2 2007 esseredonna Informazioni e consigli per la tua salute primo piano ARRIVA IL SOLE: È PRONTA la tua PELLE? sessualità Desiderio e ormoni: un incontro-scontro a tutte le età dermatologia ISSN 1724-5826 D2486/11 L’ABC della fotoprotezione dei nei JOHAN & L E V I e d i t o r e Tariffa pagata Magazine - Aut. DCB CENTRALE/PT MAGAZINE/AUT. 164/2005 valida dal 28/04/2005 esseredonna editoriale edito da JOHAN & LEVI srl galleria unione 5 20122 – milano [email protected] www.johanandlevi.com direttore responsabile giovanna forlanelli direttore editoriale alessandra ratti francesca memini editing margherita alverà redazione alma galeazzi minnie luongo elena magni natalia mongardi alessandra terzaghi 2 2007 con la consulenza scientifica di milena agosti magda belmontesi franco gasparri giovanni leone ausilia maria manganoni rodolfo milani rossella nappi maria tagliavanti progetto grafico alessandro cavana per smm srl illustrazioni silvia gherra impaginazione smm srl stampa mediagraf s.p.a., noventa padovana (PD) stampato in italia, noventa padovana (PD) finito di stampare nel mese di giugno 2007 Registrazione del Tribunale di Milano n. 800 del 29.12.2003 ISSN 1724-5826 in collaborazione con rivista realizzata grazie al contributo di monza Care lettrici, anche quest’estate non vi lasciamo... sole! Sole che scotta, con i suoi raggi Uvb, responsabili di eritemi e ustioni. Sole che invecchia, con gli Uva capaci di penetrare nella pelle, fino a danneggiarne gli strati più Alma Galeazzi www.benesseredonna.it profondi. Sole che aggredisce a tradimento, stimolando la produzione dei radicali liberi, molecole così nocive da costringere l’organismo a difendersi a oltranza con gli antiossidanti, fino a quando non esaurisce tutte le scorte. Brutto affare lo stress primo piano 4 ossidativo! A ogni esposizione, i radicaArriva il sole: li liberi aumentano, l’effetto dell’ossidaè pronta la tua pelle? zione si propaga alle cellule cutanee, le fibre di collagene ed elastina si induriscono: la dermatologia 8 pelle perde tono, elasticità, salute. E a un certo L’ABC della fotoprotezione dei nei punto si arrende, si segna o, peggio, si ammala. Ma, per fortuna, c’è anche l’altra metà del sole. salute & benessere dei piedi 12 Alza il tono dell’umore, favorendo il rilascio di meL’estate punta sui piedi latonina e serotonina; permette la sintesi della vitamina D, fondamentale per fissare il calcio deodorazione 14 nelle ossa; guarisce molte malattie della pelSudore: quando il caldo si fa sentire... le. Insomma: non rinunciate al sole! Siate così intelligenti e informate da prenderpsiche & dintorni 17 ne solo la parte migliore. E, soprattutto, In vacanza... giocate d’anticipo: iniziate a prepararvi senza mamma e papà adesso, non è troppo presto, l’appuntamento è vicino. sessualità 20 Attenzione, però. Non basta fare la Desiderio e ormoni: solita scorta di solari, seppure fonun incontro-scontro damentali. Non basta esporsi graa tutte le età dualmente nelle ore meno calde, precauzione saggia e ormai nota intimità 25 a tutte. Né basta consumare chili Cistite: in estate il problema di carote o di frutta arancione per diventa... urgente garantirsi una tintarella perfetta. Ci vuole qualcosa di più. I famosi mamma & bambino /1 28 radicali liberi vanno affrontati con Sole a misura di bambino scorte di antiossidanti ben più ampie di quelle possedute naturalmente dalmamma & bambino /2 30 l’organismo o fornite dall’alimentazione. Piccoli nemici in agguato esseredonna segreteria di redazione ricerca immagini Per i vostri suggerimenti, scriveteci a: [email protected] redazione esseredonna johan & levi s.r.l galleria unione 5 20122 - milano Abbonamenti esseredonna - ufficio abbonamenti johan & levi editore casella postale 209 - monza Nelle pagine di primo piano vi diamo tutte le informazioni possibili per difendervi a 360°. Avete ancora qualche dubbio? Sul sito www.benesseredonna.it trovate un test mirato sulla protezione dall’amico-nemico sole. Buone vacanze! sommario primopiano Arriva il sole: � � � � � a cura di � � � � � � � � Proteggete la vostra pelle dal sole. Abbiamo sentito così tante volte il monito che, ogni estate, i dermatologi non si stancano di ripetere, da far sembrare quasi superfluo tornarci sopra. Come se la difesa della pelle fosse un dato ormai acquisito dalle donne, almeno da quelle più mature, preoccupate dagli effetti devastanti dei raggi Uva in termini di invecchiamento precoce. E invece non solo è utile, ma necessario affrontare ancora una volta questo argomento scottante. Per tre buoni motivi. Primo: gli ultimi dati denunciano che le donne mature continuano a sottovalutare i rischi dei “bagni di sole”, soprattutto di quelli del “week-end”, considerati innocui perché brevi, ma in realtà ben più insidiosi perché sottopongono la pelle a uno stillicidio di aggressioni ripetute. Secondo: il 50% delle radiazioni Uv si riceve nei primi 18 anni di vita, quindi le precauzioni maggiori anti-sole andrebbero prese proprio in questo periodo per prevenire problemi cutanei in età adulta; ma né le mamme né le adolescenti lo sanno, così le prime si limitano a spalmare un po’ di crema ai bambini e le seconde sono disposte a sonori eritemi pur di diventare “nere” il prima possibile.Terzo: proteggere la pelle quando viene esposta al sole non basta a salvaguardarne la salute e la bellezza. È fondamentale giocare d’anticipo, almeno un mese prima dell’incontro ravvicinato con i raggi dorati. Come? Lo abbiamo chiesto a un esperto. 4 esseredonna 2 2007 Alma Galeazzi è pronta la tua pelle? Ne parliamo con il dottor Giovanni Leone, Direttore del Centro di Fototerapia dell’IFO, Istituto di Dermatologia IRCCS, Istituto San Gallicano di Roma. D LEONE, PROTEGGERE LA PELLE SOTTO IL SOLE NON BASTA PIÙ. LA NUOVA PAROLA D’ORDINE PER DIFENDERNE LA SALUTE E LA BELLEZZA È: GIOCARE D’ANTICIPO. PERCHÉ? È vero: fino a poco tempo fa si credeva che fosse sufficiente difendere l’epidermide con protezioni esterne, cioè con gli schermi e i filtri solari, per cui ci si limitava a valutare il tipo di pelle e a scegliere un prodotto da applicare sotto il sole. Oggi si continua a consigliare l’utilizzo di una crema protettiva in base al proprio fototipo, ovvero alle caratteristiche specifiche della pelle (sensibilità, suscettibilità a scottarsi, ereditarietà a malattie cutanee, intolleranze eccetera), ma si ritiene che sia altrettanto importante una protezione supplementare più “profonda”, che agisca a livello cellulare. OTTOR CHE COSA SIGNIFICA “PROTEZIONE CELLULARE”? Significa che la crema è in grado di bloccare almeno in parte i raggi ultravioletti, ma che questa azione schermante va integrata con un’azione protettiva cellulare. Come si ottiene? Con la somministrazione di sostanze capaci di prevenire e inibire il danno degli acidi nucleici della cellula. Da un lato, dunque, scatta il filtro delle creme che blocca la strada ai raggi solari, dall’altro lato entrano in campo una serie di sostanze, che penetrano nella cellula e bloccano l’azione dannosa di alcuni mediatori – i più noti sono i radicali liberi – che l’organismo produce proprio a seguito dell’esposizione alla luce del sole. Queste sostanze non solo frenano il danno cellulare ma, se assunte con un certo anticipo, sono addirittura in grado di prevenirlo. VEDIAMO SE HO CAPITO BENE: IL MASSIMO DELLA PROTEZIONE SI RAGGIUNGE CON L’ACCOPPIATA CREME SOLARI SCHERMANTI + INTEGRATORI DI SOSTANZE PROTETTIVE... Sì, è questa l’accoppiata vincente. Le sostanze protettive delle cellule non possono sostituire i filtri solari, visto che il loro potere schermante è molto basso. La loro azione, infatti, è un’altra: agire a livello cellulare, neutralizzando i radicali liberi e preparando la pelle all’esposizione solare. QUALI RISCHI CORRE UNA PELLE CHE ARRIVA ALL’APPUNTAMENTO ESTIVO “IMPREPARATA”? Prima di tutto rischia l’arrossamento, ovvero l’eritema, soprattutto se è chiara (fototipo 1 e 2). Una pelle di questo tipo o viene difesa con le sostanze protettive della cellula di cui abbiamo parlato o con l’utilizzo puntuale e obbligato di filtri ad altissima protezione. Ma guai alle disattenzioni! Basta un attimo per scatenare un violento eritema. Se questa stessa persona dalla pelle delicata assume per tutto il mese precedente all’esposizione le famose sostanze antiossidanti – che io chiamo fotoprotettori sistemici – ne trarrà un immenso beneficio fin dai primi “bagni di sole”, evitando fastidiosi arrossamenti, eritemi e scottature. Non solo: sarà anche più protetta in caso di esposizioni accidentali. QUESTO VALE PER CHI HA LA PELLE CHIARA, MA “NORMALE”. CI SONO RISCHI MAGGIORI PER CHI HA, INVECE, PROBLEMI CUTANEI PARTICOLARI? Certo, ci sono molte persone che soffrono di patologie cutanee, per esempio dermatiti o luciti, dette volgarmente eritemi, cioè quegli sfoghi con bollicine e prurito, dietro alle quali si nasconde una vera e propria intolleranza al sole. In questi casi, l’assunzione di integratori fotoprotettori sistemici diventa ancora più importante per evitare brutti scherzi sotto il sole. Si può dire che mentre nella popolazione generale questi integratori sono utili, nelle persone particolarmente vulnerabili sono indispensabili. LA DOPPIA PROTEZIONE, TOPICA E SISTEMICA, PORTA BENEFICI IN TERMINI DI SALUTE, MA ANCHE DI BELLEZZA DELLA PELLE... IL SOLE NON È FORSE TRA I PRINCIPALI RESPONSABILI DELL’INVECCHIAMENTO CUTANEO? Lo è eccome. Ai rischi di eritema, di scottatura temporanea e, a lungo termine, di tumore cutaneo va sicuramente aggiunto il pericolo di invecchiamento precoce, con la comparsa di rughe, di macchie e altre note manifestazioni anti-estetiche. Ed è