unità I pianeti sono stati identificati, fin dall’antichità, come corpi celesti “vaganti” sullo sfondo apparentemente immobile della volta celeste. Oggi sappiamo che essi, insieme alla Terra e ad altri corpi minori, fanno parte di un unico sistema, il Sistema Solare: hanno un’origine comune, che risale a circa cinque miliardi di anni fa, e subiscono tutti l’attrazione gravitazionale della stella Sole, che li trattiene in orbita intorno a sé. 2 Il Sole e i suoi pianeti Da circa cinquant’anni le missioni spaziali hanno consentito, per la prima volta nella storia umana, l’esplorazione diretta del Sistema Solare. In particolare, le sonde automatiche hanno raccolto e inviato a Terra immagini e dati sul Sole, sui pianeti e sui loro satelliti. 3 lezione lezione 1 Il Sistema Solare lezione 50 B Il sistema Terra nello spazio La Luna, il satellite della Terra Il satellite naturale del nostro pianeta, la Luna, è il corpo celeste più legato alla vita degli esseri umani, insieme al Sole. Il ciclo delle fasi lunari, per esempio, è stato alla base di molti calendari. La combinazione dei suoi moti fa sì che ne vediamo sempre la stessa faccia; la sua posizione relativa rispetto al Sole e alla Terra permette che si verifichino, in particolari condizioni, gli spettacolari eventi di eclissi. FOCUS/TECH/ASTRO Comunicare con lo spazio C’era una volta un pianeta © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 50 ATTIVITÀ 27-01-2009 12:31:41 Che cosa vedi? Un “ritratto” non del tutto fedele del Sistema Solare: immagina che il Sole si trovi oltre il margine sinistro di questa doppia pagina; seguono, da sinistra, i quattro pianeti terrestri, Mercurio, Venere, Terra e Marte, la fascia degli asteroidi, quindi i quattro pianeti gioviani, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Le distanze fra i pianeti, naturalmente, non sono in scala, ma lo sono l’ordine e le dimensioni reciproche. La Terra, così come gli altri corpi del Sistema Solare, risente dell’attrazione gravitazionale del Sole. Il suo movimento nello spazio è la combinazione della rotazione che compie intorno al proprio asse in circa 24 ore, e dell’orbita ellittica che percorre intorno al Sole nel corso di un anno. Questi moti sono responsabili dei due cicli che influenzano ogni aspetto della nostra vita: l’alternarsi del dì e della notte e il ciclo delle stagioni. L’Universo oltre il Sistema Solare archivio PPBM 5 lezione lezione 4 I moti della Terra 51 Poiché non abbiamo la possibilità di sperimentare “sul campo” la composizione e la struttura delle stelle, delle galassie e, a maggior ragione, dell’intero Universo, dobbiamo fare ricorso a tutte le informazioni che la luce delle stelle porta con sé per formulare teorie sulla natura e sull’evoluzione degli oggetti celesti. FOCUS/EDU Esploratori o colonizzatori? ATTIVITÀ © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 51 VISUALIZZA & ESPLORA Lontano nello spazio e nel tempo 27-01-2009 12:31:55 unità lezione B 1 Il Sistema Solare 1 figura 2 52 La galassia M51, molto simile alla nostra, vista in sezione. OBIETTIVI Ω conoscere la struttura del Sistema Solare Ω conoscere le origini del Sistema Solare Ω descrivere le leggi che regolano i moti dei pianeti 2 figura 1 Il Sistema Solare è composto da 8 pianeti e da altri oggetti più piccoli. 1 Pianeti, satelliti e corpi minori Fin dall’antichità, osservando il cielo notturno furono identificati alcuni oggetti che sembravano “vagare” fra le stelle, i ˘pianeti (dal greco planetes, erranti). Oggi sappiamo che gli otto pianeti Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono corpi celesti che, insieme ad altri oggetti minori, sono “trattenuti” in continuo movimento intorno al ˘Sole: essi costituiscono la parte principale del ˘Sistema Solare (figura 1). Alcuni pianeti, come la stessa Terra, sono circondati da lune, o satelliti naturali. Il cielo notturno, inoltre, è attraversato spesso dalle scie luminose delle stelle cadenti, piccoli corpi vaganti nello spazio e attratti dalla Terra, sulla quale cadono, disintegrandosi quando entrano nell’atmosfera terrestre. Si tratta delle meteore, che prendono il nome di meteoriti se arrivano a toccare il suolo. Meteore e meteoriti sono solo alcuni dei milioni di asteroidi che esistono nello spazio, le cui dimensioni vanno da pochi metri a quelle di piccoli pianeti. Sono avanzi della formazione del Sistema Solare che ancora oggi circolano fra i pianeti, concentrandosi in alcune zone dove costituiscono delle vere e proprie fasce: le più importanti sono la fascia degli asteroidi fra Marte e Giove e la fascia di Kuiper, esterna a Nettuno, il cui membro di spicco è Plutone, a lungo considerato un pianeta. All’esterno di tutto il sistema c’è un involucro sferico che contiene miliardi di altri corpi di piccole dimensioni che, durante le loro scorribande per il Sistema Solare, possono divenire molto appariscenti: le comete. FASCIADI+UIPER | La Galassia Se il cielo notturno è particolarmente limpido e non “inquinato” dalla luce diffusa dei centri urbani, si riesce a osservare una striscia di stelle talmente fitte da sembrare una nube luminosa: la Via Lattea. È ciò che noi vediamo della Galassia, l’enorme sistema stellare, costituito da oltre 100 milioni di stelle, al quale appartiene il Sistema Solare (vedi Lezione B5). Se potessimo osservarla “dall’esterno”, vedremmo che ha la forma di un disco, con un nucleo centrale e alcuni bracci a spirale che si allungano a partire dalla zona centrale: il Sistema Solare è situato alla periferia di uno di questi bracci. Solo all’inizio del secolo scorso si riuscì a stabilire con certezza l’esistenza di altri sistemi stellari simili, denominati ˘galassie (con l’iniziale minuscola). Oggi sappiamo che l’Universo è popolato da miliardi di galassie, molte delle quali sono osservabili grazie ai telescopi di ultima generazione (figura 2). 2 Nascita e formazione del Sistema Solare Il Sole è una stella, cioè un corpo celeste che emette energia prodotta al suo interno. Pur essendo una stella di medie dimensioni, è il corpo più grande del Sistema Solare: da solo comprende oltre il 99% della materia di cui è formato quest’ultimo. Il Sole, come tutte le stelle, è costituito in prevalenza da idrogeno (H) che, attraverso reazioni di fusione termonucleare, si trasforma progressivamente in un altro elemento: l’elio (He). A temperature di milioni di gradi e pressioni enormi – proprio come accade nel nucleo del Sole e di tutte le stelle – i nuclei degli atomi di idrogeno possono “fondersi” e dare origine a nuclei di atomi di elio. Durante questo processo si libera un’enorme quantità di energia che attraversa il Sole e si diffonde in tutto il Sistema Solare. .ETTUNO ENERGIA NUCLEI DIIDROGENO 5RANO FASCIADEGLIASTEROIDI 3OLE -ERCURIO 6ENERE -ARTE 3ATURNO 4ERRA 'IOVE PRESSIONEETEMPERATURA ALTISSIME NUCLEO DIELIO Ciò avviene da circa 5 miliardi di anni, cioè da quando, attraverso le fasi descritte di seguito, il Sistema Solare si è formato (figura 3). ” Probabilmente a causa dell’onda di compressione prodotta dall’esplosione di una stella, una delle numerose nebulose, “nuvole” di polveri e gas, della Galas- © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 52 27-01-2009 12:32:03 COLLASSO GRAVITAZIONALE L’acqua nel Sistema Solare NUBEDIGASEPOLVERI Fra tutti i pianeti del Sistema Solare, solo la Terra presenta condizioni adatte alla presenza dell’acqua allo stato liquido in superficie. Nel grafico vengono riportate la pressione e la temperatura riscontrabili sulla superficie dei vari pianeti: sulla Terra e su Marte l’escursione termica fra le varie zone e i vari periodi permette la presenza dell’acqua in diversi stati fisici, ma su Marte, a causa della bassa pressione, l’acqua non può presentarsi stabilmente nella fase liquida. Leggi attentamente la Lezione, poi osserva il grafico e rispondi alle domande che seguono. NEBULOSAINROTAZIONE COLLASSO EAPPIATTIMENTO 0RESSIONEATM NEBULOSASOLARE PROTOSOLE PROTOPIANETI 3ISTEMA3OLARE sia cominciò a contrarsi. Condensandosi, a causa della rotazione, prese una forma lenticolare, tondeggiante e appiattita. ” Nella zona centrale della nebulosa, dove la materia Gli stadi della formazione del Sistema Solare. '()!##)/ !#15!,)15)$! 6ENERE 3ATURNO 5RANO 4ERRA .ETTUNO 'IOVE 1 figura 3 53 6!0/2%!#15%/ -ARTE -ERCURIO FACCIARIVOLTAAL3OLE « « « si concentrava maggiormente, raggiunta una temperatura di un milione di gradi ebbe inizio la produzione di energia: si era “acceso” il Sole. 4EMPERATURA°# ” Quando l’energia emessa dal neonato Sole, ancora 3 A a b c d I pianeti A causa della distribuzione del materiale nella nebulosa originaria, i pianeti nelle vicinanze del Sole (pianeti terrestri o pianeti interni) risultarono piccoli, ma formati di materiali pesanti; più lontano, la grande abbondanza di gas diede origine a pianeti giganti, ma di bassa densità (pianeti gioviani o pianeti esterni). | Più vicini al Sole I pianeti terrestri sono Mercurio, Venere, Terra e Marte. Piccoli, solidi e densi, sono formati da materiali di peso specifico elevato, soprattutto silicati e metalli (ferro e nichel), simili a quelli che costituiscono la Terra. I pianeti terrestri possiedono tutti un’atmosfera abbastanza leggera: non possono infatti trattenere i gas più volatili a causa della vicinanza al Sole e della loro piccola massa. Solo Venere ha un’atmosfera densa perché è costituita da gas molto pesanti, soprattutto diossido di carbonio (96,4%) e tracce di acidi. Marte è dotato di un’atmosfera piuttosto rarefatta e presenta tracce di acqua in forma di ghiaccio sotto la superficie. Fra i pianeti interni, solo la Terra e Marte hanno satelliti naturali: la Luna gira attorno alla Terra e Phobos e Deimos attorno a Marte. Scegli la risposta o il completamento corretto. ˘ L’acqua è presente allo stato di vapore sul pianeta: Venere Giove Mercurio sia a sia c sono corretti ˘ Perché su alcuni pianeti l’acqua in superficie è sempre allo stato solido? a b c c B perché la temperatura superficiale è superiore a 0 °C perché la temperatura superficiale è inferiore a 0 °C perché tutti i pianeti sono terrestri perché tutti i pianeti sono gioviani E ora, pensaci bene... ˘ Quali sono i valori di pressione e temperatura che consentono all’acqua di esistere allo stato liquido sulla Terra? ˘ A quale temperatura l’acqua passa dallo stato liquido a quello solido? ˘ In quali stati si trova l’acqua nel punto in cui le curve del grafico si incontrano? IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO immerso nel materiale della nube, fu in grado di contrastare la contrazione, la radiazione iniziò ad allontanare dalle vicinanze della stella gran parte del materiale leggero, l’idrogeno e l’elio, e cominciarono a prendere forma i pianeti. B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 53 27-01-2009 12:32:17 B1 il sistema solare 4 Le leggi che regolano il moto dei pianeti I pianeti, i satelliti, le comete sono in continuo movimento nello spazio. I pianeti, in particolare, ruotano su se stessi attorno a un asse (moto di rotazione) e descrivono intorno al Sole percorsi, detti orbite, a forma di ellisse (moto di rivoluzione). L’ellisse, una linea chiusa simile a una circonferenza un po’ schiacciata, è una figura geometrica che si determina facendo riferimento a due punti chiamati fuochi: la somma delle distanze di un punto qualsiasi dell’ellisse dai due fuochi è costante. Il merito di avere scoperto la forma delle orbite e le leggi che regolano la velocità con cui i corpi celesti le percorrono è di Giovanni Keplero, astronomo tedesco vissuto a cavallo fra XVI e XVII secolo. Egli poté avvalersi delle precise osservazioni dell’astronomo danese Tycho Brahe, di cui fu assistente. Le leggi che regolano il moto dei pianeti sono note appunto come ˘leggi di Keplero. 54 1 figura 4 La cometa Hale Bopp. Il 23 marzo 1997 passò a “soli” 195 milioni di km dalla Terra. | I giganti del Sistema Solare I pianeti gioviani, esterni alla fascia degli asteroidi, sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Simili per dimensioni e composizione, sono costituiti da elementi leggeri, idrogeno ed elio, per la maggior parte allo stato liquido a causa della pressione elevata cui sono sottoposti. Le grandi masse di questi pianeti determinano un’intensa forza di attrazione gravitazionale, che spiega la presenza di numerosi satelliti: a Giove ne vengono attribuiti 63, a Saturno oltre 50. Un’altra interessante caratteristica dei pianeti gioviani è la presenza, intorno a ognuno di essi, di una serie di anelli: i più appariscenti sono quelli di Saturno, formati principalmente di particelle di ghiaccio. Prima legge di Keplero Stabilisce che i pianeti, muovendosi attorno al Sole, percorrono orbite ellittiche di cui il Sole occupa uno dei due fuochi (figura 5). A causa della forma della sua orbita, un pianeta non si trova sempre alla stessa distanza dal Sole: il punto dell’orbita in cui si trova più vicino al Sole è detto perielio, quello in cui si trova più lontano è detto afelio. PIANETA 3OLE FUOCHIDELL°ELLISSE | Oltre i pianeti All’esterno dell’orbita di Nettuno c’è la fascia di Kuiper, costituita da centinaia di corpi di notevoli dimensioni, il più noto dei quali è Plutone con il suo satellite Caronte. Il potenziamento degli strumenti di osservazione ha permesso di recente la scoperta di molti altri corpi di questa fascia, alcuni di grandi dimensioni, come per esempio 2005FY9, di 1800 km di diametro. La periferia del Sistema Solare è circondata da una nube di piccoli corpi, chiamata nube di Oort, formati da gas ghiacciati misti a polvere e frammenti rocciosi: le comete. Talvolta, per cause ancora ignote, alcune di esse entrano all’interno del Sistema Solare. Il calore solare produce la sublimazione, cioè il passaggio dei gas ghiacciati dallo stato solido a quello gassoso, dando origine alla chioma di gas che circonda il nucleo della cometa (figura 4). L’interazione fra la chioma e il vento di particelle solari (vedi Lezione B2) determina una scia, la coda, che, proprio a causa della direzione del vento solare, appare sempre rivolta in direzione opposta al Sole. PERIELIO AFELIO 1 figura 5 2 figura 6 Prima legge di Keplero. Il Sole occupa uno dei due fuochi dell’ellisse. Seconda legge di Keplero. La velocità del pianeta aumenta quando è vicino al Sole e diminuisce quando è lontano. RAGGIOVETTORE AFELIO PERIELIO AREEPERCORSE INTEMPIUGUALI © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 54 27-01-2009 12:32:21 ˘ Galassie Insiemi di stelle raggruppate dalla reciproca attrazione gravitazionale, che popolano l’intero Universo osservabile. ˘ Legge di gravitazione universale Fra due corpi si esercita una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. ˘ Leggi di Keplero Descrivono la forma delle orbite percorse dai corpi celesti intorno al Sole e le leggi che ne regolano la velocità. 