Incontro a Cupertino mupin Strada Carignano, 48 10024 - Moncalieri (TO) mobile: +39 348 5930067 +39 366 5420441 email: [email protected] web: www.mupin.it CHI SIAMO L’associazione culturale Museo Piemontese dell’Informatica – MuPIn, nasce come aggregazione di persone che condividono la passione comune per il retrocomputing. Retrocomputing: con questo termine si indica una attività di “archeologia informatica” che consiste nel reperire, computer di vecchie generazioni, che hanno rappresentato fasi importanti dell’evoluzione tecnologica, verificare la funzionalità e preservarli. Gli associati lavorano in diverse direzioni, recuperando, restaurando, preservando e condividendo la conoscenza in questa materia. L’associazione si prefigge l’obiettivo di fondare un meseo nazionele a Torino, in modo da poter rendere usufruibile al maggior numero di persone il materiale da noi recuperato. Per perseguire i nostri scopi, abbiamo bisogno di ogni aiuto disponibile, con il sostegno economico, con l’aiuto dei volontari per le diverse attività, con la donazione di parti della memoria dell’informatica. Se vuoi aiutarci visita il nostro sito www.mupin.it nella sezione partecipa. Incontro a Cupertino Apple e Olivetti sono due società che, non solo nel campo dell’informatica e della telefonia, hanno lasciato il segno sia dal punto di vista del design che dell’evoluzione tecnologica: la cura dei particolari e la continua ricerca di innovazioni sono una !rma viva. Con questa mostra vogliamo omaggiare le peculiarità delle due aziende che hanno avuto come elemento comune Cupertino: Apple ha la sua sede principale in questa città della California, mentre Olivetti vi aprì l’Advanced Technology Center, un centro di ricerca all’avanguardia, dove venne sviluppato il computer M20. I sogni di Camillo e Adriano Olivetti, da un lato, e di Steve Jobs e Steve Wozniak, dall’altro, sono nel cuore di moltissimi appassionati e riteniamo opportuno che vengano condivisi con un numero sempre maggiore di persone. 7 19 1976 1977 1908 TRS-80 1962 PROGRAMMA 101 II c LISA 1983 977 5150 pc 1981 1979 1983 ZX-80 M20 1982 M10 1984 MACINTOSH PORTABLE MACINTOSH 1989 1987 M15 1987 NEWTON 1993 PRODEST PC128 1992 QUADERNO 1999 1998 i-MAC i-BOOK clamshell 2002 i-MAC lampadone “Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare” Adriano Olivetti Armadi di Memoria Sottsass conosce Roberto Olivetti a Torino nel 1947. L’architetto riesce a dare forma a uno strumento all’epoca privo di una propria identità: il calcolatore elettronico, ammasso di cavi, valvole, transistor, memorie e quadri di controllo approssimativamente organizzati in strutture derivate dall’industria telefonica. L’architetto parte dall’archetipo del contenitore domestico “armadio”, facendone l’elemento base del sistema. Tecnicamente l’armadio consente praticità di accesso ai componenti che vi sono custoditi. Simbolicamente la domesticità dell’armadio riduce la distanza tra la complessa tecnica della macchina e l’ambiente di vita e lavoro delle persone. “In altre parole si è cercato di trasformare una macchina in un arredamento, anzi in una casa dove si abita facendo un lavoro particolare che è difficile, moderno e dignitoso, ma che è sempre un lavoro di uomini”. Il progetto per l’Elea 9003 Olivetti vinse nel 1959 il compasso d’oro. Elettronica da Tavolo Nel 1965 l’Olivetti presenta a New York la programma 101, calcolatore elettronico da tavolo, di fatto il primo personal computer al mondo. Tutto nasce da un’idea apparentemente fantascienti!ca: trasferire la logica dei grandi calcolatori nelle comuni macchine da ufficio, una macchina semplice da usare, rapida nei calcoli, capace di sollevare l’utente da numerose operazioni ripetitive e abbastanza piccola da stare su un tavolo. Agli aspetti tecnologici si associa un attento studio per “vestire” l’innovazione: dopo un tentativo di Marco Zanuso andato a vuoto, è Mario Bellini a disegnare l’involucro de!nitivo. Bellini si assume il compito di dare identità ad un apparecchio diverso sia nella logica che nelle prestazioni. Non mancano le evocazioni