anche l’aspetto che forse interessa maggiormente la fascia più ampia di popolazione, cioè quella che non soffre di particolari patologie della pelle o di ipersensibilità al sole. Ebbene, le sostanze contenute nei fotoprotettori sistemici e i filtri solari apesseredonna 2 2007 5 primopiano plicati correttamente aiutano la pelle a difendersi dall’invecchiamento precoce (fotoinvecchiamento). Non è che blocchino le lancette del tempo, certo, ma indubbiamente le rallentano anche quando i raggi solari impartiscono un’accelerata a questo processo naturale. QUANTO TEMPO PRIMA È UTILE INIZIARE A PREPARARE LA PELLE? Noi consigliamo almeno un mese prima, ma l’ideale è iniziare un mese e mezzo prima dell’esposizione. È chiaro, però, che molto dipende dal tipo di pelle: in caso di patologie, infatti, è meglio anticipare la preparazione di due mesi e proseguire le cure per tutta l’estate. PARLANDO SEMPRE DI “PREPARAZIONE”, È NECESSARIO CAMBIARE QUALCOSA NELLA CURA QUOTIDIANA DELLA PELLE PER RENDERLA PIÙ FORTE E PRONTA A RICEVERE I RAGGI SOLARI? Scrub e peeling vanno evitati mentre ci si espone al sole, mentre è importante scegliere prodotti ad alto potere idratante, magari che contengano anche antiossidanti per via locale. La buona idratazione va accompagnata a una pulizia corretta, senza saponi e prodotti aggressivi. SI SENTE SEMPRE PIÙ SPESSO DIRE CHE L’ABBRONZATURA SI PUÒ CONQUISTARE A TAVOLA: CHE LEGAME C’È TRA PELLE E CIBO? Qui torniamo al discorso che facevamo prima sugli integratori sistemici. Le sostanze che contengono, soprattutto antiossidanti che proteggono dai raggi ultravioletti, permettono di esporsi al sole, favorendo la comparsa della pigmentazione naturale, cioè dell’abbronzatura, e proteggendo dai danni. Ora, è vero che queste sostanze sono contenute in molti alimenti, soprattutto di origine vegetale, ma è altrettanto vero che per arrivare ad assumerne le quantità giuste bisognerebbe consumare quantità enormi di questi cibi! Il classico esempio è quello delle carote: 10 chili per avere il betacarotene contenuto in 3-4 capsule di integratore. Una dieta equilibrata certo aiuta, ma non basta. Ci vuole un’integrazione bilanciata con i fotoprotettori sistemici, che limitano il danno e favoriscono l’abbronzatura fisiologica. QUALI SONO LE SOSTANZE PREZIOSE CONTENUTE SIA NEI CIBI SIA IN QUESTI INTE- GRATORI SPECIALI? L’elenco sarebbe davvero lungo... puntiamo l’attenzione sui famosi antiossidanti, non a caso detti anche anti-radicali liberi. Che cosa sono? Una grande famiglia di sostanze che agiscono bloccando lo stress ossidativo, cioè bloccando le sostanze tossiche chiamate radicali liberi, che danneggiano il DNA cellulare, accelerando l’invecchiamento e aprendo le porte al cancro della pelle. Gli antiossidanti si oppongono a questo processo. Tra i tanti, i più conosciuti sono il betacarotene, presente nelle verdure e nella frutta dal colore giallo-arancio, e il licopene, presente nei pomodori. Poi ci sono la vitamina E, che si trova nell’olio di germe di grano, e la vitamina C, di cui è ricca gran parte della frutta. Di scoperta più recente sono il resveratrolo, estratto dall’acino di uva, il polipodium, l’estratto di una felce, l’ubichinone, il coenzima Q10... e chi più ne ha più ne metta. La maggior parte di queste sostanze agiscono con un meccanismo antiossidante, ma ci sono altre sostanze dall’effetto antinfiammatorio e immunomodulante. QUALI SONO LE SOSTANZE PIÙ AMICHE PER LA PELLE? Il betacarotene, la vitamina C ed E, il selenio, alcuni aminoacidi come la metionina, il glutatione... E QUALI SONO I CIBI CHE NON DEVONO MANCARE SULLA TAVOLA ESTIVA? La frutta e la verdura, soprattutto di colore giallo, arancione e rosso. Via libera a carote, peperoni, albicocche, pesche, melone, papaia, fragole, pomodori, anguria... In sostanza, sì alla dieta mediterranea, con qualche aggiunta di frutta e verdura. 6 primopiano Conosciamo il nostro specialista Visi pallidi, attenzione alla vostra pelle Mettetevi di fronte allo specchio: la vostra pelle è bianca, olivastra, scura, macchiata? I vostri capelli sono biondissimi, dorati, castani, scuri come l’ebano? Non sono domande retoriche, ma ogni risposta serve a individuare il fototipo al quale appartenete, dato indispensabile per scegliere una protezione solare davvero su misura. Il dottor Leone ci dà qualche informazione in più: «Il fototipo corrisponde al tipo di pelle rapportato alla sua reazione all’esposizione solare». In parole semplici, i più a rischio di scottature sono i fototipi bassi, l’1 e il 2, caratteristici delle persone con i capelli biondi o rossi e la pelle lattiginosa, molto chiara. Chi ha questo fototipo non può esporsi per periodi prolungati e deve usare solari con un fattore di protezione non inferiore a 30-40. «Il fattore di protezione va mantenuto sempre alto», aggiunge il dottor Leone, «visto che il fototipo 1 e 2 non si abbronza mai bene, perché i meccanismi di difesa della pelle non funzionano a dovere». Ben venga, per questi visi pallidi, anche la protezione 50+ che, come vogliono le normative europee, indica tutti i fattori di protezione superiori a 50. Ma in Italia, popolo mediterraneo per eccellenza, sono ben più diffusi i fototipi 3 e 4, dalle chiome castane o corvine e la pelle olivastra. «In questi casi», suggerisce il dottor Leone «iniziare con un fattore di protezione di 20-30, per scendere poi a 20-15. Ma anche quando viene raggiunta un’abbronzatura perfetta, una protezione a lungo termine resta indispensabile». Giovanni Leone specialista in Dermatologia e Venereologia, Allergologia e Medicina Tropicale, è Dirigente Medico di I livello e Responsabile del Servizio di Fototerapia dell’Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS di Roma. Membro del Consiglio Direttivo della ESPD (European Society for Photodermatology), coordinatore del Gruppo di Fotodermatologia della SIDEMAST (Società Italiana di Dermatologia), e membro della Task Force Europea COLIPA per la valutazione del fattore protettivo degli antisolari. SI RIVOLGA A TUTTE LE MAMME: PERCHÉ È IMPORTANTE PROTEGGERE I BAMBINI DAL SOLE? Perché il danno da raggi Uva, il più insidioso, è dovuto all’esposizione cumulativa. Per spiegare questo concetto faccio sempre l’esempio del capitale-sole. Una persona all’inizio della vita ha un certo capitale di esposizione: se lo brucia tutto, in termini di esposizioni violente ed esagerate, entro i 20-25 anni, dopo non rimane più niente. E quando il danno delle successive esposizioni è avvenuto non si può più tornare indietro. Per ritardare l’invecchiamento futuro bisogna risparmiare il capitale-sole fin da piccoli. UN CONSIGLIO FINALE A TUTTE LE DONNE CHE STANNO PROGRAMMANDO LE VACANZE? Non fidatevi dell’aspetto accattivante di certi prodotti... e date più importanza alla correttezza dell’informazione, al prodotto per uso medico. Ricorrete ai solari certificati, che abbiano veramente la funzione di proteggere e che non facciano promesse false. Avete dei dubbi? Chiedete consiglio al medico e al farmacista. a... ne izio Espos inci m o c i ben h C . e al sol T I V RO CA Carovit Forte Integratore alimentare a base di beta-carotene, vitamina E e vitamina C. Per un’efficace protezione da eritemi e macchie solari. Carovit Melanin Integratore alimentare per un’abbronzatura più intensa, omogenea e prolungata nel tempo. Protegge la pelle dall’azione dei radicali liberi durante l’esposizione. Carovit Hydro Integratore alimentare per pelli mature o precocemente segnate e disidratate. Difende la pelle dai danni solari, idratandola e preparandola a un’abbronzatura ottimale. Carovit Redox Integratore alimentare dall’innovativa formulazione antiossidante, specifica per difendere l’organismo dall’azione dei radicali liberi. Carovit Repair Integratore alimentare con effetto riparatore sulle alterazioni cutanee quali rughe sottili e profonde, perdita di elasticità, macchie della pelle, capillari dilatati, secchezza. Carovit Granulare Integratore alimentare specifico per bambini al gusto di arancia, con preziosi antiossidanti (beta-carotene, vitamina E e vitamina C) per la fotoprotezione sistemica delle pelli sensibili. ...e per un’efficace fotoprotezione a fior di pelle, l’ultimo nato dalla linea Carovit Carovit Topico Crema fluida per preparare la pelle all’esposizione al sole, indicato per prevenire scottature, eritemi, invecchiamento precoce, in tutti i tipi di pelle. dermatologia dermatologia P rima di tutto, occorre fissare alcune coordinate. Per esempio spiegando la differenza tra un normale neo (o nevo) – un’alterazione benigna della pigmentazione cutanea che può avere diverse dimensioni e colore – e il melanoma, un tumore maligno originato dai melanociti, le cellule responsabili della pigmentazione, che può crescere sia in superficie che in profondità. Il rapporto tra queste due lesioni è complesso, anche se si può affermare che se la maggior parte dei nei (alcuni dei quali congeniti, altri che insorgono nel corso della vita) fortunatamente non degenera in melanoma, è altrettanto vero che la maggior parte di questi tumori della pelle deriva proprio da un neo nel quale si è innescata una trasformazione. INIZIAMO DALL’ABC Ecco perché l’autoesame della pelle e un controllo periodico dallo specialista sono comportamenti che tutti dobbiamo adottare. Tenendo presente, per aiutarci, le variabili del cosiddetto ABCDE dei nei: l’Asimmetria che caratterizza spesso i melanomi, i Bordi, perché all’inizio il tumore è facilmente irregolare, il Colore che in un neo innocuo è marrone omogeneo mentre se ha varie sfumature o è nero richiede più attenzione. E ancora: il Diametro (sopra i 6 mm ci sono più