con Madonna col Bambino ei santi Nic

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Madonna col Bambino
e i santi Nicola, Michele,
Giovanni battista e
Margherita d’Ungheria
(prima metà del XV sec.),
tempera su tavola di
Stefano di Giovanni, detto
il Sassetta (scuola senese).
Sarcofago con trionfo
di Dioniso e Vittorie alate
(160 d.C. ca); in marmo
delle Alpi Apuane raffigura
la battaglia fra Dioniso e le
Amazzoni. Desta interesse la
plasticità delle figure e la loro
movimentazione evidenziata
dalla torsione dei corpi
combattenti.
Soffitto ligneo a cassettoni
istoriati (1536?) realizzato
da Michelangelo Leggi, detto
il Mezzanotte. Crocifissione
(terzo decennio del XIV sec.)
di Pietro Lorenzetti.
Beato Angelico
(Vicchio di Mugello
1395 ca-Roma 1455).
Fra Giovanni da Fiesole,
detto il Beato Angelico,
fu un frate domenicano
che illustrò soltanto temi
sacri perché riteneva la
pittura uno strumento
utile alla salvezza delle
anime. Nelle sue opere
permangono i fondali in
oro di retaggio medievale
e il realismo e la prospettiva
tipici del Rinascimento.
I lavori dell’Angelico
sono caratterizzati da
un cromatismo delicato
e brillante e dall’uso di
una luce piena, capace
di sottolineare figure ed
oggetti creando zone
d’ombra concrete.
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Ex Chiesa del Gesù
Il complesso architettonico del Gesù, fatto edificare tra il
1498 e il 1505 dalla Confraternita laicale del Buon Gesù,
si componeva di una chiesa superiore (quella, appunto,
del Gesù destinata, a partire dai primi anni del ’700, a
diventare il Battistero della Cattedrale) e di un oratorio
inferiore, ad uso dei membri della Compagnia.
La chiesa superiore, ad una sola navata, custodisce delle
vere e proprie perle artistiche. Lo stupendo soffitto ligneo (1536?, legno di pioppo dipinto e parzialmente dorato) è opera di Michelangelo Leggi, detto il Mezzanotte
(Cortona ?-1544) ed è composto, tra gli altri elementi,
da 45 grandi ottagoni in cui sono inseriti i simboli della passione di Cristo e il monogramma IHS (associato,
come già detto, a S. Bernardino).
All’interno trovano collocazione: l’Assunta (primo decennio del XV sec.), tempera su tavola di Martino di Bartolomeo (Siena 1389-1434); S. Francesco, s. Bernardino
da Siena e s. Antonio da Padova (sesto decennio del XV
sec.), tempera su tavola di Domenico di Michelino (Firenze 1417-1491) e il trittico, su sfondo dorato, di Stefano
Musei
di Giovanni, detto il Sassetta (1392-1450) – proveniente
dalla Chiesa di S. Domenico – con Madonna col Bambino
e i santi Nicola, Michele, Giovanni battista e Margherita
d’Ungheria, e sulla cornice L’arcangelo Gabriele, Agnus
Museo Diocesano
Madonna col Bambino
e i santi Matteo, Giovanni
battista, Giovanni evangelista
e Maria Maddalena; sulla
cornice: L’arcangelo Gabriele,
Agnus Dei e la Vergine
Annunziata; sulla predella:
episodi della Vita di san
Domenico. Questa tempera
su tavola fu realizzata dal
Beato Angelico nel 1438
per la Chiesa di S. Domenico.
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Fonte battesimale (1474)
in marmo, eseguito da
Ciuccio di Nuccio e racchiuso
entro una balaustra. Sulla
faccia centrale è scolpito
il Battesimo di Gesù e in
quelle laterali dei putti.
Pagina seguente
Annunciazione (1434-36),
capolavoro di Fra Giovanni
da Fiesole, detto il Beato
Angelico (Vicchio di Mugello
1395 ca-Roma 1455).
Nell’opera, commissionata
da un mercante di tessuti per
la Chiesa di S. Domenico,
la Madonna e l’Angelo
sono dolcemente e
armoniosamente ritratti
all’interno di un raffinato
porticato che evidenzia la
ricercata e mirabile visione
prospettica. Per sottolineare
l’altissimo valore religioso del
dipinto, in alto a sinistra si
scorgono le figure di Adamo
ed Eva che, cacciati dall’Eden,
fanno da contraltare a Colei
che ha accettato la maternità
affinché si compisse il divino
disegno di salvezza.