55 ˘ Pianeta Corpo celeste che ruota attorno al Sole. I pianeti si distinguono in terrestri o interni, i più vicini al Sole, fra i quali c’è la Terra, e gioviani o esterni, i più lontani dal Sole. ˘ Sistema Solare Insieme di corpi celesti formato dal Sole, da 8 pianeti, da 63 satelliti principali e da corpi di minori dimensioni: comete, asteroidi e meteoriti. ˘ Sole Stella attorno alla quale orbitano la Terra e gli altri 1 figura 7 pianeta si muove attorno al Sole: il raggio vettore (la linea immaginaria che unisce il pianeta al Sole) spazza aree uguali in tempi uguali (figura 6). Ciò significa che la velocità del pianeta non è costante: è massima quando si trova in perielio e minima in afelio. Attrazione gravitazionale. La lunghezza delle frecce, che rappresenta l’intensità della forza, è inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra i due corpi. Terza legge di Keplero Mette in relazione le dimensio- ni delle orbite planetarie e il tempo impiegato a percorrerle: il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta (il tempo che esso impiega a compiere un’orbita completa) è proporzionale al cubo della sua distanza media dal Sole. I pianeti più vicini al Sole, quindi, percorrono le loro orbite più velocemente dei pianeti lontani. | La legge di gravitazione universale Le tre leggi di Keplero erano leggi sperimentali in grado di descrivere il movimento dei corpi celesti, ma non spiegavano quale forza “costringe” i pianeti a girare in orbita intorno al Sole. Lo scienziato inglese Isaac Newton, alla fine del XVII secolo, fu in grado di dimostrare che la forza che attrae una mela che cade verso terra è la stessa che obbliga la Luna a girare intorno alla Terra e che obbliga i pianeti a girare intorno al Sole. La ˘legge di gravitazione universale, da lui formulata, afferma che due corpi qualsiasi si attraggono con una forza che è direttamente proporzionale alle rispettive masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa (figura 7). Secondo la legge di Newton, quindi, ciascun pianeta viene attratto dal Sole con una forza che è direttamente proporzionale alla massa del Sole e a quella del pianeta, e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Lo stesso fenomeno si osserva fra i pianeti, fra i pianeti e i loro satelliti e, in generale, fra tutti i corpi dell’Universo, compresi tutti gli oggetti che si trovano sulla Terra sottoposti alla forza di gravità che essa esercita. Per queste ragioni, la legge formulata da Newton viene detta “universale”. corpi del Sistema Solare; emette energia attraverso reazioni termonucleari che trasformano l’idrogeno in elio. Prepara il test Scegli la risposta o il completamento corretto. 1. Il Sistema Solare: a b c d è formato soltanto da pianeti ha avuto origine da una nebulosa non contiene stelle si trova al centro della Galassia 2. Quale fra i seguenti pianeti è circondato da anelli? a b c d Venere Marte Saturno Mercurio 3. La velocità di un pianeta attorno al Sole è costante? a b c d sì no, è massima all’afelio e minima al perielio no, è massima al perielio e minima all’afelio tutte le risposte precedenti sono sbagliate Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. L’origine del Sistema Solare si fa risalire a 5 ......................... di anni fa. 5. Le ......................... hanno origine dalla nube di Oort. 6. ......................... è il più piccolo fra i pianeti terrestri. Vero o falso? 7. Il Sole è il corpo più grande del Sistema Solare. v f 8. Le orbite dei pianeti sono circolari. v f 9. L’attrazione gravitazionale fra due corpi è inversamente proporzionale alla loro massa. v f œ Guida allo studio a pagina 78 IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO Seconda legge di Keplero Stabilisce a quale velocità un B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 55 27-01-2009 12:32:24 unità lezione B 21 Il Sole e i suoi pianeti 56 OBIETTIVI Ω conoscere la struttura del Sole Ω descrivere le caratteristiche dei pianeti osservate dalle missioni spaziali 1 I risultati delle esplorazioni spaziali Il 4 ottobre 1957 è una data importante nella storia dell’umanità. Per la prima volta, un oggetto fabbricato dall’uomo entrava in orbita attorno alla Terra: si trattava dello Sputnik sovietico. Da quella data le missioni spaziali si sono susseguite sempre più freneticamente, per poi rallentare in anni recenti a causa dei costi elevati. Attualmente, si assiste a una ripresa delle esplorazioni, con obiettivi diversi e risultati forse ancora più significativi. Non potendo descrivere tutte le missioni, citeremo quelle più importanti per i risultati ottenuti, trascurando l’oggetto più studiato, la Luna, a cui dedicheremo una intera Lezione. 2 Il Sole Da quattrocento anni l’uomo rivolge la propria curiosa attenzione al Sole di cui, grazie alle dimensioni e alla vicinanza alla Terra rispetto alle altre stelle, si sono potuti studiare in dettaglio la superficie e alcuni fenomeni caratteristici. Già da due secoli è nota la struttura del Sole, divisa in tre zone (figura 1): ” il nucleo, la porzione più interna in cui avviene la reazione termonucleare che trasforma l’idrogeno in elio; 4 figura 1 Il Sole è formato da tre strati: il nucleo, la zona radiativa, la zona convettiva. La superficie del Sole è detta fotosfera. ” la zona radiativa, intermedia, nella quale l’energia prodotta dalla reazione termonucleare transita, sotto forma di onde elettromagnetiche, senza innescare movimenti nella materia; ” la zona convettiva, più esterna, in cui la materia si rimescola, dando alla superficie solare il caratteristico aspetto di gas in ebollizione. Anche l’˘attività solare è stata oggetto di studi approfonditi. Con questo termine si definisce il complesso di fenomeni che periodicamente disturbano la fotosfera, la parte superficiale del Sole, che raggiunge una temperatura di 6000 °C. Essa presenta una particolare tessitura granulare punteggiata da zone più scure, le macchie solari, dove la temperatura è inferiore, ma mostra anche brillamenti (vere e proprie esplosioni) e protuberanze formate da giganteschi getti di gas. L’attività solare segue un ciclo, che in media dura 11 anni. | Nuove scoperte... Negli anni ottanta del secolo scorso si pensava che, dopo secoli di osservazioni approfondite, sul Sole non ci fosse più nulla da scoprire, tanto che molti osservatori solari, fra cui il famosissimo Greenwich, furono chiusi. Le missioni spaziali aprirono però nuove prospettive sull’osservazione della nostra stella e dell’intero Sistema Solare, fornendo una grande quantità di dati e rimettendo in discussione molte delle teorie precedenti. Le missioni Skylab e SMM (Solar Maximum Mission) fornirono informazioni sulla parte più esterna del Sole, la corona, visibile dalla Terra soltanto durante le eclissi di Sole, e sul vento solare, il flusso continuo di particelle emesso dal Sole che investe tutti i corpi del Siste2 figura 2 Le osservazioni di SOHO. Il Sole ripreso dalla sonda SOHO attraverso un filtro per studiare in dettaglio le strutture della corona solare. FOTOSFERA ZONA CONVETTIVA ZONA RADIATIVA NUCLEO © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 56 27-01-2009 12:32:29 Un problema di soldi a 3 I pianeti terrestri b 1 figura 3 Mercurio e Venere. [a] Parte del bacino Caloris, su Mercurio; [b] immagine radar di uno dei vulcani di Venere. PASSAGGIOVICINOA6ENERE APRILE ORBITADELLA4ERRA MANOVRECORRETTIVE NELLOSPAZIOPROFONDO DICEMBRE LANCIO OTTOBRE PASSAGGIOVICINOA'IOVE DICEMBRE ORBITADI6ENERE ORBITA DI'IOVE PASSAGGIOVICINOALLA4ERRA AGOSTO A ORBITA DI3ATURNO Scegli la risposta corretta. ˘ Nella figura è rappresentato (in rosso) l’avventuroso viaggio della sonda Cassini. Quante volte la sonda ha sfruttato l’attrazione gravitazionale di un pianeta per accelerare la propria velocità? | Venere A causa della densa coltre di nubi che lo circonda, Venere è ancora oggi un pianeta misterioso. Dal punto di vista delle esplorazioni spaziali, ha rappresentato una grande delusione, in quanto gli astronomi, considerandolo il gemello della Terra, lo ritenevano un probabile candidato a ospitare la vita (figura 3b). Le sonde russe della serie Venera hanno dissipato ogni speranza: dopo nove tentativi infruttuosi, la sonda fu rivestita di ceramica così da resistere all’atmosfera acida del pianeta e poté atterrare. Sulla superficie di Venere le condizioni si rivelarono infernali: una densa atmosfera ricchissima di diossido di carbonio genera una pressione al suolo di 90 atm, dando origine a un intenso effetto serra che porta la temperatura media a circa 470 °C. Inoltre, su tutto il pianeta soffiano venti a una media di 400 km/h. ARRIVOA3ATURNO LUGLIO PASSAGGIOVICINOA6ENERE GIUGNO | Mercurio Mercurio era il pianeta meno noto, a causa delle sue piccole dimensioni e della sua vicinanza al Sole: non si conosceva nemmeno il periodo di rotazione. Le sonde Mariner 10 (1974-75) e Messanger (2008) hanno svelato un corpo con una superficie molto simile a quella lunare, completamente coperto di crateri, fra cui il più grande bacino da impatto conosciuto, il Bacino Caloris, di 1550 km di diametro (figura 3a). Il periodo di rotazione è di 58,646 giorni, pari a due terzi del periodo di rivoluzione attorno al Sole, 87,969 giorni. Questo ˘accoppiamento fa sì che su Mercurio il ciclo del dì e della notte duri il doppio del periodo di rivoluzione, cioè quasi 176 giorni terrestri. In qualsiasi punto di Mercurio, quindi, il Sole è visibile per 88 giorni terrestri, durante i quali le temperature superano i 400 °C; nella notte, altrettanto lunga, la temperatura scende a –100 °C. 57 a b c d B una volta due volte tre volte quattro volte E ora, pensaci bene... ˘ La sonda Cassini ha potuto misurare con precisione, lavorando in coppia con la sonda Galileo che si trovava già da anni nel sistema di Giove, la struttura del campo magnetico di questo pianeta. Attorno a quale data questo è avvenuto? ˘ Quanto è durato il viaggio della sonda Cassini verso Saturno e Titano? IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO ma Solare. Successivamente, la sonda SOHO (SOlar and Heliospheric Observatory) venne lanciata con lo scopo di studiare le caratteristiche della corona (figura 2). Grazie a SOHO si sono potute osservare più di 500 comete, non visibili dalla Terra, tuffarsi nel Sole e scomparire. La sonda ULYSSES fu fatta vagare per quasi tutto il Sistema Solare in modo da raggiungere la necessaria accelerazione attraverso l’˘assistenza gravitazionale dei pianeti, Giove in particolare. Ciò le ha permesso di lasciare il piano orbitale del sistema per raggiungere le regioni polari del Sole, le più difficili da osservare dalla Terra. Fino al 1992, quando una sonda veniva lanciata verso un corpo del Sistema Solare, si approntava un razzo che avesse la potenza sufficiente a portare il veicolo direttamente a destinazione. In seguito, drastiche restrizioni nei fondi non permisero più la costruzione di razzi così potenti e costosi. La conoscenza delle leggi fisiche permise di ideare questa soluzione: le sonde non venivano lanciate direttamente verso gli obiettivi, quando questi erano troppo lontani, ma verso pianeti più vicini e più facili da raggiungere i quali, con la loro attrazione gravitazionale, acceleravano ulteriormente la sonda. La massiccia sonda Cassini, durante il viaggio verso Saturno, ha sfruttato al massimo questa tecnica. Dopo avere letto attentamente questa Lezione, rispondi alle seguenti domande. B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 57 27-01-2009 12:32:31 B2 il sole e i suoi pianeti Per ottenere una mappa della superficie del pianeta, nel 1990 è stata mandata in orbita la sonda Magellano che ha disegnato una ˘mappa radar, rilevando molti vulcani, probabilmente ancora attivi. Attualmente, la sonda europea Venus Express, in orbita dal 2006, sta completando l’opera della Magellano dalla sua orbita polare. | Marte 58 Marte è stato la meta principale delle missioni spaziali: 35, fino al 2007. I primi importanti risultati si ottennero con il Mariner 9 e le sonde Viking, che rivelarono un pianeta diviso in due emisferi dall’aspetto molto diverso: un emisfero meridionale notevolmente craterizzato, costituito da terreni molto antichi, e un emisfero settentrionale decisamente più recente. Su Marte sono stati rilevati numerosi grandi vulcani, fra cui il più grande di tutto il Sistema Solare, il Monte Olimpo, alto 26 000 m; inoltre, sono state osservate estese tempeste di polvere che avvolgono periodicamente tutto il pianeta. Numerose missioni più recenti (i rover Spirit e Opportunity e le sonde Mars Express e Phoenix) hanno analizzato il suolo marziano e accertato la presenza nel sottosuolo del pianeta di una grande quantità di ghiaccio. L’esistenza di alcune strutture simili ai bacini idrografici terrestri sembra confermare che, in un lontano passato, le condizioni su Marte dovessero essere molto diverse e l’acqua fosse un elemento abbondante (figura 4). Esito negativo hanno dato invece le ricerche di materiale di origine organica, testimonianza della presenza, se non attuale almeno passata, di forme di vita. Attualmente sono in corso missioni su Marte e altre sono programmate per un futuro non lontano. 2 figura 4 Marte ripreso nel 2006 dalla sonda Mars Global Surveyor, in orbita attorno al pianeta per analizzare la composizione del suo suolo. 4 I pianeti gioviani | Giove La prima grande missione spaziale verso i pianeti esterni è stata quella delle sonde Voyager, che li hanno visitati tutti e quattro. Insieme ad altre che hanno visitato Giove di passaggio, hanno fornito un quadro abbastanza preciso del pianeta e dei suoi satelliti. Giove è costituito in prevalenza da idrogeno allo stato liquido e gassoso e da elio: il pianeta ha una struttura liquida all’interno della quale, probabilmente, si trova un nucleo di roccia e ferro. Il tutto è avvolto da una densa atmosfera di idrogeno, con grandi nubi di ammoniaca e metano disposte parallelamente all’equatore a causa della grande velocità di rotazione. Al bordo di queste fasce, l’interazione fra le diverse sostanze determina vortici che danno origine a fenomeni simili ai nostri tifoni, di durata lunghissima (figura 5). Molto interessanti sono le strutture esterne al pianeta: l’˘anello scuro, difficilmente visibile, e un complesso sistema di ˘satelliti, fra cui ne spiccano quattro di grandezza planetaria. Questi ultimi sono stati studiati in dettaglio dalla sonda Galileo. Il satellite Europa, in particolare, dovrebbe essere costituito da un nucleo roccioso avvolto da uno spesso oceano di acqua, coperta da uno strato di ghiaccio dello spessore di un paio di kilometri soltanto. Forse in queste condizioni potrebbero nascere forme di vita. | Saturno È il pianeta gemello di Giove, seppure di minori dimensioni. Le missioni Voyager ne hanno rilevato la struttura, i numerosissimi satelliti e il complesso sistema di anelli, formati da miriadi di particelle ghiacciate e polveri che possono assumere dimensioni assai variabili, da quelle di un corpuscolo fino al metro cubo. Ciascun anello ruota intorno al pianeta su una propria orbita (figura 6). La missione Cassini-Huygens è stata lanciata nel 1997 proprio con l’obiettivo di studiare il sistema di satelliti e anelli di Saturno. Nel gennaio 2005 il modulo Huygens è atterrato su Titano, il più grande satellite di Saturno e dell’intero Sistema Solare, che presenta una densa atmosfera, probabilmente molto simile a quella primordiale della Terra. A una temperatura di circa –170 °C, l’acqua in superficie si trova allo stato solido ed è costellata da ampi bacini di metano liquido. | Urano e Nettuno L’unica sonda passata nelle vicinanze di Urano e Nettuno è stata la Voyager 2, deviata dalla propria rotta nel 1989 per approfittare della disposizione favorevole dei due corpi celesti in quel periodo. Urano e Nettuno apparvero di un bel colore azzurro a causa della riflessione selettiva dello spettro della luce 3 figura 5 operata dal metano gassoso presente L’atmosfera nella loro atmosfera, più tranquilla di di Giove. quella di Giove e Saturno (figura 7). Da questa La struttura non è molto diversa immagine della sonda Galileo da quella degli altri pianeti gioviani, si rilevano ma la massa più piccola modifica la le bande chiare distribuzione interna, dove il nucleo e le fasce scure solido dovrebbe essere, in percentuadell’atmosfera le, più grande. Entrambi presentano di Giove e i cicloni che si un sistema di anelli: numerosi, ma innescano ai molto sottili, quelli di Urano, particonfini, fra cui la colari quelli di Nettuno, la cui strutfamosa macchia tura appare di spessore diverso nelle rossa, visibile varie parti. da 300 anni. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 58 27-01-2009 12:32:36 ˘ Accoppiamento Sincronizzazione fra i periodi di rotazione e di rivoluzione di due corpi celesti, l’uno in orbita attorno all’altro. ˘ Anelli Strutture che ruotano intorno a tutti i grandi pianeti; di spessore molto sottile, possono avere un’ampiezza variabile. Sono probabilmente formati da materiali che non si sono aggregati in satelliti a causa della grande massa del pianeta vicino. ˘ Assistenza gravitazionale Tecnica che sfrutta l’attrazione gravitazionale dei pianeti per accelerare e modificare la traiettoria delle sonde, permettendo loro di raggiungere regioni dello spazio altrimenti inaccessibili. 59 ˘ Attività solare Complesso di fenomeni che si sviluppano Le osservazioni delle sonde spaziali hanno riguardato anche altri corpi del Sistema Solare: nel 1991 la sonda Galileo, durante il proprio viaggio verso Giove, attraversò la fascia degli asteroidi e scattò le prime immagini ravvicinate di Gaspra, un asteroide roccioso, e dell’asteroide Ida con il suo piccolo satellite Dactyl. Nel 1997 la sonda NEAR, prima di raggiungere e schiantarsi nel 2001 sull’asteroide Eros, uno di quelli considerati pericolosi perché si avvicinano di più alla Terra, fotografò anche l’asteroide Mathilde, uno dei corpi più scuri del Sistema Solare, in quanto riflette solo il 4% della radiazione che lo investe. Le sonde tengono sotto osservazione anche le comete, perché gli scienziati ritengono, confortati ormai da molte osservazioni, che l’interazione fra radiazione solare e materiale cometario produca composti del carbonio essenziali alla vita. Nel 1986 la sonda Giotto passò a soli 596 km dal nucleo della cometa di Halley; nel 2005 la sonda Deep Impact penetrò nella cometa Tempel 1; nel 2006 la sonda Stardust prelevò e recapitò a Terra un campione di materiale cometario. Attualmente è in viaggio la sonda Rosetta, partita nel 2004, che raggiungerà nel 2014 la cometa Churyumov-Gerasimenko. 1 figura 6 Saturno e i suoi anelli. Una suggestiva immagine di Saturno in controluce (il Sole è oltre il pianeta rispetto all’osservatore), ripresa dalla sonda Cassini. sulla superficie del Sole: macchie solari, brillamenti, getti di gas; segue un ciclo, che in media dura undici anni. ˘ Mappa radar È una mappa costruita facendo uso del radar per stabilire il livello del suolo. Lo strumento posto sulla sonda che sorvola il pianeta emette un impulso il cui tempo di ritorno stabilisce a che livello è posto il suolo sottostante. ˘ Satellite Corpo celeste che orbita attorno a un pianeta. Alcuni satelliti presentano masse di grandezza planetaria come Ganimede, satellite di Giove, e Titano, satellite di Saturno, più grandi di Mercurio. Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. La produzione di energia nel Sole è dovuta alla fusione dell’idrogeno, che si trasforma in elio. Essa avviene: a b c d nella corona nella zona convettiva nella zona radiativa nel nucleo 2. La densa atmosfera di Venere è costituita principalmente da: 3 figura 7 Nettuno ripreso dalla sonda Voyager 2. Nell’atmosfera sono visibili una macchia scura e alcune nubi, bianche a causa della loro altezza. a b c d ossigeno azoto diossido di carbonio vapore acqueo 3. L’acqua che è stata rilevata su Marte si trova: a b c d in laghi e oceani nell’atmosfera sotto forma di ghiaccio nel sottosuolo sia b sia c sono corretti Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. La ......................... è il disco luminoso del Sole. 5. Il vulcano più alto del Sistema Solare è il Monte Olimpo che misura ......................... m. 6. Su Venere la temperatura media è di ......................... °C con venti che spirano a 400 km/h. 7. Gli ......................... di Saturno sono formati da particelle ghiacciate e polveri di dimensioni variabili. œ Guida allo studio a pagina 78 IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO 5 Asteroidi e comete B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 59 27-01-2009 12:32:40 FOCUS TECH Comunicare con lo spazio 60 La rete di comunicazione spaziale chiamata Deep Space Network permette di mantenere un contatto con le sonde in viaggio nel Sistema Solare. La sua impresa più famosa è il contributo al salvataggio dell’Apollo 13, nel 1970. Un salvataggio a distanza «Houston, abbiamo un problema». La nave spaziale Apollo 13 rischiava di distruggersi nello spazio, e con lei il suo equipaggio. L’allarme dell’astronauta Jim Lovell, reso famoso dall’interpretazione cinematografica di Tom Hanks, è stato captato con tempismo dal centro di riferimento della NASA, che ha guidato a distanza la navetta nella manovra d’emergenza. L’abilità di Lovell e compagni, unita alla prontezza dei tecnici di Houston, ha permesso il successo dell’operazione. Ma se gli astronauti dell’Apollo 13 sono riusciti a tornare sulla Terra sani e salvi, il merito è anche e soprattutto della rete di comunicazione chiamata Deep Space Network (DSN, in italiano “Rete dello spazio profondo”). Infatti, per risparmiare la poca energia rimasta, gli astronauti hanno dovuto spegnere i normali sistemi di comunicazione e affidarsi appunto al DSN, grazie a cui le loro voci continuavano ad arrivare alla base nitide e senza interruzioni. La rete è composta da tre centri di telecomunicazioni a larghissimo raggio, situati uno nel deserto della California, uno vicino a Madrid, in Spagna, e l’altro vicino a Canberra, la capitale dell’Australia: il motivo di questa dislocazione è che le tre località distano l’una dall’altra circa 120° di longitudine (un terzo della circonferenza terrestre), e ottimizzano così la possibilità di inviare e ricevere segnali da una sonda, in qualunque posizione si trovi nello spazio. Ognuno dei tre centri comprende diverse antenne, di cui la più importante e spettacolare è una grande antenna parabolica dal diametro di 70 metri. Un punto di riferimento per le sonde Il salvataggio dell’Apollo 13 è il successo più famoso del DSN, ma la rete, nata nel 1958, è in funzione ancora oggi, ed è usata soprattutto per le missioni spaziali senza equipaggio: le telecomunicazioni di questo tipo sono strumenti essenziali per controllare e mantenere la rotta, in assenza di un controllo umano a bordo. Per esempio la rete si è dimostrata fondamentale per recuperare la missione SOHO, che nel 1998 rischiava di fallire. In generale, tutte le sonde in viaggio nel Sistema Solare sono in contatto con il DSN, a cui trasmettono dati e da cui ricevono istruzioni. La sua importanza è sempre maggiore, dato il numero crescente delle missioni spaziali: si stima che nel 2020 il numero di sonde in contatto con il DSN sarà il doppio rispetto al 2005. Oltre che come supporto per le comunicazioni, il DSN viene utilizzato per la ricerca astronomica: per esempio, per determinare con precisione la posizione e le dimensioni di un corpo celeste, o analizzare la radiazione che emette per risalire alla sua composizione chimica e fisica. Il DSN è gestito dal California Institute of Technology per conto della NASA e quindi, in ultima analisi, dal governo degli Stati Uniti. Anche l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si appoggia al DSN per le sue missioni, ma sta sviluppando una sua propria rete alternativa. IN SINTESI ˘ Deep Space Network (DSN, in italiano “Rete dello spazio profondo”) è una rete di comunicazione spaziale in contatto con tutte le sonde in viaggio nel Sistema Solare. ˘ Consiste di tre centri di telecomunicazioni, situati in California, in Spagna e in Australia. ˘ La sua impresa più famosa è il salvataggio dell’Apollo 13. ˘ Il DSN è usato anche per la ricerca astronomica. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 60 27-01-2009 12:35:19 FOCUS ASTRO C’era una volta un pianeta 61 Scoperto nel 1930 e considerato da allora il nono pianeta del Sistema Solare, Plutone è stato declassato nel 2006 al rango di pianeta nano. La “colpa” è la scoperta nella fascia di Kuiper di altri corpi celesti simili a Plutone, a volte, come nel caso di Eris, anche più grandi. Plutone con il satellite naturale Caronte, di dimensioni confrontabili, e altri due satelliti minori. “pulire” la fascia nella quale orbitano da altri oggetti di dimensioni confrontabili. Nella nuova categoria è stata inclusa, oltre a Plutone ed Eris, anche Cerere, che a differenza dei suoi simili si trova nella fascia degli asteroidi, fra Marte e Giove. Nel 2008 si è aggiunto un nuovo pianeta nano, Makemake, ed è probabile che l’elenco continuerà a ingrossarsi. La storia però non finisce qui, e per Plutone c’è una piccola rivincita: per distinguerli dagli asteroidi, i pianeti nani che si trovano oltre l’orbita di Nettuno sono stati inseriti in una sottocategoria a parte, quella dei plutoidi. Privato del suo rango di pianeta, Plutone ha dunque almeno la consolazione di aver dato il suo nome a una nuova classe di corpi celesti. Fra i quali, anche se non è il più grande, resterà in questo modo il più famoso, oltre che il primo. IN SINTESI ˘ Plutone, scoperto nel 1930, è stato considerato per 76 anni il nono pianeta del Sistema Solare. ˘ Recentemente sono stati scoperti corpi celesti simili a Plutone, alcuni (come Eris) anche più grandi. ˘ Gli astronomi hanno deciso nel 2006 di creare una nuova categoria di corpi celesti: i pianeti nani. ˘ Dei pianeti nani fanno parte, fra gli altri, Plutone ed Eris, ma anche l’asteroide Cerere. ˘ I pianeti nani che si trovano oltre l’orbita di Nettuno sono chiamati plutoidi. IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO Se i corpi celesti provassero sentimenti, Plutone saprebbe con chi prendersela. Il “colpevole” è un oggetto della fascia di Kuiper dal nome di Eris: è a causa sua che, dopo 76 anni di onorata carriera, Plutone ha smesso nel 2006 di essere il nono pianeta del Sistema Solare per acquistare lo status, senz’altro più misero, di “pianeta nano”. Naturalmente, Plutone è rimasto sempre uguale: quello che è cambiato sono le nostre classificazioni. Nel 2005 un gruppo di astronomi, osservando le immagini di Eris, ha scoperto che era simile a Plutone ma più grande: se Plutone era un pianeta a tutti gli effetti, a maggior ragione doveva esserlo Eris. Il numero dei pianeti del Sistema Solare sarebbe salito così a 10. Ben presto però gli astronomi si sono accorti che anche altri candidati avevano dimensioni e caratteristiche paragonabili a quelle di Plutone ed Eris. Per evitare di dover cambiare in continuazione la lista dei pianeti, nel 2006 è stato deciso di fare un passo indietro. Nel corso di un’assemblea dell’Unione Astronomica Internazionale, è stata definita una nuova categoria di corpi celesti, i pianeti nani, con le seguenti caratteristiche: si tratta di corpi celesti in orbita intorno a una stella, come il nostro Sole, con una forma sferoidale, ma che, a differenza dei pianeti veri e propri, non sono stati in grado di B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer B2Ex_060-061(FOC).indd 61 29-01-2009 15:49:22 unità lezione B 31 La Luna, il satellite della Terra 62 OBIETTIVI Ω descrivere le principali caratteristiche della Luna Ω conoscere i moti della Luna e spiegare l’alternarsi delle fasi lunari Ω descrivere le eclissi 2 figura 2 Le fasi lunari. Nei riquadri, la faccia della Luna osservabile da Terra. 1 L’unico corpo celeste sul quale abbiamo messo piede Anche se si tratta di un astro di modeste dimensioni (il raggio della Luna è circa un quarto di quello della Terra e la sua massa è 81 volte inferiore a quella del nostro pianeta), la Luna è il corpo celeste che più di ogni altro influenza il sistema Terra. Le fasi della Luna scandiscono la nostra vita: con la sua attrazione, essa provoca le maree che determinano la velocità di rotazione della Terra (vedi anche Lezione D5) e la sua presenza mitiga e modula le influenze planetarie che determinano il clima terrestre (vedi anche Lezione C4). I calendari ideati dagli antichi astronomi, a partire dai Sumeri, che hanno poi influenzato i calendari ebraici e arabi, sono stati costruiti in base alle fasi della Luna, e la stessa divisione in mesi e settimane è stata suggerita dalla durata delle fasi lunari. Il primo sbarco di esseri umani sulla Luna è avvenuto il 20 luglio 1969: la navicella spaziale Apollo 11 si mise in orbita attorno a essa e permise a un modulo di atterraggio di scendere sulla sua superficie. Durante quella “passeggiata lunare”, e le cinque che seguirono, gli astronauti raccolsero una notevole quantità di 1 figura 1 L’uomo sulla Luna: un’immagine dell’esplorazione diretta del nostro satellite. campioni di polveri e rocce che vennero analizzati in laboratori di tutto il mondo e fornirono importanti informazioni sulla composizione del nostro satellite e sulla sua storia (figura 1). 2 Le fasi lunari La Luna è l’unico oggetto celeste abbastanza luminoso da essere visibile anche di giorno, ma la luce che noi vediamo non viene “emessa” dalla Luna, è solo luce solare riflessa. Dalla Terra, infatti, l’aspetto della Luna cambia al variare della reciproca posizione fra Sole, Luna e Terra, dando origine alle ˘fasi lunari, ciascuna delle quali ha una durata di circa una settimana (figura 2). ” Quando la Luna si trova fra il Sole e la Terra, astronomicamente si dice che è in congiunzione; la superficie illuminata della Luna non è visibile da Terra perché è rivolta verso il Sole: siamo nella fase di luna nuova o novilunio. ” Comincia a essere visibile una sottile falce, a partire RAGGI SOLARI PRIMOQUARTO LUNACRESCENTE MEZZANOTTE MEZZOGIORNO ” Il disco lunare interamente illuminato comincia a LUNANUOVA LUNAPIENA ALBA LUNACALANTE FALCE ULTIMOQUARTO ” La parte illuminata continua a crescere fino a quan- do tutto il disco lunare risulta illuminato: siamo nella fase di luna piena o plenilunio. Astronomicamente si dice che la Luna si trova in opposizione perché si viene a trovare dalla parte opposta del Sole rispetto alla Terra, quindi ne possiamo osservare la superficie illuminata. FALCE TRAMONTO dal bordo occidentale (un vecchio detto popolare recita: “gobba a ponente, luna crescente”), che cresce per giungere, dopo circa una settimana, alla fase chiamata primo quarto. ridursi, partendo sempre dal lato occidentale; passando attraverso la fase detta ultimo quarto, la porzione visibile del nostro satellite diminuisce sempre più finché “scompare” dal cielo e ha inizio una nuova fase di novilunio. L’intero processo delle fasi lunari dura 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi ovvero un ˘mese sinodico: molti calendari antichi si basano proprio su questo periodo di tempo. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 62 27-01-2009 12:35:25 3 Un problema di meccanica celeste Le caratteristiche della Luna La Luna non possiede un’atmosfera, e l’assenza di un involucro gassoso fa sì che gli sbalzi di temperatura fra il dì e la notte, e persino fra le zone illuminate e quelle in ombra, siano molto forti: sulla superficie lunare la temperatura passa da 110 °C nelle zone illuminate a –150 °C nelle zone al buio. A causa degli sbalzi di temperatura e dell’assenza di pressione (sempre dovuta all’assenza di atmosfera), sulla Luna non può esserci acqua, anche se recenti osservazioni condotte con un rivelatore a neutroni dalla sonda Clementine, in orbita intorno al nostro satellite, hanno fatto avanzare l’ipotesi che in alcuni crateri posti vicini ai poli lunari, dove la luce del Sole non arriva mai, possa essere presente acqua sotto forma di ghiaccio. L’assenza di un’atmosfera, che avrebbe protetto la superficie lunare dall’impatto con frammenti rocciosi (meteoriti) provenienti dallo spazio, ha determinato anche la particolare morfologia del nostro satellite, caratterizzata dalla presenza di zone montuose di colore chiaro, dette terre, segnate da una grande quantità di ˘crateri meteorici, e da ampie zone pianeggianti, i mari, aree molto più recenti coperte da rocce scure di probabile origine lavica (figura 3). L’analisi delle rocce prelevate dal suolo lunare ha dimostrato che la composizione della Luna non è molto differente da quella della Terra: si tratta di rocce vulcaniche, simili a quelle formate dal raffreddamento di lave e magmi terrestri, che provano come sulla Luna vi sia stata in passato un’intensa attività vulcanica. Come mai esistono due diversi “mesi lunari”? Per spiegare la ragione per cui il mese sidereo e il mese sinodico hanno durata diversa, occorre considerare la Luna non come singolo corpo celeste, ma come parte del sistema Terra-Luna. In pratica, il moto della Luna può essere studiato in relazione al Sole, intorno al quale orbita il sistema Terra-Luna, oppure rispetto a un sistema di riferimento “fisso”, come può essere una stella molto lontana. Dopo aver letto attentamente la Lezione, osserva la figura e rispondi alle seguenti domande. orbita lunare 1 aprile mare Sole A stella rile o ap c 30 nodi i s se me orbita terrestre B 28 aprile A’ A mese sidereo stella Scegli il completamento corretto. ˘ Il mese sidereo: a corrisponde al tempo impiegato dalla Luna per percorrere la sua orbita intorno alla Terra b viene misurato rispetto a una stella c dura circa 28 giorni d nessuno dei completamenti precedenti è corretto 3 figura 3 cratere 63 La superficie lunare appare caratterizzata da zone pianeggianti, zone montuose e crateri. ˘ Il mese sinodico: a è uguale al mese sidereo b corrisponde all’intero processo delle fasi lunari c corrisponde a 1 mese come lo intendiamo sul nostro calendario d nessuno dei completamenti precedenti è corretto terra Vero o falso? ˘ I tre movimenti della Luna, rotazione, rivoluzione e traslazione, avvengono contemporaneamente. v f nel suo movimento di rivoluzione intorno al Sole. v f B E ora, pensaci bene... ˘ Che cosa fa la Terra nel corso di un mese sinodico? ˘ Che cosa rappresenta il tratto A’B dell’orbita lunare? ˘ Quanti giorni occorrono alla Luna per riallinearsi al Sole? 9788863640083_062-065.indd 63 IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO ˘ Durante il mese sidereo, la Luna segue la Terra B 24-03-2009 16:52:15 B3 la luna, il satellite della terra PIANO DELL°ORBITA TERRESTRE 3OLE ORBITA LUNARE LINEADEINODI 64 PIANO DELL°ORBITA LUNARE ORBITA TERRESTRE ° | Le eclissi La reciproca posizione di Luna e Terra determina anche le ˘eclissi, fenomeni durante i quali la Terra e la Luna si trovano allineate con il Sole, con la conseguenza che il cono d’ombra di uno dei due corpi “cade” sull’altro. Le orbite di Luna e Terra non sono poste sullo stesso piano, ma formano un angolo di circa 5°; l’orbita lunare interseca il piano dell’orbita terrestre in due punti chiamati nodi (figura 4). Perché abbia luogo un’eclissi di Sole o di Luna occorre che quest’ultima, in fase di luna nuova o piena, si venga a trovare in uno dei due nodi o in prossimità di uno di essi. ” Le eclissi di Sole si verificano quando la Luna 1 figura 4 La linea dei nodi. Le eclissi si verificano quando la Luna si trova in uno dei due nodi. 2 figura 5 L’eclissi di Sole si verifica se la Luna si trova fra Terra e Sole e i tre corpi celesti sono allineati lungo la linea dei nodi. 4 I moti della Luna La Luna compie tre movimenti principali nello spazio: il movimento di rotazione intorno al proprio asse, il movimento di rivoluzione intorno alla Terra, il movimento di traslazione intorno al Sole che compie insieme alla Terra. Il movimento lunare di rotazione attorno al proprio asse avviene in un periodo di 27 giorni, 7 ore e 43 minuti. Nello stesso intervallo di tempo, chiamato ˘mese sidereo, la Luna compie un’intera rivoluzione intorno alla Terra percorrendo un’orbita ellittica di cui il nostro pianeta occupa uno dei due fuochi: il perigeo è il punto dell’orbita in cui la Luna si trova più vicina alla Terra (356 000 km), l’apogeo è il punto in cui la Luna raggiunge la massima distanza dal nostro pianeta (407 000 km). Ovviamente, questa variazione porta anche a una differenza nella grandezza del disco lunare visto dalla Terra. L’uguale durata del periodo di rotazione e di quello di rivoluzione è la ragione per cui dalla Terra si osserva sempre la stessa faccia della Luna. ECLISSIDI3OLE è in fase di novilunio e il suo cono d’ombra copre una parte della superficie terrestre (figura 5). L’ombra proiettata dalla Luna sulla Terra copre un’area piuttosto piccola della superficie terrestre: per questa ragione le zone dalle quali si può osservare un’eclissi di Sole sono limitate. Le eclissi di Sole possono essere: parziali, quando la Luna non copre per intero il disco solare, anulari, quando la Luna è alla massima distanza dalla Terra e il suo diametro copre il disco solare solo nella parte centrale, lasciando un anello di luce all’esterno; totali (figura 6). ” Le eclissi di Luna si verificano quando la Terra si interpone fra il Sole e la Luna in fase di plenilunio (figura 7). Anche in questo caso le eclissi possono essere totali o parziali, quando il cono d’ombra copre per intero o in parte il nostro satellite. Nelle eclissi totali di Luna, il disco lunare non scompare del tutto, perché risulta illuminato dalla luce diffusa dall’atmosfera terrestre, assumendo una caratteristica colorazione rossastra: la cosiddetta “luna rossa” (figura 8). 2 figura 6 Il Sole nero: eclissi totale di Sole. ORBITALUNARE 3OLE ,UNA ECLISSIANULAREDI3OLE 4ERRA ORBITALUNARE 3OLE ,UNA 4ERRA © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 64 27-01-2009 12:35:34 ˘ Cratere Struttura della superficie lunare, e di altri corpi celesti, prodotta dalla caduta di meteoriti. Sulla Luna, modellano la crosta primitiva costituita dalle terre. ˘ Eclissi Oscuramento totale o parziale della Luna o del Sole 3OLE ,UNA 4ERRA visti da Terra. Le eclissi di Sole si possono verificare nella fase di novilunio se la Luna si pone fra Terra e Sole; le eclissi di Luna nella fase di plenilunio se la Terra si pone fra Sole e Luna. ˘ Fase lunare Aspetto diverso che la Luna, vista da Terra, ORBITALUNARE assume in base a quanto è illuminata dal Sole. È in relazione alla posizione reciproca occupata da Sole, Luna e Terra. Le principali fasi lunari sono novilunio, primo quarto, plenilunio e ultimo quarto. 65 ˘ Mese sidereo Periodo di rivoluzione della Luna intorno alla 5 Le origini della Luna La teoria attualmente più accreditata sull’origine della Luna è quella secondo cui essa si sarebbe formata a seguito della caduta sulla Terra di un corpo celeste delle dimensioni di Marte, avvenuta quando la Terra era ancora calda, nella prima fase della sua formazione (a tale ipotetico corpo è stato dato il nome di Theia). Il materiale, fuoriuscito dalla Terra a causa dell’impatto, costituì dapprima un anello attorno alla Terra e poi diede origine alla Luna. Questa teoria, detta dell’impatto gigante, trova conferma nel fatto che la composizione della Luna è pressoché identica a quella del mantello terrestre privato degli elementi più leggeri, evaporati per la mancanza di una forza gravitazionale che li trattenesse. L’ipotesi giustificherebbe anche l’abbondanza di acqua sul nostro pianeta, anomala per la distanza dal Sole alla quale è avvenuta la sua formazione, che sarebbe stata apportata dal corpo impattante. Inoltre, l’inclinazione dell’orbita della Luna rende piuttosto improbabili le teorie secondo cui questo corpo celeste si sarebbe formato insieme alla Terra o sarebbe stato catturato in seguito. Terra (27 giorni, 7 ore e 43 minuti). Coincide con il periodo di rotazione intorno al proprio asse. 1 figura 7 L’eclissi di Luna si verifica se la Terra si trova fra Sole e Luna nella fase di plenilunio. ˘ Mese sinodico Durata dell’intero processo delle fasi lunari (29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi). Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. Il raggio della Terra è: a b c d 4 volte quello della Luna 40 volte quello della Luna 400 volte quello della Luna tutti i completamenti precedenti sono sbagliati 2. I crateri presenti sulla superficie lunare: a si sono formati per l’impatto dei meteoriti con la superficie b possono essere di origine vulcanica c sono localizzati intorno ai poli lunari d sia a sia b sono corretti 2 figura 8 La “luna rossa”. Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 3. La successione delle fasi lunari prende il nome di mese ......................... . 4. La Luna è modellata dall’impatto di ......................... . 5. Le aree chiare e ricche di crateri della superficie lunare sono chiamate ......................... . 6. Il periodo di rotazione della Luna attorno al proprio asse coincide con quello di ......................... . Vero o falso? sulla Luna è molto grande. v f 8. Quando la Luna si trova fra il Sole e la Terra, si dice che si trova in opposizione. v f 9. Dalla Terra è possibile osservare tutta la superficie della Luna. v f œ Guida allo studio a pagina 78 IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO 7. La differenza di temperatura fra il dì e la notte B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 65 27-01-2009 12:35:43 unità lezione B 1 4 I moti della Terra 66 OBIETTIVI Ω saper descrivere il moto di rotazione della Terra e le sue conseguenze Ω conoscere i fusi orari e il calcolo del tempo Ω saper descrivere il moto di rivoluzione della Terra e le sue conseguenze Ω conoscere i moti millenari 1 Il moto di rotazione terrestre Spesso usiamo frasi come “Il Sole si alza”, “il Sole tramonta”: parliamo cioè del Sole come se si muovesse in cielo. In realtà, è la rotazione della Terra attorno al proprio asse che produce questo movimento apparente del Sole. A causa del moto di rotazione del nostro pianeta, abbiamo la sensazione che il Sole di giorno percorra un arco nel cielo da est verso ovest: ” all’alba sorge a oriente; ” a mezzogiorno raggiunge il punto più alto di que- sto arco; ” al tramonto scompare alla nostra vista a occidente. Invece, è la Terra a ruotare da ovest verso est, in un intervallo di tempo chiamato ˘giorno. Se ci riferiamo a un sistema di riferimento come le stelle, che possiamo considerare “fisse” rispetto ai moti della Terra, il movimento di rotazione si compie in senso antiorario in un intervallo di 23 ore, 56 minuti e 4 secondi, detto giorno sidereo. Se prendiamo come riferimento il Sole, invece, esso ritorna nello stesso punto del cielo dopo un periodo di circa 24 ore, il giorno solare. Durante l’anno, in realtà, la durata del giorno solare varia leggermente, ma per facilitare il conteggio del tempo 4 figura 1 Il circolo di illuminazione è la zona di passaggio fra il buio e la luce. si è stabilito che sia sempre di 24 ore, il giorno solare medio. La differenza fra giorno sidereo e giorno solare è dovuta al fatto che la Terra, oltre a ruotare su se stessa, percorre un’orbita intorno al Sole, che quindi non è un riferimento fisso. | L’alternarsi del dì e della notte Nel corso di una rotazione, la Terra espone ai raggi solari una sola metà, che cambia via via che il pianeta ruota, mentre l’altra metà resta al buio. Per questa ragione, in ogni località della Terra, in un giorno si succedono un periodo di illuminazione, chiamato dì, e uno di oscurità, la notte. La zona illuminata (dì) e quella in ombra (notte) sono separate da una circonferenza chiamata ˘circolo di illuminazione, che tuttavia non è una linea netta di confine: la presenza dell’atmosfera fa sì che il passaggio dalla luce al buio, e viceversa, sia sfumato. Durante queste transizioni, che corrispondono, rispettivamente, la mattina all’alba e la sera al crepuscolo, il cielo risulta illuminato anche se il Sole si trova sotto l’orizzonte (figura 1). | I fusi orari Le ore del giorno sono scandite dal movimento apparente del Sole: per questa ragione, quando in una località è mezzogiorno, nei luoghi posti a oriente di quella località il mezzogiorno è già passato, mentre in quelli posti a occidente deve ancora arrivare. Gli orologi dovrebbero pertanto segnare l’ora in base alla longitudine di ogni località, costringendo chi viaggia verso est o verso ovest a spostare di continuo le lancette dell’orologio. Per ovviare a questi problemi, è stata adottata una convenzione internazionale che divide la superficie terrestre in 24 ˘fusi orari, tanti quante sono le ore di un giorno. Poiché, in un giorno, la Terra ruota di 360°, essa compie 15° in un’ora (360° : 24 = 15°). Ciascun fuso orario è così delimitato da due meridiani distanti fra loro 15° di longitudine. Tutte le località che si trovano in un fuso hanno la stessa ora, chiamata tempo civile, che corrisponde all’ora del meridiano centrale del fuso. Una volta che l’ora viene stabilita da una convenzione, la si può adattare anche ai confini degli stati, per evitare che l’ora cambi all’interno di uno stato. La numerazione dei fusi parte dal fuso 0, che ha come meridiano © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 66 27-01-2009 12:35:50 Che ora è a Tokyo? centrale quello di Greenwich. Procedendo verso est, si deve aggiungere un’ora per ogni fuso, mentre se ci si sposta verso ovest occorre toglierne una per ogni fuso. Il meridiano posto a 180° di longitudine, ovvero l’antimeridiano di Greenwich, rappresenta la linea di cambiamento di data: quando la si oltrepassa, se viaggiamo da est verso ovest, dobbiamo aggiungere un giorno al calendario, mentre, se viaggiamo da ovest verso est, la data rimane la stessa. Il moto di rivoluzione terrestre A causa della differenza di durata del giorno sidereo e del giorno solare, il Sole ogni 24 ore si sposta apparentemente fra le stelle descrivendo una traiettoria chiamata eclittica. Questo fenomeno, che nel corso dell’anno porta il Sole a sovrapporsi alle dodici costellazioni dello zodiaco, è il riflesso, visto dalla Terra, del moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole (figura 2). Come gli altri pianeti, anche la Terra compie un’orbita ellittica nella quale il Sole occupa uno dei due fuochi (vedi Lezione B1). Il tempo impiegato dal nostro pianeta per percorrere l’intera orbita è di circa 365 giorni, cioè un ˘anno. Il punto dell’orbita in cui la Terra si trova più vicino al Sole (il perielio, 147,1 milioni di kilometri) corrisponde al 3 gennaio, mentre il punto in cui la Terra raggiunge la massima distanza (l’afelio, 152,1 milioni di kilometri) è il 4 di luglio. La distanza media fra Terra e Sole è di 149,6 milioni di kilometri. L’alternarsi delle stagioni è un’esperienza che fa parte della vita di tutti noi. Chi vive in un paese come l’Italia, posto a metà strada fra il Polo Nord e l’Equatore, è abituato a dividere l’anno in quattro stagioni: la primavera con temperature miti, l’estate calda, l’autunno fresco e l’inverno freddo. Nei paesi tropicali, invece, l’anno è suddiviso in due stagioni, entrambe molto calde, una con abbondanti precipitazioni e l’altra più secca. In prossimità dei Poli, invece, si alternano sei mesi di buio e freddo intenso seguiti da sei mesi di luce e temperature più miti. 