zoomorfe che suggeriscono l’idea di un organismo animato: le aperture per la ventilazione diventano scanalature che ricordano branchie di un pesce, le pulsantiere seguono un disegno che combina geometria euclidea con la libertà della forma organica, quasi a riassumere l’incontro dell’intelligenza elettronica con quella umana. Ingeniere del Font Con Olivetti dal 1958, Arturo Rolfo sarà tra gli esperti che si occuperanno della de!nizione dei nuovi caratteri europei OCR (Optical Character Recognition) nel 1964, capaci di convertire un’immagine elettronica in una forma riconoscibile da applicazioni testuali attraverso un procedimento che uti lizza caratteri a pro!lo continuo oppure punti generati su una matrice. Nella seconda metà degli anni Ottanta Rolfo si dedica allo studio dei font non-latini. Input Imponendosi alla scala del quotidiano, l’elettronica ha determinato un nuovo approccio tra uomo e tecnologia, modi!cando non solo la forma degli oggetti ma anche la stessa organizzazione del lavoro e l’accessibilità di mansioni complesse sempre più demandate a personale non necessariamente specializzato. Ciò ha richiesto al settore ricerche tecnologiche dell’Olivetti un attento studio sulla sempli!cazione del linguaggio di programmazione degli apparecchi oltre che sulle forme di interazione tra uomo e macchina. Quest’ultimo fu un tema affrontato come un vero progetto di design e non solo come una questione meramente ergonomia. Responsabili del progetto delle nuove interfacce interattive furono Perry King e Santiago Miranda i quali avviano una sintesi formale fra due modelli di interfaccia di riferimento, la tastiera alfanumerica delle macchine per scrivere e la consolle evocativa degli apparecchi hi-!, lavorando contemporaneamente sul patrimonio di simboli e segni elaborati da diverse culture. Il risultato è la creazione di una nuova sintassi progettuale che dà vita a una tastiera composta da un complesso di “isole informazionali”, insiemi di tasti organizzati per vicinanza spaziale e affinità operativa, composte secondo con!gurazioni armoniche. Super!ci Ccomplesse Dopo il successo della Programma 101 il gruppo Olivetti, avendo ceduto la divisione elettronica alla General Electric nel 1964, si ritrova impreparato ad affrontare le s!de della microelettronica. Al gruppo di ricerca Olivetti vengono quindi commissionati progetti contraddittori e impostati su una linea difensiva, volta ad integrare l’elettronica con le classiche apparecchiature meccaniche. A dispetto di questa incertezza, Mario Bellini continua con coerenza la sua ricerca sull’identità delle nuove macchine elettroniche iniziata con la Programma 101, cercando di integrare elementi eterogenei e ingombranti come schermi televisivi, tastiere, stampanti. La TVC 250 e la P 203 es 13 empli!cano questa ricerca, in cui alla continuità della super!cie viene delegato il compito di uni!care componenti altrimenti separati e formalmente molto diversi. Ancora una volta si ricorre a soluzioni zoomorfe per instaurare un rapporto non traumatico tra l’uomo e un surplus tecnologico delle nuove macchine: super!ci trattate come la pelle di un organismo, lo schermo assimilato alla geometria dell’occhio. Tecnologia Ludica Nel 1983 la Olivetti lancia il personal computer M20, progettato a Cupertino, in California, e disegnato da Ettore Sottsass. Si tratta di un’ottima macchina, perfettamente allineata con la migliore concorrenza internazionale tranne che per il microprocessore, incompatibile con quelli che equipaggiavano i personal computer contemporanei. Poco vale il recupero realizzato con il successivo M24 e nemmeno bastano i successivi passi sul campo della miniaturizzazione, della leggerezza e della portabilità dei congegni elettronici: né l’innovativo M10, disegnato da King e Miranda, né il Quaderno di Mario Bellini, del 1992, il primo vero lap-top mai prodotto. Questo gap irrecuperabile costringe la Olivetti a seguire strade già tracciate da altri, ad allinearsi con i loro standards e i loro bassi costi. Più che introdurre proprie innovazioni, la Olivetti ora