Apertamente Speciale Ventidio Basso, Ottobre 2012

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Speciale Ventidio Basso
ottobre 2012
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aperta
Anno VII - N°11
An
Gratuito
Centr o Studi
“Francesco d’Appignano”
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Impaginazione
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F. Albertini
Alb tini - e-mail:
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[email protected]
N°84
era un piceno, uno dei
nostri
di Francesco Picotti Savelli
publio ventidio basso,… dalle stalle alle stelle
C
Ascoli Piceno - Teatro Ventidio Basso - Interno
mia, dopo averli sconfitti in tre successive
battaglie. Ventidio decise comunque di
non inseguire ulteriormente i Parti perché
temeva di suscitare la gelosia di Antonio;
e cosi decise di attaccare e sottomettere le
popolazioni che si erano ribellate a Roma
e di assediare Antioco I di Commagene
nella città di Samosata…. Ventidio è
l’unico generale romano che ad oggi abbia
celebrato un trionfo sui Parti”.
In seguito a queste campagne i Parti riportarono il confine al fiume
Eufrate.
M. Antonio giunto finalmente a
Samosata ma stanco dell’assedio
accettò la resa del re di Commagene dietro un tributo di 300 talenti
d’argento.
Anche lo storico T. Mommsen volle scrivere un’annotazione su quanto appena esposto:
“Antonio…, natura inferiore che malvolentieri soffriva che i suoi generali riportassero importanti successi, aveva
allontanato il vincitore di Labenio e di
Pacorus, il valente Ventidio Basso, subito dopo quest’ultima vittoria, e avocato a
sé il comando supremo per conseguire il
misero onore di Samosata, capitale della
Commagene, piccolo stato siro-dipendente,
onore che non conseguì”.
Dopo questi fatti Ventidio se ne
tornò a Roma per celebrare il suo
trionfo, il primo celebrato sui Parti.
Per ricordare l’evento furono coniate delle monete: in una nel dritto
compare la figura di Ventidio con
il carro trionfale e nel verso le insegne dei Parti costituite da una
corona con arco e frecce, un’altra
porta la scritta “Publio V.B. , figlio di
Publio, nipote di Publio che era pretore”,
un’altra che nel dritto reca l’effige
di Antonio Augusto e nel verso
l’immagine del carro della vittoria con scritto Publio Ventidio figlio
di Publio proconsole, un’altra ancora
recante l’immagine del carro della
vittoria corredata dalla scritta Publio
Ventidio figlio di Publio nipote di Publio
proconsole al monte Tauro trionfatore sui
Parti il 27 Novembre.
Anche se può apparire ridondante, tra gli scritti dello storico C.M.
Wells concernente le guerre partiche ho trovato queste parole:
“Fu questo un clamoroso rovesciamento
di fortuna; lo stesso Ventidio cinquanta
anni prima, era sfilato tra i prigionieri
nel trionfo di Pompeo Strabone sugli in-
sorti Italici nella Guerra Sociale. La
cosa indica chiaramente a qual punto,
dopo quella guerra, alcuni Italici si
sono affermati nella società romana”.
Francesco Picotti Savelli
Arcore , 03-2012
Bibliografia
- Le grandi battaglie di G.Giulio
Cesare, A.Frediani, Biblioteca
Storica, 2003
- Storia Universale, l’Impero Romano,
Colin M. Well, RCS 2004
- Storia di Roma, Teodoro
Mommsen vol. III e V
- De Bello civili, G.Giulio Cesare, A.
Mondatori, 1989
- Ascoli città d’arte, Antonio Rodilossi, Stampa & Stampa,1983/87
- Battaglia del monte Gindaro, Enciclopedia libera, Wikipedia
- ER-Esercito Romano, Principali campagne militari, A.Alberti, 15/5-2011
- Publio Ventidio Basso, Enciclopedia libera, Wikipedia
- Su le Memorie e i Monumenti di Ascoli
Piceno, Gianbattista Carducci, 1855
hissà quante
volte
abbiamo
pronunciato il suo
nome riferendoci al
teatro sito di fronte al
chiostro maggiore di
S. Francesco in Ascoli
(da sempre chiamato
piazza delle erbe) ove
ci siamo recati per vedere film oppure per
assistere a rappresentazioni teatriche.
Delle particolarità del teatro,
opera iniziata nel 1579, ne sanno
forse solo gli esperti e gli appassionati come anche della storia
dell’Ascolano a cui fu intitolato
l’edificio, Publio Ventidio Basso.