probabilità che si trasformi) e l’Evoluzione nel tempo, intesa come cambiamenti di forma, colore, spessore che vanno subito comunicati al medico. Precisa la dottoressa Manganoni: «Il nesso tra densità/tipologia dei nei e insorgenza del tumore è forte, e tra i fattori di rischio per lo sviluppo della patologia ci sono al primo posto la familiarità e di seguito il numero dei nei, la presenza di quelli congeniti di grandi dimensioni Per chi vive e i cosiddetti nei “clinialle nostre latitudini, camente atipici”». Se insomma a sfavore è d’estate che bisogna stare gioca molto la geparticolarmente in guardia, netica (le popolazioni con capelli tenendo presente che l’esposizione biondi o rossi hanno un margine di più dannosa è proprio quella rischio più elevato intermittente del turista del 50-100% in più e se la carnagione è pallida il pericolo è circa doppio) bisogna poi considerare i fattori ambientali. ABC L’ della fotoprotezione dei a cura di nei “ Circa 100 mila nuovi Natalia Mongardi casi all’anno, più o meno il 15% in più di ” quanto accadeva nei decenni scorsi. A livello mondiale, questo è il dato più inquietante relativo al melanoma, il più grave tumore cutaneo, che può insorgere tanto sulla cute sana quanto soprattutto su un neo pre-esistente. Si tratta di una patologia particolarmente seria, che nelle fasi avanzate ha un decorso spesso fatale mentre se riconosciuta in tempo è completamente curabile. E proprio per il ruolo decisivo svolto dalla prevenzione e SE CI TIENI ALLA PELLE, PROTEGGI I NEI DAL SOLE Per chi vive alle nostre latitudini, è d’estate che bisogna stare particolarmente in guardia, tenendo presente che l’esposizione più dannosa è proprio quella intermittente del turista, che non consente alla cute di abituarsi e mettere in moto tutti i meccanismi fisiologici di difesa. E se le precauzioni adeguate devono entrare e far parte della forma mentis di ciascuno di noi – dall’evitare di stare al sole nelle fasce orarie centrali all’usare creme che, come vedremo, rispondano a precisi requisiti di sicurezza – la dottoressa Manganoni chiarisce che il discorso vale ancora di più per i soggetti con una storia familiare di melanomi o una cute dalla diagnosi precoce, le campagne d’informazione negli ultimi anni tengono alto il livello di guardia. In particolare i dermatologi lanciano l’allarme quando arriva la stagione calda, per far comprendere una volta per tutte che oltre alla predisposizione genetica sono proprio i danni provocati da un’esposizione scorretta ai raggi del sole a costituire il principale fattore di rischio. Con la consulenza della dottoressa Ausilia Maria Manganoni, responsabile del Centro per la Diagnosi e Cura del Melanoma, Clinica Dermatologica Spedali Civili di Brescia. 8 esseredonna 2 2007 esseredonna 2 2007 9 dermatologia chiara tendente ai nei: «Bisogna aver cura di tutto il mantello cutaneo, perché i raggi ultravioletti diventano insidiosi qualora l’esposizione sia eccessiva rispetto alle capacità di difesa. Questo non solo per le problematiche a breve quali eritemi, ustioni o fotodermatiti, ma soprattutto per i danni a lungo termine come invecchiamento, tumori epiteliali e melanomi, che derivano essenzialmente dagli effetti cumulativi delle radiazioni, che si sommano negli anni. Per essere più precisi, i raggi Uv causano una fotoattivazione della cute e dei nei, con comparsa di modificazioni a livello strutturale. Un nostro studio recente ha dimostrato che i nei non protetti di pazienti sottoposti a fototerapia Uva e Uvb, osservati clinicamente diventavano più irregolari e più scuri, mentre i nei coperti con adesivo o con schermante solare ad alta protezione non mostravano sostanziali cambiamenti. L’analisi dei dati suggerisce dunque che entrambe le radiazioni inducano proliferazione melanocitaria nei nei e che un elevato schermante è in grado di prevenirla in entrambi i casi». PROTEGGERSI AL MEGLIO Fondamentale dunque la scelta della crema, che deve essere comunque ad alto SPF. «I protettivi solari», aggiunge l’esperta, «si dividono in assorbenti (con filtri chimici) e in schermi (con filtri fisici). I primi sono i più diffusi e impediscono la penetrazione nella pelle delle radiazioni: la maggioranza protegge solo dagli Uvb, di onda Bisogna aver cura più corta e più dandi tutto il mantello cutaneo, nosi, mentre altri associano diversi filtri perché i raggi ultravioletti per tutelare la pelle diventano insidiosi qualora anche dagli Uva. I cosiddetti schermi sono l’esposizione sia eccessiva invece i protettivi che grazie a una composirispetto alle capacità di zione con sostanze minedifesa. rali come ossido di zinco o biossido di titanio disperdono e riflettono le radiazioni. Lasciano una sottile patina bianca che può essere esteticamente poco piacevole, ma sono i più indicati nei casi di ipersensibilità o intolleranza ai raggi». Quando poi ci si trova in situazioni particolarmente “estreme”, come in barca, oltre alla crema bisogna ricordare di indossare maglietta, cappello e occhiali. Precauzioni moltiplicate per i bambini: «Un’anamnesi di ustioni avvenute in età infantile può raddoppiare il rischio di melanoma in età adulta». “ ” QUANDO SERVE LO SPECIALISTA Per concludere, se l’atteggiamento responsabile nei confronti del sole va adottato soprattutto d’estate, è invece d’inverno – quando la pelle non è abbronzata – che bisogna sottoporsi a un controllo dermatologico, con cadenza annuale. Una semplice visita è sufficiente allo specialista per cogliere segnali che possono indurlo a sottoporre il paziente a esami più approfonditi, come la dermoscopia in epiluminescenza o la mappatura dei nei. 10 esseredonna 2 2007 www.dermasol.it www.benesseredonna.it salute & benessere dei piedi salute & benessere dei piedi addominali, per poi ritornare con i talloni a terra. Una quindicina di ripetizioni sono sufficienti per ciascuno di questi esercizi. COCCOLE PER PIEDI STANCHI Così lontani e spesso così dimenticati, i piedi sono la base su cui poggia tutto il corpo e hanno un ruolo fondamentale nel movimento e nella postura. E mai come in questo momento dell’anno sono catalizzatori di sguardi, grazie alla moda che li vuole sempre più nudi. Tutte ottime ragioni per prendersene cura come meritano, facendo le mosse giuste. Anzi, i passi. L’estate punta sui P IEDI IN PRIMO PIANO E IN MOVIMENTO piedi! Molte riviste sostengono che questa è l’estate dei piedi. Forse perché le collezioni di tutti i grandi stilisti prevedono sandali magnifici, dove i materiali sono ridotti ai minimi termini. O forse perché Kate Moss è stata vista camminare scalza per Londra. Ma le star, si sa, sono sempre eccessive. Camminare a piedi nudi però fa bene davvero, perché oltre a dare una sensazione piacevolissima, raddrizza la colonna vertebrale, previene le vene varicose e le malattie da raffreddamento. Meglio comunque farlo sulla sabbia o in un prato. Tenere sempre allenati i piedi è senz’altro un buon modo per preservare la salute, visto che, insieme al polpaccio, sono la seconda pompa del sistema circolatorio. Provate allora a sollevare le dita e poi a rilassarle, mentre siete seduti con i piedi ben piantati a terra. Oppure, sempre stando su una sedia, appoggiate l’incavo del piede su una pallina da tennis e fatela scorrere dalla punta al tallone. Così favorite la circolazione e aiutate le caviglie a sgonfiarsi. Mentre, quando siete in piedi, potete sollevarvi sulle punte mantenendo le gambe unite e le mani sui fianchi; controllate la posizione per qualche secondo tenendo la schiena dritta e contraendo glutei e 12 a cura di Elena Magni Regalate ogni tanto ai vostri piedi un trattamento di bellezza in una day spa. Adesso ce ne sono anche di specializzate solo nella cura dei piedi e delle mani, dove al classico pedicure vengono associati meravigliosi massaggi rigeneranti. Ma anche a casa potete aiutarli a stare meglio. Per alleviare stanchezza e gonfiore, per esempio, l’ideale è un pediluvio, fatto con acqua tiepida in inverno e fredda in estate, aggiungendo del sale o un decotto che aiuti la circolazione. Oppure seguite il metodo Kneipp. Preparate due bacinelle, una di acqua fredda, con qualche cubetto di ghiaccio, e una di acqua calda; immergete i piedi per cinque secondi prima nell’una e poi nell’altra, per un totale di 3 minuti. L’alternanza caldo-freddo riattiva immediatamente la circolazione. Finito il pediluvio, strofinate la pietra pomice sulle parti più ruvide, tagliate le unghie con movimenti orizzontali, senza esagerare perché si potrebbero incarnire, e poi passate una lima di carta. Applicate sul contorno unghia un po’ di olio di mandorle dolci o di jojoba e respingete le cuticole all’indietro con un bastoncino di legno d’arancio. Quindi rimuovete ogni residuo d’olio e concedetevi un bel massaggio, che comprenda anche i polpacci, con un fluido idratante in inverno o un gel rinfrescante in estate. Infine fate scivolare sotto la pianta del piede un rullo zigrinato e la sensazione di benessere sarà totale. LE SCARPE CHE I PIEDI COMPREREBBERO Anche le scarpe giocano un ruolo fondamentale. Infatti spesso mal di schiena o problemi circolatori sono causati proprio dalle calzature sbagliate. Cominciando dai tacchi, che non dovrebbero essere né troppo alti né troppo bassi, ma attorno ai 3-4 centimetri. E anche se sono belli e sensuali, evitate di portare troppo a lungo e troppo spesso i tacchi molto sottili, perché obbligano piedi e schiena a tensioni poco salutari. Per quanto riguarda i materiali, invece, quelli migliori sono il cuoio per la suola, soprattutto se si sta molto in piedi, la pelle e le fibre naturali per la tomaia, perché aiutano la