assembla innovazioni nate molto lontano da Ivrea. Nonostante ciò, saranno ancora una volta i designers che lavorano con Olivetti ad anticipare la tras!gurazione della tecnologia digitale da frontiera avanzata della ricerca al rango di gadget da intrattenimento ludico. USA Il legame tra Olivetti e l’America si gioca su elementi e tempi diversi. Negli anni Venti, al pari di altri tecnici della produzione, anche Adriano Olivetti intraprende un viaggio di studio per conoscere la realtà produttiva del nuovo continente. Il viaggio in America costituisce un bacino di suggestioni che poi diventeranno una sorta di agenda negli anni Trenta, quando egli assumerà la direzione dell’azienda: l’interesse verso il New Deal costituirà nel secondo dopoguerra un punto di riferimento importante, che va misurato sulla capacità di Olivetti di tradurre in ambito italiano le iniziative e strutture organizzative che ne hanno reso efficace la politica. Nel corso degli anni Cinquanta il rapporto con l’America si gioca in due ambiti, quello della fabbrica che si inserisce in un nuovo mercato (1950, costituzione della Olivetti Corporation of America) e quello più attinente all’opera di Olivetti nel campo delle riforme e politiche sociali. “mi si avvicinò e mi disse – cominciamo a venderli e facciamo la società – e... e se ne venne fuori con il nome, Apple, e... così è cominciata” 1976 – Steve Wozniak, co-fondatore della Apple, su Steve Jobs. Così inizia l’avventura della mela morsicata, vendendo Apple I ai componenti del Homebrew Computer Club dell’HP e in seguito a venditori locali. Personal computer dedicato agli hobbisti dell’elettronica, Apple I è poco più di un circuito stampato, ma ha un tale successo che, poco dopo la commercializzazione, un negozio locale ne ordinò 100 esemplari, stravolgendo l’originale progetto di un computer di nicchia. Jobs voleva espandere gli orizzonti del neonato pc e portarlo da prodotto dedicato agli hobbisti dell’elettronica ad un prodotto per hobbisti del software. Questa idea da inizio alla progettazione di un prototipo, volto a migliorare la prima creazione, studiato per avere una gra!ca, un video a colori, alta risoluzione e uno chassis elegante; così nasce l’Apple II. Il design nei computer A partire dall’Apple II il computer viene progettato tenendo in considerazione l’aspetto estetico ed ergonomico; l’elaboratore diventa un prodotto !nito da vendere al pubblico e non un oggetto destinato solo ad una nicchia di appassionati. La Apple crea un proprio design, un insieme di linee estetiche che creano un family feeling e permettono di identi!care a colpo d’occhio i propri prodotti. La continua ricerca nel campo del design porta ad alcuni casi estremi come quello dell’Apple III in cui alcune scelte progettuali portano a sacri!care l’affidabilità sull’altare dell’apparenza. Linguaggio di design Snow White Il tipo di design dei computer Apple tra il 1984 ed 1990 aderisce allo stile “Snow White design language”. Si tratta di un design industriale proposto da Jerry Manock, caratterizzato da strisce orizzontali bianche usate sia come decorazioni che per la ventilazione, dando l’illusione globale che il case del computer appaia piu’ piccolo delle dimensioni reali. 15 Mouse Il mouse naque da un concetto di Douglas Engelbart nel 1967, il quale pensava che dovesse essere uno strumento di facile uso, che simulasse la mano dell’utente. Venne usato in accopiata all’interfaccia gra!ca dalla Xerox ed era fornito di 3 tasti. La Apple ne riprese l’idea ma, per ridurne i costi di produzione e renderlo intuitivo al cliente, commissionò la Hovey-Kelley Design. Ne venne fuori un mouse grande come un mazzo di carte e a singolo tasto. Per simulare gli altri tasti, ci si orientò sul numero di click. FireWire L’interfaccia FireWire viene sviluppata dalla Apple a partire dal 1986 !no al 1995. Questa interfaccia, usata ancora oggi, serve per collegare in serie alcune periferiche che richiedono trasferimenti molto veloci, di grandi quantità di dati. Purtroppo, il costo di realizzazione troppo alto, a differenza dell’interfaccia