Progetto STRATECO scheda informativa evidenti sintomi locali e/o sistemici. Infine, la melanzana è risultata suscettibile a tutti i ceppi con infezione sistemica sintomatica e su tutte le varietà italiane ed estere controllate. Servizio itosanitario Emilia-Romagna Conclusione Considerando le consociazioni delle colture ortive nelle regioni italiane e, soprattutto, negli areali con intensa attività serricola delle primizie ortofrutticole, è opportuno porre attenzione alla melanzana per evitare il passaggio naturale e insediamento di PepMV anche su questa ortiva. Recenti acquisizioni su Pepino mosaic virus in Europa Diagnosi (Progetto europeo Pepeira) Il Consorzio PEPEIRA ha validato un protocollo diagnostico su seme di pomodoro che consente l'identificazione di tutti i ceppi di PepMV. Il saggio sierologico rimane il metodo più pratico, economico, specifico (99%) e risulta dotato di buona sensibilità (83,8%). Il metodo molecolare di RT-PCR è risultato all'interno del ring test il meno sensibile (63.2%) mentre la Real time RT-PCR con chimica TaqMan ha confermato l'elevata sensibilità della tecnica (87%). Il protocollo è in fase di recepimento e pubblicazione come EPPO Standard/Diagnostic Protocol. La presente scheda riporta le informazioni più rilevanti sullo studio del Pepino mosaic virus (PepMV) intrapreso dal Consorzio PEPEIRA. “PEPEIRA è un progetto di ricerca del VI Programma Quadro dell'Unione Europea che ha analizzato l'epidemiologia e l'impatto economico del PepMV al fine di fornire una valutazione certa e su basi scientifiche del rischio fitosanitario per l'industria pomodoricola Europea connesso alla diffusione del virus” Conclusione Nel corso dei monitoraggi, è consigliabile attenersi per la diagnosi del PepMV ai protocolli scelti dal Consorzio, soprattutto nella metodica di preparazione dei sub-campioni di seme importato. Nell'ambito del Progetto “ARNADIA” finanziato dal MiPAAF, si è recentemente costituito un Gruppo di Lavoro per apportare comunque ulteriori integrazioni validate al protocollo EPPO. I Servizi Fitosanitari interessati verranno coinvolti per la validazione finale prima del recepimento ufficiale del documento a livello nazionale. Nella trattazione dei diversi argomenti annessi alla problematica fitosanitaria, si metteranno in evidenza le conclusioni importanti per intraprendere il monitoraggio nazionale. (Prima che si realizzi questa fase, contattare per informazioni sulla procedura la Dr. Laura Tomassoli.) Il rilevamento del virus nelle coltivazioni è strettamente legato all'andamento climatico, in quanto il virus ha una maggiore capacità infettiva nei periodi a temperature medie e bassa intensità luminosa. Tutte le prove sperimentali condotte nel progetto, con piante infettate artificialmente, hanno dimostrato un calo di concentrazione virale nei periodi estivi, riducendo le potenzialità di contagio e trasmissione del virus nella serra e a nuovi impianti. Anche la sintomatologia su foglie e frutti è molto variabile in funzione dei ceppi del virus e delle condizioni climatiche, potendo risultare anche assente. Sulla sintomatologia si rimanda alla scheda tecnica del patogeno. Il referente dei Servizi fitosanitari Dr. Valerio Vicchi Grafica: Sanzio Candini Il referente scientifico CRA-PAV Dr.ssa Laura Tomassoli Aspetti epidemiologici Conclusione I controlli alle coltivazioni devono essere preferibilmente effettuati nei cicli autunno-vernini e inverno-inizio primavera. Circa i danni che l'infezione di PepMV causa al pomodoro, i risultati delle prove condotte confermano la sola azione sulla qualità e non sulla quantità (numero frutti, peso e pezzatura). Distinguendo la produzione nelle categorie qualitative di I classe, II classe e scarto, è stata osservato un incremento medio della II classe del 15.4% e dello scarto del 3.2% a svantaggio della I classe, quando è stato utilizzato un isolato appartenente al ceppo PepMV-EU; i valori per le due categorie si sono incrementati di 26% e 6,1%, rispettivamente, quando è stato utilizzato un isolato più virulento appartenente al ceppo del PepMV-Ch2 Conclusione E' indubbio che la malattia causi una diminuzione della qualità del prodotto. Inoltre nelle aree produttive colpite da altre patologie virali (Tomato yellow leaf curl complex - TYLCSV e TYLCV, Tomato infectious chlorosis virus - TICV, Tomato chlorosis virus - ToCV e recentemente Tomato torrado virus - ToTV) si verifica un aggravamento tangibile del sintomo sui frutti che vengono quindi destinati allo scarto. Caratteristiche biogenetiche del patogeno A seguito di sequenziamento e test biologici su piante indicatrici, sono stati definitivamente individuati i ceppi del virus: - - - Pepino (PE) strain: ceppo originale identificato su Solanum muricatum (pepino) in Perù e non presente in Europa in infezioni naturali di pomodoro; EU-tomato (EU) strain: