Il paziente neuroleso

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Carla Rizzello Centro Studi di Riabilitazione Neurocognitiva
Teoria Neurocognitiva:
il Confronto tra Azioni
Il mondo del neuroleso
sinistro e del neuroleso destro.
Dal Profilo, alla scelta
dell’azione da modificare, agli
esercizi
Carla Rizzello
Torino, febbraio/ giugno 2015
• In fase acuta, le lesioni emisferiche destre e
sinistre determinano spesso la compresenza di
deficit motori e specifiche alterazioni cognitive
• La lesione inizialmente sembra più grave di
quello che si può poi verificare durante il
recupero del malato
• L’osservazione, elemento determinante per
impostare il programma riabilitativo, riflette il
modo in cui il riabilitatore concepisce il cervello, il
movimento e il recupero. Noi faremo una
osservazione neurocognitiva
Espressione motoria delle
alterazioni a carico dei
LO SPECIFICO MOTORIO
NOXAcoinvolti
LESIONE
processi cognitivi
nell’azione
Prevalenza
periferia
EDEMA
Alterazione capacità
organizzative
Il Profilo, Perfetti, Pantè,
Rizzello, 1996Ipereccitabilità
corteccia SM
DIASCHISI
Deficit di
reclutamento
Stazioni
afferenti
Deinibizione
precoce
Informazioni
somestesiche
raas
Irradiazione
Alterazione
Schemi estero
propriocettivi
COMPORTAMENTO MOTORIO DELL’EMIPLEGICO
Perfetti C. e coll., 1975
Coscienza e
intenzionalità
come
percepisce
come
usa
l’attenzione
come
apprende
Come si
muove
e
Perchè
come
conduce il
ragionamento
come
costruisce
l’informazione
come usa
il linguaggio
come
immagina
RAPPORTO CON LA REALTA’
AZIONE
PRELESIONALE
AZIONE-ESERCIZIO
INTEGRAZIONE
MULTISENSORIALE
Carla Rizzello Centro Studi di Riabilitazione
Neurocognitiva
AZIONE
ATTUALE
PROFILO
Consapevolezza
Come
e
confronta
come
si/non
Intenzionalità
nell’azione muove ora
La costruzione e
come
La
l’integrazione
conduce il
percezione
delle informazioni
ragionamento
del corpo e
L’immagine
dello spazio
Azioni
del corpo
e dell’azione
prelesionali
Attenzione
come parla
e memoria
del corpo
e della patologia
La proposta ( I)
Tutte le fasi del processo riabilitativo
devono fare
riferimento costante
alla realtà
a tutti i livelli
significativi
La proposta ( II )
Domandarsi
cosa hanno in comune
l’azione-esercizio
l’azione reale da recuperare
[e l’azione effettuata attualmente ]
Cioè quali relazioni tra E/R >connessioni
esistono tra loro …..
e guidare il M. a ricercarle attraverso confronto .
Confronto tra azioni
Connessioni di somiglianza
e differenza
CONFRONTO
L’ipotesi è che sia proprio la ricerca delle differenze
e delle analogie, attraverso il confronto, a
provocare la modificazione dell’organizzazione
del sistema. (Perfetti 2011)
Come avviene il confronto?
Il confronto presuppone un processo di
allineamento strutturale
Il confronto implica delle
rappresentazioni strutturate che
vengono allineate
Queste rappresentazioni sono generate
da altri processi mentali
Similarity and the development of rules (1998)
Gentner D., Medina J. Cognition 65, 263-297
E l’allineamento?
3 FASI
1) Alla cieca
2) Relazioni più strutturate
3) Unica rappresentazione >
Differenze
1) Alla cieca
Il confronto in un primo momento è
spontaneo, generico e poi successivamente
invece si fa più accurato.
2) Relazioni più strutturate
3) Unica rappresentazione>
Differenze
Caratteristica più
evidente
Somiglianza di
senso
Il confronto nell’osservazione
Osservazione
SCELTA DELLA AZIONE
DA MODIFICARE IN
RELAZIONE AD UNA Ap
SCELTA
DEL TEMA E DELLE
CONNESSIONI
CONSAPEVOLEZZA
DELLA Aa
SCELTA
DELL’ESERCIZIO
I primi confronti
I processi cognitivi attivati
1.
Il prima e il dopo
2.
Con quanto vedo io riabilitatore
3. Con arto sano
_______________________________
a)
b)
c)
d)
e)
Movimento è CONOSCENZA
La conoscenza è AZIONE
Austin
Anscombe
1962
1957
Anochin
1973
Maturana e
Varela
AZIONE
UMANA
1985/1992
Processo
intenzionale
attivato dal
sistema uomo
che agisce in un
determinato
ambiente per
determinati scopi
Davidson
2003
Quante 2011
Berthoz 2013
I movimenti non sono un puro
congegno, un mezzo per
ottenere qualcosa: essi
sviluppano la logica della mente,
fanno si che cogliamo nessi
temporali come il prima e il
dopo, nessi di causa ed effetto,
la concatenazione dei diversi
anelli che unendo sensazioni e
azione formano la catena del
pensiero.
(Alain Berthoz)
L’azione è una esperienza
conoscitiva:
• Complessa
• Globale
• Estesa
Ritorniamo
a
«guardare»
l’azione
come
la
1. Analisi e selezione delle informazioni del corpo per il
corpo e per
lo spazio del corpo
nell’interazione col mondo
«vedeva»
P.K.Anohkin
2. Scelta delle informazioni per la presa di decisione
3. Previsione e verifica dei risultati dell’azione
•
Non sappiamo ancora molto, ma siamo, ad esempio, in grado di
ricostruire cosa succede quando si compie una azione, anche
semplice, come quella di prendere una tazzina di caffè
•
•
Corteccia motoria
supplementare
•
Corteccia motoria
primaria
•
Corteccia
premotoria
•
Corteccia
prefrontale
•
Corteccia
temporale
Corteccia
parietale
•
Corteccia
visiva
EEG + RM
MOVIMENTO DI UN DITO PER…
L’attività del conoscere implica:
1.
UTILIZZO DEI PROCESSI COGNITIVI (il prestare
attenzione alle nuove informazioni……, ricordare
esperienze precedenti, potersi rappresentare le
possibili percezioni, etc….)
2.
SCELTA COSCIENTE (selezionando quelle più
insolite e rilevanti ai fini di….)
3.
MODIFICA DEL COMPORTAMENTO
(rielaborando l’esperienza attribuendole un
significato……)
Conoscenza come «enazione»
Per capire la globalità…
1. la conoscenza dipende dai tipi di esperienza
che derivano dall’avere un corpo con varie
capacità sensitive, cognitive ed emotive
2. queste capacità sono incastonate in un
contesto culturale e biologico
3. ciò significa che i processi sensitivi, cognitivi
ed emotivi che sottostanno all’azione sono
inseparabili tra loro e che una loro disgregazione
produce una alterazione
L’Azione è Percezione
L’Azione è Conoscenza
Esiste una moderna Teoria della Percezione basata
sull’Integrazione Multisensoriale
Un problema di
integrazione?
