Percorso E - Zanichelli online per la scuola

unità E1
la rivoluzione americana
nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Classe
.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E
percorso
Sintesi dell’unità E1
1.1Le colonie inglesi in America
Nel 1606 re Giacomo I permise ad alcuni sudditi di costruire case e piantagioni nei possedimenti
inglesi in America del nord: si svilupparono, così, le prime tredici colonie inglesi d’America, in cui
ebbe origine un nuovo tipo di società, nata non dal feudalesimo, ma dall’amore per la libertà dei
primi coloni. L’amministrazione locale era affidata ad assemblee elettive, sulle quali però aveva diritto di veto il governatore, rappresentante del governo britannico.
La guerra dei Sette anni ebbe un’influenza decisiva nella storia dell’America settentrionale, perché la Gran Bretagna s’impadronì dei territori posseduti dalla Francia, come il Canada e la Louisiana, e decise di trasformarli in una riserva indiana: non voleva che i coloni vi si trasferissero e vi conquistassero le stesse autonomie di cui godevano nelle tredici colonie già esistenti. Tuttavia, nonostante questi provvedimenti e alcune rivolte di indiani, i coloni cominciarono a occupare le nuove
terre, anche perché l’aspirazione alla libertà e le difficoltà economiche attiravano in America un
numero sempre maggiore di europei.
1.3, 1.4La nascita degli Stati Uniti
Cominciò a formarsi una nuova identità americana, che non era fondata su componenti etniche, ma
era unita da comuni esperienze di vita e dall’idea di libertà. In un primo tempo i coloni si limitarono
a chiedere il diritto di eleggere loro deputati al parlamento britannico, per potere influire sulle leggi
che li riguardavano, ma ben presto, di fronte all’atteggiamento intransigente assunto dal re Giorgio
III, la situazione s’inasprì. Nel 1773 un gruppo di coloni gettò a mare, nel porto di Boston, un carico di
tè della Compagnia delle Indie orientali, che aveva ottenuto dei privilegi commerciali. L’anno seguente i coloni organizzarono delle milizie armate e si riunirono in congresso a Filadelfia, dove fu
approvata la Dichiarazione dei diritti delle colonie. Non si chiedeva ancora l’indipendenza, ma il pieno diritto di legiferare in materia di tassazione e politica interna. La situazione, però, peggiorò ulteriormente e le colonie cominciarono a proclamare l’indipendenza: infine, il 4 luglio 1776 i delegati di
tutte le colonie, riuniti nuovamente a Filadelfia, approvarono la Dichiarazione d’indipendenza.
Scoppiò una guerra: il comando dell’esercito americano fu affidato a George Washington, che fu
appoggiato anche da forze francesi; nel 1781 gli inglesi furono definitivamente sconfitti a Yorktown.
Nel 1783, col trattato di Versailles, la Gran Bretagna riconobbe l’indipendenza degli Stati Uniti.
1.5La struttura del nuovo Stato
Il nuovo Stato non ebbe all’inizio una struttura unitaria. Le ex colonie formarono infatti una confederazione, in cui i singoli Stati godevano di rilevanti autonomie. Molti però avvertivano l’esigenza di
un governo centrale forte e chiedevano una struttura federale, che prevedeva l’esistenza di diversi
centri di potere: uno centrale, che garantisse l’unità politica ed economica e la difesa della federazione, e i poteri periferici, che assicurassero ai singoli Stati l’autonomia negli altri campi. I federalisti
alla fine prevalsero: nella costituzione degli Stati Uniti, che entrò in vigore nel 1788, il potere legislativo fu affidato al Congresso, formato dalla Camera dei rappresentanti e dal Senato, quello esecutivo al presidente, che aveva ampi poteri ed era simbolo e garante dell’unità.
