Viaggio a Barcellona 11 - 17 aprile 2014 Nimes Il simbolo di Nîmes

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Viaggio a Barcellona 11 - 17 aprile 2014
Nimes
Il simbolo di Nîmes è un coccodrillo incatenato ad una palma, a ricordare che la città fu
fondata da legionari romani di ritorno dalle vittorie nelle campagne d'Egitto.
Il periodo romano fu il più florido di tutta la storia di Nimes, fino a farla considerare la
Roma di Francia. Più della vicina Arles, a Nimes le testimonianze di quel periodo sono
evidenti e ben conservate: l'Arena, la Maison Carrée e la Tour Magne.
Les Arènes
Il passato romano di Nîmes salta subito agli occhi non appena si mette piede in città:Les
Arenès, ossia l’anfiteatro romano meglio conservato al mondo, modella in maniera
decisamente vistosa la sagoma della città. Qui un tempo, oltre alle lotte tra animali
selvatici ed esecuzioni si assisteva anche a combattimenti tra gladiatori. Oggi l’anfiteatro è
ancora magnificamente conservato (il piano superiore è intatto) ed ospita durante tutto
l’arco dell’anno concerti, rappresentazioni teatrali.
La Tour Magne
Trattasi di una torre di guardia imperiale fatta costruire nel 15 secolo a.C. da Augusto
nell’insieme dei 7 chilometri di mura attorno alla città. Oggi la torre, alta 37 metri, piuttosto
fatiscente, è tutto ciò che rimane della vecchia cinta muraria.Bellissima la vista che si
ha dalla cima della torre.
La Maison Carrée
Letteralmente la “casa quadrata”, un tempio classico giunto completamente intatto ai
giorni nostri. Questo ottimo stato di conservazione è dovuto all’utilizzo che se ne fece
nel tempo: prima chiesa cristiana, poi sede di alcune istituzioni pubbliche. Per un breve
periodo la Maison Carrée venne persino adibita a stalla!
E adesso passiamo al resto:
Passeggiare per i Jardins de la Fontaine, bellissimi giardini monumentali costruiti attorno
al luogo in cui, in epoca romana, si trovavano le terme, una sorgente ed un tempio. I
giardini sono un luogo meraviglioso per fare due passi.
Perdersi per le ordinatissime vie del centro pedonale.
Saragozza
A Saragozza si incontrano l’antico (due cattedrali, quella del SS. Salvatore e Nostra
Signora del Pilar, amata dalle spagnole per le grazie ricevute) e il contemporaneo con
installazioni all’aperto, giochi d’acqua, fenditure di rocce e cristalli. Anche il cinema
spagnolo è nato qui. Edoardo Guimeno filmava le processioni pasquali anche prima dei
fratelli Lumière. Ma il saragozzano più noto è Francisco Goya che nel Pilar ha dipinto
dieci quadri prima di fuggire a Madrid alla corte del re. Di Goya si conserva la casa natale
in calle S. Miguel e il museo Camón Aznar dove si trovano 244 sue incisioni, la più grande
collezione al mondo. Goya fu un vero reporter che raccontò in modo critico la società, la
guerra e la corrida. Tra una processione e un monumento, bisogna trovare il tempo per la
Certosa di Aula Dei dove si trovano grandi dipinti di Goya quasi mai visti.
Ma non si può lasciare Saragozza senza un laicissimo giro di tapas e di assaggi della
cucina e dei vini di Aragona nella zona gotica a cominciare da calle di S. Jorge (la strada
dello struscio) e da plaza Santiago da dove parte il vicolo dei bar, il centro della movida,
quel calle de los Estebanes, per tutti «el tubo», affollato fino a notte nonostante la grave
crisi, solo per un momento alleviata dai 6 milioni di visitatori dell’Expo 2008. Oggi la zona
espositiva, subito al di là dell’Ebro, è in gran parte vuota.
In città si possono assaggiare i famosi spuntini: Huevos rotos, baccalà e frittelle di
formaggio; pollito de corral con alcachofas (carciofi) salteadas. O per finire in bellezza
berberechos, telline in salsa di aceto e alici in salamoia con vermut e soda.
Nella Settimana santa tutte le botteghe, i bar, i ristoranti di Saragozza sono quasi sempre
aperti. Il momento ideale per assaggiare i sapori aragonesi
Barcellona
il Quartiere Olimpico
Lo Stadio Olimpico Llùis Companys, progettato dall’architetto Pere Domènech i Roura per
l’Esposizione Internazionale del 1929, è dedicato alla memoria del presidente della
Generalidad de Cataluña che scontò la sua condanna a morte nel vicino Castello di
Montjuic, condanna imposta dal Tribunale Militare del regime di Franco nel 1940.
Avrebbe dovuto ospitare le Olimpiadi del 1936, che invece si tennero a Berlino. Al loro
posto furono organizzate le Olimpiadi del Popolo, evento di protesta contro la scelta di
Berlino come città ospitante.
Nel corso della sua storia vi si svolgeranno diversi eventi sportivi internazionali, ma dagli
anni ’70 entrò completamente in disuso.
Fu restaurato e rinnovato dall’architetto italiano Vittorio Gregoretti in vista dei Giochi
Olimpici del 1992, dove finalmente lo stadio poté essere inaugurato come tale.
il Pueblo Espanol
Sulla montagna di Montjuïc si trova questo spazio singolare creato in occasione
dell'Esposizione Universale del 1929, dove si incontrano arte, divertimento e cultura.