Ed è di questo grande Generale
che vorrei parlare del quale sino
a qualche decennio fa anch’io
sapevo più niente che poco; e
forse sarei rimasto nell’ignoranza se non avessi incontrato nel
mercatino dell’antiquariato, tenuto proprio nella piazza anzidetta,
un rigattiere che, non ricordo per
quale motivo, mi illustrò brevemente la vita del nostro eroe.
Giorni or sono, riordinando un
po’ di carte nella confusione che
regna tra i miei libri, mi sono capitati tra le mani due volumetti
sulle Chiese e monumenti ascolani e guardandoli mi è riaffiorato il
ricordo di quell’antiquario; da qui
il desiderio di arricchire le mie
conoscenze sul nostro eminente
conterraneo.
territorio tra la Lucania e la CamLe fonti dicono pania che in seguito fu chiamato
che Publio Venti- “agro picentino”. Successivamente
dio Basso visse dal Ascoli godette di un rapporto privi90 al 27 a.C. cioè in legiato con Roma sino allo scoppio
quel periodo pieno nel 91 della Guerra Sociale durata
di avvenimenti e di due anni.
personaggi che rap- Le ragioni di tale guerra andavano
presentano una si- ricercate nella riluttanza di Roma
gnificativa parte della a concedere ai popoli Italici la Citstoria antica insegna- tadinanza Romana con la quale
taci in età scolare. ognuno avrebbe potuto dire “civis
Chi non ricorda Ce- romanus sum” e pertanto godere
sare, Pompeo, Cle- dei diritti civili e politici dei romani.
opatra, Ottaviano, Le popolazioni Sannitiche e MarsiErode, Mitridate, le guerre per che si allearono con i Picenti e forl’espansione dell’egemonia ro- marono una Lega chiamata Italia e
mana sia in Italia che nei Paesi stabilirono la loro capitale in Corfieuropei, Mediterranei e del Me- nio, vicino a Sulmona. Ascoli tuttadio Oriente? Tra questi impor- via fu il centro della ribellione e da
tanti avvenimenti si annovera qui partì la scintilla della guerra.
la Guerra Sociale scoppiata tra Infatti Roma aveva mandato nella
Roma e la Confederacittà un suo emiszione degli Italici.
sario, Qiunto SerLe ragioni che porvilio, il quale intarono allo scontro
vece di negoziare
venivano da lontano.
minacciò severe
Già nel 269 e 268 a.
rappresaglie; purC. i Picenti avevano
troppo i suoi disubito due sconfitscorsi accesero gli
te di cui la seconda
animi degli ascolproprio nella vallata
tatori che lo pasdel Tronto ove non
sarono per le armi
mancò l’ardore ma,
uccidendo in secome dice Semproguito tutti i romani
nio, fu un potente
presenti in città.
terremoto, interpreCon lo scoppio
Gneo Pompeo Strabone
tato come il segno del
della guerra Roma
cielo, a spaventare gli
affidò le truppe a
ascolani molti dei quali dopo la Gneo Pompeo Strabone mentre gli
sconfitta furono deportati in un Italici nel fronte piceno schieraro-
no le truppe sotto il comando di Q.
Poppedio Silone con i generali piceni C. Vidacilio, T. Lafreno (Afrenio)
e P. Ventidio
Basso (nato
ad Osimo ma
aveva scelto
Ascoli dove
vivere e padre del nostro
Publio Ventidio
Basso
che portava lo
stesso nome
del padre e del
nonno).
Questi ultimi,
rotto l’urto
Giulio Cesare
dell’esercito
romano,
lo
batterono e lo inseguirono sino a
Falerone da cui il generale Strabone
fuggì per ripararsi a Fermo città alleata dei romani che fu posta sotto
assedio.
