): i prezzi determinano
l’output mix, dirigendo le risorse produttive verso i diversi settori
dell’economia, poiché le risorse abbandonano i settori in cui il prezzo
non è in grado di coprire i costi per dirigersi in quelli in cui il prezzo è
superiore ai costi;
l’input mix, determinando la combinazione di fattori produttivi di
fatto impiegati nella produzione dell’output desiderato.
Tali funzioni sono alla base della teoria della mano invisibile attribuita ad
Adam Smith (1776).
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Tipi di profitto
Funzioni del prezzo
La mano invisibile nella Ricchezza delle nazioni
Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi
hanno cura del proprio interesse. Noi non ci rivolgiamo alla loro
umanità, ma al loro egoismo e con loro non parliamo mai delle
nostre necessità, ma dei loro vantaggi. Nessuno che non sia un
mendicante sceglie mai di dipendere soprattutto dalla benevolenza dei suoi concittadini, e persino un mendicante non dipende
esclusivamente da essa...
Quando [qualcuno] preferisce il sostegno dell’attività produttiva
del suo paese invece di quella straniera, egli mira solo alla propria
sicurezza e, quando dirige tale attività in modo tale che il suo
prodotto sia il massimo possibile, egli mira solo al suo proprio
guadagno ed è condotto da una mano invisibile, in questo come
in molti altri casi, a perseguire un fine che non rientra nelle sue
intenzioni. Né il fatto che tale fine non rientri sempre nelle sue
intenzioni è sempre un danno per la società. Perseguendo il suo
interesse, egli spesso persegue l’interesse della società in modo
molto più efficace di quando intende effettivamente perseguirlo.
Io non ho mai saputo che sia stato fatto molto bene da coloro che
affettano di commerciare per il bene pubblico. In effetti, questa
è un’affettazione non molto comune tra i commercianti, e non
occorrono molte parole per dissuaderli da questa fisima.
A. Smith
1723–90
(Smith, 1776)
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Equilibrio di lungo periodo nei mercati concorrenziali
Profitto e rendita
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di extraprofitti
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di profitti negativi
Innovazioni e dinamica di aggiustamento all’equilibrio di lungo periodo
Equilibrio in mercati concorrenziali con profitto economico
positivo
p
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MC
p
Q
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q
Se al prezzo di equilibrio di breve periodo le imprese operanti sul mercato
ottengono un extraprofitto, in assenza di barriere all’entrata altre imprese
saranno spinte ad entrare nel mercato...
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Equilibrio di lungo periodo nei mercati concorrenziali
Profitto e rendita
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di extraprofitti
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di profitti negativi
Innovazioni e dinamica di aggiustamento all’equilibrio di lungo periodo
Dinamica di aggiustamento verso l’equilibrio di lungo
periodo
L’aumento del numero dei produttori sposta verso destra la curva di
offerta, aumentando la quantità e riducendo il prezzo di equilibrio, ed
erodendo gli extraprofitti degli incumbent.
p
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Q
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Q
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L’entrata nel settore termina quando il prezzo eguaglia il minimo dei costi
medi e le imprese nel settore ottengono solo il profitto normale.
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Equilibrio di lungo periodo nei mercati concorrenziali
Profitto e rendita
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di extraprofitti
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di profitti negativi
Innovazioni e dinamica di aggiustamento all’equilibrio di lungo periodo
Equilibrio in mercati concorrenziali con profitto economico
negativo
p
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Q
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Se al prezzo di equilibrio di breve periodo le imprese operanti sul mercato
ottengono un profitto economico negativo, avranno incentivo ad uscire
dal mercato...
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Dinamica dell’aggiustamento nel caso di extraprofitti
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di profitti negativi
Innovazioni e dinamica di aggiustamento all’equilibrio di lungo periodo
Dinamica di aggiustamento verso l’equilibrio di lungo
periodo
La diminuzione del numero dei produttori sposta verso sinistra la curva di
offerta, diminuendo la quantità e aumentando il prezzo di equilibrio, e
aumentando cosı̀ i profitti degli incumbent.
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L’uscita nel settore termina quando il prezzo eguaglia il minimo dei costi
medi e le imprese nel settore ottengono il profitto normale.
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Dinamica dell’aggiustamento nel caso di extraprofitti
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di profitti negativi
Innovazioni e dinamica di aggiustamento all’equilibrio di lungo periodo
Effetto dell’introduzione di un’innovazione di processo
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Partendo da una posizione di equilibrio di lungo periodo, l’introduzione di
un’innovazione che riduce i costi permette all’impresa di conseguire un
extraprofitto.
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Profitto e rendita
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di extraprofitti
Dinamica dell’aggiustamento nel caso di profitti negativi
Innovazioni e dinamica di aggiustamento all’equilibrio di lungo periodo
Dinamica di aggiustamento verso l’equilibrio di lungo
periodo
La ricerca del profitto spinge gli altri imprenditori a tentare di imitare
l’impresa che ha innovato e questo diffonde l’innovazione spostando verso
destra la curva di offerta del mercato ed erodendo gli extraprofitti.