Si può dire che questo luogo, situato all'interno della città di Barcellona, rappresenti una
sintesi monumentale dei diversi paesi della Spagna. Come un collage urbano, i suoi
49.000 metri quadrati da percorrere a piedi riuniscono esempi rappresentativi
dell'architettura popolare spagnola. Si tratta di 117 riproduzioni su scala di edifici che
compongono un modello ideale di paese spagnolo che compendia le principali
caratteristiche di ogni regione. Passeggiare per le sue strade e per le piazze sarà come
viaggiare attraverso tutte le zone della Spagna. Inoltre i numerosi bar e ristoranti vi
consentiranno di scoprire la gastronomia tipica spagnola.
Ma questo spazio riserva molte altre sorprese, perché è anche un attivo centro di svago,
cultura e artigianato. Ospita il complesso di botteghe artigianali più importante della
penisola. E potrete non solo acquistare oggetti, ma anche imparare a crearli partecipando
ai laboratori e alle attività organizzate nei fine settimana per tutta la famiglia. L'offerta
comprende inoltre altre proposte come cantastorie, parate, spettacoli di burattini e concerti
di musica. Il Giardino delle Sculture all'aperto e la collezione di arte contemporanea della
Fondazione Fran Daurel sono altre interessanti alternative del Pueblo Español.
Placa d’ Espanya e de Toros
La Plaça d'Espanya (in spagnolo Plaza de España) di Barcellona è una delle più
significative della capitale catalana e fu costruita durante la Esposizione Universale del
1929 su un progetto realizzato da Josep Puig i Cadafalch e Guillem Busquets ed eseguito
da Antoni Darder.
La piazza si trova ai piedi del Montjuïc, all'incrocio tra la Gran Via de les Corts Catalanes,
l'Avinguda, carrer de la Creu Coberta e carrer de Tarragona.
Nel centro della piazza si trova la Font màgica progettata da Josep Maria Jujol nel 1928 in
omaggio all'acqua. Ciascun gruppo scultoreo rappresenta infatti uno dei mari e degli
oceani che bagnano le coste spagnole: il Mar Mediterraneo, insieme al fiume Ebro
rappresentato come un giovane atletico circondato da giovani; l'Oceano Atlantico, insieme
ai fiumi Tago e Guadalquivir rappresentati come due anziani con le loro rispettive corti di
giovani; il Mar Cantabrico, insieme a un gruppo di adolescenti che simboleggiano i i fiumi
corti e rapidi del suo bacino idrografico.
Il simbolismo continua con le tre grandi colonne (che rappresentano la Religione, le Arti e
l'Eroismo) e con le personificazioni agli angoli della Navigazione, della Salute Pubblica e
dell'Abbondanza.
Museo Picasso
Sebbene originariamente provenisse da Malaga e avesse perfezionato la sua arte
a Parigi e nel sud della Francia, gli anni trascorsi da Pablo Picasso a Barcellona hanno
avuto un profondo impatto sulla sua evoluzione creativa. Quegli stessi anni costituiscono
la base della collezione artistica ospitata nel Museu Picasso della capitale catalana, una
delle più illuminanti e di successo del lavoro dell'artista. Il Museo Picasso è situato in Calle
Montcada, 15-23, in quella parte del caratteristico quartiere del centro storico nota
come La Ribera.
Picasso si trasferì con la famiglia a Barcellona nel 1895, all'età di quattordici anni. Lì iniziò
a studiare pittura presso l'Accademia d'arte La Lonja, dove il padre insegnava. Il museo
traccia il progresso delle sue opere giovanili, che rivelano un affascinante spaccato delle
influenze del giovane artista, in particolare quelle provenienti daToulouse-Lautrec; si
dirige verso l'inesorabile esplosione creativa del cubismo; va oltre, con l'aggiunta delle
opere più recenti tra cui una vasta collezione di ceramiche donate dalla
vedova Jacqueline Roque, nel 1982. Parte più spettacolare della collezione è
l'intero ciclo di Las Meninas, del 1957-58, donata dallo stesso artista in memoria del suo
grande amico e segretario personale, Jaume Sabartés (ideatore della stessa struttura nel
1963).
Visitare la collezione artistica qui esposta è come vedere il rapporto di un giovane con il
suo ambiente sociale, quella della Barcellona di un tempo. Lo vediamo nei dipinti del
paesaggio urbano e nelle scene di strada, divenute poi famose: si comprende come la
città abbia lasciato il suo segno indelebile nell'animo dell'artista. L'intera collezione è
ospitata lungo un complesso di palazzi medievali, nei quattrocenteschi Palau
Aguilar, Palau del Baro de Castellet e Palau Meca sono raccolte le esposizioni
permanenti; la settecentesca Casa Mauri e il Palau Finestres del XIV secolo, ospitano le
collezione temporanee.
La collezione permanente offre una rappresentazione di opere del secondo decennio del
Novecento, periodo nel quale Picasso incontrò Olga Kokhlova e andò a Roma con la
compagnia di balletto Diaguilev. In seguito, egli si recherà a Barcellona per presentarla
alla sua famiglia. Un gruppo di opere molto importanti testimoniano il passaggio dal
cubismo al classicismo: alcuni esempi sono l'Arlecchino e Blanquita Suárez. Tre gallerie
sono dedicate alla serie Las Meninas, tra cui un video che visualizza graficamente le
opere di Picasso e Velàzquez, sovrapponendole. L'impresa prodigiosa è composta di 58
opere realizzate tra il 1957-58, nel Sud della Francia.