(Fermo è sempre stata da quella
parte; edificata come stazione di
guardia per controllare i Piceni e la
capitale Asculum, nel suo gonfalone campeggia
il motto ”Firmum firma
(fide) romanorum colonia”, nell’825
Lotario I la
munì, assieme ad altre
otto città italiane, di una
Schola (università) che
durò sino al
Giulio Cesare 1825 quando
fu chiusa per
mancanza di fondi, nel 1854 poté
istituire quella scuola in seguito
chiamata “Regio Istituto Tecnico”,
oggi diremmo d’eccellenza, assieme
ad altre dieci città e recentemente
anche il riconoscimento di Provincia). Ottenuti i rinforzi da Roma
con Sulpicio, Strabone riattaccò gli
ascolani che perso anche Lafrenio,
rimasto solo a comandare, presero
la via della costa e si ritirarono in
Ascoli. Qui l’assedio di Strabone
durò circa un anno ed a nulla val-
se l’aiuto arrecato agli assediati no aggiunge che dopo fu buttadel generale ascolano Vidacilio, to a pezzi nel Tevere.
il quale, forzato lo sbarramen- A Roma il giovane Ventidio
to, entrò in città ma non riusci visse nella povertà, tuttavia sua
a convincere i concittadini per madre non perse occasione per
fargli avere una istruzione. In età
una inattesa sortita.
La battaglia avvenne comunque adolescenziale rivestì il modesto
e si svolse in prossimità del- ruolo di garzone stalliere indi
la porta principale della città. proseguì con il mestiere di conI 60mila Italici si scontrarono duttore di muli. Ebbe qualche
con i 75mila romani. Vidacilio fortuna ed iniziò il commercio
non vedendo soluzioni favo- di animali da soma e tale attività
revoli preferi togliersi la vita lo mise in rapporto con l’esercipiuttosto che finire schiavo dei to romano bisognoso di quadrupedi per ragioni logistiche.
nemici.
Strabone entrato in città la fece Entrato in contatto con G. Giusaccheggiare, uccise i maggio- lio Cesare questi accettò di farlo
renti ed i cittadini più validi e arruolare fra i suoi uomini pronla distrusse. Ciò accadeva il 25 ti per la spedizione in Gallia.
Nelle battaglie la stima di Cesare
Dicembre dell’89 a. C.
Tornando a Roma nel corteo verso Ventidio crebbe tanto che,
trionfale di Strabone vi era in come qualcuno riporta, lo scelse
catene assieme alla madre un come auriga personale.
bimbo, questo era il nostro Pu- La stima reciproca permise a
blio Ventidio Basso figlio del fu Ventidio di rimanere al fianco
del suo generale anche quando
generale piceno.
Lo storico Giambattista Car- le truppe di quest’ultimo rientraducci nel 1855 lo ricorda così: to nella sua Cispadania superò il
“ch’empio della mobilità dell’umana Rubicone per muovere contro
fortuna, oggi schiavo, doveva Roma Pompeo attraversando il territoun giorno inchinare consolo pur esso, rio marchigiano.
e nella via Sacra applaudire trion- Passando per Ancona, l’esercito conquistò Osimo ed ancora
fatore”.
La Guerra Sociale finì quin- Ascoli prima di puntare a Cordi con la caduta di Ascoli che finio ove vi giunse con 40mila
venne inserita nella Tribù Fabia uomini. (Nello scrivere questo
ed organizzata come “munici- passo mi frulla in testa la domanda: cosa avrà provato Venpium”.
tidio attraverStrabone negli anni
sando quelle
successivi non ebbe
terre ove erano
vita facile, fu accusale sue radici e
to di peculato dei beni
che lo videro
sottratti agli ascolani e
fanciullo deper le ricorrenti tensioportato?).
ni politiche interne si
Il combattere
trovò con le sue trupassieme a Cepe accampato attorno
sare sia in Gala Roma ove, a seguito
lia che in Italia
della peste che colpi
fece si che la
diversi eserciti tra cui
Marco Antonio
personalità di
quello di Ottavio perse,
Ventidio si evicome riporta T. Mommsen
ben 11mila veterani. Anche lui denziasse al punto che il genemorì avendo contratto la stes- rale lo promosse, prima del suo
sa malattia e la soldatesca indi- assassinio, in un ruolo senatoriagnata (non si conosce per quali le. Infatti seppur Liberto (schiamotivi ma si può ipotizzare per vo liberato con forme previste
bottini di guerra) portò via a dal diritto civile) ricevette gli inforza dalla bara il suo cadavere carichi di Tribuno della Plebe ed
e lo trascinò per le vie; qualcu- anche di Pretore nel 44 a.C.
Il subentrato Marco Antonio che nel “Limes” orientale (la frontiera ruolo e ponendo al suo posto
ben conosceva lo spirito di Venti- era il fiume Eufrate ove si trova l’I- Antigono nipote del partico.