Un problema di integrazione?
1. Il problema
2. Stato attuale
3. Il senso dell’esercizio
4. L’ipotesi di lavoro
5. Sviluppo e critica (messa
alla prova delle ipotesi)
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IL PROBLEMA
Come si organizza l’esercizio dal punto
- Il rapporto
tra l’esercizio
la
di vista
neurocognitivo
tenendoeconto
complessità
dell’azione
nelladirealtà
della necessità
per il sistema
una
- Comeintegrazione
si organizzamultisensoriale?
l’esercizio dal punto
di vista neurocognitivo tenendo conto
della necessità o «la norma» per il
sistema di costante integrazione
multisensoriale?
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LA PLASTICITA’ DEL SISTEMA
IN RAPPORTO AL RECUPERO
E ALLA ORGANIZZAZIONE DELLA
MULTISENSORIALITA’
Lo
stato
attuale
BASI NEURALI DELL’AZIONE,
PERCEZIONE,
PROCESSI COGNITIVI E
INTEGRAZIONE MULTISENSORIALE
NEUROFISIOLOGIA
NEUROBIOLOGIA
PSICOLOGIA
COGNITIVA
TEORIA
FILOSOFIA
LINGUISTICA COGNIZIONE
LA CONOSCENZA E
L’INTERAZIONE
COL REALE
NEUROPSICOLOGIA
CLINICA
E COMPORTAMENTO
DA UN PUNTO DI VISTA
FUNZIONALE
IL CONFRONTO
LINGUAGGIO COME AZIONE,
METAFORE,
CORRISPONDENZE ,
COERENZE
RELAZIONI TRA DANNO
CEREBRALE E
ALTERAZIONI COMPORTAMENTALI
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La conoscenza è sempre una
attività di tipo multisensoriale
(Perfetti 1998)
Ci sono diversi sistemi sensoriali che
permettono di percepire con precisione
l’interazione del corpo con l’ambiente e
nei suoi rapporti interni
nelle tre dimensioni dello spazio
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La facilitazione multisensoriale
•
(Cappe e coll. 2010). Le scimmie furono addestrate ad eseguire un compito
di rilevamento semplice allo stimolo, che erano acustici (rumore), visivi
(flash), oppure acustici-visivi (rumore-flash) a diverse intensità. Variando
l’intensità degli stimoli acustici e visivi individuali, abbiamo osservato che,
quando gli stimoli sono di debole salienza, la condizione
multisensoriale ha avuto un effetto facilitante significativo nei tempi di
reazione, che sparivano a intensità più alte (Cappe e coll. 2010).
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Neurocognitiva
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Integrazione multisensoriale
La sinergia o interazione tra i sensi e la fusione del loro
contenuto informativo, è descritta dalla locuzione
‘integrazione multisensoriale’.
Più specificamente, col termine integrazione
multisensoriale si intendono definire i processi neurali
implicati nella sintesi dell’informazione proveniente da
stimoli cross-modali (ossia, originati da modalità
sensoriali diverse).
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• Oltre ad alterare la salienza degli eventi cross-modali,
aumentandoli o diminuendoli l’integrazione multisensoriale è
implicata nella creazione di esperienze percettive unitarie.
• Il sapore, per esempio, è il prodotto della sintesi di informazioni
gustative, olfattive, tattili e talvolta visive.
• Lo spazio del corpo e dell’azione è il prodotto di una integrazione
multisensoriale.
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Neurocognitiva
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The neural bases of multisensory processes
Frontiers in Neuroscience
Edited by Micah M. Murray and Mark T. Wallace.
Center for Biomedical Imaging Lausanne, Switzerland
Vanderbilt University Nashville, Tennessee
Boca Raton (FL):
CRC Press; 2012.
ISBN-13: 978-1-4398-1217-4
L’integrazione multisensoriale
avviene a livello di
Neuroni multisensoriali e
Aree multisensoriali
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Un neurone multisensoriale è un
neurone che risponde a stimoli
provenienti
da più di una modalità sensoriale.
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Integrazione multisensoriale
Il processo di elaborazione
multisensoriale:
Primo passo
È la convergenza di input di differenti
modalità sensoriali su neuroni
individuali/singoli
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La convergenza
Ascendente e
discentente
Area uditiva
Area visiva
orecchio
Area somatosensoriale SIV
Tuttavia, non è sufficiente combinare insieme
stimoli sensoriali diversi per attivare il neurone
multisensoriale:
gli stimoli sensoriali per interagire a livello neurale
devono rispettare tre principi, le cosiddette ‘Leggi
dell’Integrazione Multisensoriale’
(Stein & Meredith, 1993; Stein et al., 1998).
Studi di registrazione da singole unità del gatto
(Stein and Meredith 1993; Burnett et al. 2007)
hanno dimostrato come i neuroni multisensoriali
del CS obbediscano a tre leggi integrative
fondamentali
Collicolo superiore
interneuroni
Sost. Griga periacqueduttale
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•
L’ATTIVITA’ DEI NEURONI MULTISENSORIALI DEL COLLICOLO SUPERIORE E’ STRETTAMENTE DIPENDENTE
DA INPUT ECCITATORI DISCENDENTI PREVALENTEMENTE DA QUESTE REGIONI CORTICALI
•
Veduta sagittale del cervello del gatto (A), che evidenzia il solco ectosilvano anteriore (AES). Sono
evidenziate anche le regioni somatosensoriali (SIV, la quarta area somatosensoriale), visive (AEV, l’area
visiva ectosilvana anteriore) e uditive (FAES) di AES.
(B) Schema della convergenza visuo-acustica in un neurone del collicolo superiore (CS) sia da fonti
ascendenti che discendenti. Le proiezioni discendenti derivano dalle regioni visive e acustiche di AES. Il
pattern di convergenza ipotetico è predetto da un modello computazionale dell’integrazione
multisensoriale, in cui solo gli input discendenti sono diretti ad aree elettrotonicamente correlate del
neurone target del CS. Tutti gli input proiettano anche agli interneuroni (In) che proiettano al neurone
multisensoriale di output. Cor, solco coronale; L, solco laterale; LS, solco laterale soprasilvano; PAG, grigia
periacqueduttale; PES, solco ectosilvano posteriore; rLS, LS rostrale (adattata da Stein e Stanford (Stein and
Stanford 2008))
•
•
•
I NEURONI CORTICALI DISCENDENTI DA AES SONO UNISENSORIALI E CONVERGONO SU UN NEURONE DEL
CS IN UN MODO DIVERSO. UN NEURONE VISUO-ACUSTICO DEL CS, AD ESEMPIO, RICEVERA’ INPUT VISIVI
DALL’AREA VISIVA E INPUT ACUSTICI DALL’AREA UDITIVA
LA PRESENZA DI CIRCUITI SIMILI IN ALTRE SPECIE DEVE ANCORA ESSERE DMOSTRATA MA LA
DISATTIVAZIONE DI AES FA SI CHE I SUOI NEURONI TARGET NEL CS NON DIMOSTRINO Più
L’ENHANCEMENT MULTISENSORIALE. VI è CIOè UNA PERDITA DELL’INTEG. MULT.