L'obiettivo delle mostre temporanee è quello di mostrare aspetti specifici dell'opera di
Picasso in profondità, così come quella di altri artisti o movimenti artistici che
componevano le avanguardie artistiche del primo quarto del XX secolo. Questo
approccio alle mostre, secondo molti, ha contribuito a rendere il museo una delle istituzioni
più solide della città.
Tra le opere presenti nel Museo Picasso, oltre quelle menzionate si ricordiamo
anche: Malaga (estati del 1896 e del 1897), Horta de Sant Joan, Barcellona (1899–1900),
Parigi (1900–1901), il Periodo Blu, il Periodo Rosa, Picasso incisore, Picasso ceramista.
la Sagrada Familia
La Sagrada Familia, il capolavoro incompiuto di Antoni Gaudí, è una delle attrazioni
turistiche più popolari di Barcellona, probabilmente l'unica che da sola vale la visita alla
città. Il suo nome in lingua spagnola è Templo Expiatorio de la Sagrada Familia.
Caratteristica principale, oltre quella estetica, è quella d'essere ancora in costruzione:
incredibile ma vero, ma i lavori pare che continueranno almeno fino al 2026... pensare che
sono iniziati nel 1882! ma come le grandi chiese del passato anche questa segue la sua
via, in un'architettura che ormai è diventata sinonimo con la stessa anima della città. Detto
questo, la magnifica chiesa, nata per servire il credo cattolico, è già diventata forse il
maggiore punto di riferimento di Barcellona ed è programmata per essere consacrata dal
Papa nel novembre del 2010.
L'idea per la costruzione di una nuova chiesa venne lanciata da un'organizzazione laica (a
capo vi era Josep Maria Bocabella, un ricco editore) devota alla chiesa cattolica e il cui
scopo era quello di porre fine alla de-cristianizzazione barcellonese, iniziata con la
crescente industrializzazione e l'accumulo della ricchezza. L'organizzazione acquistò un
appezzamento
di
terreno
nel
nuovo quartiere
di
Eixample nel
1877.
L'architetto Francisco de Paula del Villar venne inizialmente chiamato alla sua
progettazione, in stile neo gotica, lavorandoci fino al 1883. Un anno dopo, il
modernistaAntoni Gaudí assunse posizione come architetto, all'età di 31 anni.
Da quel momento, Gaudí dedicò gran parte della sua vita alla costruzione della chiesa, ma
invece di attenersi ai piani originari, cambiò drasticamente il design della struttura. Lo stile
neo gotico fece strada a stile modernista di Gaudì, che si basava su forme presenti nel
mondo della natura. Quando morì, nel 1926 solo una facciata (la facciata della Natività),
una torre, l'abside e la cripta erano finiti. Gaudí era costantemente in un seguendo di
improvvisazioni e cambiamenti durante i lavori di costruzione; alla sua morte lasciò alcuni
disegni e modelli, ma la maggior parte di questi andarono distrutti durante la Guerra
civile nel 1936.
Ciò nonostante gli architetti che lo seguirono, ebbero chiara l'idea di ciò che Gaudì
avrebbe voluto realizzare. Prima della guerra, la direzione dei lavori passò alla direzione
di Domenech Sugranyes. L'ultima versione del disegno del grande maestro richiedeva
una struttura lunga 95 metri e larga 60 metri, in grado di ospitare 13.000 persone e con un
incredibile numero totale di 18 torri. Quattro torri su ciascuna delle tre facciate
rappresentano i 12 apostoli e raggiungono un'altezza che va dai 90 ai 120 metri. Altre
quattro torri rappresentano i 4 evangelisti. Tutte circondano la più grande torre, di 170
metri, dedicata a Gesù Cristo. La torre dedicata alla Vergine Maria, sarà costruita sopra
l'abside.
La costruzione iniziò a riprendere ritmo nel 1950 con il completamento di due facciate e
otto torri. La navata principale è stata coperta nel 2000. La costruzione è oggi
principalmente incentrata sulla navata e sulla facciata principale posta a sud. La facciata
rivolta a est, conosciuta come la facciata della Natività, venne terminata dallo stesso
Gaudí ed è decorata in stile barocco con motivi di animali e piante. Nel 1987 vennero
aggiunte le sculture raffiguranti il crocifisso di Gesù.
Il progetto attualmente portato avanti è basato sulle versioni ricostruite dei piani smarriti di
Gaudì e su adattamenti moderni. Dal 1940 gli architetti Francesc Quintana, Puig Boada
Isidre, Lluís Bonet i Gari e Francesc Cardoner hanno portato avanti il lavoro. Carles
Buigas è addetto al compito della sua illuminazione. L'attuale direttore dei lavori (figlio di
Lluís Bonet) è Jordi Bonet i Armengol. Non si possono non aggiungere i nomi di Mark
Burry, J. Busquets, Etsuro Sotoo e il controverso Josep Subirachs.
Sono stati stimati circa 2,26 milioni di visitatori alla chiesa fino al 2004, cifra che è
sicuramente duplicata negli anni successivi e a noi più vicini, rendendola una delle
attrazioni più popolari in Spagna
Anche se la Sagrada Familia è lungi dall'essere compiuta, la notevole chiesa merita
assolutamente la visita. È possibile visitare la cripta stessa dove Gaudí è sepolto.
Un museo racconta la storia di questo grande architetto e la storia della chiesa. È inoltre
possibile visitare le torri. Un ascensore vi porterà alla sommità di una torre da cui si gode
una magnifica vista su Barcellona. La salita non è consigliata a coloro che soffrono di
vertigini o di claustrofobia! É possibile usare le scale solo per scendere. Una delle cose più
emozionanti è visitare la Sagrada Familia la sera, con tutte le sue luci accese, allora si
che si comprende il perché la gente va in giro a raccontare che è costruita di sole ossa.