traspirazione. Ma se i piedi sudano molto, meglio utilizzare anche prodotti specifici per controllare il problema, perché una sudorazione eccessiva può causare micosi e altri fastidi. Insomma, i piedi sono una parte molto importante del nostro corpo ed è quindi fondamentale prendersene cura, anche perché «sono la superficie che aspetta quando si sta in una folla. E si sopporta un gomito altrui in una costola, un braccio sotto il naso, una cartella nell’addome, ma non si permette di calpestarceli» (L’Elogio del piede di Erri de Luca). esseredonna 2 2007 esseredonna 2 2007 Iperdermafresh Piedi Stop al sudore! Un’eccessiva sudorazione plantare genera cattivi odori e un’inevitabile sensazione di disagio. Meglio allora ricorrere a prodotti che combattano efficacemente il problema. Come l’emulsione deodorante IPERDERMAFRESH Piedi, a base di estratto glicolico di salvia, mentolo e alluminio cloridrato. Grazie all’azione specifica dei suoi componenti, l’emulsione ha un effetto riequilibrante e rinfrescante, riduce l’eccessiva traspirazione e combatte efficacemente i cattivi odori. Applicata regolarmente previene tutti quei problemi che potrebbero derivare dall’ipersudorazione, come le fastidiose screpolature tra le dita, la macerazione della cute e le affezioni micotiche e batteriche, non facili poi da debellare. Inoltre, IPERDERMAFRESH lascia la pelle fresca e morbida a lungo. Basta applicarne una piccola quantità sui piedi lavati e accuratamente asciugati, farla penetrare con un breve massaggio e la sensazione di benessere vi accompagnerà per tutto il giorno. Il prodotto è in vendita solo in farmacia, nel comodo flacone da 100 ml. 13 deodorazione Sudore: quando il caldo si fa sentire... deodorazione Con la consulenza del dottor Franco Gasparri, docente di Marketing Cosmetico all’Università di Salerno. Il problema riguarda tutti, soprattutto con l’arrivo dell’estate. In misura maggiore o minore, ciascuno di noi è soggetto a momenti di sudorazione più intensa. Anche perché la perspiratio sensibilis – questo il nome scientifico di un semplice fenomeno fisico che in molte circostanze può creare imbarazzo – non soltanto è naturale ma riveste un ruolo preciso e indispensabile. È attraverso questo meccanismo, infatti, che il nostro corpo mantiene una buona termoregolazione, preserva il proprio film idro-lipidico, esercita un’azione antisettica superficiale ed elimina sostanze tossiche che altrimenti tenderebbero ad accumularsi. D’altra parte è indubbio che, se da un punto di vista biologico l’odore del corpo ha sempre svolto una funzione comunicativa, oggi l’argomento “deodorazione & affini” è spesso trattato come un tabù. Soprattutto quando entrano in gioco variabili che accentuano sensibilmente la traspirazione. Le cause sono tante e P RIMA REGOLA: NON FARSI PRENDERE DAL PANICO. Il punto è sapere come comportarsi. Evitare cioè di farsi prendere dal panico finendo con l’adottare contromisure eccessive come il protagonista di un film cult di Woody Allen, Provaci ancora Sam: per fare buona impressione su una ragazza e contrastare il suo problema di traspirazione eccessiva, si cospargeva con una serie di prodotti che comprendevano, nell’ordine, lozione dopobarba, collutorio, deodorante spray e talco per bambini. Ottenendo come unico risultato quello di farsi bacchettare dal suo consigliere immaginario: nientemeno che il fantasma di Humphrey Bogart, uscito da Casablanca, uno insomma che di fascino se ne intendeva sul serio. Al contrario, per poter fare la giusta scelta e per affrontare eventuali disfunzioni come l’iperidrosi – una produzione di sudore non proporzionata né alle richieste di termoregolazione né ai fattori psicologici – occorre innanzitutto analizzare la questione da un punto di vista obiettivo. C’È SUDORE E SUDORE... dipendono senz’altro dalla temperatura esterna «Non esiste un odore corporeo omogeneo», chiarisce il dottor Franco Gasparri, docente di Marketing Cosmetico all’Università di Salerno, «perché il nostro organismo produce il sudore attraverso due tipi di ghiandole diverse: le eccrine e le apocrine. Le prime sono Non si presenti in profondità su tutto il corpo ma più abbonsuda molto solo danti sulla fronte, sulla regione palmo-plantare quando all’ombra ci e sul petto, ed emettono sono 30°, ma anche per la loro secrezione attraverso un dotto escretore felicità, stress, ansia o autonomo. Per intenpaura dersi: non passando attraverso le ghiandole sebacee, – come accade invece per la produzione delle apocrine – questa soluzione che è al 98% acquosa non si arricchisce dei grassi e dei peptidi che degradandosi creano cattivo odore. Quello delle eccrine è cioè un sudore di quantità e non di qualità olfattiva. È vero d’altra parte che proprio da queste ghiandole dipende un’eventuale patologia come l’iperidrosi e che la loro stimolazione deriva dalla liberazione di acetil-colina da parte delle terminazioni nervose, sensibile sia a fattori termici che psichici. In caso di innalzamento della temperatura le secrezioni sono localizzate per lo più a livello ascellare e della fronte, mentre gli stimoli emotivi riguardano per esempio il palmo delle mani e i piedi». In altri termini, quello delle ghiandole eccrine è un sudore socialmente – è soprattutto con il caldo che il problema si fa, spesso letteralmente, sentire – ma anche da una serie di dinamiche soggettive che vanno dal buon funzionamento delle ghiandole sudoripare fino a uno “ stato emotivo particolarmente accentuato; non si suda molto solo quando all’ombra ci sono 30°, ma anche per felicità, stress, ansia o paura. a cura di Natalia Mongardi ” esseredonna 2 2007 15 deodorazione psiche & dintorni meno scomodo dal punto di vista olfattivo, ma che crea profondo disagio quando la produzione di liquido è fuori norma e può inoltre comportare squilibri dovuti a un’importante perdita di sali minerali. Nei casi estremi i pazienti ricorrono a interventi che vanno dalle infiltrazioni di tossina botulinica per disattivare temporaneamente le ghiandole fino all’asportazione chirurgica delle stesse. SCOPERTI I VERI RESPONSABILI DEL CATTIVO ODORE Prosegue Gasparri: «La seconda famiglia è quella delle sudoripare apocrine, situate per lo più nelle ascelle e nelle regioni genitali, che per far arrivare in superficie il loro prodotto utilizzano un canale che si apre su quello pilosebaceo e provoca inevitabilmente una “contaminazione”. Il liquido in questo secondo caso è più viscoso e bianco latteo, e per quanto all’origine sia inodore è ricco di sostanze organiche come carboidrati, lipidi e proteine che si degradano per azione degli enzimi prodotti dai batteri della cute». È proprio questa progressione che porta alla formazione di composti poco piacevoli per l’olfatto e colpevoli tra l’altro di neutralizzare il pH acido della pelle. Senza contare che si innesca una sorta di effetto a catena, perché in questo modo si facilita lo sviluppo batterico e quindi l’aumento degli enzimi che fanno degradare il sudore e così via. DIFENDERSI CON LE GIUSTE ARMI... A diversi tipi di problema corrispondono naturalmente risposte cosmetiche differenti, avverte il dottor Gasparri: nel caso delle secrezioni da parte delle ghiandole eccrine un deodorante antitraspirante può intervenire sulla produzione eccessiva, mentre nel caso del sudore apocrino il prodotto deve agire sull’aspetto olfattivo del meccanismo, coprendo l’odore con una fragranza – come si faceva prevalentemente una volta – oppure combattendone la formazione con degli antibatterici che contrastano la flora residente o ancora dei bloccanti enzimatici che disattivano la catena degradativa. “In caso di innalzamento della temperatura le secrezioni sono localizzate per lo più a livello ascellare e della fronte, mentre gli stimoli emotivi riguardano per esempio il palmo delle mani e i piedi ...E SECONDO I PROPRI GUSTI/PREFERENZE Le prime vacanze da soli sono un banco di prova per tutti i ragazzini. Per alcuni un’avventura nuova e appassionante, per altri un’esperienza vissuta tra ansie e timori. Comunque utile per sperimentare situazioni diverse, per sviluppare autonomia e indipendenza, per capire come destreggiarsi senza il supporto di mamma e papà, per aprirsi agli altri e imparare; in una parola, per crescere. Ma qual è il momento giusto per cominciare? s ” Diverso invece il discorso del formato di deodorante – spray, stick, roll-on, crema – che va scelto solo in base ad abitudini e preferenze individuali. Chiosa l’esperto: «Il successo dell’uno o dell’altro tipo è solo una questione culturale e di marketing, tanto è vero che stick e roll-on non piacciono in Giappone mentre sono i più venduti negli Stati Uniti. Oggi nello stesso claim vengono dunque presentati tutti i formati disponibili in modo da soddisfare i desideri più diversi. Semmai, è importante rivolgersi a un dermatologo nel caso in cui si soffra di allergie o si verifichi un’irritazione dopo l’uso di un certo prodotto. Il consiglio di un esperto consentirà di scegliere la deodorazione più funzionale ai nostri bisogni e nello stesso tempo priva di componenti irritanti». Per limitare le occasioni di imbarazzo in vista dei mesi più caldi, poi, si possono prendere alcune precauzioni: come indossare indumenti di cotone che consentono una traspirazione migliore e non si impregnano come i tessuti sintetici e controllare magari anche l’alimentazione. Cioccolato e cibi speziati, per esempio, aumentano notevolmente l’intensità dell’odore personale. 