1.6, 1.7I primi anni di vita del nuovo Stato
Il dibattito tra federalisti e autonomisti continuò anche nei primi anni di vita degli Stati Uniti, di cui
George Washington fu il primo presidente. Sul piano finanziario fu attuata una politica protezionistiIdee per insegnare la storia con
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Sintesi
La Gran Bretagna sfruttava dal punto di vista economico le colonie americane, importando le materie prime ed esportandovi i prodotti lavorati, ma questo commercio era tutto nelle mani degli inglesi, che impedivano ogni tentativo di sviluppare manifatture locali. Inoltre, le colonie erano tenute
in uno stato di soggezione economica attraverso i dazi e le tasse: i coloni ritenevano illegali le tasse
del governo inglese, poiché venivano imposte da un parlamento, quello britannico, nel quale essi
non avevano rappresentanza. L’imposizione di una tassa sul bollo (Stamp Act) provocò un forte
malcontento e tra i coloni cominciò a diffondersi la convinzione che senza l’indipendenza non sarebbe stato possibile nessuno sviluppo economico.
didattica
su misura
1.2, 1.3L’aspirazione delle colonie all’autonomia
percorso
E
unità E2
la rivoluzione francese
nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ca, che favoriva la grande borghesia manifatturiera e mercantile degli Stati del nord; negli Stati del
sud, invece, i proprietari di piantagioni erano contrari al protezionismo, e favorevoli all’autonomismo
di Thomas Jefferson, che, eletto presidente nel 1800, fece maggiori concessioni ai singoli Stati.
La Costituzione assicurò la libertà ai cittadini americani, ma lasciò aperte due gravi questioni: la
schiavitù e il problema degli indiani. Ogni Stato adottò, in materia di schiavi, una propria politica: gli
Stati del sud erano favorevoli, perché gli schiavi, razziati dall’Africa, erano necessari per il lavoro
nelle piantagioni di cotone. Anche gli indiani erano rimasti esclusi dalla formazione del nuovo Stato; il territorio loro assegnato, inoltre, si riduceva continuamente, perché i pionieri, violando i trattati, ne occupavano parti sempre più vaste, fondandovi nuovi Stati.
Sintesi dell’unità E2
2.1, 2.2 Gli Stati generali
didattica
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Sintesi
A partire dal 1776, prima con Necker e poi con Calonne, il re di Francia Luigi XVI tentò di risanare le
finanze statali: i provvedimenti adottati, però, si rivelarono inefficaci e suscitarono un forte malcontento. In Francia in quel periodo si era formata una vera opinione pubblica: la borghesia, attraverso opuscoli e giornali, esprimeva, a volte in forma clandestina, le proprie aspirazioni e critiche, non potendo
farlo negli organi istituzionali. Non potendo ignorare l’atteggiamento dell’opinione pubblica, nel 1788
il re decise di convocare, per la prima volta dal 1614, gli Stati generali: erano un organismo puramente
consultivo, che riuniva i rappresentanti del clero, della nobiltà e del Terzo Stato. Le elezioni dei deputati del Terzo Stato si svolsero con una grande partecipazione popolare: gli strati sociali che fino a quel
momento non avevano avuto alcun peso ebbero la sensazione di contare qualcosa, attraverso il voto e
la compilazione di quaderni in cui espressero aspirazioni e lagnanze (cahiers de doléances).
2.3L’Assemblea Costituente
Appena gli Stati generali si riunirono, nacquero forti contrasti su come si dovesse votare, se per ordine, come volevano la nobiltà e il clero, oppure per testa, come voleva il Terzo Stato, che in questo
modo avrebbe avuto la maggioranza. Alla fine i rappresentanti del Terzo Stato decisero di riunirsi
da soli, costituendosi in Assemblea Nazionale e giurando di non separarsi prima di aver dato alla
Francia una costituzione: ad essi si unirono i rappresentanti del clero (il clero più povero condivideva le aspirazioni del Terzo Stato) e un gruppo di nobili di idee liberali, guidato da La Fayette: si formò così l’Assemblea Nazionale Costituente.
2.3La Dichiarazione dei diritti
Il re reagì radunando a Parigi molti reparti dell’esercito e questa decisione suscitò malcontento e
preoccupazione nei parigini. Il 14 luglio 1789 la popolazione di Parigi assalì la fortezza della Bastiglia, che era il simbolo dell’assolutismo e la conquistò. Scoppiarono anche rivolte nelle campagne e
molti castelli furono saccheggiati e bruciati. L’11 agosto i deputati dell’Assemblea Nazionale Costituente abolirono i privilegi feudali e il 26 agosto approvarono la Dichiarazione dei diritti dell’uomo
e del cittadino, in cui si affermava che gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali. Furono proclamati diritti naturali la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Si stabilì,
inoltre, che la sovranità risiedeva nella «nazione».