Gaudì Parc Guell
Il Parc Guëll di Barcellona è uno dei parchi più affascinanti del mondo e per questo
anche insignito dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. Incredibile nella sua estetica, più
di un parco da fiaba, perché le fiabe qui sembrano veramente diventare realtà. Antonio
Gaudì ne è stato l'artefice, colui che più di ogni altro ha legato il proprio nome alla
città. Un'opera d'arte che più di tutte rappresenta forse lo spirito del grande artista, un
perfetto riflesso della natura, dove (è stato detto) “l'artificiale sembra più naturale del
naturale”.
Barcellona ospita questo grande complesso lungo le colline di el Carmel, nel quartiere
che porta il nome di Gràcia. Nasce come un progetto di sviluppo urbano, quando Eusebi
Güell, un industriale catalano acquistò un appezzamento di terreno collinare a nord della
città. Voleva trasformare l'area in un villaggio-giardino residenziale basandosi sul
movimento di architettura urbana inglese, prevedendo la costruzione di 60 unità abitative e
di vari edifici pubblici. Nel 1900 Guëll commissionò ad Antoni Gaudí lo sviluppo del
progetto. Con il supporto di altri architetti tra cui Josep M. Jujol e il suo
discepolo Francesc Berenguer, Gaudí lavorò al villaggio giardino fino al 1914, quando fu
chiaro che il progetto commerciale di Güel stava diventando un insuccesso: non si riuscì a
vendere neanche una singola casa. In effetti vennero costruite solo due case, nessuna di
esse comunque di mano gaudiana. Esistevano di già alcuni aree edificate non molto
lontano, dimora di ricchi e benestanti, e vi era già inclusa una grande villa
chiamata Larrard House o Muntaner de Dalt House, che divenne poi dimora dello
stesso imprenditore; Gaudí dal canto suo si trasferì con la famiglia in una delle due case
costruite e rimaste invendute. Nel 1918 la città di Barcellona ne acquisì la proprietà e nel
1922 il parco venne aperto al pubblico.
Quando il progetto venne abbandonato Gaudí aveva comunque avuto modo di creare una
buona dose di opere d'arte: lasciò il segno su 3 km tra sentieri, stradine e vicoli, e poi
ancora scale e una piazza allestita alla sua inimitabile maniera. Oggi si ha modo di
ammirare padiglioni che sembrano uscire da una fiaba di Hansel e Gretel, con i loro tetti
ricoperti di tegole curve e guglie decorate. Le ceramiche riprendono i colori di mille
arcobaleni, quando tra pezzi di vetro recuperati vengono utilizzate per tessere splendidi
mosaici; diventano parte di sculture quasi viventi, un unisono di animali fantastici. La
grande lucertola drago (o una più comune salamandra) in ceramica situata al centro della
scala è il simbolo più noto del parco, nonché il souvenir più famoso di Barcellona. La
natura è qui di casa con colonne che prendono o la forma di un albero o quella di
misteriose stalattiti.
La parte superiore della scala conduce all'ingresso del Tempio Dorico detto anche Sala
ipostila. Le colonne sono vuote e servono come tubi di scarico nel caso di temporali, ma
sono ben 85 quelle presenti. Per mantenere un senso di spazio, Gaudí lasciò fuori alcune
delle colonne. Sopra il tempio troviamo la grande piazza del centro, Gran Placa,
circondata da mura ondulate e panchine costellate di mosaici. Splendido il panorama sul
resto della città e sul mare, visibile dalla piazza. Originariamente essa fu concepita come
un luogo di mercato per i residenti del futuro villaggio, infatti ancora oggi la troviamo
delimitata da ciò che è noto come il più grande banco da mercato del mondo, lungo 150
metri. Questo è quello a cui doveva servire se il progetto avesse preso il volo, ma oggi è
questa una lunga panchina a serpentina e in ceramica colorata progettata da Jujol.
La casa in cui visse l'artista fino al 1926, anno della sua morte, è diventata oggi un museo,
ed è chiamata Casa Museu Gaudí. Venne progettata da Francesc Berenguer e mette in
mostra alcuni dei mobili di Gaudí (tra cui alcuni provenienti dalla Casa Batlló) e alcuni
disegni.
Gaudí amava incorporare molti motivi del nazionalismo catalano nelle sue opere, così
come elementi di misticismo religioso e della poesia antica, tutti molto visibili anche nel
parco. Tempo addietro il visitatore veniva inizialmente accolto da due gazzelle di
grandezza meccanica (un importante simbolo eufemistico di 'la giovane amata' del filone
ebraico della poesia amore medievale regionale), queste vennero tuttavia rimosse durante
le turbolenze della guerra.
Casa Balthò
Barcellona ha legato il proprio nome alla stravaganza di Antoni Gaudì, alle sue forme
architettoniche colorate e audaci, genuine e naturali. La Casa Batlló, un edificio
ristrutturato XIX secolo, è uno dei suoi capolavori più apprezzati, situata nel Passeig de
Gràcia, nel quartiere di Eixample. I locali affettuosamente la chiamano Casa dels
ossos (casa delle ossa), e in effetti la visione di questa strana figura edile possiede una
viscerale qualità, affine ad uno scheletro organico. Visitarne gli interni è come entrare
dentro l'anima stessa dell'artista, un esperienza che ha dell'incredibile anche per chi è
lontano dal mondo dell'architettura.