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Dei e la Vergine Annunziata; gli abiti dei santi sono notevolmente colorati e quello di s. Nicola (primo a sinistra)
è particolarmente regale e sontuoso. Nella sala trova posto anche la Crocifissione (terzo decennio del XIV sec.),
tempera su tavola di Pietro Lorenzetti; alle estremità dei
bracci ci sono Dio Padre, la Madonna e s. Giovanni evan­
gelista. Vi è, inoltre, la tempera su tavola (1438) di Guido di Pietro, poi Fra Giovanni da Fiesole, detto il Beato
Angelico (Vicchio di Mugello 1395 ca-Roma 1455) con
la Madonna col Bambino e i santi Matteo, Giovanni bat­
tista, Giovanni evangelista e Maria Maddalena; mentre
sulla cornice sono L’Arcangelo Gabriele, Agnus Dei e la
Vergine Annunziata e sulla predella episodi della Vita di
san Domenico. Nel trittico, a sfondo dorato, la Madonna
è raffigurata al centro, seduta su un trono la cui copertura si compone di un arco sostenuto da piccole colonne, mentre dal fondo appaiono figure di angeli; l’insieme
rende molto efficace la prospettiva. Da notare con attenzione l’intensità dei colori usati.
In questo eccellente ambiente spicca l’Annunciazione
(1434-1436), sublime dipinto su tavola del Beato Angelico. In questa famosa Annunciazione, una delle cinque
realizzate dal frate domenicano, i colori sono luminosi,
le vesti impreziosite da ornamenti e la totalità infonde
un’emozionante bellezza e serenità. Sulla predella è possibile apprezzare, per la dovizia di dettagli e la descrizione del paesaggio, le Storie della Vergine, tra cui l’Appa­
rizione a s. Domenico.
Anche l’Assunzione della Vergine coi santi Benedetto e
Scolastica (1470-1475 ca), un magnifico dipinto su tela
di Bartolomeo della Gatta (Firenze 1448-1502) proveniente dal monastero benedettino delle Contesse, è
sistemato nell’ex Chiesa del Gesù. La grande opera (cm
389x237) domina la parete sinistra sulla quale è collocata. La scena, di assoluta suggestione e notevole pregio,
è divisa in due parti: in quella inferiore è rappresentato
il sepolcro vuoto di Maria (davanti al quale stanno inginocchiati s. Benedetto e s. Scolastica) circondato dai Dodici Apostoli e di essi i più vecchi hanno visi emaciati per
l’estasi o la riflessione. In quella superiore, contornata
da eleganti angeli, è la Madonna in tutta la sua soavità
e dolcezza, che dona la Sacra Cintola a san Tommaso,
l’unico personaggio ritratto di spalle, con i piedi vicini al
sepolcro e lo sguardo rivolto al cielo.
Dove un tempo era l’altare maggiore ora è esposto il quattrocentesco Fonte battesimale in marmo, opera del cortonese Ciuccio di Nuccio. Originariamente era situato nella
Cattedrale di S. Maria Assunta (già Chiesa di S. Vincenzo).
Musei
Chiese
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Ex Sacrestia della Chiesa del Gesù
Nella sacrestia, che era tale finché la chiesa è rimasta
officiata, sono oggi custodite alcune preziose opere che
provengono dalla trecentesca Chiesa di S. Margherita,
distrutta nella seconda metà del XIX secolo per edificare
l’attuale Santuario. Si possono, perciò, ammirare le realizzazioni più arcaiche esposte al Museo, quasi tutte di
ambiente senese (anche se non mancano quelle di ambiente aretino): Madonna col Bambino in trono e quattro
angeli (terzo decennio del XIV sec.), tempera su tavola,
firmata da Pietro Lorenzetti (doc. 1306-1345) con un
esametro latino; Madonna col Bambino (1336 ca), tempera su tavola di Niccolò di Segna; Andata sul Calvario
(frammenti, quinto decennio del XIV sec.), affresco di Pietro Lorenzetti staccato dal Santuario di Santa Margherita,
e i frammenti degli straor­dinari affreschi che, attribuiti
ai Lorenzetti, ornavano l’interno dell’antica Chiesa di S.