A questo punto
dio verso Cesare gli
Antonio come si
fece conferire nei
può immaginare
primi di dicembre
decise di muovedel 43 il titolo di
re contro i Parti
Console suffetto (in
inviando il suo
sostituzione di un
migliore generale
defunto; mi si perVentidio Basso
metta una curiosità:
che nel 39 a. C.
anche in quei tempi
presso il Monte
in Senato c’era una
Tauro, entrato in
moltitudine di rapcontatto con la
presentanti come
cavalleria parta la
oggi nei nostri parsconfisse, quindi
lamenti, all’epoca
con abile stratesi dice fossero 900
gia attaccò vite qualche volta antoriosamente le
che di più). Nello
armate di Quinto
stesso periodo ci fu
Labenio.
La sua
un’atra nomina imAscoli Piceno - Teatro Ventidio Basso - Veduta frontale
azione verso il neportante, quella del
ran nord-orientale, in quel tempo mico proseguì inviando verso il
patrizio Ottaviano.
La sua predisposizione all’arte chiamato Partia, il cui re Mitridate cosiddetto passo di Mons Amadella guerra non gli venne mai in precedenza si era spinto verso nus fra la Cilicia e la Siria, ove
meno tant’è che nel 44-43 a.C. la Persia). In quello scacchiere nel risiedeva un’importante guarniricostitui la IX Legione cesaria- 53 a. C. il generale romano Marco gione partica, la cavalleria guidata
na disciolta due anni prima e così Licio Crasso a Carre aveva subito da Pompedio Silo che, sorpreso
fece con la X formata dai vete- una significativa sconfitta da parte dal partico Franaparte, avrebbe
rani d’Italia tenuta in attività sino del generale partico Surena e suc- subito una sconfitta se non fosalla sconfitta dei cesaricidi nel 42 cessivamente nel 51 gli stessi Parti se intervenuto Ventidio il quale
al comansconfisse gli attaccanti.
a Filippi in Tracia.
Nel proseguire la campagna,
In ambito politico, per quanto do del loro
Ventidio nel 39-38 si stanziò in
posso aver capito, non ebbe molti re Pacoro
Palestina dopo averla riconqui“supporter”, diremmo oggi, anzi; I si erano
stata assieme alla Siria, indi, il
accanto al popolino di Roma ed a lanciati alla
9 Giugno dell’anno successivo
Cestio Pio (retore, famoso per la c o n q u i s t a
nell’anniversario della sconfitta
frase “nasciamo in un sol modo (ma) della Siria
di Carre , batté l’esercito nemimoriamo in molti”) vi fu anche Ci- romana ma
co comandato dal re Pacoro I e
cerone che lo denigrò nelle sue furono codal generale Franaparte presso
Filippiche per il suo iniziale stato stretti al riGindaro a 50 km da Antiochia.
sociale e per aver fatto il mestiere tiro da CasLa spinta di Ventidio sarebbe
di “mulattiere militare addetto ai sio.
proseguita se egli non avesse
rifornimenti” forse dimentican- L’invasione
ritenuto conveniente fermardo volutamente che nelle vene di della Siria
si temendo la non condiviquel mulattiere schiavo correva fu rinnovasione sull’azione da parte di
il sangue di un grande generale ta con l’alM.Antonio. Pertanto preferì ,
piceno che aveva sconfitto nella leanza del
dopo aver risottomesso le pobattaglia di Falerone il romano t r a d i t o r e
Plutarco
polazioni ribelli, assediare AnQuinto LaSulpicio Strabone.
tioco I nella città di Samosata.
Nel 41, M. Antonio partito per benio che, lasciato l’accampamenA tal riguardo penso sia signil’Egitto, dopo aver ricostituito un to di Bruto, si mise con Pacoro I
imponente esercito di ben nove ed insieme sconfissero il governa- ficativo quanto scrisse Plutarco
nelle “Vite Parallele-Marco Anlegioni tra cui la famosa III Galli- tore Romano Saxa.
ca, la X Gemina e la famosissima Dopodiché i due alleati invasero tonio”:
XII Fulminata per la saetta rap- la Palestina e l’Asia minore giun- “Il suo successo, che diventò uno dei
presentata sullo scudo, ritenne gendo in Giudea ove deposero il più celebrati, diede ai Romani piena
necessario inviare il cesariano, re filoromano Giovanni Ircano soddisfazione per il disastro subito con
fidato ed abile tattico V. Basso facendogli tagliare addirittura le Crasso e colpi i Parti ancora fino ai
per contrastare quanto avveniva orecchie per renderlo inadatto al confini con la Media e la Mesopota-
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