I principi dell’integrazione
multisensoriale nei neuroni del CS.
1.La legge spaziale
2. La legge temporale
3. La legge dell’efficacia inversa
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La legge spaziale
Stimoli sensoriali che coincidono nello
spazio inducono un aumento della risposta
del neurone multisensoriale, mentre stimoli
sensoriali spazialmente distanti non
interagiscono o deprimono la risposta del
neurone multisensoriale
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la risposta del neurone agli stimoli sensoriali è
massima quando gli stimoli sensoriali sono
spazialmente coincidenti (cioè provengono dalla
stessa posizione) o in stretta prossimità spaziale.
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La legge spaziale
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Ogni neurone multisensoriale ha campi recettivi eccitatori multipli, uno per
ciascuna modalità a cui risponde. I due campi recettivi di un neurone visuoacustico si sovrappongono nello spazio, così che la posizione di un evento
diventa di rilevante importanza nel determinare l’attivazione di un
determinato neurone
(Stein and Stanford 2008).
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Queste due modalità dello stimolo si definiranno come originate dalla
stessa fonte fintantoché
rientreranno nello spazio definito dai loro campi recettivi sovrapposti;
Depressione della
risposta
enhancement
Meredith and Stein 1986; Meredith and Stein 1996;Kadunce et al. 1997). La depressione
della risposta si ha quando il secondo stimolo si trova entro una regione inibitoria che
circonda i campi recettivi eccitatori di alcuni neuroni del CS, e può essere abbastanza
potente da sopprimere l’eccitazione evocata dall’altro stimolo.
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2. Legge temporale
Gli stimoli sensoriali devono essere anche
temporalmente contigui
(Meredith et al. 1987; Recanzone 2003).
mentre stimoli disgiunti nel tempo non interagiscono
e sono elaborati dal neurone multisensoriale come
eventi indipendenti
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La finestra temporale entro cui è possibile osservare
integrazione multisensoriale è in realtà abbastanza ampia:
considerando che le energie ambientali viaggiano a diverse
velocità, input sensoriali diversi raggiungeranno i diversi
organi sensoriali in tempi diversi.
Non solo, esistono sostanziali differenze nei tempi di
trasmissione delle diverse informazioni sensoriali dagli
organi di senso al sistema nervoso centrale.
Di conseguenza, si possono osservare fenomeni
d’integrazione multisensoriale anche quando non c’è
un’esatta corrispondenza temporale fra le stimolazioni
sensoriali.
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Percezione di sincronia tra sensi
Stimoli visivi e acustici sono percepiti come sincroni se
succedono entro un certo intervallo di tempo.
(1) Il cervello può essere insensibile per abbinamenti
che naturalmente succedono perché gli intervalli di
integrazione temporale sono piuttosto larghi.
(2) Il cervello può compensare variabilità prevedibili –
qui distanza di suono —aggiustando l’evento
percepito di un suono in accordo con il tempo di
viaggio del suono.
(3) Ricalibrazione temporale.
(4) Ventriloquismo temporale: un evento visivo è
attivamente spostato verso un evento acustico.
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Neurocognitiva
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Lo scopo delle leggi spaziale e temporale:
è il modo attraverso cui il cervello capisce se
informazioni sensoriali diverse provengono da
uno stesso evento o non hanno alcuna relazione
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Le leggi dell’integrazione multisensoriale agiscono
quindi come filtri attraverso cui combinazioni di
stimoli appropriatamente configurati in termini
spaziali e temporali possono accedere allo stesso
neurone, ed interagendo, amplificare la sua
attivazione
(multisensory enhancement).
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3. Legge dell’efficacia inversa
L’enhancement
multisensoriale è di solito inversamente
proporzionale all’efficacia dei segnali individuali che
devono esser integrati (Meredith and Stein 1986)
Più sono deboli gli stimoli sensoriali maggiore è la risposta
del neurone multisensoriale
Segnali deboli evocheranno pochi impulsi neurali e le loro risposte saranno
quindi soggette ad un sostanziale enhancement se combinate.
In questi casi, la risposta multisensoriale potrà eccedere la somma matematica
delle risposte individuali
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La combinazione di stimoli sensoriali forti,
nel senso che sono in grado di evocare
un’importante risposta neurale anche
quando presentati da soli, non facilita la
risposta del neurone multisensoriale.
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LO SPECIFICO MOTORIO
NOXA
Prevalenza
periferia
LESIONE
EDEMA
Alterazione capacità
organizzative
Ipereccitabilità
corteccia SM
DIASCHISI
Deficit di
reclutamento
Stazioni
afferenti
Deinibizione
precoce
Informazioni
somestesiche
raas
Irradiazione
Alterazione
Schemi estero
propriocettivi
COMPORTAMENTO MOTORIO DELL’EMIPLEGICO
Perfetti C. e coll., 1975
PROFILO
Consapevolezza
e
Intenzionalità
nell’azione come
La
percezione
del corpo e
dello spazio
come
conduce il
ragionamento
Come
confronta
si/non La costruzione e
l’integrazione
muove ora delle
informazioni
Azioni
prelesionali
Attenzione
e memoria
L’immagine
del corpo
e dell’azione
come parla
del corpo
e della patologia
L’efficacia inversa
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Neurocognitiva
Significato adattivo della legge
dell’efficacia inversa:
favorisce l’adattamento all'ambiente
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Neurocognitiva
1. LE AREE CORTICALI NEI PROCESSI MULTISENSORIALI
A. Le Cortecce di Associazione Multisensoriale
E’ stato dimostrato che le regioni corticali
parietali, temporali e frontali dei primati sono
aree corticali polisensoriali, ad esempio,
correlate a più di una modalità sensoriale
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Neurocognitiva
Il talamo nei processi multisensoriali
a. Le Connessioni
Talamo-corticali e
Cortico-talamiche
b. Il Ruolo del Talamo
nell’Integrazione
Multisensoriale
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Neurocognitiva
Il Ruolo del Talamo
nell’Integrazione Multisensoriale
Le interconnessioni tra il talamo e la corteccia
suggeriscono che il talamo può giocare il ruolo
di primo integratore sensoriale
e rende veloce l’integrazione multisensoriale
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Neurocognitiva
Alcuni nuclei, in modo particolare il medio
pulvinar riceve o mescola input sensitivi o
proiezioni provenienti da diverse aree corticali
sensoriali e proietta verso aree sensoriali ed
aree premotorie.
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Neurocognitiva
Hypothetical scenarios for multisensory and motor integration through anatomically
identified pathways.
(a) High-level cortical areas as a pathway for multisensory and motor integration.
(b) Low-level cortical areas as a pathway for multisensory integration.
(c) Thalamus as a pathway for multisensory and motor integration.
(d) Combined cortical and thalamic connections as a pathway for multisensory and
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motor integration.