Tra il 1898 e il 1906 tre case adiacenti, sul viale più alla moda di Barcellona vennero
ristrutturate da alcuni dei più importanti architetti modernisti di allora: Casa
Amatller (progettata da Puig i Cadafalch), Casa Lleo Morera (progettato da Domènech
i Montaner) e Casa Batlló di Gaudí. Quest'ultima, originariamente venne progettata per
una famiglia della zona benestante di Barcellona, i Batllo. Tutte e tre le case furono
progettate in una diversa interpretazione dello stile modernista catalano, in quella che
sembrava una gara tra architetti. Una competizione che ha portato a chiamare i lavori
'Mançana de la Discordia', e cioè mela della discordia, facendo riferimento alla mitologia
greca. La parolamançana significa anche 'palazzo, struttura edile', quindi l'espressione
'Mançana de la Discordia' può anche essere tradotta come 'palazzo della discordia'. Delle
tre, la Casa Batlló rimane comunque la più espressiva.
Gaudì andò a ristrutturare un edificio costruito 1875 e il 1877, acquistato nel 1900 dal ricco
industriale Josep Battló i Casanovas, che commissionò all'artista la completa
ricostruzione, costui tuttavia convinse il suo patron a rimodellare l'edificio esistente. Tra il
1904 e il 1906 venne ridisegnata la facciata e il tetto, aggiunto altri piani e completamente
ristrutturato l'interno. La facciata al primo impatto visivo è di incredibile senso estetico, il
materiale usato è l'arenaria, ricoperta dagli immancabili trencadis colorati (un tipo di
mosaico catalano). Tipico di Gaudí, sono state evitate le linee rette, quando
possibile. Gotico e Art Nouveau (Stile Liberty) sembrano qui trovare reciproca influenza
di stile. I balconi ai piani inferiori sono simili a dei pilastri fatti di ossa, mentre quelli dei
piani superiori sembrano pezzi di teschi. Non stupisce il sopranome locale dell'edificio,
mentre le finestre allargate in una sorta di decorazione al primo piano, hanno portato ad
un altro soprannome, 'Casa di sbadigli'.
Il tetto è decorato con ceramiche policrome di colori brillanti, coronato da una torre con il
tipico aspetto di Gaudí. Secondo gli esperti, che hanno dato una chiave di lettura
al simbolismo gaudiano, la scala colorata ricorda una pelle di rettile, andando a
rappresentare la figura grottesca del drago, mentre la piccola torretta a croce simboleggia
la spada di San Giorgio. Le ossa e teschi della facciata rappresentano tutte le vittime del
drago.
All'interno dell'edificio, gli spazi sono stati completamente riorganizzati in modo da
ottenere una luce più naturale (il cortile è coperto di ceramica blu, illuminata
progressivamente per garantire la stessa luce o simile sulla parte superiore e sulla terra),
anche
la
ventilazione
è
stata
studiata
nei minimi particolari. Vengono
mostrati vari elementi decorativi come mobili, vetri, elementi in ferro forgiato, caminetti,
ecc, tutti dettagliatamente rifiniti secondo il gusto modernista del maestro, che amava
soffermarsi con la passione che solo un'artista può comprendere nella cura dei dettagli più
minuti: porte, maniglie, campanelli...
Alla creazione dell'edificio parteciparono anche altri nomi prestigiosi che hanno lavorato
sotto le istruzioni di Gaudí, in particolare: gli architetti Josep Maria Jujol e Joan Rubió i
Bellver sulla facciata, i fratelli Badia per le lavorazioni del ferro, il falegname Casas i
Bardes, Sebastià Ribo per la ceramica e Tallers Pelegrí per i vetri decorati.
Nel 2005 la Casa Batllo venne insignita dall'UNESCO come patrimonio dell'Umanità e nel
2007 come una delle sette meraviglie di Barcellona, ma sono tanti i premi ricevuti nel
tempo sin dal 1906. La ristrutturazione effettuata da Gaudí ha prodotto una delle
composizioni più poetiche e artistiche dell'artista. La visita all'edificio include un itinerario
completo all'edificio e comprende in particolare il piano Noble (dove viveva la famiglia
Batllo) che da accesso al cortile in stile modernista di 230 m², l'attico, il tetto, l'intera sala,
le scale... preparatevi ad immergervi in un mondo di colore, mistero e arte decorativa
espressa alla massima potenza.
il Passeing de Gracia
Da una recente indagine è emerso che il Passeig de Gràcia è una delle strade più care
di Spagna sia per quanto riguarda il costo degli appartamenti, che per i prezzi proposti dai
negozi presenti. Infatti, nel Passeig sono presenti i negozi dei più importanti marchi
d'abbigliamento internazionale
il colle del Montjuich con lo stadio del Barcelons F.C.,
Montjuic è una delle due colline situate fuori dal centro di Barcellona (l'altra è Tibidado).
Un luogo intriso di importanti avvenimenti storici, a volte anche oscuri ma comunque
capaci di influenzare il corso del destino della Catalogna. Oggi alcune delle tracce lasciate
dal passato sono diventate motivo di attrazione turistica, mentre altre segnano la passione
per l'arte dei catalani. Montjuic, il cui nome pare sia legato agli ebrei che probabilmente
secoli addietro qui vivevano, è un colle largo e poco profondo con una parte superiore
relativamente pianeggiante e che si affaccia sul golfo a sud-ovest del centro della città. Il
lato orientale della collina è quasi a picco, con una vista sul porto immediatamente al di
sotto. La cima ha una altezza di 173 metri ed è stata sede di varie fortificazioni, l'ultima
delle quali, il Castell de Montjuïc, rimane ancora oggi.