USB, ne ha limitato la diffusione ai computer di fascia bassa di prezzo. Apple Newton ed il riconoscimento della scrittura Lo sviluppo di uno dei primi computer palmari, l’Apple Newton, avviene nell’arco di anni che vanno dal 1987 al 1998 su iniziativa di John Sculley, successore di Steve Jobs. La peculiarità di questo computer è il riconoscimento della scrittura manuale tramite pennino. Sfortunatamente, il software di riconoscimento viene sviluppato da un’altra azienda e non rispecchiò le speci!che richieste. Non è il primo computer a supportare la scrittura manuale, ma l’idea di portare tale tecnologia da un ambiente di ricerca ad uno commerciale è del tutto nuova. Apple Desktop Bus Nella metà degli anni ottanta, Steve Wozniak realizza un sistema di connessione delle periferiche, denominato Apple Desktop Bus, economico e con il cavo sottile, al quale si dovevano poter collegare le periferiche in serie, a cascata, una dopo l’altra. Tale sistema sarà poi usato da altre grandi aziende come SUN, HP e la NeXT. Il primo computer Apple ad usare l’ADB, come viene abbreviato, è l’Apple 2GS nel 1986. Successivamente sarà usato sulla linea Mac !no all’iMac, che passerà alla tecnologia USB. Interfaccia gra!ca L’interfaccia gra!ca (Graphical User Interface, GUI) di un computer riproduce idealmente sullo schermo le funzionlita’ di una scrivania reale. Attraverso un puntatore (mouse), l’utente accede agli oggetti presenti sulla scrivania virtuale (scrivania o desktop) rappresentati dalle icone. L’interfaccia gra!ca permette di accedere in modo veloce alle applicazioni e fornisce una percezi one visuale dell’organizzazione dei !le sul computer. Il concetto di GUI nacque dal progetto Alto sviluppato nei laboratori Xerox. Jobs, visitando questi laboratori, ne comprese le potenzialità e ne fu ispirato per il progetto che portò al Lisa. Unibody Nel 2008 la Apple introduce un procedimento rivoluzionario per la costruzione dei case per i suoi portatili, l’unibody. Con questa tecnologia non si utilizzano più sezioni stampate ed assemblate tra loro, ma un blocco di materiale pieno. Questo viene lavorato con varie tecniche, tipo quella al laser per l’alluminio, con cui vengono scavate le nicchie che successivamente accoglieranno i vari componenti interni e le varie porte di input e di output. Materiali pregiati L’Apple cura sempre con particolare attenzione la selezione dei materiali utilizzati nelle proprie realizzazioni. Costruisce una linea di portatili con parti in titanio, materiale leggero e resistente che favorisce anche la dissipazione termica. In seguito, viene introdotto l’uso dell’alluminio per le versioni più pregiate dei suoi notebook portando vantaggi sia a livello estetico che funzionale. Accesso sempli!cato L’Apple si distingue nella sempli!cazione dell’interfaccia dispositivo-utente, con l’introduzione di metodi di interazione nuovi o perfezionati; tra cui la clickwheel, utilizzata !n dalla prima versione dell’ipod, una ghiera che raggruppa le funzioni principali e le rende direttamente accessibili in prima battuta. Il touchscreen che, anche grazie alla possibilità di avere più punti sensibili contemporanei sullo schermo, il multitouch, permette di fornire diverse tipologie di interazione a video accessibili con l’uso delle dita. 17 mupin TANDY RADIO SHACK schede tecniche TANDY RADIO SHACK Incontro a Cupertino Programma 101 Periodo di produzione: 1962- 1964 SCHEDA TECNICA Memoria: Circa 240 byte in tecnologia magnetostrittiva. Organizzata in 10 registri, 3 dei quali di calcolo, 2 di memoria ed altri 3 di memoria dati e/o memoria di programma (ripartibili a seconda dell’esigenza). Gli ultimi due erano riservati alla memorizzazione del programma. Schermi: Stampante a 30 colonne su carta di 9 cm. Archivio: Lettore di card magnetiche. Operazioni: Somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione e radice quadra. Precisione: 22 digit e !no a 15 decimali. Progetto: Ing. Pier Giorgio Perotto. Progetto Carrozzeria: In un primo tempo affidato a Marco Zanuso, fu riaffidato a Mario Bellini. NOTE All’interno