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Principio “niente soldi sul tavolo” e assenza di barriere
Rendita economica e profitto economico
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Principio “niente soldi sul tavolo” e assenza di barriere
La funzione allocativa del prezzo è il risultato della ricerca costante
delle opportunità di profitto da parte delle imprese, che annulla gli
extraprofitti in equilibrio (principio “niente soldi sul tavolo”,
no-cash-on-the-table principle).
Affinché il prezzo possa assolvere appieno la funzione allocativa è
necessario non vi siano:
barriere all’entrata, ovvero ostacoli di tipo:
legale (es. monopoli legali, brevetti, ecc.);
economico (es. vincoli finanziari con mercati dei capitali imperfetti);
tecnologico (es. informazione imperfetta, conoscenza tacita);
che impediscono o limitano l’accesso di nuove imprese al mercato;
barriere all’uscita, ovvero ostacoli che impediscano alle imprese di
uscire da un mercato non redditizio (es. la presenza di investimenti
irrecuperabili).
Anticipando le imprese gli ostacoli all’uscita dal mercato, diventano
restie ad entrarvi e le barriere all’uscita si trasformano di fatto in
barriere all’entrata.
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Principio “niente soldi sul tavolo” e assenza di barriere
Rendita economica e profitto economico
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Rendita economica e profitto economico
Una rendita è costituita dalla frazione dei proventi che eccede l’ammontare
minimo necessario per indurre un lavoratore ad accettare un certo lavoro o
un’impresa ad entrare in una certa industria.
(Milgrom & Roberts, 1992)
Rendita economica (economic rent)
Differenza fra il pagamento percepito dal fornitore di un fattore
produttivo e il prezzo di riserva del fornitore, uguale al costo opportunità
della fornitura del fattore.
Es. canoni di affitto per i terreni agricoli nella regione di
Champagne; retribuzione degli chef di maggior talento;
Il profitto economico è analogo alla rendita, con la differenza che la
concorrenza tende ad annullare il profitto economico, mentre non ha
effetti sulla rendita di input che è impossibile o difficile replicare.
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Capitalizzazione dei profitti nelle licenze nei mercati
regolamentati
Nei mercati regolamentati attraverso concessione di licenze (es.
taxi), il prezzo di compravendita della licenza capitalizza le rendite
generate dalla regolamentazione;
Esempio: i tassisti a New York
Costo annuale dell’attività, compresi carburante, manutenzione e
deprezzamento dell’auto, e costo opportunità del tempo del tassista,
ma escluso il prezzo di acquisto della licenza: 40 mila dollari;
Ricavi annuali: 60 mila dollari;
Prezzo della licenza pari al valore attuale di una rendita perpetua
(present value of a perpetual annual payment) C , dato il tasso di
interesse (r ):
+∞
X
C
C
=
VA =
t
(1
+
r
)
r
t=1
Assumendo un tasso di interesse (reale) sui depositi del 4%, il valore
della licenza risulta pari a: VA = 20/0, 04 = 500 mila dollari.
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I taxi in Italia
In Italia ci sono circa 40.000 licenze per taxi (fonte: Sole 24 Ore).
La licenza non potrebbe essere venduta, ma solo ceduta. Di fatto,
chi la cede lo fa gratuitamente, ma il cessionario acquista
contestualmente la ditta individuale.
Il costo di una licenza va da e 50.000 a Bari a e 250.000-300.000 a
Firenze, con una media di e 150.000.
Assumendo un tasso di interesse reale annuale del 3%, questo
implica una rendita annuale dei tassisti di e 4.500 (e 375 al mese).
Nelle dichiarazioni dei redditi del 2012 (anno di imposta 2011) i
tassisti hanno dichiarato un reddito medio annuale lordo di e 15.600
(e 1.300), anche se le verifiche fiscali hanno evidenziato irregolarità
nel 68% dei casi.
Per aumentare il numero di licenze senza danneggiare chi le ha, a
Bologna nel 2008 il Comune ha venduto 40 nuove concessioni a
e 125.000 l’una e ha poi redistribuito il ricavato ai tassisti (che
hanno ricevuto circa e 4.000-5.000 a testa).
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La teoria della mano invisibile, secondo cui l’equilibrio di mercato è
efficiente in senso paretiano, è strettamente valida solo in assenza di
potere di mercato di compratori e venditori;
asimmetrie informative;
esternalità;
beni pubblici in senso economico;
costi di transazione.
Il venir meno di una o più di queste condizioni può condurre a
equilibri di mercato inefficienti.
Es. quando il comportamento di un’impresa può influire
negativamente su un’altra impresa e tale influenza non passa
attraverso il meccanismo dei prezzi (esternalità negativa), la prima
impresa può non tenerne conto adeguatamente nelle sue scelte.
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