Diverse migliaia di anni fa, i Celti iberici si insediarono nel Montjuïc; vennero seguiti
dai Romani che utilizzarono la collina come luogo cerimoniale. In diverse occasioni
durante la guerra civile spagnola, sia nazionalisti che repubblicani furono qui giustiziati,
ognuno nel momento in cui la collina era sotto mano dell'avversario. Oggi l'area è dotata di
un gran numero di attrazioni, la maggior parte provenienti da due importanti avvenimenti
che hanno avuto luogo in passato: il Salone internazionale del 1929 e le Olimpiadi
estive del 1992. Montjuic è oggi anche conosciuta per essere "la montagna dei musei" e
per custodire anche parecchi splendidi giardini.
Una delle attrazioni turistiche presenti nel colle è il Palau Nacional (Palazzo
Nazionale), che fu anche padiglione centrale della Fiera Internazionale. Il maestoso
edificio in stile neo-barocco ospita il Museu Nacional d'Art de Catalunya (MNAC). Il
grande palazzo è stato fiore all'occhiello del grande evento del '29, originariamente
progettato dall'architetto catalano Josep Puig i Cadalfach, prima che il dittatore Primo de
Rivera intervenne ritirando il progetto modernista. Il nuovo design fu creato dagli
architetti Enric Català e Pedro Cendoya in uno stile più nazionalista. Il risultato fu un
pomposo edificio neo-barocco con una cupola centrale circondata da una serie di torri. Il
museo è il più grande della regione della Catalogna e anche il più importante centro d'arte
romanica del mondo. La collezione comprende anche opere d'arte del periodo gotico,
rinascimentale e barocco, ma anche del Novecento e del XX secolo. Alcune delle più
importanti opere d'arte ivi presenti sono rappresentate da una serie di affreschi dei secoli
XII e XIII, per lo più provenienti da antiche chiese nei Pirenei; interessante anche l'antico
baldacchino (intorno al 1100) e le opere di artisti come il Goya, El Greco e Rubens o
quelle dell'arte che più distingue Barcellona, il modernismo catalano (Stile Liberty o Art
Nouveau).
Al centro di una piazza di fronte al Palau Nacional, troviamo la Fontana Magica (Font
Màgica) un'impressionante fontana costruita per l'Esposizione Universale del 1929. Il
progetto, disegnato dall'ingegnere Carles Sans Buigas, consisteva in una serie di
cascate e fontane tra il Palau Nacional e la Plaça de Espanya, ai piedi della collina. Da
allora questa splendida struttura allieta la vista di chiunque la visiti, soprattutto nelle serate
estive, quando per 15 minuti, ogni mezzora, spettacolari luci, acqua e musica si attivano in
un gioco quasi pirotecnico. Allo stesso tempo, sullo sfondo, il National Palau è anch'esso
illuminato. Il momento migliore per vedere la fontana è al tramonto.
Accanto alla fontana è il Pavelló Mies van der Rohe, l'aerea dell'esposizione dedicata
alla Germania e progettata dal tedesco Ludwig Mies van der Rohe. Un architetto di
estrema importanza nella comunità artistica internazionale, tanto che essendo il padiglione
andato distrutto negli anni trenta, si decise negli anni ottanta di riprenderne la costruzione.
L'edificio in vetro e marmo (marmo verde, alpino e onice d'oro) è infatti tipico
dell'architettura di Mies van der Rohe, minimalista e modernista. Solo la statua nella
piscina infrange le rigorose linee geometriche della struttura: una donna, replica in bronzo
di un pezzo creato da Georg Kolbe, e nota con il nome di Alba. Ricordiamo che Mies van
der Rohe ebbe modo di progettare anche una serie di sgabelli e sedie appositamente per
il padiglione; la famosa 'sedia di Barcellona' divenne un' icona del design XX secolo,
tutt'ora in produzione.
Il villaggio spagnolo, meglio conosciuto in lingua locale (Poble Espanyol) lo troviamo
situato nella Avingua del Marques de Comillas: un incredibile insieme di case ed edifici
(bel 116!) costruite in diversi stili architettonici, neanche a dirlo tutti spagnoli. Il legame tra i
catalani e l'architettura è qui ancora una volta enfatizzato alla massima espressione. Un
villaggio rimasto intatto grazie alla sua popolarità e alla capacità di attirare ondate di turisti
sin dal 1929. Pensate che sono presenti una grande piazza, la Plaza Mayor, piazze più
piccole collegate da stradine pittoresche, alcune con scale e cornicioni, un municipio, una
chiesa, un monastero, negozi ed edifici residenziali. La maggior parte degli edifici sono
l'esatta riproduzione di alcuni esistenti, mentre altri rappresentano uno specifico stile
architettonico. Oggi, in particolare, il villaggio si concentra sull'esposizione delle arti
tradizionali catalane, tra artigiani del vetro, delle pitture decorative, della ceramica e dei
ricami; numerosi i laboratori presenti. Il villaggio dispone inoltre di un certo numero
di bar, ristoranti, negozi per lo shopping e locali notturni.
Tra le attrazioni ancora presenti in questo incredibile colle, troviamo non ultimi il Castello
di Montjuïc, il più antico edificio sopravvissuto. Un castello costruito dai Borboni sui resti
di una fortezza del 1640. Originariamente costruito per la difesa di Barcellona (ma spesso
usato invece contro la città), la fortezza ospita oggi il Museu Militar (museo militare).