Neurocognitiva
1. Il livello (a) è il livello più alto e interessa le aree corticali. L’area uditiva (A),
l’area visiva (V) e l’area somestesica (S) convergono a livello di regioni
multisensoriali di ordine superiore (H), aree corticali che integrano informazioni
di diverso tipo. Il rapporto tra queste è sempre bidirezionale verso le aree
premotorie e motorie. Ciò significa che a livello motorio ci si arriva solo dopo
che c’è stata una analisi e una integrazione di alto livello delle diverse
informazioni.
2. A livello (b), un livello più basso, le aree, uditiva, visiva e somestesica, sono
vicendevolmente connesse tra loro interscambiandosi informazioni e
connettendosi con le aree superiori.
3. Il talamo è una importante struttura che viene coinvolta nell’integrazione
multisensoriale (livello c). Il talamo, anch’esso in relazione bidirezionale con le
diverse aree percettive, proietta ma anche riceve, informazioni dalle regioni
multisensoriali di ordine superiore e inoltre proietta alle aree motorie e
premotorie. L’elemento diventa tutto più complesso, relazione a livelli alti e
bassi assieme il talamo.
4.
A livello (d) vediamo come esista una costante integrazione tra le
diverse aree percettive e tra queste e il Talamo e le aree motorie e premotorie.
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Neurocognitiva
CORTECCE DI ASSOCIAZIONE MULTISENSORIALE
• SOLCO TEMPORALE SUPERIORE
• SOLCO INTRAPARIETALE
• CORTECCIA FRONTALE E PREFRONTALE
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Neurocognitiva
SOLCO TEMPORALE SUPERIORE
Desimone and Gross (1979) found neurons
responsive to visual, auditory, and somatosensory
stimuli in a temporal region of the STS referred
to as superior temporal plane (STP).
The connections of the STP include higher-order visual cortical areas as
posterior parietal visual areas and temporal lobe visual areas, auditory
cortical areas, the posterior parietal cortex and the prefrontal cortex.
The STS is probably one of the origins of visual inputs to the auditory
cortex and thus participates in the multisensory integration of conspecific
face and vocalizations that occurs in the auditory belt areas.
These findings support the hypothesis of general roles for the STS region
in synthesizing perception of speech and general biological motion.
Integrazione tra ciò che si vede e ciò che si
ascolta
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Neurocognitiva
SOLCO INTRAPARIETALE
The posterior parietal cortex
contains a number of different
areas including the lateral
intraparietal (LIP) and ventral
intraparietal (VIP) areas, located in the intraparietal sulcus.
These areas seem to be functionally related and appear to encode the
location of objects of interest. These areas are thought to transform
sensory information into signals related to the control of hand and eye
movements via projections to the prefrontal, premotor, and visuomotor
areas of the frontal lobe.
Neurons of the LIP area present multisensory properties. Similarly,
neurons recorded in the VIP area exhibit typical multisensory responses.
Anatomically, LIP and VIP are connected with cortical areas of different
sensory modalities.
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Neurocognitiva
CORTECCIA FRONTALE
E PREFRONTALE
The premotor cortex, located in the frontal
lobe, contains neurons with responses to
somatosensory, auditory, and visual signals,
especially its ventral part.
Somatosensory responses may be mediated
by connections with somatosensory area S2
and parietal ventral (PV) somatosensory area
and with the posterior parietal cortex, such as areas 5, 7a, 7b,
anterior intraparietal area (AIP), and VIP.
This cortical input arising from different modalities confer to the
prefrontal cortex a role in cross-modal association as well as in
merging sensory information especially in processing conspecific
auditory and visual communication stimuli.
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Neurocognitiva
• LA CORTECCIA PARIETALE POSTERIORE ASSIEME ALLA
CORTECCIA PREMOTORIA presiedono l’integrazione sensorimotoria e integrano vista, udito, tatto e propriocezione, per
creare una rappresentazione multisensoriale dello spazio
extra-personale (lo spazio distante dal nostro corpo, che non
raggiungiamo con movimenti del braccio), peri-personale
(spazio che circonda il corpo, lo spazio di raggiungimento e
afferramento mediante diversi effettori), personale (o
corporeo, lo spazio riferito al nostro corpo).
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Neurocognitiva
Patologia dell’integrazione
Lo spazio posteriore non entra nella progettazione
dell’azione
Lo spazio e il corpo non sono considerati integrati per
l’azione
Il paziente tiene conto di una sola modalità informativa
per volta o di una sola parte del corpo
Informazioni visive e somestesiche non sono coerenti
tra loro
Le informazioni uditive non sono coerenti con quelle
somestesiche e non concorrono alla costruzione dello
spazio dell’azione
Le informazioni somestesiche non sono coerenti tra
loro
Nell’anticipazione i diversi elementi o le diverse
informazioni non sono integrati tra loro
Neuroleso sinistro e destro e
multisensorialità
Modificare il punto di vista dell’osservatore
Scegliere strumenti ed esercizi coerenti con
l’ottica della multisensorialità
PROFILO
Consapevolezza
Come
e
confronta
come
si/non
Intenzionalità
nell’azione muove ora
La costruzione e
come
La
l’integrazione
conduce il
percezione
delle informazioni
ragionamento
del corpo e
L’immagine
dello spazio
Azioni
del corpo
e dell’azione
prelesionali
Attenzione
come parla
e memoria
del corpo
e della patologia
REAZIONE ABNORME
ALLO STIRAMENTO
IRRADIAZIONE
ELEMENTARI
•SCHEMI
Consapevolezza
• Attenzione al corpo
DI RECLUTAMENTO
•DEFICIT
Percezione
del corpo
• Capacità di costruzione
di informazioni
PRIMO GRADO
SECONDO GRADO
TERZO GRADO
La plasticità delle strutture del SNC
A partire dagli
anni ’80 i
numerosi studi
sulla
plasticità
sottolineano
come
l’esperienza sia
determinante
per indurre
cambiamenti
strutturali a
livello
dell’organizzazion
e motoria
La plasticità delle strutture del SNC
Dalla fine degli anni ’90
nell’ambito della neuroplasticità
vi è un indirizzo di studio che
pone attenzione al processo di
neurogenesi, che ha rilevato la
possibilità che nel SNC del
mammifero adulto possano
generarsi nuovi neuroni a
partire da cellule precursori
multipotenti.Ciò è stato rilevato
a livello dell’ippocampo,
struttura fondamentale nella
codifica dell’informazione e
nella stabilizzazione della
traccia mnestica
(Gould E. 1998/’99)
NUOVE FRONTIERE
DI RICERCA
L’apprendimento di
abilità cognitive
potrebbe influenzare
la neurogenesi
favorendo la
migrazione e la
sopravvivenza di
nuove cellule nei siti
cerebrali lesionati al
fine di dare vita a
nuovi pattern?