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 direzione apparente del Sole direzione reale della Terra Greenwich San Francisco New York Acquario Capricorno Tokyo Calcutta Equatore Valparaiso Rio de Janeiro Città del Capo Sydney ora a ovest di Greenwich ora a est di Greenwich 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 A Scegli il completamento corretto. ˘ Tokyo si trova: a b c d 2 figura 2 L’eclittica. Visto da terra, il moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole fa sì che esso sembri spostarsi fra le stelle dello Zodiaco, descrivendo una traiettoria chiamata eclittica. nel fuso 10 a ovest del fuso 0 nel fuso 9 a est del fuso 0 8 ore avanti rispetto a Roma a Tokyo passa la linea del cambiamento di data ˘ Quando a Roma sono le 8 del mattino, a New York sono: a le 2 del pomeriggio b mezzanotte c le 2 di notte d le 8 di sera Vero o falso? ˘ L’Italia si trova nel primo fuso a est del fuso 0. ˘ Tutti i paesi europei appartengono v f sono le 11. v f ˘ Lisbona ha la stessa ora di Roma. Sagittario Scorpione B E ora, pensaci bene... ˘ Se prendi un volo aereo che va dagli Stati Uniti orbita terrestre Ariete Sole 1 gennaio Toro Gemelli 9788863640083_066-069.indd 67 Bilancia Cancro a Sydney sorvolando l’Oceano Pacifico, in che direzione viaggi? ˘ In questo stesso volo, oltrepasserai la linea del cambiamento di data? 1 marzo Vergine Leone v f al medesimo fuso orario. ˘ Quando è mezzogiorno in Italia, a Londra eclittica Pesci Roma ˘ Con riferimento alle domande precedenti, come devi modificare il datario del tuo orologio? v f IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO | Perché esistono le stagioni 67 Linea del cambiamento di data 2 Radio, televisione, Internet hanno portato il mondo in casa nostra: leggendo notizie in tempo reale sul web o ascoltando il primo notiziario del mattino, ti può capitare di ascoltare frasi del tipo: “Il Gran Premio di Formula 1 disputato in Giappone è stato vinto dalla Ferrari”, oppure: “Si attendono per il pomeriggio le quotazioni dei titoli, all’apertura della Wall Street”. Che cosa stanno facendo gli abitanti di Tokio mentre stai facendo colazione? Se di mattina telefoni in un ufficio a Manhattan, ti risponderà qualcuno? Che giorno della settimana è per gli abitanti di Sydney, se per te è martedì? Leggi attentamente la Lezione, poi rispondi alle seguenti domande utilizzando la carta dei fusi orari. B 24-03-2009 16:58:55 B4 i moti della terra Nonostante queste differenze, l’alternarsi delle stagioni è il risultato della combinazione di due soli fattori: l’inclinazione dell’asse terrestre e il movimento di rivoluzione. L’asse di rotazione della Terra è inclinato di un angolo di 23° e 27’ rispetto alla perpendicolare al piano dell’orbita terrestre. Tale inclinazione produce conseguenze importanti: se l’asse fosse perpendicolare al piano dell’orbita, i due emisferi riceverebbero sempre la stessa quantità di energia radiante dal Sole; la sua inclinazione determina invece un cambiamento nell’insolazione, e quindi del riscaldamento, delle aree geografiche del pianeta nei vari periodi dell’anno: 68 ” quando i raggi solari sono meno inclinati rispetto alla perpendicolare alla superficie, come accade d’estate, la temperatura sale; ” quando il Sole è più basso sull’orizzonte, e i raggi arrivano più obliqui, come accade d’inverno, la temperatura diminuisce. 2 figura 3 Equinozi e solstizi. A causa dell’inclinazione dell’asse terrestre, i raggi solari giungono perpendicolari alla circonferenza massima dell’Equatore solo due volte l’anno, nei giorni dell’equinozio di primavera (21 marzo) e dell’equinozio d’autunno (23 settembre) (figura 3). Durante gli ˘equinozi la durata del dì è uguale a quella della notte e il circolo di illuminazione taglia a metà tutti i paralleli. 0OLO.ORD %QUATORE #IRCOLO0OLARE !RTICO 4ROPICODEL#ANCRO RAGGISOLARI #IRCOLO0OLARE !RTICO 4ROPICODEL#ANCRO RAGGISOLARI 0OLO.ORD 4ROPICODEL#APRICORNO #IRCOLO0OLARE !NTARTICO %QUATORE 4ROPICODEL#APRICORNO #IRCOLO0OLARE !NTARTICO 0OLO3UD 0OLO3UD %QUINOZIODIPRIMAVERA equinozio di primavera (21 marzo) equinozio d’autunno %QUINOZIOD°AUTUNNO (23 settembre) 0OLO.ORD 0OLO.ORD #IRC #IRC OLO 0 !RTI OLARE PICO C DEL O #A NCR %QU O ATO RE OLO 0 !RTI OLARE PICO CO DEL #A NCR %QU O ATO RE 4RO PICO #IRC DEL#A PRI OLO !NT 0OLA CORNO R ARTI CO E 0OLO3UD solstizio d’estate 3OLSTIZIOD°ESTATE (21 giugno) RAGGISOLARI 4RO RAGGISOLARI 4RO 4RO PICO #IRC DEL#A PRIC OLO !NT 0OLAR ORNO ARTI E CO 0OLO3UD solstizio d’inverno 3OLSTIZIOD°INVERNO (22 dicembre) Dopo l’equinozio di primavera, il Sole “si sposta” a nord dell’Equatore fino a quando i raggi solari diventano perpendicolari al parallelo chiamato Tropico del Cancro (latitudine 23° 27’ N), nel giorno del ˘solstizio d’estate (21 giugno). Da questo momento, il Sole “torna indietro” fino a oltrepassare l’Equatore e arriva a essere perpendicolare al parallelo chiamato Tropico del Capricorno (latitudine 23° 27’ S) il giorno del ˘solstizio d’inverno (22 dicembre). È per questo motivo che le stagioni risultano invertite nei due emisferi (figura 4): ” quando nell’emisfero boreale è inverno, nelle regio- ni australi è estate poiché i raggi solari arrivano meno inclinati; ” quando nelle nostre regioni è estate, in quelle del- l’emisfero meridionale è inverno perché l’elevata inclinazione dei raggi solari fa diminuire le temperature. Occorre notare che, anche se il giorno del solstizio d’estate è quello in cui le regioni dell’emisfero boreale ricevono la maggiore quantità di energia, il culmine dell’estate si avrà circa un mese dopo; questo fenomeno è dovuto all’elevata capacità termica delle acque degli oceani, che continuano a riscaldarsi anche oltre il giorno del solstizio d’estate. Il medesimo fenomeno si verifica d’inverno, il cui culmine cade normalmente attorno alla fine di gennaio, un mese dopo il solstizio d’inverno. 3 I moti millenari della Terra Quelli che abbiamo descritto finora sono i moti principali della Terra. Oltre a questi, tuttavia, il nostro pianeta compie altri movimenti secondari, o moti millenari, i quali avvengono in tempi così lunghi che, pur provocando conseguenze importanti, non sono osservabili nel corso di una vita umana. | Il moto di precessione degli equinozi L’attrazione combinata del Sole e della Luna sul rigonfiamento equatoriale della Terra determina una variazione dell’asse terrestre nel tempo: esso compie un movimento doppio-conico detto ˘moto di precessione luni-solare, o anche moto di precessione degli equinozi, in quanto la variazione della direzione dell’asse, e quindi del piano equatoriale, fa variare i punti d’incontro fra piano dell’Equatore e l’eclittica, facendo lentamente spostare la posizione degli equinozi. Questo moto avviene in senso contrario a quello di rotazione, con un periodo di circa 26 000 anni (figura 5). A seconda di quale punto di riferimento usiamo, una conseguenza del moto di precessione è anche la diversa durata dell’anno. Possiamo definire l’anno solare, o anno tropico, come il tempo che intercorre fra due equinozi dello stesso nome, che è pari a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Questo periodo è leggermente inferiore al tempo occorrente alla Terra per compiere un giro completo attorno al Sole, l’anno sidereo, che dura 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 68 27-01-2009 12:35:57 ˘ Anno Intervallo di tempo impiegato dalla Terra per compiere il movimento di rivoluzione attorno al Sole. MARZO EQUINOZIO DIPRIMAVERA GIUGNO SOLSTIZIO D°ESTATE AVERA PRIM INV ERN Terra illuminate dal Sole (dì) da quelle in ombra (notte). ˘Equinozi Giorni di inizio della primavera (21 marzo) O PERIELIO GENNAIO AFELIO LUGLIO ES ˘Circolo di illuminazione Anello che separa le zone della TAT E NO AUTUN SETTEMBRE EQUINOZIO D°AUTUNNO DICEMBRE SOLSTIZIO D°INVERNO e dell’autunno (23 settembre). In queste date la notte e il dì hanno la stessa durata perché i raggi solari, perpendicolari all’Equatore, illuminano egualmente i due emisferi. 69 ˘Fuso orario Spicchio della superficie terrestre di ampiezza pari a 15° di longitudine, delimitato da due meridiani. Le località all’interno del medesimo fuso orario adottano l’ora del meridiano posto al centro del fuso (tempo civile). ˘Giorno Periodo di tempo, diviso in notte e dì, che la Terra impiega per compiere una rotazione completa attorno al proprio asse. ˘Moto di precessione luni-solare Movimento millenario secondi. Tale fenomeno è dovuto al fatto che i punti equinoziali, proprio per la precessione, “vanno incontro” alla Terra. 1 figura 4 Le stagioni nell’emisfero boreale. | Le nutazioni Al moto di precessione si sovrappongono ulteriori ondulazioni prodotte dalle nutazioni, oscillazioni dell’asse terrestre che hanno un periodo di circa 18 anni e sono causate da variazioni dei piani orbitali di Terra, Sole e Luna. I cambiamenti delle reciproche posizioni dei corpi celesti che formano il Sistema Solare producono altre conseguenze sulla Terra, come per esempio il cambiamento della forma dell’orbita che, in periodi di tempo molto lunghi, circa 100 000 anni, può diventare più o meno schiacciata, ma anche la variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre, che in 41 000 anni passa da circa 22° a 24° 36’. La combinazione di questi lentissimi movimenti del pianeta è la causa di importanti fenomeni climatici. 3TELLA 0OLARE 6EGA PRECESSIONE ° dell’asse terrestre che, sottoposto alla forza di attrazione combinata di Sole e Luna, descrive un doppio cono. ˘ Solstizi Giorni di inizio dell’estate (21 giugno) e dell’inverno (22 dicembre) nell’emisfero boreale. Durante il solstizio d’estate il dì raggiunge la massima durata rispetto alla notte; il contrario accade durante il solstizio d’inverno. Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. Dalla rotazione terrestre non dipende: a b c d l’alternarsi del dì e della notte la durata del giorno lo spostamento del circolo di illuminazione l’alternarsi delle stagioni 2. L’anno solare: 3 figura 5 La precessione degli equinozi. La variazione di orientamento dell’asse fa sì che la Terra incontri in cielo stelle sempre diverse. a è l’intervallo di tempo che intercorre fra un solstizio e un equinozio b è più breve dell’anno sidereo c è più lungo dell’anno sidereo d è di 365 giorni esatti Completa le seguenti frasi con i termini appropriati. 3. Il punto dell’orbita della Terra alla massima distanza dal Sole è detto ........................ . 4. Per determinare la durata del giorno solare si prende come riferimento il ........................ . detto ........................ . Vero o falso? 0OLO.ORD 6. Il culmine dell’estate coincide con il solstizio d’estate. v f 7. L’inclinazione dell’asse terrestre varia al variare delle stagioni. v f 8. I moti millenari causano importanti cambiamenti climatici. v f œ Guida allo studio a pagina 78 IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO 5. Primavera e autunno hanno inizio in un giorno B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 69 27-01-2009 12:36:05 unità lezione B 51 L’Universo oltre il Sistema Solare 70 OBIETTIVI Ω conoscere le caratteristiche fisiche e chimiche delle stelle Ω saper descrivere l’evoluzione dei diversi tipi di stelle 1 Le dimensioni dell’Universo Quando studiamo l’Universo, le unità di misura usate sulla Terra devono essere sostituite da altre che meglio si adattano alle misure con cui abbiamo a che fare. Per esempio, per misurare le distanze all’interno del nostro Sistema Solare, il kilometro è un’unità di misura inadeguata: si usa invece l’Unità Astronomica (U.A.) cioè la distanza media Sole-Terra, pari a 149,6 milioni di km. Ma, uscendo dal Sistema Solare, anche questa unità di misura si rivela inadatta e gli astronomi sono stati costretti a introdurne una nuova, il parsec (pc), che corrisponde a circa 260 265 U.A. Molto spesso, specialmente nella letteratura di divulgazione, si preferisce un’unità di misura che non ha un senso fisico, l’anno luce, cioè il cammino che la luce percorre in un anno viaggiando a una velocità di circa 300 000 km/s, pari a 0,31 pc. Per capire l’ordine di grandezza delle distanze nello spazio, basti pensare che la distanza fra la Terra e la stella più vicina, Proxima Centauri, è di circa 4,3 anni luce, mentre il diametro della Galassia equivale a circa 100 000 anni luce. La Galassia, assieme a una quarantina di altre galassie, forma un raggruppamento denominato gruppo locale. Nell’Universo, esistono moltissimi gruppi di questo tipo, ciascuno dei quali può essere formato da centinaia o migliaia di galassie. Questo può dare un’idea delle dimensioni dell’Universo! tabella 1 Classif icazione di alcune stelle Stella Distanza (anni luce) Magnitudine apparente Magnitudine assoluta Sole 0,00016 Proxima Centauri 4,27 11,45 15,45 Alpha Centauri 4,37 –0,01 4,35 Stella di Barnard 5,90 9,54 13,25 Sirio –26,8 5 8,54 –1,45 1,42 Epsilon Eridani 10,76 3,37 6,13 Arturo 35,86 –0,06 –0,2 Capella 45,64 0,08 –0,6 2 Le stelle Le stelle osservabili senza ricorrere a cannocchiali e telescopi sono circa 6000. Da terra, sembrano definire in cielo dei raggruppamenti, chiamati costellazioni: nell’immaginario degli uomini, in secoli passati, richiamavano alla mente figure umane e di animali oppure oggetti che, trovandosi in cielo, considerato la dimora degli dèi, furono associati a miti e divinità. Le