I Giardini
di
Montjuïc
si suddividono in un giardino botanico con più di 2000 diverse piante e nel Jardins de
Mossen, che espone una grande varietà di cactus; vi troviamo anche il punto
panoramico di Mirador, nello stesso posto d'arrivo della funivia, un luogo meraviglioso in
primavera, al fiorire delle rose e al delicato movimento dell'acqua delle fontane. I musei
presenti sono inoltre numerosi, oltre quelli accennati troviamo anche il Caixa Fòrum (in
stile modernista) in Plaça Espanya, con la sua grande collezione d'arte moderna,
la Fondazione Joan Miró dedicata ad uno dei più grandi artisti del secolo scorso ed una
delle più importanti gallerie d'arte del mondo, il Museo del calcio Barcellona
club (neanche a dirlo uno dei musei più visitati della città), il Museo Etnografico e
il Museo archeologico della Catalogna.
L'Anella Olímpica è lo stadio olimpico del 1992, creato appositamente per le ultime
Olimpiadi estive ed edificato sulla struttura che un tempo era della fiera del '29. Il simbolo
dell'evento è la bianca Torre Olimpica, una grande struttura a spirale progettata dal
famoso architetto Santiago Calatrava.
La funicolare di Montjuïc è il modo d'accesso più ecologico, economico e confortevole
alla collina. Dal centro urbano, e solo in due minuti, si arriva a luoghi importanti
come Palau Sant Jordi, lo stadio Olimpico, l'Università dello Sport e la Fondazione
Miró. La funicolare è integrata alla rete della metropolitana e la connessione tra i due
mezzi di trasporto è alla fermata della metro Parallel (linee 2 e 3) con la possibilità di
usare lo stesso biglietto.
il Barri Gotic
Librerie ed antiquari, bar e ristorantini, popolano le stradine di questo quartiere prima
romano e poi greco, da sempre centro della vita di Barcellona. Sopra il quartiere svetta
la guglia appuntita della Cattedrale di Barcellona, dedicata a Santa Eulalia. Per
scoprire il Barrio Gotico non c'è un percorso consigliato: meglio gironzolare un po' tra le
stradine, senza dimenticare Placa Reial (ristoranti, bar e turisti) e Carrer Montcada, sede
del Museo Picasso. Girando per il Barrio Gotico vi potrà succedere di vedere appesi ai
balconi lenzuola con vari insulti in catalano: sono i residenti che non sopportano più i turisti
e i musicisti un pò brilli che di notte schiamazzano nel quartiere. Per una sosta, di giorno e
di sera, si può scegliere Els Quatre Gats (I quattro gatti), un ostello inaugurato a
Barcellona nel 1897 che divenne subito uno dei punti di incontro dei principali artisti della
città, ospitando anche le prime due esposizioni individuali di Picasso. Il cibo non è un
granché, ma si mangia immersi nella storia dell'arte.
Cattedrale di Barcellona
La cattedrale di Barcellona (il suo nome ufficiale è Catedral de la Santa Creu i Santa
Eulalia) è uno dei maggiori esempi di architettura gotico-catalana. Le sue guglie sono
visibili da quasi tutto il Barrio Gotico e la grande piazza su cui risiede, la Plaça de la Seu,
è una delle principali arterie del quartiere. Nella stressa posizione, prima cattedrale vi era
un tempio romano e poi in seguito una moschea. La costruzione ebbe inizio nel 1298 e
completata nel XV secolo, ma facciata e guglia centrale vennero completate non prima del
1913. Si ammiri in particolare il luminoso chiostro arricchito da una volta di griglie di ferro
battuto, abbellito da alberi di arancia, nespole e palme e famoso per ospitare 13 oche
bianche (tante quanti gli anni di vita di Santa Eulalia). Il Museo della Cattedrale, ospitato
nella sala capitolare del XVII secolo, espone dipinti e sculture di maestri del gotico
come Jaume Huguet, Bernat Martorell e Bartolomé Bermejo. Durante la festa
del Corpus Domini (a giugno), il chiostro della cattedrale presenta una tradizione tipica
catalana originaria del 1637: L'ou com balla (l'uovo che balla), in pratica un guscio d'uovo
vuoto viene posizionato sulla parte superiore della fontana che sgorga acqua e lasciato a
"ballare".
le Ramblas.
Las Ramblas è spesso il primo punto di riferimento che molti turisti identificano con la città.
E' il viale più centrale che taglia il cuore del centro della città, una passeggiata vibrante ed
animata piena della migliore azione di Barcellona (ed alcune volte della peggiore...più
avanti)
Las Ramblas a Barcellona è lunga circa 1,2 chilometri con Port Vell (vicino al terminal del
porto delle crociere) nella parte più a sud e Plaça Catalunya nella parte più a nord.
Se volti le spalle a Port Vell e stai guardando verso Catalunya lungo le Ramblas, sulla tua
sinistra c'è la zona di Raval e sulla tua destra il Barri Gotic (o Quartiere Gotico).
Las Ramblas di Barcellona può essere anche divisa in zona degradata e non degradata.
Figueres
Figueres è una piccola città della Catalogna, nella parte nord-occidentale della Spagna, in
cui è possibile respirare la storia della Spagna attraverso i secoli, grazie al gran numero di
monumenti, edifici storici e resti archeologici che rendono questa piccola cittadina (solo
40.000 abitanti) una meta imperdibile, anche solo per un weekend.
Il fiore all’occhiello di Figueres è il Museo dedicato a Salvador Dalì, secondo solo al Prado
di Madrid per numero di visite (ovviamente sul territorio spagnolo), ma la piccola città
catalana rappresenta una vera e propria alternativa alla più movimentata Barcellona, con i
suoi piccoli e rilassanti locali che si affacciano lungo le strade, un centro storico compatto,
ed uno stretto legame culturale e culinario con la regione dell’Empordà, cui appartiene,
considerata il centro vitale della cultura culinaria catalana. Ovviamente non ci stiamo
dimenticando delle super turistiche spiagge della Costa Brava, che possono essere
comodamente raggiunte da Figueres in auto o in treno.