Modificazioni a distanza
ipereccitabilità
diaschisi
iperattivazione dell’emisfero controlaterale alla lesione
(C.Calauti) e di alcune strutture motorie dallo stesso lato
responsabile della probabile irradiazione
aumentata attivazione delle vie motorie e reclutamento di
strutture sensoriali addizionali non normalmente
coinvolte
nel compito dopo stroke
Ivo, fisioterapista. Tre anni fa ha una lesione pontina che gli provoca una
emiplegia sinistra
-Non avevo capito che si trattava di un ictus…..sentivo voci ma non capivo
-Ho sentito ad un certo punto (15 giorni dall’ictus) che il lenzuolo sotto il fianco
sinistro mi dava fastidio e, come avrei fatto due settimane prima, sono andato
con il braccio sinistro a sistemare il lenzuolo….ma non successe nulla….una
lamina d’acciaio…qui
-Solo in quel momento ho realizzato che ero paralizzato e che era tutto un peso
- Da quel momento mi è subentrata una fretta incredibile, fretta di alzarmi, fretta
di camminare….eppure avevo già sentito che era necessario andare piano,
fare cose semplici ma io avevo fretta…forse per dignità umana….
- E così sono stato messo in piedi….era una tragedia, vivevo con questo
pezzo, perché per me il mio emilato sinistro era un tutt’uno, al quale, la parte
destra doveva adattarsi….
- E poi è subentrata l’algodistrofia al braccio…un dolore che dal collo mi
prendeva tutto il braccio e la mano che ha cominciato a gonfiarsi e a
sudare….ma il dolore almeno mi permetteva di sentire il braccio
- Già mi volevano fare le infiltrazioni ma per fortuna ero diabetico e hanno
deciso di aspettare
- Finalmente una mia amica fisiatra mi ha detto: ma perché non provi……
- Ora sono ancora le emozioni che mi disturbano e mi costringono a
pensare a quanto ho imparato….alle relazioni tra il collo, la scapola il
braccio e giù fino alla punta dei piedi
- Quando la terapista mi ha fatto scoprire la scapola……LA
SCAPOLA?? E che cos’è??? eppure l’avevo studiata….alle relazioni
tra l’anca, il ginocchio e i piedi….e allora ritrovo la leggerezza, la facilità
e il naturale
- Il ginocchio ad esempio era scattoso, avevo un ginocchio a scatto e io
davo la colpa al ginocchio. Il problema era lì! Ma quando la terapista mi
ha detto: ma l’anca? E il piede? Consideri come il ginocchio si mette in
relazione con queste parti quando cammini? Ti faccio sentire…..mi si è
aperto un altro orizzonte e ho cominciato a sentire il peso sul piede, la
rotazione dell’anca sul ginocchio e sul piede ed è stato facile poi
camminare sentendo il ginocchio forte, sicuro e insieme al resto
Ipereccitabilità aree motorie controlaterali,
premotorie e SMA bilaterali e parietali visive
L’iperattivazione dell’area motoria controlaterale
e delle aree premotorie determinerebbe
attivazione di fibre piramidali non crociate
(Rossini, Baron 2003)
Rifletterebbero un eccesso di
reclutamenti da parte di una circuiteria
neurale originariamente
non deputata a questi compiti
Nel cervelletto
Deattivazione delle cellule di Purkinje
in seguito alla riduzione dell’input
eccitatorio proveniente dalle diverse
regioni cerebrali
(Gold e Lauritzen 2002)
Processo reversibile quando
l’input eccitatorio ritorna al
cervelletto
Modificazione a distanza (colpisce in modo
selettivo)
costituita da un processo selettivo di
“neural deactivation”
non esiste una diaschisi in senso assoluto
correlato ad una determinata
funzione,
importante per il recupero,
modificabile con l’esercizio
Le strutture sede di diaschisi sono ”inibite” solo
per quanto riguarda il loro contributo alla
funzione a cui appartiene l’area lesa.
(1)
La diaschisi può essere interpretata come
fenomeno correlato alla
funzione
Quali possibili percorsi per la risoluzione
della diaschisi nella prospettiva del recupero?
I meccanismi di risoluzione
della diaschisi, attraverso la
deinibizione delle strutture
colpite possono essere indotti
fornendo al sistema stimoli
deboli, in quanto gli stimoli
forti tendono a mantenere lo
stato di inibizione (Asratian)
Lo stimolo forte rappresenta un compito di organizzazione che
il malato non è in grado di elaborare, per cui è costretto ad
attivare le configurazioni di movimento patologiche
I disturbi
del neuroleso
sinistro:
l’aprassia
Patologia della «Programmazione
dell’Azione»
(Intenzionalità, progettualità,
organizzazione, spazialità,
temporalità e armonia)
«È un sintomo al confine tra
cognizione e controllo motorio»
Goldenberg, 2014
Aree irrorate
dall’arteria
cerebrale media
•
•
•
•
•
•
Lesione del corpo calloso:
Lesione delle aree premotorie dell’emisfero sinistro:
Lesione parietale inferiore sinistra
Il morbo di Parkinson,
Il morbo di Alzheimer
L’atrofia corticale posteriore (Bohlhalter e Osiurak, 2013) per
effetto di anossia e (Sirigu et al., 1995) erpetica (Sirigu et al.,
1991)
LA PATOLOGIA
Liepmann 1920
Da Brown 1972
modificata
Lesioni alla corteccia
Premotoria
APRASSIA
ACROCINETICA
Lesioni al lobulo
parietale inferiore
APRASSIA
IDEOMOTORIA
Lesioni parietali
posteriori
Giunzione paretooccip.
APRASSIA
IDEATIVA
Aprassia acrocinetica
Il piano ideatorio può essere conservato ma vi è goffaggine,
mancanza di fluidità, lentezza e difficoltà a muoversi in
modo sincrono e organizzato
Aprassia ideomotoria
Incapacità di eseguire movimenti su richiesta, su imitazione
o su informazione tattile. L’uso degli oggetti migliora le prestazioni.
Vi è una alterazione della organizzazione spazio-temporale
del movimento
Aprassia ideatoria
Incapacità di eseguire in modo completo e organizzato
una sequenza di azioni finalizzate al raggiungimento
di un determinato scopo. Si hanno azioni frammentate
Modello interpretativo: visione cognitivista
Rothi, Ochipa, Heilman 1991
«L’Aprassia è una malattia neurologica del
movimento specializzato che non si spiega con
un deficit dell’area motoria primaria o del
sistema sensoriale» Rothi e Heilman (1997)
I pazienti aprassici hanno anche
disturbi di decodificazione del gesto
Particolare attenzione viene rivolta al
problema delle dissociazioni e delle
paraprassie
Dissociazioni: difficoltà a dare un contributo specifico
all’azione che si compie in rapporto a specifiche modalità informative
• Dissociazione visivo-acustica:
difficoltà nell’eseguire dei movimenti su comando
verbale, ma non su imitazione e viceversa
• Dissociazione comprensione- produzione:
difficoltà nel produrre gesti ma non nel
comprenderli
• Dissociazione concettuale-strutturale:
il paziente compie errori concettuali nell’uso
degli oggetti, pur programmando correttamente
il gesto dal punto di vista spazio temporale
Paraprassie
1 sostituzioni (Schwartz et al., 1999)
2 aumenti
3 omissioni
4 perseverazioni (Rumiati et al., 2001)
5 condotte d’ approccio
6 movimenti amorfi
Poizner, 1982
Poeck, 1986
L’azione può non essere adeguata
in termini di orientamento di movimento,
velocità di movimento o di comprensione
(Laimgruber et al., 2005;. Randerath et al, 2010).