16 . . . à a p z a p n a e c In va enza mamma a cura di Alessandra Terzaghi Con la consulenza della dottoressa Milena Agosti, Psicologa e Psicoterapeuta. I n genere, la maggior parte dei centri accetta i bambini a partire dalla prima elementare e l’età del primo soggiorno senza la famiglia si sta abbassando sempre di più. Sono tanti i ragazzini abituati a spendere una buona fetta delle loro lunghissime vacanze senza i genitori, che li iscrivono molto precocemente a una moltitudine di campi estivi di ogni tipo. Qui sperimentano per la prima volta il senso di parole come autonomia e capacità di cavarsela da soli, spesso ancora prima di sentirne davvero la necessità. Nelle famiglie di oggi, infatti, dove entrambi gli adulti lavorano e hanno ferie limitate, sono spesso i genitori a spingere i figli in villeggiatura da soli, preoccupati di lasciarli troppo a lungo nell’ozio e dello spreco di tanto tempo libero. VACANZE DA SOLI: PRONTI, PARTENZA, VIA! Ma non è detto che a 6 anni tutti siano pronti per un’esperienza del genere. «Non esiste in realtà una regola fissa» afferma Milena Agosti, psicologa e psicoterapeuta a Milano. «Comunque sia, la separazione da mamma e papà, che è uno dei compiti evolutivi più importanti del ragazzo, può risultare traumatica e va preparata. È esseredonna 2 2007 esseredonna 2 2007 17 psiche & dintorni importante che sia graduale, anche per una vacanza». Per non forzarlo, è bene iniziare a piccole dosi: periodi brevi – qualche giorno, una settimana al massimo – non troppo lontano da casa (per poterlo andare a recuperare facilmente in caso di crisi insuperabile), in piccoli gruppi. Meglio evitare invece, come prima volta, un soggiorno-studio all’estero di 3 settimane, un’avventura che può essere straordinariamente stimolante, ma anche molto critica. e cercare di convincerli a tutti i costi è importante ascoltarli, dar loro modo di esprimere la propria angoscia e sfogarsi MI MANCA LA MAMMA! Comunque, anche i più spavaldi e maturi, quelli che avevano accettato con entusiasmo la proposta di mamma e papà o addirittura avevano chiesto per primi di andar via da soli, alle soglie della partenza possono agitarsi per il timore di non farcela e rifiutarsi di partire. Che fare? «Più che parlare e cercare di convincerli a tutti costi, ancora una volta è importante ascoltarli, dar loro modo di esprimere la propria angoscia e sfogarsi. Poi rassicurarli sul fatto che è normale, anche per gli adulti, aver paura di fronte a una situazione nuova e che comunque non saranno abbandonati, che la famiglia c’è sempre, che si resterà in contatto. Se proprio non vogliono saperne, però, è meglio non costringerli. Non bisogna ignorare il fatto che non se la sentono e si potrà sempre riaffrontare il discorso più avanti». E se durante il soggiorno il ragazzino esprime un disagio, magari piange e chiama a casa, chiedendo di rientrare, come regolarsi? «Fermo restando che va sempre ascoltato e che il suo malessere non va sminuito e sottovalutato – risponde la psicologa – in situazioni del genere è bene interpellare gli operatori di riferimento del centro, che hanno il polso della situazione, per capire se è davvero grave. Per questo è importante affidare i figli a organizzazioni preparate e affidabili» (vedi box). Ma la prima vacanza da soli non è una sfida solo per loro. Lo è anche per i genitori, divisi tra il desiderio di far vivere un’esperienza formativa e mille paure: che non stiano bene, che non siano pronti, che – tanto più se sono adolescenti e sono all’estero – facciano chissà cosa, abusando della libertà di cui godono, e altro ancora. La questione è legata a doppio filo a quella dell’emancipazione dei figli, insieme auspicata e temuta. «I genitori hanno paura di perdere il controllo» afferma Agosti. Ma per tranquillizzarli, è bene ricordare che nei vari campus, college o centri estivi i ragazzi sperimentano sì per la prima volta l’autonomia e si sentono liberi, lontano dalle grinfie della famiglia, ma non sono mai lasciati a se stessi: si trovano in realtà in situazioni “contenitive” dove la giornata è cadenzata, ci sono orari, regole da rispettare e, soprattutto, adulti di riferimento che li aiutano con discrezione a gestire la nuova libertà. 18 ” SORVEGLIANZA Prima dell’iscrizione, leggete attentamente il regolamento: oltre alle informazioni generali, dovrebbe riportare anche le norme che l’organizzazione deve seguire per tutelare i piccoli ospiti e i doveri dei genitori riguardo alla reperibilità. COMUNICAZIONI CON LA FAMIGLIA In molti casi si chiede ai genitori di non telefonare, se non in caso di emergenza, e di lasciare che siano i ragazzi a chiamare a casa. Quando è così, è però importante potersi mettere in contatto con la segreteria organizzativa, per lasciare eventuali messaggi e farsi richiamare. Il responsabile del centro deve inoltre avvertire subito per qualunque problema. COME CAPIRE SE I FIGLI SONO IN BUONE MANI ASSICURAZIONI Ogni organizzazione che si prende cura di minori dovrebbe offrire un pacchetto completo assistenziale, ma anche assicurativo. Controllate che sia inclusa nella quota un’assicurazione infortuni e responsabilità civile. PROPOSTE DIVERSE PER TUTTI I GUSTI C’era una volta la colonia estiva, dove i bimbi di città potevano passare qualche settimana al mare o ai monti senza genitori. Da allora, le proposte di vacanza per bambini e adolescenti soli si sono moltiplicate e sono nati kinderheim, strutture e associazioni che organizzano campi di vario tipo, offrendo attività di ogni genere per divertirsi, ma anche per crescere e imparare cose nuove. Ce n’è davvero per tutti i gusti: corsi sportivi e campi avventura, soggiorni-studio in college o in famiglia all’estero, stage artistici e teatrali, oppure vacanze a tema naturalistico. Storici, in quest’ambito, i “campi avventura” del WWF, che ormai da più di trent’anni propone ai bambini tra i 6 e i 14 anni e ai ragazzini tra i 15 e i 17 immersioni totali nella natura, per avvicinarli alla conservazione di habitat e animali. Riservati invece ai più grandicelli (in genere dai 18 anni in su) che si vogliono impegnare nel sociale, i veri e propri campi di lavoro o volontariato. va ligi a! In «Per valutare se è il momento giusto, è fondamentale mettersi in ascolto dei figli e cercare di capire se c’è in loro la voglia di una vacanza da soli – prosegue la psicologa. Il rischio è sempre quello di “appiccicargli” desideri soltanto nostri. Se non ne hanno mai parlato o, quando lo hanno fatto i genitori, hanno glissato, forse non sono ancora pronti o non sono interessati a questa esperienza, che non deve mai essere imposta». Per agevolarli, specie se timidi, è senz’altro utile trovare qualche amico o compagno di classe per condividerla e avere una “spalla” di sostegno. QUANDO AD AVERE PAURA SONO I GENITORI “Più che parlare È il momento di scegliere. È importante che il centro selezionato soddisfi i giusti requisiti di qualità e sicurezza, oltre che di divertimento. Ecco qualche aspetto da valutare per capire se i vostri figli sono in buone mani. PERSONALE Nei centri davvero qualificati, i ragazzi sono affidati a personale specializzato, educatori che hanno seguito specifici corsi di formazione, insegnanti. Attenzione anche al rapporto tra numero di operatori e ragazzi, che non deve essere inferiore a uno a venti. SAUGELLA GIRL Detergente specifico per l’igiene intima quotidiana della bambina dai 4 ai 12 anni MALATTIE E INFORTUNI In alcune strutture è prevista la presenza di personale medico o infermieristico; in caso contrario, deve essere garantito il coinvolgimento immediato dei genitori e la possibilità di accedere a strutture sanitarie rapidamente raggiungibili. DERMAFRESH ALFA ROLL-ON Per una deodorazione delicata, senza profumo nè alcool DERMASOL GLOBAL CARE DOPOSOLE Azione doposole idratante ed emolliente SAUGELLA UOMO Detergente per il corpo e l’igiene intima maschile 19 sessualità sessualità DOTTORESSA NAPPI, TOGLIAMOCI SUBITO LA DOMANDA PIÙ OSTICA: QUAL È IL MECCANISMO CHE FA SCATTARE IL DESIDERIO SESSUALE NELLE DONNE? È un meccanismo triplice, perché le radici Gli ormoni del piacere del desiderio sessuale femminile sono sia biologiche sia, come diciamo noi medici, intrapsichiche e interpersonali. Ciò significa che il desiderio dipende dalla biologia, dalla psicologia, dalla relazione e anche dal contesto socio-culturale. Sul fronte biologico, il desiderio è regolato da un complesso meccanismo “neuro-endocrino”, dominato da una serie di sostanze (neurotrasmettitori e neuromodulatori) attivate dal cervello: la principale è la dopamina, il neurotrasmettitore che spinge verso il partner, che induce cioè a cercarlo. Ma questo meccanismo, a sua volta, è profondamente influenzato dagli aspetti ormonali, che cambiano a seconda delle tre fasi della vita di una donna: adolescenza, età fertile e menopausa. : i n o rm à t o e e e l o i e r t e Desid o-scontro a tut a cura di un incontr Gli uomini per una volta tanto saranno d’accordo: quando si ha a che fare con le donne, niente è mai semplice Alma Galeazzi come sembra. Tutto ciò che fa parte dell’universo femminile è complesso, multidimensionale e forse proprio per questo così affascinante... e difficile da penetrare. Il meccanismo che governa il desiderio sessuale non fa eccezione, attraversato com’è da una fitta rete di variabili: biologiche prima di tutto, ma anche psicologiche, relazionali, ambientali e socio-culturali. È certo, però, che la componente ormonale detta non poche leggi nella sfera del desiderio sessuale: da quando fa capolino nell’adolescenza a quando scompare in menopausa. A conferma che, in un modo o nell’altro, gli ormoni c’entrano sempre. La dottoressa Nappi ci aiuta a capire il loro ruolo chiave negli anni fertili della vita una donna, perché la menopausa merita un capitolo a parte. Ne