Storia
Figueres discende da due città romane, Juncària e Figàries, anche se la città attuale, con
la sua struttura, ha cominciato a svilupparsi nel corso del Decimo Secolo, come
testimoniato dai registri del monastero di Sant Pere, oggi proprietà della Chiesa di Sant
Pere. La cittadina, non essendo considerata un avamposto di frontiera, come le vicine
Peralada e Besalù, è stata considerata di minore importanza fino al 1700, secolo durante il
quale venne eretto il Castello di Sant Ferran, considerato la fortezza più grande d’Europa.
Nel momento in cui il Castello di Sant Ferran entrò in funzione, la città di Figueres
aumentò la propria importanza, proprio grazie allo stretto legame con la guarnigione di
stanza al Castello. La crescita della città continuò anche durante l’occupazione
napoleonica (dal 1808 al 1814). All’indomani dell’era napoleonica iniziarono i lavori di
costruzione della Rambla, una strada costruita seguendo un corso d’acqua asciutto o
coperto, che solitamente unisce il centro della città al mare, che si conclusero nel 1840.
Pochi anni dopo, nel 1877, venne aperta la stazione ferroviaria.
Durante la Guerra Civile Spagnola, Figueres conobbe una fase di declino: le forze
Repubblicane utilizzarono il Castello di Sant Ferran come ultimo avamposto, attirando
ovviamente attacchi e bombardamenti da parte delle truppe di Franco. Come
conseguenza, molte antiche strutture e molti edifici vennero ridotti in macerie, incluso il
Teatro, che venne in seguito acquistato da Salvador Dalì che lo ristrutturò, rendendolo la
sua abitazione, la stessa che oggi è stata convertita in Museo.
Il Teatro Museo Salvador Dalì Conosciuto anche come il Museo di Dalì, offre ai visitatori
uno scorcio del genio e della creatività di Dalì, che trascorse qui gli ultimi anni della propria
vita, dedicandosi al restauro ed alla rielaborazione dell’edificio, che rappresenta la sua più
grande opera (e non solo in termini di dimensioni). Il Museo ospita numerose opere di Dalì
ed alcune testimonianze dell’arte Catalana.
Nizza
La Cattedrale ortodossa russa di Saint Nicolas.
Si tratta di una bellissima cattedrale dell' inizio del X secolo ispirata alla famosa Chiesa di
San Basilio nella piazza Rossa di Mosca. La somiglianza con la ben più nota cattedrale
russa è impressionante e la chiesa è oggi oggetto di contesa tra l' ex Unione Sovietica e la
Francia. Se volete ammirare le icone e gli affreschi all' interno, evitate di indossare
canottiere, minigonne e pantaloncini, rigorosamente vietati.
Avenue Jean Médecin, dove si trovano tutte le principali catene di abbigliamento e
accessori presenti anche in Italia, come H&M, Berska ecc., oltre alle famose Galeries
Lafayette, dove trovare di tutto anche se a prezzi non proprio economici. Alla fine della via,
vi si aprirà la piazza più importante della città, Place Massena, con i suoi palazzi
ottocenteschi dai toni rossastri. Circondata da splendidi portici e da un meraviglioso
giardino risalente al 1800. Si tratta del Jardin Albert 1er, costruito in occasione del
centenario del termine "Cote d' Azur" coniato dal poeta francese Liégeard, al centro del
quale si trova una bellissima fontana. Davvero un' oasi verde al centro di una città
cosmopolita come Nizza.
La città vecchia è situata sulla sinistra della piazza Massena. E' il luogo perfetto per
prendersi una pausa e ricaricare le forze con una porzione di socca cucinata nel forno a
legna, una gustosa pissaladiere, cioè una specie di pizza bianca con cipolle e acciughe, e
perchè no un piatto dei famosi farcis, ovvero verdure farcite con carne.
La Place Garibaldi è dedicata al grande generale nato proprio a Nizza, nella piazza vi è
il Musée d' Art Moderne et d' Art Contemporain (MAMAC). E' uno dei musei più
interessanti della città, l' entrata è gratuita ed è aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Qui vi
sono delle esposizioni temporanee d' arte contemporanea, e un' esposizione permanente
che include alcuni quadri di Andy Warhol, Yves Klein e artisti appartenenti alla Scuola
Pittorica di Nizza. Le opere esposte ricoprono il periodo che va dagli anni 50 ai giorni
nostri e molte di esse sono davvero innovative. Inoltre è possibile salire sulla terrazza all'
ultimo piano, dove spesso sono esposte delle mostre temporanee, per poter godere di una
vista magnifica su tutta Nizza e sull' Acropolis che si trova proprio di fronte.
Le colline del castello. Camminando ci si impiega circa un quarto d'ora e si possono fare
diverse soste per ammirare il magnifico panorama che si apre sulla baia di Nizza. Del
castello non è rimasto un granché, ma l' intero parco è ricoperto di una lussureggiante
vegetazione e ci si può concedere una piacevole pausa all' ombra. C'è anche una cascata
artificiale. Il cimitero si trova vicino alle rovine del castello, dove sono sepolti personalità
illustri come Henry Matisse e dove potrete ammirare delle meravigliose statue.
Per terminare la visita è si consiglia una passeggiata sulla splendida Promenade des
Anglais
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