ERRORI SPAZIALI
• Direzione dell’asse del gesto
• Inserimento di assi inappropriati
• Alterazione dei ruoli articolari
• Alterazione dei rapporti articolari
• Variabilità
ERRORI TEMPORALI
•Esitazioni iniziali
•Esitazioni nella transizione tra
componenti del movimento
•Alterata fluidità
Definizione di aprassia
Perduta o ridotta capacità di
accedere alla conoscenza della
sequenza delle azioni, dello
strumento, del suo concetto di
utilizzo, del problem solving e delle
caratteristiche spazio-temporali del
movimento (Goldenberg, 2013).
Organizzazione del movimento
nella parte sana
•
•
•
•
•
Errato orientamento delle posate
Inabilità nel vestirsi
Sostituzioni di oggetti
Omissioni di oggetti
Posizione spazialmente scorretta del tronco in
posizione seduta (retroposizione o
lateralizzazione)
• Errata sequenza delle azioni che compongono un
atto motorio complesso
• La traiettoria del gesto non appare lineare ed
economica rispetto al bersaglio da raggiungere
• Sembrano impacciati rispetto alla direzione e nella
temporalità del gesto
• I vari segmenti sembrano muoversi casualmente,
soprattutto a livello della mano
• Mano mantenuta aperta dita sullo stesso piano
• I riferimenti visivi o verbali risultano importanti per
correggere gli errori
• Velocità del gesto notevolmente ridotta ed
intervallata da numerose pause
Movimento nell’arto plegico
MOVIMENTO PASSIVO
Arto pesante
Non reattività allo stiramento
Non irradiazione abnorme
Rigidità in tutte le direzioni
La percezione
Ma a noi riabilitatori
interessa anche…
• Difficoltà di riconoscimento delle
articolazioni che si muovono
• Difficoltà di riconoscimento delle
relazioni spaziali tra le articolazioni
• Difficoltà di riconoscimento delle
relazioni temporali tra le diverse parti
del corpo
• Difficoltà di riconoscimento del piano
dello spazio
• Difficoltà di riconoscimento
dell’orientamento articolare soprattutto a
livello distale
• Difficoltà relative alla distanza ed
orientamento dell’oggetto
• Perdita della costanza della percezione
• Difficoltà nel riconoscimento dei riferimenti
intrapersonali piuttosto che extrapersonali
• Percezione alterata di figure
• Difficoltà di usare il riferimento tattile come
guida
In assenza di disturbi tattili e cinestesici
L’attenzione
• Disturbo di attenzione selettiva
• Difficoltà nella comprensione del compito, nel
dirigere l’attenzione e nel come fare a risolvere
• Non riesce a spostare l’attenzione da un elemento
all’altro (soprattutto in movimento), rimane
“ancorato” al precedente
• Difficoltà a dirigere l’attenzione verso il lato
destro
• Difficoltà a scegliere le informazioni più
importanti
Il linguaggio
• Difficoltà nel riconoscere relazioni parentali
• Difficoltà a nominare parti del corpo
• Difficoltà nel linguaggio che definisca rapporti
spaziali (sopra, sotto, avanti, indietro, dentro.
fuori)
• Vago impreciso, indeciso
Come immagina
• Difficoltà a creare l’immagine della parte destra
del proprio corpo, talvolta anche del corpo degli
altri
• Difficoltà nell’immagine degli elementi distali
(avambraccio e mano, gamba e piede)
• Immagine di arto “rigido” “faticoso da muovere”
“pesante”
• Immagine di una sola parte della figura
• Difficoltà di immaginare gli angoli della figura
• Difficoltà di immaginare il gesto (es. prendere il
bicchiere)
Esercizi
1. A riferimento visivo
2. A riferimento somestesico
a. Primo gruppo
– articolazione che viene mossa
- relazioni spaziali e temporali tra articolazioni
- piano del gesto
b. Secondo gruppo
-figure su piani diversi
-figure su piani e distanze diverse
La mano è
più alta
o più bassa
della spalla?
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1
Il Neglect o Eminegligenza
spaziale è un deficit nella
consapevolezza spaziale
relativa allo spazio del corpo e
allo spazio ambiente
Lobulo parietale inferiore
(giunzione temporo parietale)
Aree premotorie
dorsolaterali e mediali
Aree sottocorticali
connesse
(talamo, nuclei della base e sostanza bianca)
Territori irrorati
dall’arteria
cerebrale media
EMISFERO DESTRO
The brain-damage-affected cortico-subcortical areas in frontal, parietal, temporal and occipital
regions, involving areas related to motor awareness (Berti et al., 2005; Karnath et al., 2005) but
leaving intact the mesial areas related to intention to action (Lau et al., 2004).
Le lesioni delle aree del cervello, cortico –subcortcali, nelle regioni frontali, parietali e occiptali
coinvolgono aree relazionate con la consapevolezza motoria, ma lasciano intatte le aree mesiali
relazionate con l’intenzione ad agire.
I soggetti con anosognosia presentano una
alterazione nel monitorare la realtà per quanto
riguarda le informazioni visive e del movimento,
mentre non succede nel gruppo di controllo e nei
soggetti sani.
Gli autori propongono che questa alterazione sia il
risultato di errori nel discriminare tra infomazioni
generate internamente circa il movimento
intenzionale e le informazioni sensoriali generate
dall’esterno concernente il movimento
concretamente attuato.
Jenkinson P, Edelstyn N, Drakeford J, Ellis S.
Reality monitoring in anosognosia for
hemiplegia.
Conscious Cogn 2009;18:458–470.
The representation of space near the body through touch and vision.
Macaluso E1, Maravita A 2010
This review discusses how visual and the tactile signals are
combined in the brain to ensure appropriate interactions
with the space around the body. Visual and tactile signals
converge in many regions of the brain (e.g. parietal and
premotor cortices) where multisensory input can interact
on the basis of specific spatial constraints.
Questa recensione illustra come visiva e segnali tattili sono combinati nel cervello di garantire
adeguate interazioni con lo spazio intorno al corpo . Segnali visivi e tattili convergono in molte
regioni del cervello ( es. parietale e cortecce premotorie ), in cui il contributo multisensoriale
può interagire sulla base di specifici vincoli spaziali . Interazioni crossmodali possono
modulare anche cortecce visive e somatosensoriali unisensory , possibilmente attraverso la
proiezioni di feed-back provenienti da aree fronto- parietali . Questi processi consentono di
selezione attenzionale di luoghi rilevanti nello spazio del corpo vicino , come dimostrato da
studi di attenzione spaziale in volontari sani e in pazienti neuropsicologici con l'estinzione
crossmodali . Questi effetti spaziali crossmodali possono essere facilmente aggiornati tenendo
conto della posizione degli occhi e gli arti , riflettendo così l'allineamento spaziale degli stimoli
visuo- tattili nello spazio esterno . Inoltre, studi che manipolavano la visione di parti del corpo
( alieni , elementi veri o falsi ) hanno dimostrato che la visione passiva del corpo può
influenzare la percezione degli stimoli somatosensoriali , sempre coinvolgendo le aree nelle
premotorie e parietali cortecce . Infine , discutiamo come strumento da usare in grado di
espandere l'area di integrazione visuo - tattile nello spazio corpo vicino , sottolineando la
flessibilità di questo sistema a livello di singolo neurone nella corteccia parietale della scimmia ,
con corrispondenti effetti multisensoriali nei soggetti normali e pazienti neuropsicologici .