dei meccanismi sono presenti oltre ad ingranaggi varie cinghie per la trasmissione del movimento 21 Incontro a Cupertino IIc Periodo di produzione: 1983- 1993 SCHEDA TECNICA Processore: MOS 65C02, evoluzione CMOS del popolare 6502 Velocità di clock: 1 MHz ROM: 12 Kb (Basic interpreter) RAM: 128Kb espandibile !no a 1Mb Sistemi operativi: Apple DOS Schermi: CRT da 10”, oppure 9” lcd Risoluzione gra!ca: 280×192 6 colori, 40×80 4 bit UI di input tastiera alfanumerica Drive incorporati 1 FDD da 5,25” Porte 2 seriali, 1 parallela, 1 per tastiera, 1 per mouse,1 uscita video CVBS Slot 8 proprietari Prezzo di lancio $ 1.298-2.638 (a seconda della versione) Hard disk: 20Mb NOTE L’Apple IIc era un computer decisamente compatto e stilisticamente ricercato, discendeva dalla famiglia dell’Apple II con cui era compatibile. Era possibile utilizzarlo con un monitor CRT o con uno LCD dedicati che ne seguivano l’estetica. CURIOSITA’ Compare nella terza stagione del tele!lm Fringe. 23 TANDY RADIO SHACK Incontro a Cupertino TRS-80 Periodo di produzione: 1977 - 1981 SCHEDA TECNICA 25 Processore: Zilog Z80 Velocità di clock: 1,78 MHz RAM: 4kb ROM: 4 o 12Kb Sistemi operativi: Microsoft BASIC Risoluzione gra!ca: 64x16 o 32x16 Interfacce di serie: Monitor, interfaccia cassette, porta di espansione Drive: Registratore a nastro Interfacce opzionali: Joystick, espansione di RAM, Floppy disk Prezzo di lancio $399 Prezzo di lancio $ 1.565 Incontro a Cupertino ZX-80 Periodo di produzione: 1980 - 1981 SCHEDA TECNICA Processore: ZX81 Velocità di clock: 3,25MHz ROM: 1KB RAM: 1KB Sistemi operativi: Sinclair BASIC Risoluzione gra!ca: 32x25 caratteri UI di input tastiera alfanumerica Drive incorporati 2 FDD da 5,25” Porte Nastro magnetico, video TV/RF, bus ZX80 Prezzo di lancio £99.99 Prezzo di lancio $ 1.565 NOTE Lo zx80 è stato uno dei primi tentativi di commercializzare un elaboratore al pubblico, si trattava di un computer particolarmente economico costruito con chip ttl standard (e quindi privo di chip custom) una tastiera a membrana con un sistema di immissione facilitato (ad ogni tasto era associato un comando basic). La rom che conteneva il basic gestiva solamente numeri interi.Veniva proposto anche in versione kit che il cliente poteva assemblare in proprio CURIOSITA’ Molti di coloro che lavorarono con Sinclair ricordano quanto il progetto dello ZX80 fu in%uenzato dal prezzo, mettendo le prestazioni tecniche in secondo piano. 27 Incontro a Cupertino 5150 pc Periodo di produzione: 1981 - 1987 SCHEDA TECNICA Processore: Intel 8088 Velocità di clock: 4.77MHz RAM: 16 KB espandibile !no a 256KB Sistemi operativi: IBM BASIC/PC-DOS 1.0 CP/M-86 UCSD p-System Schermi: CRT da 12” Risoluzione gra!ca: 80 X 25 testo monocromatico MDA, oppure testo 80x25 con gra!ca 320x200 o 640x200 CGA a colori UI di input tastiera alfanumerica Drive incorporati 2 FDD da 5,25” Porte cassette, tastiera Slot: 5 bus da 8bit Prezzo di lancio $ 1.565 NOTE Il termine “personal computer” presente nel nome del computer è usato per evidenziare l’uso del computer da parte di un singolo utente in contrapposizione ai mainframe o ai minicomputer multiutente all’epoca già molto diffusi nelle grandi aziende. CURIOSITA’ Il computer possiede un’ interfaccia per il registratore a cassette, un elemento ormai tenicamente sorpassato destinato a sparire già nelle successive macchine 29 Incontro a Cupertino M20 Periodo di produzione: 1982 SCHEDA TECNICA Processore: Zilog Z8001 Velocità di clock: 4MHz RAM: 128Kb espandibile fino a 512Kb ROM: 8Kb contenente il bootloader ed alcune funzioni di I/O Sistemi operativi: PCOS, CP/M8000, MS-DOS (con l’adattatore APB 8086) Schermi: Bianco e nero, verde, ambra, 4 o 8 colori Risoluzione grafica: 512x256 pixel Griglia di testo: 80x25 oppure 64x16 caratteri Drive per floppy: Uno o due da 160Kb-320Kb-640Kb in formato 5”1/4 Hard disk: 11.5Mb Winchester opzionale Interfacce di serie: RS232 e Parallela (Centronics), con connettori proprietari Interfacce opzionali: Doppia RS232 (normale e current-loop) e IEEE488 NOTE L’Olivetti M20 era un pc dotato di caratteristiche interessanti per l’epoca, la sua cpu era a 16 bit, la grafica a colori e ad alta risoluzione , era dotato di due floppy disc da 5 pollici e un quarto ed opzionalmente poteva montare un hard disc. A causa della sua incompatibilità con l’MS-DOS (aggiunta successivamente attraverso una scheda aggiuntiva contenente un 8086) non incontrò il favore del mercato. Era disponibile in due versioni orientate rispettivamente ad applicazioni scientifiche e gestionali. 