stelle osservate a occhio nudo non appaiono tutte uguali: alcune brillano intensamente anche nel cielo illuminato delle grandi città, altre emettono una luce così debole da poter essere osservate solo dai deserti o dalle cime delle montagne. La luminosità (˘magnitudine, in astronomia) è una caratteristica utile per classificare le stelle. Fu Ipparco, nel 120 a.C., a suddividere le stelle in base a questa caratteristica, definendo sei classi: nella prima rientravano le più luminose, nella sesta quelle appena visibili a occhio nudo. In seguito questa classificazione è stata estesa e raffinata: attualmente il telescopio spaziale arriva a vedere stelle di magnitudine 34, mentre alle stelle più luminose corrispondono valori negativi. La magnitudine però non misura l’effettiva luminosità di una stella, in quanto dipende anche dalla distanza: il Sole, pur essendo una stella molto piccola, ci appare luminosissimo a causa della sua vicinanza. Per questo motivo essa viene definita magnitudine apparente. Per classificare le stelle è più opportuno usare un parametro diverso che tiene conto della distanza, la magnitudine assoluta, cioè la luminosità con cui le stelle ci apparirebbero se fossero collocate tutte alla stessa distanza, per convenzione, di 10 parsec. Mentre la magnitudine apparente del Sole risulta di –26,8, a 10 parsec risulterebbe di magnitudine 5, cioè ci apparirebbe come una fioca stellina visibile con difficoltà a occhio nudo (tabella 1). | Il colore delle stelle Nei secoli XVIII e XIX gli studi sulla composizione della luce posero le basi per il passaggio dall’astronomia, lo studio della posizione dei corpi celesti, all’astrofisica, lo studio della composizione e della fisica delle stelle. Le stelle, osservate a occhio nudo, ci sembrano quasi tutte bianche a causa di una limitazione del nostro occhio: solo una trentina, infatti, è abbastanza brillante da poterne intuire il colore. Se facciamo una fotografia al cielo stellato, ci accorgiamo però che hanno colori diversi: ci sono stelle blu, verdi, gialle e rosse. La luce proveniente dalle stelle può essere analizzata con lo spettroscopio, uno strumento che separa le diverse radiazioni che compongono la luce. Lo spettroscopio è costituito da una fenditura che isola una lama di luce, la quale passa poi attraverso un prisma in cui le radiazioni di varia lunghezza d’onda, che ai nostri occhi danno la sensazione di colori diversi, vengono separate producendo lo ˘spettro, cioè tante immagini delle fenditura quanti sono i colori presenti nel raggio luminoso (figura 1). © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 70 27-01-2009 12:37:06 Il diagramma H-R SPETTRODIEMISSIONE SPETTRODIASSORBIMENTO Un corpo, che non sia un gas rarefatto, quando viene riscaldato emette una radiazione in tutte le lunghezze d’onda che, analizzata con lo spettroscopio, dà uno spettro continuo, in cui sono presenti tutti i colori con un’intensità diversa a seconda della temperatura del corpo: il Sole è giallo perché la sua temperatura superficiale è di circa 6000 K (nella scala Kelvin, lo 0° C corrisponde a 273,16 K). Ciò ha consentito di stabilire la temperatura superficiale delle stelle: ” le stelle blu hanno temperature attorno a 10 000 K; ” le stelle verdi di circa 8000 K; a b 1 figura 1 Lo spettro dell’idrogeno. [a] Le righe di emissione tipiche di questo elemento; [b] lo spettro di assorbimento in presenza di una radiazione continua (1 angstrom = 10–10 m). " ! & ' #LASSESPETTRALE + - SUPERGIGANTI ROSSE GIGANTI ROSSE 3000-2500 K. A « « ” le stelle rosse sono le più fredde, con temperature di Attraverso l’analisi spettroscopica si possono identificare sette classi spettrali, indicate con le lettere O, B, A, F, G, K, M in un ordine decrescente di temperatura, che va dalle stelle più calde a quelle più fredde. Le stelle blu e molto calde appartengono alla classe O, le stelle rosse, con temperature superficiali più basse, sono di classe spettrale M. Se invece si riscalda un gas rarefatto, la radiazione analizzata con lo spettroscopio assume un aspetto completamente diverso: compaiono solo alcune righe, ovvero uno spettro di righe di emissione (figura 1a). Gas diversi danno origine a righe diverse, per cui è possibile, analizzando lo spettro emesso da gas interstellari, condurne l’analisi chimica. Infine, lo spettro di una radiazione emessa da un corpo caldo che abbia attraversato una nube di gas freddo è continuo, con numerose righe scure, poiché il gas assorbe le righe che emetterebbe se fosse riscaldato: si chiama spettro di assorbimento (figura 1b). In uno spettro di assorbimento, quindi, la sequenza continua corrisponde all’energia emessa dalla stella, mentre le righe corrispondono alle radiazioni assorbite dai gas che formano l’involucro esterno della stella. Tutte queste osservazioni hanno permesso di stabilire che gran parte delle stelle è formata essenzialmente di idrogeno (in peso circa il 74%) ed elio (attorno al 24%). L’abbondanza degli altri elementi chimici decresce con la complessità dell’elemento, ma il totale varia fra semplici tracce, per stelle molto vecchie, al 2% per stelle più giovani. / 71 NANEBIANCHE 4EMPERATURASUPERFICIALE# Scegli la risposta o il completamento corretto. ˘ Quali delle stelle poste nella sequenza principale del diagramma hanno vita più breve? a b c d le stelle di classe spettrale O le stelle di classe spettrale M le stelle con valori negativi di magnitudine assoluta sia a sia c sono corrette ˘ Rispetto alle corrispondenti stelle poste sulla sequenza principale, le supergiganti rosse: a b c d B hanno la stessa temperatura superficiale sono meno luminose sono di dimensioni analoghe nessuno dei completamenti precedenti è corretto E ora, pensaci bene... ˘ Quale dei due tipi di stelle dell’esercizio precedente (supergiganti rosse e le altre della stessa classe spettrale) ha la superficie radiante più estesa? Sai spiegare perché? ˘ Quali stelle possono diventare giganti rosse? ˘ Confronta le nane bianche con le giganti rosse: quali stelle hanno la temperatura superficiale più alta? ˘ In quale parte della sequenza principale si trovano le stelle più vecchie? IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO -AGNITUDINEASSOLUTA ,UMINOSITg3OLE ANGSTROM Il diagramma H-R non è solo un grafico in cui le stelle sono disposte in funzione del proprio tipo spettrale (e quindi della temperatura) e della loro magnitudine assoluta (cioè luminosità), ma rappresenta, per chi impara a leggerlo e a interpretarlo, uno strumento per ricavare utili informazioni sulle dimensioni, sul colore e persino sullo stadio evolutivo delle stelle che, dopo la formazione, raggiungono una fase, più o meno lunga, di stabilità per poi evolversi fino all’estinzione, tranquilla o cruenta. Dopo avere letto attentamente la Lezione, osserva il grafico e rispondi alle seguenti domande. B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 71 27-01-2009 12:37:30 B5 l’universo oltre il sistema solare 3 Le stelle evolvono All’inizio del XX secolo, il danese E. Hertzsprung e l’americano H. Russel si chiesero se poteva esistere una relazione fra la magnitudine assoluta di una stella (determinata soprattutto dalle sue dimensioni) e la sua classe spettrale (ovvero la temperatura). Riportando in un grafico tutte le stelle di cui si conosceva la distanza, i due ottennero un diagramma, in seguito chiamato ˘diagramma H-R, in cui appariva evidente un legame fra le due grandezze. La maggior parte delle stelle, infatti, si colloca lungo una linea diagonale, dall’alto a sinistra al basso a destra, chiamata sequenza principale. Le stelle più luminose, e quindi più grandi, dette giganti, sono anche quelle con temperatura più elevata e quindi blu (in alto a sinistra), mentre quelle più fredde, le rosse, sono le meno luminose, e quindi le più piccole, dette nane (in basso a destra). Solo un numero ristretto di stelle va a occupare altre due zone del diagramma: in alto a destra, nella zona delle stelle molto luminose a causa del grande diametro, ma fredde, ci sono le giganti e le supergiganti rosse. In basso a sinistra, invece, ci sono stelle molto calde, ma di piccolo diametro, dette nane bianche. Russel pensava che le stelle evolvessero lungo la sequenza principale, formandosi come giganti blu e finendo come nane rosse. Successive ricerche sui diagrammi di ammassi di stelle hanno permesso di chiarire meglio il profondo significato che lega il diagramma H-R all’evoluzione stellare. 72 | La vita di una stella La nascita e l’evoluzione di una stella sono determinate da due forze contrastanti: la gravità, che tende a farla collassare su se stessa, e la pressione prodotta dalle reazioni termonucleari, che si oppone alla gravità e “spinge” la materia verso l’esterno. Le stelle nascono dall’addensamento di nubi di polvere e gas, per effetto dell’attrazione gravitazionale. Quando, nella parte centrale della nube, la temperatura raggiunge il milione di gradi, si innescano le reazioni di fusione dell’idrogeno. Si forma una protostella ancora invisibile la cui radiazione rallenta la caduta di altro materiale. Man mano che aumenta la produzione di energia, la radiazione allontana il materiale che circonda la stella, ed essa appare visibile all’esterno (figura 2). ” La stella appena nata si colloca nella sequenza prin- cipale in base alle dimensioni e vi resta fino a quando ha combustibile a disposizione nel nucleo, dove la temperatura è di almeno un milione di gradi, necessari per la fusione dell’idrogeno. ” La durata di questa fase dipende dalla massa iniziale della stella: più la stella è massiccia, minore sarà il tempo necessario a bruciare l’idrogeno del nucleo. Le stelle blu giganti dureranno solo poche centinaia di milioni di anni, mentre le piccole nane rosse potranno restare in sequenza anche cinquanta miliardi di anni: il Sole è in sequenza principale da circa 5 miliardi di anni e ci rimarrà per altrettanti. ” Quando l’idrogeno si esaurisce, la stella cessa di pro- durre energia nel nucleo, ormai formato da solo elio. Il materiale comincia a contrarsi causando un aumento di temperatura all’interno della stella e inizia a bruciare l’idrogeno, presente in un sottile strato sopra al nucleo. ” Si verifica allora uno scollamento fra il nucleo, che continua a contrarsi, e gli strati esterni che, soffiati dall’energia prodotta dall’idrogeno che brucia, cominciano a espandersi. La stella aumenta il proprio volume mentre la sua temperatura diminuisce: nel diagramma H-R si sposta nel ramo delle giganti rosse. ” Se la massa iniziale della stella è superiore a 8 masse sola- ri, l’elio raggiunge la temperatura di fusione trasformandosi in carbonio, che si trasforma in ossigeno e così via, fino al formarsi di un nucleo di ferro. Nel contempo gli strati più esterni continuano a espandersi nel ramo delle supergiganti rosse. Poiché non esiste nessuna reazione che, utilizzando il ferro, possa produrre energia in modo da sostenere la massa della stella, essa crolla violentemente su se stessa dando origine a una terribile esplosione, una supernova. L’energia liberata dall’esplosione produce gli elementi chimici più pesanti del ferro, per esempio argento e oro, e li disperde nello spazio, dove andranno a costituire nuove stelle che saranno quindi più ricche di 2 figura 3 Resti di supernova. La Crab nebula è quello che resta di una stella esplosa nella costellazione del Toro nel 1054: le cronache cinesi riferiscono che, al massimo del suo fulgore, la stella era visibile anche di giorno. Il materiale, arricchito di elementi pesanti, è disponibile per formare nuove stelle. 4 figura 2 Nascita delle stelle. Il quadrilatero di Orione è costituito da quattro luminosissime stelle appena emerse dalla nebulosa in cui si sono generate. Sono forse le stelle più giovani che si conoscano. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 72 27-01-2009 12:37:33 ˘ Cosmologia Disciplina che studia l’evoluzione delle stelle materiali pesanti. Nella composizione delle stelle, la percentuale di materiali diversi dall’idrogeno e dall’elio indica la loro età: più essa è alta, più giovane sarà la stella (figura 3). Il nucleo della stella, schiacciato nell’esplosione, si contrae e si addensa formando una stella di neutroni (le particelle che si possono addensare maggiormente perché non hanno carica), oppure un buco nero, ovvero un oggetto la cui densità è talmente elevata da non permettere la fuoriuscita neppure delle radiazioni luminose. e cerca di determinare l’origine e l’evoluzione dell’Universo. ˘ Diagramma H-R Grafico che mette in relazione temperatura e luminosità delle stelle. La maggior parte delle stelle si colloca in una stretta fascia obliqua detta sequenza principale. ˘ Magnitudine Grandezza che misura la luminosità delle stelle: si dice magnitudine apparente quando si considera la luminosità come appare da Terra; magnitudine assoluta se misura la luminosità che le stelle avrebbero se poste alla stessa distanza dalla Terra. ˘ Spettro Immagine della composizione della luce ottenuta con uno spettroscopio. Sulla base dello spettro emesso, le stelle vengono suddivise in sette classi spettrali. ˘ Teoria del Big Bang Attualmente la più accreditata, afferma che l’origine dell’Universo sarebbe dovuta a una grande esplosione iniziale. 1 figura 4 il nucleo non arriva mai alla fase in cui l’elio può fondere, oppure lo fa per un breve tempo. L’involucro esterno continua a espandersi, diventando sempre più rarefatto e trasparente, e prende il nome di nebulosa planetaria; al centro della nube del materiale stellare rarefatto è visibile il vecchio nucleo della stella, piccolo ma caldissimo, una nana bianca che, non potendo produrre energia, lentamente si raffredda fino a spegnersi del tutto. Le nebulose planetarie sono fra gli oggetti astronomici più belli visibili attraverso i telescopi (figura 4). Nebulosa planetaria. Quello che rimane dell’evoluzione di una stella di massa pari a quella solare in una nebulosa planetaria: gli strati esterni della stella si sono dispersi e permettono di intravedere il nucleo della vecchia stella, molto caldo ma molto piccolo, una nana bianca. 4 Lo studio dell’evoluzione delle stelle, o ˘cosmologia, ha permesso la formulazione di una teoria, a tutt’oggi mai smentita, sull’origine e l’evoluzione dell’Universo: si tratta della ˘teoria del Big Bang, formulata dal fisico ucraino G. Gamow. Sulla base delle misure di velocità di allontanamento delle galassie, Gamow formulò l’ipotesi che l’Universo si sia originato circa 13,5-15 miliardi di anni fa da un’immane esplosione di un punto che conteneva tutta l’energia esistente. Dopo circa 1 minuto, la temperatura era scesa a un valore enorme (1033 K) e si formarono le prime particelle materiali: elettroni, neutroni e protoni (cioè nuclei di idrogeno); da questo momento esse cominciarono a scontrarsi, talvolta producendo elio. Tale processo terminò circa 2 minuti dopo, quando la discesa ulteriore della temperatura non permise più la fusione dell’idrogeno: era nato un Universo molto povero di elementi chimici. Tutto rimase immutato per oltre 400 000 anni, fino a quando la continua discesa della temperatura permise la cattura degli elettroni da parte dei nuclei di idrogeno ed elio. Si formò allora la materia come noi la conosciamo, che si aggregò in galassie e stelle, queste ultime formate solo da idrogeno ed elio. Furono queste stelle a riciclare il povero materiale iniziale e a far comparire gli elementi pesanti, la cui percentuale è andata aumentando sempre più, via via che si succedevano nuove generazioni di stelle. Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. La nostra galassia ha un diametro di: a b c d 10 anni luce 100 anni luce 1000 anni luce 100 000 anni luce 2. Dopo l’esplosione, una supernova può trasformarsi in: a b c d una nana bianca un buco nero una gigante rossa sia a sia b sono corretti 3. Il Big Bang è: a b c d l’esplosione di una supernova una teoria sull’origine dell’Universo il nome della prima fase evolutiva di una stella nessuno dei completamenti precedenti è corretto Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. La magnitudine assoluta di una stella è la luminosità che essa avrebbe a una distanza di ......................... parsec. 5. La luce proveniente dalle stelle si analizza con lo ......................... . 6. Lo spettro di ......................... dell’idrogeno rarefatto presenta solo alcune righe colorate. Vero o falso? 7. Nel diagramma H-R il Sole è collocato a metà della sequenza principale. v f 8. Se la massa iniziale di una stella è inferiore a 8 masse solari, essa può esplodere in una supernova. v f 9. Nel diagramma H-R, la maggior parte delle stelle si dispone lungo una linea diagonale, detta sequenza principale. v f œ Guida allo studio a pagina 78 IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO ” Se la massa iniziale della stella è inferiore a 8 masse solari, L’origine dell’Universo 73 B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 73 27-01-2009 12:37:36 FOCUS EDU Esploratori o colonizzatori? 74 Un’immagine delle Columbia Hills, su Marte, raccolta nel 2004 dal rover Spirit. L’esplorazione del Sistema Solare è appena agli inizi: i prossimi obiettivi della NASA sono il ritorno degli astronauti sulla Luna e addirittura lo sbarco su Marte. Anche i paesi emegenti, come India e Cina, non stanno a guardare. Ma il futuro dei viaggi nel Sistema Solare riguarda anche i privati: nel 2001 è iniziata ufficialmente l’epoca del turismo spaziale. Nuove frontiere, nuove collaborazioni 2037: potrebbe essere questa la data dello sbarco del primo uomo su Marte. Ad annunciare l’ambizioso traguardo è stato nel 2007 l’amministratore della NASA in persona, Michael Griffin. L’impresa non è da poco: se per arrivare sulla Luna l’Apollo 11 ha impiegato 3 giorni, il viaggio fino al pianeta rosso durerà almeno 6 mesi. Nelle intenzioni degli scienziati più ottimisti il passo successivo, ai limiti della fantascienza, è quello di impiantarci una colonia stabile. Nel frattempo, la NASA si è posta anche obiettivi intermedi e più facilmente raggiungibili: primo fra tutti, riportare un uomo sulla Luna, dopo l’ultimo sbarco che risale al 1972. La data prevista per questa spedizione è il 2020, ma secondo alcuni si può anticipare al 2015. La Luna sarebbe una tappa intermedia in tutti i sensi: un eventuale insediamento lunare potrebbe essere una buona base di lancio per il viaggio verso Marte. La realizzazione di questi progetti è motivata ovviamente dall’ambizione della gloria, ma anche dalla ricerca scienti- fica e da forti interessi pratici ed economici, a partire dai numerosi materiali rari e preziosi presenti sulla Luna. Non a caso, anche India e Cina hanno avviato importanti programmi per l’esplorazione spaziale proprio a cominciare dalla Luna. I problemi legati a queste missioni però non sono pochi, né solo di ordine tecnico: per allestire una base permanente e per mantenerla servono fondi in quantità notevole anche rispetto agli standard della NASA. Oltretutto, l’interesse strategico del governo americano per l’ente spaziale è diminuito dopo che la fine della guerra fredda ha privato la corsa allo spazio del ruolo e del fascino di “vetrina stellare” delle superpotenze. Allo stesso tempo, però, si sono aggiunti nuovi protagonisti: l’Europa, con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer B5Ex_074-075(FOC).indd 74 29-01-2009 15:50:24 Giappone e soprattutto la Cina, che nel 2003 è diventata il terzo paese a lanciare una missione spaziale con un proprio vettore. A questi paesi, nel 2008, si è aggiunta anche l’India. Molti progetti si basano oggi sulla collaborazione internazionale, che permette non solo di dividere le spese, ma anche di prendere il meglio della tecnologia di ciascun paese. Un esempio è l’unica base spaziale al momento in funzione: si chiama appunto International Space Station (ISS, cioè Stazione Spaziale Internazionale) e orbita attorno alla Terra a circa 350 kilometri di altitudine. Dopo gli Stati Uniti e la Russia, l’Italia è il terzo paese con la maggiore partecipazione all’ISS, in particolare per la logistica e alcune delle strutture che compongono la stazione. Iniziata nel 1998, l’ISS è abitata stabilmente dal 2000 e ha ospitato oltre cento astronauti di diverse nazionalità. Camera con vista stellare Il 28 aprile del 2001 gli astronauti dell’ISS hanno ricevuto una visita del tutto particolare: Dennis Tito, un miliardario americano, si è assicurato un posto nella storia dell’astronautica come il primo turista spaziale. Il suo caso dimostra che l’esplorazione (o la colonizzazione) futura dello spazio non sarà un affare riservato ai governi delle principali potenze mondiali, ma sarà aperta anche ai privati. Anche per loro, come per gli enti spazia- IN SINTESI ˘ I prossimi obiettivi della NASA sono il ritorno dell’uomo sulla Luna e lo sbarco su Marte. ˘ Il passo successivo potrebbe essere una base permanente sulla Luna. ˘ Nell’esplorazione del Sistema Solare sono entrati in gioco nuovi protagonisti come India e Cina. ˘ Un importante esempio di cooperazione internazionale è la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). ˘ Nel frattempo, nel 2001, è iniziata anche l’era del turismo spaziale. 75 Mark Shuttleworth, il secondo turista spaziale. ˙ RICERCA E CONDIVIDI Gli antichi poterono sviluppare conoscenze approfondite sul movimento dei pianeti e delle stelle anche perché il cielo, nelle notti limpide, era libero da luci artificiali e in particolare da quelle elettriche. Oggi, in un grande città italiana, anche in assenza di nubi o foschia sono poche le stelle visibili a occhio nudo a causa dell’inquinamento luminoso. Per vedere davvero il cielo stellato ci sono due modi: uno è raggiungere, in una notte serena, un luogo isolato come il deserto, l’alta montagna o il mare aperto, lontano dalle coste. L’altro, più semplice anche se certamente meno affascinante, è usare il computer. Google Sky è un software gratuito (compreso nel pacchetto Google Earth) che mostra le costellazioni visibili in ogni momento da ogni punto della Terra. Che cosa si vedrebbe da casa mia? Scarica Google Sky con l’aiuto del tuo insegnante e divertiti con la seguente W attività. WW ˘ Seleziona dalla lista la località più vici- na alla tua città e osserva il cielo come appare sullo schermo. ˘ Clicca su una stella, una costellazione, una galassia o un altro oggetto su cui vuoi saperne di più. ˘ Seleziona ora un’altra città europea e osserva le costellazioni. Quante sono visibili anche dalla tua città? ˘ Fai ora la stessa cosa con una località dell’emisfero australe. Quante delle costellazioni che vedi ora sono visibili anche dalla tua città? Scopri poi con l’aiuto del tuo insegnante le altre possibilità di Google Sky. Per esempio cerca una stella o una costellazione di cui conosci il nome, digitandolo nel campo “Cerca nel cielo”. Divertiti poi a cambiare visuale trascinando il mouse. IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO ATTIVITÀ li governativi, è soprattutto una questione di soldi: secondo fonti ufficiali Tito ha pagato 20 milioni di dollari per un soggiorno di 8 giorni, per un totale di 128 orbite intono alla Terra. Il suo esempio è stato seguito in breve tempo da altri facoltosi amanti dello spazio, tanto che alcune ditte americane stanno già progettando nuove basi orbitanti pensate appositamente per accogliere i turisti. Secondo gli organizzatori, già nel 2015 i primi clienti si potranno accomodare in camere con vista sul firmamento e sul pianeta Terra. Anche adesso, comunque, chi si accontenta di un viaggio spaziale “mordi e fuggi” può concedersi un giretto in orbita con soli (si fa per dire) 500 000 dollari, o un minuto in assenza di gravità a 100 kilometri di altezza per la metà del prezzo. La fantasia dei tour operator spaziali non ha limiti: un’altra società americana promette un viaggio ultraterreno in tutti i sensi: il cliente può assicurarsi, per poche migliaia di dollari, che dopo la sua morte le proprie ceneri saranno spedite nello spazio all’interno di piccole urne, con tanto di targa commemorativa. In pratica, si può affermare che la colonizzazione dello spazio, almeno nelle vicinanze della Terra, si sta sviluppando con alberghi e cimiteri. Per non parlare dei frammenti dei numerosi satelliti in disuso, che hanno inaspettatamente riproposto in orbita un altro problema tipicamente terrestre: la gestione dei rifiuti. B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 75 27-01-2009 12:38:01 VISUALIZZA & ESPLORA Lontano nello spazio e nel tempo 76 Hai già incontrato nelle ultime lezioni un affascinante ramo della scienza, la cosmologia, che studia l’origine e l’evoluzione dell’intero Universo. Si tratta di un ambito di ricerca piuttosto particolare, poiché l’oggetto di studio è uno solo, ed è difficilmente riproducibile! La ricerca perciò si basa sull’elaborazione di teorie e modelli che vengono continuamente messi alla prova con l’osservazione. Quando si nomina, per esempio, la celebre “esplosione” del Big Bang, si fa riferimento a un importante modello cosmologico, ovvero a una teoria scientifica molto elaborata in grado di spiegare buona parte dei dati raccolti negli ultimi decenni osservando i corpi celesti. Tutto cominciò negli anni venti del secolo scorso, quando l’astronomo Edwin Hubble scoprì che tutte le galassie si allontanano da noi, e anche fra loro. Ciò si può spiegare ipotizzando un Universo in espansione, simile a un palloncino che si gonfia progressivamente o, per avvicinarci con la fantasia ai modelli scientifici più recenti, a un lenzuolo elastico che “si stira” sempre più in tutte le direzioni. Immaginiamo allora di tornare indietro nel tempo e ripercorrere questa espansione a ritroso. Secondo la teoria del Big Bang possiamo risalire fino a oltre 13 miliardi di anni fa, quando l’espansione ebbe inizio da un “punto” in corrispondenza del quale le stesse nozioni di spazio e di tempo non valgono più nella forma in cui le conosciamo. Nei primi, critici, istanti, l’Universo avrebbe subito una rapida espansione, benché ancora confinato in dimensioni estremamente ridotte. L’eco di questo evento esiste ancora sotto forma di un segnale molto debole che pervade lo spazio in tutte le direzioni: la sua misura costituisce uno degli argomenti più solidi a sostegno della teoria del Big Bang. Che cosa vedi? L’immagine, catturata dal telescopio spaziale Hubble nel giugno del 2008, ritrae parte dell’ammasso di galassie chiamato Coma Cluster, uno dei raggruppamenti di galassie più densi di tutto l’Universo conosciuto. Le galassie si classificano, prima di tutto, in base alla loro forma. La maggior parte delle galassie che si trovano nella parte centrale dell’ammasso in figura, per esempio, è di forma ellittica, per lo più composta da popolazioni di “vecchie” stelle. Più lontane dal centro dell’ammasso si trovano invece diverse galassie a spirale. Queste ultime contengono nebulose di gas all’interno delle quali nascono nuove stelle. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 76 27-01-2009 12:38:09 Fuori campo Segnali dal passato IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA) Una galassia a spirale ben visibile nel Coma Cluster. Uno dei problemi principali dell’astronomia è, da sempre, la misura della distanza degli oggetti celesti molto lontani. In particolare, determinare la distanza delle galassie e la velocità alla quale si allontanano non è affatto semplice. Esiste una tipologia di stelle, le supernove di Tipo Ia, per le quali si riesce a risalire facilmente alla distanza. Esse vengono utilizzate perciò come candele standard, cioè come punto di riferimento per determinare la distanza delle galassie all’interno delle quali si trovano. Con l’aiuto di queste supernove si è scoperto che le galassie sembrano addirittura accelerare mentre si allontanano. Una delle possibili spiegazioni è che esista una forza repulsiva ancora misteriosa che si oppone alla gravità. 77 ESA and Wolfram Freudling Quando si parla di cosmologia, emergono numerosi concetti che sfuggono alla nostra intuizione basata sull’esperienza quotidiana. Per esempio: gli oggetti celesti più lontani da noi sono anche i più lontani nel tempo. Questo dipende da un fattore importantissimo, la velocità della luce. La luce e, più in generale, tutte le radiazioni che emettono i corpi celesti arrivano a noi “viaggiando” nello spazio interstellare a una velocità finita, quindi impiegano un certo tempo che, per gli oggetti più remoti, può essere molto, molto lungo. La figura rappresenta in forma artistica un quasar, un oggetto celeste di straordinaria energia, estremamente distante nello spazio; l’osservazione di questi oggetti ci restituisce informazioni su un’epoca molto vicina al Big Bang. B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 77 27-01-2009 12:38:57 unità unità O I D U T S O L L G U I DA A Ripassa l’Unità B Prova a rispondere alle seguenti domande; ti aiuteranno a organizzare le tue conoscenze sugli argomenti di questa Unità. 1 78 Il Sistema Solare Qual è la struttura generale del Sistema Solare? Al centro del Sistema Solare si trova il Sole, stella di medie dimensioni costituita in prevalenza di idrogeno che, attraverso reazioni di fusione nucleare, si trasforma in elio liberando energia. Che tipo di corpi celesti fanno parte del Sistema Solare? I pianeti del Sistema Solare sono otto: Mercurio, Venere, Terra e Marte sono quelli più vicini al Sole (pianeti interni o terrestri); Giove, Saturno, Urano e Nettuno si trovano oltre la fascia degli asteroidi (pianeti esterni o gioviani). Nel Sistema Solare sono presenti anche altri asteroidi di varie dimensioni e le comete. Quali sono le leggi che regolano i moti dei corpi celesti? I movimenti di tutti i corpi celesti attorno al Sole rispettano le tre leggi di Keplero. I moti dei corpi del Sistema Solare sono determinati dalla forza di attrazione gravitazionale esercitata dalle loro masse, la cui intensità è direttamente proporzionale alla massa dei corpi e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza: questa relazione è detta legge di gravitazione universale. 