NELLA CAMPAGNA DI CUSTOZA

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NELLA CAMPAGNA DI CUSTOZA
Il percorso si sviluppa su circa 8 km nella zona collinare a nord-ovest di Custoza: può essere intrapreso a piedi o in bicicletta dato
che si snoda immergendosi nell’ambiente naturale dato dall'anfiteatro morenico. Le colline e le valli formatesi per l'accumulo dei
materiali di deposito prodotti per erosione dal ghiacciaio del Garda, si sono successivamente addolcite e modellate grazie all’opera
degli agenti atmosferici: ciò consente quindi di camminare o pedalare senza particolare sforzo. Il variegato paesaggio circostante
dato da campi coltivati, zone incolte e boschetti, ricco di flora spontanea, armonizzato dalla presenza di fauna discreta conferisce una
dimensione diversa all’itinerario, rendendolo decisamente unico.
Si parte dalla piazza antistante la parrocchiale: centro sociale e fisico di Custoza. La Chiesa è in stile neoclassico ed è dedicata a San
Pietro in Vinculis. In occasione di lavori di scavo, in prossimità della canonica, si rinvennero due frammenti di una probabile lapide
romana, incastonati ora nel muricciolo presso il monumento ai Caduti. Da qui, si prosegue per 200 m in direzione del Cimitero dal
cui piazzale, lo sguardo può spaziare per un ampio raggio, sull'ondulata valle caratterizzata dagli ordinati vigneti. Si riprende il
cammino verso la borgata Valbusa, le cui abitazioni, nonostante i ripetuti e discutibili interventi di restauro, si possono considerare
tra le più antiche di Custoza: probabilmente da questo centro si sviluppò in seguito il resto del paese. Lasciate alle spalle le ultime
case del borgo, il percorso prosegue in leggera discesa verso la panoramica Valle dei Molini. Questa valle fu modellata dalle acque in
epoca glaciale e successivamente fu ridisegnata dallo scorre del fiume Tione. Oltre il corso si scorgono la borgata di Caselle, il monte
Mamaor e il paese di S. Lucia ai Monti. Una volta raggiunta la strada asfaltata e tenendo la destra, dopo circa 200 m, si giunge in
prossimità di Corte Molini, caratteristico borgo sviluppato su livelli diversi.
Si riprende quindi il cammino dirigendo verso località Molin Vecio: un gruppo di case contadine adiacenti il fiume, sulla sinistra del
sentiero. Qui il percorso si fa pianeggiante e intorno fanno corona le dolci alture dei colli. Vicino ad una zona alberata, si incontra la
fontana utile per il rifornimento d'acqua.
Proseguendo si arriva fino a Marognalonga: una delle corti agricole più interessanti dell'itinerario, che deve il suo nome ad un
accumulo di sassi, probabilmente quelli asportati dai campi circostanti per consentire lo sviluppo dell’agricoltura. Sulla sinistra della
corte si vedono vecchi filari di viti maritate a frassini, secondo la tradizione agraria passata. Si supera il ponticello sul fiume Tione
fino ad incontrare una zona umida a ridosso del bosco. Qui le rane d’estate esprimono i loro migliori gorgheggi notturni mentre,
durante il giorno, si esibiscono i numerosi uccelli che nidificano nei pressi. Marciando vicino al torrente si incrocia il sentiero che
conduce al bosco del monte Cornone, caratteristica foresta planiziale che ricopriva nei secoli passati le nostre terre, dalle Alpi e fino
agli Appennini.
Il sentiero sale a destra, nel bosco, sulle pendici del monte. Fra gli alberi si possono riconoscere: il cerro, il frassino, l'acero
campestre e i carpini. Fra gli arbusti: il biancospino, la rosa canina, la sanguinella e il viburno, il pungitopo, l'edera, la clematide e
l'asparago selvatico. In primavera il sottobosco fiorisce di bucaneve, viole, euforbie, anemoni, polmonaria, fragola, pervinca e molto
altro. Raggiunta la radura si potrà godere del panorama verso le colline di Custoza e l'Ossario.
Usciti dal bosco si svolta ancora a destra e dopo aver percorso circa 300 m di pianoro fra i campi coltivati si rientra nel fitto della
foresta. Una volta incontrata la sorgente, si segue il rigagnolo che da essa diparte e che condurrà fino al torrente Tione. Fatti altri
200 m, ci si ritrova nuovamente nella Valle dei Molini, stavolta presso il ponte detto “Oco Becàr”. Si prosegue tra campi coltivati fino
ad avvicinarci ad un’altra zona boschiva, stavolta di origine artificiale. In lontananza si scorge la prossima tappa: località Sgaripola.
Si costeggia la casa colonica e ci si deve necessariamente fermare ad ammirare il gruppo di olmi, il maestoso e vecchio gelso oltre
alla coppia di noci che si presentano davanti ai nostri occhi. Di fronte al vigneto si apre il fresco avvallamento detto “Vajo della
Valle”, segnalato da un bellissimo filare di pioppi. Si percorre quindi la capezzagna, identificata da un masso posto vicino all’area di
sosta, per arrivare a Sgaripoleta: località abbandonata. Percorsi un centinaio di metri si giunge a un incrocio che permette, per chi lo
desidera, di ritornare alla Corte Molini e quindi raggiungere in breve il luogo di partenza; chi invece vuole continuare, deve girare a
destra, inoltrandosi attraverso uno stretto sentiero, nel cuore di un tratto boscoso.
Terminato il tratto di strada in salita, si apre il panorama sulla zona pianeggiante, sulla mole del Baldo e dei Lessini.
Lasciata la capezzagna, è possibile un ulteriore rifornimento d'acqua, prima di piegare a destra sulla strada asfaltata. Al secondo
tornante si entra in contrada Bagolina: proseguendo per la strada asfaltata, in un quarto d'ora si raggiunge la piazza della Chiesa.
Questo è il punto più elevato del percorso: la vista spazia a trecentosessanta gradi. Verso Nord-Ovest si intravedono: il lago di
Garda, i profili delle prealpi Bresciane e, in giornate particolarmente limpide, la cima dell'Adamello; a Nord: il monte Baldo, il corno
d'Aquilio, il gruppo del Carega e le montagne Vicentine; più vicini si distinguono il monte Pastello e i centri abitati di S. Giorgio in
Salici e Sona; a Est, il Colle del Tamburino Sardo che parzialmente cela la vista sulla pianura Padana; verso Sud: Villa PignattiMorano e sopra i vigneti il campanile e l'Ossario.
Il sentiero prosegue ora nel vigneto, fino alle abitazioni e alla strada asfaltata che scende dall'Ossario. Dopo circa 100 m si giunge al
bivio per villa Medici. Lasciata la villa alle spalle, si discende attraversando il prato prospiciente e concludendo così l’itinerario.
Mappa tratta da:
www.ambientecultura.com
Per approfondimenti:
www.ambientecultura.com
A cura di Patrizia Pedron
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