31 Incontro a Cupertino Lisa II Periodo di produzione: 1983 - 1994 SCHEDA TECNICA Processore: Motorola 68000 Velocità di clock: 5 MHz ROM: 16 Kb RAM: 1Mb Sistemi operativi: MacWorks XL/System 1.1 Schermi: CRT da 12” Risoluzione gra!ca: 720×360 monocromatica UI di input tastiera alfanumerica, mouse a un tasto Drive incorporati 2 FDD da 5,25” Porte 2 seriali, 1 parallela, 1 per tastiera, 1 per mouse,1 uscita video CVBS Slot 2 Prezzo di lancio $9.995 Hard disk: 20Mb NOTE L’hardware era però decisamente costoso a causa anche delle risorse necessarie alla gestione di un ambiente gra!co molto più complesso rispetto ad una console a caratteri. Il prezzo frenò quindi la diffusione di questo elaboratore nonostante la sua !loso!a di funzionamento, dimostrata dal successo del Macintosh, diretto successore. Il nome Lisa, arriva da Lisa Brennan, !glia di Jobs. CURIOSITA’ Apple offri agli utenti Lisa di “rottamarlo”, avendo così uno sconto sul prezzo d’acquisto del Machintosh. 33 Incontro a Cupertino M10 Periodo di produzione: 1983 SCHEDA TECNICA Processore: OKI 8085 Velocità di clock: 3MHz RAM: 8k espandibile a 32k ROM: interna con sistema operativo e controller tastiera, 32k addizionale per caricamento software addizionale Sistemi operativi: software integrato Schermi: LCD monocromatico non retroilluminato, 8 righe per 40 caratteri Risoluzione gra!ca: 40x25 testo - 320x200 pixel Griglia di testo: 80x25 oppure 64x16 caratteri Hard disk: 20Mb Interfacce di serie: RS232 e Parallela (Centronics), con connettori proprietari Prezzo di lancio $ 1.298-2.638 (a seconda della versione) NOTE L’M10 era un oggetto decisamente futuristico per l’epoca, grazie al piccolo display lcd e al contenitore compatto era un sistema ultraportatile che permetteva l’utilizzo dell’elaboratore in condizioni improponibili per un normale laptop. Basato su una CPU Intel 8085, quindi a 8 bit, forniva la potenza elaborativa sufficiente per la stesura di testi e la gestione di piccoli database e la presenza del basic permetteva di estendere le possibilità di utilizzo con programmi ad hoc. Il funzionamento era garantito da semplici batterie AA o da un piccolo alimentatore. CURIOSITA’ M10 venne costruito in collaborazione con Y-E Data, un’azienda giapponese. 35 Incontro a Cupertino Macintosh 128K Periodo di produzione: 1984 - 1985 SCHEDA TECNICA Processore: Motorola 68000 Velocità di clock: 8 MHz RAM: 128 Kb Sistemi operativi: Macintosh System Software Schermi: CRT da 9” Risoluzione gra!ca: 512x384 UI di input tastiera alfanumerica Drive incorporati 1 FDD da 3,5” Porte Seriale, Presa cuffie, Altoparlanti Prezzo di lancio $ 2.495 Slot 8 proprietari Prezzo di lancio $ 1.298-2.638 (a seconda della versione) Hard disk: 20Mb NOTE Il Macintosh è stato un computer fondamentale per la diffusione delle interfacce gra!che nei sistemi operativi. Nato come versione reingenierizzata del concetto iniziato con il Lisa è rispetto a questo più compatto ed economico. La gestione avanzata della gra!ca ha permesso al Macintosh di trovare subito pro!cuo utilizzo nel campo dell’editoria e in campo creativo. 