parliamo con la dottoressa Rossella Nappi, Unità di Endocrinologia Ginecologica, Fondazione Maugeri, Università degli Studi di Pavia. Abbiamo chiesto alla dottoressa Nappi di presentarci questi famosi ormoni coinvolti nel desiderio sessuale femminile. «Innanzitutto le donne sono organismi che “vanno” a estrogeni, ormoni che hanno un ruolo importante nel darci il nostro senso di identità femminile, ma che hanno anche il compito di modulare, a livello del sistema nervoso centrale, una serie di sostanze che ci danno la consapevolezza che stiamo vivendo una sensazione positiva a contenuto sessuale. Tuttavia – prosegue la dottoressa Nappi – gli ormoni che spingono verso l’atto sesQUALI SONO GLI ORMONI CHIAMATI IN CAUSA NEL PIACERE FEMsuale, che fanno scattare il desiderio MINILE? Gli estrogeni, gli ormoni femminili per eccellenza, ma sono gli androgeni, che nell’organisoprattutto gli androgeni, cioè gli ormoni maschili, ben presenti smo femminile sono molto più nuanche nelle donne. Questi ormoni agiscono a tutti i livelli del merosi di quanto non si pensi, anzi: sistema nervoso centrale: a livello della corteccia cerebrale, a sono presenti in quantità maggiori livello delle aree “limbiche”, che governano le emozioni, e a lirispetto agli estrogeni!». Mi viene vello delle aree ipotalamiche, che sovrintendono molte funzioni da chiedere: ma come, testosterovitali, come il ritmo sonno-veglia, il senso di fame-sazietà, i cicli ne & Co. non sono gli ormoni “mariproduttivi... schili” per eccellenza? E invece... La IN PAROLE SEMPLICI, COME AGISCONO ESTROGENI E ANDROGENI? Stidottoressa Nappi chiarisce subito: molano e attivano i centri cerebrali capaci di tradurre una fan«Gli androgeni sono presenti in dosi tasia, un pensiero o un desiderio erotico in una risposta anche massicce proprio perché devono fisica. Naturalmente questa risposta fisica si propaga a tutto il garantire la spinta verso l’uomo, che corpo della donna, concentrandosi nelle aree più sensibili alla è poi la spinta verso la riproduzione, sessualità, tra cui i genitali, il seno, la pelle. non dimentichiamoci poi che nella donna si trasformano in estrogeni». NELL’ADOLESCENZA Ok, ma ci sono altri ormoni del piacere? «Sì, intervengono a modulare la È LA STAGIONE DELLE FAMOSE “TEMPESTE ORMONALI”. SPESSO, risposta sessuale anche il progesteroPERÒ, LE FANCIULLE IN FIORE SI LAMENTANO DI NON PROVAne e i progestinici contenuti nelle pillole RE DESIDERIO. PAURA? IMMATURITÀ? ORMONI IMPAZZITI? contraccettive. Il progesterone blocca Il È proprio così, eppure nell’adolescenza, la componente desiderio sessuale, cioè ha un effetto calbiologica dovrebbe prendere il sopravvento, perché è mante e questo non stupisce. Basta pensare presente in tutta la sua potenza, gli ormoni sono a milal ciclo mestruale: c’è un picco di androgeni le... basti pensare che una donna di 20 anni ha almeprima dell’ovulazione, un picco di estrogeni no il doppio degli ormoni androgeni presenti in una durante l’ovulazione, quando deve essere più donna di 40 e la natura non fa mai nulla a caso. forte il desiderio per favorire la riproduzione, e un CHE COSA SUCCEDE, ALLORA, A DISPETTO DI QUEpicco di progesterone dopo l’ovulazione, quando la STA MOLE DI ORMONI? Da un lato domina un donna ha bisogno di calma, perché non è più fertile modello culturale, che spinge l’adolescente o è diventata mamma». E in gravidanza si ha un gran a fare sesso a tutti i costi per dimostrare di bisogno di calma, relax, riposo. essere donna, di essere adulta, di essere entrata nel mondo della società. Dal20 esseredonna 2 2007 esseredonna 2 2007 21 sessualità sessualità una grande fiducia. Amore, certo, ma soprattutto fiducia. l’altro lato c’è una difficoltà enorme a mettere insieme tutte le componenti della sessualità: biologica, psicologica e relazionale. È vero, infatti, che gli ormoni sono alle stelle, ma poi l’adolescente deve confrontarsi con un partner non necessariamente maturo e con le componenti intrapsichiche e relazionali proprie di questa età. Una ragazza con un’immagine corporea di sé negativa (sono grassa, ho il seno piccolo, i brufoli...), per esempio, sarà bloccata sul fronte sessuale e tenderà a evitare di mostrare il proprio corpo al partner. In un momento in cui l’istinto dovrebbe essere tutto, l’autostima e gli aspetti psicologici spesso ancora acerbi la fanno da padrone, anche a causa dei primi rapporti sempre più precoci. NELL’ETÀ FERTILE LA FANCIULLA IN FIORE È SBOCCIATA, ORA HA UN BAGAGLIO SESSUALE RICCO DI ESPERIENZE. QUALI SONO GLI ORMONI CHE REGOLANO LA SESSUALITÀ IN ETÀ FERTILE? Gli ormoni sono sempre gli stessi, la differenza è che in questo periodo c’è una più chiara alternanza di fasi in cui il desiderio è più marcato e fasi in cui è più ridotto. Per esempio durante le mestruazioni, a forte predominanza androgenica, il desiderio è ben più forte rispetto al periodo premestruale, quando invece è il progesterone a essere alto. L’altro grande momento del desiderio è l’ovulazione, quando gli estrogeni “spingono” in senso riproduttivo. Dopo i 40 anni, quando lentamente il potere fertile si abbassa, l’ovulazione diventa meno efficiente e queste alternanze ormonali si fanno sentire di meno. Ma spesso la vita della donna oberata di impegni è ancora più pesante. ALTRA SITUAZIONE TIPICA: LA RAGAZZA ALLE PRIME ARMI PROVA DESIDERIO, RAGGIUNGE L’ECCITAZIONE, MA NON L’ORGASMO. COLPA ANCORA DI QUESTI PARTNER IMMATURI? I partner-ragazzini danno tutto per scontato, sono poco attenti o non sono ancora pronti ad attivare gli stimoli sessuali della compagna. A ciò si può aggiungere qualche difficoltà biologica, per esempio piccoli effetti collaterali sulla libido che la pillola contraccettiva può portare con sé, come la diminuzione della lubrificazione. Mettiamo insieme questi elementi: la parte biologica traballa, la parte intrapsichica è immatura – cioè manca ancora la capacità di capire cosa piace o non piace, di riconoscere il desiderio – e il partner o è troppo giovane, e dunque non ha capito niente di quello che deve fare, o è troppo grande, e fa scattare sentimenti di inadeguatezza, le famose ansie da prestazione... In fondo la mancanza di orgasmo è soltanto frutto di una sorta di analfabetismo sessuale. E GLI ORMONI NON C’ENTRANO? MOLTE RAGAZZINE SOFFRONO DI SQUILIBRI ORMONALI PIÙ O MENO PESANTI, CHE SI TRADUCONO IN PELLE GRASSA, ACNE, IRSUTISMO... Certo che c’entrano. Tante ragazze soffrono di alterazioni ormonali, ma non hanno tutte gli stessi effetti. In quelle da sovrabbondanza di androgeni, che portano seborrea, irsutismo, sovrappeso, il desiderio è intatto, mentre in quelle da blocco mestruale, il desiderio sessuale è ridotto. Al limite le prime avranno blocchi psicologici di altro tipo, perché non si piacciono, hanno paura Gli estrogeni sono di non piacere, si vergognano a mostrarsi, ma la libido c’è, perché è garantita dall’abbondanza di gli ormoni dell’energia, ormoni androgeni. “ QUALI CONSIGLI DÀ ALLE GIOVANI PAZIENTI CHE LE CONFESSANO: dell’azione come donna. Il testosterone è l’ormone del desiderio, della libido e dell’aggressività. Il progesterone è l’ormone della calma, del riposo, del relax nervoso e muscolare “DOTTORESSA, NON HO “NON RIESCO A RAGGIUNGERE L’ORGASMO”? È raro che il desiderio manchi del tutto e se questo succede occorre indagare. Più frequente è la difficoltà di raggiungere l’orgasmo e questo, ancora una volta, chiama in causa diversi fattori. I ragazzi non hanno sempre a disposizione gli spazi e i tempi dell’amore indispensabili per un sesso di qualità. È, dunque, importante spiegare alla ragazza che non esiste un pulsante che fa scattare l’orgasmo, bisogna insegnarle l’anatomia e la fisiologia dei genitali, occorre trasmetterle la capacità di auto-percepire il piacere, è importante farle capire che l’orgasmo presuppone un totale abbandono al compagno, ma che per abbandonarsi ci vuole DESIDERIO” O 22 “È importante spiegare alla ragazza che non esiste un pulsante che fa scattare l’orgasmo ” UN PROBLEMA DI TESTA E DI TESTOSTERONE? È sempre una questione biochimica, ma la testa ha un ruolo chiave nel desiderio. Allora occorre capire che cosa c’è che non va: bisogna sdrammatizzare, ma senza prendere sottogamba un desiderio latitante. Spesso dietro si nasconde un disturbo d’ansia che la donna cova in silenzio, legato alla stanchezza, alla difficoltà di mettere insieme tutti i pezzi della sua esistenza. LA GRANDE RIVOLUZIONE ORMONALE IN GRAVIDANZA REMA CONTRO O A FAVORE DEL PIACERE? Il desiderio è al top. Sono documentati i sogni erotici, persino gli orgasmi spontanei legati alla cascata ormonale che travolge la donna nei 9 mesi, con livelli di ormoni circa venti volte più alti. Ma spesso le paure hanno la meglio sul desiderio. Paura di perdere il bambino, di fargli male. Qui le componenti intrapsichiche prendono il sopravvento. Purtroppo... perché vivere fino in fondo il desiderio potrebbe regalare alla donna sensazioni meravigliose senza nuocere al bambino, anzi: durante le contrazioni dell’orgasmo viene rilasciata l’ossitocina, una sostanza fondamentale anche durante il parto e l’allattamento. ” esseredonna 2 2007 QUESTO COME SI TRADUCE A LIVELLO CHIMICO? Nella produzione di cortisolo, l’ormone che rende attivi, ma che prodotto in eccesso affatica, porta stress. Nel maschio, il cortisolo prodotto a livelli elevati può addirittura potenziare la sessualità e il rapporto ha un effetto calmante, mentre nella donna avviene tutto il contrario: il cortisolo la blocca e per lasciarsi andare al sesso deve prima calmarsi, scrollarsi di dosso lo stress... Impresa ardua tra il lavoro, i figli, la casa, la famiglia, i genitori