Margherita. Da osservare il dossale d’altare con S. Mar­
gherita da Cortona e storie della sua vita (1298-1299,
poco dopo la morte della santa) di ignoto pittore aretino,
proveniente dal Monastero di S. Chiara. Da notare le due
Madonne col Bambino (inizi XIV sec.) in marmo, di ambito senese, provenienti dalla Chiesa di S. Margherita; una
di esse è attribuita a Gano di Fazio da Siena.
S. Margherita da Cortona
e storie della sua vita
(1298-1299), di ignoto
pittore aretino. È ritenuta
l’immagine più datata della
santa e per questo motivo
assume natura documentaria.
Andata sul Calvario di Pietro
Lorenzetti, frammento
di affresco in cui si può
contemplare l’espressione
fortemente drammatica del
viso, segnato dalla fatica,
di Gesù che porta la croce.
Madonna col Bambino
(inizi XIV sec.), ascrivibile
a Gano di Fazio.
Assunzione della Vergine coi santi Benedetto e Scolastica (1470-1475 ca), Bartolomeo della
Gatta (Firenze 1448-1502).
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Musei
Museo Diocesano
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Oratorio del Gesù
Per accedere al sottochiesa del Gesù, che originariamente era l’Oratorio della Confraternita laicale del Buon
Gesù riservato agli incontri dei confratelli e di minore dimensione rispetto a quella odierna, si scende uno scalone realizzato, come l’ingresso monumentale, da Filippo
Berrettini nel 1643-1646, che prese il posto di una scala
a chiocciola. Per far ciò fu indispensabile ingrandire di
alcuni metri il salone, inserire sulla facciata un portale in
arenaria con cornice scolpita ed effettuare sulla piazza
una piccola aggiunta lungo la cinta muraria per garantire
il collegamento tra il piano della chiesa e il nuovo locale
venutosi a creare al di sopra della sacrestia (per decenni
sede dell’Archivio Capitolare).
In fondo allo scalone, vicino alla porta d’ingresso del­
l’oratorio, è Gesù crocifisso (1325 ca), tempera su tavola sagomata attribuita a Pietro Lorenzetti e rinvenuta a
metà del XX secolo.
Relativamente ai magnifici affreschi (1554-1555) che si
possono ammirare all’interno dell’oratorio, è da dire che
furono progettati da Giorgio Vasari e poi portati a compimento dal suo abile allievo Cristoforo Gherardi detto il
Doceno (Sansepolcro 1508-1556). Il ciclo pittorico sulle
pareti laterali si ispira ai sacrifici dell’Antico Testamento
quali quello di Isacco, Abramo, Abele e altri ancora (profetici, comunque, del Sacrificio di Cristo), sulla volta, inve-
Elegante scalone in pietra
(1643-1646) di Filippo
Berrettini che collega la
chiesa superiore all’oratorio
inferiore. Alle pareti sono
sistemati i bozzetti per le
stazioni della Via Crucis di
Gino Severini, eseguiti poi
in mosaico lungo via Santa
Margherita.
Gesù crocifisso (terzo
decennio del XIV sec.),
Pietro Lorenzetti, tempera
su tavola sagomata.
Oratorio cinquecentesco
affrescato da Cristoforo
Gherardi detto il Doceno.
Pietà tra le tre Marie,
terracotta policroma
cinquecentesca, ritenuta
opera della bottega
di Benedetto Buglioni.
ce, sono affrescati tre episodi particolarmente significativi
ed evocativi del Nuovo Testamento: la Trasfigurazione, la
Discesa al Limbo di Gesù e la Conversione di Saulo.
Molto interessanti da osservare sono gli stalli lignei
(1517) lavorati e intagliati da Vincenzo di Pietro Paolo da
Cortona (Cortona 1450-1517). Sul fondo della sala troneggia una splendida Pietà tra le tre Marie (1515-1520
ca), ascrivibile alla bottega di Benedetto Buglioni.
Sala Signorelli
In questa sala sono custodite ed esposte quasi tutte le
opere che il sublime artista aveva eseguito per Cortona
e che poi erano state sistemate in Cattedrale, a S. Margherita e nella Chiesa del Gesù.
La raccolta di tanti capolavori nasce dall’esigenza di attribuire i giusti onori e meriti al noto Maestro che nel XV
e XVI secolo contribuì a rendere grandioso e luminoso
il Rinascimento italiano, ma è anche indispensabile per
evidenziare la sua produzione e distinguerla da quella
della sua bottega.