2 Il Sole e i suoi pianeti Quali sono le caratteristiche dei corpi celesti osservate dalle missioni spaziali? Le missioni spaziali hanno fornito dati e informazioni impossibili da attingere da Terra. Riguardo al Sole, la cui struttura interna era già piuttosto nota, hanno fornito molte informazioni sulla parte più esterna, la corona, e sul vento solare. Numerose sono le scoperte sui pianeti e la loro conformazione, così come sui loro satelliti, alcuni dei quali di dimensioni planetarie. Le esplorazioni spaziali hanno poi fornito numerose informazioni sugli asteroidi e sulle comete ; in particolare, le missioni hanno consentito di comprendere che l’interazione fra radiazione solare e materiale cometario produce composti del carbonio, allaS.p.A., vita.F. Calvino, Il nuovo Explorer ©essenziali Pearson Italia BVer_078-081.indd 78 3 La Luna, il satellite del pianeta Terra Qual è la struttura del satellite della Terra? La Luna è l’unico corpo celeste che gli esseri umani hanno potuto esplorare direttamente. Sappiamo così che essa è formata da rocce simili a quelle terrestri. Sulla superficie, sono riconoscibili le terre, più chiare e antiche, segnate dai crateri, e i mari, più scuri e recenti, formati da rocce laviche. Quali sono i principali moti che regolano i cicli lunari? Per la coincidenza fra periodo di rotazione sul proprio asse e periodo di rivoluzione (mese sidereo) attorno alla Terra, la Luna mostra sempre la stessa faccia, anche se appare diversa la percentuale di superficie illuminata. Il mese sinodico (ciclo completo delle fasi lunari) dura circa 29,5 giorni. Quando Terra, Luna e Sole sono allineati lungo la linea dei nodi (punti di intersezione fra i piani delle orbite di Luna e Terra) si verificano le eclissi. 4 I moti della Terra Da che cosa è determinato l’alternarsi del buio e della luce sulla Terra? La Terra completa un giro attorno al proprio asse in 23 ore, 56 minuti e 4 secondi (giorno sidereo); il tempo necessario al Sole per tornare nello stesso punto del cielo, il giorno solare, ha una durata di circa 24 ore, variabile nel corso dell’anno. Conseguenza di questo movimento è l’alternarsi di un periodo di luce, il dì, e di un periodo di buio, la notte. Da che cosa è determinato l’alternarsi delle stagioni sulla Terra? La Terra percorre intorno al Sole un’orbita ellittica con un movimento di rivoluzione della durata di un anno. L’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita terrestre produce l’alternarsi delle stagioni : nei giorni dei solstizi (21 giugno e 22 dicembre) i raggi solari giungono perpendicolari a uno dei due Tropici, dando inizio, nell’emisfero boreale, all’estate e all’ inverno ; nei giorni degli equinozi (21 marzo e 23 settembre) i raggi solari sono perpendicolari all’Equatore e iniziano la primavera e l’autunno. Nell’emisfero australe la situazione è ribaltata. Quali sono i moti millenari del pianeta Terra? La Terra compie, in migliaia di anni, movimenti secondari dovuti all’attrazione di Luna, Sole e altri corpi celesti. I più importanti, anche per le conseguenze sul clima terrestre, sono il movimento di precessione luni-solare, la variazione dell’inclinazione dell’asse e il cambiamento della forma dell’orbita. 5 L’Universo oltre il Sistema Solare Quali sono i criteri di classificazione delle stelle? Le radiazioni emesse dalle stelle, analizzate con lo spettroscopio, ci permettono di studiare in dettaglio la loro struttura e le loro caratteristiche, in particolare temperatura e composizione chimica, e queste informazioni hanno consentito di classificare le stelle in base alla luminosità (magnitudine) e alla temperatura (tipo di spettro). Il diagramma di Hertzsprung-Russel mette in relazione queste caratteristiche ed è importante per interpretare l’evoluzione stellare. Quali sono le tappe della vita di una stella? Le stelle si formano dalla contrazione delle nebulose: quando la temperatura interna raggiunge il milione di gradi, si innescano reazioni che trasformano l’idrogeno in elio. Consumato tutto l’idrogeno, il materiale stellare torna a contrarsi e la temperatura aumenta. A questo punto: ” se la massa iniziale è superiore a 8 masse solari, nel nucleo si formano elementi sempre più complessi e pesanti fi no ad arrivare al ferro; quando il nucleo non fornisce più energia alla stella, questa esplode in una supernova e il nucleo si trasforma in una stella di neutroni o in un buco nero. ” se la massa è inferiore a 8 masse solari, la stella termina la propria evoluzione come nebulosa planetaria e poi nana bianca. Come è nato l’Universo? Sulla base dell’evoluzione stellare e della fi sica nucleare è stato possibile formulare una teoria cosmologica, chiamata teoria del Big Bang, che spiega come tutta la materia dell’Universo si sia formata da una “esplosione” iniziale dalla quale hanno avuto origine le galassie e le stelle. 29-01-2009 15:51:16 O I D U T S O L L G U I DA A Verifica i tuoi obiettivi Utilizza le conoscenze acquisite nelle Lezioni di questa Unità per rispondere ai quesiti proposti, suddivisi per obiettivi di apprendimento. conoscere la struttura e le origini del Sistema Solare 5. Scegli la risposta o il completamento corretto. a. Nel nucleo del Sole avviene la fusione: a dell’idrogeno b dell’elio 1. Vero o falso? a. I pianeti del Sistema Solare si dividono in terrestri e interni. v f b. Intorno a Giove orbitano 16 satelliti. v f c. La velocità di rivoluzione dei pianeti non è costante. v f d. La coda delle comete è sempre rivolta verso il Sole. v f 2. Rispondi sul tuo quaderno. a. Da che cosa ha avuto origine il Sistema Solare? c del ferro d del ghiaccio b. La temperatura nella fotosfera è: a 600 °C b 6000 °C 79 c 660 K d 6000 K descrivere le caratteristiche dei pianeti osservate dalle missioni spaziali 6. Completa la seguente mappa con i termini appropriati. ................................................................................................................................... Venere b. Come si sono formati i pianeti del Sistema Solare? Con quali caratteristiche? è un ................................................................................................................................... ................................... descrivere le leggi che regolano i moti del Sistema Solare di tipo che compie due movimenti principali detti ................................... 3. Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. a. L’ ...................... è il punto dell’orbita in cui il pianeta si trova più lontano dal Sole e dove è minima la sua ...................... di rivoluzione. ................................... b. La ...................... legge di Keplero mette in relazione il tempo impiegato da un pianeta a percorrere un’orbita completa intorno al Sole con la distanza media fra i due corpi. c. La legge di ...................... universale formulata da ..................... descrive l’attrazione di due corpi in relazione alle loro masse e alla reciproca distanza. conoscere la struttura del Sole 4. La figura rappresenta la struttura del Sole; completa con i termini appropriati. ................................... ................................... che avviene attorno al che avviene attorno al suo ................................... ................................... e possiede una ricca di ................................... 7. Vero o falso? a. La sonda Venera è stata ricoperta di ceramica per resistere all’alta temperatura del pianeta su cui doveva atterrare. v f b. Di notte, sulla superficie di Mercurio, la temperatura scende a –100 °C. v f c. Saturno è l’unico pianeta a presentare un sistema di anelli. v f d. Eros è un asteroide pericoloso per la Terra. v f b a. Il periodo di ........................... di Mercurio è di circa 58 giorni. a c d b. La superficie di ........................... è caratterizzata da un’atmosfera densa, alte temperature e forti venti. c. La parte craterizzata di Marte si trova nell’emisfero ........................... . d. Giove è costituito prevalentemente di ........................... allo stato liquido e gassoso e di ........................... . e. Titano, il più grande satellite del Sistema Solare, orbita intorno a ........................... . f. Il colore azzurro dei pianeti Urano e Nettuno è dovuto alla presenza di ........................... nella loro atmosfera. IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO 8. Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 79 27-01-2009 12:39:31 unità O I D U T S O L L G U I DA A Verifica i tuoi obiettivi B descrivere le principali caratteristiche della Luna 15. La figura illustra l’alternarsi delle stagioni nell’emisfero boreale. Completa con i termini appropriati. 9. Il rapporto fra la massa della Luna e quella della Terra è pari a: a 1/100 b 1/81 MARZO EQUINOZIO DIPRIMAVERA a AVERA PRIM c 2/100 d 2/81 INV ERN O 80 10. Vero o falso? a. Nelle zone non illuminate della Luna la temperatura scende a –200 °C v f b. La missione spaziale che ha portato l’uomo sulla Luna è stata Apollo 13. v f c. Le terre sono la parte montuosa del satellite. v f PERIELIO GENNAIO AFELIO LUGLIO ES TAT E NO AUTUN c b conoscere i movimenti della Luna; spiegare l’alternarsi delle fasi lunari e le eclissi 11. Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. conoscere le caratteristiche fisiche e chimiche delle stelle a. Quando la Luna è in ........................... entra nella fase di novilunio. 16. Vero o falso? b. Gli antichi calendari lunari si basavano sul mese ....................... . a. Le stelle sono state classificate in base alla loro magnitudine apparente quando ancora non esistevano i telescopi. v f b. Un gas rarefatto dà luogo a uno spettro continuo. v f c. Le stelle rosse sono le più calde. v f c. Perché ci sia un’eclissi, la Luna deve trovarsi in prossimità di uno dei due ........................... . 12. Vero o falso? a. Mese sidereo è sinonimo di mese solare. v f 17. Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. b. Le eclissi di Sole si possono verificare nella fase lunare di congiunzione. v f a. Le stelle sono formate essenzialmente di due elementi: ........................... ed ............................ c. Se le orbite di Terra e Luna giacessero sullo stesso piano, le eclissi non avverrebbero mai. v f d. Il fenomeno della “luna rossa” si ha durante le eclissi totali di Luna. v f 13. Qual è la teoria oggi più accreditata sull’origine della Luna? b. La posizione di una stella sul diagramma H-R è determinata dalla sua classe spettrale e dalla sua ........................... assoluta. saper descrivere l’evoluzione dei diversi tipi di stelle 18. L’immagine rappresenta il diagramma H-R. #LASSESPETTRALE ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... saper descrivere i moti della Terra e le loro conseguenze; conoscere i fusi orari ,UMINOSITg3OLE ................................................................................................................................... " ! & ' + ( SUPERGIGANTI ROSSE « « GIGANTI ROSSE 14. Vero o falso? / NANEBIANCHE -AGNITUDINEASSOLUTA Rispondi sul tuo quaderno. a. Il giorno sidereo è un po’ più lungo del giorno solare. v f b. L’asse di rotazione della Terra è inclinato rispetto alla perpendicolare al piano dell’orbita. v f c. Il meridiano 0 rappresenta la linea del cambiamento di data. v f a. Descrivi le caratteristiche dei diversi raggruppamenti di stelle. d. L’anno tropico è il tempo che intercorre fra un solstizio e un equinozio. v f b. Descrivi sinteticamente le fasi principali dell’evoluzione di una stella. 4EMPERATURASUPERFICIALE# Rispondi sul tuo quaderno. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 80 27-01-2009 12:39:39 O I D U T S O L L G U I DA A Test E ora, mettiti alla prova! Rispondi a tutte le domande, confronta le tue risposte con le soluzioni alla fine del volume e infine valuta la tua preparazione. Ô USA LE PAROLE 19. L’attività solare è l’insieme dei fenomeni che caratterizzano, periodicamente, nel Sole: A Completa con il termine appropriato. a b c d 1. I pianeti ........................ sono più piccoli e di densità maggiore rispetto a quelli gioviani. 2. Il moto di un pianeta intorno a una stella è chiamato ........................ . la zona convettiva la zona radiativa il nucleo la fotosfera 81 20. I mari lunari sono: a b c d 3. Secondo la prima legge di Keplero, i pianeti descrivono orbite ........................ intorno al Sole, che si trova in uno dei due ........................ . 4. La parte superficiale del Sole è detta ........................ . formati da antiche lave raffreddate distese di acqua liquida depressioni colme di ghiaccio sia b sia c sono corretti 21. Le eclissi di Luna si possono verificare: 5. Ogni ........................ lunare ha la durata di una settimana circa. a quando la Luna è in plenilunio b quando la Terra si interpone fra Luna e Sole c quando la Luna si trova in prossimità di uno dei due nodi d solo in presenza di tutte e tre le condizioni precedenti 6. Quando la Luna è in ........................ , si dice essere in opposizione. 7. La traiettoria apparente del Sole tra le stelle è detta ........................ . 22. L’asse di rotazione terrestre è inclinato di 23° 27’ rispetto a: 8. Il moto di precessione luni-solare fa lentamente spostare la posizione degli ........................ . a b c d 9. Lo ........................ è uno strumento utile ad analizzare la luce proveniente dalle stelle. il piano dell’orbita terrestre la perpendicolare al piano dell’orbita terrestre il piano equatoriale terrestre il piano dell’eclittica 23. La magnitudine assoluta di una stella dipende soprattutto da: Ô APPLICA I CONCETTI a b c d B Vero o falso? 10. Venere è un pianeta gioviano. v f 11. Il modulo Huygens è atterrato su Titano. v f 12. Marte presenta ampie zone di ghiaccio in superficie. v f 13. Il nucleo di Giove è ricco di ferro e roccia. v f 14. Le eclissi anulari di Sole hanno luogo quando la Luna è in apogeo. v f le sue dimensioni la sua distanza dalla Terra la sua temperatura superficiale nessuno dei completamenti precedenti è corretto VALUTA LA TUA PREPARAZIONE Confronta le tue risposte con quelle che trovi a pagina 312, poi calcola il tuo punteggio utilizzando questa tabella. v f usa le parole 16. Il giorno solare dura, in media, 24 ore. v f A C Scegli il completamento corretto. 1 punto per ogni completamento corretto il tuo punteggio 10 applica i concetti v f B 1 punto per ogni risposta corretta 8 C 2 punti per ogni risposta o completamento corretti 12 18. Nel Sistema Solare, i pianeti gioviani: a possiedono tutti un sistema di anelli b sono costituiti da elementi pesanti, come silicati e metalli c sono costituiti da elementi leggeri, come idrogeno ed elio d sia a sia c sono corretti Totale Se il tuo punteggio totale è: inferiore a 18 compreso fra 18 e 24 superiore a 24 ÿ ÿ ÿ 30 La tua preparazione: non è ancora sufficiente è sufficiente è buona o molto buona IL SISTEMA TERRA NELLO SPAZIO 15. Dalla Terra vediamo sempre la stessa faccia della Luna. 17. Il Sole è giallo perché la sua temperatura superficiale è di circa 6000 K. punteggio massimo domande B © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Il nuovo Explorer ExpA-E.indb 81 27-01-2009 12:39:43