Concludiamo che visuo- tattili pubblicitari crossmodali dominano la rappresentazione dello
spazio corpo vicino e che questo è implementato funzionalmente nelle regioni parietali e
premotorie del cervello . Questi processi di integrazione mediano l' orientamento
dell'attenzione spaziale e generano una rappresentazione efficiente e flessibile lo spazio intorno
al corpo .
La patologia
Deficit nella consapevolezza spaziale relativa allo spazio
del corpo e allo spazio ambiente
Mancanza di integrazione delle diverse modalità
informative
Disconnessione tra aree di proiezione di segnali
propriocettivi e somatosensoriali e aree che codificano
le rappresentazioni egocentriche del corpo
Strutturazione dello spazio corporeo personale,
peripersonale ed extrapersonale non coerente con gli
scopi dell’azione, con il compito e con il contesto
Deficit a livello di meccanismi neurofisiologici di base per
la elaborazione dell’informazione (selezione, sintesi,
trasformazione)
Difficoltà a esplorare, prestare attenzione,
percepire o agire nello spazio del lato opposto
alla lesione ( Lynn Robertson , 1999)
PERSONALE E/O EXTRAPERSONALE
a parte si istra de c rp
i
i teressava e
i i teressava
eppure chi era i que spa"i di
si istra…
Dopo lesioni cerebrali, più
comunemente quelle che colpiscono il
lobo parietale inferiore destro, i soggetti
possono essere incapaci di accorgersi
degli stimoli nello spazio controlaterale.
La sindrome è stata frazionata in diversi
sottotipi: essa può essere primariamente
percettiva o motoria (Tegner e
Levander, 1991), basata sullo spazio o
sull’oggetto, e può interessare lo spazio
vicino o quello lontano (Halligan e
Marshall, 1991).
Il ruolo del lobo parietale di
destra sembra riguardare
l’elaborazione delle
informazioni sensoriali
provenienti dallo spazio
corporeo ed extracorporeo.
Il paziente con una lesione di
questo tipo «neglige», trascura
lo spazio di sinistra.
Esistono in letteratura casi di
neglect anche per lesioni
frontali o temporali.
(Bisiach & Vallar, 1988; Vallar & Perani,
1987; Rizzolatti & Gallese, 1988
Perdita della sostanza bianca. Soffrono i collegamenti= gravi alterazioni dello stato di coscienza
Newcombe et al., J Neurol Neurosurg Psychiatry 2010
Le lesioni del lobo parietale
destro portano ad una
mancanza di
sintesi dei dati sensoriali
con conseguenti
alterazioni di coscienza e
percettive
che prendono l’aspetto
del neglect,
del fenomeno di estinzione
o della Pusher Syndrome
a seconda della gravità
della lesione.
Il neglect non viene descritto
come un disturbo unitario
ma come un complesso
insieme di deficit di:
consapevolezza (anosoagnosia)
attenzione
rappresentazione spaziale
(emisomatoagnosia)
Deriva pertanto
dall’interessamento e
dalla disconnessione di più
aree cerebrali.
I diversi modelli elaborati
per spiegare l’eminegligenza,
non riescono mai a
spiegare tutti i suoi aspetti.
La consapevolezza dello spazio
extrapersonale
e’ basata sul circuito
frontale / temporale
la consapevolezza dello spazio
personale
e’ basata sui circuiti
parietali
Committeri at al.,
Neural bases of personal and extrapersonal neglect in humans Brain 2006 Sep, 28.
Come si costruisce lo spazio?
Informazioni somestesiche
Informazioni visive
Informazioni acustiche
Informazioni olfattive
È la loro integrazione a più livelli che costruisce i
diversi spazi entro i quali il corpo agisce
INTEGRAZIONE MULTISENSORIALE
I deficit possono essere interpretati e
descritti come risultato di una inadeguata
elaborazione di informazioni, da cui deriva
una strutturazione dello spazio corporeo
personale, peripersonale ed extrapersonale
non coerente con gli scopi dell’azione, con
il compito e con il contesto
Neglect dello spazio posteriore
«quando il mio piede
va indietro, sparisce,
non so più dov’è »
“quando sento il
piede indietro,
mi sembra sotto
la sedia, lo
immagino molto
lontano da me”
Esistono 3 forme di Neglect
1. Neglect dello spazio personale (Bisiach et al 1986; Guariglia et al,
1992)
il paziente non è consapevole dell’emicorpo sinistro (s
at t p ag
sia)&
2. Neglect dello spazio peripersonale (Halligan & Marshall 1991;
Berti & Frassinetti 2001)
il paziente non è consapevole dello spazio attorno al corpo
3. Neglect dello spazio extrapersonale (Cowey et al, 1994; 1999)
il paziente non è consapevole dello spazio anche lontano da sè
Neglect per lo spazio personale
Disconnessione tra
aree di proiezione di segnali propriocettivi e
somatosensoriali
e aree che codificano
le rappresentazioni egocentriche del corpo
La lesione può provocare anosognosia
(negazione del proprio deficit)
Il soggetto con anosognosia ha perso la rappresentazione integrata
del proprio corpo
PROFILO DEL NEUROLESO DESTRO
Coscienza e
intenzionalità
La
percezione
come
Come
confronta
conduce il
ragionamento
come si/non
muove
L’attenzione
e la memoria
La costruzione
dell’informazione
L’immagine
Il linguaggio
«Il confronto è una operazione cognitiva che implica
la ricerca sistematica delle informazioni sulla base di
indizi conosciuti e assimilati»
E’ necessario chiedersi qual è
Profilo di
Chi confronta
Come effettua il confronto
Cosa confronta
Se e Quando avverte la necessità di
confrontare
VIDEO ELENA
1. PERCEZIONE MEMORIA E
RAPPRESENTAZIONE
DELL’AZIONE PRELESIONALE
2. CONSAPEVOLEZZA DELL’AZIONE
ATTUALE
3. MODIFICA DELL’AZIONE ATTUALE
Utilità del confronto nel neuroleso destro
• Migliora la capacità di sintesi “non devo più stare attenta a
troppe cose”
• Migliora la qualità dell’apprendimento “ho capito il senso
dell’esercizio e l’ho ritrovato”
• Migliora più rapidamente la percezione del corpo « mi
sono ricordata del contatto della mano con il pane e mi è
servito per sentire meglio l’appoggio sul tavolo
• Migliora l’interezza del sé « mi sembra di aver ritrovato me
stesso»
IL PROFILO
Attenzione (non sa confrontare informazioni che provengono
dall’emicorpo
dall’emicorpo di destra e di sinistra, difficoltà nella selezione, sintesi
e trasformazione delle informazioni, attrazione attentiva compulsiva e
difficoltà nel disincorarla…)
disincorarla…)
Memoria e Linguaggio (ricorda e parla dell’ambiente e del
contesto ove si svolge l’azione ma non del corpo che agisce …)
Rappresentazione spaziale (difficoltà nell’anticipare lo svolgersi
dell’azione e nel controllo finale dell’azione prevista , difficoltà nelle
rappresentazioni del corpo e dello spazio di sinistra nell’azione,
difficoltà nell’intenzionarsi
nell’intenzionarsi nei confronti dell’azione…)
Organizzazione della linea mediana (alterazione della posizione
assunta dal corpo nelle azioni, difficoltà ad organizzare motoriamente
azioni biartuali)
biartuali)
IL CONFRONTO NEL
NEUROLESO SINISTRO
Attenzione (“che confusione… è come un puzzle…i pezzi ci sono ma non
si sa dove e come metterli”.