Il visitatore può, quindi, apprezzare con vivo interesse e
compiacimento: l’Adorazione dei pastori (1522 ca), dipinto dalla bottega di Luca Signorelli, proveniente dalla
Chiesa di S. Francesco; il Compianto sul Cristo morto
(1501-1502), dipinto su tavola, una delle migliori opere
di Luca Signorelli presenti a Cortona; l’Adorazione dei
pastori (1521-1524), tempera su tavola della bottega di
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Musei
Museo Diocesano
Luca Signorelli
(Cortona 1445 ca-1523).
Il più famoso tra i cortonesi,
celebrato nelle Vite di
Vasari che lo definì capace
di “ingegno, di invenzione
bizzarra e capricciosa,
di trovate, virtuosismi”.
Fu allievo di Piero della
Francesca anche se
fondamentali per la sua
formazione furono, poi,
gli stimoli dell’ambiente
artistico fiorentino con
cui venne in contatto.
Caratteristiche della sua
pittura sono il dinamismo
e la forte plasticità nonché
la perfezione e bellezza
classica nella resa dei
corpi (queste ultime
riprese, in modo peculiare,
dallo studio dell’opera e
dell’arte del Pollaiolo). Nel
1482, a Roma, collaborò
con il Perugino alla
realizzazione degli affreschi
nella Cappella Sistina
dipingendo, insieme a
Bartolomeo della Gatta, la
parte relativa alla Morte di
Mosè. Tra le sue opere più
belle si ricorda: il grande
ciclo di affreschi, compiuto
nel Duomo di Orvieto,
raffigurante scene del
Giudizio Universale
(con le storie dell’Anticristo,
la Resurrezione della carne,
l’Inferno e il Paradiso, tratte
da La Divina Commedia
di Dante Alighieri);
La Flagellazione (1475 ca),
contenuta nella Pinacoteca
di Brera a Milano e il San
Giorgio conservato
a Londra.
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Adorazione dei pastori
(1521-1524), bottega di Luca
Signorelli. Alla realizzazione
dell’opera, soprattutto per
quanto riguarda il gruppo
dei pastori, ha contribuito
non soltanto Francesco
Signorelli ma anche un
altro pittore, individuabile
in Antonio di Donnino del
Mazziere. Nella tempera
su tavola la figura di
Giuseppe, titolare dell’altare,
è collocata al centro della
rappresentazione.
Pagina seguente
Compianto sul Cristo morto
(1501-1502), Luca Signorelli,
dipinto su tavola per l’altare
della Chiesa di S. Margherita
a Cortona; trasferito poi
nel Duomo a metà del XVIII
secolo, fu portato al Museo
Diocesano nel 1945.
La scena in primo piano
(con un notevole uso
del colore oro) è
altamente drammatica
ma particolarmente intense
sono anche quelle sullo
sfondo; a sinistra, infatti,
si può notare una piccola
ma densa Crocifissione con
un grande affollamento
di persone, cavalli, cavalieri
e bandiere, mentre a destra
la Resurrezione. Secondo
quanto scrive Vasari
nelle Vite, la perfezione
anatomica del corpo di Cristo
deriverebbe dall’osservazione,
da parte di Signorelli, del
corpo del figlio morto
di peste nel 1502. Nella
predella sono raffigurate
l’Ultima Cena, la Preghiera
al Getsèmani, l’Arresto
di Gesù, la Flagellazione.
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Luca Signorelli e qui trasportata dalla Chiesa superiore
del Gesù; la Comunione degli Apostoli (1512), dipinto
su tavola di Luca Signorelli; l’Allegoria dell’Immacola­
ta Concezione (1521-1523), di Luca Signorelli e collaboratore, dipinto su tavola; l’Assunzione della Vergine
(1519-1520), di Luca Signorelli e bottega, dipinta per
l’altare maggiore della Cattedrale – tale tavola ha un
impatto cromatico molto interessante per l’utilizzo di
colori vivaci e lucenti (rosso, verde, giallo, oro) sugli
ampi mantelli –; la Presentazione di Gesù al Tempio e
predella (1521 ca), opera della bottega di Luca Signorelli
proveniente dall’oratorio della Madonnuccia di Piazza;
la Madonna col Bambino e i santi Michele arcangelo,
Antonio da Padova, Bernardino da Siena e Nicola da
Bari (1515 ca), bottega di Luca Signorelli, tempera su
tavola; la Madonna col Bambino e i santi Francesco,
Ludovico da Tolosa, Bonaventura e Antonio da Padova
(1510-1515 ca), di Luca Signorelli e aiuti, tempera su
tavola.
Musei
Chiese
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