La prima fase della rivoluzione francese si concluse con l’avvio della costruzione di un regime
monarchico‑costituzionale, ostacolata dall’atteggiamento ambiguo del re, che aderiva formalmente,
ma nei fatti opponeva resistenza alle iniziative dell’Assemblea.
2.3, 2.4I contrasti dell’Assemblea con il re e con il clero
Il re e la corte vivevano a Versailles, fuori dal controllo della popolazione parigina: nell’ottobre del
1789 una grande folla, alla cui testa erano migliaia di donne, marciò sulla reggia di Versailles e costrinse Luigi XVI a trasferirsi a Parigi.
Nello stesso anno furono confiscati i beni della Chiesa. Nel 1790 i contrasti tra l’assemblea e le
gerarchie ecclesiastiche diventarono più forti, a causa dell’approvazione della costituzione civile del
clero, che stabiliva l’elezione popolare per vescovi e parroci, che avrebbero ricevuto uno stipendio
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.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dallo Stato, diventando così veri e propri funzionari statali e perdendo la propria autonomia. Inoltre, ai vescovi e ai preti fu ordinato di giurare fedeltà alla rivoluzione. La Chiesa di Roma si oppose
duramente al governo rivoluzionario.
E
percorso
2.5, 2.6La fine della monarchia
La Convenzione decise il destino del re: prevalsero le idee dei montagnardi, i più radicali, guidati da
Robespierre, e Luigi XVI fu processato, condannato a morte e ghigliottinato. Inoltre, la Convenzione dichiarò guerra anche a Gran Bretagna, Olanda e Spagna: per affrontare questi impegni militari
fu decisa una leva di massa, che provocò un grave malcontento nelle campagne, perché mancarono
gli uomini per il lavoro nei campi. Inoltre, i contadini erano delusi dalla rivoluzione, perché non avevano ottenuto le terre: alla proprietà feudale si era sostituita quella borghese. Si aprì così un fronte
interno: l’opposizione fu particolarmente dura nella regione della Vandea, dove la rivolta fu repressa con estrema ferocia dall’esercito repubblicano.
2.8, 2.9, 2.10Il Comitato di salute pubblica e il Terrore
Nel 1793 la Convenzione approvò una nuova Costituzione che, tenendo conto delle esigenze espresse dai sanculotti, i rivoluzionari che rappresentavano gli strati più radicali della popolazione parigina, proclamò anche i diritti alla sussistenza, al lavoro, all’istruzione e all’insurrezione; la Costituzione del 1793, però, non fu mai applicata.
A quelli della Convenzione si sovrapposero i poteri di un Comitato di salute pubblica, guidato dai
montagnardi, nel quale ebbero un ruolo di primo piano Danton e Robespierre. I girondini, moderati,
furono sconfitti e i loro principali esponenti, accusati di tramare contro la rivoluzione, furono processati e ghigliottinati. Il Comitato acquisì, dal luglio 1793, il potere effettivo, esercitandolo in maniera
dittatoriale attraverso il Tribunale rivoluzionario, che mandò a morte moltissimi oppositori. Questo
periodo fu chiamato Terrore e vide come protagonista indiscusso Robespierre: furono eliminati non
solo i girondini, ma anche coloro che li avevano accusati, e lo stesso Danton. La reazione dei moderati
portò infine, nel luglio del 1794 (Termidoro), alla caduta di Robespierre, che fu ghigliottinato: restarono al potere le sole forze borghesi. La rivoluzione trasformò la Francia da monarchia assoluta in società liberale. I rivoluzionari cercarono di realizzare un cambiamento totale: introdussero un nuovo
calendario e crearono una sorta di religione laica, in cui si celebravano i culti rivoluzionari.
2.11La nascita del Direttorio
Nell’agosto del 1795 la Convenzione approvò una nuova Costituzione, che conteneva, oltre alla dichiarazione dei diritti, anche una dichiarazione dei doveri; la Costituzione attribuì il potere legislativo a due Camere e quello esecutivo a un Direttorio di cinque membri. I monarchici tentarono una
insurrezione, che fu stroncata da un giovane generale, Napoleone Bonaparte. Un tentativo rivoluzionario fu compiuto anche dall’estrema sinistra, guidata da Babeuf, ma la sua cospirazione (congiura degli Eguali) fu sventata.