non sa considerare più informazioni contemporaneamente e non sa dare
senso alle diverse parti del corpo all’interno dell’azione
Incapacità di dirigere l’attenzione verso gli elementi più significativi
Attenzione ad un elemento per volta
Incapacità di prendere in considerazione più di una variabile
Difficoltà a spostare l’attenzione da un elemento per dirigerla verso un altro
Linguaggio Errori spaziali e temporali
Rappresentazione Difficoltà a creare l’immagine della parte destra del
proprio corpo, talvolta anche del corpo degli altri
Molta difficoltà ad evocare la immagine prelesionale (c’è un vuoto, non
ricordo, proprio non riesco a ricordare)
Difficoltà di immaginare il gesto anche nella parte sinistra
Difficoltà nell’immagine degli elementi distali (avambraccio e mano,
gamba e piede)
IL «COME» EFFETTUA IL
CONFRONTO
Quasi mai spontaneamente
(consapevolezza dell’azione attuale, scelta del
comportamento adatto, mancanza di riflessività …)
Non attua comportamenti di ricerca
(ipotesi fissa, alterazione del ragionamento logico…)
Non attua comportamenti di verifica
(difficoltà nella progettualità e nella
intenzionalità…)
Il confronto attuato non conduce alla
costruzione di informazioni corrette
IL «COSA» confronta
Conduce il confronto a livelli diversi
senza integrarli: solo ad un livello
superficiale “a destra bene, a sinistra non so» o
solo sensitivosensitivo-cognitivo «a sinistra è come se
qualcosa mi tirasse giù»,
giù», «non c’è lo spazio»
spazio» o solo
fenomenologicofenomenologico-emotivo «questa parte è un
ingombro»
IL «Se e QUANDO» confronta
Spontaneamente non ritiene mai utile
usare il confronto per modificare le
proprie azioni.
La modifica del suo comportamento
tenta di attuarla solo attraverso la
volontà
H.O. Karnath, 2002/2003
Il disturbo del neglect
è basato
su deficit a livello
di meccanismi neurofisiologici che
riguardano l’informatività (selezione,
sintesi, trasformazioni)
A
s g
sia (Babinski 1914): mancato riconoscimento
della propria malattia. Il paziente non mostra segni di
sofferenza psicologica per la sua condizione.
A
s diaf ria: pur riconoscendo il proprio stato di
malattia mostra un atteggiamento di indifferenza.
S
at parafre ia: produzione di idee deliranti
concernenti il lato dello spazio corporeo e/o
extracorporeo che viene ignorato.
E ia
psia atera e si istra: cecità per la metà
sinistra del campo visivo. Questa non giustifica
l’eminegligenza, in quanto pazienti che ne sono affetti
senza eminegligenza sono pienamente coscienti dei
loro deficit sensoriali e cercano di risolverli con i
movimenti del corpo.
L’EMILATO SINISTRO
“SEMBRA” AVERE NOTEVOLI
DISTURBI DELLA SENSIBILITA’
IN GENERE
L’EMILATO SINISTRO NON
VIENE SPONTANEAMENTE
PERCEPITO («no, non ho sentito nulla»; «non
è cambiato nulla»; «mi sembra uguale a prima»)
L’ATTENZIONE, IL
CONFRONTO E
L’INTEGRAZIONE
MULTISENSORIALE
RIDUCONO
NOTEVOLMENTE IL
DEFICIT
SENSITIVO/PERCETTIVO
LA PERCEZIONE MIGLIORA
ULTERIORMENTE ATTRAVERSO
L’ATTIVAZIONE DI PROCESSI
DI ANTICIPAZIONE
( DI PREPARAZIONE “COSCIENTE”
ALLA PERCEZIONE, IMMAGINE
MOTORIA)
Deficit a livello di
rappresentazione spaziale
Bisiach, 1978/1986
Zorzi, Priftis e Umiltà, 2002
Il circuito leso (fronto-cingolo-parietale)
sarebbe indispensabile per la rappresentazione analogica
(pittorica) del mondo esterno.
I pazienti con eminegligenza sarebbero incapaci di
rappresentarsi in modo integrato gli elementi del mondo
esterno
I pa"ie te se bra ric
scere i
a iera separata u e e e t per
v ta& g i e e e t ri a e
separat dag i a tri e i a at riesce
a ric struire u i sie e ega d
ad u ric rd a qua c sa che esiste
e a sua fa tasia)
c ega d
a qua t percepit c creta e te i
que
e t
1. un'attrazione compulsiva verso qualsiasi stimolo
ipsilesionale indipendentemente da fattori
contestuali (Snow e Mattingley, 2006)
2. un deficit selettivo nella capacità di disancorare
l'attenzione da questi stimoli dipendente da fattori
contestuali (Ptak and Schnider, 2006).
Inadeguata elaborazione di informazioni
relative allo spazio corporeo tra parte destra
e sinistra
DISORGANIZZAZIONE DELLA
LINEA MEDIANA
“Qua c sa che
er ,
i tira gi+) u buc
Questa parte - u i g
c’-
spa"i
C’- tr pp spa"i
H paura di cadere
br
La linea mediana
geometrica
psicologica
fisiologica
Caminiti, 1979
Barbaresi e Conti,1986
Manzoni e coll.,1989
Taoka,1998
“La linea mediana rappresenta una unità funzionale coordinata attraverso l’organizzazione
di un circuito inter-emisferico bidirezionale” (Manzoni e coll. 1986)
“La linea mediana corrisponde all’ “egocentro”: punto di riferimento necessario per
proiettare nello spazio le diverse parti del corpo” (Karnath, 1994)
Guida il comportamento
per quanto riguarda
la sua organizzazione
dxdx-sn.
sn.
Permette cioè
di “oltraggiare” la simmetria
senza rischio di perdere
l’equilibrio .
( Concede
di non essere obbligati
a mantenere sempre
la simmetria)
Il confronto tra destra e sinistra…
a livello di bacino
Relazioni spaziali e di contatto
Si inizia dalla parte sana…..
Parte plegica
Relazioni di contatto
Scarica