37 Incontro a Cupertino M15 Periodo di produzione: 1987 SCHEDA TECNICA Processore: 80C88 Velocità di clock: 4.77 Mhz RAM: 256 Kb espandibile !no a 512 Kb ROM: 16 Kb Sistemi operativi: MS-DOS Schermi: LCD 25x80 Risoluzione gra!ca: 640x200 pixel Griglia di testo: 80x25, oppure 64x16 caratteri Drive per "oppy: 2 %oppy HDD 3.5” Hard disk: 11.5 Mb Winchester opzionale Interfacce di serie: RS232 e Parallela (Centronics) Peso 38,5 cm x 27,6 cm x 7,2 cm, 5,7 Kg NOTE La tastiera del portatile è removibile e può essere posizionata per ottenere una migliore ergonomia 39 Incontro a Cupertino Prodest PC128 Periodo di produzione: 1986 SCHEDA TECNICA Processore: Motorola MC 6809e Velocità di clock: 1 MHz RAM: 128 Kb Sistemi operativi: System Software dal 6.0.5 al 7.5.5 Risoluzione gra!ca: 8 modi, da 160 x 200 a 640 x 200 pixel UI di input: tastiera alfanumerica Drive incorporati: lettore di nastri magnetici Porte: Penna ottica, Joystick, Mouse, Centronics, Cartridge, External Audio, Bus, RGB Dimensioni: 42,5 cm x 21,5 cm x 7,7 cm Prezzo di lancio: Lire 500.000 NOTE Questo computer era fondamentalmente un rebranding del thomsom MO6. Fu commercializzato contemporaneamente al fratello maggiore “128S”, che a sua volta era un Acorn “BBC” 41 Incontro a Cupertino Macintosh Portable Periodo di produzione: 1989 - 1991 SCHEDA TECNICA Processore: Motorola 68000 Velocità di clock: 16 MHz RAM: 1 Mb, espandibile !no a 9 Mb Sistemi operativi: System Software dal 6.0.5 al 7.5.5 Schermi: LCD a matrice attiva Risoluzione gra!ca: 640 x 480 UI di input tastiera alfanumerica Drive incorporati 1 FDD da 3,5”, modem Porte ADB, 2 Seriali MiniDin 8, Uscita video digitale (HDI-15), Altoparlante, Floppy disk esterno (DB-19), SCSI (DB-25) Peso: 7200 gr, (102 x 387 x 376 mm) Prezzo di lancio $ 6.500 senza disco rigido. $ 7.300 con disco rigido. NOTE Nel 1991, è stato il primo computer commerciale ad essere usato nell spazio in una missione dello sapce shuttle 43 Incontro a Cupertino Quaderno Periodo di produzione: 1992 SCHEDA TECNICA Processore: NEC V30HL Velocità di clock: 16MHz RAM: 1Mb (640KB + 360KB LIM espanso) Sistemi operativi: Olivetti MS-DOS Schermi: LCD 14 x 10.5 cm, DCGA Risoluzione gra!ca: 640 x 400 Hard disk: 20MB PCMCIA: slot Type II Batterie: 6 pile AA o batteria Ni-Cad 7.2V Peso: 1050 gr (210 x 148 x 32 mm) Progetto: Ugo Carena Design: Mario Bellini e Hagai Shvadron NOTE Il quaderno è stato un subnotebook caratterizzato dalle dimensione molto ridotte, equivalenti al formato A5. Si tratta di un computer compatibile con lo standard MSDOS basato su un processore V30 a 16mhz quindi un elaboratore di classe xt. Sul retro del display LCD erano presenti dei tasti che uniti al software fornito permettevano di utilizzarlo come registratore digitale. L’autonomia, molto buona viste le dimensioni e l’utilizzo di batterie NiCd, raggiungeva le tre ore. Questo era possibile anche grazie all’utilizzo di un display non retroilluminato a matrice passiva. CURIOSITA’ Il quadermo è stato il precursore dei netbook che 15 anni dopo hanno invaso il mercato. 45 Incontro a Cupertino Newton Periodo di produzione: 1994 - 1996 SCHEDA TECNICA Processore: ARM 620 Velocità di clock: 20 MHz ROM: 8 Mb RAM: 687 Kb + 512 Kb oppure 1.5 Mb Sistemi operativi: Newton OS 1.3 - 2.0 Schermi: 5” LCD Risoluzione gra!ca: 320 x 240, Black & White Porte RS422, Local Talk & SHARP ASK Infrared Slot PCMCIA II Prezzo di lancio $ 799-999 (a seconda della versione) Dimensioni: 20,3 cm x 10,2 cm x 2,9 cm, peso 0,4 kg NOTE La tecnologia Newton viene concessa anche in licenza a sviluppatore terzi,che la utilizzano per fare dispositivi intelligenti, come telefoni cellulari evoluti. Il progetto costava molto e non sembrava in grado nel breve periodo di ripagarsi. L’Apple cercò dunque di vendere il progetto alla 3Com che, con la divisione Palm, cerca di realizzare un prodotto simile al Newton, ma questa ri!utò. Dopo 5 anni e più di 500 milioni di dollari spesi in ricerca, Apple decise di eliminare il progetto Newton e di sciogliere la divisione che se ne occupa. 