L’INNO OLANDESE Il paese che ha l’inno più antico è l’Olanda. Fu scritto intorno al 1570, quando infuriava la guerra tra gli olandesi e i loro dominatori spagnoli. Eroe olandese di quella guerra era Guglielmo di Nassau e d’Orange detto il taciturno: fedele al Re di Spagna Filippo II, ma contrario ai metodi oppressivi con cui le autorità spagnole governavano il paese. Proprio a Guglielmo è intitolato l’inno olandese. LA LUNGA STORIA DI DUE INNI L’inno Dio salvi il Re è certamente quello che ha goduto della maggior fortuna anche al di fuori del suo paese. Ben tre nazioni – oltre all’Inghilterra – l’hanno usato, o lo usano tuttora, come proprio inno: la Svezia, la Svizzera e il Liechtenstein. Negli Stati Uniti divenne un canto popolare, e così perfino in Germania! In Germania ci volle l’uragano di una guerra mondiale per proibire di cantare l’inno d’Inghilterra a un popolo che si stava preparando a fare della vicina potente Isola un deserto. Sugli inni nazionali non c’è diritto d’autore, evidentemente. E così sono possibili le più curiose trasformazioni. Prendi ad esempio l’attuale inno tedesco Unità, giustizia e libertà. La Germania è oggi una repubblica. Ma lo spirito del suo inno ti sembra abbastanza “repubblicano”? Assomiglia di più a quello inglese o a quello francese? UNITÀ, GIUSTIZIA E LIBERTÀ: L’INNO TEDESCO In realtà, anche questo inno ha una lunga storia. Fu composto pochi anni dopo la Marsigliese, nel 1797, e dall’altra parte della barricata. Erano gli anni in cui l’Impero austriaco incominciava a subire la furia napoleonica. Alla corte di uno dei più illustri principi dell’Impero, lo Esterhazy, lavorava, ormai vecchio, il grande compositore Franz Joseph Haydn. A lui fu chiesto di comporre l’inno della resistenza austriaca contro i francesi. E Haydn compose proprio l’inno di cui abbiamo parlato. Le parole incominciavano “Dio salvi l’Imperatore Francesco”. Un inno imperiale, dunque, altro che repubblicano! Nel 1841 un poeta tedesco cambiò le parole “Deutschland, Deutschland űber alles” (Germania, Germania al di sopra di tutto e di tutti…). E ancora una volta fu contro i francesi che le parole vennero ostilmente gridate, non più dall’imperiale esercito di Francesco d’Asburgo, ma dai soldati di Bismarck, quando nel 1870 dilagarono per la Francia di Napoleone III. Inutile dire che di questo inno – la cui musica era così equilibrata, ma le cui parole ora esaltavano il nazionalismo più cieco – s’impadronì il nazismo, che lo cantò in tutte le terre d’Europa oppresse dal suo feroce tallone. Venne la guerra e il crollo del regime. Le parole di quell’inno furono cancellate. Ma la serena musica di Haydn fu conservata. Quasi a titolo d’ammenda, sotto quelle note che erano sevite per l’odio, furono poste altre parole, quelle attuali, inneggianti alla giustizia e alla libertà.