ceppo per la prima volta segnalato in Europa su pomodoro nel 2000, geneticamente molto simile al ceppo Perù. Attualmente risulta meno diffuso rispetto al ceppo più virulento Ch2; Chile 2 (Ch2) strain: ceppo risultato più virulento e che si è diffuso rapidamente dal 2006 in tutti gli areali produttivi Europei e nel resto del mondo. Questo ceppo causa sintomi più evidenti e comunque variabili in funzione delle condizioni ambientali e varietà. Può coesistere in infezioni naturali miste con gli altri due ceppi del pomodoro; US1 strain: identificato negli Stati Uniti nel 2005, è comparso in Spagna nel 2008. In letteratura, e depositati nelle banche dei dati genomici, sono stati riportati diversi altri genotipi che, grazie allo studio molecolare svolto nell'ambito del progetto europeo, sono ora riconducibili ai quattro ceppi identificati. Conclusione Il virus ha mostrato una discreta capacità di mutare in modo permanente acquisendo caratteristiche virulifere diverse (sintomi, aggressività e contagiosità). Inoltre esiste la possibilità di formazione di ricombinanti in casi di co-esistenza dei ceppi in uno stesso sito produttivo. E' importante, quindi, che oltre al monitoraggio sulla presenza o nuova introduzione del virus nelle regioni italiane si accerti il genotipo presente. In Italia, al momento è sempre stato identificato il ceppo Ch2, per cui è necessario tenere alto il livello di controllo per contrastare l'introduzione anche di EU e US1. Trasmissione del seme Si riporta nella sua totalità la nota informativa prodotta a conclusione delle prove eseguite dal Consorzio PEPEIRA , e già divulgata: “Grazie ad una prova di serra condotta in Belgio, più di 100.000 semi sono stati raccolti da piante artificialmente infette da PepMV. I semi sono stati sottoposti a trattamento acido ed enzimatico come da procedimento approvato da ISHI (International Seed Health Iniziative). L'inoculo virale utilizzato per la prova belga è originario di una infezione naturale mista dei due ceppi di PepMV (Chili 2 e European tomato) verificatosi in una coltivazione commerciale di pomodoro. I semi sono stati distribuiti a 10 membri di altrettanti Paesi Europei costituenti il Consorzio PEPEIRA. La semina è stata effettuata in contenitori costituendo blocchi di 10 piante ciascuno e le piantine ottenute sono state allevate in ambiente confinato (serre o tunnel). A 4/5 settimane dalla emergenza, sono stati prelevati i campioni fogliari (1 campione = 1 contenitore) ed analizzati con il metodo sierologico ELISA per la presenza di PepMV. Sono state ottenute e controllate con il saggio diagnostico quasi 90.000 piantine. Dei 8.778 campioni (87.780 piantine) 23 sono risultati positivi per la presenza di PepMV, individuando così una percentuale media di trasmissione per seme pari al 0,026%. I campioni positivi sono stati controllati in un secondo saggio ELISA. Di fatto, la percentuale di trasmissione è risultata variabile in funzione del tempo intercorso tra l'inizio di infezione delle piante e la raccolta dei semi: per semi raccolti dopo 8 settimane dall'inoculo è stata ottenuta una percentuale del 0,005% mentre per i semi raccolti dopo 15 settimane dall'inoculo si è verificato un significativo aumento pari al 0,057%. I risultati ottenuti dimostrano chiaramente che la trasmissione per semi di PepMV è possibile, sebbene a basse percentuali, e che l'utilizzo di semente proveniente da piante infette dal virus comporta il rischio di ottenere semenzali infetti. Questi risultati confermano quanto ottenuto in una precedente prova effettuata con semi prelevati da frutti infetti da PepMV e non trattati con acidificazione” Conclusione In base ai dati e alle valutazioni scaturite, il seme rimane un possibile mezzo di introduzione del virus. La bassa percentuale di infezione in seme, comunque sterilizzato, rende sicuramente difficile l'identificazione del virus nella semente che viene importata, ma le intercettazioni denunciate in altri paesi europei dimostrano l'utilità dei controlli fitosanitari su questa matrice oltre all'obbligo come previsto dalla Decisione Europea 2004/200, ancora vigente. Rischi di diffusione ad altre solanacee Mediante prove di infezione artificiale con i quattro ceppi di PepMV, è stato valutato il rischio che il virus si diffonda anche su altre solanacee ortive, come peperone, melanzana, patata, e di interesse industriale, come tabacco. Per ogni specie sono state analizzate diverse varietà commerciali. I risultati hanno indicato che peperone e patata possono essere occasionalmente infettate ma solo localmente non sviluppandosi una infezione sistemica, unica eccezione la varietà di patata 'Beate' che è risultata suscettibile a tutti i ceppi con produzione di tuberi infetti. Il tabacco è sperimentalmente suscettibile (viene utilizzato anche per i test biologici diagnostici del virus) con