anziani... niente di più facile che metta un po’ da parte la sessualità. E per recuperarla deve trovare delle motivazioni forti. esseredonna 2 2007 23 contro intimità il rischio di infezioni, una barriera naturale. Il 20-30% delle donne tra i 20 e i 50 anni, almeno una volta l’anno, soffre di cistite. Non è risparmiata nessuna fascia d’età: anzi, l’incidenza aumenta nelle bambine, nelle ragazze (soprattutto a seguito dei primi rapporti sessuali) e in menopausa. Un problema fastidioso, un “tormento” comune a tante donne, spesso soggette a recidive e reinfezioni. Ma a volte è sufficiente imparare a conoscere il nemico per riuscire a sconfiggerlo definitivamente. Cistite: a cura di Minnie Luongo d’estate il problema diventa... urgente Saugella Attiva pH 3,5 Detergente specifico a base di estratto di Timo, ad azione antibatterica e antimicotica, particolarmente utile nel periodo mestruale, in gravidanza, nel puerperio, e in tutte le situazioni a rischio (piscina, palestra, spiaggia). Ne parliamo con il professor Rodolfo Milani, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia e Primario di Ginecologia Chirurgica all’Ospedale Bassini Azienda Ospedaliera S. Gerardo di Monza, Università degli Studi Milano-Bicocca. PROFESSOR MILANI, QUANDO SI PARLA DI CISTITE SI PARLA DI UN PROBLEMA BEN NOTO ALLA MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE FEMMINILE. COSA SI INTENDE PRECISAMENTE PER CISTITE E QUALI SONO I SINTOMI CHE CI PERMETTONO DI INDIVIDUARLA CON SICUREZZA? Si tratta di un’infezione localizzata alla vescica e all’uretra: per la precisione, si diagnostica la cistite quando l’esame batteriologico colturale è positivo per almeno 100 mila germi di una sola specie. Ciò significa che a causa della proliferazione eccessiva di germi il nostro apparato urinario è sotto attacco. È facile accorgersene perché i sintomi si fanno sentire con una certa “urgenza”: il primo segnale è, infatti, la necessità di urinare frequentemente (“pollachiuria”), almeno 10-12 volte al giorno, compresa la notte (di media una volta ogni ora). Lo stimolo è improcrastinabile, tale da causare un’incontinenza anche successiva allo stimolo, pertanto non controllabile. Ulteriori campanelli d’allarme sono il bruciore durante la minzione e dolori nell’area genito-urinaria. Talvolta si verifica anche perdita di sangue con le urine (ematuria). I NUMERI PARLANO CHIARO: LA CISTITE È UN DISTURBO PREVALENTEMENTE AL FEMMINILE: PER QUALE MOTIVO? Le ragioni sono principalmente anatomiche: nella donna l’uretra è più breve che nell’uomo e questo facilita la risalita dei germi che abitaLA PREVENZIONE COME ABITUDINE. www.saugella.it esseredonna 2 2007 25 intimità solidarietà no l’ambiente vaginale e l’intestino. Inoltre, data la stretta vicinanza tra uretra e vagina, l’equilibrio dell’ecosistema vaginale riveste un ruolo fondamentale: basti pensare che 9 volte su 10 la cistite segue a una vaginite. “Il 20-30% delle ESISTONO ETÀ PIÙ A RISCHIO? Per quanto riguarda le età, sono “a ridonne tra i 20 e i 50 schio” tutte quelle in cui le naturali difese risultano abbassate e paranni, almeno una volta ticolarmente vulnerabili all’attacco e alla virulenza dei germi. Per esempio: nella bambina prepubere mancano ancora le difese dell’anno, soffre di cistite l’epitelio superficiale della vagina e della vescica. Nell’età adulta, invece, sono le infezioni vaginali a svolgere un ruolo determinate, specie quando si hanno più partner o rapporti sessuali non protetti. Esiste poi la cosiddetta “cistite da luna di miele” dovuta a piccoli traumi di origine meccanica in seguito a rapporti sessuali, quando la lubrificazione è scarsa oppure se i muscoli della vagina sono contratti. In menopausa, infine (proprio come succede alle bambine), mancano di nuovo le difese tessutali del tratto genito-urinario, così che l’ambiente urinario è più suscettibile allo scatenarsi della virulenza di batteri presenti nel tratto genitale inferiore. ” o t iu PER FINIRE, PROFESSOR MILANI, QUALCHE CONSIGLIO PER UN TEM- ” u a a o s o i l r o r c o c s i p n u o e tu r a n l a g re pe r che a causa della proliferazione eccessiva di germi il nostro apparato urinario è sotto attacco PESTIVO E CORRETTO TRATTAMENTO. Sulla base dei sintomi riscontrati, è possibile arrivare rapidamente a una diagnosi. Segue poi l’esame delle urine: da un lato si studia il sedimento; dall’altro si effettua un esame batteriologico-colturale, per verificare lo sviluppo di colonie batteriche ed individuare una terapia mirata. A causa dello stretto legame tra cistiti e vaginiti può essere utile anche l’esame genito-urinario da parte di uno specialista uro-ginecologo. Qualche consiglio invece sul fronte della prevenzione: innanzitutto curare sempre l’igiene intima con una buona pulizia dell’area genito-urinaria; in secondo luogo regolarizzare l’alvo intestinale con una dieta sana e ricca di fibre; infine abituarsi a bere 2 litri d’acqua al giorno per evitare che i batteri si accumulino. Un suggerimento per le donne in menopausa: per reintegrare le difese locali dei tessuti è possibile fare ricorso a un trattamento ormonale sostitutivo locale, con ovuli o candelette vaginali, due volte la settimana. 26 “Ciò significa Ba sta E D’ESTATE? Bisogna tener conto di due fattori: a) premesso che un certo tipo di “batteriuria” è fisiologica, sudando di più si riduce la quantità di urina prodotta e si può verificare una maggiore concentrazione di batteri nelle urine; b) la sudorazione - ma anche l’acqua di mare (cloruro di sodio) e il cloro contenuto nelle piscine - altera il pH dell’ambiente vaginale, favorendo uno sviluppo di germi in vagina che possono colonizzare anche il meato uretrale. u E VENIAMO ALLE SITUAZIONI CHE POSSONO INCIDERE NEGATIVAMENTE... Innanzitutto ci sono i disturbi dell’alvo: sia in presenza di colon iperattivo, spesso detto “irritabile”, sia in caso di stipsi, con la moltiplicazione della flora intestinale si ha un passaggio dei germi intestinali, per contiguità o per diffusione linfatica, al tratto urinario inferiore. Il freddo rientra tra le cause indirette di cistite: infatti, provocando vasocostrizione delle arterie, comporta un minore afflusso di sangue e, di conseguenza, anche di ossigeno, al tessuto. Si riducono in tal modo i processi metabolici, compresi quelli che presiedono all’attivazione dei meccanismi di difesa superficiale dei tessuti. am b n Immagina di vivere in una regione grande il doppio dell’Italia, dove gli ospedali sono pochi e difficilmente raggiungibili. Immagina di dover percorrere centinaia di chilometri a dorso di cavallo per raggiungere il primo ospedale per poter far visitare tuo figlio o partorire. È questa la situazione che affrontano le madri tibetane e i loro figli nella remota regione del Quinghai, in Cina. Con il progetto “NASCERE IN TIBET” Children in Crisis si propone di formare levatrici nella contea tibetana di Nangchen, affinché possano promuovere corrette abitudini igieniche e portare assistenza sanitaria ai bambini e alle giovani madri della loro comunità. Per fare tutto ciò c’è bisogno del tuo contributo. SOSTIENI IL PROGETTO NASCERE IN TIBET Il tuo aiuto è un sorriso alla vita. c/c bancario 9659X89 Banca Popolare di Sondrio, Ag. 23 Milano ABI 05696, CAB 01600, CIN A c/c postale 32400244 intestato ad Associazione Children in Crisis esseredonna 2 2007 o n i b Associazione Children in Crisis Italy Onlus Viale E. Stefini 2 – 20125 Milano Tel. 02 67479243 • Fax 02 37050577 [email protected] • www.childrenincrisis.it mamma & bambino /1 mamma & bambino /1 Sole a misura di bambino a cura di Elena Magni L’applicazione ottimale della crema in tre step 1 Spalmate la crema una quindicina di minuti prima dell’esposizione e poi ogni due ore, ma anche più spesso, se il bambino gioca nell’acqua o suda molto. 2 Non dimenticate le orecchie, il Da un’indagine curata dal Commitee on Environment Health dell’American Academy of Pediatrics è emerso che circa l’80% dei danni causati dal sole è dovuto all’esposizione nei primi 18 anni di vita. naso, le labbra e la zona attorno agli occhi. 3 Se il piccolo si ribella, applicate il prodotto prima di tutto sulle sue mani oppure provate a pro- Questo perché la pelle del bambino è particolarmente delicata e ancora immatura dal punto di vista della risposta immunitaria ai raggi solari. È importante, curarvi un filtro solare in stick, potrebbe diventare un modo divertente per insegnare al bambino a proteggersi da solo quindi, proteggerla con prodotti specifici e seguire alcune regole di esposizione. Q UALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA PELLE DEL BAMBINO E QUALI GLI UVA E UVB? Lo strato corneo è sottile e non ancora in grado di svolgere un’adeguata funzione protettiva, anche perché la EFFETTI DEI RAGGI Ne parliamo con la dottoressa Maria Tagliavanti, specialista in Dermatologia e Venereologia ed esperta di Dermatologia Pediatrica produzione di pigmento melanico si costituisce con il tempo, quindi, fino alla pubertà la pelle del bambino è molto vulnerabile. Un’esposizione sbagliata genera scottature ed eritemi, che potrebbero predisporre alla comparsa di melanomi in età adulta. Naturalmente i raggi solari hanno anche un effetto benefico, perché favoriscono la calcificazione delle ossa, attivando la vitamina D presente sulla pelle. Non solo, se il bambino è soggetto ad allergie, sole e mare sono importanti, perché rinforzano il suo sistema immunitario, riducendo le manifestazioni di tipo allergico nella stagione successiva. CAROVIT GRANULARE Un aiuto dall’interno L’integratore a base di beta-carotene, QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE UNA CREMA SOLARE