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Sintesi
2.7 Guerra esterna e guerra civile
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Nel giugno del 1791 Luigi XVI cercò di fuggire dalla Francia, ma a Varennes fu scoperto, arrestato e
riportato a Parigi. La situazione si radicalizzò: i monarchici moderati, che fino a quel momento avevano fatto parte del club dei giacobini, ne fondarono un altro, chiamato dei foglianti, mentre i giacobini più estremi, a loro volta, diedero vita al club dei cordiglieri. Fu approvata una Costituzione, che
limitava fortemente i poteri del re, a vantaggio della futura Assemblea legislativa: le elezioni dell’Assemblea legislativa videro la vittoria dei moderati, che dovettero affrontare una difficile situazione
economica e la questione della guerra. Le potenze straniere, infatti, minacciavano di intervenire a
favore del sovrano: nell’aprile del 1792 fu dichiarata guerra alla Austria.
La Prussia intervenne a fianco dell’Austria e l’esercito francese si trovò in difficoltà: i francesi
reagirono con una grande mobilitazione di massa, che fece affluire a Parigi molti volontari. Il 10
agosto la popolazione parigina, guidata dai sanculotti, i rivoluzionari più radicali, insorse contro il
sovrano, assaltando il palazzo reale: si affermò un nuovo organismo, la Comune insurrezionale, il re
fu deposto e fu convocata una nuova assemblea, chiamata Convenzione. Il 20 settembre l’esercito
francese, trasformato dalla mobilitazione popolare in un esercito rivoluzionario, ottenne un’importante vittoria sugli austriaci a Valmy. Lo stesso giorno della vittoria di Valmy si riunì la Convenzione,
in cui i giacobini (divisi in girondini e montagnardi) erano il gruppo più importante. Il 21 settembre
la Convenzione dichiarò decaduta la monarchia.
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unità E3
napoleone
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.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sintesi dell’unità E3
3.1, 3.2L’ascesa di Bonaparte
Nel 1796 Napoleone Bonaparte fu nominato comandante delle truppe francesi in Italia, dove batté
gli austriaci: conquistò Milano, fondandovi la repubblica cisalpina e, nel 1797, Venezia; nel 1798, con
la pace di Campoformio, i francesi ottennero la Lombardia e cedettero il Veneto e Venezia all’Austria. Con questi successi Napoleone dimostrò grandi capacità. In seguito fu inviato in Egitto e riuscì
a conquistarlo, ma la flotta francese fu sconfitta ad Abukir da quella britannica, comandata dall’ammiraglio Horace Nelson. Bonaparte penetrò anche in Palestina e in Siria, ma la difficile situazione
degli eserciti francesi in Italia lo costrinse a tornare in Francia. Tornato a Parigi, il 9 novembre 1799
(18 brumaio) organizzò un colpo di stato insieme agli uomini più moderati del Direttorio: il governo
della Francia fu affidato a tre consoli e Napoleone assunse la carica di primo console.
3.2Il consolato
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Sintesi
Nel dicembre 1799 la Francia ebbe una nuova Costituzione, che concentrava tutto il potere nelle
mani del consolato, in cui aveva un ruolo preponderante il primo console. Bonaparte non si proponeva di far risorgere la vecchia società, ma voleva consolidare le conquiste borghesi della rivoluzione, la sicurezza della proprietà e la libertà di commercio: era appoggiato dai proprietari terrieri e dai
commercianti, ma soprattutto dall’esercito. Inoltre, ottenne il consenso della maggioranza dei francesi, che desiderava un periodo di stabilità. Uno dei provvedimenti più importanti di Napoleone fu
l’approvazione di un Codice civile, che sarebbe stato poi adottato in molti paesi europei.
3.3L’Impero e la società napoleonica
Nel 1800 Bonaparte decise di riconquistare l’Italia, che gli eserciti francesi avevano abbandonato in
seguito alla controffensiva austriaca: l’Austria fu nuovamente sconfitta a Marengo e i suoi domini in
Italia furono ridotti al Veneto. Nel 1801 ottenne la pacificazione con la Chiesa, stipulando un concordato con papa Pio VII: la Chiesa rinunciò ai beni confiscati e Napoleone le concesse libertà di
culto. Nel 1802 Bonaparte si fece nominare primo console a vita e due anni dopo trasformò la repubblica in Impero e diventò imperatore, con la consacrazione di Pio VII. Rinnovò l’amministrazione, dividendo la Francia in dipartimenti, affidati ai prefetti e promulgò, oltre a quello civile, anche il
nuovo Codice penale e il Codice commerciale. Napoleone creò, inoltre, una nuova nobiltà, anche se
la società napoleonica fu essenzialmente borghese: la borghesia agraria si rafforzò, grazie anche
all’acquisto dei beni del clero; i proprietari diventarono il ceto dominante, mentre cresceva fortemente quello degli impiegati.