47 Incontro a Cupertino iMac G3 Periodo di produzione: 1998 - 2002 SCHEDA TECNICA Processore: PowerPC 750 Velocità di clock: 233 MHz ROM: da 1 a 3 Mb RAM: Max 512 Mb, 2 slot RAM da 10 ns Sistemi operativi: System 9.1 Schermi: CRT 15” RGb Risoluzione gra!ca: 1024 X 768 24 bit ATI Rage Pro Turbo graphics con 5MB SGRAM Audio: Uscita audio a 16 bit stereo Ingresso audio a 16 bit stereo Drive incorporati CD-ROM/CD-RW Porte 2 USB, FireWire, Ethernet 10/100, Modem Hard disk: 10/20 Gb Prezzo di lancio $ 999-1.499 (a seconda della versione) NOTE L’Imac è stato un computer che con le sue scelte progettuali ha in%uenzato molto il mercato dell’epoca. Si tratta di un computer All-in-one caratterizzato da un estetica ricercata che con l’uso di colori e plastiche traslucide creerà una tendenza seguita anche da altri produttori. L’hardware è studiato principalmente per l’utilizzo di Internet è assente il lettore di %oppy che a partire da questo modello sparirà dalle macchine Apple e le possibilità di espansione sono limitate alle due interfacce USB presenti. Con l’Imac prende forza il concetto di computer non più strumento per tecnici-professionisti ma elettrodomestico per l’utente comune. Tutto dall’estetica informale al sistema hardware entrocontenuto al sistema operativo amichevole nasconde molti aspetti che all’epoca allontanavano chi doveva acquistare il primo computer. 49 Incontro a Cupertino iBook G3 Clamshell Periodo di produzione: 1999 - 2001 SCHEDA TECNICA Processore: PowerPC 750 Velocità di clock: 300/466 MHz ROM: 1 Mb RAM: 32/64 Mb, espandibile !no a 576Mb Sistemi operativi: Mac OS X 10.3.9 Schermi: LCD 12” RGB Risoluzione gra!ca: 800x600 24 bit ATI Rage Mobility 128 (2× AGP), 4 Mb SDRAM Audio: Uscita audio a 16 bit stereo Drive incorporati 24 x CD-ROM Porte 2 USB, FireWire, Ethernet 10/100, WiFi 802.11b Hard disk: 3.2/10 Gb Peso: 3000 gr, (46 mm x 343 mm x 295 mm) NOTE L’Ibook Clam shell rappresentava il portatile Apple per il mercato consumer che idealmente si affiancava all’Imac, l’estetica era particolarmente colorata e giocosa. L’hardware era basato sulla piattaforma PowerPC che garantiva buone prestazioni e un ottima autonomia di funzionamento a batteria di circa 5 ore. Su questa macchina era possibile installare l’interfaccia airport che permetteva la connessione di rete via radio (wi-!) all’epoca ancora poco diffusa. Interessante la presenza di una maniglia sul retro che rendeva l’oggetto facilmente trasportabile. Le interfacce di espansione non erano molte (solo una USB e un jack audio) ma tutto questo era perfettamente coerente con il concetto di computer entrocontenuto tipico anche dell’Imac. 51 Incontro a Cupertino iMac G4 Lampadone Periodo di produzione: 2002 - 2004 SCHEDA TECNICA Processore: PowerPC 7455 Velocità di clock: 700 MHz ROM: 1/3 Mb RAM: 1 Gb, espandibile !no a 2 Gb Sistemi operativi: System X 10.3 Schermi: LCD 15/17/20” Risoluzione gra!ca: 1024x768/1440x900/1680x1050 24 bit 32 Mb NVidia GeForce4 MX, 64 Mb GeForce FX 5200 Ultra Audio: Uscita audio a 16 bit stereo Ingresso audio a 16 bit stereo Drive incorporati Combo/SuperDrive Dual Layer Porte 3 USB, 2 FireWire, Ethernet 10/100, VGA, modem 56k Hard disk: 80/160 Gb Prezzo di lancio $ 1.799/2.538 NOTE L’Imac G4 conosciuto familiarmente come “lampadone” era il diretto successore dell’Imac originale. Sostituiva la tecnologia CRT con l’LCD che era montato su un asta regolabile che permetteva di orientarlo comodamente. La forma circolare della base conteneva la parte logica realizzata su una motherboard rotonda e le memorie di massa. La colorazione bianca con parti cromate segue uno stilema ancora oggi riconoscibile nei prodotti Apple. Viene anche soprannominato Luxo, come la lampanda mascotte i Pixar. 53 mupin Da un’idea della Associazione culturale “Museo Piemontese dell’Informatica - MuPIn” Curatori Associazione culturale “Museo Piemontese dell’Informatica - MuPIn” Exhibition design Arch. Chiara Cannavicci Dottoranda in Beni Culturali, Politecnico di Torino Fotogra!e Giulia Governo Dario Dinocca di BasicNet per la foto dell’Apple Macintosh 128K Fotogra!e di Cupertino tratte da: www.storiaolivetti.it per gentile concessione dell’Associazione Archivio Storico Olivetti (Ivrea, Italy) Contenuti: Testi riguardanti l’Olivetti tratti da: M. De Giorgi, E. Morteo (a cura di), Olivetti: una bella società, Umberto Allemandi & C., Torino 2008 Si ringrazia per la gentile e fondamentale collaborazione: Piero Vattano, Giorgio Morocutti, Fabrizio Perale per la disponibilità nel prestare alcuni pezzi e per la gentile concessione dell’Apple Macintosh 128K, BasicGallery per BasicNet.