PER BAMBINI? Innanzitutto deve essere un prodotto specifico per bambini, con filtro solare ad ampio spettro. I prodotti migliori sono quelli suddivisi per fasce d’età: fino ai 12 mesi, da 1 a 3 anni e oltre i 3 anni. Perché con il passare del tempo la pelle del bambino cambia e così la sua attività motoria. Per esempio, quando il bambino non cammina ancora e sta soprattutto sotto l’ombrellone, meglio scegliere una crema che aderisca scarsamente alla cute, non sia occlusiva e si rimuova facilmente. Quando comincia a correre e a giocare nell’acqua è opportuno usare una crema con un’elevata aderenza, che non unga e che si assorba rapidamente. È bene inoltre che sia resistente all’acqua. COME VANNO LETTE LE ETICHETTE SUI PRODOTTI SOLARI? È importante sapere che la dicitura SPF (Sun Protection Factor) rappresenta la quantità di tempo che si può passare al sole senza scottarsi, in base al proprio tipo di pelle. Questo fattore, però, si riferisce solo ai raggi Uvb, quelli che provocano le scottature e non ai raggi Uva, responsabili invece dell’invecchiamento della pelle. La nuova normativa europea prevede che dal 2007 le etichette siano standardizzate e il più possibile chiare. COSA È MEGLIO APPLICARE DOPO L’ESPOSIZIONE? L’ideale è usare un doposole con effetto lenitivo, rinfrescante e idratante, poiché l’acqua evapora facilmente dalla pelle del bambino e il sole tende a ispessire lo strato corneo, lasciandola secca. vitamina A e vitamina C, dal piacevole gusto d’arancia, che favorisce una fotoprotezione ancora più completa perché, grazie al suo potere antiossidante, previene e riduce i rischi legati all’esposizione solare. COME BISOGNA ESPORRE IL BAMBINO AL SOLE? L’ideale è un’esposizione graduale. Nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, per i primi giorni, al28 lungando poi progressivamente i tempi. Meglio però evitare sempre la fascia oraria tra le 11 e le 16, quando i raggi sono perpendicolari, quindi più dannosi. Se nelle ore centrali non è possibile lasciare la spiaggia, è importante allora proteggere il bambino con un filtro fisico, per intenderci, quei prodotti come l’ossido di zinco che lasciano una patina bianca sulla pelle e che impediscono l’assorbimento dei raggi Uv. E poi fargli indossare una maglietta, un cappellino con visiera e gli occhiali da sole, che, comunque, sarebbe opportuno che il bambino portasse sempre, perché il filtro solare non ha potere assoluto. esseredonna 2 2007 esseredonna 2 2007 COSA FARE SE IL BAMBINO HA LA PELLE SENSIBILE OPPURE È SOGGETTO AD ALLERGIE? Bisogna proteggerlo con un filtro fisico, soprattutto se ha la pelle molto chiara e, comunque, non esporlo troppo al sole. E poi, prima di usare un nuovo prodotto, lo si può provare su una piccola porzione di pelle. Se si sviluppa un’eruzione cutanea, bisogna cambiarlo. 29 mamma & bambino /2 mamma & bambino /2 Piccoli nemici in agguato Con la consulenza della dottoressa Magda Belmontesi, medico chirurgo specialista in Clinica Dermosifilopatica e membro della Società Italiana di Dermatologia e Venereologia (Sidev). Colpiscono i bambini mentre sguazzano in riva al mare, mentre armati di paletta e secchiello giocano vicino all’ombrellone, o mentre si tuffano felici dal bordo della piscina. Sono queste infatti alcune delle situazioni più comuni in cui proliferano batteri, funghi e virus che proprio in vacanza, mentre ci si diverte godendosi l’agognata spensieratezza, possono causare non soltanto semplici fastidi ma anche patologie che, se non diagnosticate tempestivamente, degenerano creando ulteriori problemi: dall’impetigine alle micosi, alle verruche. Il problema è molto più frequente di quanto si possa pensare, e negli ultimi anni si è registrato un ritorno di tutte queste malattie infettive che si manifestano proprio quando le si sottovaluta e ci si espone inconsapevolmente a rischi maa cura di gari banali. Natalia Mongardi Il discorso riguarda soprattutto i più piccoli, che avendo un sistema immunitario incompleto sono un bersaglio più facile per gli aggressori silenziosi, in particolar modo nel periodo estivo. È nei mesi caldi infatti che l’incidenza di queste forme dermatologiche raggiunge il suo apice, prima di tutto perché il corpo è meno protetto da indumenti e scarpe, ma anche perché la naturale sudorazione unita a un clima caldo-umido favorisce la proliferazione di batteri e parassiti. Senza contare che in vacanza è più facile trovarsi in situazioni in cui il contagio può avere una diffusione rapidissima. Per tutti questi motivi, è importante conoscere i principali nemici che rischiano di rovinare il meritato riposo dei bambini e dei loro genitori. ATTENZIONE ALL’ UMIDITÀ, AMICA DEI MICETI La pelle - in particolare quella di zone come le ascelle o gli spazi interdigitali dove la traspirazione è più difficile è un terreno favorevole allo sviluppo dei cosiddetti funghi, miceti che sviluppandosi consumano lo strato più superficiale della cute IMPETIGINE: QUELLE PAPULE SUL VISO e provocano arrossamento con prurito. Sintetizza la dottoressa È la più frequente infezione cutanea superficiale, soprattutto tra i più piccoli Belmontesi: «La micosi più difche la contraggono nella sabbia o in acqua, dove i microbi non si fanno certo fusa è la Candida (banalmente desiderare. A causarla sono batteri comuni come lo Stafilococco e lo Strepchiamata mughetto) che può tococco presenti normalmente sulla pelle (in condizioni standard, ogni cm2 colpire dalle dita dei piedi di pelle può ospitare fino a 1 milione di germi) che approfittano di un indefino alla bocca dei bambini, bolimento della barriera epidermica per moltiplicarsi e infettarsi. Tra le parti che proprio lì portano spesso più colpite ci sono il viso e in particolare le zone che circondano gli orifizi, le mani poco pulite. Un’altra come il naso e la bocca. Il contagio è ancora più facile in presenza di una semmicosi che può riguardare plice puntura d’insetto o di una microabrasione a cui non si darebbe altrimenti anche il cuoio capelluto è alcuna importanza. È qui che i germi entrano in azione generando l’infezione. la Tinea, con caduta dei ca«Spesso», spiega la dottoressa Belmontesi, «si inizia con una piccola lesione pelli e chiazze pruriginose che poi si diffonde per autocontagio. Capita regolarmente con i bambini, che coperte da crosta. In questo si grattano le croste molli e poi si toccano in altre parti del corpo estendendo la caso, la trasmissione avviediffusione». Le papule rosse che compaiono all’improvviso, infatti, si trasforne facilmente attraverso il mano velocemente in vescicole che contengono un liquido prima trasparente pelo degli animali. Infine, e poi più denso, che per autoinoculazione raggiunge anche parti molto lonmeno frequente ma comuntane del corpo. Per fortuna la diagnosi non crea particolari problemi, e se le que da tener presente, è la pustole vengono identificate in fretta è sufficiente un trattamento topico con onicomicosi con ispessimencrema antibiotica, mentre quando la forma è avanzata è necessario ricorrere to e cambiamento del colore anche a un antibiotico per bocca, con un decorso più lento. delle unghie, che si contrae per esempio girando scalzi. Va VERRUCHE: MANI E PIEDI A RISCHIO detto che gli antimicotici risolI bersagli di questa comune forma virale sono la pianta dei piedi e il palvono di solito con facilità queste mo delle mani, esposti a questo rischio nelle docce della spiaggia o in forme, ma è necessario ricorrere a piscina. La sensazione immediata è di una puntura sotto la pelle che sale un consulto appena si nota un’anoin profondità, e il contagio è facile perché basta che una microabramalia». Quanto alle norme di igiene sione entri in contatto con il papilloma virus, e il gioco è purtroppo personale, è fondamentale indossare fatto. Nei bambini vale poi come sempre il discorso dell’autoconsempre le scarpe negli spazi comuni tagio, quando da una chiazza scorticata si porta in giro l’infezione. ma anche asciugarsi bene dopo il bagno C’è poi un secondo tipo di verruche “piane” che possono essee sostituire sempre il costume con uno re dovute a uno stato di indebolimento e stress, per esempio asciutto, perché l’umidità è il miglior amico post-scolastico. Si tratta di forme più resistenti, che vanno dei miceti. Per evitare il contagio in famiglia, trattate con neve carbonica. In tutti questi casi, è decisiva poi, meglio preferire saponi con dispenser e ovviamente un’accurata igiene personale. Ma attenzione, non usare gli stessi asciugamani. avverte la specialista: lavarsi troppo spesso o con deter- genti aggressivi indebolisce il film idrolipidico e crea un rischio ulteriore. esseredonna 2 2007 31 La linea pediatrica dalla nursery in poi 07 e 20 r b ttem 30 se l a o i enna Dal 1° g regala il poncho per l’estate. Babygella primi mesi: dedicato ai bambini da 0 a 12 mesi. Babygella primi anni: dedicato ai bambini da 1 anno in poi. Babygella doposole: lenitivo e rinfrescante con estratti vegetali utili a prevenire le punture di insetti e zanzare. All’acquisto di almeno un prodotto della linea Solari e Doposole Babygella. Solo nelle Farmacie e nei Negozi Specializzati. www.babygella.it Promozione valida dal 01/01/07 al 30/09/07 - Regolamento disponibile presso Rottapharm S.p.A. La pelle dei neonati e dei bambini è delicata e non ancora abituata ai raggi solari UVA e UVB. Per questo Babygella ha creato una linea di solari pensata appositamente per le esigenze del tuo bambino e della sua pelle, in ogni fase della crescita. Prodotti dermatologicamente testati, differenziati secondo il tempo di esposizione al sole e secondo il grado di contatto del bambino con l’acqua.