3.4L’apogeo della potenza napoleonica
Nel 1803 la Gran Bretagna attaccò la Francia: Napoleone disponeva di un esercito forte, numeroso,
motivato e a lui devoto, la Grande Armata, ma la flotta britannica era superiore, e distrusse a Trafalgar quelle francesi e spagnole, alleate. Al fianco della Gran Bretagna, invece, si schierarono Austria,
Russia, Svezia e il regno di Napoli: l’esercito russo‑austriaco fu sconfitto da Napoleone nel 1805, ad
Austerlitz e l’Austria dovette cedere Veneto e Dalmazia al regno d’Italia (fondato da Napoleone);
inoltre, il Sacro romano impero cambiò la denominazione in Impero austriaco. Bonaparte conquistò
o creò vari regni, (come il regno di Vestfalia, in Germania, in seguito alla vittoria di Jena sulla Prussia), affidandoli ai suoi fratelli.
3.5, 3.6, 3.7L’Italia
Nel 1796 la discesa degli eserciti francesi in Italia provocò il crollo dei vecchi governi: in Emilia e
Romagna fu proclamata la repubblica cispadana, che Napoleone unì alla repubblica cisalpina, con
capitale Milano. Nel 1797 nacque la repubblica ligure; un anno dopo le truppe francesi entrarono a
Roma: Pio VI fu arrestato e portato in Francia e nacque la repubblica romana. Nel 1799 i francesi
occuparono anche Napoli, fondando la repubblica partenopea. In quello stesso anno, però, gli eserciti francesi dovettero lasciare l’Italia e le repubbliche giacobine caddero.
Con la vittoria di Marengo i francesi riconquistarono l’Italia e Napoleone fondò la repubblica
italiana, di cui assunse la presidenza. Nel 1805, diventato imperatore, trasformò la repubblica nel regno italico, aggiungendovi le Marche e il Trentino. Annesse anche lo Stato pontificio: Pio VII lo sco-
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napoleone
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.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . municò e fu imprigionato. Nel 1806 Napoleone rioccupò anche il regno di Napoli (con l’eccezione
della Sicilia), affidandolo prima al fratello Giuseppe, poi al cognato, Gioacchino Murat.
Nel movimento patriottico giacobino si riunirono per la prima volta uomini di tutte le parti d’Italia, che lottavano per la libertà e l’indipendenza: nacque allora l’idea di patria. Anche se Napoleone
lasciò poco spazio politico ai giacobini italiani, essi operarono assiduamente per la formazione di
un’opinione pubblica rivoluzionaria, rivolgendosi non solo agli intellettuali.
E
percorso
3.8Il trionfo e la caduta di Napoleone
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Sintesi
didattica
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La Gran Bretagna restava una nemica irriducibile. Per colpirla nei suoi interessi commerciali, nel
1806 Napoleone proclamò il blocco continentale, con l’adesione di Russia, Prussia e Spagna. Intanto
si aprivano nuovi fronti e l’esercito francese dovette intervenire nella Spagna in rivolta. Napoleone,
però, continuava a tenere testa a tutti i nemici e a vincere: nel 1809 sconfisse l’Austria a Wagram e
sposò poi Maria Luisa, figlia dell’imperatore austriaco. Nel 1810 era all’apogeo della potenza. Proprio in quell’anno, però, la Russia violò il blocco continentale.
Nel 1812 Napoleone decise di punire Alessandro I e invase la Russia, con una gigantesca armata
di 700 000 uomini. Riuscì a raggiungere Mosca ma dovette poi ritirarsi, perdendo centinaia di migliaia di uomini. Nel 1813 i suoi nemici si coalizzarono e lo sconfissero a Lipsia. Esiliato nell’isola
d’Elba, riuscì l’anno seguente a sbarcare in Francia, dove era stata ripristinata la monarchia col fratello di Luigi XVI; riprese il potere, ma fu battuto definitivamente a Waterloo dagli eserciti britannico e prussiano. Morì esiliato dagli inglesi nell’isola di Sant’Elena, il 5 maggio del 1821.